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Carlo Tansi

Tansi attacca l’ex alleato De Magistris e i “profughi” del pd oliveriano

Carlo Tansi, candidato alla presidenza della Regione con il movimento Tesoro di Calabria, ha ‘attaccato’ Luigi De Magistris, ex alleato, definendolo «quasi ex sindaco napoletano futuro disoccupato».

«L’ormai quasi ex sindaco napoletano – ha detto Tansi – di fronte ai pochi spettatori che lo accolgono nelle piazze e nelle trasmissioni delle tv locali, continua a proclamare propositi di rottura con il sistema politico che ha distrutto la Calabria, ma poi conclude accordi elettorali con gli amici ed i sostenitori dell’ex governatore Oliverio, tra i principali responsabili del fallimento della Calabria, e di quegli esponenti della vecchia politica, da tempo già allontanati dai loro partiti per diverse note vicende».

«Da tempo si sa – ha aggiunto – che l’ormai ex sindaco di Napoli ha accolto nella sua lista Giuseppe Giudiceandrea, ex consigliere regionale del Partito Democratico. È di ieri la notizia che nella lista dell’ex magistrato potranno entrare i consiglieri regionali, di stretta osservanza Oliveriana, Giuseppe Aieta e Antonio Billari, ma anche Francesco D’Agostino e Brunello Censore, a suo tempo esclusi poiché incandidabili per noti motivi, dalle liste del centrosinistra ai tempi della candidatura di Pippo Callipo».

«Non può destare meraviglia – ha proseguito Tansi – che le new-entry nella lista cosiddetta “civica” hanno acceso un agitato dibattito, molte perplessità e diverse defezioni, tra i sostenitori, compreso il nutrito gruppo di intellettuali ed esponenti della sinistra storica che si era pronunciata a favore dell’ex magistrato. “Ex” che, al contrario di quanto afferma, sta dimostrando di voler raggiungere a ogni costo solo un suo personale risultato, anche se in Calabria dice di voler cambiare tutto. “Cambiare tutto perché nulla cambi” come diceva qualcuno di gattopardesca memoria…».

«Il tempo è galantuomo – ha detto ancora – e i fatti dimostrano che ho fatto molto bene a prendere le distanze da questo strano personaggio, che incarna la peggiore tradizione del gattopardismo meridionale e della commedia napoletana. È evidente che il commediante napoletano sta cercando di convincere i calabresi, con le indiscusse capacità di recitazione che sono chiaramente impresse nel suo dna, di garantirgli per i prossimi 5 anni uno stipendio ed evitargli l’incubo dell’iscrizione alle liste di disoccupazione napoletane».

«Dal mio canto – ha concluso – io continuo a fare quello che faccio da 32 anni: il ricercatore Cnr. Sento però il dovere di dare un contributo alla mia Terra mettendomi in gioco per continuare a distruggere il sistema di potere che ho già distrutto quando guidavo la protezione civile regionale prima che venissi scacciato da politici, arrestati per mafia, per avere toccato gli interessi dei poteri forti in odore di ‘ndrangheta. Per questo, in linea con la coerenza che ha caratterizzato la mia azione civica per il bene della Calabria, ho proposto ad Amalia Bruni e fortissimamente voluto un codice etico che consentirà di eliminare, alle prossime elezioni regionali, dalle candidature dalla coalizione progressista alla quale ho deciso di aderire, politici intrallazzini responsabili del fallimento della Calabria. Fatti, e non parole». (rcz)