di VINCENZO VITALE – A più di un anno dall’inizio dei lavori di sostituzione di piazza De Nava con un non-luogo senza storia né memoria, l’unica cosa fatta alla perfezione è stata la demolizione sistematica dell’identità urbanistica. È bene richiamare alla memoria della città le associazioni che, pur definendosi culturali, si sono nella migliore delle ipotesi trincerate dietro il silenzio, ipotizzando tramite un loro portavoce che fosse un loro diritto.
Non le citiamo, tanto tutti le conoscono perché attivissime nella presentazione di libri e nella riedizione di stantie proposizioni. Ce le siamo fatte nemiche perchè abbiamo disvelato la loro sostanziale inutilità per la città: essere intellettuali presuppone non essere ancilari e serventi il potere, volgarmente non essere leccaculo; ovvero essere in grado di esprimere in libertà la propria idea, prescindendo dai rapporti che si hanno con l’amministrazione cittadina.
La città non potrà avere un futuro culturale, cosa peraltro confermata dalle classifiche ufficiali che pongono Reggio agli ultimi posti nel settore, se non condannerà all’oblio con una sorta di damnatio memoriae tutte le associazioni cosiddette culturali non in grado di esprimere sui fatti di vita cittadina un giudizio sereno e oggettivo. Oggi l’aspetto degradato della già piazza De Nava rispecchia il degrado culturale cittadino. (vv)
[Vincenzo Vitale è presidente della Fondazione Mediterranea]