Si è insediato Emilio Errigo, nuovo commissario Arpacal

Emilio Errigo ha preso, ufficialmente, le “redini” di Arpacal, con il passaggio di consegne con l’ex direttore generale, Domenico Pappaterra. Errigo è stato nominato commissario straordinario dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

Emilio Errigo, generale in riserva della Guardia di Finanza, da sempre impegnato nella diffusione del diritto all’ambiente e dell’ambiente in Italia, è laureato in Giurisprudenza (indirizzo internazionale) e in Economia e Commercio (scienze dell’economia e della gestione aziendale), ed è in possesso di master universitari di secondo livello in “Homeland Security” e “Sicurezza e coordinamento interforze e cooperazione internazionale”.

In passato ha ricoperto tra l’altro il ruolo di Commissario Straordinario presso l’Autorità di Sistema Portuale del mare di Sicilia Orientale ed è attualmente Docente di Diritto Internazionale del Mare al Corso di Laurea Magistrale in Economia presso l’Università degli Studi della Tuscia (VT).

«Il mio impegno, in questi mesi in cui avrò l’onore di guidare come commissario straordinario l’Arpacal – ha dichiarato il gen. Errigo – sarà quello di riposizionare strategicamente ad ottimizzare le risorse umane e tecnologiche disponibili al fine di assicurare un presidio costante del territorio; la mia Calabria, terra fragile e meravigliosa, ha bisogno di una maggiore educazione ambientale e di una costante attività di contrasto ai reati ambientali. Solo in questo modo si potranno dare risposte tangibili a cittadini, imprenditori e pubbliche amministrazioni per l’esclusivo bene della Calabria e dei Calabresi».

«Affronterò questo nuovo e importante compito collaborando lealmente con chi vorrà aiutarmi in questa missione avendo a cuore la valorizzazione delle professionalità presenti all’interno dell’agenzia e lavorando su tutte le matrici ambientali in sinergia e armonia con le altre istituzioni che a vario titolo si occupano di ambiente».

«Mi preme porre l’accento – ha evidenziato – in continuità con quanto fatto in modo eccellente da chi mi ha preceduto, l’on. Domenico Pappaterra che Arpacal dovrà continuare a svolgere un ruolo importante anche all’interno del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa). Il raggiungimento dei Lepta (Livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali) e quindi dell’omogeneità nella tutela ambientale in tutte le regioni italiane è fondamentale per lo sviluppo di una consapevolezza ambientale sui nostri territori».

Nel suo saluto conclusivo, Pappaterra ha espresso in primis la sua disponibilità per eventuali chiarimenti e suggerimenti rispetto all’attività che andrà ad affrontare il neo commissario e successivamente ha voluto ripercorrere i suoi anni alla guida dell’agenzia ambientale calabrese soffermandosi sul lavoro svolto nella riorganizzazione dei dipartimenti provinciali, nella stesura del nuovo Regolamento Organizzativo e nel risanamento economico finanziario del bilancio Arpacal. (rcz)

Saccomanno (Lega): Errigo e Dattola due commissari di alto livello

Il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha evidenziato come sono stati nominati «due commissari di alto livello e prestigio per Arpacal e Calabria Lavoro».

«Per la prima – ha spiegato – è stato nominato, dalla Giunta del presidente Occhiuto, il gen. Emilio Errigo, nel mentre per la seconda il dott. Lucio Dattola. Persone di grande professionalità e capacità che possono ritenersi una garanzia per l’attività che andranno a svolgere nell’interesse dei calabresi. In una regione dove tutto è “possibile” avere uomini di alto valore morale e con una storia che li caratterizza per la loro capacità e imparzialità, vuol dire che vi è finalmente quel cambio di rotta che i calabresi meritano».

«Entrambi gli Enti – ha concluso – sono di rilevante importanza e, quindi, il compito del gen. Errigo e del dott. Dattola non sarà facile, ma proprio per il loro spessore professionale sicuramente riusciranno a contribuire per il miglioramento degli stessi. Il gen. Emilio Errigo, della Guardia di Finanza, si è già interessato del settore ambiente e in passato anche ai vertici dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia Orientale e commissario dell’Agenzia per l’ambiente regionale». (rcz)

Emilio Errigo è il nuovo commissario Arpacal

Prestigioso incarico per il generale della Guardia di Finanza Emilio Errigo, che è stato nominato commissario di Arpacal, succedendo a Domenico Pappaterra. La nomina è stata fatta dalla Giunta regionale guidata da Roberto Occhiuto. Il mandato è di otto mesi, per varare una riforma complessiva del sistema Arpacal.

Il congedo di Pappaterra

Mi congedo con la convinzione che l’intenso lavoro di rilancio e di riorganizzazione possa tornare utile per le sfide future che attendono l’Agenzia. A seguito della nomina del nuovo Commissario Straordinario da parte della Giunta Regionale si è conclusa la mia esperienza di Direttore Generale/Commissario Straordinario alla guida dell’Arpacal, un lavoro triennale svolto con passione e massimo impegno che spero torni utile per favorire la definitiva opera di rilancio e di riorganizzazione dell’Agenzia.

Al termine di questa esperienza che mi ha arricchito sul piano umano e professionale, avverto il dovere di ringraziare l’ex Presidente Mario Oliverio che mi ha nominato, la compianta Presidente Jole Santelli che in forza del nostro rapporto personale e di fiducia mi ha confermato nell’incarico e l’attuale Presidente Roberto Occhiuto che mi ha consentito di portare a termine il lavoro contrattualizzato.

Nel mio messaggio di fine anno avevo già voluto ringraziare tutto il personale dell’Agenzia per la collaborazione ed il sostegno ricevuto in questi anni di lavoro non senza difficoltà, nel pieno dell’emergenza Covid e con scarsissime risorse finanziarie ed umane a disposizione.

È doveroso farlo anche in questa occasione per esprimere un sentimento di profonda gratitudine che meritano i circa 250 dipendenti dell’Arpacal che anche nelle fasi emergenziali non sono mai venuti meno al loro dovere e soprattutto al senso di appartenenza all’Ente. Mi auguro che nei prossimi anni le tante professionalità di cui l’Agenzia dispone possano ricevere dalla Regione segnali di maggiore fiducia che gioverebbero molto anche al fine di affermare la centralità dell’Arpacal nelle attività di monitoraggio e controllo che quotidianamente svolge al servizio delle istituzioni, dei cittadini e delle forze dell’ordine impegnate a combattere e reprimere i reati ambientali. Un capitale umano di prim’ordine che se valorizzato e rispettato appieno può costituire il vero punto di forza delle politiche di governance ambientale della Regione Calabria.

La mia personale esperienza è stata anche una straordinaria occasione per instaurare rapporti di collaborazione con i più alti rappresentanti delle istituzioni e del mondo associativo a diverso titolo coinvolte nel comune lavoro a partire dai colleghi del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa), i Prefetti delle province calabresi, i Procuratori della Repubblica dei territori coinvolti nell’attività di controllo delle acque di balneazione, i Comandanti Regionali dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto, i Sindaci ed i Presidenti delle Province, il Presidente del Consiglio Regionale e tutti i Consiglieri Regionali, il Presidente della Giunta e gli assessori Regionali, i Direttori dei Dipartimenti con particolare riferimento a quelli con i quali abbiamo interagito quotidianamente, ovvero Ambiente, Bilancio e Salute, oltre naturalmente ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste che svolgono in Calabria un ruolo di controllo severo, ma necessario per migliorare le condizioni ambientali della nostra terra.

Queste relazioni ed in particolare quelle con i colleghi Direttori Generali delle Arpa delle altre regioni hanno consentito all’Arpacal di aumentare la propria credibilità istituzionale a livello nazionale culminata con il mio riconoscimento quale vicepresidente di Assoarpa

Tornando a parlare di Arpacal, grazie al nuovo Regolamento di Organizzazione approvato dalla Giunta Regionale si è consegnato all’Agenzia un assetto organizzativo fortemente unitario ma sensibile alle diverse specificità territoriali per costruire un sistema di responsabilità diffuse sia per le diverse strutture dirigenziali ma anche per gli incarichi di funzione del personale del comparto.

La grande operazione di revamping di tutte le attrezzature dei cinque dipartimenti provinciali, dei centri specialistici e della rete laboratoristica, ha consentito di dotarli di strumentazioni all’avanguardia necessarie per le attività di monitoraggio e controllo di tutte le matrici ambientali.

Gli investimenti poderosi sulle sedi di proprietà dell’Agenzia sono stati un altro tassello importante dell’azione di questi anni. A Catanzaro a seguito dell’incendio del luglio 2109 sono stati ristrutturati i laboratori, adesso si dovrà intervenire sulle sedi di Crotone, di Vibo Valentia e Reggio Calabria e si procederà allo spostamento della dorsale laboratoristica di Cosenza a Castrolibero per poi completare gli interventi alle sedi.

Ovviamente la sfida del rilancio definitivo la si potrà vincere ad una sola condizione, ovvero quella dell’incremento della dotazione finanziaria dell’Agenzia che per legge dovrebbe essere l’1% del fondo sanitario regionale ed oggi sfiora solo lo 0,45%. Da oltre dieci anni viene trasferito un contributo omnicomprensivo di 15 milioni di euro quando in realtà ad oggi all’Arpacal spetterebbero quasi 36 milioni di euro. Queste risorse aggiuntive sono necessarie per colmare il vuoto di organico che, negli ultimi anni, è passato dai circa 400 dipendenti previsti in pianta organica agli attuali 250. Nonostante questa nota carenza di personale ad oggi l’Agenzia non è mai venuta meno ai suoi compiti istituzionali garantendo sempre le prestazioni ed i servizi richiesti o derivanti da precisi obblighi di legge.

Avverto il dovere infine di esprimere al nuovo Commissario Straordinario, il Generale Emilio Errigo che incontrerò nei prossimi giorni per il passaggio delle consegne, un sincero augurio di buon lavoro; sono certo che sua esperienza professionale tornerà utile per il rafforzamento di uno dei più importanti Enti Strumentali della Regione Calabria. (rcz)

RACCOLTA DIFFERENZIATA A BUON PUNTO
IN CALABRIA LA MAGLIA NERA VA A REGGIO

La Calabria è a buon punto con la raccolta differenziata. Secondo il report di Arpacal, infatti, avrebbe superato il 50%. Un importante risultato considerando che nel 2020 la percentuale era al 49,61% e nel 2019 del 47,23%.

Nel Report, realizzato da Clemente Migliorino, Responsabile della Sezione Regionale Catasto Rifiuti istituita presso la Direzione Scientifica e dal dott. Fabrizio Trapuzzano, sono stati raccolti ed elaborati i dati sulla produzione di Rifiuti Urbani e Raccolta Differenziata riferiti ai Comuni della Calabria, distinti per Categorie merceologiche secondo i Codici identificativi Cer.

A livello provinciale, Catanzaro è la città con la percentuale più alta della raccolta differenziata: 64,05%, seguita da Cosenza (57,81%), Vibo Valentia (56,15%), Crotone (35,83%) e Reggio Calabria (34,79%).

Con riferimento ai capoluoghi di provincia è da segnalare l’ottima performance del comune capoluogo di regione Catanzaro con il 70,04%; la Città di Cosenza incrementa la sua percentuale RD al 62,09% (+2,23%), Vibo Valentia con il 66,91% (+3,81%) e Crotone con il 17,64% (+5,66%), mentre si registra un decremento per la città di Reggio Calabria con il 29,21% (- 8,24%).

Per quanto riguarda la classifica dei primi 5 comuni calabresi si pone al primo posto il comune di Gimigliano (89,81%), a seguire Frascineto (86,70%) e Tiriolo (85,89) che si conferma al terzo posto. Subentra al quarto e quinto posto rispettivamente Jacurso (85,02) e Parenti (82,09).

L’importante traguardo raggiunto da Vibo Valentia è sicuramente frutto di un importante lavoro svolto dalla Giunta guidata dal sindaco, Maria Limardo che, al centro della sua politica, ha messo come priorità proprio la lotta contro i rifiuti. Per questo è stato approvato il progetto Una raccolta differenziata di qualità di premia, volto proprio a premiare e a incentivare chi effettua una corretta raccolta differenziata e, soprattutto, chi smaltisce secondo le regole l’indifferenziato.

«Puntare forte sulla tutela ambientale e trasformare il rifiuto in una risorsa – ha spiegato il sindaco Limardo – è un punto qualificante del programma di questa amministrazione. Un punto che stiamo cogliendo con i fatti, certificati dagli indicatori che attestano la crescita esponenziale sul fronte della differenziata. Tutto ciò è certamente frutto di un gioco di squadra e di una sinergia tra l’istituzione e il cittadino, ma non dobbiamo fermarci, abbiamo il dovere di migliorare sempre di più».

L’assessore all’Ambiente, Vincenzo Bruni, ha evidenziato come «i cittadini hanno dimostrato grande senso civico che, unito ai controlli del territorio da parte del Dec, ad una migliore organizzazione del servizio da parte della ditta Ecocar ed al lavoro degli operatori, ci ha permesso un miglioramento complessivo dell’intero servizio di raccolta del rifiuto urbano».

«L’avvio a gennaio 2022 del Centro di raccolta comunale di Vibo Valentia – ha spiegato – ha garantito la possibilità alle utenze cittadine del conferimento di tutte le tipologie di rifiuto non previste nella raccolta porta a porta settimanale garantendo livelli di qualità della raccolta differenziata. Inoltre, è di prossima apertura il Crc di Bivona, e l’utilizzo nei due Crc di pesa e bilancia per la pesatura del rifiuto ci permette di promuovere le prime sperimentazioni che ci avvicineranno alla Tariffa puntuale».

 Da sottolineare anche, se piccolo, il miglioramento della città di Crotone. Il suo sindaco, Vincenzo Voce, si è davvero rimboccato le maniche per liberare la sua città dal problema dei rifiuti. Lo scorso 14 dicembre, il Comune ha aderito ad Arrical – Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria, per l’esercizio associato delle funzioni pubbliche relative al servizio idrico integrato e al servizio di gestione dei rifiuti urbani previste dal Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152.

Per Reggio, invece, non ci siamo proprio. È la città che ha registrato il trend peggiore. La città dello Stretto, purtroppo, è tristemente nota per il perenne e ormai atavico problema dei rifiuti. Un problema che sembra non trovare soluzione anzi, che è diventato una vera e propria emergenza. Le strade, i quartieri e Rioni sono letteralmente invasi dai rifiuti. Eppure, secondo i dati di Cittadinanzattiva, Reggio è una delle città con la Tari più alta: è pari a 443 euro. Una beffa, considerando la situazione di degrado ambientale che sta ingiustamente vivendo la città. (rrm)

 

Ambiente, convenzione tra Arpacal e Società Italiana di Geologia Ambientale

Importante convenzione è stata stipulata tra Arpacal Società Italiana di Geologia Ambientale, che crea un modello innovativo di collaborazione esportabile in tutta Italia sul tema dell’ambiente.

Le parole chiave sono tre: collaborazione, sinergia e divulgazione. La collaborazione Arpacal e Sigea si intende su un campo molto ampio come quello ambientale che riguarda aspetti che sono sinergici. Il lavoro comune tende ad avere una visione globale dello stato dell’ambiente che comprende tutte le matrici e soprattutto quella legata all’idrogeologia.
«L’esperienza della Società Italiana di Geologia Ambientale è per noi fondamentale e l’enorme professionalità ci aiuterà nel dare un impulso molto forte alle nostre attività. Cruciale è la divulgazione dei dati ma anche la ricerca sul campo che noi facciamo. Questo aspetto sarà fondamentale non solo per lo scambio di carattere tecnico – scientifico ma anche per la formazione delle nuove generazioni. La divulgazione delle informazioni, rendere i risultati degli studi accessibili e leggibili alle nuove generazioni ci consentirà di formare una coscienza diversa e speriamo molto più consapevole dei rischi idrogeologici e la prevenzione», ha dichiarato Michelangelo Iannone, Direttore Scientifico di Arpacal intervenendo al Convegno per il Trentennale della nascita della Società Italiana di Geologia Ambientale, conclusasi ieri a Roma presso la prestigiosa sede della Società Geografica Italiana.
Arpacal ha partecipato alla Convention Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale che ha riscontrato particolare successo con la presenza di Enea, Ispra, CNR, numerose Università Italiane, Consiglio Nazionale dei Geologi. Società Geografica Italiana. Un grande evento per il trentennale della SIGEA con il patrocinio morale del Ministero della Transizione Ecologica e del Ministero dell’Ambiente. La sede giusta, dunque per presentare la convenzione tra SIGEA e Arpa Calabria.
«Si tratta – ha spiegato Antonello Fiore, presidente nazionale Sigea – di un modello innovativo esportabile anche in altri territori italiani. Arpacal e Società Italiana di Geologia Ambientale, andranno a collaborare sulle varie tematiche ambientali anche nell’attività di informazione e conoscenza dei programmi di educazione ambientale. Grazie alla sensibilità del management dell’Arpacal, del Commissario Domenico Pappaterra, e alla sempre più concreta e stringente collaborazione con la sezione regionale di Sigea, la Calabria può vantare il primo accordo tra Sigea e Arpa che andrà a creare un’interazione di competenze in diversi settori riguardanti l’ambiente».
«La Sigea per 30 anni – ha dichiarato Gaetano Osso, Presidente della Sigea sezione Calabria – si è dimostrata un’associazione seria, che ha argomentato scelte e confronti scientifici nell’interesse della collettività. La Calabria, negli ultimi anni, ha calamitato l’interesse non solo degli addetti ai lavori, triplicando gli iscritti, ma anche dei cittadini comuni, delle scuole e di Enti che si occupano della gestione di aree naturalistiche e museali. Sono però anche cosciente che il lavoro fin qui svolto non deve essere considerato come un punto di arrivo ma come stimolo e impegno per proseguire e ampliare la coscienza ambientale, unico futuro per l’uomo e il Pianeta». (rcz)

Convenzione tra Metrocity RC e Arpacal per monitorare l’impianto di Melicuccà

La Città Metropolitana di Reggio Calabria ha firmato una convenzione con Arpacal per l’avvio del monitoraggio sull’impianto di Melicuccà.

Un passaggio considerato centrale nell’ambito della strategia che la Città metropolitana di Reggio Calabria sta portando avanti per il settore rifiuti, e che era stato già ampiamente previsto prima in Conferenza metropolitana e poi in Consiglio, quale atto di indirizzo condiviso dall’assemblea di Palazzo Alvaro.

Lo ha reso noto il consigliere metropolitano delegato al Ciclo integrato dei rifiuti, Salvatore Fuda, il quale ribadisce ancora una volta che «tutta l’attività si sta svolgendo secondo criteri di massima sicurezza che vanno ben al di sopra degli standard richiesti per impianti di questo tipo, poiché l’obiettivo è quello di condurre tutto l’iter nel miglior modo possibile».

«Dispiace che fino ad oggi – ha evidenziato Fuda – non si sia parlato del vecchio impianto che era già esistente mentre oggi, nel momento in cui viene avviata una seria e rigorosa attività di bonifica, la stessa struttura diventa oggetto di discussione pubblica. Ciò in effetti è qualcosa di paradossale poiché in passato nulla è stato detto rispetto ad un sito che in precedenza presentava condizioni di rischio e di criticità».

«Rischi che, tuttavia – ha proseguito – non hanno determinato nel tempo alcuna condizione di inquinamento nei confronti del territorio, dunque non si capisce perché adesso, il nuovo impianto che è realizzato secondo i più moderni standard e che viene utilizzato solo come sito di stoccaggio per rifiuti che sono imballati e messi in sicurezza, debba rappresentare una minaccia per l’ambiente».

Il monitoraggio condotto dall’Arpacal «per un intero anno sarà seguito da vicino dallo stesso Ente metropolitano – assicurato il consigliere Fuda – con l’obiettivo di osservare con grande attenzione tutte le evidenze e le indicazioni che da tale lavoro emergeranno. La Città metropolitana, sin dall’inizio di questa vicenda, ha agito con grande senso di responsabilità, ponendo al centro di tutto la tutela della salute dei cittadini e la sicurezza dell’ambiente. Lo dimostra ampiamente il fatto che l’Ente si sia preso tutto il tempo necessario prima di compiere ogni passo, operando nel quadro di una strategia complessiva che guarda alla normalizzazione e alla sostenibilità dell’intero ciclo integrato dei rifiuti».

«Questo lavoro che la Metrocity sta conducendo – ha proseguito – è bene ricordarlo sempre, determina un ingente risparmio di risorse pubbliche grazie al mancato conferimento fuori regione che incide in modo pesante sulle casse dei Comuni. Adesso – conclude Fuda – occorre che tutti gli attori istituzionali e anche la cittadinanza, facciano la loro parte. A cominciare dai territori e dai cittadini, affinché rafforzino l’impegno sul fronte della differenziata che rimane sempre la stella polare da seguire per rendere funzionale ed efficiente il settore rifiuti».

«Ma è necessario – ha concluso – anche un approccio diverso a tale problematica ragionando in forma coesa, come comunità, poiché solo così riusciremo a restituire normalità ad un settore delicatissimo da cui dipendono il benessere e la qualità della vita di tutte le comunità del territorio metropolitano di Reggio Calabria».

LA LUNGA STRADA PER UN MARE PULITO
IN CALABRIA, LA SINERGIA È LA CHIAVE

Il mare non è solo una questione della Calabria, ma anche – e soprattutto – dei calabresi. Il problema dell’inquinamento e della maladepurazione, infatti, è un problema atavico a cui si è iniziato a lavorare seriamente solo di recente, con l’elezione di Roberto Occhiuto a presidente della Regione.

Non che prima non fosse stato fatto nulla ma, con dati e fatti alla mano, il presidente Occhiuto è riuscito a creare quelle sinergie – forse prima irrealizzabili – tra Enti, Associazioni e autorità che potrebbero dare davvero la svolta di cui il nostro mare ha decisamente bisogno.

Come già ribadito dal direttore dell’ArpacalDomenico Pappaterra, c’è stata «una nuova consapevolezza nell’affrontare le criticità causate da decenni di incuria e abusi di ogni genere; penso alle iniziative dell’Associazione Mare Pulito Bruno Giordano nel vibonese, al recente incontro dell’associazione Mare Pulito (con la quale Arpacal ha sottoscritto un protocollo di collaborazione) con il presidente della Regione Calabria e le altre istituzioni, all’uscita del rapporto Mare Monstrum di Legambiente, alle proposte di Alleanza Ecologica per l’Italia e alle diverse iniziative di controllo ambientale delle associazioni ambientaliste dell’alto tirreno cosentino e del medio tirreno lametino».

«Questo fermento denota un cambio di passo che va nella giusta direzione, ovvero – ha detto Pappaterra – quella di unire tutte le forze in una sfida quasi impossibile ma che si potrà vincere se tutti quanti remeremo dalla stessa parte».

Ne è l’esempio del Protocollo d’intesa per la Salvaguardia e la Tutela del Mare, sottoscritto nel 2021 tra l’Associazione Mare Pulito e i Comuni dell’Alto Tirreno Cosentino, che sono continuamente vittime di casi di maladepurazione.

Una situazione, che è stata continuamente denunciata da Italia Nostra Alto Tirreno Cosentino, e che, in risposta alle dichiarazioni rilasciate da Occhiuto, secondo cui «per 20 anni non si è parlato di depurazione; quindi ora stiamo cercando di rimediare a 20 anni di inerzia. Non sarà facile avere un mare cristallino già questa estate. Confidiamo di risolvere il problema della depurazione in due anni, ma se quest’anno lo risolvessimo al 40% non sarebbe male», ha chiesto di «vedere prima i fatti», oltre che «più serietà e responsabilità da parte di tutti».

Detto fatto. Il Governatore ha avviato una serie di iniziative per il Mare Pulito, come l’ordinanza del 16 giugno per interventi urgenti sui depuratori di 13 Comuni della fascia Tirrenica e sugli scarichi abusivi, la collaborazione con il direttore della Stazione Zoologica “Anthon Dorn”, Silvio Greco e, per ultimo, un’azione di monitoraggio sperimentale del mare, che si svolge utilizzando elicotteri e droni. Importante, poi l’attivazione di un tavolo regionale con Procure, Prefetture, Capitanerie di Porto, Guardia di Finanza e Carabinieri per le attività di verifiche degli scarichi abusivi e delle anomalie presenti.

Tutte azioni che sicuramente non risolveranno il problema immediatamente ma che porteranno, nel tempo, ai risultati tanto sperati. Tuttavia, anche se Arpacal ha rilevato che quasi il 90% della nostra costa con acque in qualità eccellente, solo il 2,3% è da considerare in qualità scarsa, il problema del mare sporco, purtroppo, sarà un tema continuo nell’estate dei calabresi.

Proprio nella giornata di domenica, a Marina di San Lorenzo, in provincia di Reggio, è arrivata la denuncia da residenti e turisti per il mare inquinato.

«Prendere un’infezione dovuta al mare inquinato nel 2022 è davvero inaccettabile. Come possiamo definire questo un paese civile quando mancano anche le cose più basilari? Tutto questo, poi, è aggravato dal fatto che il cittadino non ha un punto di riferimento nelle istituzioni con cui interfacciarsi, a cui chiedere risposte. La rassegnazione regna sovrana», hanno denunciato i bagnanti, che hanno chiesto a Occhiuto di «”toccare con mano” la gravità della situazione nella costa jonica reggina. Servono soluzioni concrete, basta a quelle tampone che non fanno altro che peggiorare la situazione. Questa terra ha bisogno di riscatto, mentre cittadini e turisti meritano di vivere in serenità i pochi giorni di ferie di cui possono godere». (rrm)

 

L’OPINIONE / Domenico Pappaterra: Occorre un’azione corale nella lotta all’inquinamento del mare

di DOMENICO PAPPATERRA – In questi giorni si stanno susseguendo incontri, dibattiti e prese di posizione del mondo politico istituzionale e associativo sullo stato di salute del mare calabrese che segnalano indubbiamente una nuova consapevolezza nell’affrontare le criticità causate da decenni di incuria e abusi di ogni genere.

Penso alle iniziative dell’associazione Mare Pulito Bruno Giordano nel vibonese, al recente incontro dell’associazione Mare Pulito (con la quale Arpacal ha sottoscritto un protocollo di collaborazione) con il presidente della Regione Calabria e le altre istituzioni, all’uscita del rapporto Mare Monstrum di Legambiente, alle proposte di Alleanza Ecologica per l’Italia e alle diverse iniziative di controllo ambientale delle associazioni ambientaliste dell’alto tirreno cosentino e del medio tirreno lametino.

Questo fermento denota un cambio di passo che va nella giusta direzione, ovvero, quella di unire tutte le forze in una sfida quasi impossibile ma che si potrà vincere se tutti quanti remeremo dalla stessa parte.
La controffensiva lanciata in tempi non sospetti dal Presidente della Regione con l’istituzione di una Cabina di Regia fu accompagnata all’inizio da una sorta di scetticismo che col passare del tempo e l’intensificarsi delle attività è stato gradualmente superato e a oggi in molti riconoscono la bontà di quella scelta strategica.

Fondamentale a mio avviso è stata la creazione di una task force per il mare che ha riunito i Procuratori della Repubblica di Vibo Valentia, Lamezia Terme e Paola, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, il Comandante Generale della Guardia di Finanza, il Comandante Generale della Capitaneria di Porto, il Direttore Generale Arpacal e il Professor Silvio Greco dell’Istituto di Ricerca Anton Dohrn.

Una task force operativa che in funzione dei tempi ristretti ha concentrato le proprie attività di monitoraggio e controllo principalmente sul tratto tirrenico compreso tra Tortora e Nicotera.
I risultati delle operazioni “Deep” hanno portato alla ribalta numerosi scarichi abusivi e alcuni illeciti ambientali di aziende agricole che sversavano direttamente gli scarti di lavorazione nei nostri fiumi o di lavanderie industriali senza alcun collettamento agli impianti di depurazione che spesso erano mal funzionanti.

Nello stesso tempo c’è stata un’azione molto forte delle istituzioni regionali con il Dipartimento Ambiente della Regione e i tecnici Arpacal che insieme a quelli dell’istituto Anton Dohrn hanno monitorato gli impianti di depurazione lungo questo tratto di costa rinvenendo quasi 25.000 tonnellate di fanghi della depurazione che erano stoccati presso gli impianti stessi. Alcuni depuratori presentavano un cattivo funzionamento di molte pompe di sollevamento e addirittura sono stati rinvenuti impianti sprovvisti dei quadri elettrici.

Molto significativa da parte della Regione è stata la volontà di venire incontro alle difficoltà dei comuni facendosi carico di finanziare sia lo smaltimento di questi fanghi sia il ripristino degli impianti.
Grazie al finanziamento che era stato già deliberato in precedenza, Arpacal ha potuto ripristinare in circa 70 impianti costieri i cosiddetti campionatori automatici che consentono da remoto di poter attivare le attività di prelievo e controllo delle acque in uscita dall’impianto.

Nonostante queste criticità che stiamo affrontando, ribadisco ancora una volta la balneabilità del nostro straordinario mare; i dati dell’ultima Campagna di Balneazione Arpacal mostrano quasi il 90% della nostra costa con acque in qualità eccellente, solo il 2,3% è da considerare in qualità scarsa.

In queste criticità però c’è la vera sfida, lavorando tutti verso un obiettivo comune già da quest’anno sarà possibile recuperare una buona parte di questa percentuale e insistendo su questa strada si potranno ottenere risultati concreti e duraturi per godere finalmente di un mare pulito e fruibile da tutti i turisti e i cittadini calabresi. (dp)

[Domenico Pappaterra è direttore generale dell’Arpacal]

A Crotone la mostra con le opere degli studenti realizzate col progetto di Arpacal

Per tutta l’estate, nella sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Crotone, sarà possibile ammirare la mostra realizzata con le opere originali elaborate dagli studenti, nell’ambito del Progetto di educazione ambientale Non Abusiamo del Mare promosso da Arpacal in partenariato con Capitaneria di Porto e Gruppo ANMI di Crotone.

All’inaugurazione, lo scorso 23 giugno, hanno preso parte, oltre al Comandante della Capitaneria di Porto, Giovanni Arcangeli, i soci ANMI- il Presidente dott. De Caro e il dott. Grilletta – gli studenti , tra gli altri ricordiamo quelli dell’Istituto di Strongoli, di Cirò Marina e del Liceo classico di Santa Severina con i relativi docenti.
A illustrare la valenza della mostra, Emilio Cellini, dirigente biologo del Centro Regionale di Strategia Marina di Arpacal, con la biologa Laura Pirrera, i tecnici Alfredo Amoruso, Francesco Megna, Tommaso Ciccopiedi e Cataldo Filippelli in servizio presso lo stesso Centro e Sonia Serra dirigente del Centro di Educazione ambientale con Rosalba Odoguardi.
Realizzati con materiale riciclato, le opere esprimono oltre alla capacità creativa dei ragazzi, la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di conoscere il patrimonio marino per preservarlo da alcuni comportamenti che provocano un impatto negativo sulla qualità delle acque costiere e sull’ecosistema, sempre più contaminato dalla presenza di microplastiche e frammenti di materiali che, non smaltiti correttamente, finiscono in mare.
La vita e la biodiversità del mare, inoltre, è un’esperienza che attraversa tutta la mostra, attraverso 5 visori 3D che animano la Stella Carlit, di 3.5 mt di raggio, che restituisce in una visione tridimensionale lo straordinario patrimonio delle aree SIC “Siti di Importanza Comunitaria (SIC) Marini della Calabria” e la valenza della Posidonia oceanica, come indicatore di salute dell’ecosistema.
La mostra è inserita nel programma di eventi collaterali alla seconda edizione del Nastro Rosa Tour, regata velica nazionale che ha fatto tappa a Crotone in questi giorni. (rkr)

Il 28 giugno s’inaugura i nuovi locali dell’Area Meteo del Centro Funzionale Multirischi di Arpacal

Martedì 28 giugno, a Cosenza, s’inaugurano i nuovi locali dell’Area Meteo – Servizio Meteorologico Regionale del Centro Funzionale Multirischi dell’Arpacal, ubicati presso la Stazione Ferroviaria di Vaglio Lise e concessi in comodato d’uso da Rete Ferroviaria Italiana.

All’inaugurazione, che avverrà alle 10, saranno presenti il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra.

«L’inaugurazione dei nuovi locali area meteo – si legge in una nota – non rappresenta solo un fatto simbolico ma permetterà ancora di più ad Arpacal ed al suo Centro Funzionale di essere parte integrante del sistema nazionale di previsione e prevenzione dei rischi meteo-idrogeologici ed idraulici finalizzato alla salvaguardia della pubblica incolumità. Arpacal, a seguito del DPR 186/2020, sarà l’unica Agenzia per l’Ambiente del sud Italia a divenire Ente Meteo del Servizio Meteorologico Nazionale e nodo per la Calabria di Italia Meteo, l’Agenzia Nazionale per la Meteorologia e la Climatologia, nata per svolgere a livello nazionale il coordinamento della gestione delle attività in materia di meteorologia e climatologia».
«Tutto ciò – continua la nota – sarà possibile grazie alle nuove attrezzature altamente evolute presenti nell’area meteo che permetteranno sempre maggiori attività d’analisi. Come direttore generale sono orgoglioso di poter offrire ai cittadini calabresi questa importante risorsa; spero possa contribuire a fronteggiare gli effetti purtroppo già visibili del cambiamento climatico in corso soprattutto in una regione fragile come la Calabria».
Il Centro Funzionale Multirischi è parte essenziale del Sistema nazionale e regionale di protezione civile, costituendo infatti il nodo calabrese della Rete nazionale dei Centri Funzionali, coordinata da Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, e svolgendo i compiti istituzionali di allertamento del rischio meteo idrogeologico ed idraulico
Il Centro Funzionale effettua, in tale ambito, il monitoraggio dei fenomeni meteo-idrogeologici ed idraulici: la struttura è infatti operativa h24 tutti i giorni dell’anno, garantendo le proprie attività volte a preservare la vita umana, sia in fase previsionale che in corso d’evento.
Con l’inaugurazione dei locali potrà dirsi oggi compiuto il lungo percorso che ha portato all’attuazione dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004 e dalla Direttiva Regionale sul sistema di allertamento regionale per il rischio meteo idrogeologico ed idraulico in Calabria, approvata con deliberazione di Giunta Regionale n. 535 del 15 novembre 2017, che prevedeva che il Centro Funzionale Multirischi dell’Arpacal fosse costituito, oltre che dall’Area-Idro, oggi già esistente ed operativa, anche dal Servizio Meteorologico Regionale – Area Meteo, finalizzata a garantire, per l’intero territorio regionale e per 365 giorni all’anno, le attività autonome di elaborazione delle previsioni meteorologiche, propedeutiche alla valutazione degli scenari di criticità meteo-idrogeologica ed idraulica regionali a salvaguardia della pubblica incolumità, che a tutt’oggi per la Calabria vengono effettuate, in regime di assistenza, dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.
L’Area Meteo del Centro Funzionale Multirischi viene realizzata nell’ambito del progetto più complessivo “Centro Funzionale Multirischi 2.0, a valere sul POR Calabria FESR FSE 2014-2020, con una dotazione finanziaria di circa 11.000.000 euro. Tale progetto si prefigge lo scopo di sviluppare ed implementare le capacità di previsione e prevenzione dei rischi meteo-idrogeologici ed idraulici finalizzata alla salvaguardia della pubblica incolumità.
La realizzazione dell’Area Meteo, sollecitata anche da apposita Mozione approvata dal Consiglio Regionale nel 2018, assume inoltre oggi ancora maggior importanza per il coordinamento della gestione delle attività in materia di meteorologia e climatologia, al fine di supportare le autorità statali e regionali preposte alle funzioni di protezione civile, di tutela della salute e dell’ambiente, di politica agricola, del sistema di allerta nazionale per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico e delle misure di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici.
Nel corso dell’evento saranno mostrati al pubblico anche i mezzi e parte della strumentazione acquisita con il progetto, tra i quali due droni con sensoristica di elevata tecnologia (un drone multi rotore esacottero ed un drone multi rotore quadricottero), per il monitoraggio ed il rilevamento degli stati di rischio sul territorio, un radar meteorologico mobile in banda X, che consentirà una stima accurata dei campi di precipitazione nelle varie porzioni di territorio, una sala operativa mobile che fungerà anche da centro di comando e stazione di controllo e pilotaggio degli aeromobili, due fuoristrada da utilizzare per il trasporto. (rcs)