CASALI DEL MANCO – “Il libro e l’hobby per la lettura”, concorso a premi rivolto alle scuole

“Il libro e l’hobby per la lettura”. È il tema di Super Biblìon, il concorso a premi, indetto dall’amministrazione comunale di Casali del Manco, in occasione del primo compleanno della Biblioteca comunale, rivolto a tutte le classi degli istituti primari e secondari del territorio, oltre che ai singoli alunni.

Saranno valutati testi narrativi, saggistici o poetici oppure opere visive su qualsiasi supporto espressivo, inclusa la fotografia, che siano legati al territorio casalino. I bambini ed i ragazzi di Casali del Manco potranno dare sfogo alla propria creatività, ideando e proponendo al Comune il loro progetto, su supporto cartaceo o informatico. I premi consisteranno in voucher per l’acquisto di materiale librario, da spendere presso una libreria che sarà individuata successivamente.

Al primo classificato verrà assegnato un premio del valore di 400 euro. Al secondo ed al terzo, rispettivamente, di 200 e 100 euro. I concorrenti dovranno far pervenire il plico all’ufficio Protocollo del Comune, in busta anonima, entro e non oltre le ore 12 di venerdì 24 maggio 2024.

«La cultura ed i libri aiutano a costruire un futuro migliore – ha commentato il sindaco Francesca Pisani – La promozione ed il loro sostegno sono infatti una priorità della nostra amministrazione comunale, che punta ad una costante vivacità culturale ed al coinvolgimento delle generazioni più giovani. Questo concorso nasce con lo scopo di far interessare ed appassionare i giovani casalini alla nostra storia ed alle nostre tradizioni, dando loro la possibilità di utilizzare la fantasia e l’inventiva per raccontare aspetti della nostra città dal loro punto di vista».

«Il primo compleanno della nostra Biblioteca comunale – ha aggiunto l’assessore alla Cultura Giulia Leonetti – non poteva certo passare inosservato. È stato un anno intenso, ricco di iniziative culturali e sociali di vario genere, che ha portato a Casali del Manco numerosi libri appena editi, quadri ed altre opere, personalità importanti, ma anche tanti cittadini, famiglie e ragazzi e bambini. Siamo soddisfatti, perché l’amministrazione comunale ha raggiunto il suo obiettivo e intende continuare a percorre insieme alla popolazione la strada della partecipazione culturale». (rcs)

Il Consorzio Olio di Calabria, Casali del Manco e Celico insieme per il territorio

Territorio, gastronomia, olio, vino sono, infatti, pilastri della nostra cultura, ma anche volano di sviluppo e crescita economica. Eccellenze che devono essere valorizzati e, proprio per questo, il Consorzio dell’Olio Igp Calabria e i Comuni di Casali del Manco e Celico hanno presentato, nel corso dell’incontro sul tema Verso l’eccellenza territoriale: strategie di promozione e valorizzazione, un protocollo di intese.
All’iniziativa, finalizzata alla condivisione di strategie di promozione e valorizzazione dei prodotti peculiari e di qualità, indissolubilmente legati ai luoghi d’origine, hanno preso parte il Sindaco di Casali del Manco, Francesca Pisani, il sindaco di Celico Matteo Lettieri, il Presidente del Consorzio Olio di Calabria Igp, Massimino Magliocchi, ed il giornalista, nonché già funzionario Arsa Calabria, Enzo Pianelli.
Le conclusioni sono state affidate all’Assessore regionale con delega ai Trasporti e alle Politiche sociali, Emma Staine. Ha moderato i lavori il giornalista Francesco Mannarino.
«La sinergia tra pubblico e privato, per sostenere e potenziare le eccellenze del territorio produttivo, è la strada migliore che si può percorrere», hanno sostenuto i protagonisti. Al lavoro, tutti, per coltivare l’ambizione della qualità e spingere verso le De.co, ovvero le denominazioni comunali che sono certificazioni del settore agroalimentare, con la funzione di legare un prodotto o le sue fasi realizzative ad un particolare territorio comunale. A differenza delle denominazioni protette a livello europeo, le de.co. vengono disciplinate a livello comunale e sono pertanto alla portata di iniziative di valorizzazione locale di prodotti e ricette tipici del territorio.
L’iniziativa per la protezione del prodotto o processo tradizionale che si intende certificare De.Co. può, quindi, nascere anche da un gruppo di cittadini o di aziende produttrici, che si limitino a segnalare l’idoneità alla certificazione e l’importanza del prodotto o processo per la comunità. Da qui, la scelta di “stare insieme”. Consorzio, Comuni, Regione e soprattutto cittadini. (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Intitolato a Francesco Feraco lo slargo sulla Chiesa di S. Francesco

È stato intitolato lo slargo antistante la Chiesa di San Francesco di Paola in località Trenta di Casali del Manco a Francesco Feraco, il benefattore originario di Trenta, insignito della “Stella al merito del lavoro” come “Maestro del lavoro” da parte del Presidente della Repubblica nel 1976, della medaglia d’oro dall’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura per qualità e quantità di attività svolta negli anni e della medaglia d’oro dal Comune di Trenta, per il contributo dato alla realizzazione di opere civili, ai fini dello sviluppo socio-economico del territorio.

L’Amministrazione comunale di Casali del Manco ha voluto fortemente rendere omaggio a Francesco Feraco, non solo per le sue numerose attività in favore dell’agricoltura e dello sviluppo dell’economia italiana e della Calabria, ma anche per la sua abnegazione nei confronti del suo territorio.

Alla cerimonia erano presenti il figlio di Francesco Feraco, Emidio, con la moglie, il sindaco di Casali del Manco Francesca Pisani, gli Assessori comunali Giulia Leonetti, Gianluca Ferraro e Michele Rizzuti e, in rappresentanza dell’arma dei Carabinieri, il Comandante Antonio Sica

Feraco fu uno stimato agronomo, funzionario del Ministero dell‘Agricoltura, segretario particolare dell’Onorevole Fausto Gullo, ai tempi Ministro dell’Agricoltura, nonché consulente di Antonio Segni, Sottosegretario allo stesso dicastero.

Dal 1946 al 1950 Capo ufficio dell’’Unsea, l’Ufficio Nazionale Statistico Economico dell’Agricoltura, venne inviato in Calabria nel 1951 con la qualifica di Dirigente capo per avviare le attività della nascente Ovs, l’Opera Valorizzazione Sila, dove predispose la prima distribuzione delle terre ai contadini nei comuni del Crotonese e della Sila. Fece parte del Gabinetto del Ministro dell’Agricoltura Giuseppe Medici e dal 1955 fu ai vertici del consorzio di bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati.

Autore di oltre 50 pubblicazioni sulle principali riviste nazionali di settore e di una nutrita attività giornalistica specializzata, Francesco Feraco si è contraddistinto quale esperto nel campo della riforma agraria, della bonifica e dell’irrigazione, impostando il Piano regionale degli invasi, occupandosi della progettazione e della realizzazione dell’invaso di Tarsia e della diga sull’Esaro, di numerose opere di bonifica e della realizzazione della Centrale ortofrutticola di Thurio e della Cantina sociale del Pollino.

«Oggi vogliamo ricordare l’infaticabile impegno profuso da Francesco Feraco a servizio dell’allora Comune di Trenta e della popolazione del territorio – ha dichiarato il sindaco Pisani –. In particolare negli anni ’60, quando fu in prima linea nella realizzazione delle principali opere di impiantistica idrica, fognaria ed elettrica, di sistemazione e prima asfaltatura della principale via provinciale di collegamento a Cosenza e della costruzione della strada alternativa di collegamento con Cosenza, l’attuale via Schiavonea, ottenendo la realizzazione del villaggio-centro di servizio di Schiavonea ed il rifacimento della cappella-chiesetta dedicata alla Madonna della Schiovonea, patrona della gente trentese».

«Intitolare lo slargo antistante la Chiesa di San Francesco di Paola a Francesco Feraco non era soltanto un atto dovuto – ha concluso il primo cittadino – ma rappresenta un grande onore per tutta la comunità casalina, che oggi e per sempre ricorderà una figura tanto autorevole». (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Venerdì l’incontro per parlare di Garante e Diritti”

Venerdì, a Casali del Manco, alle 17.30, nella Sala Consiliare di località Trenta, si terrà il convegno GarantiAmo la fragilità in ogni sua forma, patrocinato dal Comune di Casali del Manco e dalla Regione Calabria.

Un incontro, organizzato per parlare dei diritti delle persone con disabilità e sull’importanza della figura del Garante, rappresenta una significativa occasione di dialogo e confronto sul tema delle necessità e delle esigenze delle persone affette da disabilità e delle loro famiglie.

Ma, anche, un momento per far comprendere la valenza del ruolo del Garante dei diritti delle persone con disabilità che, può sgravare e migliorare la loro vita e può adoperarsi affinché i diritti dei soggetti fragili vengano realmente rispettati. Il convegno mira anche a promuovere l’importante legge regionale, che  prevede il ruolo del Garante nell’ambito delle disabilità.

«La nostra amministrazione è sempre attenta alle categorie più fragili della popolazione – ha detto il sindaco Francesca Pisani – e intende, con iniziative come quella di venerdì, continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla ricchezza rappresentata dalla diversità».

«In sinergia con il Garante, con la Regione Calabria e con tutte le associazioni che si occupano di disabilità sul territorio, continueremo a lavorare sodo per promuovere la crescita culturale e per offrire un sostegno concreto ai soggetti disabili ed ai loro nuclei familiari», ha aggiunto la sindaca che aprirà i lavori del convegno con una breve presentazione della necessità di cogliere l’opportunità di nominare il Garante dei diritti delle persone con disabilità da parte del Comune di Casali del Manco, illustrata dal responsabile delle Politiche Sociali, Antonio Tiberi.

Interverrà, poi, la presidente dell’Associazione “Mettiamoci in gioco”, Gaetana Staine, associazione che promuove numerose iniziative e progetti finalizzati alla socializzazione, ad un prosieguo terapeutico e che è riuscita a creare una stretta sinergia tra i genitori di bambini e ragazzi con disabilità. Seguiranno dei brevi interventi da parte del Garante del Comune di Casali del Manco, Filomena M. R. Cecere, e dei Garanti dei Comuni di Montalto Uffugo e di San Lucido, rispettivamente Carmen Romano e Gianfranco Tosti.

La parola passerà, poi, al Garante dei diritti delle persone con disabilità regionale, Ernesto Siclari, che indicherà le linee guida per essere incisivi e determinanti in questo delicato e importante ambito. Toccherà poi a Ferdinando Laghi, firmatario della legge sull’istituzione del Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità. Le conclusioni del convegno, che sarà moderato da Filippo Fordellone, da sempre impegnato verso i fragili, spetteranno all’Assessore regionale alle Politiche sociali Emma Staine(rcs)

 

A Casali del Marco si è parlato delle potenzialità del Parco Fluviale del Cardone

Nella Sala Consiliare di Casali del Manco si è svolto un convegno sulle potenzialità ambientali e turistiche del Parco Fluviale del Cardone e sulle nuove forme di paesaggio a sud dell’area urbana.

L’incontro, patrocinato dal Comune di Casali del Manco, dall’Associazione Parco fluviale Cardone Ets, dal Comune e dalla Provincia di Cosenza, è stato moderato dal giornalista Enzo Pianelli, che ricopre anche la carica di Vice Presidente dell’Associazione Parco fluviale Cardone.

Ha concluso i lavori il sindaco Francesca Pisani che ha ringraziato tutti i presenti e l’Assessore comunale all’Ambiente Gianluca Ferraro per l’organizzazione e l’ottimo lavoro che sta svolgendo.

«Oggi riaccendiamo l’attenzione su tematiche importanti – ha detto – come lo sviluppo ecosostenibile del territorio, argomento attualissimo che abbiamo la fortuna di affrontare alla presenza di un parterre molto qualificato».

Il primo cittadino ha sottolineato che l’interesse verso il Parco fluviale del Cardone è nato già con il Sindaco Martire e che l’amministrazione da lei guidata ha immediatamente ripreso l’interlocuzione con i partners, ben consapevole di quanto il fiume rappresenti una risorsa, oltre che storia, identità e qualità paesaggistica.

«Il parco del Cardone ed il territorio casalino – ha specificato – costituiscono un importantissimo corridoio ecologico che deve fungere da cerniera tra il Parco Nazionale della Sila e Cosenza”».

Secondo Pisani, se si vuole pensare ad uno sviluppo della città capoluogo verso sud, non si può prescindere da questa area e dal Cardone che, insieme al Crati, rivestono un ruolo strategico.

«Parchi fluviali e risorse idriche sono beni comuni e per tutelarli e gestirli al meglio è necessario fare rete con il mondo dell’associazionismo, con gli altri enti, i professionisti ed i cittadini – ha detto il primo cittadino –. Pretenderemo di sedere ai tavoli di lavoro e che il contratto di fiume del Crati, fondamentale strumento di programmazione e di sviluppo, venga rinominato inserendo il Cardone».

Il sindaco ha assicurato, inoltre, che le risorse di bilancio disponibili saranno impiegate per la valorizzazione del parco fluviale, nell’ottica dello sviluppo dell’intero territorio. 

Aveva introdotto il confronto l’assessore all’Ambiente, Gianluca Ferraro che ha evidenziato il ruolo del Cardone come leva per migliorare la qualità della vita della popolazione.

«Il Cardone, che nasce in Sila in contrada Macchia Sacra, attraversa il territorio casalino e confluisce nel Crati – ha detto Ferraro – è anello di congiunzione tra la città e la montagna ed è un prezioso patrimonio di ricchezze. La nostra amministrazione ha posto sin dal suo insediamento la massima attenzione nei confronti della tutela del territorio, con atti amministrativi, con l’istituzione di un gruppo di lavoro e con la promozione della sinergia con i Comuni limitrofi».

L’assessore ha fatto riferimento poi al piano di riqualificazione ambientale e paesaggistico del Comune, volto ad uno sviluppo sostenibile ed etico del territorio ed alla salvaguardia della considerevole biodiversità presente. Ferraro, infine citando l’articolo 9 della Costituzione italiana, che tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni, ha auspicato inoltre che la Provincia inserisca il Comune di Casali del Manco, insieme all’Associazione parco fluviale del Cardone Ets, nel tavolo tecnico del costituendo contratto di Fiume Crati – Cardone. 

Il presidente dell’Associazione Parco fluviale del Cardone Ets, Mario Imbrogno è intervenuto spiegando che l’associazione costituita da poco, ha però origini antiche, con i vari comitati di salvaguardia e le numerose azioni di valorizzazione del sistema ecologico della valle del Cardone. Imbrogno ha sottolineato che l’intento è quello di salvaguardare il corso d’acqua, l’ambiente, la fauna e di far rivivere tutte le attività produttive che si svolgevano nella valle e farle conoscere alle nuove generazioni, in quanto linfa vitale del territorio. Imbrogno ha auspicato un percorso ecologico che sia fruibile da tutti i cittadini. 

Il dirigente del settore Ambiente della Provincia di Cosenza, Giovanni Amelio ha sottolineato che i contratti di Fiume collegano la tutela dell’ambiente alla fruibilità turistica ed al ritorno economico. Ha raccontato della nascita del contratto di fiume, che oggi sarebbe uno dei più avanzati a livello nazionale e che la Provincia ha coinvolto l’Unical, che ha redatto un documento strategico, con una serie di obiettivi da perseguire. Amelio ha sottolineato il ruolo della Provincia, come casa dei Comuni, dicendo che l’ente sta cercando di concludere il contratto di fiume per poter mettere in atto tutte le azioni opportune finalizzate alla valorizzazione dell’area.   

Il direttore del Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università della Calabria, Roberto Gaudio ha rimarcato l’importanza di fare rete, in una causa rilevante come questa, spiegando che l’università sta rivedendo la sua offerta formativa, orientandosi verso temi come quelli della rigenerazione urbana e territoriale, dei bassi impatti sulla natura e dei suoi cicli. Un’offerta più moderna, in sostanza, in quanto c’è la necessità di una serie di competenze che lavorino in sinergia, al servizio del welfare della popolazione.

Il componente del gruppo misto di lavoro Comune di Casali del Manco/Associazione Parco fluviale del Cardone Ets, Marco Caferro ha affermato che il gruppo costituisce una best practice di collaborazione tra enti e cittadini. Un comitato che nasce dal basso, dalla volontà di partecipazione attiva dei cittadini, riunendo, sulla base di un’idea, tante associazioni del territorio, che si occupavano anche di cose diverse, ma che si sono riconosciute nell’idea del Parco fluviale del Cardone.

Caferro ha raccontato che nel 2020 il comitato ha avanzato al Consiglio comunale una proposta relativa al parco fluviale, ratificata all’unanimità dallo stesso e che è stata inserita nel Psc, il Piano strutturale comunale. Il rappresentante del gruppo misto ha auspicato infine che il Parco fluviale non sia solo un’area protetta, ma che inverta la tendenza allo spopolamento ed al depauperamento delle risorse del territorio.

L’architetto ed urbanista Daniela Francini ha svolto un excursus su quanto è stato fatto negli ultimi decenni in termini di progettazione urbanistica, ponendo l’accento sull’importanza di far ritornare fiumi e paesaggi storici protagonisti di un nuovo sviluppo sostenibile. Francini ha evidenziato come la nuova urbanistica debba puntare alla conservazione dei paesaggi storici ambientali ed alla creazione di nuovi paesaggi di qualità, augurando un incontro fra urbanistica e paesaggio, per una rinnovata qualità della vita e per porre rimedio ai danni ambientali creati dall’uomo. (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Domenica si presenta il progetto “InfibulaZero” de La Terra di Piero

Casali del Manco dice no all’infibulazione insieme a La Terra di Piero. Domenica 14 aprile, a partire dalle 9.30, l’associazione di volontariato presieduta da Sergio Crocco, impegnata dal 2011 nel sociale con opere di solidarietà di vario genere, con l’ausilio del gruppo Ultras del Cosenza Calcio “Curva Sud” di Casali del Manco, colorerà piazzetta Santa Marina, in località Casole Bruzio, con decine di coperte realizzate a mano, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’infibulazione.

L’iniziativa, fortemente voluta e sposata dall’amministrazione comunale, rientra nell’ambito della campagna contro l’infibulazione portata avanti da La Terra di Piero, parte del progetto Infibulazero “una coperta per un futuro senza mutilazioni genitali femminili.

L’iniziativa, oltre a puntare ad un momento di riflessione e di sensibilizzazione, mira anche a raccogliere fondi per costruire scuole e promuovere la cultura in Tanzania e Zambia, due Paesi in cui la pratica dell’infibulazione è ancora molto diffusa. Hanno collaborato all’organizzazione della manifestazione, anche l’associazione UniterpreSila Aps, insieme alle signore dell’Università della terza età “Ilde Turco Dodaro” ed a numerose famiglie del territorio presilano, che si sono adoperate nella realizzazione dei manufatti che verranno esposti domenica.

«Aderiamo con grande convinzione a questa iniziativa – ha detto il sindaco Francesca Pisani – condividiamo pienamente la battaglia culturale contro pratiche disumane come quella dell’infibulazione e vogliamo portare alla causa il contributo della nostra città. Ogni coperta è unica – ha sottolineato il primo cittadino – e vuole rappresentare una speranza per le donne e le ragazze ancora vittime della mutilazione dei genitali. Siamo sempre in contatto con Sergio Crocco e la Terra di Piero – ha aggiunto – pronti a mettere a disposizione spazi pubblici ed a collaborare in vari modi alle numerose ed importanti iniziative portate avanti dall’associazione». (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Rivive il mondo omerico dell’Iliade con Anna De Vincenti

di ANNA MARIA VENTURA – Nell’atmosfera suggestiva e pregna di storia e cultura della Biblioteca Gullo, a Macchia di Casali del Manco, continuano le “Conversazioni”, alla presenza di un pubblico colto ed interessato. Molto successo ha ottenuto la “Conversazione” della Prof.ssa Anna De Vincenti con il regista Nello Costabile, suo consorte, sul tema “La forza delle donne”. Le donne, oggetto della “conversazione” sono state: Hannah Arendt, Simone Weil e Rachel Bespaloff.

Tre donne, le quali, pur non frequentandosi e nemmeno in fondo conoscendosi veramente, hanno trovato ispirazione e conforto dalla lettura e rilettura del mondo greco delle origini e dell’Iliade in particolare. Come guardare, allora, a questo mondo che sembra perduto? Con uno sguardo né archeologico e né monumentale, secondo l’ottima relatrice, Prof. De Vincenti, ma critico, come ci suggerirebbe Nietzsche, che è lo stesso sguardo della Arendt, della Weil e della Bespaloff, che cercavano di orientarsi, in un momento storico, quello della Germania nazista e della persecuzione degli Ebrei, e le tre donne erano ebree, in cui sentivano in maniera tragicamente chiara quanto il mondo, il loro mondo, fosse completamente privo di orientamento. E se orientarsi significa cercare il proprio oriente, cioè il proprio “cominciamento”, allora diventa necessario per le tre donne rivolgere la mente e il cuore a quello che è il loro e anche il nostro oriente: la civiltà greca delle origini. Il “cominciamento” non può essere rivissuto, certo, ma può essere la linfa vitale a cui attingere. Cosa che possiamo e, forse, dobbiamo fare anche noi in questo tragico momento della nostra storia. Moderatrice dell’evento è stata la Direttrice della Biblioteca Gullo, dott.ssa Antonella Bongarzone, che ha impreziosito l’incontro con profonde riflessioni. A fare da controcanto alla relatrice è stata la voce del Maestro Nello Costabile, che ha dato ancor più prestigio al percorso culturale storico, filosofico e letterario lungo il quale Anna De Vincenti ha condotto gli ascoltatori. L’intervento di Anna De Vincenti è stato veramente ricco di cultura e di rara sensibilità. Il suo linguaggio raffinato e coinvolgente ha raggiuto ogni singolo rappresentante del pubblico.

Riportiamo spirito e contenuto dell’intervento attraverso le sue isposte alle domande che lei stessa pone nel corso della trattazione, intessendo una sorta di “dialogo” con il regista Costabile.

«Perché torniamo ogni volta al mondo greco?» si interroga la relatrice. La risposta le viene suggerita dal filosofo Giorgio Colli, che ha dedicato quasi tutta la sua vita allo studio della civiltà greca delle origini, Egli sostiene, afferma la De Vincenti, che l’immagine della Grecia che emerge dalla poesia omerica è quella di una civiltà all’interno della quale l’epica svolge un ruolo fondamentale nella formazione di una coscienza collettiva. Solo l’epica, infatti, ha saputo oltrepassare confini e particolarismi e fare breccia nel cuore del mondo ellenico; insomma, grazie all’Iliade e all’Odissea un’intera civiltà ha iniziato a leggere il proprio tempo con le categorie di quel mondo poetico. A partire dal VI secolo a.C. però, sempre secondo Colli, le pressioni esterne e l’allargamento degli scambi commerciali e culturali portano ad una serie di profondi cambiamenti: il risultato è la frammentazione della realtà e della coscienza in una molteplicità di diverse esperienze perennemente in competizione reciproca. Così si impone un progressivo senso d’incertezza intorno alla “via da prendere” e la verità si fa sfuggente. Quel mondo, allora, e quei valori vengono percepiti in qualche modo come perduti e proprio per questo, forse, devono essere conservati, come si conserva in uno scrigno una cosa molto preziosa, da non esibire ogni giorno, per non svilirla, per non renderla usuale e troppo consueta, ma a cui guardare in particolari momenti, quelli più difficili per se stessi e per l’umanità tutta, per attingerne coraggio e anche elementi di analisi.

Le nostre tre donne, continua la relatrice, hanno intrapreso un cammino di conoscenza e di svelatezza dell’essere. Infatti Rivelazione è la traduzione di alètheia (ἀλήθεια) che significa svelamento. Letteralmente è lo stato dell’essere evidente. Aletheia viene da lanthano, “coprire”, e, preceduto dall’alfa privativa, sta a designare ciò che si scopre. Infatti Heidegger, indagando il problema dell’essere, parla di «svelatezza» e conferma che la parola a-lètheia indica ciò che esce dall’oblio (lèthe) e si lascia vedere. Con l’etimologia di alètheia, Heidegger esprime l’esigenza di ritornare al rapporto originario di verità, ponendosi in attesa del momento in cui l’essere si lascia intravedere.

La Weil e la Bespaloff, ci dice la De Vincenti, in questo cammino dall’ente all’essere, incontrano l’Iliade. La trama dell’Iliade è semplice e luttuosa, dice appunto Aristotele nella Poetica, apprezzando la scelta geniale di Omero di non narrare l’intera guerra, ma solamente un suo episodio, anche se, come sappiamo, l’opera si arricchisce di scene apparentemente secondarie e tuttavia determinanti nella costruzione dei personaggi, del pathos che domina la narrazione, dell’etica e della metafisica che sovrintendono al suo universo. La De Vincenti asserisce che per Simone Weil è il poema della forza mentre per Rachel Bespalof è il poema della resistenza alla forza e se per la Weil l’eroe di riferimento è Achille, per la Bespaloff è Ettore, l’eroe della resistenza che si contrappone ad Achille, l’eroe della vendetta, quell’Ettore che possiede la disposizione e l’appetito della felicità, che ha un istante di esitazione prima di affrontare il tremendo nemico che lo ucciderà, ma poi pensa alla gloria e all’immortalità e decide di combattere: non può più evitare il destino di morte e sarà ben presto cadavere. In un libro molto bello di Nadia Fusini dal titolo Hannah e le altre, continua la De Vincenti, l’autrice Fusini con Dante canta Tre donne intorno al cor mi son venute, per parlare di Simone Weil, Rachel Bespaloff e Hannah Arendt.

Hanna Arendt nasce nel 1906 da famiglia ebrea ad Hannover, dopo gli studi uni-versitari è costretta ad abbandonare la Germania per motivi politici; si rifugia quindi in Francia nel 1933 e poi si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti nel 1941. Qui insegna in diverse università e, nell’agosto del 1944, fu invitata ai colloqui di Pontigny-en-Amerique dove tenne una conferenza sulla violenza a partire dal romanzo di Kafka Il Castello. Continua la sua attività di ricerca fino alla morte, che la coglie nel 1975 mentre si accinge a scrivere la terza e ultima parte della Vita della mente, l’ultimo suo capolavoro pubblicato postumo nel 1978. L’opera che la renderà famosa in tutto il mondo è il monumentale saggio del 1951 Le origini del totalitarismo, a cui nel 1958 seguirà La con¬dizione umana, titolo voluto dall’editore americano, mentre Hannah preferiva il titolo di Vita activa, conservato nella traduzione italiana del 1964. Di particolare rilevanza è inoltre il libro del 1963 intitolato La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, scritto in occasione del processo contro il criminale nazista Adolf Eichmann.

Hannah, che aveva preso parte al processo tenutosi a Gerusalemme come inviata speciale del «New Yorker», si convince che le ragioni profonde dei crimini nazisti risiedono non tanto nella cattiveria o nella mostruosità di alcuni carnefici, ma nell’assenza di pensiero in uomini del tutto normali, banali, che, se inseriti in una macchina infernale quale l’organizzazione nazista, diven¬tano capaci delle più disumane atrocità. Queste riflessioni, fatte da una donna ebrea, emancipata, laica e libera da ogni preconcetto, attirarono le critiche dello stesso mondo ebraico, che vedeva in esse una sottovalutazione del fenomeno nazista. Hannah ne Le origini del totalitarismo, spiega la De Vincenti, elabora uno schema generale, quasi un ideal-tipo, del regime totalitario, con esclusivo riferimento al nazismo e allo stalinismo, visti come due fenomeni riconducibili alla medesima idea di totalitarismo, essendo del tutto marginale l’interesse per altre forme di dittatura come, ad esempio, il fascismo e si propone di analizzare le cause e il funzionamento di questi regimi, considerati come una conseguenza tragica della società di massa, in cui gli uomini sono resi atomi, sradicati da ogni relazione interumana e privati dello stesso spazio pubblico in cui hanno senso l’azione e il discorso. Perché è fondamentale partire da questa considerazione? Si chiede la nostra relatrice. Perché gli esiti dell’ampia ricerca rinviano alla considerazione della scomparsa dall’orizzonte della modernità della dimensione genuinamente politica dell’uomo, quella che Hannah ritiene di scorgere nella polis dell’antica Grecia e che analizza in Vita activa: la con¬dizione umana, discutendone mirabilmente.

L’oggetto del saggio, come suggerisce il titolo voluto da Hannah, è la vita attiva, in quanto distinta dalla vita contemplativa, che sono i due momenti fondamentali, come avevano già affermato Platone e Aristotele, della condizione umana. Si noti, però, che Hannah, diversamente dai pensatori classici, parla di condizione e non di natura umana. La differenza non è di poco conto. La sola affermazione che possiamo fare circa la cosiddetta natura degli uomini, osserva Hannah, è che essi sono esseri condizionati, da cui, appunto, condizione umana. La «vita activa, cioè l’agire umano, si articola in tre forme fondamentali: l’attività lavorativa, che è propria dell’ animal laborans; l’operare, che è propria dell’ homo faber; l’agire, che è proprio dello zoon politikón. Delle tre manifestazioni della vita activa la più importante è la prassi politica, grazie alla quale gli uomini comunicano tra loro non attraverso gli oggetti, ma attraverso il linguaggio e le nobili gesta. E Hannah propone a questo punto alcune pagine molto belle e penetranti sulla civiltà dell’antica polis greca, che esaltava i valori dell’interazione comunicativa tra gli uomini liberi, veri e propri cittadini, in quanto protagonisti diretti della vita pubblica. Ancora prima della fondazione della polis, l’azione e il discorso erano considerati le attività più elevate dell’uomo. Come si evince dall’Iliade, la grandezza dell’Achille omerico può esser compresa solo se lo si concepisce come chi è autore di grandi imprese e pronuncia grandi parole (mégaloi lògoi), con cui rispondere ai colpi inferti dagli dèi. E la stessa cosa possiamo dire del vecchio Priamo che, quando parla, agisce perché discorso e azione sono equivalenti, dello stesso rango e dello stesso genere. Cosa significa questo? Si chiede ancora l’ottima relatrice. Significa che originariamente non solo l’azione più politica, in quanto rimane estranea alla sfera della violenza, si realizza nel discorso, ma anche, aspetto questo fon¬damentale, che trovare le parole opportune al momento opportuno, significa agire. Solo la mera violenza è muta, e per questa ragione soltanto essa non può mai essere grande. In questo senso la vera protagonista dell’Iliade è la forza, non gli uomini, davanti alla quale gli eroi e i grandi uomini, persino Priamo, restano muti, così come si resta muti davanti agli orrori del nazismo.

L’altra donna di cui parla Anna De Vincenti è Simone Weil. Figlia di ebrei benestanti e laici, nasce a Parigi nel 1909. Dopo un’infanzia, segnata da una salute precaria, in cui si appassiona alla letteratura, frequenta vari licei parigini, rivelando subito il suo carattere intransigente sul piano etico tanto che il suo preside la definisce in tono ironico imperativo categorico in gonnella. Segue, comunque, con successo i corsi di filosofia e nel 1930 consegue il diploma di studi superiori presso l’ École Normale, discutendo una tesi su Cartesio. A partire dagli anni Trenta insegna filosofia in vari licei e, contempora¬neamente, partecipa alle iniziative del sindacalismo di sinistra, da cui si lascia coinvol¬gere al punto che nel dicembre del 1930 si mette alla testa del movimento dei disoccu¬pati della cittadina francese di Le Puy, ove ella insegnava. Scrive vari articoli sui giornali sindacali, in cui analizza l’asservimento dell’uomo alle macchine e attacca l’apparato burocratico del Partito comunista, accusato di tradire gli interessi degli operai.

Questa attività a fianco dei poveri e degli operai le attira le critiche della stampa e dei genitori di alcune sue allieve, scandalizzati da un comportamento non consono alla dignità di docente. Dal 1934 al 1935 Simone fa l’esperienza più drammatica, che rappresenta la sperimentazione pratica della sua riflessione sul tema del lavoro: si congeda dall’insegnamento per trascorrere otto mesi come operaia presso varie industrie, tra cui la Renault, lavorando alle presse e alla fresa. Un sentimento di abbrutimento la invade.

Matura in questa fase l’idea sempre più precisa di quanto le contraddizioni sociali siano inestricabili e insolubili, anche dopo l’analisi del capitalismo fatta da Marx e dai teorici del comunismo. Perciò Simone abbandona gli ideali rivoluzionari, per concentrarsi sulla possibilità di un graduale miglioramento dell’organizzazione lavorativa: Un passaggio progressivo — ella dice — dalla subordina¬zione totale a un misto di subordinazione e collaborazione, rispetto al quale l’ideale sarebbe la cooperazione pura […] indipendentemente dai regimi politici. Resta sempre però centrale l’interesse per il lavoro manuale, tanto che definisce gli uomini lavoratori e creatori come i soli a essere uomini.

Nel 1935, durante un viaggio con i genitori in Portogallo, Simone assiste alla festa del patrono in un povero villaggio di pescatori: qui, mentre contempla estasiata le donne che in processione cantano inni antichi e compiono gesti rituali, ha inizio la sua svolta mistica: ho all’improvviso la certezza — così ella scrive — che il cristianesimo è per eccellenza la religione degli schiavi, che gli schiavi non possono non aderirvi, e io con loro. Sono anni di cupo pessimismo per la sua condizione esistenziale e per il momento storico: il nazismo e lo stalinismo dominano in Europa, mentre nella stessa America regnano incontrastati il capitalismo e la sua ferrea logica di asservimento della persona umana ai ritmi del lavoro produttivo.

Negli anni 1939-40 Simone si dedica a studiare filosoficamente il tema della violenza, partendo proprio dall’esperienza hitleriana e scrive il saggio critico L’Iliade, o il poema della forza, in cui analizza la forza come quel terribile potere che riesce a trasformare gli uomini in cose. Il vero eroe, il vero argomento, il centro dell’Iliade è la forza, ella afferma. La forza è ciò che rende chiunque le sia sottomesso una cosa. Quando sia esercitata fino in fondo, essa fa dell’uomo una cosa nel senso più letterale della parola, poiché lo trasforma in un cadavere. C’era qualcuno, e un attimo dopo non c’è nessuno. La storia greca aveva avuto inizio con un crimine atroce: Troia era stata distrutta e arsa; nella notte i guerrieri troiani erano stati massacrati, i bambini sfracellati contro le rocce; le donne prese prigioniere e portate in esilio. Allora, era nato un immenso rimorso, che aveva pesato su tutta la civiltà greca e, come suggerisce Simone, su tutta la storia che gli uomini fabbricarono dopo di allora. Le lacrime di Andromaca dopo la morte di Ettore sono le lacrime che piangiamo su noi stessi come attori e vittime della storia.

Simone trascorre l’ultimo periodo della sua vita in Inghilterra, ove muore di tubercolosi ad Ashford nel Kent il 17 agosto del 1943.

La terza donna di cui parla la De Vincenti è Rachel Bespaloff. Questa nasce in Bulgaria nel 1895 da una famiglia ebraica originaria dell’Ucraina: il padre, Daniel Pasmanik, è un medico con profondi interessi culturali mentre la madre, Debora Perlmutter, ha una formazione di ambito filosofico. In cerca di un ambiente più tollerante, la famiglia si trasferisce presto dalla Bulgaria in Svizzera e così Rachel cresce a Ginevra, compiendo fin da bambina studi musicali, diplomandosi in pianoforte e composizione al Conservatorio della città nel 1914; l’anno successivo insegna letteratura francese in un liceo. Nel 1919 si trasferisce a Parigi per occupare la cattedra di musica ed euritmica all’Opéra. Qui incontra nel 1922 Shraga Nissim Bespaloff, uomo d’affari socio del padre, che sposa e da cui ha la figlia Naomi. Nel 1930 i coniugi Bespaloff si trasferiscono in una piccola cittadina in un ambiente dove Rachel non si trova a proprio agio, rimpiangendo le frequentazioni e la vivacità culturale di Parigi, a quel tempo rifugio prediletto per quell’élite di esuli fuggiti dall’ex Impero russo. Rachel vive come una condanna l’allontanamento dallo stimolante milieu parigino, causa di sconforto e solitudine. Iniziano i sintomi del suo male di vivere: durante il 1938 trascorre un periodo in una clinica svizzera, a Montana, per ristabilirsi dai propri disturbi, nella stessa clinica dove nel 1937 era stata ricoverata Simone. Poi, altri spostamenti finché nell’estate del 1941, per sfuggire ai pericoli di incolumità nella Francia di Pétain, dove vigono le leggi razziali, lei e la famiglia abbandonano il paese trasferendosi negli Usa.

Negli Stati Uniti Rachel non riesce a radicarsi, ma porta a termine il suo saggio sull’Iliade, interpretando il poema omerico alla luce dei drammatici avvenimenti contemporanei. Nel 1943 insegna letteratura francese al College universitario di Mount Holyoke, ma la rendono infelice la superficialità della società americana e le penose condizioni della sua stessa famiglia: le difficoltà economiche, la malattia di cuore del signor Bespaloff e l’invalidità della madre. Anche se stimata da colleghi e allievi, Rachel si sente fuori posto e rimpiange Parigi e i vecchi amici. Muore suicida nel 1949, lasciandosi soffocare dal gas in casa sua. Lascia un messaggio: “Non cercate altre ragioni per il mio suicidio se non la mia estrema stanchezza”. Rachel compone un piccolo commento sull’Iliade, scaturito dalla lettura alla sua bambina delle gesta di Ettore, mentre Hitler varca les Champs Elysées. Il personaggio di riferimento è sicuramente Ettore, eroe umano, forse troppo umano. Fuori dalle porte Scee Ettore scorge Achille agitare la spada. Il guerriero più forte dei Troiani, il figlio più amato di Priamo, l’uomo simbolo di una città, trema, dimentica il suo coraggio e fugge. Fugge per ben tre volte attorno alla sacra Ilio e pensa: perché non garantire la pace promettendo ad Achille il ritorno di Elena e la spartizione di tutte le ricchezze di Troia? Già, perché non restituire Elena e smetterla lì? Perché a decidere non è lui e nemmeno Achille, a decidere è la guerra e lo spettacolo doveva andare avanti perché non è intorno alle mura di Troia ma nel recinto del cosmo e l’inseguimento del predatore e la fuga della preda devono continuare indefinitamente: tutti gli dèi li guardavano e dovevano godere dello spettacolo tragico.

E così Ettore, l’uomo che ha perduto tutto tranne se stesso, e per questo non s’inorgoglisce nel rispetto verso di sé né si umilia nel rispetto verso gli déi, alla fine va incontro a una morte certa nella consapevolezza di “abbandonare a una dolorosa distruzione tutto ciò che ama”, la moglie, il figlio, il padre e tutto il suo popolo, abbracciando “con un ultimo sguardo i veri beni della vita, all’improvviso esposti nella loro nudità di bersagli”. Ma, oltre che per Ettore, lo scavo psicologico e l’attenzione alla loro umanità e alle loro contraddizioni è per tutti i personaggi. Il contrasto che oppone Achille ad Ettore, pensa Rachel, va ben al di là della loro collocazione in schieramenti ostili e ben al di là dei loro ruoli e assurge a valore universale. Achille, uomo del continuo astio e del risentimento nonostante i ripetuti trionfi, che sta lì a rappresentare “il gioco della guerra, la gioia nel saccheggiare le città (…), il lustro dei trionfi inutili, delle imprese folli”, al punto da divenire “il solo personaggio dell’Iliade che finisce per essere odioso e atroce”. C’è, poi, Priamo, come asserisce la De Vincenti, il vecchio re, il quale rappresenta, immerso nella vertigine della fragilità umana, l’incarnazione della saggezza omerica. Ammirando il nemico che lo schiaccia, giustificando quella straniera la cui presenza è rovinosa per la città, il vecchio re assolve la vita nella sua totalità. Allora anche Achille, il vincitore, incontrando lo sguardo di Priamo, che non chiede altro che la restituzione del corpo morto del figlio, sembra ridestarsi da quella frenesia che fa di lui il meno libero tra gli esseri”, per ritornare per un attimo ad essere “un uomo carico d’infanzia e di morte”

In Omero non ci sono fazioni giuste o sbagliate, il male e il bene si intrecciano fino a confondersi nella bulimia della forza che tutto divora, pensa Rachel, eppure in tutto questo misero fango della vita c’è una dilaniante, infinita, tutta mortale bellezza, che sfocia nella più intoccabile tenerezza, di questi eroi umani che piangono eppure continuano a combattere. Insomma, secondo Rachel, contnua la relatrice, ciò che canta Omero è la resistenza alla forza, che diventa così il nucleo pulsante del poema. Nello scontro cosmico fra vita e morte, Omero canta l’uomo che non è solo una pedina, ma può avere l’ultima parola. L’importante è che sia quella giusta. Ed infatti, nel buio della notte dell’ultimo libro dell’Iliade, in una tenda dove si incontrano un padre senza figli e un figlio senza padre, una vittima e un omicida, un ragazzo e un vecchio, avviene l’incommensurabile, secondo Rachel, un incommensurabile che salva l’umanità dell’uomo: Achille prende la mano di Priamo e in quel silenzio rotto da un singhiozzo, si incrociano tutte le strade, finiscono tutte le storie. Ma prima che tutte le storie finiscano, prima che finisca la storia dell’occidente, là dove era iniziata, gli eroi piangono, i grandi uomini piangono, ridiventando soltanto uomini e piangendo ognuno i propri morti.

L’arabesco costruito da Anna De Vincenti per intrecciare i fili delle esistenze di queste donne fragili, ma al contempo gigantesche, sembra magico e fiabesco, eppure queste figure, attraverso il racconto rivelano il loro carisma e si delineano chiaramente come colonne del pensiero filosofico del Novecento, avendo lasciato tracce indelebili nella storia di questo secolo con il loro vissuto tribolato e sofferto. (amv)

CASALI DEL MANCO (CS) – Banco alimentare, aperto il bando per l’ammissione di cento famiglie ai sussidi

Il Comune di Casali del Manco a sostegno delle famiglie in stato di disagio. È aperto anche per il 2024 l’avviso pubblico per la formazione di un elenco di cento famiglie o persone in stato di bisogno a cui destinare periodicamente, per un anno a far data dal mese dal mese di aprile, pacchi alimentari e generi di prima necessità.

L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesca Pisani ha aderito nuovamente all’iniziativa in convenzione con la Rete Sociale del Banco Alimentare della Calabria Odv, predisponendo la manifestazione d’interessa pubblicata ieri sul portale istituzionale www.comune.casalidelmanco.cs.it.

«Sempre al fianco delle famiglie e dei soggetti che hanno più bisogno – sottolinea il primo cittadino Pisani – L’amministrazione comunale ha predisposto l’avviso che prevede un sussidio sotto forma di assistenza alimentare per cento nuclei familiari, promuovendo al contempo la solidarietà e sensibilizzando la collettività a ridurre gli sprechi alimentari».

Sono destinatari dell’iniziativa le famiglie che versano in una condizione economica disagiata e che sono in possesso dei seguenti requisiti: residenza nel Comune di Casali del Manco; possesso del permesso o della carta di soggiorno da almeno un anno; Isee non superiore a 9.360 euro; oppure attestazione Inps del riconoscimento del beneficio dell’assegno di inclusione o ancora attestazione di accertata condizione di indigenza e di urgenza temporanea dell’intervento di distribuzione alimentare da parte dell’ufficio Welfare del Comune. Non potranno accedere in ogni caso al beneficio i percettori di assistenza alimentare da parte di altri enti ed i nuclei familiari nei quali siano presenti dipendenti del Comune di Casali del Manco.

La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 10 aprile 2024. È possibile richiedere il beneficio utilizzando l’apposito modulo disponibile presso l’ufficio Welfare dell’ente, scaricabile anche dal portale istituzionale del Comune www.comune.casalidelmanco.cs.it/. La domanda di ammissione potrà essere consegnata a mano o via pec all’indirizzo comune.casalidelmanco@asmepec.it.

L’ufficio Welfare provvederà a stilare una graduatoria delle manifestazioni d’interesse pervenute, applicando i punteggi secondo i parametri indicati nell’avviso pubblico, per poi passare alla fase di istruttoria delle stesse. (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – Attivo il Punto utente evoluto dell’Inps nella sede municipale

Dal Comune si potrà accedere ai servizi Inps. È stato attivato ieri lo sportello telematico Pue, Punto utente evoluto, dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale, nella sede municipale di Casole Bruzio: due funzionari del Comune, Luigina Curcio e Carolina Imbrogno, saranno a disposizione dei cittadini per prenotare appuntamenti con la sede Inps di Cosenza che, in modalità video riunione, offrirà agli utenti servizi di informazione e di consulenza.

Niente più file quindi, da oggi, né difficoltà ad interagire con l’Inps attraverso gli strumenti digitali: Casali del Manco entra a far parte della rete dei Comuni che, attraverso una convenzione quadro, offrono ai cittadini la possibilità di interagire con un operatore Inps attraverso web meeting, per accedere ai servizi erogati dall’Istituto e poter effettuare anche scambi di documenti.

Il cittadino dovrà presentare richiesta all’operatore del Comune, che provvederà a fissare l’appuntamento con il funzionario Inps. Al cittadino verrà comunicata una data ed un orario: nei locali della casa comunale, seguito dall’operatore comunale e tramite la strumentazione messa a disposizione dal Comune, avranno luogo il collegamento e l’interlocuzione con l’Inps.

«La nostra amministrazione – ha commentato il sindaco Francesca Pisani – da oggi offre alla cittadinanza un ulteriore servizio, che mira a rappresentare un vantaggio soprattutto per gli anziani, che spesso hanno difficoltà negli spostamenti e nell’utilizzo degli strumenti informatici. Quella con l’Inps – ha specificato – è una collaborazione molto importante, che punta ad accelerare il processo di trasformazione digitale e che certamente agevolerà i cittadini».

«Siamo orgogliosi di aver portato l’Inps sul nostro territorio – ha aggiunto il consigliere Emma Orrico – e di poter semplificare la vita dei cittadini di Casali del Manco, che potranno sbrigare le proprie pratiche Inps direttamente in Comune».

«Accessibilità, prossimità e inclusione sono le parole chiave dell’Inps – ha affermato il direttore provinciale Inps Cosenza Angelo Manna – che si è focalizzato su un modello utente centrico, che soddisfi i fabbisogni dei cittadini, creando valore pubblico, non solo economico, ma anche sociale. L’Amministrazione comunale di Casali del Manco ha avuto l’intuizione di voler istituire questo servizio telematico, che ha molteplici potenzialità in termini di servizi alla cittadinanza».

«Attraverso questi investimenti e attraverso la sinergia con i Comuni – ha spiegato – l’Inps intende aumentare il più possibile l’accessibilità dei cittadini verso i propri servizi, superando le barriere che spesso ostacolano le fasce più deboli e disagiate della popolazione, come difficoltà di collegamenti, di trasporti, di connessione o di capacità informatiche». (rcs)

CASALI DEL MANCO (CS) – L’istituto comprensivo continua a collezionare premi

Nuovi successi per gli studenti di Casali del Manco. Dopo il Premio ritirato in Vaticano per il Meeting sulla fraternità umana promosso da Fondazione Vaticana “Fratelli tutti” e quello ritirato al Senato nel mese di dicembre per il concorso “Testimoni dei diritti”, gli alunni della scuola secondaria di I grado dei plessi “A. Morrone” e “F. Kahlo” di Spezzano Piccolo e Magli hanno raggiunto un altro straordinario risultato.

Francesco Morrone e Giulio Manfredi di Spezzano Piccolo e William Pagliaro e Giada Pagnotta di Magli hanno superato brillantemente la semifinale dei Campionati internazionali di giochi matematici che si sono tenuti giorno 16 marzo presso il Liceo scientifico “E. Fermi” di Cosenza.

La competizione è organizzata ogni anno dall’Università Bocconi e gli alunni che si sono classificati tra i primi 15 si recheranno a Milano per disputare la finale nazionale. Un riconoscimento importante che ha suscitato entusiasmo e stupore nei ragazzi, increduli di essere riusciti a piazzarsi tutti tra i primi dieci trionfatori. Enorme la gratificazione anche dei docenti di matematica e dell’intera comunità educante dell’I.C Casali 2.

Ma non si fermano qui le buone notizie infatti è arrivato un altro riconoscimento per William Pagliaro, alunno del plesso “F. Kahlo” di Magli che ha anche collezionato una meritata vittoria per il concorso “Legalità e cultura dell’etica” promosso dai Distretti italiani del Rotary International.

William si è piazzato al terzo posto per la realizzazione di un manifesto incentrato sul tema dell’impatto dell’Intelligenza artificiale sulla vita di tutti i giorni. Il titolo del concorso 2023-2024, infatti, è stato incentrato su “Intelligenza Artificiale a breve, tra opportunità, rischi e possibili illegalità. Viaggio verso l’ignoto: evoluzione o declino?”.

Infine, anche i docenti, oltre agli alunni dell’istituto scolastico casalino, hanno fatto parlare di sè fuori regione, in quanto la professoressa di Arte del plesso “F.Kahlo” Sabrina Marotta è stata selezionate di recente per presentare le proprie creazioni nell’ambito della rassegna d’arte “Manifesta/re. Taci anzi parla” a Siracusa presso la galleria Montevergine di arte contemporanea.

La Marotta, unica artista calabrese, ha aderito al tema lanciato dalla curatrice della mostra Marilena Vita, ovvero «il linguaggio creativo delle donne diventa messaggio sociale».

«Una scuola che continua a crescere – dichiara soddisfatta la dirigente scolastica Agatina Giudiceandrea – non solo nel numero di alunni iscritti per il prossimo anno scolastico ma anche nell’offerta formativa. Siamo entusiasti per i risultati dell’impegno proficuo e per l’abnegazione che stanno dimostrando alunni e docenti, sempre più stimati e apprezzati anche a livello nazionale».

Appuntamento quindi a Milano per le finali dei Giochi matematici e a Torino per ritirare il prestigioso premio del Rotary. (rcs)