QUESTIONE SUD: IL LAVORO CREA IL FUTURO
LA CALABRIA SIA AL CENTRO DEGLI IMPEGNI

di ANGELO SPOSATO – Al nostro Paese serve una politica di sviluppo sostenibile che punti ad unificare gli interventi con una visione generale e per il Sud. La Questione Sud non può essere più rinviata sine die, servono interventi immediati sullo sviluppo e lavoro e l’idea della Cgil di riproporre un’agenzia di sviluppo per gli investimenti pubblici è necessaria, ritengo sia necessaria, fondamentale.

Non vi possono essere politiche nelle zone economiche speciali, che in Calabria abbiamo voluto fortemente come sindacato unitario, se non c’è un orientamento pubblico sugli investimenti delle società partecipate pubbliche, che non possono continuare ad ignorare il Sud e la Calabria. Su questo tema il governo, fino ad oggi, non ha dimostrato di avere una proposta e nemmeno ha fatto comprendere la sua visione circa le politiche industriali, la sua visione di sviluppo, di economia, del lavoro e del sociale per tenere unito il Paese negli interventi.

Non si possono richiamare i termini del “patriottismo” e della “Nazione” se poi le priorità diventano l’autonomia differenziata e il presidenzialismo per come viene proposto dalla Lega del Ministro Calderoli. Temi così posti, che dividono il Paese, spaccandolo in due, creando ulteriori diseguaglianze e che sanciscono di fatto due Italie.

Quello dell’autonomia differenziata posta in questi termini, senza un dibattito pubblico e parlamentare è uno strappo costituzionale, è un tema sterile, se vogliamo anche provinciale per una Nazione che vuole concorrere in Europa come Paese protagonista.

Nell’era globale della transizione energetica, ecologica, della dannosa finanziarizzazione dei mercati, dell’inverno demografico, dell’emergenza climatica, dello spopolamento, dei grandi asset della logistica e dei trasporti nell’euro Mediterraneo, pensare di risolvere le questioni del nostro Paese nell’area lombardo veneta guardando alle categorie elettive di un partito è una follia, una miopia, un’idea di federalismo spicciolo, di una visione della società ridotta ed esclusiva. Così facendo, rischiano di consegnare il nord del paese a quelli che invece stanno puntando a nazionalizzare i propri asset strategici diventando di fatto succursali di Francia e Germania.

A noi serve un grande Paese, davvero Europeista, quello ancorato ai valori della nostra costituzione, nata dalla resistenza e dall’antifascismo, che riproponga il tema dell’unità nazionale, che punti all’articolo uno, sul lavoro, e che non metta in discussione l’unità sui temi della salute, dell’istruzione, del lavoro. Noi, come ha ribadito il nostro Segretario generale Maurizio Landini, ci opporremo con tutte le nostre forze e le nostre iniziative di mobilitazione democratica subito dopo questo congresso per una grande campagna a difesa dell’unità nazionale, della nostra costituzione, per il lavoro, contro questo disegno divisivo dell’autonomia di differenziata.

Su questo proponiamo una grande mobilitazione anche in Calabria, con le forze sindacali, con le associazioni, le forze politiche, le forze politiche, con tutto il corpo sano della società civile contro questo progetto divisivo e autoritario. Aver svuotato il dibattito politico a colpi di maggioranza su un tema così delicato, denota una divisione nella stessa maggioranza di governo.

Ed anche le parole del ministro Valditara dei giorni scorsi confermano questo progetto, riproponendo una differenziazione salariale tra insegnanti del nord e del Sud, reintroducendo di fatto le gabbie salariali. Una follia che ci riporta agli anni 70.

Il problema dell’autonomia differenziata sta diventando un fatto ideologico e culturale, un declino del pensiero di unità di un governo che ha grandi contraddizioni nella propria maggioranza e che oggi non ha una visione unitaria dello sviluppo, del lavoro, di quello che ha realmente bisogno il Paese per farlo uscire dal declino.

Un declino che purtroppo ha radici lontane, che è partito con la grande crisi del 2008 e che prosegue inesorabilmente. Il nostro è un Paese che ha dismesso tutte le sue più importanti produzioni, ha svenduto gli asset strategici come quelli della comunicazione, delle reti, della logistica e dei trasporti, del manufatturiero. Bisogna rideterminare una politica per recuperare questi asset, e puntare sull’innovazione, sulle reti digitali, sulle connessioni materiali e immateriali, sul diritto alla connesione.

Servono riforme strutturali che incidano e migliorino la vita dei cittadini.

Il grande assente nelle politiche di questo governo, e la legge di bilancio lo ha confermato, è il Sud.

I dati della Banca d’Italia, della Svimez, del Censis, dell’Istat, ci confermano che nel nostro Paese sono aumentati i divari e il prodotto interno lordo e il reddito pro-capite nel Sud è dimezzato. Il Sud è in grande affanno ed è a rischio la coesione sociale. Un paese non può crescere se non elimina i divari e l’Italia sta diventando un paese non più fondato sul lavoro ma sul pendolarismo.

Gli interventi nel mezzogiorno sono urgenti, non si può assistere alle nuove emigrazioni di giovani, intere famiglie che abbandonano le terre d’origine per lavorare o per avere il diritto alle cure.

Per queste ragioni, serve che la buona politica nel Sud e in Calabria assuma anche in Consiglio regionale una unità di intenti, non una cogestione, ma dei punti di sintesi, mettendo da parte logiche di schieramenti e posizioni individuali e rimetta al centro un’azione collettiva gli interessi generali ed esclusivi dei cittadini. Serve una politica al servizio dei cittadini e non i cittadini al servizio della politica.

Per questa ragione, anche in Calabria, su temi che riguardano il lavoro, la salute e il welfare, gli investimenti nelle Zes, le infrastrutture-logistica-trasporti, l’ambiente e le aree interne, le riforme necessarie, nasceva la Vertenza Calabria, preceduta nei mesi precedenti da iniziative unitarie che hanno portato Cgil Cisl Uil Calabria ad una piattaforma unitaria di rilancio su undici punti, frutto degli esecutivi unitari e presentata il 1° maggio.

Un tentativo di aprire su cinque punti significativi, dopo l’arrivo a Siderno dei Segretari generali di Cgil Cisl Uil Landini, Sbarra, Bombardieri, le priorità della nostra regione e che avrebbe aperto un confronto con la Giunta regionale presieduta dal Presidente Roberto Occhiuto con un successivo confronto a Roma presso la Sede della Giunta regionale calabrese.

I primi obiettivi sono la necessità di affrontare l’emergenza occupazione, nella regione più povera d’Italia e d’Europa, di combattere il lavoro nero, lo sfruttamento, di porre fine al precariato e di attivare un percorso di stabilizzazioni e di assunzioni nel lavoro pubblico, a partire dalla sanità e dagli enti locali, nella giustizia.

Aver definito la vicenda Lsu Lpu con un intervento normativo nazionale proposto dalla Giunta regionale calabrese è stato un fatto importante e di rilievo che deve però trovare riscontro applicativo degli enti locali e delle amministrazioni comunali.

Serve per la Calabria un piano straordinario per il lavoro, che deve essere sostenuto da interventi pubblici e privati. Occorre un grande piano straordinario per la manutenzione del territorio dal dissesto idrogeologico, della erosione costiera, della mitigazione del rischio sismico e per la prevenzione incendi. Serve farlo con un piano di assunzioni mirate e con una governance unitaria pubblica tra Calabria verde, consorzi di bonifica e protezione civile. Un ufficio unico del piano con precisi compiti di missione e governance. Così come occorre rifinanziare il comparto idraulico-forestale e garantire le risorse ad oggi insufficienti per la continuità delle attività che rischiano di bloccarsi e per le quali le federazioni di categorie hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori. Su queste questioni occorre fare presto, non c’è più tempo, dagli impegni presi occorre passare ai fatti concreti.

Così come occorre recuperare i nostri beni culturali, storici, archeologici. La Calabria, circondata dal mare e con i suoi 800 chilometri, per sua collocazione naturale, è stata da sempre considerata terra di storia e popoli. Scavare la Calabria significa studiare millenni di storia e recuperare valori, identità, tradizioni. Un grande piano di ripresa di scavi nei siti archeologici da fare con il contributo delle università calabresi, del Ministero dei beni culturali, delle amministrazioni regionali e locali, significherebbe promozione culturale, attrattore e marcatore di identità anche per un turismo di qualità.

Le nostre università devono diventare motori di sviluppo ed essere protagoniste nella promozione sociale, scientifica e culturale dei territori. Per questo siamo favorevoli ad una nuova legislazione regionale sulla università e ricerca che metta a sistema e in rete le nostre università, in tutti i campi. Non servono pregiudiziali di campanile che rappresentano scarsa capacità di visione, diventando elementi di divisione.

Sappiamo bene che il grande limite del PNNR e dei fondi strutturali europei è la scarsa capacità delle amministrazioni locali e regionali nel fare progetti sostenibili e spesa di qualità. Uno dei limiti che ha la Calabria e che abbiamo sempre sottolineato come uno degli elementi dei ritardi è la mancanza di una rete amministrativa regionale, ovvero una batteria a sostegno del dipartimento della programmazione. Altro limite è la frammentazione e la difficoltà dei Comuni nella progettazione e spesa. Il più delle volte occorre fare ricorso a tecnici ed esperti esterni perché le strutture di progettazione e programmazione sono insufficienti o poco performanti.

Ma quello che è mancato nei venti anni di agenda di programmazione alla regione rispetto la spesa dei fondi di coesione è la capacità di avere una visione strategica affiancata alla gestione complementare e sistemica dei potenziali strumenti di spesa, privilegiando l’impiego quantitativo, spesso emergenziale delle risorse, e non il reale impatto qualitativo sui risultati premiali di crescita economica ed occupazionale. Insistiamo, per questo, ad un immediato cambio di passo sui metodi e le modalità nelle relazioni partenariali, già previste e definite, e nelle azioni comuni di verifica e monitoraggio sullo stato dell’arte della programmazione in essere e di quella a venire. Non possiamo permetterci di sprecare i cospicui finanziamenti, in parte già assegnati, con bandi e avvisi, ai soggetti attuatori, pubblici e privati, di cui la Calabria ha dato buona prova nella capacità di realizzare e accreditare.

Inoltre, noi tutti sappiamo che le ingenti risorse POR sono state assoggettate a sistemi fraudolenti, truffe che in molti casi hanno pagato i lavoratori ed il territorio e che la spesa non sia stata mai monitorata, se non a reato consumato.

Non possiamo permetterci di sprecare i cospicui finanziamenti, in parte già assegnati, con bandi e avvisi, ai soggetti attuatori, pubblici e privati, di cui la Calabria ha dato buona prova nella capacità di realizzare e accreditare.

È necessario istituire una Commissione Consiliare Regionale specifica sulla riforma istituzionale, aperta ai contributi di Anci, parti sociali, terzo settore per ridisegnare una nuova Regione anche sotto il profilo istituzionale. La politica deve avere coraggio, non accontentarsi del consenso quotidiano e spiegare ai cittadini Calabresi che con questo regionalismo la Calabria è destinata a soccombere, perdendo nei prossimi 40 anni mezzo milione di abitanti.

Per queste ragioni chiediamo a tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale di farsi carico di una grande stagione riformatrice per un nuovo regionalismo calabrese che dia prospettive ai cittadini, fiducia, speranza, che consegni una visione di futuro alla nostra regione ed alla nostra società. Sono convinto che ci sia una classe dirigente matura per fare questo e invitiamo il Presidente della Giunta regionale e le forze consiliari di maggioranza e opposizione a raccogliere queste sfide di cambiamento necessarie. Le grandi difficoltà che presenta la nostra Regione si possono trasformare in opportunità se mettiamo da parte individualismi, campanilismi, schieramenti ideologici e alziamo il livello di discussione e di intervento politico istituzionale, che devono avere l’interesse collettivo ed un alto profilo politico e che diano valore alla buona politica.

L’OPINIONE / Nicola Irto: PD e sindacati uniti per battaglia su lavoro e sanità

di NICOLA IRTOIl tempo degli slogan è finito, è arrivato il momento di agire. Il Pd è al fianco dei sindacati per una nuova battaglia a favore del lavoro e della sanità in Calabria.

Il congresso della Cgil è un momento importante per tutta la Calabria. La relazione del segretario, Angelo Sposato, ha raccontato perfettamente la situazione in cui oggi versa la nostra regione. Purtroppo, la Vertenza Calabria è finita nel dimenticatoio. Gli 11 punti previsti sono spariti dalle agende del governo nazionale e di quello regionale. Basti pensare al modesto finanziamento, spalmato in 15 anni, per la Statale 106 o agli interventi in ambito sanitario, rimasti lettera morta.

Sulla sanità, in particolare, non possono più essere accampate scuse. Da un anno e mezzo il commissario ad acta è il presidente della Regione, e tocca dunque a lui operare la riforma del sistema di cui la Calabria ha più che mai bisogno.

Esiste, poi, la gigantesca questione relativa all’autonomia differenziata, una riforma che rischia di dare il colpo di grazia al Sud e, in particolare, alla Calabria. Il ddl Calderoli sta per diventare legge dello Stato. Significa che il governo Meloni vuole andare avanti a tutti i costi con un progetto che, di fatto, emarginerà ancora di più il Mezzogiorno e annullerà in modo automatico la Vertenza Calabria. Quella contro lo “Spacca Italia” è una battaglia di civiltà che deve vedere in prima fila i partiti, i sindacati e tutte le forze responsabili di questo Paese.

Contro l’autonomia differenziata bisogna creare un fronte comune. Sono certo che la Cgil sarà al fianco del Pd per condurre una lotta decisiva per il nostro Paese. Spero inoltre che le forze che oggi governano la Regione Calabria sappiano mettere da parte i propri interessi politici per unirsi a questa grande battaglia collettiva.

Purtroppo, quello a cui assistiamo ogni giorno non lascia ben sperare, ma il Pd continuerà a chiedere un nuovo piano per il lavoro, una riforma della sanità e un progetto di sviluppo della Zes. Oggi servono fatti e risposte. Noi siamo pronti a tendere la mano, ma se in Regione Calabria si continuerà a fare mera propaganda su imminenti svolte epocali, faremo sentire la nostra voce.

La Calabria ha davanti a sé sfide importantissime. Il Pd è pronto ad affrontarle, lavorando gomito a gomito con la Cgil e con tutte le forze responsabili di questo Paese. (ni)

A Reggio il 13esimo Congresso di Cgil Calabria

Domani, al Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, è in programma il 13esimo Congresso Cgil Calabria.

Saranno 350 le delegate e i delegati che prenderanno parte ai lavori. A chiudere le due giornate l’intervento di Luigi Giove, Segretario Nazionale Organizzativo Cgil. Tra le presenze quella del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, dei parlamentari Federica Dieni e Nicola Irto, i consiglieri regionali Raffaele Mammoliti e Davide Tavernise, i referenti di Confagricoltura, Confapi, Confesercenti, Ebac, Legacoop, Libera,UnionCamere.

L’evento è l’ultimo appuntamento congressuale prima di quello nazionale di Rimini che si svolgerà dal 15 al 18 marzo. (rrm)

Sposato (Cgil) chiede intervento della Prefettura e del Viminale per gli atti intimidatori nell’Alto Tirreno Cosentino

Il segretario generale di Cgil CalabriaAngelo Sposato, a seguito degli atti intimidatori nell’Alto Tirreno Cosentino, ha chiesto l’intervento della Prefettura e del Ministero dell’Interno per «la sicurezza del territorio che ha necessità di un rafforzamento dei presidi di vigilanza e controllo».

Per Sposato, infatti, «si rende necessaria una reazione immediata della società civile».

«Gli accadimenti criminali di questi ultimi giorni che hanno coinvolto stabilimenti balneari, aziende di trasporto, attività commerciali nell’Alto Tirreno cosentino, Scalea, Diamante, Santa Maria del Cedro, sommati ad altri già avvenuti nei mesi precedenti – ha spiegato – non possono essere più considerati casi isolati o di delinquenza comune».

«Ci troviamo di fronte ad una nuova spirale e recrudescenza criminale in un territorio già pervaso da una forte invasività della ‘ndrangheta – ha detto ancora –. La Cgil Calabria, in attesa delle indagini delle forze inquirenti e della magistratura ritiene necessario attivare ogni azione a difesa della legalità, a supporto dell’azione amministrativa, del comparto economico e produttivo sano, a sostegno e ristoro delle vittime, delle imprese e lavoratori colpiti da tali atti criminali». (rcz)

Sposato (Cgil): Proposta del ministro Calderoli su autonomia divide il Paese

Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, ha evidenziato come «la proposta di Autonomia differenziata, così come è stata posta dal Governo, estraendola dal dibattito parlamentare, divide ancora di più il Paese, aumentando le disuguaglianze».

«L’enfasi con cui è stata annunciata la presenza del ministro Calderoli in Calabria – ha detto all’Ansa – quasi alla pari di un Capo di Stato, ci sembra esagerata e imbarazzante per tutto il Sud».

«Il Mezzogiorno – ha aggiunto Sposato – ha necessità piuttosto di investimenti, di lavoro di qualità, di infrastrutture prioritarie e di risorse per istruzione e sanità. Temi che continueremo ad affrontare nell’ambito della “vertenza Calabria”, che è prioritaria per la nostra organizzazione. Auspichiamo che anche per il ministro Calderoli ed il suo partito la “vertenza Calabria” rientri tra le priorità. Contrasteremo in ogni forma, comunque, i tentativi di introdurre norme che aumentino i divari nel Paese e spingano il Mezzogiorno ancora di più a sud». «Chiediamo piuttosto al ministro Calderoli – dice ancora Sposato – di impegnarsi per recuperare le risorse che mancano per dare continuità ai lavori nella forestazione e nell’ambiente. Risorse che sono sufficienti fino a marzo. In ogni caso, l’anno in Calabria poteva cominciare con un auspicio diverso». (rcz)

Lunedì Cgil e Uil scendono in Piazza contro una manovra che penalizza il Sud

Lunedì 12 dicembre, Cgil Calabria e Uil Calabria scenderanno in Piazza, a Catanzaro, per dire no «a una legge di bilancio che “manovra” contro il Sud».

Lo hanno reso noto i segretari generali, Angelo SposatoSanto Biondo.

«La legge di bilancio non destina al Mezzogiorno quelle risorse necessarie a ridurre drasticamente il divario con il resto del Paese – ha ricordato Biondo –. È una manovra che manovra contro il Sud e la Calabria in particolare. Sono diverse le dimenticanze del Governo Meloni. Nella manovra di bilancio, solo per fare qualche esempio, non si affronta il tema del fondo nazionale della forestazione, mancano interventi per la cura del suolo e per la lotta al dissesto idrogeologico».

«Non ci convince – ha detto ancora il Segretario generale della Uil Calabria – la scelta di reintrodurre i voucher ed il loro aumento a 10 mila euro. Non è presente, ancora, il finanziamento del fondo nazionale per le assunzioni nel settore sanitario, si introduce con l’articolo 143 una norma che, spingendo l’acceleratore sul federalismo fiscale e l’autonomia differenziata, finirebbe per allargare i divari di cittadinanza per il Nord ed il Sud del Paese».

«Sulle infrastrutture, in particolare su Alta velocità e Strada statale 106 – ha concluso Santo Biondo – si è rivelato il bluff di un governo che toglie ai poveri per dare ai ricchi, che manovra contro il Sud e la Calabria, che stanzia fondi che non possono bastare a completare importanti infrastrutture e quando lo fa non pensa al futuro perché distratto da opere faraoniche. Per questo chiediamo alla Calabria di scendere in piazza insieme a noi”.

«Quella attuale è una manovra antimeridionalista e contro il Sud – ha detto il Segretario generale della Cgil Calabria – una manovra regressiva che ci allontana dall’Europa. Con la reintroduzione dei voucher precarizza il lavoro nero e sottopagato e se la prende con i poveri avvantaggiando gli extraprofitti».

Per Angelo Sposato, poi, «togliere il reddito di cittadinanza senza politiche attive significa andare a penalizzare chi è in difficoltà. Al contrario, invece, il governo ha previsto misure che vanno ad aiutare i ricchi e le multinazionali».

«Ecco perché – ha spiegato Sposato – è anche una manovra classista. Ma non solo. Non prevede nulla su scuola, giovani e università. Il nostro è uno sciopero legittimo, mi dispiace per chi non ha capito che l’unione sindacale in questo momento è importante. Chiediamo rispetto perché lo sciopero è un diritto legittimo e non ci è piaciuto il giudizio che altri sindacati hanno dato».

«Il nostro non è uno sciopero politico. A dimostrarlo – ha concluso Angelo Sposato – anche il fatto che lo scorso anno abbiamo di questi tempi scioperato contro il governo Draghi. Chiamiamo a raccolta lavoratori e lavoratrici, anche delle altre sigle, tutta la cittadinanza, le piccole e medie imprese, gli studenti». (rcz)

Sposato (Cgil) e Biondo (Uil): La legge di bilancio non dà risposte significative per i lavoratori

Il giudizio sulla manovra di bilancio, da parte dei segretari generali di Cgil Calabria e Uil Calabria, rispettivamente Angelo SposatoSanto Biondo, è negativa.

Questo perché «la legge di bilancio, intanto – hanno spiegato i sindacalisti – non dà risposte significative per sostenere i redditi delle lavoratrici, dei lavoratori e dei pensionati, non prevede un taglio del cuneo fisale, la detassazione delle tredicesime, la detassazione degli aumenti contrattuali e la detassazione degli accordi di secondo livello».

«Nella Legge di bilancio poco, ancora – hanno spiegato ancora – c’è sulle future pensioni dei giovani, mentre sbagliata appare la modifica di opzione donna. Sbagliata è anche l’idea di abolire il Reddito di cittadinanza, così come quella di bocciare l’ipotesi di adottare anche in Italia, dopo il via libera dell’Unione europea, il salario minimo, due scelte che finiscono per penalizzare il Sud. Mancano risorse per investimenti nella scuola, nella ricerca e nella sanità, che sono settori strategici per lo sviluppo del Paese. Ma, soprattutto, la legge di bilancio non destina al Mezzogiorno quelle risorse necessarie a ridurre drasticamente il divario con il resto del Paese».

«In particolare, poi – hanno proseguito Sposato e Biondo – per quanto attiene alla Calabria sono diverse le dimenticanze del Governo Meloni. Nella Manovra di bilancio, infatti, non si affronta il tema del fondo nazionale della forestazione, mancano interventi per la cura del suolo e per la lotta al dissesto idrogeologico. Non ci convince la scelta di reintrodurre i voucher ed il loro aumento a 10 mila euro. Non è presente, ancora, il finanziamento del fondo nazionale per le assunzioni nel settore sanitario, si introduce con l’articolo 143 una norma che, spingendo l’acceleratore sul federalismo fiscale e l’autonomia differenziata, finirebbe per allargare i divari di cittadinanza per il Nord ed il Sud del Paese».

«È del tutto assente, infine – hanno concluso – una traccia di politiche industriali per il Mezzogiorno e per la Calabria che prestino attenzione al rilancio della Zona economica speciale e al potenziamento produttivo del porto di Gioia Tauro. Per chiedere al Governo di modificare le scelte in corso di discussione in Parlamento, quindi, Cgil e Uil Calabria sono pronte ad avviare un percorso di mobilitazione regionale che prenderà le mosse nella giornata di lunedì 12 dicembre 2022 a Catanzaro, con la proclamazione di quattro ore di sciopero generale». (rrm)

Vertenza Calabria, lunedì Cgil, Cisl e Uil Calabria incontrano i parlamentari

Rilanciare la Vertenza Calabria. È questo l’obiettivo dell’incontro tra CgilCislUil Calabria e il parlamentari calabresi, in programma lunedì 28 novembre all’Hotel Lamezia.

L’incontro sarà finalizzato a mettere a fuoco i temi e le rivendicazioni di cui il governo deve tener conto per fare ripartire la Calabria, non perdendo le occasioni contenute nel Pnrr. In particolare sotto la lente d’ingrandimento verranno passate le problematiche relative alle infrastrutture (106 in particolare), all’Alta Velocità, alla Zes, alle assunzioni in sanità e al lavoro.

Nella manovra di bilancio, a parte l’ultimo annuncio riferito alla Strada statale 106, i temi del Sud non sembrano molto attenzionati, per questo vogliamo capire qual è la strategia del governo nazionale sulla Calabria. C’è la necessità di approfondire un confronto strutturale e di merito con la Giunta regionale perché in questo anno si sono fatte alcune cose ma nel 2023 dovranno partire gli investimenti del Pnrr, dovrà partire la programmazione 2021-27 che deve rappresentare la svolta per la Calabria. (rcz)

Lunedì si incontrano gli attivi unitari di Cgil, Cisl e Uil Calabria per rilanciare la Vertenza Calabria

Rilanciare la Vertenza Calabria. È questo l’obiettivo dell’iniziativa Partire dal confronto per programmare la ripresa, in programma il 21 novembre a Lamezia Terme che vedrà protagonisti tutti gli attivi unitari di Cgil, Cisl e Uil Calabria.

«È il momento – hanno dichiarato in una nota i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo – di dare risposta alle attese della nostra regione, dei disoccupati, dei precari, dei lavoratori, delle famiglie. È il momento di puntare agli investimenti e alla qualità del lavoro per agganciare crescita e sviluppo».

«Vogliamo, perciò, evidenziare quali sono le priorità per la nostra regione e, su questa base, aprire un confronto con la deputazione calabrese in Parlamento – hanno proseguito –. Chiederemo ai rappresentanti della Calabria alla Camera e al Senato di impegnarsi sulle risorse da destinare al nostro territorio nella prossima legge finanziaria».

«Perciò – hanno detto ancora Sposato, Russo e Biondo – abbiamo rivolto loro l’invito, esteso al Presidente della Giunta regionale Occhiuto, ad incontrarci una settimana dopo la riunione dei nostri attivi unitari, lunedì 28 novembre, a Lamezia (Hotel Lamezia ore 10:00)».

«A Deputati e Senatori – hanno riferito i sindacalisti – abbiamo scritto ribadendo che “la Calabria si trova di fronte all’ennesimo bivio: da una parte la ripartenza attesa e dall’altra il rischio che la stessa rimanga una speranza. La sfida che il Piano nazionale di ripresa e resilienza ci pone, come classe dirigente, non si può perdere. Davanti alle difficoltà economiche e sociali del Paese, con il pesante caro bollette che, sospinto da una guerra senza senso alle porte dell’Europa, pesa sulle spalle delle famiglie italiane e, soprattutto, calabresi, crediamo sia necessario porsi quale obiettivo prioritario quello di fare fronte comune. Con l’approssimarsi dell’approvazione della legge di bilancio, poi, appare sempre più necessario avviare un confronto per fare avanzare il territorio davanti ai temi importanti che abbiamo fissato con la ‘Vertenza Calabria’».

«Nell’incontro degli attivi unitari del 21 novembre – hanno concluso i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – metteremo a fuoco i temi centrali del confronto, che preciseremo in un documento comune». (rcz)

Sposato (Cgil): Indecente la legge regionale sul consigliere supplente

Il segretario generale di Cgil Calabria, Angelo Sposato, ha dichiarato come «la legge regionale sul consigliere supplente, o meglio salva-aggiungi poltrone, proposto dai partiti di maggioranza in consiglio regionale è indecente».

«Uno schiaffo al disagio – ha spiegato – che vivono migliaia di cittadini calabresi, famiglie, lavoratori che non riescono ad arrivare a fine mese. In Calabria ci saremmo aspettati un taglio alle indennità dei Consiglieri regionali più pagati d’Italia ed invece ci troviamo di fronte ad una proposta per aumentare poltrone e privilegi. Bene hanno fatto le opposizioni ad intervenire in maniera decisa».
«Chiediamo  – ha proseguito – ai consiglieri di maggioranza il ritiro immediato della proposta di legge in questione ed altresì di impegnarsi nel dare risposte alle numerose vertenze regionali che insistono su crisi aziendali e precariato».
«Un’approvazione di una legge simile provocherebbe – ha concluso – un’ulteriore sfiducia dei cittadini verso una politica autoreferenziale che pensa esclusivamente ai propri interessi». (rcz)