Post elezioni regionali, Carlo Tansi: Sto pensando di ritirarmi dalla politica

In un lunghissimo post su Facebook, il leader di Tesoro di CalabriaCarlo Tansi, ha ripercorso e spiegato quelli che, secondo lui, ha «commesso per la mia inesperienza politica». Una riflessione lucida d precisa quella dell’ex presidente della Prociv regionale, che si chiude con la valutazione di ritirarsi dalla politica, proprio a causa di questa inesperienza e «perché il mio carattere passionale è incompatibile con le regole comportamentali della furba politica calabrese. Questa politica non fa per me» ha spiegato Tansi.

Riportiamo integralmente il testo scritto da Carlo Tansi

Ho sbagliato a sostenere Amalia Bruni insieme al Partito Democratico. Purtroppo, anche a causa di una parte del sistema d’informazione calabrese nelle mani della ‘ndrangheta che ha distorto la mia comunicazione, non sono riuscito a far capire ai Calabresi perché sostenevo Amalia, nonostante per tutta la campagna elettorale mi sia impegnato con tutte le mie forze per farlo comprendere.

Non sono riuscito a far capire ai Calabresi che: Amalia è un’eccellenza mondiale nel campo della Medicina che con la sua competenza poteva risollevare le sorti della nostra Sanità; Amalia non era la candidata del PD ma una candidata civica, presentatasi non con il PD ma con una sua lista civica, che dopo le elezioni ha scelto di aderire in consiglio regionale al Gruppo Misto. Io ho sostenuto Amalia e non il PD.

E questa mia presa di distanza dal PD è risultata evidente alle elezioni comunali di Cosenza, quando non ho appoggiato il candidato voluto e sostenuto dal PD Franz Caruso, neanche al ballottaggio, ma ho sostenuto una candidata civica.

Avevo imposto fortemente il Codice Etico che – vietando la candidatura di consiglieri regionali con più di due mandati completi, o con condanne penali anche in primo grado e persino rinvii a giudizio, o figli, coniugi o fratelli, di consiglieri uscenti –ha evitato, come è risultato evidente, quello che è successo nel centro-destra: l’elezione di figli e parenti di vario ordine e grado di consiglieri uscenti, o di “impresentabili” o di dinosauri della politica calabrese.
Con Amalia e con le sue liste si potevano vincere le elezioni e governare la Calabria nei prossimi 5 anni con la prospettiva della pioggia di miliardi del Recovery Fund da sottrarre alla destra affarista responsabile del fallimento della regione, che avrebbe consentito di riscrivere la storia della nostra Terra e favorirne il decollo, dando speranza alle nuove generazioni.
I Calabresi non avendo compreso questi concetti non mi hanno più visto come quello che voleva rompere il sistema, ma come quello che era entrato a far parte di quello che avevo sempre combattuto, con i fatti, soprattutto quando guidavo la Protezione Civile: il PUT, il Partito Unico della Torta. Volevo combattere il PUT da una postazione di comando e non da una posizione marginale.
 Ho sbagliato ad accettare di aderire, a inizio febbraio, all’accordo con de Magistris che – a differenza di me che avevo raccolto per ben tre volte le firme per la presentazione delle liste, convinto che le elezioni fossero imminenti al momento dell’accordo – sapeva, da sue amicizie romane, che si sarebbe votato non a febbraio-aprile ma in autunno. Decisione favorita anche dall’azione ricattatoria di certa stampa illegale che denigrava quotidianamente il mio operato influenzando anche l’operato di molti miei candidati e fondatori del movimento civico Tesoro Calabria di cui sono presidente. Azione cessata dopo che ho fatto l’accordo.
Ho sbagliato ad uscire dalla coalizione con de Magistris. Nonostante gli innumerevoli motivi che mi avevano portato alla rottura – molto simili a quelli che dopo qualche mese hanno portato alla rottura anche il movimento Equità Territoriale di Pino Aprile – avrei dovuto controllare la mia passionalità e la mia irruenza, e continuare, “ob torto collo” (contro voglia), il progetto TanDem.
Dopo che sono sceso dal TanDem ho sbagliato, poiché malconsigliato, a non avviare una proposta politica e una coalizione con Lino Polimeni (al quale chiedo scusa), persona popolare e molto stimata dal popolo calabrese, che avevo incontrato a cena proprio la sera in cui si è consumata la rottura con Dema per definire operativamente i termini del progetto in vista delle elezioni.
Era sottinteso ma è bene rimarcarlo dopo alcune vostre giuste reazioni a questo post punto: ho sbagliato a non andare avanti da solo. Ho sbagliato a rompere frettolosamente, per il mio solito carattere impulsivo, i contatti con alcuni miei candidati e sostenitori di Tesoro Calabria della prim’ora, ai quali chiedo scusa.
Ho sbagliato a portare avanti una comunicazione forse un po’ troppo aggressiva, frutto della passionalità e della schiettezza con cui mi sono rapportato al mondo politico. Purtroppo questa aggressività comunicativa troppo spesso ha offuscato le nostre tante proposte programmatiche di cambiamento. Voglio ricordare che eravamo l’unico soggetto politico ad aver prodotto un programma di governo della Calabria frutto di tre mesi di lavoro con vari esperti dei vari settori.
Alla guida della Protezione Civile regionale avevo dimostrato con i fatti che in Calabria cambiare si può, persino nell’istituzione più disorganizzata e corrotta della Regione. Come ho cambiato la Protezione Civile avrei voluto contribuire a cambiare la mia Calabria.
Se potessi tornare indietro non rifarei questi errori. Però, vorrei con tutto il mio cuore far capire ai Calabresi che, a differenza di molti, non campo di pane e politica (ho il mio lavoro di Ricercatore da 32 anni con molti anni di docenza universitaria), non ho mai fatto politica in vita mia, se non da due anni a questa parte, e che tutto ciò che ho fatto, frutto della mia inesperienza politica, l’ho fatto in buona fede e solo per amore della mia Terra e dei Calabresi. (ct)

Elezioni / Tansi: Candidato rinviato a giudizio, Bruni prenda distanze politiche e morali

Carlo Tansi, del Movimento civico Tesoro di Calabria, ha chiesto alla candidata a presidente, Amalia Bruni, a nome di tutta la coalizione, di prendere «le distanze politiche e morali» dal candidato, nelle liste del Pd della Circoscrizione Sud, rinviato a giudizio nel processo Miramare.

Tansi, inoltre, ha invitato «se necessario, il Partito che lo ha candidato a intraprendere le dovute contromisure», in quanto si potrebbe trattare di una candidatura «che  finirebbe per danneggiarne non solo l’immagine ma anche il risultato elettorale».

«Considerato che – ha spiegato Tansi – la notizia divulgata dalla stampa locale e ovviamente cavalcata dagli avversari della nostra coalizione progressista, sta creando notevole imbarazzo tra i nostri candidati e sostenitori, chiedo ad Amalia Bruni – che ritengo unica garante della trasparenza delle liste che la sostengono – di valutare, con la necessaria solerzia, se le condizione giudiziaria del candidato rientra nelle condizioni ostative alla candidabilità previste nel Codice Etico, da Lei pubblicato e adottato da tutta la coalizione progressista».

«Se, viceversa – ha concluso – non risultano, con riferimento al Codice Etico, esservi condizioni ostative alla candidabilità, conclude Tansi, invitiamo la candidata alla Presidenza della Regione, a utilizzare il diritto di replica e di smentita nelle forme di legge». (rrm)

Elezioni / Tesoro Calabria condivide il messaggio dei vescovi calabresi sul voto

Il movimento di Carlo Tansi Tesoro di Calabria ha fatto sapere di condividere in pieno l’appello dei vescovi calabresi per il cambiamento rivolto ai fedeli e ai candidati. «La necessità di moralizzare l’attività politica ed istituzionale in Calabria, sollecitata dalla commissione episcopale calabrese, – si legge in una nota – trova piena ed incondizionata adesione da parte dei candidati del movimento civile “Tesoro Calabria”. La Calabria può diventare la “California d’Italia” se i suoi rappresentanti istituzionali saranno “liberi, forti e trasparenti” oltre che proiettati verso un solidarismo sociale.
«L’appello dei vescovi calabresi, è un vero e proprio atto d’amore verso la nostra terra, da sottoscrivere senza se e senza ma.
​ «“L’appello corale al Cambiamento” che rappresenta non solo l’esordio ma anche la sintesi dell’importante messaggio intitolato “Per la vita buona della Regione “ che la Conferenza Episcopale Calabra ha inteso divulgare in relazione alle prossime elezioni regionali, è una autorevole conferma che il Codice Etico, fortemente voluto dal Movimento Civico Tesoro Calabria e accolto, nelle sue linee guida, da Amalia Bruni e dalla coalizione progressista che la sostiene – ha dichiarato Carlo Tansi – rappresenta lo strumento necessario per indicare ai Calabresi la possibilità di effettuare la scelta giusta, per cambiare il destino della Regione più bella ma anche più povera d’Italia.
«I Calabresi che, insieme a me, – ha affermato Carlo Tansi – sono candidati nelle liste di Tesoro Calabria, conclude Tansi, hanno condiviso ed apprezzato, anche dal profilo laico che deve mantenere la Politica, la lucida e lungimirante analisi delle contingenze in cui versa la Regione, che, come coraggiosamente sostenuto dai Vescovi , “va liberata da mali antichi, e curata in modo nuovo”.
«Tutti i candidati di Tesoro Calabria, eserciteranno il loro diritto di chiedere il voto all’insegna dell’impegno di libertà e solidarietà, sollecitato dai Vescovi calabresi, ed attueranno la loro azione istituzionale tenendo conto principalmente dei bisogni e dei diritti dei più deboli e dei meno fortunati». (rp)

Polemiche elettorali / Conia: non si utilizza Rita Levi Montalcini per fare propaganda

Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi e responsabile Mezzogiorno del Movimento DemA Calabria stigmatizza l’utilizzo dell’immagine di Rita Levi Montalcini da parte della coalizione che fa capo ad Amalia Bruni.

«Sarebbe interessante sapere – ha dichiarato Conia – se la Fondazione Levi Montalcini sia informata del vergognoso sfruttamento a fini elettorali della figura del nostro grande premio Nobel per la medicina. Un uso spregiudicato da parte di Carlo Tansi che utilizza foto e filmati di Rita Levi Montalcini per sponsorizzare la candidata Bruni. Levi Montalcini appartiene a tutti gli italiani e la sua figura non può essere immiserita da un così squallido uso elettorale. La scorrettezza di Tansi va segnalata alla Fondazione Levi Montalcini e ci auguriamo che ci sia una presa di distanze anche da parte della dottoressa Bruni». (rp)

Tansi attacca l’ex alleato De Magistris e i “profughi” del pd oliveriano

Carlo Tansi, candidato alla presidenza della Regione con il movimento Tesoro di Calabria, ha ‘attaccato’ Luigi De Magistris, ex alleato, definendolo «quasi ex sindaco napoletano futuro disoccupato».

«L’ormai quasi ex sindaco napoletano – ha detto Tansi – di fronte ai pochi spettatori che lo accolgono nelle piazze e nelle trasmissioni delle tv locali, continua a proclamare propositi di rottura con il sistema politico che ha distrutto la Calabria, ma poi conclude accordi elettorali con gli amici ed i sostenitori dell’ex governatore Oliverio, tra i principali responsabili del fallimento della Calabria, e di quegli esponenti della vecchia politica, da tempo già allontanati dai loro partiti per diverse note vicende».

«Da tempo si sa – ha aggiunto – che l’ormai ex sindaco di Napoli ha accolto nella sua lista Giuseppe Giudiceandrea, ex consigliere regionale del Partito Democratico. È di ieri la notizia che nella lista dell’ex magistrato potranno entrare i consiglieri regionali, di stretta osservanza Oliveriana, Giuseppe Aieta e Antonio Billari, ma anche Francesco D’Agostino e Brunello Censore, a suo tempo esclusi poiché incandidabili per noti motivi, dalle liste del centrosinistra ai tempi della candidatura di Pippo Callipo».

«Non può destare meraviglia – ha proseguito Tansi – che le new-entry nella lista cosiddetta “civica” hanno acceso un agitato dibattito, molte perplessità e diverse defezioni, tra i sostenitori, compreso il nutrito gruppo di intellettuali ed esponenti della sinistra storica che si era pronunciata a favore dell’ex magistrato. “Ex” che, al contrario di quanto afferma, sta dimostrando di voler raggiungere a ogni costo solo un suo personale risultato, anche se in Calabria dice di voler cambiare tutto. “Cambiare tutto perché nulla cambi” come diceva qualcuno di gattopardesca memoria…».

«Il tempo è galantuomo – ha detto ancora – e i fatti dimostrano che ho fatto molto bene a prendere le distanze da questo strano personaggio, che incarna la peggiore tradizione del gattopardismo meridionale e della commedia napoletana. È evidente che il commediante napoletano sta cercando di convincere i calabresi, con le indiscusse capacità di recitazione che sono chiaramente impresse nel suo dna, di garantirgli per i prossimi 5 anni uno stipendio ed evitargli l’incubo dell’iscrizione alle liste di disoccupazione napoletane».

«Dal mio canto – ha concluso – io continuo a fare quello che faccio da 32 anni: il ricercatore Cnr. Sento però il dovere di dare un contributo alla mia Terra mettendomi in gioco per continuare a distruggere il sistema di potere che ho già distrutto quando guidavo la protezione civile regionale prima che venissi scacciato da politici, arrestati per mafia, per avere toccato gli interessi dei poteri forti in odore di ‘ndrangheta. Per questo, in linea con la coerenza che ha caratterizzato la mia azione civica per il bene della Calabria, ho proposto ad Amalia Bruni e fortissimamente voluto un codice etico che consentirà di eliminare, alle prossime elezioni regionali, dalle candidature dalla coalizione progressista alla quale ho deciso di aderire, politici intrallazzini responsabili del fallimento della Calabria. Fatti, e non parole». (rcz)

Elezioni regionali, Tansi: Amalia Bruni candidata ideale alla guida di una coalizione progressista

Carlo Tansi, leader di Tesoro di Calabria, e dalle cinque liste elettorali che hanno condiviso il programma politico-amministrativo di netto cambiamento, promosso dal movimento civico Tesoro Calabria da lui fondato ha valutato positivamente la candidatura della prof.ssa Amalia Bruni alla presidenza della Regione.

«Fin dai primi contatti – ha spiegato Tansi – ho chiesto a un’eventuale coalizione progressista di individuare un aspirante governatore che, oltre a essere di specchiata dirittura morale e in grado di opporsi senza remore all’ingerenza della ‘Ndrangheta e al cancro della malaburocrazia nell’amministrazione regionale, fosse rappresentativo della Calabria più attiva, colta e capace di misurarsi sul campo con i problemi atavici della nostra terra. Quelli che affliggono la Calabria da tempo immemore. Problemi che vanno dalla sanità alla mancanza di occupazione, dall’emarginazione sociale alla palese arretratezza strutturale del sistema regione, e così via. Amalia Bruni possiede pienamente i requisiti per risolverli: ecco il nostro giudizio».

«La professoressa Bruni – ha spiegato – dirige il Centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme. Già allieva di Rita Levi Montalcini, è una scienziata conosciuta e stimata nell’ambiente scientifico internazionale, in particolare per aver scoperto, alla guida di un team scientifico d’eccellenza, una glicoproteina – la “nicastrina” – che determina i meccanismi patogenetici della demenza precoce nell’Alzheimer. Scoperta che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Al contempo è conosciuta per l’umanità e la dedizione con cui si relaziona con i suoi pazienti».
«Una donna di assoluto valore, insomma – ha proseguito – che ha dimostrato di essere, non solo una scienziata di fama internazionale, ma anche una manager preparata e capace di gestire processi amministrativi complessi riuscendo, contro ogni tentativo di chiusura del suo Centro attuato dalle ultime giunte regionali in carica e tra mille difficoltà economiche per scarsezza di fondi erogati con insopportabile avarizia dalla Regione, a garantirne la sopravvivenza.  Amalia Bruni, libera da legami ideologici, è inoltre è una scienziata in grado di fornire, con competenza e lungimiranza, qualificate indicazioni programmatiche non solo utili al rilancio della Sanità regionale, ma anche per un impiego oculato delle ingenti risorse finanziarie che saranno destinate alla Calabria attraverso il Recovery Fund».
«La professoressa, del resto – ha detto ancora Tansi –  ha fatto della lotta alla malasanità una ragione di vita professionale e personale. E, malgrado lusinghiere proposte ricevute da prestigiosi organismi di ricerca internazionali, ha deciso di restare qui in Calabria, per far crescere la nostra Terra».
Scelta che per Carlo Tansi e per i candidati e i principali fondatori e sostenitori del movimento civico Tesoro Calabria, in piena armonia con i principi fondanti del movimento, la identifica come il candidato ideale per opporsi al nefasto sistema di potere che, con la candidatura di Occhiuto, propone il solito “uomo di apparato”, il quale nulla ha fatto per la Calabria in oltre 30 anni trascorsi in politica.
«La scelta di Amalia Bruni, inoltre – ha detto ancora –  può indurre una significativa azione di disturbo nei confronti dei portatori dei pacchetti di voti clientelari. Personaggi che pretenderebbero, malgrado le pessime condizioni in cui hanno ridotto la più bella regione d’Italia, di continuare a stare al vertice del governo calabrese».
«Ecco perché – ha concluso – il nome di Amalia Bruni consente al movimento civico Tesoro Calabria, e alle liste collegate, di aprire a un confronto con il fronte progressista, sempre che, come ovvio, le peculiari istanze di totale rinnovamento della classe politica regionale, di cui il movimento è notoriamente portatore, siano accolte senza riserve». (rrm)

Carlo Tansi si schiera con Conte se farà una nuova formazione politica

Il candidato presidente alla regione Carlo Tansi, a capo della lista civica Tesoro di Calabria, ha annunciato che sarà al fianco dell’ex premier Giuseppe Conte (sconfessato da Beppe Grillo nel suo progetto politico), se dovesse dar vita a una nuova formazione politica.

«Il Prof. Giuseppe Conte, a mio avviso – dice Tansi –, per la sua alta competenza professionale, per il suo pragmatismo, per la sua capacità di mediazione e di essere risoluto nelle sostenere le scelte di governo e, non ultimo, per la sua integrità morale, può rappresentare un modello per una classe dirigente rinnovata e capace di dare voce ad una istanza politica di carattere civico, ma orientata verso un progetto di sviluppo socio–economico capace di utilizzare le risorse per la modernizzazione del Sistema Italia e soprattutto del Meridione.
Dal primo momento in cui si è affacciato alla vita politica nazionale, ho guardato a Giuseppe Conte con speranza e senza illusioni; ho sentito la sua passione civile, la sua visione politica, autenticamente vicina alle istanze del civismo costruttivo.
Mi sono sentito molto vicino a Lui, finanche oggi, a causa della sua inquietudine umana per la diversa impostazione organizzativa che ha tentato di dare al Movimento 5 Stelle; impostazione che lo accomuna, ancora di più, alla mia avventura civile e politica, che spero sia recepita e condivisa dagli aderenti e dai sostenitori di M5S.
Care calabresi e cari calabresi, non tutti i mali vengono per nuocere. Ho sofferto molto per la separazione politica da Luigi de Magistris, convinto però che il desiderio di riscatto per la nostra terra, sia comune e senza reticenza alcuna.
Abbiamo da sempre – e continueremo per sempre – cercato di mettere al primo posto della nostra agenda politica la Calabria e i calabresi, combattendo e contrastando quel sistema di potere trasversale che ha tutelato gli interessi di pochissimi in danno di un popolo. L’esperienza delle scorse elezioni è risultata straordinariamente rivoluzionaria rispetto alla reale volontà di cambiamento e coinvolgimento di 60.000 persone che, scegliendo la nostra proposta politica, hanno deciso di varcare il Rubicone e sfidare una oligarchia piena di mercenari al soldo del potere politico regionale. Consenso esponenzialmente consolidatosi con la netta affermazione di Enzo Voce eletto sindaco di Crotone con le liste di Tesoro Calabria. Pertanto non mi sono mai sentito né solo, né sconfitto, né instabile, per come vorrebbero descrivermi strumentalmente i miei avversari politici e personali.
Per queste ragioni, se Giuseppe Conte, dovesse decidere di costituire una nuova formazione politica, noi saremo al suo fianco e metteremo a disposizione tutto quello che abbiamo costruito con passione e sacrificio negli ultimi anni, nell’interesse esclusivo della Calabria». (rp)

Torna la “pace” tra De Magistris e Tansi. Forse, ma l’intesa rischia di scricchiolare

di SANTO STRATI – Per mettere a tacere le tante voci che parlavano di imminente rottura dell’intesa, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, candidato governatore della Calabria con una lista civica di sinistra, e Carlo Tansi, alla guida di Tesoro della Calabria una lista che vuole conquistare spazio vitale alla Cittadella di Germaneto, hanno diffuso una foto e un comunicato relativo a un incontro di “pacificazione”. Per la verità, entrambi hanno smentito screzi e dissapori, ribadendo la volontà di un comune percorso che conferma «la profonda convergenza, di programma e di intenti che rendono la nostra coalizione l’unica vera alternativa per il cambiamento in Calabria. Stiamo costruendo – si legge nella nota – una bella storia con le donne e gli uomini di questa meravigliosa Terra, che vogliono stare dalla parte giusta».

Si tratta di capire cosa succederà in casa dem, dove l’attuale unico candidato – Nicola Irto – continua a non trovare il sostegno univoco di cui ha bisogno per fronteggiare la coalizione avversaria che ha scelto Roberto Occhiuto con un consenso prevedibilmente alto e ottime chances di vittoria. Di sicuro, se i dem (magari con l’appoggio dei cinquestelle) e Movimento arancione di De Magistris corrono separati, la vittoria della destra sarà a tavolino: nessuna delle due coalizioni di sinistra mostra di essere in grado di raccogliere il consenso necessario per sbaragliare il centro-destra. L’alternativa è che uno dei due faccia un passo indietro, cosa che appare, allo stato, pressoché impossibile: Irto raccoglie il “vecchio” e il nuovo e ritirare la sua candidatura significherebbe attestare l’incapacità di ripresa del partito democratico in una regione commissariata da anni; De Magistris, dal canto suo, ha lanciato una sfida che continua a mietere consensi a corrente alternata, giocando soprattutto sull’entusiasmo di protagonisti che conoscono bene il territorio (per esempio, il sindaco di Cinquefrondi Michele Conia), però i numeri non gli danno alcuna speranza di successo pieno, correndo in solitaria.

A questo punto, appena cominceranno a circolare in via riservata i primi sondaggi regionali, quasi certamente sarà De Magistris a fare una valutazione odiosa ma necessaria: è meglio conquistare una o più poltrone in Consiglio regionale, finendo a ingrossare una minoranza litigiosa e senza futuro, oppure scegliere la via maestra della politica, ossia il compromesso. Anche a rischio di vanificare le tante belle dichiarazioni di autonomia e indipendenza.

In altri termini si porrà il problema se divorziare da Tansi e accettare una posizione blindata (vicepresidente?) garantita da dem e cinquestelle (in caso di vittoria, ovviamente) o rischiare il tutto per tutto per conquistare (a fatica) un seggio che, nel caso di DeMa, rappresenterà un allettante “posto di lavoro” per un disoccupato di lusso. Certo, non va trascurata l’assoluta chiusura di buona parte dei dem calabresi nei confronti dell’ex magistrato e futuro ex sindaco di Napoli.

La competenza e l’esperienza di due mandati nell’amministrazione di una città difficile come Napoli non può essere gettata alle ortiche in nome della coerenza a tutti i costi. Soprattutto se si pensa che Carlo Tansi è il convitato di pietra di questa competizione elettorale e non manca, quotidianamente, di mettere a disagio l’intesa con De Magistris, con uscite populiste e anticasta che, contrariamente a quello che pensa, non infiammano gli animi e anzi alimentano il fuoco (pericoloso) dell’antipolitica. Insistere sul Put (partito unico della torta) rischia di allontanare gli elettori non di convincerli ad andare al voto. Ma questo, a quanto sembra, nessuno glielo dice. (s)

Tansi: Il Consiglio regionale svolto rappresenta uno spettacolo indecente

Carlo Tansi, leader di Tesoro di Calabria, ha dichiarato che, quello che si è svolto lunedì, è un «consiglio regionale vergognoso».

«Sì, e io non esito a dirlo. Anzi, lo ribadisco senza alcuna remora – ha aggiunto –. Considerato come sia andata in scena un’altra farsa personale del reggente Nino Spirlì, che ormai pensa forse più agli aspetti folkloristici della posizione di grande prestigio, ma anche di altrettanta delicatezza, da lui occupata per cui è ripreso dalla stampa nazionale e soprattutto caricaturato dal brillante comico-imitatore Maurizio Crozza. La questione, tuttavia, è che qui non si discute delle scelte comunicative più o meno felici del presidente facente funzioni quanto della salute dei calabresi».

«Un’assoluta priorità un po’ per tutti – ha proseguito – ma non per l’attuale numero uno della Regione che di Sanità pubblica, ma pure privata, non ne parla forse per evitare guai, probabilmente dietro suggerimento di alcuni scaltri soggetti i quali gli devono aver consigliato di tenersi alla larga da uno dei temi più scottanti in discussione. Stesso dicasi per la ‘ndrangheta, riguardo a cui non l’ho visto assumere una posizione forte. Mai, anche se questa è come ovvio un’altra storia. La sostanza, dunque, è che sembra un passante. Uno bravo, dal suo punto di vista chiaramente, a tenersi anni luce lontano dai temi più spinosi. Argomenti da cui in parecchi cercano di fuggire, però ineludibili per la classe politica e dirigente calabrese».

«Gli spieghi, infatti – ha detto ancora – il cerchio magico leghista, se non lo sa già, che un governatore, oltretutto di una regione in grave difficoltà come la Calabria, deve essere ogni giorno in trincea e, invece di dedicarsi ai video per Facebook o andare negli stadi ad assistere alle partite di calcio della sua squadra del cuore, lavorare sodo, anche la notte, per rendere ad esempio assai più efficiente il sistema sanitario calabrese».

«Un settore che qui da noi, emergenza Covid a parte – ha concluso – ha al contrario sempre fatto acqua un po’ da tutte le parti e necessita quindi di essere ampiamente migliorato, pure mediante l’implementazione dei servizi. Un fattore determinante per salvare la vita a molti calabresi e porre anche fine alla piaga dell’emigrazione per motivi di salute». (rrm)

Terme Luigiane: Carlo Tansi si schiera con i lavoratori a rischio occupazione

Carlo Tansi, ex capo della Protezione Civile calabrese ed ex candidato governatore alle passate elezioni regionali (si presenta alle prossime con Luigi De Magistris) si schiera con i lavoratori delle Terme Luigiane che rischiano di restare senza lavoro.

«C’è da sempre – ha dichiarato Tansi – un dilemma con cui fare i conti, soprattutto in Calabria, quando ci si determina di stare a fianco dei meno privilegiati, ossia se tale presa di posizione possa pure comportare, in parecchie situazioni, l’inevitabile difesa di quanti li usano o strumentalizzano per trarne profitto facendo pressione sull’opinione pubblica, e quindi sulla politica, affinché i più deboli siano ‘salvati’ con ad esempio conseguenti grossi vantaggi per i proprietari di un’azienda in cui sono occupati che altrimenti chiuderebbero ‘baracca e burattini’. Ecco perché, e voglio precisarlo a chiare lettere, il mio intervento odierno è soltanto indirizzato a sostenere in tutto e per tutto dei lavoratori, da sempre l’anello debole della catena in qualsiasi contesto, che subiscono immancabilmente le scelte della parte datoriale da cui sono stipendiati e soprattutto della politica, non meno opportunista di coloro i quali devono trarre profitto dalle rispettive attività. Semmai il contrario.
Fatta la doverosa premessa, nel caso di specie, mi voglio occupare, spendendomi in loro favore, delle 250 unità finora impiegate a vario titolo nelle Terme Luigiane. Ma non mi limiterò a farlo con un comunicato stampa, quasi di prammatica. Dal momento che, viceversa, è mia ferma intenzione capire bene come stiano le cose anche alla luce di quanto letto sugli organi di informazione da moltissimo tempo.

«È il motivo per cui profonderò, nei limiti della mia funzione attuale s’intende, il massimo impegno personale, battendomi insieme ai dipendenti delle Terme a cui ho peraltro chiesto un incontro a breve. Un confronto a cui parteciperò al fine di avere un quadro ancora più chiaro dell’ormai lunga storia che dal 2016 a oggi, anno di scadenza del contratto di concessione della gestione delle acque alla Sateca SpA da parte dei Comuni di riferimento Guardia Piemontese e Acquappesa, hanno vissuto la grama prospettiva del precariato a oltranza. Io, lo ribadisco, non voglio addentrarmi in questioni di gestione o accordi aziendali, benché vada ricordato come i diretti interessati nella circostanza difendano a ‘spada tratta’ i vertici della stessa Sateca. Ma è un aspetto che, ripeto, a me interessa poco.
«Credo però sia doveroso a… prescindere supportare questa gente che nella difficile fase corrente potrebbe ritrovarsi in mezzo a una strada in preda a un’emergenza assoluta. Senza un euro in tasca, insomma. Mi preme allora sollecitare la Regione, che in base alla legge avrebbe un ruolo da protagonista nella vicenda ma finora ricoperto all’insegna della più totale inerzia, e le due amministrazioni municipali citate in precedenza. Che, qualunque sia lo sbocco finale dell’ormai annosa querelle fra enti pubblici a ogni livello e impresa privata, dovrebbero avere l’imperativo categorico di salvaguardare il tasso occupazionale della loro area di pertinenza. Sempre e comunque. Perché il resto sono vuote chiacchiere fatte da chi coltiva interessi, diversi e particolari, sulla pelle di brave persone, che hanno il solo torto, lo dico per paradosso come ovvio, di voler continuare a guadagnarsi il pane onestamente e con sacrificio».  (rcz)