Perché l’incontro tra le due eccellenze mondiali di Reggio Calabria?

di PASQUALE AMATOHo preso spunto da una felice riflessione di Salvatore Settis (“Noi ci portiamo la Grecia in testa, soprattutto perché siamo figli di questa civiltà”)  per focalizzare le tante “buone ragioni” per cui vi è un’eccezionale sintonia tra il contesto storico-culturale-artistico che ha generato i Bronzi e il Museo e la Città che li custodiscono: I due capolavori sono stati ideati e realizzati nel V secolo a.C, età d’oro di quella civiltà ellenica che ha dato vita alla civiltà europea e occidentale. Civiltà che ebbe tra i suoi cuori pulsanti le città-stato della Magna Grecia e della Sicilia. Civiltà in cui brillò la polis Reghion (la prima della Calabria e una delle più antiche d’Italia, fondata nel 730 aC). Civiltà che si estese da Tanais alla foce del Don sul Mar Nero a Mainake (odierna Màlaga) con una miriade di pòleis (Città-Stato) con 156 Costituzioni indipendenti diverse, unite dal filo rosso di una comune cultura e da una lingua comune sebbene suddivisa in quattro idiomi differenti.  Civiltà che pertanto non diede mai vita ad uno Stato greco, nato soltanto nel 1831 al termine della Guerra di Indipendenza dall’Impero Ottomano iniziata nel 1821.

A Reghion operò nello stesso V sec. aC la Bottega di Scultura in Bronzo di Clearco, la più prestigiosa nell’Occidente ellenico, allo stesso livello di quella ateniese. Massimo esponente di quella Bottega fu il grande scultore Pitagora di Reggio, la cui arte eccelsa gli valse l’inserimento fra i cinque massimi scultori “greci” (assieme a Fidia, Policleto, Mirone e Lisippo) da parte del critico d’arte e scrittore Senòcrate di Atene.

Proprio a Pitagora di Reggio diversi studiosi (tra cui il prof. Daniele Eligio Castrizio) hanno attribuito la realizzazione dei due Bronzi di Riace sulla base delle testimonianze unanimi di autori greci (Diogene Laerzio) e latini (Plinio il Vecchio). Significativa è la descrizione di quest’ultimo. Pitagora Reggino fu “capace di rendere come nessun altro i riccioli di barba e capelli, e di fare “respirare” le statue, cioè rendere perfetta l’anatomia dei vasi sanguigni”. Elementi che ammaliano tutti coloro che visitano nel Museo reggino i Due Guerrieri.

I Bronzi di Riace sono certamente “greci”, come ha affermato il professor Settis. Ma in che senso? “Essere greci”, non essendo la Grecia mai esistita come Stato sino al 1831, significa per Settis (come per tutti gli studiosi dell’antichità) fare parte di quella eccezionale civiltà che si sviluppò in una miriade di città-stato indipendenti dal Mar Nero al Mediterraneo e raggiunse il suo massimo splendore nel V Sec. a. C.

I due capolavori sono pertanto figli di quella straordinaria fioritura culturale e artistica e il Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria è la loro legittima casa naturale. È stato un destino benigno (e non una disgrazia, come qualcuno afferma a sproposito da molti anni) quello che li ha fatti naufragare vicino alla costa jonica della Calabria, nel cuore di quella parte dell’Italia dove ancora si respira la cultura greca. Vi sono a Sud di Reggio comuni dove si parla ancora il Greco. E non è un caso che l’altra comunità di lingua greca in Italia si trovi nel Salento. La punta e il tacco dello stivale sono tuttora aree di lingua e cultura greca, appartenenti alla stessa civiltà che ha generato i due Guerrieri.

I Bronzi di Riace hanno pertanto il pieno diritto di essere, e lo sono, i Beni Identitari e Inamovibili del Museo Archeologico della Magna Grecia di Reggio con il suo concentrato di Primati: pensato da Paolo Orsi, ottenuto da Orsi e da Umberto Zanotti Bianco, progettato (per la prima volta al mondo come edificio museale) dall’architetto Marcello Piacentini, ristrutturato da Paolo Desideri, prezioso per i tanti tesori che lo hanno reso uno dei più importanti e prestigiosi del mondo assieme a quelli di Atene e di Berlino.

Oltre ai due capolavori identitari, annovera i due Bronzi di Porticello (il Filosofo – primo ritratto in bronzo nel mondo di una persona vissuta, anch’esso attribuito a Pitagora Reggino da Daniele Castrizio come ritratto di Pitagora di Crotone – e la Testa di Basilea), il Kouros di Reggio (pregevole statua in marmo del VI sec. aC), i Dioscuri e i Pinakes di Locri, la Testa in marmo dell’Apollo di Cirò Marina.

I Bronzi e il Museo sono un binomio inscindibile: insieme costituiscono il bene culturale principale della Calabria, il simbolo della storia plurimillenaria di essa e dell’intero Sud, un orgoglio per la cultura ellenica madre della Civiltà europea e occidentale, il centro di attrazione primario per chi ama la cultura e l’arte”.

In sostanza sussistono “validissime ragioni storiche e culturali” per sgombrare il terreno da false verità e impedire la “deportazione dei Bronzi” prospettata da strani connubi tra aspiranti predatori (in particolare uno) e ascari* locali, complici o succubi 

Passando all’altra eccellenza mondiale,  ho trattato l’infondatezza di  luoghi comuni e  comportamenti errati che non hanno consentito al Bergamotto di Reggio Calabria la popolarità che avrebbe meritato e merita. E ho ribadito i cardini della campagna del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria. Una  campagna lunga ma giusta, condotta con idee chiare, argomenti solidi, perseveranza e determinazione:

La storica sottovalutazione della sua unicità. Per secoli la commercializzazione è avvenuta senza mai chiamarlo per nome e cognome, privandolo in pratica della sua identità. Il contrario di quanto è avvenuto per l’Aceto Balsamico di Modena, dal 1600 commercializzato nel mondo con un unico Brand che ha procurato fama, prestigio e ricchezza a Modena e alla sua provincia.

La Regione lo ha declassato a “prodotto tipico”, tentando di appropriarsene e, comunque, privandolo della sua identità reggina.Il tentativo più serio fu quello del 1998-99 (DOP Bergamotto di Calabria). Tentativo che venne sventato grazie alla crociata condotta da Pasquale Amato e pochi altri. Quella crociata sfociò nel riconoscimento storico della “Dop Bergamotto di Reggio Calabria Olio Essenziale”. Se oggi si può parlare ancora di Bergamotto di Reggio Calabria e si può lanciare il Menù della Città Metropolitana con specialità al “Bergamotto di  Reggio Calabria” lo si deve a quella campagna risoltasi con esito positivo.

É una voce priva di fondamento quella sui rapporti quantitativi tra i Bergamotteti. Si confonde il Centro Storico Cittadino di Reggio con il vasto territorio del Comune, che si estende sulla costa da Bolano e Catona a Pellaro e Bocale e nelle falde aspromontane sino a Tre Aie di Podargoni, con vasti Bergamotteti sia sulla costa che sul versante della montagna sino a Gallina e Armo. In questo territorio la presenza dei Bergamotteti è ampiamente radicata e diffusa. È quello dove la pianta ha avuto la sua prima espansione nel ‘700 dopo la nascita del Principe nel cuore del Centro Storico, in cui comunque è tuttora presente; il caso del nostro Agrume è esattamente eguale a quello del “Prosciutto di Parma”.

Si chiama così perché quando l’area di produzione coinvolge più Comuni di una stessa Provincia prende il nome della Provincia. Caso diverso è quello del Formaggio Parmigiano Reggiano. Ha questo nome perché l’area di produzione coinvolge Comuni di due province: quelle di Parma e di Reggio Emilia. Diverso è ancora il caso delle Clementine che sono Calabresi perché l’area di produzione coinvolge Comuni di tutte le 5 province della Calabria. Altro esempio è quello del Grana Padano: essendo l’area di Produzione diffusa in comuni di più province di diverse Regioni ricadenti nella Valle Padana hanno trovato il nome che le poteva unificare;

Il “Prosciutto di Parma” è prodotto in diversi Comuni della Provincia di Parma ma non in tutti. Però tutte le Aziende lo chiamano “Prosciutto di Parma”, specificando giustamente a parte il nome dell’Azienda e il Comune in cui si trova la stessa Azienda. Nessuno dei Comuni e nessuna delle Aziende produttrici ha mai contestato la denominazione “Prosciutto di Parma”, magari sostenendo che gli allevamenti di una zona sono più numerosi di quelli di altre zone o della Città Capoluogo. E nessuno ha mai messo in discussione il brand “Prosciutto di Parma”;  “Aceto Balsamico di Modena”.

I produttori modenesi lo hanno reso famoso nel mondo dal 1600 commerciandolo ovunque come “Aceto Balsamico di Modena”. Lo hanno imposto continuando a insistere sempre sulla stessa denominazione. E lo hanno fatto quando non esistevano né l’Italia, né l’Europa, né la normativa della DOP. Anche i loghi e i marchi fanno parte del Brand e non li hanno cambiati mai. Infatti il Brand è la somma intangibile delle caratteristiche di un prodotto e rappresenta l’insieme delle percezioni della mente. La confusione delle denominazioni confonde il pubblico e provoca danni per l’immagine e per il riconoscimento certo. Io e tanti altri, per fortuna sempre più numerosi, non abbiamo bisogno di alcun politico per dire e scrivere “Bergamotto di Reggio Calabria”

Il nostro è l’unico luogo del mondo in cui si è costretti a discutere di argomenti di questo genere. Continuo a sperare, con paziente determinazione, di occuparmi non di questi argomenti ma di come sviluppare e diffondere in tutto il pianeta, tutti insieme come Reggini Metropolitani, con creatività e intelligenza, il brand unico al mondo: il “Bergamotto di Reggio Calabria”, Principe Mondiale degli Agrumi.

Pertanto, il brand unico “Bergamotto di Reggio Calabria” è fondamentale più che mai nella comunicazione della società globale dei social. Senza l’uso del Brand unico anche le iniziative più brillanti sono destinate a esiti modesti e privi di prospettive.

Siamo giunti alla quarta edizione del “Premio Bergamotto di Reggio Calabria”, riconoscimento destinato a chi abbia contribuito con azioni, iniziative e/o opere alla promozione, diffusione e salvaguardia del Bergamotto di Reggio Calabria. Gli insigniti del 2023 sono stati:  l’avv. Ezio Pizzi, Presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria, Presidente dell’Unionberg e instancabile promotore e diffusore anche mediatico  del Principe Mondiale degli Agrumi sino all’estensione della Dop europea del 2001 dall’olio essenziale al frutto e suoi derivati. Iniziativa presentata lo scorso lunedì con i partners Camera di Commercio, Università Mediterranea e tutte le associazioni di Coltivatori;  il Mastro Spiritaro Vincenzo Amodeo, esperto nell’estrazione antica a mano con spugna della preziosa essenza.

È la forma di estrazione che dà il risultato più intenso e gradevole, ricercato dai migliori profumieri del Mondo e dai nostri chef, pasticceri e gelatieri. Il Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria ha lanciato la proposta agli enti metropolitani e al Dipartimento di Agraria di organizzare un master o un Corso in cui il Mastro Spiritaro Amodeo insegni ai giovani questa arte antica il cui valore plurisecolare ha diritto a non venire disperso e a continuare nel futuro. Il Mastro ha offerto una suggestiva dimostrazione pratica della sua arte.

Per coerenza, con l’obiettivo primario di valorizzazione del prodotto identitario il Premio, sin dal 2019, è un manufatto realizzato artigianalmente dall’artista reggino Enzino Barbaro affiancato da Olga Mafrici con legno dello stesso preziosissimo agrume.

La conclusione più gradevole tocca all’arte della pasticceria e gelateria a base di Bergamotto di Reggio Calabria organizzata dalla Conpait (Confederazione Nazionale dei Pasticceri Italiani). Presente con il Tesoriere Nazionale Davide Destefano, con il Presidente Regionale Rocco Scutellà e con un gruppo di Pasticceri del territorio metropolitano. Il reggino Angelo Musolino – Presidente Nazionale dei Pasticceri Italiani – è stato presente con i suoi Dolci ma per la prima volta assente perché impegnato a tenere un Corso formazione a Berlino su invito della Confederazione dei pasticceri tedeschi. Una testimonianza ulteriore del valore della grande tradizione reggina e dell’area metropolitana dello Stretto.

In conclusione l’Incontro ormai tradizionale tra le due Eccellenze di Reggio Metropolitana ha confermato la positività della strategia proposta con costanza e determinazione dal Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria. Una strategia che ha come riferimento il no all’autolesionistico detto  “Reggio non ha venduto mai grano”. 

Con un sì al “Bergamotto di Reggio Calabria, che da secoli profuma il mondo, cura il mondo, delizia i palati del mondo”. (pa)

REGGIO – Al MArRC incontro sulle Eccellenze mondiali di Reggio

Domani sera, a Reggio, alle 20.45, nella Terrazza del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, si terrà il settimo incontro tra le due eccellenze mondiali di Reggio Calabria con il prof. Pasquale Amato.

L’evento è stato organizzato dal MArRC, dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria, dal Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria e dalla Conpait.

Introducono il direttore del MArRC, Carmelo MalacrinoLoreley Rosita Borruto, presidente del Cis Calabria, il Maestro pasticcere Rocco Scutellà, il presidente regionale Conpait.

Nel corso della serata, inoltre, sarà consegnato il Premio Bergamotto di Reggio Calabria, giunto alla quarta edizione, all’avv. Enzo Pizzi, presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto si RC, e al Maestro spiritaro Vincenzo Amodeo.

«Questa iniziativa è nata da un colloquio tra me e il direttore Malacrino  – ha spiegato Amato – e si è avvalsa sin dall’avvio dell’apporto organizzativo del Cis della Calabria e della Conpait (Confederazione dei Pasticceri Italiani). L’idea, rivelatasi vincente, ha puntato sul fascino esercitato dal felice incontro tra le due eccellenze identitarie mondiali di Reggio Calabria Città Metropolitana: il prezioso Principe Mondiale degli Agrumi, nato a pochi passi dal Museo nei nostri giardini e affermatosi nel mondo per la molteplicità dei suoi usi nell’arte della profumeria e della cosmesi, nella farmaceutica e nell’alimentazione, unico per il suo ostinato rifiuto a fruttificare in maniera ottimale in aree diverse dalla sua terra d’origine: la fascia costiera reggina da Scilla a Monasterace; e i Bronzi di Riace, i due capolavori mondiali assoluti dell’arte bronzistica ellenica del V secolo a.C. che costituiscono i beni identitari e inamovibili dello splendido Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia di Reggio».

Il prof. Amato ha aggiunto che «nell’ambito di questo Incontro nel 2019 è nato il “Premio Bergamotto di Reggio Calabria”, giunto alla quarta edizione e destinato a personalità che hanno dato un contributo fondamentale alla valorizzazione del Principe Mondiale degli Agrumi in diversi settori. Il riconoscimento è assegnato dal “Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria” e consiste in un vaso originale, creato su legno dello stesso preziosissimo agrume dall’artista reggino Enzino Barbaro in collaborazione con Olga Mafrici».(rrc)

BERGAMOTTO DI REGGIO CALABRIA: LA DOP
A COPRIRE TUTTA LA FILIERA DELL’AGRUME

di SANTO STRATI – La denominazione d’origine protetta che fino ad oggi copriva l’olio essenziale del Bergamotto di Reggio Calabria, tra un anno potrebbe essere estesa a tutta la filiera, con evidenti vantaggi a tutela del principe degli agrumi. Il Bergamotto – èbene ricordarlo – è un’unicità mondiale che cresce solo sulla costa jonica della provincia di Reggio. La richiesta ufficiale di estensione della DOP (attenzione: “estensione” di quella già esistente, non una nuova) è partita una settimana fa con una formidabile (e inaspettata, quanto utilissima) combinazione degli attori legittimati a richiedere il riconoscimento: dal Consorzio del Bergamotto, presieduto dall’avv. Ezio Pizzi, al Presidente della Camera di Commercio di Reggio, Ninni Tramontana – ormai convitamente attivissimo nelle iniziative a favore di Reggio e del suo territorio metropolitano, con l’adesione delle rappresentanze sindacali, degli imprenditori, degli agricoltori e di tutta la filiera produttiva.

Cosa significa estendere la denominazione d’origine protetta a tutta la filiera del Bergamotto di Reggio Calabria? Quella attuale copre soltanto l’olio essenziale, mentre negli ultimi dieci/venti anni si è sviluppato un fortissimo interesse per il succo, la polpa e persino la buccia (una volta estratto l’olio) con un mercato in continua espansione, alla luce dei benefici nutraceutici e salutistici che il Bergamotto di Reggio Calabria ha rivelato di offrire. Studi scientifici qualificati hanno assegnato al succo di bergamotto che cresce esclusivamente nell’area reggina sostanziali aiuti naturali nella lotta al colesterolo e alla glicemia. Le proprietà mediche del succo sono incontrovertibili su base scientifica che riconosce l’unicità del prodotto. Tentativi di imitazione di coltivazione avviati in Sicilia, in Basilicata, in Puglia hanno prodotto un agrume (un simil-bergamotto) che non contiene alcuna delle prodigiose proprietà salutistiche. È evidente che il microclima delle aree di coltivazione nel territorio reggino e i venti, la qualità del terreno e chissà quant’altro ancora ne hanno sancito l’unicità a livello mondiale, scartando a priori le specificità benefiche dei frutti cresciuti altrove, che hanno sì l’aspetto del bergamotto e forse anche condividono l’asprezza del sapore di quello “originale” ma non curano il colesterolo, né aiutano a contenere i livelli glicemici.

Per questa ragione la denominazione d’origine protetta diventa uno scudo a protezione dell’unicità e dell’esclusività di tutta la filiera (olio essenziale – che è alla base di due terzi dei profumi che si fabbricano industrialmente per il mercato mondiale – frutto, succo e tutti i derivati utilizzabili per fini medicamentali, alimentari, gastronomici). E soprattutto blocca il tentativo – stupido – di imporre l’IGP (indicazione geografica protetta) al bergamotto di Reggio Calabria che rischiava di portare addirittura danni all’intera filiera. Secondo il disciplinare della DOP tutta la produzione e la trasformazione del prodotto (incluso il confezionamento) – ha spiegato il presidente del Consorzio Ezio Pizzi – va fatto sul territorio indicato dalla denominazione d’origine. Al contrario per l’indicazione geografica protetta, basta uno soltanto degli elementi di produzione o trasformazione sul territorio, per cui si legittima l’arrivo di prodotti da altre aree che prendono il marchio IGP, pur non essendo state coltivate o prodotte nell’area stessa.

L’iter di presentazione della richiesta di estensione della DOP per il Bergamotto di Reggio Calabria ha avuto una gestazione lunga quasi due anni, ma la presentazione dell’istanza avvenuta una settimana fa ha messo in evidenza la straordinarietà unità d’intenti che ha coinvolto tutti gli attori interessati. Un modo intelligente (da imitare in mille altre attività a favore di questa terra) per superare posizioni individuali e atteggiamenti personalistici: fare rete, come nel caso della DOP del Bergamotto di Reggio Calabria, significa avere davvero a cuore gli interessi del territorio, al di là di egoistici e discutibili intenti, ma soprattutto operare per un obiettivo comune. Mettere insieme forza e intelligenza di più attori – come in questo caso – lascia ben sperare sulle possibilità di superare localismi e campanili, mettendo a frutto competente e capacità, ognuno nel proprio specifico campo.

Una grande mano è venuta dall’Università Mediterranea per realizzare il disciplinare per la DOP del Bergamotto di Reggio Calabria presentato alla Regione, cui toccherà approvarlo e trasferirlo al Ministero delle Politiche agricole che a sua volta dovrà inviarlo a Bruxelles per la ratifica finale. Il Rettore Giuseppe Zimbalatti ha voluto rimarcare quest’impegno: «Abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa per la tutela Dop del Bergamotto di Reggio Calabria, ritenendo che i tempi siano sicuramente maturi per sostenere questo percorso. Il riconoscimento proposto, caratterizzato da una visione unitaria e condivisa da parte di tutte le associazioni di categoria, rappresenta una risorsa non solo per l’area vocata prevista dal disciplinare, bensì per tutta la Regione che potrà fregiarsi di una produzione unica ed esclusiva per le sue caratteristiche, propria del territorio calabrese».

Ecco, è giusto parlare di un prodotto del territorio regionale, ma viene da inorridire se qualcuno pensa di chiamarlo (come già è capitato) “Bergamotto di Calabria”. Il bergamotto è “di Reggio Calabria”: è il suo marchio identitario e distintivo e occorre che tutti rispettino questa denominazione , soprattutto, la facciano rispettare. Esiste il prosciutto di Parma, la cipolla di Tropea, la ‘nduja di Spilinga (e sono tipicità, non unicità) perché, dunque, non chiamare per nome e cognome un prodotto che il buon Dio ha voluto riservare alla nostra (troppo spesso sventurata) terra?  Il bergamotto di Reggio Calabria dev’essere difeso e ulteriormente valorizzato, denunciando risibili imitazioni (in un vasetto di marmellata, a Roma, ho letto  “Bergamotto di Sicilia”!) e favorendo una più adeguata diffusione e distribuzione non solo a livello regionale, bensì nazionale e internazionale. Come abbiamo scritto, nei giorni scorsi per l’Olio di Calabria che non trova il giusto sostegno per la sua promozione e vendita nella Grande distribuzione organizzata o al centro-nord), alla stessa maniera ci permettiamo di sollecitare la Regione Calabria perché “adotti” i prodotti della nostra terra e se ne faccia animatrice e portavoce anche attraverso adeguate campagne di comunicazione. L’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo, che di mestiere fa l’avvocato, con molta umiltà e diligenza si è documentato, ha studiato le carte e sta profondendo un impegno ragguardevole (e ammirevole) non solo per la cura e la promozione dell’agricoltura calabrese, ma anche nel campo dell’eno-gastronomia. Un elemento di spicco che, unito alla bellezza paesaggistica, al patrimonio naturale dei tre parchi, all’immenso tesoro archeologico, deve diventare un attrattore di primo livello per un turismo di qualità.

Ci sono due B a dominare la Calabria: Bergamotto e Bronzi. Questi ultimi stanno facendo il pienone (finalmente!) al Museo Archeologico Nazionale di Reggio e ce li ha regalati il mare. il bergamotto ce lo ha donato la natura, premiando un’area tra le più depresse della regione: deve diventare il vessillo della nuova rinascita del territorio, con appositi centri di ricerca, industrie farmaceutiche (in loco) e commercializzazione a livello mondiale del frutto.

Il presidente dell’ente Camerale Ninni Tramontana sta mostrando di avere una visione strategica apprezzabilissima per la valorizzazione del territorio. Si è speso per l’Aeroporto di Reggio (ma gli hanno contestato la legittimazione dell’iniziativa dell’incontro con il presidente Roberto Occhiuto e il presidente Sacal Marco Franchini) e si sta spendendo da due anni per il Bergamotto di Reggio Calabria. «La tutela Dop del Bergamotto di Reggio Calabria – ha detto –è un progetto strategico per la valorizzazione di una importantissima filiera agricola e agroindustriale del territorio reggino. È un percorso che è stato ampliamente condiviso con gli operatori, con le associazioni datoriali e con il Consorzio di tutela.  Il percorso intrapreso è stato reso possibile anche grazie al fondamentale ruolo di studio e ricerca svolto dalla nostra Università, fortemente impegnata a sostenere la crescita e lo sviluppo dell’economia locale. Per la Camera di commercio – ha sottolineato Tramontana – rappresenta una ulteriore opportunità per proseguire nel proprio impegno istituzionale a sostegno delle imprese, attraverso processi di innovazione organizzativa ed internazionalizzazione delle filiere, nonché  a sostegno della valorizzazione e promozione del territorio, puntando sul bergamotto e sull’imprescindibile legame identitario, storico e culturale con l’areale di produzione presente nel territorio metropolitano di Reggio Calabria».

Alla Camera di COmmercio di reggio la DOP del Bergamotto

A proposito di territorio metropolitano, mentre era presente all’incontro l’assessore comunale Angela Martino, la Città Metropolitana, come istituzione, era – come al solito “latitante”. Eppure, la filiera del Bergamotto di Reggio Calabria riguarda proprio il territorio metropolitano ed è fondamentale un’azione di tutela e salvaguardia del preziosissimo agrume. Anche perché – come ha messo in evidenza il presidente del Consorzio del Bergamotto Ezio Pizzi – l’importanza crescente, anche in termini economici, del Bergamotto di Reggio Calabria ha creato le condizioni per l’avvio di nuovi impianti fuori dell’areale di produzione già definito per l’olio essenziale, ed anche in Regioni diverse dalla stessa Regione Calabria, a discapito della qualità e della salvaguardia dei requisiti propri della produzione reggina».

All’incontro erano presenti il prof. Pasquale Amato, storico difensore del marchio “Bergamotto di Reggio Calabria” e presidente dell’omonimo Comitato, i rappresentanti sindacali di Coldiretti (la vicepresidente Patrizia Rodi), di Confagricoltura (il direttore della sede reggina Diego Suraci), di Copagri (il presidente cittadino Vincenzo Lentini e Salvatore Borruto presidente Cia di Reggio, oltre a diversi esponenti dell’imprenditoria legata al bergamotto di Reggio Calabria tra cui il pasticcere (e presidente Conpait) Angelo Musolino e il presidente dell’Accademia del Bergamotto prof. Vittorio Caminiti.

Quanto tempo ci vorrà per ottenere l’estensione della DOP? I presidenti Pizzi e Tramontana mostrano ottimismo e contano di portare a casa il risultato entro un anno. Il lavoro di rimodulazione del disciplinare vigente per l’ottenimento del Bergamotto di Reggio Calabria-olio essenziale Dop, per aggiornare anche le caratteristiche del prodotto alle effettive caratteristiche determinate dalle mutate condizioni climatiche è stato complesso, ma soprattutto è stata individuata l’opportunità di tutelare il Bergamotto di Reggio Calabria, «modificando la denominazione della tutela in essere, in ragione del crescente utilizzo e del valore attribuibile al prodotto fresco che, nel flavedo, per le condizioni climatiche, le attenzioni agronomiche e le usanze locali di coltivazione della pianta, contiene una fragranza ed un aroma che rendono il prodotto unico ed identitario dell’area vocata. È stato dunque avviato l’iter previsto  dal  D.M. 14/10/2013 art. 13 (Modifica di un disciplinare) che, a seguito della presentazione dell’apposita istanza agli Enti preposti, prevede il parere della Regione e la conseguente delibera del Ministero (per alcune modifiche proposte al disciplinare, considerate minori). Per le modifiche non minori (tra cui il cambio della denominazione), dopo l’istruttoria del Ministero, è prevista l’approvazione della Commissione Europea».

Ora la palla passa alla Regione. Il Presidente Occhiuto e l’assessore Gallo non perdano tempo e trasmettano al più presto, previa approvazione, la documentazione presentata: questa eccellenza della Calabria ha bisogno di essere prima di tutto tutelata (e la DOP serve a questo) e poi valorizzata al massimo. I calabresi saranno riconoscenti a fronte di un’insolita procedura d’urgenza che ci auguriamo si possa adottare, in questo specifico caso. Il Bergamotto di Reggio Calabria (le cui coltivazioni sono state fortemente danneggiate dall’improvvisa e spaventosa ondata di calore dello scorso mese e bisognerà intervenire!) è il profumo della Calabria che vuole essere guidata al successo. (s)

 

LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSORZIO DEL BERGAMOTTO, AVV. EZIO PIZZI

LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO, NINNI TRAMONTANA

PASQUALE AMATO
QUANTE BATTAGLIE PER LA DOP DELL’OLIO ESSENZIALE

Quanto cammino, quante battaglie, quante parziali sconfitte e quante parziali vittorie sono passate da quel 9 ottobre 1998 in cui – col mio intervento – feci saltare nella Sala della Camera di Commercio il tentativo dell’ennesimo scippo contro Reggio. Quel giorno venne presentata una proposta in cui il nome di Reggio veniva cancellato dalla denominazione del suo preziosissimo agrume. Seguirono mesi intensi in cui condussi, partendo da solo ma trovando crescenti consensi nella società e nella politica sino alla presentazione del ricorso al Ministero firmato da me, da Giuse Barrile e da Filippo Nucera. Un ricorso che ricevette il sostegno di un ordine del giorno votato all’unanimità dal Consiglio Regionale, della Provincia di reggio, del Consorzio del Bergamotto, della Stazione Sperimentale delle Essenze e di tutte le organizzazioni dei coltivatori. Ricorso che destò l’attenzione e  l’appoggio del giornalista Oliviero Beha, che mi ospitò nel suo popolare programma radiofonico della RAI. Ricorso che venne pienamente accolto nel 1999 dal Ministero delle Risorse Agricole, con l’inoltro alla Commissione Europea che concesse nella primavera del 2001 la “DOP BERGAMOTTO DI REGGIO CALABRIA – OLIO ESSENZIALE”.

Tutti questi ricordi sono riaffiorati nella mia mente in questa bella mattina del 21 agosto 2023, mentre assistevo  – nello stesso Salone della Camera di Commercio di Reggio Calabria – alla Conferenza Stampa in cui è stata annunciata la presentazione alla Regione e al Governo della proposta di Disciplinare da inoltrare all’Unione Europea avente come oggetto l’estensione della ”DOP Bergamotto di Reggio Calabria – Olio Essenziale” (riconosciuta nel 2001) anche al frutto e ai derivati.

Questa volta non c’è stato bisogno di un mio intervento perché dentro di me ho vissuto la dolce sensazione che si prova quando si è coscienti di aver condotto, per 30 anni della propria vita, senza mai tentennare, una lunga crociata per un giusto obiettivo. Oggi il Bergamotto di Reggio Calabria ha compiuto un’ulteriore passo verso la sua valorizzazione. Altre tappe comunque ci attendono.

Camera di Commercio di RC: Presentata domanda per riconoscimento Dop a Bergamotto di RC

La Camera di Commercio di Reggio Calabria ha presentato la domanda per il riconoscimento Dop del Bergamotto di Reggio Calabria. Il 21 agosto, alle 10, nella sede camerale, sarà tenuta una conferenza stampa per illustrare lo stato dell’arte dell’iter, alla presenza delle Associazioni di categoria.

Conclusa la fase della registrazione nazionale, la domanda sarà trasmessa alla Commissione europea per l’approvazione definitiva e l’ottenimento del riconoscimento a livello comunitario.

Da tempo la Camera di commercio di Reggio Calabria e tutti i soggetti sopra citati hanno intrapreso un percorso di collaborazione finalizzato al riconoscimento della DOP del frutto fresco di bergamotto, quale prodotto di eccellenza e pregiata risorsa per l’economia del territorio, per le sue caratteristiche esclusive e per il suo impiego nell’industria agroalimentare. (rrc)

Bergamotto, Regione avvia procedure per dichiarare stato di calamità

La Regione Calabria ha avviato le procedure per dichiarare lo stato di calamità naturale per i produttori di Bergamotto di Reggio Calabria. Lo ha reso noto l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, sottolineando come «le notizie che giungono dai territori restituiscono una realtà drammatica: il caldo torrido di fine luglio ha quasi azzerato la produzione di bergamotto, causando in più zone la perdita di almeno il 70% del prodotto».

«Gli appelli ad un intervento tempestivo e concreto lanciati dalle aziende, dalle associazioni di categoria e dal Consorzio del Bergamotto, oltre che dal deputato Francesco Cannizzaro, sono stati prontamente raccolti dal Dipartimento – ha spiegato –, che ritenendo sussistenti le condizioni per giungere al riconoscimento dello stato di calamità, ha promosso ogni iniziativa utile a garantire un sostegno immediato e diretto ad un settore simbolo dell’agroalimentare calabrese».

Nello specifico, dalla Cittadella è già partita, alla volta della Città Metropolitana di Reggio Calabria, la richiesta di una specifica e dettagliata relazione in ordine ai danni subiti nello specifico dalle imprese operanti nell’area del Dop bergamotto di Reggio Calabria-Olio essenziale, primo passo anche tecnicamente indispensabile per poter procedere oltre, nel confronto col Governo. Intanto, già nei prossimi giorni l’assessore Gallo si recherà in visita in alcune aziende bergamotticole del Reggino, per incontrare personalmente una delegazione di produttori e far visita alle loro aziende. (rcz)

Il Bergamotto di Reggio Calabria al Magna Graecia Film Festival

Il Bergamotto di Reggio Calabria è stato tra i protagonisti della 20esima edizione del Magna Graecia Film Festival, “inondando” di profumi e fatto innamorare le star e le attrici della prestigiosa kermesse ideata da Gianvito Casadonte e in corso a Catanzaro.

«Ohhh, Bergamot…», è stata l’espressione divertita del premio Oscar Susan Sarandon, ricevendo l’omaggio dei dolcini e dell’essenza. Alla Cittadella regionale, nel corso della conferenza stampa nazionale, l’attrice hollywoodiana ha aperto la confezione e distribuito il bergamotto al presidente Roberto Occhiuto, agli assessori regionali, al presidente della Film Commission Anton Giulio Grande ed al patron della kermesse Casadonte.
Risate e soprattutto tanta bontà. Stesso refrain e moltissimi aneddoti simpatici anche con l’attrice spagnola, protagonista della quarta serata al Mgff, Rocio Muñoz Morales.
«Per l’eleganza, la vitalità, il fascino e la poliedricità che sono le stesse peculiarità del Bergamotto di Reggio Calabria. Per la fragranza unica ed esclusiva che sprigiona chi ha carisma. Ed anche per il legame amoroso con quella porzione di terra reggina che al nostro straordinario agrume da i natali»: con questa motivazione il presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio CalabriaEzio Pizzi, accompagnato da Giovanna Pizzi, membro del cda e responsabile della comunicazione del Consorzio, e Giacomo Giovinazzo, Direttore Generale del Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, ha premiato proprio l’attrice Rocio Muñoz Morales con un quadro realizzato per l’occasione dall’artista calabrese Luigia Granata, raffigurante il frutto del bergamotto.
Il Consorzio di Tutela del Bergamotto di Reggio Calabria, insomma, è stato protagonista importante al Magna Graecia Film Festival. Anche alla presentazione del libro Dove nasce il sole, Rocío Muñoz Morales è stata omaggiata di un cesto contenente alcune delle migliori eccellenze enogastronomiche calabresi a partire dall’essenza di bergamotto.
A chiudere la giornata dedicata al nostro frutto, tutti i protagonisti del MGFF, tra cui attori e operatori del settore, che hanno onorato lo straordinario agrume durante la cena esclusiva alla “Scogliera” di Pietragrande, un luogo suggestivo, palcoscenico d’eccezione per le deliziose portate a base di bergamotto.
«Abbiamo avuto modo di fare conoscere la poliedricità del bergamotto. Nelle conferenze stampa, durante le presentazioni culturali, nel corso dello show serale ed anche nella lounge area del Magna Graecia Food Feast, la Calabria è stata profumata dal nostro agrume», le parole del presidente Ezio Pizzi e della responsabile della comunicazione Giovanna Pizzi, a margine della serata.
I due, in rappresentanza dei produttori reggini, hanno chiaramente ribadito una nuova narrazione del prodotto. Dall’essenza per i migliori profumi del mondo agli effetti salutistici fino all’utilizzo nella grandi cucine.
Il drink al bergamotto è stato il cocktail più richiesto dagli ospiti, così come i liquori, i succhi, le marmellate, il miele, le caramelle e gli immancabili dolcini di pasta di mandorle omaggiati direttamente ai protagonisti.
«Adoro questi dolci, ad ogni rientro a casa dalle tournée teatrali li divoro… ma non dite nulla al mio amore calabrese doc Raoul», il simpatico siparietto dell’attrice Rocìo.
Due le chicche ulteriori: Giovanna Pizzi ha indossato gli splendidi abiti, con la Calabria superstar, della stilista Luigia Granata, raffiguranti oltre al bergamotto simboli della nostra terra come Capo Colonna o i Mosaici di Casignana; e poi un’opera dell’artista Elena Iacopino, realizzata in cartapesta e buccia ed essenza di bergamotto, omaggio alle donne delle quali ha le fattezze. (rcz)

Una triplice risposta ai gravi danni provocati dal caldo alle piante di Bergamotto di RC

di PASQUALE AMATO – Una triplice risposta ai gravi danni causati  dal caldo inusuale sulle piante del bergamotto di Reggio Calabria, la preziosissima eccellenza mondiale di Reggio Metropolitana.

Il Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria, nato per difendere e salvaguardare il preziosissimo agrume reggino, ha affiancato subito le giuste preoccupazioni dei bergamotticoltori e sta adoperandosi sulla base di una triplice risposta, positiva e costruttiva: occorre evitare di farsi prendere la mano dal fatalismo catastrofico, atteggiamento che quando prevale porta a errori di valutazione e a errate conclusioni.

Non è necessario riferirsi a esempi di regioni del Nord che hanno reagito a disastri rimboccandosi le maniche. Basta ricordare che Reggio è non soltanto una delle più antiche città d’Italia e d’Europa, ma anche quella che ha subito più disastri, naturali (terremoti, alluvioni, bradisismi) e per mano degli uomini, nel corso della sua lunga storia. È opportuno ricordare che i nostri antenati non si sono mai abbandonati a lamenti sulle catastrofi ma hanno sempre reagito ricostruendo con tenacia ciò che si era perso o era stato danneggiato.

L’esempio recente più clamoroso è la ricostruzione effettuata sulle macerie del terremoto del 28 dicembre 1908. di fronte a quella immane tragedia – con 25.000 persone morte e il 95% degli edifici pubblici e privati distrutti – i nostri antenati non si sono fatti avvinghiare dalla disperazione. Giuseppe Valentino, il sindaco della ricostruzione, l’on. Giuseppe De Nava, l’ing. Pietro De Nava e tanti altri, reggini doc e adottivi che presero a cuore le nostre sorti (ne cito almeno tre: Umberto Zanotti Bianco, don Orione, Alfonso Frangipane) e di tecnici di valore inviati dallo stato (tramite l’autorevole ministro reggino Giuseppe De Nava) a darci una mano, non si sono attardati neanche un giorno a piangere sulle rovine e sui morti. Ma hanno riedificato su quelle macerie una città ancora più bella e affascinante. Questo è il giusto esempio da seguire piuttosto che abbandonarsi a frasi tipo “ora tagliamo le piante”. I coltivatori sanno meglio di tutti quanti anni devono passare per rendere produttivo un bergamotteto.

Sulla scia di questi precedenti, e avendo la certezza che il “cambio climatico” non è di passaggio ma sarà un fenomeno che riproporrà in futuro scenari come quello verificatosi in queste ultime settimane torride, occorre da subito studiare e applicare azioni che salvino il salvabile nell’immediato e studino tutte le soluzioni per prevenire il certo ripetersi del fenomeno già nella prossima estate del 2024. Per fare ciò è prioritario imbastire subito un dialogo tra i coltivatori e tutte le loro organizzazioni, il Consorzio di tutela del bergamotto di Reggio Calabria, il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea, l’Ordine Professionale degli Agronomi, la Camera di Commercio e laStazione Sperimentale delle Essenze.

Ad essi si devono affiancare offrendo il loro sostegno anche economico tutti gli innumerevoli soggetti dell’indotto, primi fra tutti quelli che vendono a tutto il mondo la preziosissima essenza del bergamotto di Reggio Calabria (Dop dal 2001) e la camera di commercio metropolitana che può vantare da sempre il primato assicurato dalla stessa essenza nei rapporti commerciali internazionali.

Gli enti istituzionali locali – prima fra tutti la Città Metropolitana di Reggio calabria, l’assessorato per le attività produttive del comune Capoluogo e i sindaci di tutti i  Comuni riconosciuti dall’Europa come area di produzione della Dop del principe mondiale degli agrumi – l’assessorato all’agricoltura della regione, il ministero delle risorse agricole e la commissione europea dovranno sostenere e finanziare la ricerca di soluzioni concrete per salvare il salvabile subito e per prevenire con azioni adeguate il quasi certo ripetersi del fenomeno nel 2024. il bergamotto di Reggio calabria è un patrimonio di valore assoluto che riguarda il nostro territorio metropolitano, l’Italia, l’Europa e il mondo. E tutti sono chiamati a difenderlo e preservarlo.

Confermo quanto ho già dichiarato nei  giorni scorsi: il comitato per bergamotto di Reggio calabria sarà in prima linea nell’azione concertata di tutti i soggetti che vorranno muoversi in tali direzioni. senza isterismi e catastrofismi. ma con  spirito costruttivo e operativo. (pa)

[Pasquale Amato è presidente del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria]

Il bergamotto di Reggio Calabria al Macfrut Rimini e Tuttofood di Milano

Il Bergamotto di Reggio Calabria sarà protagonista al Macrut di Rimini, in programma dal 3 al 5 maggio e al Tuttofood di Milano, che si terrà dall’8 all’11 maggio.

Tradizione e innovazione si sposano opportunamente, esaltando la sostenibilità delle coltivazioni, anche grazie ai prodotti a base di Bergamotto di Reggio Calabria: dai succhi nutraceutici, alle marmellate, ai prodotti di pasticceria e al food in genere, agli amari e a numerosi altri derivati. Èil caso del Baulotto e del Quadrotto al Bergamotto di Reggio Calabria che verranno presentati in anteprima presso le fiere dall’azienda agricola Patea.

Al Macfrut di Rimini la mattina di giovedì 4 maggio presso lo stand collettivo regionale, verrà presentata e offerta a cura dall’Azienda agricola Patea e dalla coop Bergamia La colazione del benessere con il bergamotto di Reggio Calabria. Dalle 9,30 alle 10,30 oltre a poter degustare si potrà partecipare al talk-colazione I prodotti e i succhi al Bergamotto di Reggio Calabria e i mix nutraceutici con agrumi e frutti tropicali del reggino con gli esperti del settore tra i quali l’agronomo Rosario Previtera di Nutraceutical Academy, il nutrizionista Antonio Galatà presidente dell’Associazione Italiana Nutrizionisti in Cucina, la gastronoma Anna Aloi di Identità Gusto e Benessere. 

Tra gli ospiti oltre agli appassionati del Bergamotto di Reggio Calabria, ai giornalisti e ai tecnici di settore, saranno presenti anche il presidente Gerardo Diana e la vicepresidente Elena Albertini del Consorzio di tutela Igp “Arancia Rossa di Sicilia”. 

«È importante fare rete nell’ambito del circuito dei marchi di qualità tra regioni e tra nazioni» sostiene l’agronomo Previtera per il quale «la riforma in atto della normativa delle Dop e delle Igp contempla una nuova funzione dei Consorzi di tutela anche dal punto di vista del turismo rurale e del turismo enogastronomico in generale, con un occhio rivolto alla sostenibilità e ai progetti di cooperazione internazionale»

«È importante offrire ai consumatori e al mercato prodotti sempre  nuovi che possano promuovere il nostro Bergamotto di Reggio Calabria, sempre più apprezzato – sostiene Fabio Trunfio, direttore commerciale dell’azienda sita a Brancaleone –. Dopo le recenti visite in azienda dei tour operator nazionali e dell’Est Europa, è stata la volta della delegazione di produttori della Corsica tramite la Camera di commercio francese e il consorzio dell’Igp Arancia Rossa di Sicilia, con il quale stiamo progettando l’aranciata al bergamotto, visto che è ormai in dirittura di arrivo anche il percorso di riconoscimento dell’Igp “Bergamotto di Reggio Calabria”, per il quale abbiamo aderito con entusiasmo insieme ad altre 200 aziende».

«È importante – ha concluso – esaltare e far crescere il sistema prodotto-territorio, esaltando le peculiarità nutraceutiche e salutistiche del principe degli agrumi».

. (rrm)   

La vecchia fabbrica dei Derivati del Bergamotto di Reggio di Arenella

di EMILIO ERRIGO – La sede storica della fabbrica Arenella di San Gregorio di Reggio Calabria, versa in un vistoso stato di degrado e abbandono.
Intervenire si rende necessario e urgente! E pensare che da più parti si diceva e scriveva negli anni ’80, che da lì a qualche anno, la sede industriale della storica dell’Arenella, dove un tempo oramai lontanato, mani e menti raffinate, curavano la produzione e trasformazione, dei derivati ed estratti del prezioso Bergamotto di Reggio Calabria, più noto al mondo quale “oro profumato della Calabria, nelle buone intenzioni di molti uomini e donne pensanti, doveva essere, messa in sicurezza, restaurata, riqualificata e riconvertita, in un moderno e polifunzionale, “Istituto Internazionale di Profumeria, Cosmetica ed Aromi Alimentari” localizzato a San Gregorio di Reggio Calabria.
Non mancarono interessanti incontri, prestigiosi convegni con illustri relatori, seminari di alto pregio scientifico, la redazione di ben strutturati progetti, con allegate note illustrative e relazione tecnico descrittiva del progetto esecutivo, che solo leggendo il contenuto del testo, particolareggiato, crea un forte senso di entusiasmo a fare e fare bene il proprio dovere, per lo sviluppo economico, la crescita culturale e sociale degli abitanti della Città di Reggio Calabria e dei 97 Comuni della Provincia più a sud d’Italia.
La lungimirante idea progettuale, peraltro è stata pure finanziata dal decreto legge n.166 del 1989, convertito in legge n. 246/1989, (c.d. Decreto Reggio), destinando la non insignificante risorsa finanziaria, di oltre € 8.100.000,00, il cui progetto esecutivo veniva approvato , dal competente Comitato Tecnico Amministrativo del Ministero delle Infrastrutture – Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche Sicilia – Calabria, presso la sede coordinata di Catanzaro, in data 30.11.2006, con parere favorevole espresso all’unanimità n.48.
Poi non i Cittadini di San Gregorio e di Reggio Calabria, non hanno mai saputo, il perché e la vera causa ostativa, che non ha consentito agli Amministratori Comunali ed Enti Cooperanti nella pregevole iniziativa ad altissimo valore scientifico internazionale post laurea e interesse culturale tecnico-formativo e addestrativo, destinato ai giovani studenti diplomati presso Scuole e Istituti Superiori della Regione Calabria.
Chi scrive queste queste righe, ricorda con emozione e grande gratitudine, il caro Prof. Francesco Crispo, noto Chimico di fama internazionale, conosciuto dalle più note industrie di profumerie e cosmetici di mezzo mondo, quanto amore e impegno ha sempre profuso, per valorizzare e formare i giovani quali tecnici, maestri profumieri, da impiegare come addetti specializzati presso le Industrie di profumerie e prodotti cosmetici, italiani, francesi e ovunque in territori esteri, si producessero profumi cosmetici, prodotti farmaceutici e igiene intima, a base del profumatissimo e unico al mondo, olio essenziale estratto da mani e menti esperte, dal Bergamotto di Reggio Calabria.
Il dott. Crispo, ha assicurato la sua professione intellettuale e diretto per oltre quaranta anni, in diverse fabbriche di derivati alimentari degli agrumi di Calabria e Sicilia, e il Consorzio del Bergamotto a San Gregorio di Reggio Calabria, facendosi apprezzare e stimare da tutti quanti hanno avuto la fortuna e il piacere di incontrarlo e conoscerlo. Esistono personaggi e personalità nati in Calabria, che hanno e ancora oggi, contribuiscono a mantenere alta la bella immagine della Calabria e diffondere la cultura scientifica in tutto il mondo, senza poi riuscire a realizzare il loro sogno rappresentato dall’Istituto Internazionale di Profumeria, Cosmetici ed Aromi Alimentari proprio nella loro amata Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Qualcuno potrà mai concretizzare e realizzare in opere di notevolissimo interesse pubblico, questo sogno, a favore dei Giovani della Calabria, aromatizzato e profumato di essenza del Bergamotto di Reggio Calabria?
Penso ad altra personalità che non ha mai fatta mancare alla Calabria e ai Calabresi, la propria profonda cultura, senso di altruismo e intelligenza, scrivo del caro ed indimenticabile attuale Presidente del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria, l’avv. Enzo Pizzi, il quale ha dedicato tanta energia e impegno psico-fisico, per il raggiungimento di questo sogno di civiltà e progresso della Comunità territoriale e umana, fatta di bella gente semplice, molto umile, come lo sono i contadini, grandi lavoratori della terra fertile, dove vengono coltivate e curate come bambini, le rarissime e uniche piante del Bergamotto di Reggio Calabria. (ee)
[Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria, Docente universitario e Generale in riserva della G.di F.]

L’artista reggino Natino Chirico ha donato al prof. Amato una sua opera dedicata al Bergamotto

È un’opera dedicata al Bergamotto di Reggio Calabria, quella che l’artista reggino Natino Chirico ha donato al prof. Pasquale Amato.

«Il grande artista reggino Natino Chirico – ha detto Amato – mi ha voluto donare un suo pregevole e originale dipinto dedicato al nostro Bergamotto di Reggio Calabria e alle battaglie che conduco da una vita per la sua difesa e la sua corretta promozione. Ho pensato che fosse giusto che me lo consegnasse presso l’Accademia dello Chef Filippo Cogliandro assieme ai membri del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria che hanno potuto essere con noi nel tempo risicato di qualche ora: Angelo Musolino, Isabella Amatulli e Vincenzo Vitale».

«Ho così coinvolto – ha continuato –  il Comitato nell’esprimere collegialmente la stima per l’artista di livello internazionale e l’apprezzamento per un “reggino della diaspora” che coglie ogni occasione per tornare tra noi e per compiere atti d’amore verso la nostra amatissima Reggio Metropolitana e le sue Eccellenze Mondiali: i Bronzi di Riace e il Principe Mondiale degli Agrumi. Grazie di cuore, Natino, per questo inatteso e graditissimo primo Regalo del Natale 2022». (rrc)