Arpacal Cosenza: Continua verifica sul percorso della SS 106 Jonica

Il Dipartimento Provinciale Arpacal di Cosenza, diretto dalla dott.ssa Teresa Orange, prosegue le attività di verifica della corretta attuazione del Piano di Monitoraggio e Controllo relativo al cantiere del IIl° Megalotto della S.S. 106 Jonica. 

Un’opera complessa con i primi 18 chilometri del tracciato che si sviluppano lungo la Piana di Sibari e i restanti 20 che attraversano la catena Appenninica, comportando lo scavo di 11 chilometri di gallerie (tra artificiali e naturali) oltre alla realizzazione di circa 6 chilometri di viadotti con pile di altezza oltre 40 metri e campate lunghe fino a 120 metri. Nei cantieri i lavori procedono spediti, portando al 50% il totale dei lavori realizzati in ben 27 cantieri per la strada che in Calabria collegherà l’area di Sibari con Roseto Capo Spulico. L’obiettivo è portare a termine l’opera entro il 2026.

Cantieri al lavoro in modo intensivo, anche nel periodo estivo, e di pari passo anche le attività di Arpacal, che si sviluppano sia sul piano prettamente istituzionale, con controlli sulla matrice aria e sul rumore prodotto dal cantiere, sia su quello regolato dall’apposito protocollo di intesa, sottoscritto prima dell’avvio dei lavori, tra l’Agenzia, la Provincia di Cosenza, l’Anas e il Consorzio Sirjo del Gruppo Webuild che sta realizzando l’opera.

Il protocollo di intesa, in particolare, sovraintende ai controlli e alle verifiche di competenza Arpacal relativamente alle matrici ambientali suolo ed acque sotterranee, con particolare riferimento alla corretta gestione delle terre e rocce da scavo, secondo i dettami contenuti nel Put (piano di utilizzo), redatto a corredo dell’intero progetto.

L’obiettivo dei controlli, seguendo la mission dell’Agenzia, è quello di salvaguardare l’ambiente e la bellezza del paesaggio, con un occhio attento sul rispetto dei dettami normativi e sugli obblighi assunti dall’esecutore in fase di progettazione, senza ovviamente tralasciare quell’incredibile patrimonio archeologico che va dal parco archeologico di Sibari fino a Roseto Capo Spulico.

Le ispezioni periodiche, effettuate anche senza preavviso, mirano da un lato a validare i risultati dei laboratori privati accreditati, verificando la bontà delle loro tecniche analitiche e dei loro risultati, e dall’altro contribuire a popolare una banca dati corposa, popolata da tutti i risultati delle prove, condotte sin dalla fase dell’ante opera, in modo da valutare per tempo possibili alterazioni ambientali riconducibili alle lavorazioni in corso ed adottare opportune e tempestive misure correttive.

Tutto questo per la costruzione di un’opera di particolare importanza strategica che si configura come uno degli elementi chiave di trasformazione del Corridoio Jonico in una infrastruttura stradale di grande comunicazione dei litorali ionici della Calabria, della Basilicata e della Puglia, coniugando il corretto sviluppo del territorio con la necessaria tutela dell’ambiente ed il rispetto delle normative di settore. (rcs)

Accordo tra Arpacal e Aeronautica militare per monitoraggio radioattività ambientale

Importante accordo di collaborazione è stato sottoscritto da Arpacal di Cosenza e l’Aereonautica Militare – Distaccamento Aeronautico Montescuro per il monitoraggio e la mappatura della radioattività ambientale nella località di afferenza del Distaccamento Aereonautico cosentino.

Tale monitoraggio e mappatura della radioattività verrà effettuato tramite analisi fisiche di matrici quali terreni, acque, muschi e licheni che si svolgeranno nei laboratori Arpacal.

L’accordo bilaterale permetterà di arricchire ed alimentare i flussi verso la rete nazionale di controllo della radioattività Resorad. alla quale il Servizio Agenti Fisici del Dipartimento Arpacal di Cosenza invia i dati di controllo della provincia di appartenenza.

La rete Resorad si avvale dei rilevamenti radiometrici forniti delle Agenzie Regionali e delle Province Autonome per la protezione dell’ambiente (Arpa/Appa) e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali per popolare il sistema informativo Sinrad che, raccogliendo i dati prodotti, monitora l’andamento della radioattività nelle matrici dei principali comparti ambientali ed alimentari secondo un piano di campionamento e di misure che garantisce la rappresentatività dei dati sul territorio nazionale. (rcs)

Regione e Arpacal al fianco di San Ferdinando per garantire un’ottimale esperienza turistica

La Regione Calabria e Arpacal al fianco del Comune di San Ferdinando per garantire un’ottima esperienza turistica. Una iniziativa che ha raccolto il plauso dell’Amministrazione comunale, guidata da Gianluca Gaetano, soddisfatti che Regione e Arpacal ci «affianchi in questo duro lavoro».

«Non intendiamo produrci in j’accuse populisti che, se pur solleticano l’umore popolare, ben poco possono restituire i termini di risultati», ha detto l’Amministrazione comunale, ribadendo l’idea che «tutte le istituzioni debbano collaborare, ognuna per i propri profili di competenza, nella risoluzione di questa  complessa problematica e siamo felici che le garanzie di impegno da parte di Arpacal e Regione Calabria si siano trasformate in un concreto lavoro comune».

La Calabria è ricca di attrattive turistiche, di marcatori culturali, di beni paesaggistici e di notevoli risorse naturalistiche. Arte, gastronomia, natura, storia e ospitalità costituiscono un enorme vantaggio competitivo per rendere la nostra regione una destinazione attrattiva e un luogo ideale per trascorrere piacevoli periodi di vacanza o lavoro. Anche San Ferdinando è ricca di risorse turistiche e di paesaggistiche e per questo motivo l’amministrazione comunale è impegnata in una sfida per valorizzare le grandi potenzialità del luogo.

Tuttavia, come spesso accade nelle Regioni meno sviluppate dal punto di vista economico e urbanistico, sono necessari sforzi maggiori per raggiungere la normalità e offrire standard di vita ottimali a residenti e visitatori. Questo aspetto, che chiama responsabilmente tutte le istituzioni a un lavoro corale, si manifesta con tutta la sua carica negativa quando si tratta di temi ambientali.

 Anche San Ferdinando ha pagato il prezzo di politiche pubbliche non appropriate, di condotte irresponsabili e di speculazioni che ne hanno mortificato il glorioso passato turistico e talvolta la reputazione pubblica. Sono numerosi i fattori critici che arrecano danno all’ambiente, alla balneazione e alle esperienza dei turisti ma questo non deve far venire meno la spinta ad agire e la determinazione a recuperare la bellezza della natura e la gradevolezza del soggiorno.

Per questo motivo l’amministrazione comunale, fin da subito, si è attivata per promuovere processi virtuosi nel solco della già sperimentata sensibilità ambientalista dei cittadini e dell’attaccamento ai propri luoghi del cuore. Le condotte del passato non devono essere un alibi né motivo di rassegnazione, il compito della politica è di attuare iniziative concrete che guardino al futuro e puntino con chiarezza agli obiettivi di rinascita economica e di risanamento dei territori.

«Sul Mesima e sul Vena – è stato spiegato – sono stati eseguiti interventi di messa in sicurezza che presto daranno i loro frutti e la presenza odierna di Regione e Arpacal, che hanno garantito la loro presenza di sabato sotto un sole cocente, è un chiaro segno della premura con cui sono state accolte le legittime istanze del territorio e l’attenzione che ci è stata rivolta. La collaborazione tra istituzioni deve essere continua e puntare alla riduzione costante del danno fino alla risoluzione definitiva dei problemi».

L’amministrazione comunale ha espresso la sua gratitudine a tutti coloro che si sono impegnati e che continueranno questo lavoro collettivo, dal presidente Occhiuto che ha subito corrisposto le richieste della comunità, al generale Errigo e al professor Iannone, rispettivamente commissario e direttore scientifico di Arpacal, all’ingegnere Siviglia del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria  e infine al WWF Vibo per gli ambiziosi progetti che sta realizzando alla foce del Mesima.

«Siamo confidenti – conclude la nota – che il prosieguo delle attività farà sentire le comunità locali protette e tutelate, la vigilanza andrà estesa e dovrà interessare i numerosi fattori che inducono alla preoccupazione: reti idriche, stazioni di sollevamento, infrastrutture di collettamento, ciclo della depurazione, autobotti, autospurgo e sversamenti illegali. No i siamo determinati e continueremo ad esserlo, non intendiamo arretrare e se non arriveranno subito risposte adeguate siamo pronti, carte alla mano, a promuovere ogni iniziativa – anche di natura legale e risarcitoria – a tutela dei diritti individuali e degli interessi diffusi. Infine ringraziamo i cittadini e gli operatori locali per la tenacia e la partecipazione, invitando tutti a tenere comportamenti responsabili e a rispettare l’ambiente partendo dai piccoli gesti, come quello di non abbandonare rifiuti e di avere cura delle spiagge e degli spazi comuni». (rrc)

Mare Pulito incontra Occhiuto: Illustrata ordinanza che impone obblighi ai Comuni

Continua  la collaborazione tra l’Associazione Mare Pulito e le istituzioni, al fine di garantire l’adeguata tutela del mare calabrese.

Nei giorni scorsi l’Associazione ha incontrato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto. All’incontro, a cui hanno partecipato il presidente e il vicepresidente dell’Associazione, rispettivamente Alessandro RuvioGiuseppe Dattilo, è stato illustrato il contenuto della nuova ordinanza, emanata dal presidente Occhiuto, che impone obblighi di controllo e di azioni concrete a carico dei Comuni, delle Province e dell’Arpacal.

Fra i principali obblighi da oggi a carico dei comuni: verificare il corretto funzionamento delle vasche non autorizzate allo scarico e delle fosse di Imhoff; verificare le utenze che, seppur obbligate, ancora non risultano allacciate alla rete fognaria pubblica; verificare la presenza di scarichi abusivi; effettuare la verifica straordinaria sulla funzionalità delle stazioni di sollevamento; inoltre, entro 5 giorni dall’emanazione dell’ordinanza i Comuni dovranno comunicare come intendono dare attuazione alla stessa e dovranno dare comunicazione anche dell’esito delle operazioni svolte; verificare la costante presenza di personale sugli impianti, compresi i giorni festivi; garantire l’accesso all’Arpacal e ai tecnici della Regione a tutti gli impianti, per verificare il corretto funzionamento.

Per quanto riguarda la Provincia e l’Arpacal, in base allordinanza regionale, la prima dovr‡ effettuare controlli straordinari su tutti i territori, mentre la seconda dovrà fornire supporto tecnico, effettuare costanti controlli sui depuratori, predisporre un catasto degli scarichi su supporto informatico e comunicare tutti i dati raccolti alla Regione.

Inoltre, entro 5 giorni dall’emanazione dell’ordinanza i Comuni dovranno comunicare come intendono dare attuazione alla stessa e dovranno dare comunicazione anche dell’esito delle operazioni svolte.

Al fine di garantire l’attuazione concreta dell’ordinanza, è previsto che il mancato delle disposizioni ivi contenute costituire violazione dell’art. 650 del Codice Penale.

A tal proposito, la Regione fa sapere che molti illeciti sono stati già segnalati alle Procure competenti.

Nel corso dell’incontro, poi, si è parlato anche del portale ampliato “Difendi l’Ambiente”, che sarà online dalla prossima settimana. Sul nuovo portale ogni cittadino potrà come sempre inviare le proprie segnalazioni sulle situazioni di criticità, ricevendone immediato riscontro e ottenendo aggiornamenti sulla presa in carico e su come viene affrontata la problematica.

Per quanto riguarda poi le azioni concrete, nel corso dell’incontro è stata comunicata la predisposizione di un potenziamento del controllo delle coste attraverso lutilizzo di droni dotati di termo scanner, con particolare attenzione sull’individuazione di scarichi abusivi e di sostanze inquinanti risalendo il corso dei torrenti.

L’Associazione Mare Pulito, inoltre, riceverà da parte della Regione i report delle attività svolte. (rcz)

Successo per il seminario formativo di Arpacal su campionamento delle acque di balneazione

Nei giorni scorsi si è svolto il seminario di formazione, per i militari del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, su Campionamento, conservazione e trasporto acque di balneazione di Arpacal, guidato dal commissario straordinario Emilio Errigo.

Insieme al commissario Errigo, il direttore scientifico Michelangelo Iannone.

L’iniziativa è stata realizzata grazie al personale tecnico del Dipartimento Provinciale Arpacal di Catanzaro, coordinato dal proprio Direttore, la dirigente biologa dr.ssa Filomena Casaburi; nello specifico, la dr.ssa Cristina Felicetta, biologa responsabile del servizio tematico Acque ha illustrato le modalità di campionamento delle acque e la dr.ssa Emanuela Barillari, biologa referente della Qualità, ha spiegato la procedura per la corretta compilazione dei verbali di campionamento e del modulo di richiesta, destinato ai laboratori accreditati dell’agenzia.

Durante il seminario sono stati formulati quesiti e svolte esercitazioni pratiche anche per l’uso delle aste per i campionamenti in mare. Sono state, inoltre, date delucidazioni sulla corretta gestione delle aliquote di acqua e delle diverse esigenze per la determinazione dei parametri microbiologici rispetto a quelli chimici.  

L’iniziativa, frutto della cooperazione che da sempre connota le relazioni tra il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, si inserisce nel contesto di un rafforzamento ancora maggiore dei controlli sul mare volto a tutelare la salute dei bagnanti e a favorire la più tempestiva risposta alle segnalazioni. 

I Cittadini calabresi e i turisti presenti sulle nostre meravigliose coste sanno di avere un riferimento operativo nei militari del Corpo della Capitanerie di Porto – Guardia Costiera con cui Arpacal, da sempre, collabora per assicurare controlli tempestivi e puntuali riscontri analitici al fine di garantire la sicurezza dei bagnanti e la difesa del territorio marino costiero calabrese. (rcz)

Camera Commercio Cz, Kr, Vv, Arpacal e Inail: Sicurezza e prevenzione su luoghi di lavoro è cosa giusta da fare

La sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro «è la cosa giusta da fare, protegge i lavoratori e fa bene agli affari». È il messaggio lanciato dalla Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Arpacal e Inail nel corso del convegno sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Investire in prevenzione è un vantaggio per tutti, per i lavoratori – perché siano evitati o quantomeno ridotti al minimo i rischi di infortuni, incidenti, o conseguenze ancora più gravi, insiti nell’attività lavorativa – ma anche per la stessa azienda in termini di reputazione del marchio e di bilancio. 

Temi sensibili sui quali il commissario atraordinario Arpacal, Emilio Errigo, il presidente della  Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Pietro Falbo, il direttore Regionale Inail, Fabio Lo Farro hanno fortemente voluto focalizzare l’attenzione di Associazioni di Categoria, imprenditori, lavoratori, professionisti c.

Il seminario, svoltosi nella sede vibonese dell’Ente camerale al Valentianum, ha proposto all’ampia platea dei partecipanti approfondimenti e spunti di riflessione per un modus operandi corretto e necessario, privilegiando, piuttosto che i risvolti sanzionatori a cui pur si è fatto cenno, la narrazione invece del fare positivo, ossia del rispetto delle regole, dunque della prevenzione. 

Orientamento che, nel loro intervento di saluto, hanno ben precisato il segretario Generale dell’Ente camerale Bruno Calvetta, il direttore Scientifico Arpacal Michelangelo Iannone,  il Dirigente Inail, Vincenzo Amaddeo, ciascuno sottolineando, dal proprio osservatorio privilegiato, dati e situazioni esplicativi dell’opportunità, anzi della necessità, di mantenere sempre alta l’attenzione su una questione così delicata a fronte di un fenomeno, quello degli incidenti sul lavoro, purtroppo in preoccupante ascesa, tanto da rendere sempre più indifferibili atteggiamenti consapevoli e responsabili.

Dati Inail, infatti, evidenziano come le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e dicembre 2022 sono state 697.773 (+25,7% rispetto allo stesso periodo del 2021), 1.090 delle quali con esito mortale (-10,7%), in aumento le patologie di origine professionale, che sono state 60.774 (+9,9%). Dati che, come si legge sul sito dello stesso Istituto “sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche”.

Gli aspetti tematici del Seminario sono stati quindi affrontati dai dirigenti Arpacal e Inail Catanzaro, partendo da un comune assioma: la necessità delle verifiche periodiche dei sistemi di sicurezza installati sulle macchine e sulle attrezzature è una delle attività fondamentali per limitare il rischio di eventuali incidenti, anche mortali, al personale.

In particolare, per Arpacal il dirigente servizio verifiche Impiantistiche Giacinto Ciappetta ha presentato I Servizi Verifiche Impiantistiche dei Dipartimenti provinciali, Domenico Vottari, dirigente Settore Sistemi Informativi Sicurezza Informatica e Privacy- Servizio Prevenzione e Protezione ha parlato di “Rischi connessi all’uso di macchine ed attrezzature di lavoro in particolare per sollevamento cose”, Salvatore Coppola, servizio Verifiche Impiantistiche su “L’omologazione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione”;  Roberto Longo, responsabile U.o Territoriale di Certificazione Verifica e Ricerca Inail si è invece soffermato su L’importanza del Dvr nella tutela del Datore di Lavoro.

Il seminario, che anche visto la collaborazione dell’Ordine degli  Architetti e degli Ingegneri della provincia di Vibo Valentia ha, dunque,  lasciato un messaggio chiaro e preciso:  la sicurezza e la prevenzione sono cose giuste da fare perché proteggono la salute dei lavoratori e fanno anche bene agli affari. (rvv)

All’Expo Fata Arpacal ribadisce il valore della previsione degli eventi atmosferici

Comunicare il valore della previsione degli eventi atmosferici. È quanto ha ribadito l’Arpacal all’Expo Fata, svoltosi nei giorni scorsi a Villaggio Mancuso di Taverna.

All’importante esposizione che punta a promuovere turismo, agricoltura ed ambiente della Calabria centrale,  patrocinata hanno partecipato attiva di Arpa Calabria, della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, la collaborazione di Coldiretti, Confagricoltura e Cia, ha visto la partecipazione attiva di Arpa Calabria, della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, la collaborazione di Coldiretti, Confagricoltura e Cia.

Durante l’evento sono stati presentati diversi mezzi, attrezzature, prodotti e servizi agricoli oltre che conferenze, convegni, meeting ed altri eventi per meglio approfondire i temi dell’ambiente, del turismo e della sostenibilità ambientale.

L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, nella persona del suo Commissario Straordinario prof. Gen. (ris) Emilio Errigo, da sempre sensibile alla valorizzazione della Calabria e di quanto prodotto in questa meravigliosa terra, ha accettato immediatamente di essere parte di questo progetto partecipando personalmente all’evento e dispiegando all’interno della suggestiva cornice del Villaggio Mancuso, ubicato lì dove l’aria è considerata tra le migliori d’Europa, in Sila, mezzi, strumentazione e personale tecnico del Centro Regionale Multirischi.

Il Centro Funzionale Multirischi è parte integrante del Sistema Nazionale di Previsione e Prevenzione dei rischi meteo-idrogeologici ed idraulici, finalizzato alla salvaguardia della pubblica incolumità ed è parte essenziale del Sistema nazionale e regionale di protezione civile, costituendo infatti il nodo calabrese della Rete nazionale dei Centri Funzionali, coordinata da Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, e svolgendo i compiti istituzionali di monitoraggio ed allertamento del rischio meteo idrogeologico ed idraulico.

La struttura è operativa h24 tutti i giorni dell’anno, garantendo le proprie attività volte a preservare la vita umana, sia in fase previsionale sia in corso d’evento

Inoltre, Arpa Calabria è l’unica Agenzia per l’Ambiente del Italia meridionale ad essere Ente Meteo del Servizio Meteorologico Nazionale e nodo per la Calabria di Italia Meteo, l’Agenzia Nazionale per la Meteorologia e la Climatologia, nata per svolgere a livello nazionale il coordinamento della gestione delle attività in materia di meteorologia e climatologia.

Nel corso dell’evento Expo Fata, è stato possibile, per il pubblico, visionare i nuovi mezzi terrestri, due fuoristrada, utilizzati per il trasporto della strumentazione tecnico scientifica.

Inoltre, è stato possibile osservare i due droni con sensoristica di elevata tecnologia per il monitoraggio ed il rilevamento degli stati di rischio sul territorio ed una sala operativa mobile con annessa stazione di controllo e pilotaggio degli aeromobili che fungerà anche da centro di comando nelle emergenze.

«Poter dimostrare sul campo a cittadini calabresi, turisti e ospiti stranieri presenti all’Expo Fata, la tecnologia della nostra strumentazione, i nostri mezzi terrestri ed aerei e far conoscere la professionalità del nostro personale tecnico mi rende particolarmente fiero di essere alla guida di Arpacal e nello stesso tempo di essere calabrese – ha affermato il Commissario Straordinario Errigo – . Avere a cuore la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della biodiversità, a 360 gradi, nella mia regione è per me un impegno e una missione che intendo perseguire durante la mia permanenza quale Commissario Straordinario dell’Agenzia per la Protezione dell’ambiente».

«Ringrazio la Fondazione “E. Mancuso” e tutti i partners di ExpoFata per aver scelto Arpacal come ospite di prestigio – ha concluso – veicolare il ruolo di Arpacal e far conoscere ed apprezzare le funzioni che la legge ci ha affidato, soprattutto in ambiti molto delicati perché svolti in un territorio fragile e meraviglioso come la Calabria, ha un posto di rilievo nella vision che Arpacal vuole comunicare a tutti i cittadini calabresi». (rcz)

Il presidente Occhiuto: Su discarica Scala Coeli Regione in campo per tutela ambiente

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha assicurato che sta seguendo in prima persona la vicenda della discarica di Scala Coeli, situata al confine tra le province di Cosenza e Crotone, interessata da una fuoriuscita di percolato che in parte è confluito nel vicino fiume Nicà.

Proprio per questo ha incontrato il commissario straordinario dell’Arpacal, Emilio Errigo, e il direttore generale del Dipartimento Ambiente della Regione, Salvatore Siviglia.

ArpaCal è intervenuta tempestivamente sul posto con proprio personale per monitorare la situazione e per dare supporto alle forze di Polizia.

Personale tecnico del servizio suolo e rifiuti del Dipartimento provinciale di Cosenza e i Carabinieri Forestali di Corigliano-Rossano hanno eseguito i campionamenti delle acque superficiali per fornire indicazioni in merito alla messa in sicurezza dell’area.

Il sito è stato sottoposto a sequestro su disposizione dell’autorità giudiziaria per garantire l’immediata attivazione di quanto necessario per contenere il danno ambientale.

«La Regione sta seguendo con grande attenzione questa vicenda – afferma il presidente Roberto Occhiuto – e siamo a disposizione degli inquirenti: vogliamo chiarezza a tutela del territorio e a tutela della salute dei cittadini.

ArpaCal, che ringrazio, ha dato un supporto indispensabile alle forze dell’ordine e continuerà a farlo, intensificando nei prossimi giorni la propria attività per salvaguardare l’ambiente: vanno monitorati il fiume Nicà e il tratto di mare antistante la foce di questo corso d’acqua per verificare l’impatto sull’area interessata da questo sversamento.

Parallelamente bisogna lavorare per individuare le responsabilità. Sulla tutela dell’ambiente, in Calabria, tolleranza zero”, sottolinea il governatore.

«In materia ambientale la verità emerge sempre, è solo questione di tempo – si legge in una nota di Legambiente –. Gli ambientalisti non sono Cassandre, ma persone che hanno cura e rispetto del territorio che si basano sulla realtà, sulle norme vigenti e su dati scientifici. Soprattutto se l’associazione ambientalista in questione è Legambiente che dell’ambientalismo scientifico e del pragmatismo funzionale ai diritti della collettività ha fatto la propria ragione di esistere».

«La verità è emersa da poco a San Giovanni in Fiore e sta emergendo – continua la nota – con la prepotenza dei fatti inconfutabili, in queste ore a Scala Coeli, un’altra delle battaglie che Legambiente sta combattendo, anche nelle aule giudiziarie, da anni, a tutti i propri livelli associativi dal circolo “Nicà” di Scala Coeli, al livello regionale a quello nazionale».

«Nella discarica di rifiuti speciali non pericolosi di località Pipino nel Comune di Scala Coeli – si legge – in questi anni, sono proseguiti i conferimenti di rifiuti nonostante le denunce presentate dall’associazione e l’allarme dei titolari delle aziende agricole biologiche della zona. Stamattina (giovedì 22 giugno ndr) i Carabinieri Forestali della Stazione di Rossano sono intervenuti presso l’impianto di smaltimento di proprietà della Bieco s.r.l. constatando che un ingente quantitativo di percolato, probabilmente a causa della rottura di una tubatura, si sta riversando nel torrente Patia/Cacciadebiti, affluente del fiume Nicà, così cagionando una compromissione grave dei corsi d’acqua. Il sito, particolarmente attenzionato dalla Procura di Castrovillari, è stato quindi sottoposto a sequestro per l’effettuazione dei relativi accertamenti, senza pregiudicare le operazioni per la messa in sicurezza».

«Legambiente, a tutti i livelli, sia nazionale che regionale e locale, ringrazia le forze dell’ordine e la Magistratura per il loro lavoro e resta in attesa dell’esito delle indagini che ricostruiranno la vicenda accertando cause e relative responsabilità». “Oltre a costituirci parte civile, siamo molto preoccupati – conclude Legambiente – per i danni ambientali che la situazione sta provocando vista la compromissione grave per le acque fluviali. Continuiamo a chiedere alla Regione Calabria  la chiusura della discarica di Scala Coeli e l’abbandono su tutto il territorio regionale della logica delle discariche ed il rispetto dell’ambiente». (rcz)

Le strisce di materiale bianco e verde vegetale flottante in mare (marine litter)

di EMILIO ERRIGOPer un uomo o donna di mare, amici dei laghi e dei fiumi, coloro che vivono e navigano le acque dei mari, dei laghi e dei fiumi, non è un evento insolito imbattersi in lunghe e non gradevoli strisce di materiale vegetale, rifiuti di ogni genere, consistenza e forma, generalmente flottanti alla deriva. 

Il fenomeno molto consueto prende il nome convenzionale di “Marine Litter”.

Tali eventi seguono La Rosa dei Venti, significando come il moto originato dal flusso e direzione dei venti cardinali dei quattro quadranti circolari, Nord-Est, Est-Sud, Sud-Ovest e Ovest-Nord, ogni quadrante pari a 90 gradi, fino a completare l’angolo giro, pari a 360 gradi. I venti di Tramontana, (provenienti da nord, di Levante, (provenienti da est), di Ostro-Mezzogiorno, (provenienti da sud), di Ponente, (provenienti da ovest), notoriamente indicati nella Rosa dei Venti, generano il moto e la direzione, verso cui flottano i materiali vegetali (marine litter) galleggianti, fino a giungere nelle spiagge, cale, darsene, porti, insenature, baie, golfi e lungo le sponde/rive di fiumi e laghi. 

In linea generale, le storie di naviganti e pescatori ci insegnano che non c’è di che preoccuparsi se tali micro vegetali flottanti creano strisce visibili ad occhio nudo o con l’ausilio di strumenti ottici diurni e visori notturni; quello che è da ritenere preoccupante sono i tronchi e rami di alberi a medio e alto fusto, veicolati dalle acque dei fiumi in piena, a causa delle persistenti ed abbondanti piogge.

Il navigante professionale e sportivo c.d. da diporto, sa di dover prestare molta attenzione nel corso della navigazione, limitando ove possibile, di intraprendere la navigazione (se non commerciale), navigando sotto costa e in prossimità di aste fluviali navigabili, torrenti e fiumare, in ragione del fatto che non è un raro evento imbattersi o andare a “sbattere” con la propria imbarcazione o natante da diporto, contro tali rami e tronchi d’albero semi sommersi dalle acque chiamati, “corpi acquei semi sommersi”, galleggianti o flottanti che dir si voglia.

Durante la stagione estiva, i “Marine Litter”, sono visibili vicino alle foci dei fiumi e a breve distanza dalla costa. I colori di tali strisce di materiale flottante varia per natura e consistenza, a seconda della propria fonte di produzione. 

Se sono il risultato di un mix di materiale legnoso, erboso e fogliame, la striscia è colore marrone-verdastro, mentre se sono formati da alghe in filamenti come quelli della posidonia, assumono una colorazione marroncino chiaro. 

Altra cosa, purtroppo, sono le lunghe o brevi strisce, originate dai criminali ambientali etichettati dall’annuale e dettagliato Rapporto Ecomafie di Legambiente come eco-mafiosi o eco-criminali.

Non mancano ogni anno migliaia e migliaia di reati denunciati dal personale delle Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione dell’Ambiente, dagli uomini e donne delle Polizie Locali e Provinciali, dalle Guardie Ambientali Volontarie, dagli appartenenti al Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, dalle singole Forze di Polizia, Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, alle competenti Procure della Repubblica, presso i Tribunali, così come non sono rari gli arresti dei responsabili di eco-reati, condannati con pene severe.

L’impegno da parte delle Istituzioni, del Volontariato e Pubbliche Autorità Regionali, non manca ed è sempre più costante, consistente, incessante e rilevante, in termini di risorse strumentali, ore e giornate di lavoro. 

Le tecniche e i metodi di previsione, prevenzione e contrasto, sono avanzati: personale e automezzi non “sponsorizzati”, uso di droni per il monitoraggio aereo del territorio, dei corsi d’acqua superficiali e marini destinati alla balneazione, l’impiego di ROV, sofisticati droni sottomarini per l’esplorazione subacquea delle acque dei fondali marittimi, fluviali e lacuali. 

L’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria sta affrontando con molta determinazione, cooperando con le Forze di Polizia e la Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, lo sversamento abusivo e illegale delle acque re-flue (prelevate dalle civili abitazioni, attività produttive e imprese commerciali di ogni genere non ancora collettate alla rete fognaria del proprio Comune) da parte di auto spurghi che illegalmente (e per massimizzare i profitti), continuano a sversare abusivamente i reflui urbani e industriali, nelle acque superficiali, oppure bypassano illecitamente i depuratori con conseguenti gravi danni ambientali, scaturenti dal non corretto processo di trattamento e depurazione delle acque reflue urbane e industriali.

Questa stagione estiva già vede impegnati lungo il territorio e le acque costiere delle cinque province della Regione Calabria, uomini, donne e mezzi di Arpacal, al fine di prevenire e mitigare i rischi di illeciti ambientali in danno della salute pubblica in generale e dell’ambiente acqueo marino in particolare.

Squadre operative dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente, in attuazione delle emesse Ordinanze e Direttive Operative impartite dal Presidente della Regione Calabria, On. Roberto Occhiuto, composte da Operatori Tecnici, Rilevatori parametrici ambientali, Analisti, Fisici, Chimici, Biologi, Ingegneri ambientali, sono e saranno impegnate tutti i giorni e le ore della settimana, con turni di pronta reperibilità e disponibilità operativa, allo scopo di assicurare un ambiente più salubre e acque marine balneabili ai cittadini e turisti presenti sulle spiagge e sul territorio della nostra regione per proteggerla e preservarla da persone malavitose senza scrupoli e privi di dignità personale.

Giornalmente l’assessore all’Ambiente prof. Marcello Minenna, s’impegna insieme al Commissario Straordinario Arpacal e al Direttore Generale del Dipartimento Territorio e Tutela del Territorio, Ing. Salvatore Siviglia, per coordinare quanti a diverso titolo operano a difesa e protezione dell’ambiente terrestre e marittimo, cooperando senza alcuna riserva e con totale disponibilità per il bene della biodiversità, delle coste e delle acque tutte della Calabria. (ee)

[Emilio Errigo è commissario straordinario di Arpacal]

Sicurezza sui luoghi di lavoro: l’impegno delle istituzioni per prevenire incidenti, anche mortali

Passare da un approccio meramente sanzionatorio ad uno fondato sulla prevenzione. È questo l’obiettivo della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia insieme ad Arpacal e Inail, che è stato ribadito nel corso del convegno dal titolo La sicurezza sui luoghi di lavoro. La responsabilità del datore di lavoro.

L’iniziativa nasce nel solco delle partnership avviate dall’ente camerale come ha avuto modo di evidenziare il presidente Pietro Falbo in apertura dei lavori portando i saluti del segretario generale, Bruno Calvetta, assente per motivi istituzionali.

«Oggi più che mai è necessario fare sistema – ha precisato Falbo – per agire e reagire meglio alle tante necessità che ci provengono dal sistema socio-economico». Entrando poi nel merito dell’argomento di dibattito ha precisato come «a volte basti soltanto sano buonsenso per evitare sanzioni o di doversi uniformare a norme di natura cogente e così evitare il verificarsi di morti bianche. Credo che il tema della responsabilità sui luoghi di lavoro debba essere affrontato con un approccio culturale che veda sempre più al centro la persona ed il rispetto del suo ruolo nella comunità e nella azienda».

L’iniziativa ha avuto come obiettivo quello di condividere e approfondire le indifferibili funzioni normative previste dal legislatore e assegnate al datore di lavoro con intento predittivo teso a tutelare la vita umana. Un concetto espresso dal Commissario Straordinario di Arpacal, Emilio Errigo

«La lotta all’illegalità, la conoscenza e l’educazione al rispetto delle regole per meglio applicarle sui luoghi di lavoro insieme ad un sistema predittivo dei possibili rischi. Questi i principi fondamentali che devono trasformarsi in azioni quotidiane anche grazie alla collaborazione sempre più stretta tra soggetti istituzionali. Il seminario di oggi è l’esempio concreto di questa visione, un approccio multilaterale nato grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio e con gli Ordini Professionali».

«L’ambiente altro non è che il luogo dove tutti lavoriamo – ha aggiunto Errigo – il più importante. Dalla sua difesa dipendono le nostre stesse vite ed è questa la mission dell’agenzia per la protezione dell’ambiente. La protezione e valorizzazione di beni naturali quali ad esempio il mare e l’acqua, elementi fondamentali per la vita di ogni essere vivente».

Soddisfazione ha espresso, invece, il vicario del direttore generale di Inail, Vincenzo Amaddeo, che ha sottolineato lo spirito attivo nel partecipare all’evento volto ad approfondire «temi di grande delicatezza. Dobbiamo marciare tutti nella stessa direzione» ha commentato rilevando come l’andamento infortunistico negli ultimi anni si sia ridotto soprattutto per effetto della sospensione delle attività produttive come conseguenza della pandemia.

«La Calabria – ha aggiunto – si attesta attorno a circa 7.500 infortuni l’anno e tra i settori a maggior rischio ci sono l’edilizia e l’agricoltura; settori in cui diventa davvero difficile innescare azioni tese alla prevenzione perché contesti per loro natura imprevedibili».

Il rappresentante di Inail ha, inoltre, fatto notare come siano almeno duemila ogni anno le denunce per malattia professionale, con una particolare concentrazione nella provincia di Reggio Calabria e della Locride. «Come leva innovativa stiamo utilizzando la premialità – ha rimarcato Amaddeo – per innalzare l’asticella e i meccanismi di consapevolezza. La responsabilità – ha concluso – non deve essere un momento divisivo ma adesivo, non punitivo ma preventivo».

Dopo gli interventi del presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Gerlando Cuffaro, e di Francesco Zangara in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti, si è entrati nel vivo degli approfondimenti tematici affidati a dirigenti di Arpa Calabria e Inail i quali hanno illustrato i rischi connessi all’utilizzo delle attrezzature da lavoro, all’omologazione degli impianti elettrici ed ai temi della sicurezza degli impianti. Tali rischi possono essere limitati solo attraverso una costante manutenzione e le verifiche periodiche che garantiscono il mantenimento efficiente dei sistemi di sicurezza. (rcz)