di SANTO STRATI – C’è il fondato timore che, ancora una volta, a vincere le elezioni sia il partito degli astensionisti. Non sappiamo quanto abbiano inciso su chi pensa di disertare le urne i discorsi, le promesse, le idee dei tre candidati. Per la verità, questa campagna elettorale è sembrata più un duello tra due più nemici che avversari, con colpi bassi e “insulti” gratuiti cavalcando le debolezze dell’uno e dell’altro e mettendo in piedi scenari”demolitori” del rispettivo competitor. Il buon Francesco Toscano, che – ci dispiace per lui – abbiamo soprannominato il candidato “zerovirgola”, non fa testo, semmai ha un ruolo di terzo incomodo, ma anche lui non ha rinunciato a lanciare qualche strale di cui, però, non si sono sentiti nemmeno scalfiti né Tridico né Occhiuto.
In verità, gli elettori avrebbero gradito sentire illustrare, con relativi riferimenti a dove trovare la dotazione finanziaria necessaria, un programma che non fosse – come al solito – un catalogo di buone intenzioni. E invece è prevalsa la logica dello scontro parolaio, a livello di scuola elementare, pur in assenza della referente: “maestra, mi ha detto che sono brutto», «maestra, non conosce la geografia», etc. Tutte cose che, in circostanze diverse, potrebbero persino indurre al sorriso, ma, invece, hanno provocato ulteriori reazioni di delusione, indifferenza, fastidio. Con queste premesse si può immaginare che qualcuno della vastissima, ahimè, platea di quelli che non vanno a votare abbia cambiato idea? Molto difficile…
D’altronde, c’è da osservare che entrambi i principali contendenti hanno perso una grande occasione. Occhiuto, per la verità, non aveva bisogno di convincere i delusi della politica a votare per lui, avendo già una solida base elettorale: chi è rimasto soddisfatto della sua gestione non avrà remore a confermargli la fiducia e, poi, c’è la grande schiera dei supporter che votano a occhi chiusi. Ma non avrebbe fatto comodo qualche voto recuperato dagli astenuti e dagli indecisi?
Per Tridico, incredibilmente, la sfida a scuotere dal letargo elettorale gli astenuti e gli indecisi era tutta in discesa: sarebbe bastato non usare con disincanto l’improbabile “golosità” del reddito di dignità (che – ha ammesso lui stesso – riguarderebbe solo 20-30mila soggetti) e invece illustrare le ragioni per sostenere un’idea di cambiamento. Ma, salvo le sorprese che le urne possono sempre offrire, i giochi sono fatti.
Tridico poteva pescare a piene mani tra gli indecisi tralasciando le schermaglie verbali con Occhiuto (e relative repliche piccate), puntando invece a un’idea di sviluppo e di crescita attraverso progetti e programmi con al centro il territorio e il capitale umano di questa terra. La gente è stanca di promesse e impegni e sa benissimo che le uniche cambialette elettorali dei candidati vengono onorate solo verso i portatori di voti, dimenticando spesso le vere esigenze della gente, soprattutto di quella che è andata a votare.
Ma non si può fare a meno di sottolineare che, in realtà, il vergognoso primato di astensionismo che affligge la Calabria, in un crescendo spaventoso, elezione dopo elezione (dal 81% del 1970 al 44& del 2021) nasconde un’altra verità. Almeno un quarto di chi non va a votare non si astiene per rifiuto ideologico o disgusto della politica, bensì – più mestamente – rinuncia ad affrontare una trasferta e spese di viaggio (anche se questa volta molto agevolate via ferrovia, bisogna dirlo) che, probabilmente non può permettersi.
Perché per le elezioni politiche gli italiani all’estero possono votare per corrispondenza, ma per tutte le altre elezioni, soprattutto quelle regionali e amministrative, non è ammesso il cosiddetto “voto a distanza”? Ci aveva provato il collettivo Valarioti con un’iniziativa sfociata in un paio di disegni di legge lasciati affossare dalla politica e, quindi, non se n’è fatto nulla. Eppure proviamo a immaginare come potrebbe cambiare lo scenario di un’elezione (regionale, nel nostro caso) dove gli astensionisti sono davvero quelli che per scelta non vanno a votare e non coloro che si privano – a malincuore – del diritto di voto? Se la stima del 25% può sembrare alta, andate a guardare i numeri dell’emigrazione del Sud e, soprattutto, della Calabria degli ultimi dieci anni. È una cifra da paura che dovrebbe far morire di vergogna i nostri politici locali e nazionali, per la totale assenza di visione di futuro.
I nostri ragazzi, laureati, ricercatori, eccellenti dottori di ricerca, se ne vanno per mancanza di opportunità e occasioni di occupazione seria, all’altezza dei propri titoli e delle proprie capacità. E difatti dal Nord, dall’Europa, dal Mondo, se li contendono e li valorizzano. E con loro se ne vanno genitori, nonni, e amici. Quelli che poi figureranno, probabilmente, nella somma degli astenuti.
La politica, presumibilmente, teme il voto a distanza: non per paura di brogli (è più facile manipolare i conteggi alle urne), ma per l’incertezza del risultato. Sono voti che non si riesce a “controllare”, perché a distanza l’elettore è meno coinvolto e più attento ai programmi che alle chiacchiere. Serve la riforma dell’attuale legge elettorale (se mai il Parlamento vorrà farla), ma il primo passo per contrastare l’astensionismo sarebbe permettere il voto a distanza. (s)
Errata corrige
Nella prima edizione dello Speciale edizione, per un errore di trasmissione, nella Circoscrizione Sud, l’elenco dei candidati della Democrazia Cristiana – Unione di Centroo non è corretto (ripete quello della lista Nord chiama Sud). Si è provveduto a correggere l’errore con una nuova edizione, scaricabile da qui:
Digital Edition / 251004_Speciale Calabria.Live Elezioni regionali 2025
Ecco i candidati della Circoscrizione Sud, lista Democrazia Cristiana – Unione di Centro
Riccardo Occhipinti
Evelin Giada Monardi Trungadi detta Monardi
Manuela Barletta
Donatella Moscato
Pancrazio Melcore detto Walter
Luigi Marcianò
Antonino Francesco Latella







