TROVA CONSENSI LA PROPOSTA DI ABRAMO
CALABRIA CHIEDERÀ IL 50% DELLE RISORSE

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Sta raccogliendo consensi la “battaglia” intrapresa dal sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che ha inviato una diffida alla Presidenza del Consiglio dei ministri chiedendo una più equa distribuzione delle risorse finanziarie da parte del governo.

Una battaglia a cui ha deciso di affiancarsi anche il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce. Abramo, ha annunciato con Voce l’intenzione di coinvolgere, nei prossimi giorni, anche i sindaci di Vibo Valentia – Maria Limardo, di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e di Cosenza, Mario Occhiuto.

«I centri calabresi, dal più piccolo al più grande, hanno pagato e pagano ancora decenni di sperequazione portata avanti da qualsiasi Governo: soldi dovuti e non versati che avrebbero consentito a qualsiasi ente di erogare servizi migliori e più efficienti in settori fondamentali come il welfare o i servizi sociali» hanno dichiarato Abramo e Voce, che hanno sottolineato come «Al di là di qualsiasi differenza politica, crediamo che questa sia una battaglia finalizzata esclusivamente a rendere giustizia alla Calabria. Il cui territorio è stato penalizzato, alla pari di tutto il Sud Italia, da criteri come quello della spesa storica che hanno solo contribuito ad ampliare ulteriormente le disparità fra i cittadini meridionali e quelli del centro-nord».

Un atto “quasi” dovuto, sopratutto se «il recente Rapporto 2020 – ha spiegato Abramo – sul coordinamento della finanza pubblica delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, certificando quanto anche io ho affermato pubblicamente da diverso tempo, ha fotografato un quadro desolante ed allarmante riguardo al deficit di risorse nelle regioni del Sud e una evidente emarginazione finanziaria della Regione Calabria e dei Comuni calabresi. Nell’ultimo decennio si è realizzato un meccanismo perverso che, attraverso il criterio della cosiddetta spesa storica, ha comportato un graduale taglio di 46 miliardi in media all’anno al Sud. Se si analizza la sola spesa pro capite in termini di cure e assistenza, si passa dalle 1.935 euro a cittadino nel Piemonte, alle 1.800 euro per ogni calabrese».

Ma la richiesta di individuare risorse per la Calabria e le città – a cui sono state date le briciole nel Recovery Plan – non arriva solo dal primo cittadino, ma da Istituzioni, Enti, Associazioni, sindacati e parlamentari. In particolare il senatore di Italia VivaErnesto Magorno, che ha portato in Senato, nei giorni scorsi, la rabbia dei sindaci nei confronti del Governo, che si è dimenticato in toto della Calabria, della necessità di tante infrastrutture, della 106, della portualità (con al centro il Porto strategico di Gioia) e via discorrendo, ribadendo, a gran voce, che «la Calabria deve essere centrale nel Recovery Plan».

«Il Comitato Direttivo dell’Anci Calabria, all’unanimità – ha ricordato Magorno – ha ribadito le problematiche, le omissioni, le incongruenze, le disattenzioni del Recovery Plan verso la Calabria e i Calabresi. Con il loro documento, i sindaci vogliono sensibilizzare deputati e senatori di ogni schieramento a prendere una posizione netta e determinata a favore della Calabria per modificare un testo che, se pure migliorato rispetto alla prima stesura, non scalfisce minimamente i ritardi storici che umiliano questa martoriata terra».

«Come senatore e, ancora prima, come sindaco di Calabria – ha evidenziato – io sarò in prima linea a lottare affinché le rivendicazioni dei primi cittadini vengano accolte per intero. In questo momento storico, non sono possibili mediazioni di nessun tipo, non sono ammissibili indugi, non sono sopportabili diserzioni, non sono accettabili tentennamenti, non sono tollerabili furbizie, non sono concepibili interessi personali o politici».

E a chiedere un’equa distribuzione delle risorse del Recovery Plan non sono solo i sindaci, ma anche i presidenti delle Regioni del Sud, Vincenzo De Luca (Campania), Vito Bardi (Basilicata), Michele Emiliano (Puglia), Donato Toma (Molise), Marco Marsilio (Abruzzo) e Nello Musumeci (Sicilia) e Nino Spirlì (Calabria), che hanno deciso di fare fronte comune, le cui proposte «andranno a formare un pacchetto di richieste precise al Governo nazionale, il quale, troppo spesso, così come quelli che lo hanno preceduto, dimentica le regioni del Sud privilegiando, a volte, nessuno».

«C’è la necessità di suddividere in modo equo le quote relative agli interventi, tenendo in considerazione il fatto che le regioni del Mezzogiorno hanno urgenze che non rimangono all’interno dei loro confini, ma riguardano l’organizzazione dell’intero continente, dal momento che si tratta di progetti strategici che interessano l’Europa, come, ad esempio, il Ponte sullo Stretto» ha detto Spirlì, a margine del vertice, in videoconferenza, con i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno. (ams)

 

Oltre 250 sindaci calabresi firmano l’appello dell’Anci per l”Appendino

La richiesta è l’opportuna e rapida modifica del Testo unico degli Enti locali. I sindaci dell’Associazione dei Comuni d’Italia (ANCI) hanno stilato un documento a favore della sindaca di Torino Chiara Appendino per sottolineare l’inadeguatezza delle norme sulla responsabilità dei primi cittadini su valutazioni non ascrivibili alle loro competenze e richiedere un intervento urgente del legislatore.

In Calabria, la sezione regionale dell’Anci, guidata da Franco Candia, ha raccolto oltre 250 firme, ma il documento sta circolando e si presume che raccoglierà la quasi totale adesione dei sindaci calabresi.

«La condanna di Chiara Appendino – si legge nel documento dell’ANCI – pone ancora una volta il Paese di fronte a un problema enorme: in questo contesto di norme e regolamenti diventerà sempre più difficile fare il mestiere di sindaco. Un problema che ANCI ormai da anni ha posto all’attenzione del governo e del parlamento.

Possono i sindaci rispondere personalmente, e penalmente, per valutazioni non ascrivibili alle loro competenze? Possono i sindaci continuare a essere i capri espiatori, le uniche istituzioni sulle quali si scarica il peso di scelte dalle enormi responsabilità? Possono essere condannati perché fanno il loro lavoro?

Qualche anno fa, in una assemblea congressuale dell’ANCI, un gruppo di piccoli Comuni scelse una frase di Ibsen per compendiare i contenuti di un documento /denuncia: “Una comunità è come una nave; chiunque dovrebbe essere preparato a prendere il timone”. Questa condizione che rappresenta l’essenza stessa della nostra democrazia, in quanto diritto di tutti a guidare la propria comunità rischia di trasformarsi in un grande paradosso perché soprattutto nelle piccole comunità è diventato persino difficile trovare persone disposte a svolgere il ruolo di Sindaco, perché prevale sempre più spesso il timore di rimanere travolti da norme di difficile applicazione, a volte incomprensibili perché magari pensate o scritte da chi non si è mai confrontato con il duro lavoro di sindaco.

Noi dobbiamo vivere quotidianamente, soprattutto in questo particolare momento, nella trincea delle azioni orientate alla crescita sociale ed economica delle comunità e non possiamo rimanere immobilizzati dalla paura di apporre una firma o autorizzare una procedura. Non ci spaventa lavorare né rispettare le regole, purché queste siano eque e rispettose delle differenze tra il livello gestionale e quello dell’indirizzo politico anche sul piano delle responsabilità penali.

Chiara Appendino, alla quale va tutta la vicinanza e la solidarietà nostra, è stata condannata per una vicenda che chiama in causa tutti noi nell’esercizio quotidiano del nostro lavoro. Oltre al dolore che un sindaco prova per queste tragedie che segnano non solo le famiglie delle vittime ma l’intera comunità cittadina deve anche rispondere penalmente per valutazioni che certamente non possono essere ascritte alla sua responsabilità. Non dubitiamo del lavoro della magistratura, sia inquirente che giudicante, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo neanche in questa circostanza, così come rispettiamo profondamente il dolore e la voglia di giustizia dei parenti delle vittime ma sentiamo la necessità di richiamare con forza l’attenzione del legislatore sulla necessità di un intervento normativo decisivo e risoluto di modifica del Testo Unico degli Enti Locali altrimenti in questo contesto, come  abbiamo più volte denunciato,  perché già accade per i piccoli Comuni, non avremo più cittadini disposti ad assumere la  carica di sindaco. Non lo stiamo chiedendo per noi. Lo chiediamo per l’Italia, perché se liberiamo i sindaci dal peso di responsabilità non proprie, si liberano le energie delle loro comunità».  (rrm)

 

Anci Calabria chiede al Governo la revisione del Recovery Plan

Il Comitato direttivo di Anci Calabria ha chiesto ai parlamentari calabresi di fare «fronte comune per chiedere al Governo e al Parlamento le opportune conseguenti revisioni e modifiche del Pnrr».

La richiesta è arrivata nel corso dell’Assemblea del Comitato direttivo di Anci Calabria, convocata dal presidente f.f. Francesco Candia, per discutere di Valutazioni, osservazioni e richieste sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato dal Governo.

«I sindaci e gli amministratori partecipanti – si legge in una nota – avendo visionato i contenuti della proposta del Governo che sarà oggetto di valutazione parlamentare, hanno unanimemente espresso preoccupazione e disappunto in relazione alla carenza di espresse previsioni che contemplino robusti interventi per la Calabria esaustivi di ataviche problematiche ed insufficienze che hanno impedito il corretto sviluppo della regione e di gran parte del Sud d’Italia».

«Vi è piena consapevolezza – continua la nota – della portata storica, forse irripetibile, del Piano di investimenti che, proprio per questo, non può non affrontare adeguatamente le esigenze specie infrastrutturali che emergono dal territorio regionale. In particolare è stata posta l’attenzione sulla misura delle Infrastrutture, l’Alta Velocità Ferroviaria, la manutenzione stradale e l’intermodalità e logistica integrata. Il Comitato Direttivo di Anci Calabria esprime preoccupazione per le limitate previsioni programmatiche e finanziarie che riducono alla realizzazione dei primi lotti funzionali della direttrice Salerno/Reggio Calabria, l’attività di estensione dell’Avf. Così come giudica inaudita la mancanza di espressa previsione di un complessivo intervento di completamento della costruzione della nuova SS 106 che risolva l’esigenza di assicurare un collegamento stradale, veloce e sicuro, all’intero versante ionico della Calabria che riguarda tratte delle province di RC-CZ-KR e CS con proiezione verso la Basilicata e la Puglia».

«Analoga limitazione – continua la nota – è stata rilevata sulla linea di intervento che dovrebbe interessare i collegamenti col porto di Gioia Tauro, mentre non trova menzione alcuna l’ipotesi di costruzione del Ponte sullo Stretto. Per tutti detti temi il Comitato Direttivo ha stabilito di richiedere ad Anas e Rfi, oltre che alla Regione Calabria, una ricognizione delle progettazioni esistenti e disponibili per avere certezza della fattibilità entro il 2026 degli interventi invocati. Su queste criticità l’organo di rappresentanza dei Comuni intende sensibilizzare tutti i deputati e senatori calabresi, senza distinguo di appartenenza, e fare fronte comune anche tramite Anci Nazionale per chiedere al Governo e al Parlamento le opportune conseguenti revisioni e modifiche del Pnrr».

«Ulteriore motivo  – conclude la nota – e argomento di rilievo riguarda la carenza di una specifica misura finalizzata al recupero e valorizzazione del territorio ed a sostegno del ”sistema Città”. Infine, ma di pari importanza, è stata data attenzione alla misura sulla Salute e sarà posta specifica distinta richiesta sulle strutture ospedaliere e sanitarie che, peraltro, insieme alla riorganizzazione territoriale e con la telemedicina, potrebbero anche divenire oggetto di maggiori investimenti con l’auspicata utilizzazione del Mes».

Il senatore di Italia VivaErnesto Magorno, in un post su Facebook, ha dato il tutto il suo sostegno «alla richiesta di revisione del Piano arrivata dal comitato direttivo di Anci Calabria», ribadendo che «il Recovery Plan è un’occasione storica, un’opportunità unica. La nostra regione non può essere lasciata indietro su temi quali infrastrutture e sanità, i calabresi non possono essere staccati dal resto del Paese». (rrm)

Anci Calabria replica a Morra: La Calabria non è una colonia penale, intervenga il Capo dello Stato

Anci Calabria è intervenuto in merito alle dichiarazioni di Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia sulla partecipazione dei sindaci calabresi a Roma indetta dall’Anci Calabria, chiedendo l’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«Le dichiarazioni diffuse dal senatore Morra, presidente della Commissione Parlamentare antimafia – ha dichiarato Francesco Candia, vicepresidente vicario Anci Calabria – sulla partecipazione dei sindaci alla manifestazione indetta dall’Anci Calabria e svoltasi a Roma l’altro ieri, con il contestuale incontro della delegazione di primi cittadini con il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e con il ministro Roberto Speranza, destano sconcerto e forte preoccupazione perché rappresentano una terribile offesa per le istituzioni locali e per la gran parte dei calabresi onesti».

«Le parole di Morra – ha aggiunto – prendendo spunto da qualche episodio degenerativo che ha nel tempo riguardato anche ambienti e soggetti del mondo delle amministrazioni locali, si traducono in un giudizio sprezzante ed incontrollato che di fatto criminalizza ed addita al pubblico ludibrio tutti i sindaci calabresi ed un’intera regione senza tener conto di quanti,  quotidianamente, operano e si spendono con esclusivo spirito di servizio in favore delle proprie comunità».

«Il senatore Morra – ha proseguito – ama sparare nel mucchio senza distinzioni, ma in questo modo non fa altro che mettere in discussione la legittimazione dei Sindaci e di altri livelli elettivi e dell’intero corpo elettorale (si veda il clamoroso e deprecabile infortunio delle dichiarazioni riguardanti la compianta presidente della Regione Calabria, Jole Santelli che hanno offeso tutti coloro che combattono quotidianamente con patologie tumorali), dimenticando che egli stesso ha tratto legittimazione da quel medesimo corpo elettorale».

«La Calabria non è una “colonia penale” – ha sottolineato –. Forse, a questo punto, l’unico gesto plausibile sarebbe quello di rassegnare le dimissioni dalle sue funzioni e chissà che non stia maturando, responsabilmente, il convincimento di abbandonare  cariche e ruoli rivestiti. Ecco perché invochiamo l’intervento del Presidente della Repubblica, affinché possa far riflettere il responsabile di un tale dissennato attacco ai rappresentanti democratici delle comunità locali e, investendo gli altri organi costituzionalmente deputati, dia corso al ripristino del reciproco doveroso rispetto che non può essere messo in discussione da nessuno, a maggior ragione da chi dovrebbe mantenere un esemplare atteggiamento istituzionale».

«Esprimiamo forti perplessità – ha detto ancora Candia – da sindaci quasi minacciati dalla veemenza delle sue dichiarazioni, sull’opportunità che il senatore Morra possa permanere nel suo delicato incarico. Non può, infatti, un Presidente della Commissione parlamentare antimafia esprimere giudizi denigratori, offensivi e pregiudizievoli nei confronti dei Sindaci che rappresentano l’avamposto delle istituzioni democratiche. E’ intollerabile ed inaccettabile. Così come è sorprendente che nelle sue analisi ritenga addirittura di superare e divergere dalle stesse tesi di Procuratori che non possono essere strumentalizzati da nessuno. Gli accadimenti negativi assunti ad esempio diffuso da Morra, seppur deplorevoli, riguardano tutti gli ambienti sociali e attengono anche ad altre sfere, sia delle istituzioni che della società».

«È come se – ha concluso – all’esito di ipotesi di responsabilità che riguardano talvolta persino soggetti appartenenti alle Forze dell’Ordine, al corpo giudiziario o del clero, dovessimo concludere che perciò non ci siano più regole, giustizia o religione. Confidiamo, pertanto, nell’intervento del Capo dello Stato, a tutela dei primi cittadini calabresi, della Calabria e dei calabresi onesti. Ed anche della memoria di quei sindaci “martiri” che hanno pagato sulla propria pelle  l’impegno per la comunità, contro il malaffare ed ogni forma di degenerazione». (rrm)

In copertina Francesco Candia, vicepresidente vicario Anci Calabria

Anche una delegazione del Consiglio regionale a Roma con i sindaci calabresi

Sarà presente anche una delegazione del Consiglio regionale della Calabria questa mattina a piazza Colonna a Roma, per il sit in statico dei 400 sindaci calabresi che manifesteranno davanti a Palazzo Chigi. Una manifestazione – ha detto il presidente del Consiglio regionale Mimmo Tallini – «di protesta del direttivo dell’ANCI Calabria, accanto ai sindaci calabresi mobilitati in un’iniziativa che ci vede tutti coesi nella richiesta della fine del commissariamento della sanità in Calabria e per garantire ai nostri corregionali condizioni di pari dignità e trattamento nella tutela della salute».

«Dinanzi agli ultimi vergognosi accadimenti al limite del tragicomico e che suonano come una pesante offesa all’intelligenza e alla dignità dei calabresi – ha detto Tallini –, occorre una presa di posizione ferma per rivendicare diritti fondamentali denegati da troppo tempo. I nostri sindaci e i consiglieri regionali, al di là delle ideologie e del colore politico si ritroveranno insieme per chiedere: la fine del commissariamento che in undici anni ha prodotto solo guasti; la cancellazione del debito e un celere adeguamento sia sul piano delle strutture sanitarie che sul versante dell’irrobustimento della dotazione di personale, passaggi questi fondamentali per uscire dalla zona rossa. Una voce quella di tutti i primi cittadini, alla quale si aggiunge quella del Consiglio regionale della Calabria che parteciperà alla manifestazione attraverso una delegazione composta dai consiglieri regionali di maggioranza: Giannetta, Sainato, Morrone, Minasi, Gallo e De Caprio. Attendiamo che all’iniziativa in programma nella Capitale seguano responsabilmente gli atti dovuti da parte del Governo. Serve un netto cambio di passo che possa mettere fine alle etichette che da troppi anni pesano come una spada di Damocle sulle teste di tutti noi calabresi».

«La misura è davvero colma. Occorre restituire dignità al popolo calabrese e alle sue istituzioni. La Regione deve riappropriarsi al più presto delle sue competenze in materia di sanità ponendo fine ad un commissariamento iniziato nel 2010, a seguito dell’approvazione nel 2009 del Piano di rientro. 11 anni che, di fatto, non hanno portato né al risanamento del debito né al miglioramento del sistema sanitario regionale. In quest’ottica – conclude il Presidente del Consiglio regionale – la manifestazione di Roma può segnare l’inizio di una nuova stagione per le sorti della sanità in Calabria e per restituire fiducia ad una popolazione che oggi sulla propria pelle sente tutto il peso di un’ingiustizia che compromette diritti fondamentali ed inderogabili». (rrc)

Presidente Mattarella, il 19 novembre accolga i 400 sindaci calabresi!

di SANTO STRATI – Giovedì prossimo 19 novembre, 400 sindaci di tutta la Calabria (mancheranno solo quelli dei comuni commissariati) saranno a Roma per un sit-in davanti a Palazzo Chigi, per incontrare il presidente Conte, esporre le criticità della regione e chiedere interventi risolutivi.

Ci permettiamo di suggerire ai sindaci (e all’Anci Calabria che ha organizzato la manifestazione) di chiedere, anzi esigere un incontro con il Presidente Mattarella. Abbiamo bisogno che il Capo dello Stato ascolti il grido di dolore che viene dal profondo Sud, da una Calabria sempre più abbandanata e dimenticata, ancor soggetto di colonizzazione “politica” e di spartizioni che niente hanno a che vedere con il benessere e lo sviluppo di questa terra. E la salute, oggi in primo piano davanti all’insidiosa e terribile minaccia del coronavirus, è al primo posto nelle istanze della Calabria.

Siamo certi che il Presidente Mattarella non si sottrarrà a dare quel segno di attenzione che i calabresi, per il tramite dei loro primi cittadini, invocano. Il Presidente Mattarella conosce e ama la nostra terra e ha a cuore il benessere e ideali condizioni di vita di tutti gli italiani, ma sa bene che la Calabria, pur esportando eccellenze e distribuendo in ogni parte del mondo i suoi figli migliori che danno con orgoglio lustro alle proprie origini, ha bisogno di maggiori cure e attenzioni rispetto alle regioni più fortunate del Centro-Nord.

L’incontro che Mattarella non crediamo vorrà negare alla Calabria, per restituirle quella dignità defraudata in queste ultime settimane, avrà un significato specifico, soprattutto in questo momento che la Calabria è in primo piano per le sue difficoltà nella gestione della salute dei suoi cittadini. La regione patisce oggi anche una vacatio amministrativa resa ancor più dolorosa dalla perdita della giovane presidente Santelli, ma ha la capacità di risollevarsi e di rimettersi in gioco. Per questo non deve bastare ai nostri primi cittadini, che riempiranno piazza Colonna in attesa dell’importante incontro con il capo del Governo, il dialogo con l’Esecutivo: è necessario il gesto di attenzione di Mattarella. Presidente inviti e accolga i sindaci della Calabria per dimostrare che il Paese è unito e forte proprio perché sa essere unito e coeso e non può accettare che ci siano cittadini di serie B. (s)

I sindaci dell'Anci Calabria riuniti a Lamezia Terme

UNA MANIFESTAZIONE PROMOSSA DALL’ANCI (l’Associazione Nazionale dei Comuni italiani)

Ieri pomeriggio a Lamezia si sono incontrati i sindaci di Anci Calabria per preparare l’appuntamento della prossima settimana.Tutti i sindaci calabresi saranno il 19 novembre a Roma per chiedere il superamento del commissariamento della Sanità in Calabria. Previsto un Sit-in di protesta davanti a palazzo Chigi  alle 12, con la partecipazione in presenza di tutti i sindaci della Calabria finalizzato ad ottenere, tramite il recepimento di proposte di emendamento ed integrazioni da recepire in sede di conversione in legge del “Decreto Legge Calabria”.

In considerazione della delicata situazione in cui versa la sanità regionale, i sindaci chiedono che vengano introdotte queste modifiche all’interno del documento governativo:

Superamento del commissariamento della Sanità nella Regione Calabria.

Abbattimento e ripiano del debito storico del settore determinatosi nelle stagioni commissariali.

Potenziamento del personale nella rete sanitaria regionale con superamento delle rigide barriere poste dall’art. 11 del precedente provvedimento “Calabria”.

Richiesta di immediata adozione od integrazione Piano Covid con allestimento dei necessari posti letto di terapia intensiva e subintensiva con:

conseguente assunzione del personale medico e paramedico occorrente;

acquisizione delle necessarie strumentazioni elettromedicali per riattivazione e potenziamento delle capacità degli Ospedali Spoke e di quelli Generali, nonché dei Dipartimenti di Prevenzione, con riguardo alla medicina territoriale e realizzazione degli USCA.

Coinvolgimento dei Sindaci a partire dalla immediata attivazione delle Conferenze Sanitarie Aziendali e dalla convocazione urgente dei Presidenti delle suddette Conferenze al fine di definire congiuntamente agli organi regionali e nazionale le modalità e le linee principali di azione per uscire il prima possibile dal Commissariamento ed avviare una nuova stagione della tutela della salute dei cittadini calabresi e del rilancio della sanità pubblica regionale. (rrm)

IN CALABRIA OLTRE 600 FUTURI GIOVANI IMPRENDITORI CON “RESTO AL SUD”

2 luglio – Il road show di Invitalia e Anci (Associazione deiComuni Italiani) per il programma “Resto al Sud” che si è tenuto questa mattina a Palazzo Alvaro, presso la sede della Città Metropolitana, ha rivelato un dato estremamente interessante: sono già 602 le domande presentate a Invitalia per Resto al Sud, l’incentivo dedicato ai giovani aspiranti imprenditori del Mezzogiorno, partito il 15 gennaio scorso. Di queste 114 sono state già approvate e prevedono 7,2 milioni di euro di investimenti e la creazione di 385 nuovi posti di lavoro sul territorio regionale. A livello nazionale “Resto al Sud”, in poco meno di 6 mesi, registra più di 10.300 domande in lavorazione sulla piattaforma dedicata di Invitalia. Di queste 3.341 sono già perfezionate, per un totale di investimenti previsti di oltre 220 milioni di euro. Tutte le domande presentate sono state valutate o sono in corso di valutazione e, oltre 750, hanno avuto la comunicazione di esito positivo e possono quindi accedere al finanziamento bancario, che va da 50.000 fino a un massimo di 200.000 euro.
In particolare, delle 114 domande già approvate in Calabria, 17 sono i progetti che verranno realizzati in provincia di Reggio Calabria: tra questi c’è quello di Paolo Bellomo, che punta a realizzare un’impresa di servizi per la fornitura di pasti di cucina vegetariana e vegana confezionati in porzioni singole e doppie, destinati a market, negozi di frutta e verdura, singoli avventori. Gli altri progetti approvati sono: 14 in provincia di Catanzaro, 59 in provincia di Cosenza, 14 in provincia di Crotone e 10 in provincia di Vibo Valentia.

«La Città ha dimostrato il suo grande interesse per il programma Resto al Sud – ha dichiarato il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà – è evidente che si tratta di una grande opportunità, soprattutto per i nostri giovani, che dimostrano di avere grandi capacità soprattuto per ciò che riguarda l’innovazione. Reggio è una città ricca di risorse, sia dal punto di vista professionale che per ciò che attiene il patrimonio storico, culturale ed ambientale, soprattutto in prospettiva turistica e commerciale. Dobbiamo quindi saper valorizzare gli strumenti che promuovono l’autoimprenditorialità, sostenendo la capacità di innovare e fare impresa sfruttando le peculiarità del nostro territorio. Credo sia questa la strada giusta e noi, da istituzioni, insieme ai cittadini, la stiamo percorrendo con convinzione».
L’evidenza positiva di questo dato è stata fatta notare dall’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri (originario di Melito Porto Salvo e brillantemente a capo della struttura da diversi anni). «La Calabria con oltre 600 domande presentate, circa il 18% del totale, è la Regione più attiva dopo la Campania. – ha detto Arcuri – La cosa interessante è che la maggior parte dei proponenti calabresi è nella fascia d’età 30-35 anni e il 59% di essi è altamente scolarizzato: questo ci fa ben sperare in termini di cervelli che decidono di rimanere a casa piuttosto che andarsene. “Resto al Sud” è dunque una risposta concreta alla domanda di occupazione che viene dal Mezzogiorno». Il programma Resto al Sud offre sostegno ai giovani under 36 per avviare attività imprenditoriali di produzione di beni, fornitura di servizi e turismo sul territorio delle 8 Regioni del Mezzogiorno. (rrc)

SOVERATO: UN SUCCESSO LA FESTA DELLE PRO LOCO CATANZARESI

2 luglio – La festa delle Pro Loco del Catanzarese che si è svolta ieri a Soverato ha raccolto molti consensi e anche gli eventi collaterali hanno chiamato a raccolta un grande pubblico. Interessante il dibattito su Turismo e sviluppo, al quale ha partecipato anche il presidente della Regione Gerardo Mario Oliverio.
«Negli stand che ho visitato – ha detto Oliverio – c’è una ricchezza nascosta, l’artigianato artistico che va oltre quelle che sono le tradizioni e la valorizzazione dei patrimoni della nostra regione che spesso ignoriamo. Ritengo che il ruolo delle ProLoco sia insostituibile per coprire quella nicchia di valori che è l’anima dell’offerta turistica». Il presidente ha poi tracciato il lavoro messo in campo dall’Amministrazione regionale in questi anni «con l’obiettivo di puntare sulla qualità e sulla ricettività turistica attraverso una programmazione a 360 gradi». In tal senso ha ricordato proprio uno degli ultimi Bandi pubblicati per la valorizzazione dei Borghi per i quali sono stati investiti 100 milioni di euro, mentre un altro è in fase di pubblicazione, con un impegno di spesa di 15 milioni di euro, rivolto alle imprese per il recupero delle unità immobiliari ai fini dello sviluppo della ricettività turistica diffusa.

«Il rapporto sul turismo del 2017 – ha rilevato Oliverio – registra una presenza da record in Calabria: 9 milioni di turisti concentrati non solo nei mesi di luglio e agosto ma anche in altri periodi dell’anno. C’è anche un aumento del 49% degli arrivi internazionale nel primo trimestre 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017. Risultati importanti ottenuti anche grazie al fatto che abbiamo investito nell’accessibilità, soprattutto sui collegamenti aerei. Oggi quasi tutte le capitale europee sono collegate con la Calabria».
Nella programmazione regionale per migliorare l’offerta turistica il presidente ha ricordato inoltre l’aumento della raccolta differenziata dal 12% del 2014 al 45% e i progetti per gli impianti di smaltimento moderni, ad impatto zero con produzione di elettricità, come quello di Alli di Catanzaro, Sambatello di Reggio Calabria e l’eco-distretto di Rossano.Tra l’altro ha parlato degli investimenti per la ferrovia e per l’elettrificazione della rete ferroviaria, della messa in rete del patrimonio culturale della Calabria. Ma anche della promozione dell’enogastronomia: «in questo momento ha detto la Regione è presente nella più importante kermesse del settore che si sta svolgendo a New York», e della promozione turistica: «dal 10 al 14 ottobre i tour operator tedeschi visiteranno la Calabria per incontrare i nostri operatori turistici».
«Intorno a tutto ciò – ha affermato il presidente Oliverio – è necessario far rivivere i territori e, in tal senso, le ProLoco rivestono un ruolo importantissimo per puntare alla valorizzazione delle peculiarità legate alle nostre identità. Tutto questo lavoro deve interagire con quello delle ProLoco. La legge sulla riforma delle Province ha assegnato le funzioni delle ProLoco alle Regioni. Dobbiamo aprire un confronto istituendo un tavolo tecnico per pensare ad uno strumento legislativo necessario per valorizzare e sostenere le ProLoco che, insieme ai Comuni, devono interagire con le comunità perchè per  rilanciare i territori e la Calabria bisogna evitare che ognuno cammini in solitudine”.
Sul futuro delle ProLoco, sul palco dell’arena del lungomare Europa di Soverato, con il presidente Oliverio, si sono confrontati, Filippo Capellupo presidente dell’Unpli Calabria, Vitaliano Marino presidente dell’Unpli Catanzaro, Antonello Grosso segretario nazionale dell’Unpli, il presidente dell’Anci Calabria Gianluca Callipo. il sindaco di Soverato Ernesto Alecci, il presidente della ProLoco di Soverato Pietro Melia. Il presidente Oliverio, accolto dalle Calabriselle in costume tradizionale, ha visitato gli stand delle circa 40 ProLoco che hanno esposto le loro produzioni artistiche e artigianali. (rcz)