Le strisce di materiale bianco e verde vegetale flottante in mare (marine litter)

di EMILIO ERRIGOPer un uomo o donna di mare, amici dei laghi e dei fiumi, coloro che vivono e navigano le acque dei mari, dei laghi e dei fiumi, non è un evento insolito imbattersi in lunghe e non gradevoli strisce di materiale vegetale, rifiuti di ogni genere, consistenza e forma, generalmente flottanti alla deriva. 

Il fenomeno molto consueto prende il nome convenzionale di “Marine Litter”.

Tali eventi seguono La Rosa dei Venti, significando come il moto originato dal flusso e direzione dei venti cardinali dei quattro quadranti circolari, Nord-Est, Est-Sud, Sud-Ovest e Ovest-Nord, ogni quadrante pari a 90 gradi, fino a completare l’angolo giro, pari a 360 gradi. I venti di Tramontana, (provenienti da nord, di Levante, (provenienti da est), di Ostro-Mezzogiorno, (provenienti da sud), di Ponente, (provenienti da ovest), notoriamente indicati nella Rosa dei Venti, generano il moto e la direzione, verso cui flottano i materiali vegetali (marine litter) galleggianti, fino a giungere nelle spiagge, cale, darsene, porti, insenature, baie, golfi e lungo le sponde/rive di fiumi e laghi. 

In linea generale, le storie di naviganti e pescatori ci insegnano che non c’è di che preoccuparsi se tali micro vegetali flottanti creano strisce visibili ad occhio nudo o con l’ausilio di strumenti ottici diurni e visori notturni; quello che è da ritenere preoccupante sono i tronchi e rami di alberi a medio e alto fusto, veicolati dalle acque dei fiumi in piena, a causa delle persistenti ed abbondanti piogge.

Il navigante professionale e sportivo c.d. da diporto, sa di dover prestare molta attenzione nel corso della navigazione, limitando ove possibile, di intraprendere la navigazione (se non commerciale), navigando sotto costa e in prossimità di aste fluviali navigabili, torrenti e fiumare, in ragione del fatto che non è un raro evento imbattersi o andare a “sbattere” con la propria imbarcazione o natante da diporto, contro tali rami e tronchi d’albero semi sommersi dalle acque chiamati, “corpi acquei semi sommersi”, galleggianti o flottanti che dir si voglia.

Durante la stagione estiva, i “Marine Litter”, sono visibili vicino alle foci dei fiumi e a breve distanza dalla costa. I colori di tali strisce di materiale flottante varia per natura e consistenza, a seconda della propria fonte di produzione. 

Se sono il risultato di un mix di materiale legnoso, erboso e fogliame, la striscia è colore marrone-verdastro, mentre se sono formati da alghe in filamenti come quelli della posidonia, assumono una colorazione marroncino chiaro. 

Altra cosa, purtroppo, sono le lunghe o brevi strisce, originate dai criminali ambientali etichettati dall’annuale e dettagliato Rapporto Ecomafie di Legambiente come eco-mafiosi o eco-criminali.

Non mancano ogni anno migliaia e migliaia di reati denunciati dal personale delle Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione dell’Ambiente, dagli uomini e donne delle Polizie Locali e Provinciali, dalle Guardie Ambientali Volontarie, dagli appartenenti al Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, dalle singole Forze di Polizia, Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, alle competenti Procure della Repubblica, presso i Tribunali, così come non sono rari gli arresti dei responsabili di eco-reati, condannati con pene severe.

L’impegno da parte delle Istituzioni, del Volontariato e Pubbliche Autorità Regionali, non manca ed è sempre più costante, consistente, incessante e rilevante, in termini di risorse strumentali, ore e giornate di lavoro. 

Le tecniche e i metodi di previsione, prevenzione e contrasto, sono avanzati: personale e automezzi non “sponsorizzati”, uso di droni per il monitoraggio aereo del territorio, dei corsi d’acqua superficiali e marini destinati alla balneazione, l’impiego di ROV, sofisticati droni sottomarini per l’esplorazione subacquea delle acque dei fondali marittimi, fluviali e lacuali. 

L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria sta affrontando con molta determinazione, cooperando con le Forze di Polizia e la Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, lo sversamento abusivo e illegale delle acque re-flue (prelevate dalle civili abitazioni, attività produttive e imprese commerciali di ogni genere non ancora collettate alla rete fognaria del proprio Comune) da parte di auto spurghi che illegalmente (e per massimizzare i profitti), continuano a sversare abusivamente i reflui urbani e industriali, nelle acque superficiali, oppure bypassano illecitamente i depuratori con conseguenti gravi danni ambientali, scaturenti dal non corretto processo di trattamento e depurazione delle acque reflue urbane e industriali.

Questa stagione estiva già vede impegnati lungo il territorio e le acque costiere delle cinque province della Regione Calabria, uomini, donne e mezzi di Arpacal, al fine di prevenire e mitigare i rischi di illeciti ambientali in danno della salute pubblica in generale e dell’ambiente acqueo marino in particolare.

Squadre operative dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente, in attuazione delle emesse Ordinanze e Direttive Operative impartite dal Presidente della Regione Calabria, On. Roberto Occhiuto, composte da Operatori Tecnici, Rilevatori parametrici ambientali, Analisti, Fisici, Chimici, Biologi, Ingegneri ambientali, sono e saranno impegnate tutti i giorni e le ore della settimana, con turni di pronta reperibilità e disponibilità operativa, allo scopo di assicurare un ambiente più salubre e acque marine balneabili ai cittadini e turisti presenti sulle spiagge e sul territorio della nostra regione per proteggerla e preservarla da persone malavitose senza scrupoli e privi di dignità personale.

Giornalmente l’assessore all’Ambiente prof. Marcello Minenna, s’impegna insieme al Commissario Straordinario Arpacal e al Direttore Generale del Dipartimento Territorio e Tutela del Territorio, Ing. Salvatore Siviglia, per coordinare quanti a diverso titolo operano a difesa e protezione dell’ambiente terrestre e marittimo, cooperando senza alcuna riserva e con totale disponibilità per il bene della biodiversità, delle coste e delle acque tutte della Calabria. (ee)

[Emilio Errigo è commissario straordinario di Arpacal]

Sicurezza sui luoghi di lavoro: l’impegno delle istituzioni per prevenire incidenti, anche mortali

Passare da un approccio meramente sanzionatorio ad uno fondato sulla prevenzione. È questo l’obiettivo della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia insieme ad Arpacal e Inail, che è stato ribadito nel corso del convegno dal titolo La sicurezza sui luoghi di lavoro. La responsabilità del datore di lavoro.

L’iniziativa nasce nel solco delle partnership avviate dall’ente camerale come ha avuto modo di evidenziare il presidente Pietro Falbo in apertura dei lavori portando i saluti del segretario generale, Bruno Calvetta, assente per motivi istituzionali.

«Oggi più che mai è necessario fare sistema – ha precisato Falbo – per agire e reagire meglio alle tante necessità che ci provengono dal sistema socio-economico». Entrando poi nel merito dell’argomento di dibattito ha precisato come «a volte basti soltanto sano buonsenso per evitare sanzioni o di doversi uniformare a norme di natura cogente e così evitare il verificarsi di morti bianche. Credo che il tema della responsabilità sui luoghi di lavoro debba essere affrontato con un approccio culturale che veda sempre più al centro la persona ed il rispetto del suo ruolo nella comunità e nella azienda».

L’iniziativa ha avuto come obiettivo quello di condividere e approfondire le indifferibili funzioni normative previste dal legislatore e assegnate al datore di lavoro con intento predittivo teso a tutelare la vita umana. Un concetto espresso dal Commissario Straordinario di Arpacal, Emilio Errigo

«La lotta all’illegalità, la conoscenza e l’educazione al rispetto delle regole per meglio applicarle sui luoghi di lavoro insieme ad un sistema predittivo dei possibili rischi. Questi i principi fondamentali che devono trasformarsi in azioni quotidiane anche grazie alla collaborazione sempre più stretta tra soggetti istituzionali. Il seminario di oggi è l’esempio concreto di questa visione, un approccio multilaterale nato grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio e con gli Ordini Professionali».

«L’ambiente altro non è che il luogo dove tutti lavoriamo – ha aggiunto Errigo – il più importante. Dalla sua difesa dipendono le nostre stesse vite ed è questa la mission dell’agenzia per la protezione dell’ambiente. La protezione e valorizzazione di beni naturali quali ad esempio il mare e l’acqua, elementi fondamentali per la vita di ogni essere vivente».

Soddisfazione ha espresso, invece, il vicario del direttore generale di Inail, Vincenzo Amaddeo, che ha sottolineato lo spirito attivo nel partecipare all’evento volto ad approfondire «temi di grande delicatezza. Dobbiamo marciare tutti nella stessa direzione» ha commentato rilevando come l’andamento infortunistico negli ultimi anni si sia ridotto soprattutto per effetto della sospensione delle attività produttive come conseguenza della pandemia.

«La Calabria – ha aggiunto – si attesta attorno a circa 7.500 infortuni l’anno e tra i settori a maggior rischio ci sono l’edilizia e l’agricoltura; settori in cui diventa davvero difficile innescare azioni tese alla prevenzione perché contesti per loro natura imprevedibili».

Il rappresentante di Inail ha, inoltre, fatto notare come siano almeno duemila ogni anno le denunce per malattia professionale, con una particolare concentrazione nella provincia di Reggio Calabria e della Locride. «Come leva innovativa stiamo utilizzando la premialità – ha rimarcato Amaddeo – per innalzare l’asticella e i meccanismi di consapevolezza. La responsabilità – ha concluso – non deve essere un momento divisivo ma adesivo, non punitivo ma preventivo».

Dopo gli interventi del presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Gerlando Cuffaro, e di Francesco Zangara in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti, si è entrati nel vivo degli approfondimenti tematici affidati a dirigenti di Arpa Calabria e Inail i quali hanno illustrato i rischi connessi all’utilizzo delle attrezzature da lavoro, all’omologazione degli impianti elettrici ed ai temi della sicurezza degli impianti. Tali rischi possono essere limitati solo attraverso una costante manutenzione e le verifiche periodiche che garantiscono il mantenimento efficiente dei sistemi di sicurezza. (rcz)

Il 20 giugno il convegno sulla sicurezza sui luoghi di lavoro di Arpacal, Camera di Commercio e Inail

Il 20 giugno, a Catanzaro, nella sede della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia, si terrò il convegno La sicurezza sui luoghi di lavoro – Responsabilità del Datore di Lavoro, organizzato dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente in collaborazione con la Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia e con l’Inail.

È prevista la partecipazione del Presidente della Camera di Commercio Dott. Pietro Falbo, del Direttore di Inail Calabria Dott. Fabio Lo Faro e del Commissario Straordinario di Arpa Calabria, prof. Gen (ris) Emilio Errigo.

L’iniziativa vuol rappresentare un momento di condivisione e approfondimento durante il quale, grazie alla partecipazione degli Ordini professionali degli Architetti e degli Ingegneri, vengano evidenziate le indifferibili funzioni normative previste dal Legislatore e assegnate al datore di lavoro con intento predittivo teso a tutelare la vita umana.

In tal senso, nel corso del convegno sono previsti specifici approfondimenti affidati a Dirigenti di Arpa Calabria e Inail i quali illustreranno i rischi connessi all’utilizzo delle attrezzature da lavoro, all’omologazione degli impianti elettrici ed ai temi della sicurezza degli impianti. Tali rischi possono essere limitati solo attraverso una costante manutenzione e verifiche periodiche che garantiscano il mantenimento efficiente dei sistemi di sicurezza.

 I numerosi casi di morti bianche verificatesi in Italia, ma anche in Calabria e l’attuale fase di mutamento in atto nel mondo del lavoro, richiedono con sollecitudine una maggiore azione di formazione e informazione affinché la sicurezza sui luoghi di lavoro divenga una realtà diffusa e imprescindibile. (rcz)

Arpacal all’iterconfronto sulla tematica radon nel suono e nell’acqua

L’Agenzia regionale per la Protezione e l’Ambiente della Calabria, guidata dal commissario straordinario, gen. Emilio Errigo, ha partecipato al Irsoil&Water 2023Terzo Interconfronto sulla misura del radon nel suolo e nell’acqua, organizzato da Assoradon ed Airp che si è svolto nei giorni scorsi a Curinga.

Il gas radon, spesso sottovalutato, è un rischio per la salute, soprattutto se inalato in concentrazioni sopra una certa soglia perché le particelle alfa contenute al suo interno possono danneggiare il dna delle cellule umane causando lo sviluppo del cancro al polmone.

Inoltre, questo pericoloso gas, è un indicatore ambientale per gli studi atmosferici dei moti circolari delle masse d’aria, della stima del flusso terrestre dei gas serra, del monitoraggio e della mappatura della contaminazione nel sottosuolo da parte degli idrocarburi.

Il radon è un prodotto di decadimento radioattivo della catena dell’uranio, un gas nobile prodotto dalla «disintegrazione radioattiva» del radio contenuto nelle rocce. Questa trasformazione è chiamata nel linguaggio scientifico «disintegrazione radioattiva» o semplicemente «radioattività». Gli atomi che si formano si chiamano «elementi radioattivi».

Nel caso particolare la disintegrazione naturale dell’uranio dà luogo, tramite una serie di prodotti intermedi, al radio e successivamente al Radon. A differenza dei suoi precursori nella catena radioattiva, che permangono nella crosta terrestre, il gas radon ha la possibilità di muoversi tra i pori dei materiali solidi, di essere trasportato in superficie e di raggiungere l’atmosfera.

Grazie alla loro proprietà di essere carichi positivamente e chimicamente attivi, reagiscono molto velocemente sia con vapori-gas presenti nell’atmosfera, diventando piccole particelle, sia attaccandosi facilmente alle particelle di aerosol già presenti nell’atmosfera.

Pertanto si osserva che la frazione maggiore dell’esposizione alla radiazione naturale si deve all’inalazione del gas Radon e dei suoi prodotti di decadimento, che sono presenti in atmosfera e, in concentrazioni più elevate, nell’aria degli ambienti chiusi: abitazioni e luoghi di lavoro.

Un terreno ghiaioso o ricco di fessurazioni consentirà al gas di muoversi con facilità attraverso gli strati rocciosi, mentre gli strati argillosi ricchi di acqua presenteranno una certa resistenza al suo passaggio.

I materiali da costruzione solitamente rappresentano una fonte di Radon indoor di secondaria importanza rispetto al suolo; tuttavia in alcuni casi può essere la causa principale. Alcune rocce come graniti e porfidi, spesso usati in edilizia e alcuni materiali da costruzione tipici italiani, come il tufo e la pozzolana, contengono infatti un alto tenore di uranio, progenitore del Radon.

La fonte principale del radon nelle abitazioni sono le fondamenta della costruzione. Il gas si propaga dall’interno della terra attraverso la roccia e il terreno fino alla superficie. La quantità di radon che si forma nelle rocce e nel suolo dipende strettamente dal loro contenuto di uranio e radio. Da un punto di vista geologico, la distribuzione di questi due elementi nel suolo varia in funzione del tipo di roccia o di terreno in base al luogo ed alle modalità di formazione. Il contenuto di radio e il tipo di deposito roccioso influenzano la concentrazione di radon nel terreno edificabile.

Arpa Calabria, attraverso il Laboratorio Fisico “Ettore Majorana” del Dipartimento Provinciale di Catanzaro, diretto dal dott. Salvatore Procopio, ha partecipato alla prima giornata di studio, illustrando il programma scientifico sulle misure in campo per la determinazione della concentrazione di radon sulle matrici ambientali confrontandosi poi, “sul campo” durante la terza giornata di studio con esperti e tecnici provenienti da tutta Italia al fine di trovare le migliori modalità operative per rispondere efficacemente a questa possibile minaccia.

«Con soddisfazione ho accolto l’invito del Direttore Scientifico di Arpacal, Prof. Michelangelo Iannone e del Direttore del Dipartimento Provinciale Arpacal di Catanzaro, la dr.ssa Filomena Casaburi, alla partecipazione dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente a questo importante interconfronto tra scienziati, studiosi nazionali, esteri ed esperti del settore – ha detto Errigo –. Soltanto cosi, cooperando per finalità ed obiettivi comuni a difesa dell’Ambiente della Calabria, si potrà contrastare la sottovalutata e spesso ignorata minaccia che il radon rappresenta oggi per la tutela della salute e l’incolumità dei cittadini calabresi; Non è più solo tempo di prevenire i rischi ma necessitiamo di elementi previsionali per essere pronti e determinati al fine di contrastare ogni rischio per la tutela della biodiversità, degli ecosistemi naturali e della salute umana e di ogni altro essere vivente». (rcz)

CATANZARO – Giornata mondiale dell’ambiente, I ragazzi speciali della Lucky friends fanno visita all’Arpacal

In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria ha ospitato presso i laboratori chimico, fisico e bionaturalistico del Dipartimento provinciale di Catanzaro, i ragazzi speciali della Asd Lucky Friends, associazione che da anni si occupa di dare un’opportunità a tutti quei bambini che hanno difficoltà sia a livello fisico che psichico: l’opportunità di diventare atleti e scoprire le loro attitudini nello sport e non solo con l’intento di “fare squadra” con gli altri ragazzi.

Accompagnati dal direttore scientifico dott. Michelangelo Iannone, che non ha voluto far mancare la sua presenza, i ragazzi hanno poi passato una piacevole giornata formativa: il personale ha “dimostrato” e “fatto fare” ai ragazzi una simulazione di quello che è il la-voro dei tecnici professionisti Arpacal all’interno di un laboratorio.

Il commissario straordinario prof. gen. (ris) Emilio Errigo ha voluto commentare così questa esperienza: «Sono orgoglioso ed al tempo stesso emozionato per aver accolto all’interno dei laboratori dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria le ragazze ed i ragazzi dell’Asd “Lucky friends” di Lamezia Terme (Cz); Ringrazio il presidente Domenico La Chimea per aver scelto proprio Arpacal ed averlo fatto proprio il 5 Giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente».

«Allo stesso modo voglio congratularmi con tutti quelli che, tra dirigenti e tecnici, hanno reso possibile tutto questo e in particolare con il direttore del Dipartimento provinciale Arpacal di Catanzaro, dr.ssa Filomena Casaburi, per aver fatto gli “onori di casa”. Regalare a questi ragazzi e ragazze speciali la possibilità di esperienze diverse, che possano stimolarli nei loro percorsi formativi e che devono stimolarci all’inclusione, è per me, motivo di orgoglio; sono loro la testimonianza di come dover affrontare con forza vitale tutte le difficoltà della vita. Preziosa risorsa per la comunità e, nel nostro caso, perfetti ambasciatori della difesa dell’ambiente e del territorio calabrese», ha concluso poi il commissario straordinario Errigo. (rcz)

Giornata mondiale degli Oceani, la Calabria e l’Arpacal faranno la loro parte per la tutela del mare

L’8 giugno si celebra la Giornata Mondiale degli Oceani. In tale occasione il commissario straordinario di Arpacal, Emilio Errigo, ha evidenziato come «la difesa degli oceani e del mare nella sua totalità sono obiettivi oggi non più procrastinabili ogni alterazione di questo elemento, anche a livello locale, giocoforza diventa una minaccia per gli oceani, ecco perché tra le mie priorità, da quando sono alla guida dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, ho posto la lotta all’inquinamento delle acque e la ricerca di ogni altra forma di collaborazione con le altre istituzioni contro i criminali ambientali che minano l’ecosistema marino e fluviale della Calabria».

Il Diritto del Mare e degli Oceani, consentirà alle presenti e future generazioni, di vivere e vivere bene e in salute sul mare, a patto che lo si rispetti e si proteggano le acque e i fondali marini dalle continue aggressioni umane.

Il rispetto del mare, con azioni di educazione ambientale nelle scuole e il costante monitoraggio e controllo delle matrici ambientali saranno il modus operandi di Arpacal e i suoi tecnici qualificati, soprattutto nei prossimi mesi estivi.

«Non ci può essere futuro senza il mare e gli oceani – ha concluso – e, come la mia storia personale insegna, nessun compromesso può essere accettato se questo, mira al peggioramento delle condizioni psicofisiche e di salute della popolazione Calabrese e della biodiversità unica che troviamo lungo le nostre meravigliose coste».

Gli oceani sono distesa d’acqua e di vita sommersa che ricopre il pianeta Terra per circa il 70% della sua superficie; riconosciuto ufficialmente dalle Nazioni Unite dal 2008, il World Ocean Day si celebra ogni anno ricordandoci l’importanza di questa preziosa risorsa per l’equilibrio del pianeta Terra e per la conservazione di tutte le sue forme di vita, uomo compreso.

Gli oceani infatti, rilasciano oltre il 50% dell’ossigeno che respiriamo e sono in grado di assorbire più di un terzo dell’anidride carbonica prodotta. Fungono, inoltre, da regolatore del clima e forniscono cibo e sostentamento a miliardi di persone.

Già la Convenzione di Montego Bay (ratificata dall’Italia ai sensi della legge 2 dicembre 1994, n. 689), entrata in vigore il 16 novembre 1994 e riconosciuta da 149 paesi, ha fornito un possibile scenario futuro di sviluppo del diritto del mare. La Convenzione, che si compone di 320 articoli e di nove allegati, disciplina tutti gli aspetti del diritto del mare.

La Legge 91 del 2021, che rafforza i diritti dell’Italia sul mare fino a un massimo di 200 miglia a partire dalla linee di base nazionali, consentirà alla Green e Blue Economy di sviluppare le enormi potenzialità per l’innovazione e lo sviluppo sostenibile nei settori marino e marittimo. Altresì voglio ricordare che in mare sono localizzate infrastrutture energetiche e risorse geominerarie (tradizionali e non) che consentiranno lo sviluppo di know-how e dell’innovazione tecnologica verso tecnologie pulite, sicure e climate neutral.

Inquinamento da plastica e da altri rifiuti, disastri ecologici, cambiamento climatico e pesca illegale (in particolare la pratica della pesca a strascico): sono queste le maggiori minacce alla salvaguardia degli oceani. (rcz)

Le iniziative dell’Arpacal in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente

In occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, Arpacal ha organizzato una serie di iniziative sul tema non abusiamo del mare.

«In questa particolare giornata, sento il dovere morale di rivolgere un caro pensiero, a tutti i Cittadini residenti, nel territorio, dichiarato Sito di Interesse Nazionale (SIN), di Crotone, Cassano – Cerchiara – ha detto il commissario straordinario, gen. Emilio Errigo –. Vi assicuro che dedicherò le migliori energie psicofisiche per non far mai     venire meno il mio doveroso impegno morale e istituzionale, quale  Commissario Straordinario dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, per migliorare la qualità della vita di tutti gli abitanti esposti ai rischi per la salute, conseguenti alla accertata e dichiarata grave contaminazione ambientale delle aree interessate».

Il World Enviroment Day è un evento internazionale che unisce i Paesi della Terra nello sforzo di preservare l’ecosistema naturale; è stato istituito dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1972, a memoria della Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano.

Il 2023 ha come tema principale Una Sola Terra; all’interno di questo macro obiettivo l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente della Calabria ha deciso di focalizzare l’attenzione sul tema della riduzione dell’inquinamento da plastica nell’ambito della campagna #BeatPlasticPollution al fine di  sensibilizzare cittadini e decision maker verso azioni concrete di riduzione di questo tipo di inquinamento.

A nostro giudizio, questo tema ha un’importanza fondamentale per il futuro di tutti noi e delle generazioni future.

L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente apre le porte agli Istituti Scolastici di primo e secondo grado mettendo a disposizione, per tutto il 2023, i propri laboratori ambientali, la piattaforma formativa di educazione ambientale, il proprio Centro Funzionale Multirischi e proponendo tutte le altre attività di sensibilizzazione come le giornate tematiche di incontri, gli studi, le ricerche sul campo in tematiche ambientali (come quelle legate al radon, alla tutela della qualità e salubrità dell’aria o alla balneazione).

E proprio dal mare e dal suo inquinamento da plastica che si intende ripartire grazie ai progetti Non Abusiamo del Mare (Nadm)Sic-Carlit e delle numerose attività messe in campo dai Centri e dai Laboratori Ambientali (consultabili online sull’ultimo annuario Arpacal dei dati ambientali: https://www.arpacal.it/allegati/Annuario2022.pdf).

Conoscere Arpa Calabria, visitarla, entrare nel vivo del lavoro che ogni giorno è svolto, con tanta passione, contro l’inquinamento è un modo per comprendere la realtà ambientale calabrese, straordinariamente bella e ricca di diversi e incredibili habitat naturali delle aree marine protette, veri e propri paesaggi subacquei. 

Abbiamo l’obbligo di difendere le coste e il mare della Calabria, i circa 800 km in cui sono presenti quattordici Siti di Importanza Comunitaria (Sic) marini e cinque Siti SIC Costieri.

Con queste finalità è nato il progetto Sic- Carlit I Siti di Importanza Comunitaria (SIC) Marini della Calabria – un programma di monitoraggio degli habitat e delle specie marine all’interno dei SIC ai sensi della Direttiva Habitat.

Curato da Arpacal, attraverso il Centro Regionale di Strategia Marina, il progetto è stato realizzato con fondi POR 2014/20. Sono state utilizzate tecniche innovative di acquisizione dei dati  e, per le attività di divulgazione, sono state acquisite immagini 3D dei fondali per studiare, tutelare e valorizzare il patrimonio di biodiversità marina della Calabria.

 

Nell’ambito del progetto è stata realizzata Claudia, innovativa stella marina digitale e strumento di divulgazione della conoscenza ambientale.

Claudia è un plastico di 3.5 mt di raggio che riproduce in scala una Echinaster sepositus (nome scientifico della comune stella marina che popola i fondali del Mediterraneo) dotata di un sistema parlante.

A corredo, negli incavi delle cinque braccia, sono posizionati cinque visori 3D che permettono di immergersi in una realtà sottomarina tridimensionale visitando specifiche aree dei 14 SIC marini e scoprendo le incredibili distese di Posidonia oceanica.

La suggestiva visione dei fondali, accompagnata da una voce narrante che ne descrive i contenuti, permette di interagire, attraverso l’uso di controller, negli spostamenti come se si fosse realmente in una immersione subacquea. 

Il progetto Nadm – avviato da Arpacal e finanziato dalla Regione Calabria con fondi comunitari – è il progetto realizzato in partenariato con la Capitaneria di Porto Guardia Costiera Crotone e l’Anmi – Associazione Nazionale Marinai d’Italia – Gruppo di Crotone che ha coinvolto la popolazione studentesca di quindici Comuni della Provincia di Crotone. 

Attivato grazie alla collaborazione tra il Centro Regionale Sistemi di Gestione Integrati Qualità e Ambiente  ed il Centro Regionale Strategia Marina, ha visto il coinvolgimento del personale Arpacal delle sedi di Cosenza, Crotone e Catanzaro e di 7 Istituti superiori:

  • Liceo Scientifico “L. Lillo” di Cirò (KR)
  • Istituto Tecnico Agrario (I.S. “G. Gangale”) di Cirò Marina (KR)
  • Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e di Ristorazione I.S. “G. Gangale”) Cirò Marina (KR)
  • IGEA – Turistico e Geometra (I.S. “G. Gangale”) di Cirò Marina (KR)
  • Liceo Classico “D. Borrelli” di Santa Severina (KR)
  • Istituto Tecnico Economico “D. Borrelli” di Santa Severina (KR) 
  • Liceo Scientifico di Strongoli (KR)

 

Il progetto Nadm continuerà anche nel 2023-24 con l’adesione di sette nuove scuole:

  • Liceo Scientifico Filolao di Crotone con l’attivazione del PCTO 2023  Crotone
  • Liceo Scientifico Statale “G. Berto” -Vibo Valentia
  • Istituto Professionale di Stato Settore Servizi Enogastronomia e Ospitalità alberghiera-Agricoltura e Sviluppo rurale – Servizi commerciali I.P.S.E.O.A. “ Enrico Gagliardi ” Vibo Valentia
  • Polo Didattico Brutium – Cosenza
  • Istituto comprensivo Federico II – Rocca Imperiale (CS)
  • IIS Lucrezia della Valle- Cosenza

Attualmente, all’interno del progetto, è possibile assistere alla proiezione di video ad elevato contenuto tecnico-scientifico, che mirano a diffondere la cultura del consumo responsabile e delle strategie di sviluppo sostenibile e di tutela degli splendidi habitat naturali oltre ad interagire con il personale Arpacal che di volta in volta partecipa alle “lezioni d’ambiente”.

Alcuni video, fruibili tramite una piattaforma multimediale di educazione ambientale Lms, sono accessibili direttamente dal sito Arpacal, cliccando sull’icona dedicata, oppure dall’indirizzo: http://lms.arpacal.it/

Nella piattaforma sono presenti inoltre,  numerosi contenuti formativi gratuiti, finalizzati alla diffusione della cultura ambientale, realizzati negli anni dall’Agenzia ambientale Calabrese.

Inoltre è stato realizzato anche il percorso didattico Nadm che comprende due documentari e alcune video-lezioni sulla tematiche del progetto e sulla diffusione di corretti comportamenti a tutela dell’ambiente, che tutti possiamo mettere in pratica quotidianamente e senza grandi sforzi.

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente il Gruppo Eas di Arpacal intende offrire agli Istituti scolastici di primo e secondo grado della Regione Calabria percorsi didattici strutturati: Corso on line di “Educazione Ambientale”, visite guidate presso i Centri ed i Laboratori Ambientali, fruizione di “Claudia” con i suoi filmati in 3D e accordi per lo svolgimento di Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PTCO).

In particolare il Corso di Educazione Ambientale – Non abusiamo del Mare (9 video lezioni in e-learning per singoli e/o gruppo), a cui associare anche eventuali attività in presenza o visite didattiche, da concordare con le singole istituzioni scolastiche, fornisce ai docenti uno strumento utilissimo per affrontare in classe il tema della salvaguardia dell’ambiente sollecitando i ragazzi ad adottare comportamenti virtuosi: piccole azioni quotidiane per tutelare l’ambiente in cui vivono.

I docenti potranno fruire di un sistema innovativo per promuovere l’apprendimento attivo grazie alla multimedialità ed interattività della piattaforma Lms di Arpacal: una risorsa perfetta per insegnare ai giovani come vivere in maniera sostenibile e in armonia con la natura. (rcz)

Arpacal, in arrivo nuovo personale per l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente

Si rinforza con nuove risorse umane altamente specializzate e qualificate l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria (Arpacal).

Nella giornata di oggi, hanno preso servizio l’ing. Francesco Salomone, specializzato in ingegneria ambientale e assegnato presso il Centro Regionale Arpacal Multirischi – Sicurezza del Territorio, l’avv. Giovanna Gallo, specializzata in materie amministrative ed assegnata alla Direzione Generale – Ufficio Anticorruzione e Trasparenza, l’avv. Rocco Faga, esperto di diritto degli Enti locali e Amministrazioni pubbliche, assegnato presso il Settore Affari istituzionali – Legali – Pianificazione – Performance – Controllo e l’ing. Erika Polimeni, esperta di tematiche ambientali, proveniente dall’Arpa Veneto, assegnata al Servizio tematico acque del Dipartimento provinciale di Reggio Calabria.

Si completa cosi, la prima fase del procedimento di implementazione del personale tecnico – amministrativo a beneficio della capacità operativa dell’Agenzia. (rrc)

CROTONE, NECESSARIA BONIFICA DELL’EX
AREA INDUSTRIALE: C’È RISCHIO SANITARIO

di FRANCO BARTUCCIA causa degli elevati livelli di inquinamento risulta tra i 42 siti italiani ad elevato rischio sanitario, classificati come di interesse nazionale (Sin), da sottoporre con urgenza ad interventi di bonifica.  Secondo i dati elaborati dagli epidemiologi, sono proprio i Sin le aree del Paese dove si muore e ci si ammala di più, fin dalla più tenera età.

 Lo studio in oggetto è stato realizzato attraverso un approccio multidisciplinare ad un tema complesso da un team di ricercatori di provenienza eterogenea: Salvatore Procopio, responsabile del laboratorio fisico del Dipartimento provinciale Arpacal di Catanzaro e Filomena Casaburi, responsabile del laboratorio bionaturalistico e Direttore del suddetto laboratorio e Anna Mastroberardino, fisico delle particelle elementari del Dipartimento di Fisica dell’Unical.

La sinergia tra Arpacal e Unical, per lo studio della problematica ambientale del sito di Crotone, è iniziata nel 2018, con l’attivazione del Master “Utilizzo delle radiazioni ionizzanti e radioprotezione all’Unical”. Il suddetto percorso, nato con la finalità di formare professionisti in grado di operare nella valutazione e protezione dal rischio derivante dall’utilizzo delle radiazioni ionizzanti, ha sollevato l’esigenza della creazione di un presidio di competenze professionali in grado di far fronte alle esigenze specifiche del territorio in tema di gestione dei rifiuti radioattivi e bonifica ambientale. 

Ad entrare nel merito della ricerca sull’ex area industriale di Crotone è la prof.ssa Anna Mastroberardino, del dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, che ci fa notare come al Sin si affiancano, in tutto il territorio della provincia di Crotone, altre aree contaminate, a seguito delle pregresse attività industriali, in cui è stata riscontrata nel corso degli ultimi anni, da istituzioni territoriali di controllo, prevenzione e ricerca quali Asl, Arpacal, Unical,  la presenza di materiali e residui contenenti Norm (Naturally Occurring Radioactive Materials).

«Questi scarti di lavorazione delle industrie del fosforo, solo parzialmente smaltiti in discariche per inerti – ci dice la docente dell’UniCal – sono stati riutilizzati a causa delle buone proprietà meccaniche nell’edilizia civile. Rilevanti quantità di rifiuti tossici in concentrazioni sconosciute sono pertanto incorporate nel manto stradale, poi ricoperto dall’asfalto, spesso emergenti a livello superficiale visto lo stato di degrado delle strade, con conseguente alterazione delle caratteristiche del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee circostanti, a causa della prossimità dei rifiuti tossici all’acquifero. La mappa dei siti contaminati del Crotonese, recentemente realizzata da Arpacal, conferma la presenza di una contaminazione diffusa, sia chimica che radiologica, in vaste aree del territorio a latere del confine industriale, determinando un aumento significativo dei livelli di radioattività ambientale nell’area».

L’attività di un gruppo di studio, da qualche anno impegnato nella tematica ambientale e nelle implicazioni per la salute da varie angolazioni disciplinari, ha portato di recente alla pubblicazione di un articolo dal titolo Toxicity evaluation of the contaminated area of Crotone from biological indicators: a multispecies approch, pubblicato sulla rivista internazionale Environmental Monitoring and Assessment del gruppo Springer Nature

«Nello studio – ci spiega la prof.ssa Anna Mastroberardino – si utilizza per la prima volta la valutazione eco tossicologica per l’analisi del rischio legato ad un fenomeno di trasferimento di inquinanti che rappresenta realmente una sfida scientifica, trattandosi di una miscela di molteplici problematiche e di processi dinamici che si evolvono nel tempo e di lunga durata. L’ecotossicologia ha un ruolo determinante per la comprensione delle traiettorie ambientali dei diversi contaminanti a vari organismi viventi, acquatici e terrestri, considerabili organismi sentinella nella valutazione dell’alterazione dell’habitat contaminato». 

«L’approccio multispecie nell’utilizzo di bioindicatori è anche funzionale alla verifica dello stato di salute della catena alimentare, con effetti sulla salute e sullo sviluppo del territorio, laddove il sistema agroalimentare costituisce l’elemento distintivo di talune produzioni regionali». 

Nello studio in oggetto, per l’esecuzione dei test ecotossicologici, sono stati utilizzati tre diversi indicatori biologici, due acquatici e uno terrestre, appartenenti ai diversi livelli della catena alimentare: produttori, consumatori, decompositori, tra i quali i batteri bioluminescenti della specie Vibrio fischeri, il piccolo crostaceo d’acqua dolce Daphnia magna e i semi di crescione e sorgo. 

«Lo scopo della ricerca – ci ha detto ancora la docente del dipartimento di Fisica– è stato quello di determinare le concentrazioni dei residui fosfatici prelevati nelle aree contaminate alle quali l’effetto tossico è rivelabile e quindi stabilire le “diluizioni di sicurezza” che debbono essere rispettate affinché l’ambiente biologico che ospita le sostanze inquinanti sia salvaguardato nella sua funzionalità. Lo studio ha rivelato una inibizione della funzionalità di tutti i sistemi biologici testati per valori elevati di concentrazione dei contaminanti, al di là della differente sensibilità dei bioindicatori nella valutazione di tossicità nei diversi ecosistemi».

«A questo livello preliminare – ci tiene a precisare la prof.ssa Anna Mastroberardino – i dati indicano un potenziale rischio per gli ecosistemi naturali del luogo, oltre che per la salute umana. Le soglie di tossicità misurate sono, infatti, paragonabili o addirittura inferiori alle concentrazioni dei contaminanti dell’area indagata e gli inquinanti possono entrare direttamente a contatto con i sistemi biologici dell’ambiente circostante, data la particolarità del territorio di ospitare rifiuti pericolosi spesso non coperti da suolo o altro materiale e incorporati nell’asfalto delle strade».

«Entrando direttamente a contatto con l’ambiente circostante, questi inquinanti possono essere trasportati dall’acqua, dall’aria, da specie migratorie e portati lontano da dove sono localizzati, entrando anche nella catena alimentare. Alle problematiche collegate al rischio chimico e a quello radiologico da esposizione e inalazione, si aggiungono, dunque, le molteplici implicazioni associate al possibile passaggio di radioisotopi dall’ambiente all’uomo attraverso la catena degli alimenti».

Di emergenze ambientali e sanitarie come delle figure professionali legate a questi aspetti se n’è discusso molto in un Congresso Nazionale tenutosi a Crotone nel novembre 2019 dal titolo: La protezione ambientale e sanitaria del territorio calabrese. Programmare la rinascita: il caso Crotone. L’evento ha permesso un confronto stimolante tra rappresentanti del mondo scientifico e sanitario, ordini professionali e rappresentanti istituzionali locali, ma non ha visto la partecipazione dell’Assessorato regionale competente della Giunta regionale dell’epoca.

Di queste esperienze di lavoro, ricerca e studio rimangono oggi delle immagini fotografiche che si trovano nel servizio, che mostrano il buon numero di ricercatori, tecnici e studenti interessati a tali problematiche ambientali mostrando preparazione, competenza professionale ed interesse per perseguire risultati per il bene della Calabria.

Conoscere il presente per un rilancio del lavoro di ricerca e disinquinamento dell’ambiente

Prima di entrare nel merito più specifico di questo importante lavoro di ricerca sull’inquinamento dell’ex area industriale di Crotone per conoscerne gli sviluppi rispetto al rapporto con il mondo politico regionale, dopo il periodo pandemico che ha rallentato di molto varie situazioni di gestione dei servizi sanitari, è il caso di approfondire la conoscenza della prof.ssa Anna Mastroberardino, professore associato presso il Dipartimento di Fisica dell’Unical. 

Dal 1998 si occupa di ricerca sperimentale nel campo delle particelle elementari, nei maggiori laboratori europei, Cern a Ginevra e Desy ad Amburgo. Grazie alle collaborazioni internazionali dei fisici dell’Unical, avviate dal Professore Giancarlo Susinno, di cui è stata allieva, ha partecipato alle ricerche che hanno portato, nel luglio 2012, alla scoperta del Bosone di Higgs, Nobel per la Fisica 2013.

Nel 2018 ha diretto il Master Universitario “Utilizzo delle radiazioni ionizzanti e radioprotezione all’Unical”, percorso che ha segnato l’avvio di una nuova attività di ricerca, tecnologica e multidisciplinare, negli ambiti della radioprotezione, delle scienze della vita e del monitoraggio ambientale. È autrice/coautrice di oltre 1200 pubblicazioni su riviste internazionali con referee, per un corrispondente Hirsch factor (H-index) di 127 (fonte Scopus).

«Con l’insediamento della nuova Giunta regionale, guidata dal Presidente, on. Roberto Occhiuto, i rapporti con il mondo della politica regionale sono ripartiti», ci dice la docente universitaria.

«Al di là di ciò che è accaduto nel passato, il piano delle bonifiche avviate nel Crotonese durerà a lungo e sarà accompagnato da molteplici aspetti critici e anche innovativi da considerare. Se, da una parte, la rimozione e movimentazione dei materiali contaminati, con possibile dispersione aerea di materiale radioattivo, rappresenta una situazione di rischio sanitario, da monitorare costantemente, dall’altra offre l’opportunità di un laboratorio a cielo aperto per la valutazione del rischio radiologico in condizioni sperimentali mai verificate e non riproducibili. Questo crea un’opportunità di formazione in campo per nuove figure professionali in grado di esportare l’esperienza, così acquisita, verso simili realtà territoriali afflitte da contaminazione».

«La problematica, oltre che di tipo sociale e sanitario, ha rilevanza anche scientifica. Continuare a ignorare le enormi potenzialità dei processi di bonifica, oltre che privare centinaia di migliaia di persone della possibilità di vivere in ambienti sicuri e salubri – è il pensiero della prof.ssa Anna Mastroberardino – comporta anche sprecare immani risorse a fronte del vantaggio, anche economico, rappresentato dal risanamento  di questi territori, per i quali non esiste, allo stato attuale, una proposta di riqualificazione e riuso». 

«In tutto ciò la ricerca scientifica può giocare un ruolo importante per rendere queste azioni di decontaminazione più mirate ed efficaci; mitigare gli effetti sanitari su popolazioni che continueranno a  vivere per anni in luoghi altamente inquinati e anche per immaginare la riqualificazione delle aree post-bonifica. Il coinvolgimento diretto in questi processi risponderebbe del resto alla missione originaria dell’Unical di attenzione verso un territorio così degradato e fragile».

Occorre creare un centro di ricerca specifico per restituire al patrimonio culturale mondiale uno dei siti storicamente e archeologicamente più rilevanti della Magna Graecia.

Dall’incontro con la prof.ssa Anna Mastroberardino scaturisce l’idea che il sostegno politico è inevitabile quanto necessario per dare incisività a queste ricerche tramite azioni mirate di finanziamento, che consentano l’avvio di attività sistematiche di studio per la sorveglianza epidemiologica nel territorio, verifiche in corso d’opera, diffusione dei risultati, dialogo con la comunità coinvolta e progettazione per il post-bonifica, in un contesto competente e senza conflitti di interesse. È quanto i ricercatori del dipartimento di Fisica dell’UniCal e dell’Arpacal chiedono al Presidente della Regione Calabria, on. Roberto Occhiuto.

«Sarebbe un beneficio collettivo se le operazioni di bonifica in corso – ci dichiara la prof.ssa Anna Mastroberardino – potessero ripartire con il piede giusto anche grazie agli strumenti specialistici messi a punto dai ricercatori del territorio, attraverso la creazione di un centro di alta formazione quale presidio permanente di controllo ambientale, riferimento per tutto il Mezzogiorno come polo di ricerca e di innovazione, nella duplice prospettiva del recupero e della fruizione delle aree disinquinate. È possibile immaginare oggi una ripresa esemplare proprio da queste aree, non a beneficio di chi le ha ridotte in questo stato, bensì per restituire al patrimonio culturale mondiale uno dei siti storicamente e archeologicamente più rilevanti della Magna Graecia». 

«Inserire in queste attività di recupero del territorio la creazione di un centro di ricerca  consentirebbe di rimettere al centro dello sviluppo l’industria culturale, rispettando la vocazione storica locale, così come la generazione di nuove professionalità, calibrate sulle necessità emergenti del settore, facendo della Regione un riferimento formativo per tutto il Sud». (fb)

PER LA TUTELA DI “SALUTE E BENESSERE”
PROGETTO VERDE E BLU DELLA CALABRIA

di ANTONIETTA MARIA STRATI –Promuovere la salute e il benessere attraverso il buon uso degli spazi versi e blu. È questo l’importante e straordinario progetto di cui la Calabria, attraverso l’Arpacal, guidata dal commissario straordinario, Emilio Errigo, è capofila.

Un traguardo non di poco conto per l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, che è sempre stata in prima fila per quanto riguarda la tutela e la salvaguardia dell’ambiente. Questo importante progetto, di cui l’Arpacal curerà il coordinamento tecnico, è stato avviato lo scorso 19 gennaio, ed è finanziato dal ministero per la Salute, nell’ambito del Piano Nazionale per gli investimenti Complementari (PNC) – E.1 Salute, Ambiente, Biodiversità e Clima 1.4: Promozione e finanziamento di ricerca applicata con approcci multidisciplinari in specifiche aree di intervento salute-ambiente-biodiversità-clima.

Il progetto, della durata di quattro anni (scadenza 31/12/2026), dovrà mettere in atto iniziative di studio, formazione e comunicazione per promuovere l’uso corretto, consapevole e partecipato delle aree verdi e blu, implementando le politiche per la pianificazione, manutenzione, gestione delle aree verdi e blu urbane per migliorare la conoscenza degli effetti associati alla salute. Si focalizza sulla razionalizzazione e l’upgrade delle conoscenze esistenti, l’accessibilità e la funzionalità delle infrastrutture verdi e blu.

Quest’ultime forniscono diversi servizi alla cittadinanza la cui importanza è stata riconosciuta di recente dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), tuttavia la realizzazione di nuove aree e la stessa gestione di quelle esistenti non tengono conto dei potenziali impatti positivi e negativi che la vegetazione e le infrastrutture verdi e blu possono avere sul benessere della cittadinanza e sullo stato di salute fisico e/o psichico o sulla comparsa di malattie.

Il progetto, articolato su 4 obiettivi, suggerisce azioni mirate, in aree selezionate come casi studio, per fornire ai decisori e alla cittadinanza informazioni e conoscenze utili per una gestione e fruizione ottimale delle predette infrastrutture. Iniziative pubbliche consentiranno il trasferimento delle esperienze dalle aree studio a tutto il territorio nazionale. Il progetto mira a raggiungere diversi Obiettivi dello sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030: Salute e benessere, Istruzione di qualità, Riduzione delle disuguaglianze, Città e comunità sostenibili, Lotta contro il cambiamento climatico.

Andando più nello specifico, il progetto prevede la mappatura elle aree e delle policy. Integra le informazioni disponibili sui principali servizi ecosistemici erogati dagli spazi verdi e blu, sull’accessibilità e fruibilità anche mediante mobilità sostenibile (ciclo pedonale). Analisi dati Istat sullo stato dell’ambiente e monitoraggio; studi pilota nelle aree definite e attenzione ai biomarkers di esposizioni, effetti e suscettibilità presenti in letteratura scientifica da collegare agli studi epidemiologici esistenti, coinvolgendo MMS e PLS. E ancora, l’implementazione dell’Atlante delle specie e forestazione, realizzare percorsi formativi  e materiale didattico per il coinvolgimento dei diversi attori nello sviluppo e utilizzo di infrastrutture verdi/blu accessibili, sicure e piacevoli. Sarà elaborata una “roadmap” con le best practice e delle linee guida.

Oltre alla Regione Calabria e all’Arpacal, a dare il loro contributo saranno la Regione Emilia Romagna con la sua Agenzia Regionale Prevezione, Ambiente e Energia, il Dipartimento Epidemiliogia del SSR – Asl Roma 1 della Regione Lazio, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirugiche dell’Università di Bologna, il Consorzio Interuniversitario Nazionale per le Scienze Ambientali, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambiente, l’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale della Regione Abruzzo.

Attraverso la sinergia di questi Enti, l’auspicio è che si riesca a sviluppare e migliorare la conoscenza «partecipata di tutti gli attori preposti allo sviluppo, il mantenimento e l’utilizzo delle infrastrutture verdi/blu per promuovere il buon uso di queste aree e comprenderne appieno i benefici per il benessere psico-fisico, con particolare riguardo alle fasce di popolazione più vulnerabili come anziani e bambini».

Il commissario Errigo, presente alle due giornate di lavoro del progetto, ha espresso profonda soddisfazione tanto per la pregevole iniziativa voluta dal Presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto, quanto per il metodo di lavoro condiviso, «messo in atto sia per raggiungere gli obiettivi progettuali sia per generare una maggiore consapevolezza sociale, elemento indispensabile per rendere il Cittadino protagonista di questa importantissima azione culturale».

«Nello specifico – ha proseguito Errigo – gli obiettivi di questo progetto rappresentano anche un modello di cooperazione concreta tra Enti diversi, impegnati a promuovere la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, considerando la salute del Cittadini un bene primario, costituzionalmente garantito».

Un altro esempio di cooperazione tra Enti, sempre volta alla tutela dell’ambiente – e accompagnata alla crescita economica – è quello stretto dall’Arpacal, nel mese di aprile, con la Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, guidata da Pietro Falbo.

«Assieme ad Arpacal abbiamo in animo di organizzare una serie di iniziative volte a sensibilizzare e coinvolgere gli operatori economici, e non solo, sui temi ambientali», ha detto Falbo, sottolineando come insieme al generale Errigo «abbiamo deciso di stringere una partnership basata sulla promozione dei temi della sostenibilità ambientale e sulle positive ricadute sull’economia regionale. Ritengo strategica l’interazione tra enti e istituzioni che deve essere rivolta alla creazione di un sistema di sostegno alle attività imprenditoriali». (rrm)