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Quinta dimensione di Corrado Calabrò

Quinta dimensione di Corrado Calabrò (Nuova edizione)

di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – Di Corrado Calabrò lessi la prima volta “T’amo di due amori”. Un libro dalla copertina rossa come il sangue bollente quando s’ama, che consente a chi incontra la sua poesia, di innamorarsi dell’amore ripetutamente. Con coinvolgimento, desiderio e trepidazione. I versi contenuti in quelle pagine sono brividi che attraversavano la schiena, come accade a due che, al di là della luce del sole, sanno riconoscersi, o come succede in pieno giorno a chi si incontra dopo essersi amato di notte. Lo ascoltai di persona una sera a Tropea. Era d’estate, e nell’aria s’apriva ovunque il profumo del gelsomino, il fiore che posato tra i capelli delle donne calabresi, le trasforma ora in fate, ora in maghe d’amore. Corrado Calabrò non è il poeta dell’inchiostro di china sulla carta, ma l’artefice della poesia scritta col sangue sulla carne. Egli tatua memorie, emozioni, sentimenti vicendevoli e contrari. Si deposita sottocute la sua voce. Insistente, non lascia mai più il corpo e neppure lo spirito. Egli accompagna, con i versi, gli stessi uomini che i treni accompagnano nei viaggi. E chi si pone all’ascolto, partecipa alla sua ricerca, e placa i turbamenti del poeta stesso. È lui, Calabrò, il nuovo cantore della divin poesia. Il padre dei versi dell’amore, il testimone dell’amore in versi. Egli traduce, con parole sudate, le stagioni della vita. E la sua poesia diventa la versione perfetta  delle massime emozioni umane, dei versi delle lingue perse e anche di quelle incomprensibilmente esaurite.

Incontrare un poeta che riproduce la vita nelle sue più intime tenerezze, e insieme all’irascibilità che provoca il dolore, non è facile che accada. Anzi, è forse impensabile che succeda. È un viaggio mai scontato, di mete infinite, lontane, spesso irraggiungibili, o anche impossibili da tracciare. La dimensione di Calabrò, invece, è diversa. Non è prima e neanche seconda. Né terza e neppure quarta. È quinta. Quinta dimensione, quella in cui gravitano i versi integrali di una poesia estrema e matura. Quella scritta da Corrado Calabrò.

Quinta dimensione, è un tempo lunghissimo. Un arco temporale preciso. Dal 1958 al 2018. Una vita, un’immensità di corsi e ricorsi, titoli e versi, luci ed ombre, cieli e mari, vita e morte. Un approfondimento delle tappe della vita del poeta e dei viaggi dell’uomo che lo accompagna.

Un tracciato di ciò che siamo e non siamo, un viaggio che tanto lascia alle spalle e tanto ancora ha davanti a sé. Durante l’alba di notte o il giorno che sbianca.

Un volo che stanca le ali e il sorriso di un gatto. Il sorriso e l’estuario. Il sasso sul cuscino e l’insulto.

Corrado Calabrò sperimenta spazi vuoti riempiendoli di versi. Costruendo in essi, certezze e approdi.

La sua poesia nasce laddove nasce la sua vita. E comincia a muoversi intorno al mondo partendo dalla riva del mare. Lo stesso posto da dove parte il poeta. Il punto preciso da dove comincia la sua predicazione

Reggio Calabria e Roma, il mondo tutto, sono l’input di una narrazione sconfinata nei versi, nei quali Calabrò soffre, si sacrifica, non dorme e scrive per giorni, senza sosta. Per dovere e per necessità. Con il suo stesso sangue in una dimensione quinta che in molti non riescono a percepire, in tanti non sanno come raggiungere, ma tutti possono provare.

Quinta dimensione, edito da Mondadori, è un trattato di vita. Che non si prefigge un solo obiettivo, ma ne raggruppa un’immensità. Tanti quante le stelle presenti nel cielo della dimensione cantata.

Corrado Calabrò nasce a Reggio Calabria. “Prima Attesa” è il suo primo volume di poesie, scritto tra i diciotto e i vent’anni. A seguire molte altre raccolte, fino a Quinta Dimensione, Oscar Mondadori 2018, che è la sua più completa opera poetica. Tra i più grandi poeti della letteratura contemporanea, Calabrò offre con i suoi versi non un’altra visione della vita, ma una posizione diversa da cui osservarla innamorandosene. Intellettuale di valore, uomo di spicco e poeta delle profondità del cuore, “ha cantato non il suo mare, ma piuttosto l’idea di un mare eterno e insondabile”. Così Carlo Bo scrive di lui nel 1992. E a noi oggi non resta che confermare tutto. (gsc)

QUINTA DIMENSIONE
di Corrado Calabrò
Mondadori – ISBN 9788827218099