Presentato l’accordo tra Arpacal e Comune di Vibo per la protezione e prevenzione dell’ambiente

È stato presentato l’accordo quadro tra Arpacal e il Comune di Vibo Valentia, che tende a rafforzare le attività di controllo e monitoraggio delle acque marine comprese nella zona costiera ricadente nel territorio del Comune di Vibo Valentia, nonché dei corsi d’acqua che afferiscono al mare.

Previsto anche il  monitoraggio e controllo di specie marine protette e non indigene, dei fenomeni di eutrofizzazione. Per fare ciò i due enti si impegnano ad implementare la tempistica e la struttura tecnica relativa alla fase preanalitica, utilizzando tecnici esperti nella matrice specifica, sia durante i campionamenti e sia durante la ricerca e le valutazioni delle variazioni dello stato ambientale che le hanno causate.

La collaborazione tra Arpacal e Comune di Vibo valentia, inoltre, prevede anche attività di sensibilizzazione e comunicazione ambientale rivolte alla popolazione per accrescere in essa la consapevolezza del legame tra ambiente e uso responsabile delle risorse naturali. Ciò si concretizzerà anche attraverso la realizzazione di un rapporto di collaborazione su argomenti di comune interesse, mediante un sistematico interscambio di informazioni, lo sviluppo e l’attuazione di iniziative congiunte, eventualmente aperte alla partecipazione di soggetti terzi, anche allo scopo di favorire il più razionale impiego delle risorse disponibili presso ciascuna parte.
«L’accordo di collaborazione tra la nostra Agenzia ed il Comune di Vibo Valentia – ha dichiarato Domenico Pappaterra, direttore generale dell’Arpacal – che presentiamo oggi alla stampa e quindi all’opinione pubblica, si sviluppa sul solco di una strategia di attenzione che promana dagli indirizzi regionali e da ciò che già la legge regionale istitutiva dell’Arpacal prevede, ossia che la nostra agenzia fornisca un supporto tecnico scientifico al sistema degli enti locali per la prevenzione e la protezione dell’ambiente nelle sue diverse matrici di riferimento».

«Già a Pizzo, lo scorso 16 dicembre – ha proseguito Pappaterra – è stata presentata una strategia comune, interistituzionale, per fronteggiare alla radice la problematica della qualità delle acque ed il loro stato di salute. Per la prima volta Regione, le tre Procure di Vibo, Lamezia e Paola, con noi di Arpacal e la stazione zoologica Anton Dhorn, sarà profuso uno sforzo sinergico. I nostri tecnici del dipartimento di Vibo, guidati da Clemente Migliorino, stanno collaborando con i tecnici della Regione per andare a verificare lo stato di stoccaggio dei depuratori della provincia. Questo è un primo segnale. Basti pensare che la Puglia, smaltisce 330 mila tonnellate fanghi, da dati ISPRA, mentre la Calabria solo 30. Evidentemente succedono cose che non sono più tollerabili».

«Bisogna verificare – ha aggiunto – quali siano le difficoltà che impediscono nel nostro territorio a smaltire correttamente tutti i fanghi di depurazione. Dalla prossima settimana, inoltre, partirà attività congiunta di Arpacal e stazione Anton Dhorn per la verifica dell’effettivo funzionamento dei depuratori; piena collaborazione, ovviamente, con le procure della Repubblica presso i tribunali di Vibo, Lamezia e Paola. È un primo impegno concreto, con largo anticipo rispetto all’estate».

«Nel merito dell’accordo con il Comune di Vibo – ha proseguito il direttore dell’Arpacal – noi abbiamo deciso di puntare sul dipartimento provinciale di Vibo per una specializzazione nella materia delle acque marine ed interne. Con il coordinamento del nostro direttore scientifico Iannone stiamo supportando la Regione, per la prima volta in venti anni, nel piano regionale di tutela delle acque. Con il dr. Clemente Migliorino, direttore del dipartimento di Vibo,  stiamo installando in provincia di Vibo degli autocampionatori ai depuratori. Per gli impianti del Tirreno ho chiesto di pre-collaudare gli autocampionatori, alcuni in provincia di Vibo, per dare i primi dati alla cabina di regia voluta dal Presidente Occhiuto».

«Anche per quanto riguarda la biodiversità, il dipartimento di Vibo ha ora le professionalità per dare il giusto supporto al programma regionale che Arpacal sta seguendo per la Regione Calabria» ha concluso.

«La ragione di questo accordo, che presentiamo oggi alla stampa,  è prioritariamente legato alla tutela delle acque – ha dichiarato il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, presiedendo i lavori della conferenza stampa – ; già nella scorsa stagione balneare, abbiamo avuto l’appoggio di Arpacal nell’annosa problematica del rinvenimento di strane colorazioni nelle acque del nostro mare, tra cui diversi casi di fioritura algale».

«È vero che questa straordinaria quantità di alghe presente nei nostri mari – ha proseguito – lasci intendere una presenza di scarichi non regolari. Ringrazio per il sostegno, e la presenza a questo incontro con la stampa, sia l’assessore comunale all’ambiente Bruni e sia il presidente della commissione consiliare regionale alla Sanità Comito. C’è una attenzione particolare del Governatore Occhiuto che, come noto, ha chiamato a raccolta le massime autorità istituzionali del territorio e ha deciso di darci dentro sul problema della depurazione. La presenza oggi dei vertici Arpacal, lascia intendere una piena condivisione di intenti di lunga prospettiva».

«Questa convenzione quadro – ha spiegato il direttore scientifico dell’Arpacal, Michelangelo Iannone – manifesta la vicinanza delle Istituzioni tra loro, Comune e Arpacal, per andare a sistema e per  chiudere il cerchio su una serie di attività che abbiamo svolto nel periodo estivo dell’emergenza; ma questa, quella di rincorrere le emergenze, è una partita persa, e ce ne accorgiamo quando siamo fruitori del mare nella stagione balneare».

«Per questo Arpacal – ha aggiunto – con questo accordo, dal punto di vista tecnico vuole che il suo apporto, al pari di tutte le attività istituzionali per tutti gli enti, sia più interattivo con il Comune perché, insieme  a noi, lo si spieghi all’opinione pubblica, aprendo un dialogo serrato. Noi siamo chiamati a dare risposte scientifiche certe ed affidabili, e nel caso di balneazione diamo risposte legate alla tutela sanitaria del bagnante. Ora, finalmente grazie al Comune, saremo nelle condizioni di affrontare il problema in tempi utili. Così saremo in grado di rafforzare il rapporto di fiducia con la cittadinanza per tutte le tematiche di nostra competenza».

«Ringrazio l’Arpacal – ha dichiarato Michele Comito, presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale – non solo per questo accordo quadro, ama anche per aver avuto la giusta attenzione sul nostro territorio nella riorganizzazione dei dipartimenti. I dati economici del turismo sono positivi, circa il 30 % in più rispetto all’annualità precedente, ed è noto che le tematiche ambientali, ed in particolare del mare, diventino strategiche. C’è una grande attenzione del Presidente Occhiuto sul nostro territorio e, nello specifico della depurazione, c’è un investimento di 800 mila euro per l’impianto di Santa Maria di Ricadi che aiuterà non poco il territorio». (rvv)

Convenzione tra il Comune di Vibo e Arpacal per la protezione dell’ambiente

Proteggere l’ambiente e sviluppare i territori. È questo l’obiettivo della convenzione tra il Comune di Vibo Valentia e Arpacal, che sarà presentato il 25 gennaio alle 12 a Palazzo Luigi Razza e che vede come protagonista il mare e la qualità delle acque della costa vibonese.

Alla base di questo accordo, alla cui presentazione ci saranno Domenico Pappaterra, direttore generale Arpacal e Michelangelo Iannone, direttore scientifico,

 c’è la consapevolezza che l’interlocuzione su questioni ambientali richieda una nuova alleanza tra istituzioni, basata sulla comprensione dei dati e delle indagini delle attività tecnico scientifiche, in modo da garantire interventi mirati a rimuovere le criticità riscontrate. 

«In questo ambito – ha spiegato il sindaco Maria Limardo ciascun ente ha una competenza specifica che attraverso il metodo della collaborazione può portare a risultati significativi per la protezione ambientale e, con il supporto dell’associazionismo, accrescere il senso di responsabilità collettiva».

«L’Accordo – ha precisato il direttore generale Pappaterra – rappresenta un focus rispetto alle attività che Arpacal svolge nell’attuazione degli indirizzi regionali ed è in linea con la crescente attenzione verso le tematiche ambientali che ha reso il pubblico sempre più consapevole della necessità di cooperazione. Cittadini, imprese e istituzioni, attraverso il solido terreno dei dati scientifici, sono chiamati ad agire dalla stessa parte per determinare comportamenti corretti a salvaguardia dell’ambiente e della qualità del mare».

«Il rigore scientifico è alla base della ricerca di soluzioni che puntino a superare le criticità esistenti: certificare la fioritura algale – ha spiegato il direttore scientifico Iannone – significa che c’è una probabile risposta a fattori come l’inquinamento, l’aumento del deflusso di nutrienti fluviali, la perdita di ossigeno, e l’eutrofizzazione. I risultati delle attività della scorsa estate richiamano all’agire tutti gli enti preposti al controllo e alla repressione di potenziali ecoreati che connotano la vicenda degli scarichi, compresi quelli collegati al sistema di depurazione». (rvv)

 

 

RIFIUTI URBANI 2020 IN CALO IN CALABRIA
PER LA DIFFERENZIATA CRESCITA SCARSA

dalla REDAZIONE ROMANA – I dati relativi alla produzione dei rifiuti urbani e della loro raccolta, diffusi da Arpacal (l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) nel suo rapporto 2021 e relativo all’anno 2020, indicano un comportamento virtuoso della Calabria con un calo nella produzione, ma non sono entusiasmanti quelli per la raccolta differenziata. Secondo quando si rileva nel Rapporto 2021, la produzione dei rifiuti urbani in Calabria, è scesa, leggermente, nel 2020 (da 767,270 tonnellate nel 2019 a  715,975) registrando un  aumento della raccolta differenziata che dal 47,23 % (2019)  passa a 47,83%. Il trend positivo riguarda in particolar modo i  Comuni di Vibo Valentia e Catanzaro.

Il direttore generale dell’Arpacal, Mimmo Pappaterra, valuta positivamente i dati: «Prosegue gradualmente – ha dichiarato Pappaterra – il percorso di diffusione della raccolta differenziata in Calabria, con ottime performance su alcuni territori provinciali e criticità sedimentate in altri. E’ la fotografia dello scenario della raccolta dei rifiuti in Calabria, che abbiamo inviato alle Istituzioni competenti e rendiamo nota all’opinione pubblica, che sarà utile per le programmazioni future».

I dati derivano da una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione curata dalla Sezione Regionale Catasto Rifiuti istituita presso la Direzione Scientifica dell’Arpacal, in attuazione di uno specifico compito istituzionale. Dal prossimo anno – stato fatto rilevare dal Responsabile della Sezione Regionale Catasto Rifiuti, Clemente Migliorino, e dal funzionario Fabrizio Trapuzzano, sono previste alcune novità nel collecting dei dati che permetteranno di superare i limiti determinati dalla raccolta dati, basata sull’invio di una scheda da compilare ad opera dei Comuni. Dal maggio 2021, infatti, è operativa la piattaforma MySIR che permette un aggiornamento costante dei dati di ciascun comune, sulla produzione dei rifiuti. Attraverso questa nuova metodologia, l’Arpacal potrà costantemente monitorare i dati incrociandoli con quelli dei gestori degli impianti di trattamento, elaborando report più puntuali rispetto alla vecchia metodologia sinora applicata.

Il direttore scientifico dell’Arpaca, Michelangelo Iannone, nel commentare il report ha voluto evidenziare l’importanza di accelerare per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile: «Attraverso un efficace e completo sistema conoscitivo sui rifiuti, grazie al registro dinamico introdotto nel maggio scorso, Arpacal è in grado di fornire al decisore pubblico un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e utile per orientare politiche e interventi adeguati, introducendo, se necessario, eventuali misure correttive».

I valori della raccolta differenziata, come detto prima, non sono brillanti, ma segnalano l’impegno di comuni come Catanzaro e Vibo Valentia che hanno registrato performance in incremento rispetto al passato e soprattutto a fronte dei risultati poco ragguardevoli di molti comuni calabresi. Le tabelle si commentano da sole:

Infatti, Catanzaro registra un 70,27% rispetto al 66,97% dell’annualità precedente, e Vibo Valentia il 63,10% rispetto al 47,83% rispetto all’anno precedente, un dato che registra  un salto percentuale molto importante del +15,27%. Il buon andamento si riflette sulle province di riferimento di Catanzaro (60,03%) e Vibo Valentia (53,79%). Altro discorso per la città di Cosenza (59,85%) e, quindi, la sua provincia (56,05%) che registrano un lieve calo rispetto alle annualità precedenti. Importanti criticità vanno registrate nell’area metropolitana di Reggio Calabria (37,45% la città e 32,30% l’area provinciale) e nella città e provincia di Crotone (11,98% città e 27,01% provincia); in questi casi continuano ad incidere i problemi all’impiantistica a supporto della gestione dei rifiuti.

Nel complesso regionale, la top 5 dei comuni più virtuosi vede confermato al primo posto Frascineto (85,06%), in provincia di Cosenza, seguito dalle “new entry” Gimigliano (85,04%) e Tiriolo (84,84%) della provincia di Catanzaro. Al quarto posto Carolei (83,41%) e al quinto Cerisano (83,14%) , in provincia di Cosenza.

In base alla regolamentazione attualmente in vigore, approvata con D.G.R. n. 226 del 29 maggio 2017, entro 30 giorni, i Comuni inadempienti, cioè che non hanno trasmesso alcun dato, e quelli che hanno trasmesso, ma che intendono migliorare, potranno fornire dati ed osservazioni integrative. (rrm)

Arpacal: Riparte il progetto “Non abusiamo del mare”

È partita la fase 2 di Non abusiamo del mare, progetto di educazione ambientale  realizzato da Arpacal in partenariato con la Capitaneria di Porto di Crotone e l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia ANMI – Gruppo di Crotone. Lo ha reso noto il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra, spiegando che «vogliamo mandare un segnale di resistenza e resilienza anche attraverso le nostre attività di istituto, ed in particolar modo verso le giovani generazioni con le iniziative di educazione ambientale».

«Finanziato con fondi Por Calabria Fesr-Fse 2014-2020, Piano di Azione 6 – Azione 6.5.A1 – SUB-Azione 4″ – il progetto è frutto della collaborazione tra il Centro Regionale Sistemi di Gestione Integrati Qualità e Ambiente, diretto dalla dr.ssa Sonia Serra ed il Centro Regionale Strategia Marina diretto dal dott. Emilio Cellini, e coinvolge il personale Arpacal delle sedi di Cosenza, Crotone e Catanzaro.

Non Abusiamo del Mare – recentemente oggetto di un intenso lavoro di ri-progettazione e rimodulazione al fine di adattarlo alla nuova situazione pandemica, mantenendone la sua innovatività e rigore scientifico – si rivolge agli studenti degli Istituti scolastici ricadenti nel territorio di riferimento “UPTR 8bc- Valle del Neto e area del Cirò”, e mira ad aumentare la consapevolezza del valore della biodiversità e del paesaggio, sostenendo nelle scuole azioni di informazione, comunicazione e sensibilizzazione sui temi ambientali.

Il progetto prevede una serie di incontri formativi specifici, dibattiti e attività guidate in aula con approfondimenti sulle diverse tematiche di tutela dell’ambiente e di sviluppo sostenibile del territorio, con l’ausilio di video-lezioni e proiezioni di video professionali realizzati appositamente nel corso del progetto e ad elevato contenuto tecnico-scientifico; sono state integrate anche attività di studio e conoscenza delle attività produttive che incidono sul territorio, il loro impegno in tema di acquisti verdi e consumo responsabile, il possesso delle certificazioni ambientali e l’analisi dell’economia circolare, temi tutti orientati alla riduzione dell’inquinamento.

Nel progetto, inoltre, sarà lanciato il concorso Ecoarte: attività di “Laboratorio creativo” curato dagli studenti attraverso la creazione di opere artistiche realizzate con i rifiuti spiaggiati raccolti nelle escursioni guidate. Le opere realizzate saranno esposte per l’intero periodo estivo 2022 presso la sede ANMI di Crotone ed una apposita giuria ne decreterà il vincitore. (rcz)

Ciclo rifiuti, tavolo tecnico sull’impianto di Melicuccà e tutela della sorgente idrica “Vina”

Nei giorni scorsi, al Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, si è svolto il tavolo tecnico tra la Regione, la Città Metropolitana di Reggio Calabria, l’Arpacal e l’Autorità Idrica regionale per fare il punto operativo della situazione rispetto alla vicenda della costruzione dell’impianto di destinazione finale di Melicuccà e soprattutto con riferimento alla tutela della sorgente idrica “Vina”.

Un incontro valutato positivamente dal consigliere metropolitano delegato, Salvatore Fuda, che ha anche parlato di «un buon passo in avanti rispetto ad una questione che l’amministrazione metropolitana intende seguire con la massima attenzione e con grande senso di responsabilità».

«La tutela di un bene così prezioso come l’acqua e con essa, naturalmente, la salute dei cittadini – ha poi aggiunto il rappresentante di Palazzo “Alvaro” – rappresenta, infatti, l’elemento centrale e ciò che sta maggiormente a cuore a tutte le istituzioni coinvolte e in particolare alla Città Metropolitana».

Dal tavolo tecnico, a cui erano seduti tutti gli attori istituzionali direttamente coinvolti, è emersa una precisa assunzione di responsabilità da parte di Arpacal «che guiderà – evidenzia il consigliere Fuda – un percorso tecnico di verifica e monitoraggio che ci consentirà di arrivare, finalmente, alla definizione di un’area di salvaguardia, per come è prescritto dalla legge tra l’altro, della sorgente Vina».

«Si tratta, quindi – ha proseguito – di un passo in avanti molto importante perché iniziamo a mettere dei punti fermi, sotto i profili tecnico e scientifico, rispetto ad un tema, quello della tutela dell’ambiente e della salute pubblica, sul quale non si può discutere in assenza di un quadro conoscitivo puntuale ed esaustivo».

«A breve – ha detto ancora – il gruppo di lavoro che vede impegnati i tecnici regionali e metropolitani, definirà anche un preciso cronoprogramma esecutivo che naturalmente il nostro Ente seguirà passo, dopo passo, attraverso aggiornamenti e incontri periodici».

«Mi preme rimarcare ancora una volta – conclude il consigliere metropolitano delegato – che al centro dell’azione politica e amministrativa portata avanti dalla Città Metropolitana c’è, unicamente, la volontà di perseguire il bene collettivo e di garantire il pieno e totale rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. Tutela della salute e dell’ambiente che sono e saranno sempre, prioritari, rispetto a qualsiasi tipo di indirizzo assunto da parte dell’amministrazione». (rcz)

CALABRIA, LA QUALITÀ DELL’ARIA È BUONA
NEL 2020 SONO DIMINUITI GLI INQUITANTI

Tra tante criticità nella regione, almeno può consolare la buona qualità dell’aria. Difatti, da quanto è stato rilevato dalla Relazione per la valutazione della qualità dell’aria nella regione Calabria, per l’anno 2020, redatto dall’Arpacal su tutte le attività riconducibili alla gestione della Rete regionale per la qualità dell’aria, quella calabrese gode di buona salute.

Un dato confortante, quello rilevato dai tecnici nei siti di Siderno, Cantinelle, Rende, Castrolibero, l’Area ex-Pertusola di Crotone e l’area industriale di Vibo Valentia, in cui è emerso che «gli inquinanti rilasciati in atmosfera non hanno superato i limiti previsti dal D.lgs. n. 155/2010 e dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)», e che «è stata registrata una significativa diminuzione della concentrazione media degli inquinanti – sia quelli principali rilevati dalla rete regionale di monitoraggio che quelli secondari riscontrabili attraverso le analisi di laboratorio- in corrispondenza del periodo di lockdown».

Per quanto riguarda, invece, l’andamento dell’ozono, «alcuni parametri ne influenzano l’accumulo – si legge – in modo tale da presentare il superamento dell’obiettivo a lungo termine, nel periodo tardo primaverile-estivo. Ad attestare questa tendenza è la stazione di monitoraggio di Mammola, in provincia di Reggio Calabria, che nel Piano di valutazione regionale riveste un particolare ruolo di sentinella della qualità dell’aria in Calabria».

«Nessun superamento delle emissioni di ozono per quanto riguarda, invece – continua il rapporto – i limiti previsti per la soglia di informazione e la soglia di allarme: l’andamento dell’inquinante su base temporale giornaliera garantisce, anche nei picchi orari più sensibili, i parametri stabiliti dalla legge per la protezione della salute umana».

Per il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra, «attraverso le agenzie ambientali e istituzioni di ricerca, incluse quelle del settore sanitario si possono individuare, sotto l’egida dell’Ispra, le migliori strategie anche per mitigare gli effetti del clima sulla qualità dell’aria».

Per Michelangelo Iannone, direttore scientifico dell’Arpacal, «sulla base dell’esperienza di altre agenzie, emerge l’opportunità di riuscire ad integrare l’attuale monitoraggio degli inquinanti con dati ancora più dettagliati circa le sorgenti emissive».

«Una specifica attività di monitoraggio delle emissioni sugli aeroporti – continua Iannone – così come sul traffico portuale e stradale, all’interno del settore trasporti, e delle attività produttive, ci consentirebbe di elaborare valutazioni di impatto sempre più dettagliate alla realtà regionale e supportare la pianificazione in modo coerente alla sostenibilità ambientale». (rrm)

Su una rivista internazionale la ricerca di Arpacal sul Tenorm nel Crotonese

La rivista internazionale Environmental Science and Pollution research, edita da Springer, ha pubblicato un articolo scientifico sull’uso del Tenorm nella costruzione di edifici, pubblici e privati, e la capacità che ha questo materiale di essere fattore moltiplicatore del radon in ambienti chiusi realizzata dall’Arpacal in partnership con Università di Messina e l’Università La Sapienza di Roma.

L’articolo, che vede autori Antonella Nicolino, Mattia Rocco Ligato, Mario Ferraro, Salvatore Procopio,  relaziona sulla ricerca, dapprima sperimentale e poi sul campo, svolta dal laboratorio “E. Majorana” del Dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal, insieme al dipartimento provinciale di Crotone.

La tesi scientifica sostenuta, e dimostrata negli anni dal 2015 ad oggi dall’Arpacal, è che l’esalazione di radon dal suolo e dai minerali – tra i rischi più pericolosi per la salute dell’uomo, attestandosi al secondo posto in Italia come causa di tumore al polmone dopo il tabacco – diventi ancora più potente quando i materiali radioattivi naturali potenziati tecnologicamente (Tenorm) vengono utilizzati per l’edilizia pubblica e privata. Già nel 2015, l’Arpacal costruì infatti un modello in scala ridotta di un’abitazione (foto delle fasi di lavorazione), i cui materiali da costruzione contenevano Tenorm raccolto in un sito a Crotone.

Nel corso della sperimentazione, è stato osservato un aumento dell’attività del radon nel modello quando si sono utilizzati residui di Tenorm, raggiungendo un valore di radon fino a tre volte superiore ai valori tipici dell’ambiente indoor a Crotone. Questi risultati sono stati poi confrontati con un caso concreto gestito dall’agenzia ambientale calabrese.

Con questa conclusione, l’Arpacal ha dimostrato come la corrispondenza riscontrata tra i valori della concentrazione di attività del radon nel modello sperimentale e nel caso concreto monitorato, suggerisce che la stima della concentrazione di radon possa essere un metodo utile per individuare la presenza di Tenorm all’interno degli edifici.

Gli scarti provenienti dalle produzioni industriali, che incrementano i livelli di radioattività ambientale nella città pitagorica, hanno trovato sostanzialmente due modalità di impiego ormai accertati: il cosiddetto “sandwich freddo”, per il riempimento dei fondi scavo come per i manti stradali, consistente in uno strato di bitume, poi uno spessore variabile tra i 50- 80 cm di scarto contenente Tenorm e, infine, uno strato di argilla compatta; oppure il cosiddetto “sandwich caldo”, per il riempimento dei vespai degli ambienti confinati (abitazioni private, strutture industriali, scuole, palazzi ad impiego pubblico), con un conseguente aumento della concentrazione di attività di radon indoor.

Le conclusioni di questo studio, dunque, giungono a tenere alta l’attenzione sul rischio radiologico derivante dalla movimentazione terra in quel territorio. Se “tombato” nelle ipotesi del cosiddetto sandwich, freddo per le strade o caldo per i vespai di edifici pubblici o privati, il rischio radiologico viene considerato quasi trascurabile; ma se scalfito il manto stradale, cosa molto frequente, o non aerati gli edifici pubblici interessati dai vespai prodotti con quei materiali, e nei quali è stato accertato un aumento della presenza di gas radon, ecco che il rischio radiologico potrebbe incidere sulle dinamiche di protezione dell’ambiente e della salute collettiva. (rcz)

Arpacal acquista radar mobile con i fondi del Por Calabria

È stata consegnata oggi a Catanzaro l’unità radar mobile che andrà a potenziare la strumentazione tecnologica del Multirischi Arpacal, diretto dall’ing. Eugenio Filice.

L’investimento dell’Arpacal per il potenziamento del Multirischi ha previsto, infatti, l’acquisizione del radar meteorologico mobile per il monitoraggio in tempo reale dei fenomeni meteorologici in aree con topografia complessa, a livello sia urbano che regionale.

L’intenzione dei tecnici del Multirischi Arpacal, infatti, è quella di dotarsi di una strumentazione in grado di andare sul campo per fornire dati ed informazioni meteorologiche sempre più di dettaglio al sistema di protezione civile eventualmente chiamato ad intervenire per qualsiasi tipo di evento naturale.

«Prosegue il nostro percorso di potenziamento tecnologico del Multirischi – ha dichiarato il Direttore generale dell’Arpacal, dott. Domenico Pappaterra –  come d’altronde abbiamo avuto modo di relazionare dettagliatamente qualche settimana fa al Rapporter FESR della DG Regio della Commissione Europea, Nicola Loi, e all’AdG del POR, Maurizio Nicolai».

«Lo stato di avanzamento dei lavori del progetto Multirischi 2.0 – ha concluso – prosegue a grandi falcate, a dimostrazione che la scommessa della Regione Calabria di investire sul Multirischi Arpacal è più che fondata, al fine di potenziare l’interoperabilità dei sistemi di comunicazione finalizzati a garantire l’informazione e i dati puntuali in caso di allerta meteo idrogeologica». (rcz)

L’Arpacal si dota di nuovi strumenti in ottica green

Prosegue, incessante, l’azione dell’Arpacal nel dotarsi di strumenti in ottica green: l’Ente, infatti, ha completato le procedure  per l’acquisizione in noleggio di nuove automobili con motore ibrido, termico ed elettrico, da assegnare ai centri e dipartimenti provinciali.

Ciò avviene nell’ottica di un piano di dismissione delle auto di servizio in dotazione di vecchia tecnologia, diesel o benzina, dove il Servizio Gestione tecnica e Patrimonio della Direzione Amministrativa, diretta dall’avv. Antonio Calli, ha aderito all’accordo quadro Consip sul Mercato elettronico per le pubbliche amministrazioni.

A queste si aggiungeranno altre vetture, sempre con tecnologia rispettosa dell’ambiente. Si tratta, infatti, di un passaggio intermedio nella visione che si è posta l’Agenzia nella gestione delle proprie dotazioni strumentali; nel rispetto dei principi contraddistinti anche nel Pnrr, infatti, Arpacal si è posto l’obiettivo di giungere ad un parco auto aziendale interamente elettrico, in parallelo all’evoluzione tecnologica.

«Il nostro impegno è di essere coerenti ai valori della protezione dell’ambiente con i nostri comportamenti – ha dichiarato in proposito il direttore generale dell’Arpacal, dott. Domenico Pappaterra – e non solo con le attività istituzionali di controllo e monitoraggio che la legge ci assegna»(rcz)

Arpacal: Nel Porto di Roccella Jonica nuova presenza di fioriture algali

Al Porto di Roccella Jonica è stata rilevata la presenza di fioriture algali. È quanto è emerso da una ricerca condotta dal Centro di Ricerche Marine di Cesenatico e delle Università di Bologna ed Urbino con la collaborazione del Dipartimento provinciale di Reggio Calabria dell’Arpacal, diretto dalla dr.ssa Giovanna Belmusto, e più precisamente dal Servizio tematico Acque, diretto dalla dr.ssa Francesca Pedullà.

Da questa ricerca, che sarà presentata nella conferenza internazionale di settore Harmful Algae, emerge che Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria, può essere annoverata tra le aree ioniche italiane interessate da fioriture ricorrenti di Alexandrium minutum, un’alga appartenente alla specie dei dinoflagellati, presente anche sulle coste siciliane in provincia di Siracusa, dove si verificano dal 2000. Le fioriture di questa specie si verificano spesso in aree riparate e, come per diverse aree del Sud Italia, sono segnalate nei primi mesi primaverili.

La ricerca ha avuto inizio con le analisi eseguite dall’Arpacal su campioni di acqua di mare prelevati dalla Guardia Costiera di Roccella Jonica nel 2018, a seguito di segnalazioni su cambiamenti anomali della colorazione delle acque del Porto di Roccella Jonica.

Il primo fenomeno di scolorimento dell’acqua si era  verificato nel marzo 2018, seguito da un secondo nello stesso mese del 2020. Entrambi si sono verificati nella darsena portuale dove l’acqua è apparsa di colore giallo/marrone.

Il campione, analizzato presso il laboratorio Bionaturalistico Arpacal di Reggio Calabria, ha immediatamente evidenziato la fioritura di una specie fitoplanctonica tossica appartenente al genere “Alexandrium minutum”. La conferma è stata in seguito data dalla determinazione genetica effettuata presso il Centro di Ricerche Marine di Cesenatico che, in collaborazione con l’Università di Bologna e di Urbino, ha consentito la caratterizzazione  della specie e la tossicità correlata.

Secondo la professoressa Rossella Pistocchi, che ha guidato la ricerca, in Italia, ad eccezione della Sicilia, le fioriture possono essere considerate eventi rari e, di conseguenza, altrettanto raramente si sono verificati episodi con livelli di tossicità superiori al limite di legge per la commercializzazione dei mitili (in Adriatico, Sardegna e Sicilia). Il lavoro svolto con la collaborazione dei dati Arpacal, ha permesso di segnalare la presenza, per la prima volta, di estese fioriture di A. minutum nella costa ionica della Calabria.

Sempre secondo la ricerca della professoressa Pistocchi, nessuno ha sofferto di sintomi di PSP (paralisi sopranucleare progressiva, provocata da una intossicazione da molluschi paralizzanti, ndr) , anche per la mancanza di allevamenti di mitili nella stessa area, tuttavia è stata effettuata una corretta identificazione e valutazione della presenza di tossine alla prima comparsa della fioritura.