Russo (Cisl): Politica sostenga proposta di legge regionale di Nino De Masi

«La politica calabrese sostenga la proposta di Nino De Masi, il quale ancora una volta si espone, testimoniando un grande amore per la sua terra». È l’appello che ha lanciato il segretario generale di Cisl Calabria, Tonino Russo, in merito alla proposta di legge dell’imprenditore Nino De Nasi su una premialità per le imprese resistenti alla criminalità organizzata.

«La bozza di proposta di legge su una premialità – ha spiegato – per le imprese resistenti alla criminalità organizzata (un punteggio aggiuntivo nelle gare d’appalto e nelle graduatorie per contributi e sussidi pubblici), inviata dall’imprenditore Nino De Masi al Presidente della Giunta Regionale della Calabria Occhiuto, al Presidente del Consiglio Regionale Mancuso, all’intera Giunta e ai Consiglieri, è molto più di un sasso lanciato nello stagno per suscitare qualche reazione o una semplice provocazione».

«È invece – ha proseguito il sindacalista – una proposta di cui condividiamo lo spirito e alla quale guardare con interesse, perché viene da quella parte della società resistente alle organizzazioni criminali che derubano e insanguinano la nostra terra. Quella di De Masi è una proposta che merita attenzione e rispetto perché, se diventasse legge, potrebbe davvero contribuire a porre un argine ai fenomeni criminali, specialmente in momenti particolari come quelli che attraversiamo, in cui crescono le situazioni di disagio di giovani, famiglie, anziani e la sfiducia verso le istituzioni».

«Mentre si chiede un utilizzo mirato ed efficace delle risorse del Pnrr e degli altri fondi europei e nazionali disponibili per lo sviluppo della Calabria – ha concluso – è ancora più urgente bloccare le possibili infiltrazioni delinquenziali negli appalti. Legalità, sicurezza, qualità del lavoro, sono temi che devono trovare concordia e unità di intenti tra politica, istituzioni, mondo sociale e imprenditoriale». (rcz)

Il 4 settembre il convegno della Cisl sulla “Partecipazione al lavoro”

Partecipazione al lavoro. Contrattazione e dialogo sociale per lo sviluppo del territorio è il tema del convegno organizzato dalla Cisl Calabria lunedì 4 settembre, a Lamezia Terme, nella sala dell’Unioncamere Calabria, alle 15.30.

I lavori saranno aperti dal segretario generale della Cisl regionale Tonino Russo e conclusi dal Segretario generale Luigi Sbarra.

Interverranno: Antonino Tramontana, Presidente di Unioncamere Calabria; Aldo Ferrara, Presidente di Unindustria Calabria; Klaus Algieri, Presidente di Confcommercio Calabria; Franco Napoli, Presidente di Confapi Calabria; Roberto Occhiuto, Presidente della Giunta regionale della Calabria. Coordinerà la giornalista Sarah Incamicia.

«Abbiamo promosso questa iniziativa – spiega Tonino Russo, Segretario generale della Cisl Calabria – perché lo sviluppo di un territorio e dell’intero Paese è indissolubilmente legato al dialogo e al confronto tra le parti sociali. Perché il tema della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, per una più piena democrazia economica, è oggi centrale per la crescita e per la dignità del lavoro. Di ciò la Cisl è fermamente convinta e per questo promuove una legge di iniziativa popolare affinché sia data concreta attuazione all’art. 46 della Costituzione che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende».

«Anche in Calabria, all’insegna dello slogan #unpostoaltavolo, è stata avviata e procede la raccolta delle firme per portare la proposta in Parlamento. Vogliamo che sia riconosciuto ai lavoratori il giusto protagonismo, il diritto a collaborare, a sentirsi e ad essere parte attiva e non meramente esecutiva nella gestione delle imprese. Il convegno di lunedì 4 settembre – ha concluso Russo – sarà per la Calabria un’occasione importante di confronto tra sindacato, parti datoriali e Regione per guardare insieme, ciascuno con la sua specificità, alla crescita del nostro territorio». (rcz)

 

Cisl e Felsa Calabria: Si apre finalmente il fronte della stabilità per i lavoratori della l.r. 15/2008

I segretari di Felsa Cisl, e Cisl Calabria, rispettivamente Gianni TripoliTonino Russo, hanno evidenziato come «con l’avvio della fase di censimento emanata attraverso l’avviso del 22 agosto u.s. a cura del  Dipartimento Lavoro della Regione Calabria, si apre finalmente il fronte della stabilità per i lavoratori  della l.r. 15/2008».

«Un percorso più volte sollecitato e fortemente voluto dal sindacato nel corso dei vari anni – hanno ricordato – che hanno  caratterizzato l’iter vertenziale che interessa circa 600 lavoratori calabresi attualmente utilizzati in  attività socialmente utili presso vari enti locali senza alcuna forma di protezione sociale e/o  contributiva. Sfruttati e il più delle volte presi in giro da una certa classe politica che vedeva come  fumo negli occhi qualunque possibilità di dare stabilità a centinaia di famiglie calabresi». 

«Solo l’atteggiamento responsabile del sindacato, che siede al tavolo, che con paziente costanza  spinge, sollecita e promuove iniziative, confronti, non lesinando anche momenti di forte  mobilitazione – hanno aggiunto – ha portato finalmente ad avviare quello che in tanti anni è stato richiesto a gran voce  dai lavoratori tutti: lavoro serio e dignitoso». 

«Giudichiamo positivamente, pertanto – hanno proseguito – la pubblicazione del summenzionato avviso, che rappresenta  (così come fu per l’epoca l’approvazione della L.R. 29/2019 successivamente giustamente novellata)  un ulteriore tassello di non meno fondamentale importanza verso la stabilizzazione e il costante  miglioramento dei rapporti di lavoro per gli appartenenti alla L.R. 15/2008». 

«Siamo certi – hanno detto ancora – che il percorso che guarda al rafforzamento delle fila delle professionalità idraulico  forestali calabresi, porterà indubbi benefici anche al sistema della forestazione fortemente carente di  personale con una operazione vantaggiosa anche per la finanza pubblica, dato che le risorse per  l’avvio della contrattualizzazione dei lavoratori sono già storicizzate. Un modo nuovo e diverso che  metterà peraltro la parola fine ai troppi anni in cui in Calabria si è pensato di erogare servizi pubblici  attraverso centinaia di lavoratori precari». 

«Come Felsa Cisl e Cisl Calabria – hanno concluso – continueremo nell’azione di monitoraggio e di stimolo affinché  non si abbia a disperdere il tempo necessario per le successive fasi che interesseranno il passaggio da  lavoratore precario a lavoratore vero. Proprio per queste ultime ragioni, auspichiamo una immediata ripresa del confronto con al Regione  Calabria per affrontare con appositi tavoli gli altri temi irrisolti del precariato calabrese: i lavoratori  TIS, gli appartenenti ai bacini di precariato di cui alle Leggi Regionali 12/2014, 31/2016, e 40/2013.  Bisogna finalmente mettere la parola fine a queste sacche di atipicità lavorativa». (rcz)  

  

L’OPINIONE / Tonino Russo: Servono azioni per vero sviluppo e lavoro, non assistenzialismo

di TONINO RUSSOLe previsioni della Svimez per il triennio 2023-2025 ci parlano di un Sud che ha partecipato attivamente alla ripartenza nel biennio 2021-2022, anche se si registra che “il Pil del Mezzogiorno, nonostante la ripresa sostenuta, rimane ancora di oltre sette punti al di sotto del livello del 2008, da quando ha preso le mosse una lunga stagione di ampliamento dei divari territoriali”.

L’analisi dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno ci dice anche che restano non sciolti i nodi drammatici del lavoro povero, dei bassi salari, della precarietà dell’occupazione: questioni che riportano in primo piano l’esigenza di tutelare le fasce deboli della popolazione, ma al tempo stesso l’urgenza di promuovere politiche attive del lavoro, perché i sussidi erogati in favore di chi si trova in situazioni di grave disagio non si trasformino in forme di assistenzialismo che mortificano la persona e non fanno crescere il tessuto delle nostre comunità nel suo insieme.

Così com’è importante, più in generale, coinvolgere i lavoratori nelle scelte che riguardano la gestione delle aziende, come si propone la Cisl promuovendo la proposta di legge di iniziativa popolare per l’attuazione dell’art. 46 della Costituzione: la partecipazione fa crescere l’impresa, migliora produttività e redditi.

Tornando al Sud e alla Calabria, non c’è dubbio che la coesione sociale sia fortemente a rischio nel nostro territorio e che sia necessario impegnare maggiori risorse per la tutela dei soggetti fragili anche rilanciando le politiche regionali di welfare, perché nessuno sia lasciato indietro. Ma è fondamentale che si attivino, al tempo stesso, processi di formazione per nuove competenze, realizzare le condizioni per agganciare crescita e ripresa, per creare nuovo lavoro.

La stagione dell’assistenzialismo, pur necessaria, deve essere finalizzata non a perpetuare dipendenze, ma a creare autonomia, a restituire dignità alle persone. È questo l’obiettivo verso il quale tendere, non limitandosi alla protesta, ma partecipando senza stancarsi ai tavoli nazionali e regionali del confronto, proponendo soluzioni per un utilizzo efficace dei finanziamenti del Pnrr, dei fondi per la coesione, di tutte le risorse disponibili per lo sviluppo. Oggi più che mai non serve il conflitto che rischia di essere fine a sé stesso; serve invece un grande patto sociale per un’alleanza a favore del lavoro(tr)

[Tonino Russo è segretario generale di Cisl Calabria]

Chiusura Galleria Limina nel Reggino, Cisl Calabria: Ridurre disagi e completare interventi in tempi brevi

I segretari generali di Cisl Calabria e dell’Ust Cisl di Rc, rispettivamente Tonino RussoRomolo Piscioneri, hanno ribadito, in merito alla chiusura della Galleria Limina nel Reggino, che è «necessario ridurre i disagi per i cittadini e completare interventi in tempi brevi».

«Come Cisl – dicono i sindacalisti – riteniamo che la sicurezza di un’arteria stradale sia una priorità, ma che per raggiungere tale obiettivo non si possano privare due aree, il Tirreno e lo Ionio del Reggino, dell’unica strada di collegamento veloce. Per la realizzazione dell’opera vanno, dunque, individuate tutte le soluzioni tecniche che possano consentire di ridurre i disagi e completare gli interventi nei tempi più brevi, con turni h24, con l’impiego di mezzi e maestranze straordinari, sull’esempio di quanto avvenuto a Genova per la realizzazione del nuovo Ponte Morandi dopo il crollo della precedente struttura».

«Oltre alla velocizzazione dei tempi di realizzazione e rifacimento dell’opera – hanno aggiunto – occorre con una certa urgenza rivedere la viabilità e organizzare possibili lavori di messa in sicurezza sulla vecchia via di collegamento Mammola-Limina, ex strada statale 281, oggi provinciale 5, utile a non isolare le comunità sia della Locride sia della Tirrenica e mantenere per quanto possibile una certa vivacità economica e sociale delle comunità interessate».

«Inoltre, c’è l’esigenza di rafforzare i collegamenti con i treni sulla tratta ferroviaria Catanzaro/Reggio Calabria – hanno ricordato –. Nello stesso tempo, riteniamo urgente un incontro sul tema con il Governatore Occhiuto, al fine di trovare soluzioni che riducano i disagi per i cittadini e che non facciano tornare indietro, a 30 anni fa, le lancette dell’orologio per la mobilità di quel territorio». (rrc)

 

Russo (Cisl): È necessario riorganizzare profilo gratuito della sanità

«È necessario, e non più procastinabile, riorganizzare il profilo universalistico pubblico e gratuito della sanità». È quanto ha dichiarato il segretario generale di Cisl Calabria, Tonino Russo, ricordando come «da tempo la Cisl denuncia la crisi in cui versa la Sanità pubblica nel nostro Paese, sospinta da un progressivo taglio di risorse del Fondo Sanitario Nazionale».

«Come sempre – ha proseguito Russo, intervenendo al convegno Quale futuro per l’assistenza ospedaliera? organizzato a Catanzaro dalla Federazione Cisl Medici Magna Graecia –, il nostro sindacato alla denuncia accompagna la proposta, e in questo senso la Cisl Medici sta davvero facendo un buon lavoro, come testimonia anche il convegno di oggi. Perciò, ribadiamo che è necessario e non più procrastinabile riorganizzare il profilo universalistico pubblico e gratuito della Sanità, rafforzare i servizi di prevenzione e medicina del lavoro per implementare salute e sicurezza sui luoghi di lavoro».

«È necessario riorganizzare la rete ospedaliera – ha ribadito – integrata alla rete di assistenza territoriale, per garantire i Lea e quella necessaria assistenza diffusa, evitando le tante ospedalizzazioni inappropriate. Per fare questo serve nuovo personale. Le circa 2000 assunzioni fatte, tra stabilizzazioni e nuovo reclutamento sono ottima cosa, ma rappresentano una goccia nel mare dei bisogni».

«In Calabria, la vera emergenza è la carenza di personale – ha ricordato –. In 11 anni abbiamo perso oltre 5000 tra medici, infermieri e altre figure professionali. Questo ha generato riduzione dei servizi, chiusura e accorpamento dei reparti, lunghissime liste d’attesa, mancanza di prevenzione, enormi ritardi negli screening oncologici, riduzione dei consultori, enorme carenza nell’organico dei pronto soccorso, mancanza di anestesisti, ortopedici, ginecologi, pediatri». 

«La fusione fra aziende sanitarie territoriali e ospedaliere – ha proseguito – anche universitarie, è un obiettivo che da decenni viene perseguito senza risultati soddisfacenti. Per la Cisl ogni processo di cambiamento deve alzare il livello dei servizi offerti nell’interesse dei cittadini. Per noi integrare le aziende, le reti, deve servire a migliorare la sanità territoriale e calabrese, a ridurre liste d’attesa, a ridurre l’emigrazione sanitaria, non certo a sostenere e rafforzare interessi personali, a recintare orti».

«Gli orti che noi difendiamo – ha concluso il segretario generale della Cisl Calabria – sono solo quelli che producono buoni frutti per i cittadini». (rcz)

 

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Abbandonare Vertenza Calabria errore inaccettabile

I segretari di Cgil Calabria, Cisl Calabria e Uil Calabria, rispettivamente Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, hanno lanciato un appello al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto e al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, affinché dichiarino le loro «reali intenzioni su una vertenza (Calabria ndr) sostenuta dai vertici nazionali dei Sindacati confederali e alla quale si era catalizzato il sostegno di un campo largo di istituzioni e politica».

Per i sindacalisti, infatti, «accantonare questa piattaforma sia un errore madornale, inaccettabile», soprattutto se, il 21 luglio 2020, «i Segretari generali Cgil, Cisl, Uil, dalla piazza di Siderno, hanno coralmente lanciato la vertenza Calabria – hanno ricordato Sposato, Russo e Biondo – mettendo un tratto di evidenziatore su quelle che sono le tante problematiche ancora aperte in questo territorio. L’appello di Bombardieri, Landini e Sbarra è stato raccolto e rilanciato dal Presidente della giunta regionale e dal Consiglio regionale ma, ad oggi, i temi contenuti nella Vertenza Calabria non sembrano essere più al centro dell’agenda politica di chi governa la cosa pubblica in questa regione».

Ma non è solo questo il tema che preme i sindacati. Nei giorni scorsi, infatti, si sono svolte le Segreterie unitarie di Cgil, Cisl, Uil Calabria con l’obiettivo di fare un’analisi di quella che è la situazione del quadro regionale e rilanciare l’azione del Sindacato Confederale  calabrese tenuto conto anche delle tre manifestazioni unitarie di piazza di Milano, Bologna e Napoli che hanno segnato un punto di svolta nell’azione di mobilitazione unitaria delle sigle confederali.

«Manifestazioni che, poi, hanno posto con chiarezza quali sono le proposte di Cgil, Cisl, Uil, nei confronti del governo sui temi del lavoro, del fisco, delle infrastrutture, della sanità, delle pensioni e dello stato sociale – hanno evidenziato –. Cgil, Cisl, Uil Calabria, hanno partecipato, in maniera propositiva e numericamente forte, alla manifestazione di piazza di Napoli, da dove sono stati rilanciati i temi dello sviluppo del Mezzogiorno e chiesto, con forza e determinazione, un deciso cambio di passo al governo nel merito del confronto e delle questioni ancora aperte».

«Durante i lavori delle Segreterie unitarie, ancora – viene spiegato nella nota unitaria – è stato affrontato in maniera specifica il momento in cui si trova lo stato del confronto con la regione Calabria e il contesto che si sta aprendo, alla luce del fatto che la Calabria avrà la possibilità di utilizzare i fondi messi a disposizione dall’Europa attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza e le politiche di coesione sociale. Tutte risorse che, è giusto evidenziarlo ancora una volta, dovranno essere canalizzate nella giusta direzione, puntando alla realizzazione di progetti ben definiti, per evitare che le stesse possano perdersi negli stessi rivoli nei quali è finita una grossa fetta della programmazione europea di questi ultimi anni».

«Il confronto avviato con la Regione Calabria nel 2022 è stato positivo – hanno ricordato –, sono state tante le problematiche affrontare con chi ha la responsabilità di governare questa regionale, ma tante sono ancora quelle da affrontare e portare a risoluzione. Adesso, dopo una prima fase di stabilizzazione dell’azione amministrativa che ha ricevuto la nostra ampia disponibilità all’analisi ed al confronto nel merito delle questioni sempre scevro da condizionamenti politici o di partito, è necessario un cambio di passo radicale che sia in grado di produrre, nell’anno in corso, quei risultati tanti attesi dalle calabresi e dai calabresi».

«Quello che ci preoccupa – hanno sottolineato – in questa fase storica sono i rallentamenti che si stanno registrando nella gestione, nella programmazione e nella trasformazione in opere concrete dei fondi messi a disposizione con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. I rallentamenti a livello nazionale, purtroppo, si riflettono pesantemente anche in ambito regionale e locale, per questo è necessario dare operatività a quella cabina di regia che è stata istituita un anno e mezzo fa per la verifica di questi finanziamenti».

«Solo un’attenta ed informata azione di controllo, infatti – hanno rilanciato – può portare al corretto investimento di queste risorse che rappresentano l’ultima occasione per cambiare il volto di questa regione e rendere operativi e funzionali quei settori, a partire dalla sanità, che sono sempre stati i punti più dolenti per chi ha scelto di vivere in questo territorio. Lo strumento della sorveglianza sociale, lo ribadiamo ancora una volta, è di fondamentale importanza per verificare gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e le sue ricadute su comparti, quale quello sanitario, che aspetta di vedere realizzata la medicina del territorio, resi operativi i nuovi ospedali e aperte quelle case della comunità che, ad oggi, sono rappresentate solo nei documenti progettuali».

«Ma non solo. Applicare lo strumento della sorveglianza sociale all’investimento di questi fondi – hanno evidenziato Sposato, Russo e Sposato – vuole dire mettere al riparo gli stessi dalle attenzioni poco meritorie della criminalità organizzata. Purtroppo, poi, siamo stati costretti a registrare un rallentamento del confronto sul tema del lavoro. Ad oggi, fra le altre cose risultano trascurate le istanze provenienti dal bacino del precariato storico, nei confronti del quale il governo regionale aveva assunto una serie di impegni che, ancora oggi, risultano disattesi».

«Per noi vincere le sfide aperte sul lavoro – hanno proseguito i segretari generali – vuol dire sapere mettere insieme il piano Gol – sul quale purtroppo dobbiamo segnalare la totale assenza di confronto con la giunta regionale – al fine di evitare che le politiche attive si realizzino in contrasto con le reali necessità del territorio e con lo sviluppo delle attività produttive attraverso l’atteso potenziamento della Zes».

«Proprio sul futuro della Zona economica speciale, poi – hanno aggiunto –  non possiamo non segnalare l’incomprensibile rallentamento della marcia del governo sulla concreta applicazione di questo strumento indispensabile, insieme ad un corretto ripensamento sulla gestione delle politiche attive per il lavoro, come sostanziale leva di sviluppo per la Calabria. Per questo, ancora una volta ed unitariamente, chiediamo alla Regione Calabria di mettere mano ad un Piano per lavoro, per il lavoro di qualità ed in sicurezza, che riesca a dare concretezza a tutti gli investimenti messi a disposizione dall’Europa e dalla Nazione e, segnando un tratto di discontinuità reale con il passato, siano in grado di evidenziare impatti occupazionali positivi, mettendo al centro il merito, puntando sulle qualità dei giovani calabresi e ricercando quella parità di genere che, sino ad oggi, è stata troppo spesso accantonata».

«Adesso, poi – hanno continuato – sono maturi i tempi per avviare un confronto costruttivo e di merito sulla programmazione del Por 2021/2027 – strumento determinante per consentire alla nostra regione di agganciare senza ritardi le politiche di transizione che provengono dall’Europa – mettendo come solida base dello stesso la discussione con il partenariato economico e sociale. Transizioni, soprattutto quella ambientale, che non possono discostarsi da interventi urgenti e mirati al potenziamento del settore della forestazione, per il quale siamo scesi in piazza lo scorso dodici maggio, che necessita di un potenziamento assunzionale, rispetto al quale la Regione si è impegnata, indirizzato alla cura dell’ambiente, al contenimento del dissesto idrogeologico e, come sintesi di questi due interventi, al rilancio delle aree interne della nostra regione».

«Non possiamo, poi, dimenticare che in Calabria è ancora viva un’emergenza sanitaria fatta di ritardi, omissioni e inadempienze. Noi siamo convinti che, anche su questo settore, sia necessario e non più rinviabile un confronto serio ed approfondito, aperto ai responsabili di Aziende sanitarie provinciali e Aziende ospedaliere – hanno concluso – per stabilire quali debbano essere le linee di indirizzo applicabili per realizzare, finalmente, la medicina del territorio; procedere alla stabilizzazione del personale precario, individuare le risorse necessarie alla creazione di nuovi posti di lavoro e, in ultimo ma non per ultimo, realizzare un’attenta ricognizione, propedeutica ad un’azione di razionalizzazione, degli accreditamenti del settore privato». (rcz)

Russo (Cisl): Aprire tavolo di confronto per stabilizzare lavoratori Tis

«Riteniamo urgente l’apertura di un tavolo di confronto con Regioni e Amministrazioni per affrontare tali criticità e per costruire un piano di stabilizzazione per tutta la platea di lavoratori e lavoratrici impegnati nei Tis». È quanto ha dichiarato Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria, commentando positivamente l’emendamento approvato a favore di 4mila tirocinanti calabresi.

«Esprimiamo apprezzamento – ha spiegato – per tale scelta che da tempo auspicavamo. Dopo anni di precariato e di lavoro non regolarizzato nelle pubbliche amministrazione è da tempo arrivato il momento di offrire a questi 4.000 lavoratori e lavoratrici, perché di questo si tratta, un contratto, uno stipendio, una dignità, la certezza di un futuro lavorativo, la possibilità di continuare ad offrire il proprio contributo professionale».

«L’emendamento – ha spiegato ancora – prevede il finanziamento di 2 milioni di euro per il 2023 e 5 milioni per il 2024 per l’assunzione dei lavoratori impegnati nei Tis strettamente necessari all’attuazione del PNRR e per il contrasto al dissesto idro-geologico. È certamente positivo il superamento dei vincoli sulla spesa del personale per le Amministrazioni locali che assumeranno anche con la possibilità di un inquadramento nelle piante organiche in sovrannumero».

«Ma di fronte a noi – ha concluso – c’è un percorso complesso che va costruito insieme alle Istituzioni e alle parti sociali, per dare concreta attuazione e per superare le difficoltà che si incontreranno. Ci sono problemi che devono essere affrontati: risorse non sufficienti e storicizzazione della spesa e del contributo statale». (rcz)

Verso le mobilitazioni, a Lamezia l’attivo regionale unitario con i tre sindacali confederali

In vita delle mobilitazioni nazionali in programma il 6, il 13 e 20 maggio, si è svolto a Lamezia Terme l’attivo regionale unitario dei quadri e delegati Filctem CGIL, Femca/Flaei CISL e Uiltec UIL.

Presenti i segretari confederali Angelo Sposato, Enzo Musolino e Santo Biondo, oltre che i segretari generali delle categorie Francesco Gatto (Filctem CGIL), Nicola Santoianni (Femca CISL), Antonino Mallone (Flaei CISL) e  Vincenzo Celi (Uiltec UIL).

Durante l’assemblea si è discusso con i lavoratori dei temi alla base del calendario di mobilitazioni nazionali indette contro il governo e il sistema delle imprese al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali.

«Senza provvedimenti strutturali il Paese rischia il default – ha affermato Sposato –, il decreto lavoro ha confermato la necessità di scendere in piazza. Quelli contenuti nel provvedimento, ad esempio, sono solo dei bonus sul fisco, non un taglio al cuneo fiscale. Si andrà ad aumentare la precarietà, specie nel Mezzogiorno della desertificazione economica e sociale. I calabresi hanno più ragioni per manifestare, nelle assemblee che stiamo facendo sta venendo fuori tanto disagio, tanto malessere, perché il lavoro è diventato povero. Bisogna individuare strumenti per far diventare questo Paese più giusto e solidale. Ecco perché noi saremo in piazza».

«L’azione del governo non è rispettosa di quelli che erano gli impegni assunti a suo tempo con Cgil, Cisl e Uil. Parlano di riduzione di cuneo fiscale enfatizzandone la cifra, ma secondo i nostri calcoli non è quella che il governo annuncia. Ma non solo, il beneficio per i redditi medio bassi da luglio a dicembre non può bastare, una reale riduzione del cuneo fiscale, delle imposizioni ai redditi da lavoro e da pensione, va resa strutturale», ha detto il segretario Musolino.

«Vogliamo chiedere al governo di legarsi al Paese reale, di sentire le nostre rivendicazioni. Chiediamo un lavoro più sicuro, più stabile, ben retribuito. Rivendichiamo investimenti sulla sanità perché possa essere finalmente pubblica e universale e investimenti sull’istruzione. C’è poi il tema previdenziale e del fisco: chiediamo da tempo – ha dichiarato Biondo– alla politica di allargare la tassa sugli extra profitti ma si continua a bastonare le persone in maggiore difficoltà e non si interviene sui poteri forti. È ora di lanciare un segnale forte, saremo il 6 maggio a Bologna, il 13 maggio a Milano e il 20 a Napoli in una grande manifestazione per il Sud».

Dalle categorie è emersa una particolare attenzione sui temi legati alla transizione ecologica e trasformazione digitale che possono diventare concrete opportunità di sviluppo per la Calabria facendo leva sugli investimenti pubblici e privati. La nostra regione è vocata a poter diventare Hub energetico, non solo per il transito dell’energia ma anche per lo sviluppo  di filiere industriali energetiche e ambientali. (rcz)

Unindustria e i sindacati a confronto col commissario Romano su Zes e aree industriali

Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, e i segretari regionali dei sindacati confederali, Angelo Sposato (Cgil), Tonino Russo (Cisl) e Santo Biondo (Uil), si sono ritrovati per una riunione con il Commissario straordinario per la Zes in Calabria, Giosy Romano.

L’appuntamento è servito ad affrontare alcuni temi legati allo sviluppo della Zona economica speciale calabrese e dell’area su cui essa insiste. Tra questi è da segnalare la condivisa sensibilità sull’esigenza di stabilizzare le misure di vantaggio che rendono la Zes uno strumento competitivo capace di dare slancio alle politiche industriali calabresi. Tali misure, tra cui il credito d’imposta e gli sgravi fiscali per i nuovi insediamenti produttivi, sono infatti oggetto di proroga da parte del governo nazionale, una circostanza che impedisce la pianificazione di investimenti a medio e lungo termine e che dovrebbe quindi essere resa strutturale. Nella discussione si è anche trattato della riperimetrazione delle aree Zes in funzione di una maggiore funzionalità rispetto alle esigenze di insediamento delle imprese. 

Intanto, dopo l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Romano sul rischio di non riuscire a utilizzare i fondi del Pnrr a disposizione per le infrastrutture a supporto della Zes, la discussione non ha potuto che concentrarsi sulla necessità impellente di definire le strategie di finanziamento perché siano profondamente riqualificate le aree industriali: «Che si tratti di intervenire con i bandi a valere sui fondi Pnrr o si rimodulino i fondi Por 2014-20 ancora a disposizione – hanno spiegato Ferrara, Sposato, Russo e Biondo al termine dell’incontro –, riteniamo non sia più rinviabile in ogni caso un’azione di riqualificazione in termini di viabilità, accessibilità, ambiente  e sicurezza e di infrastrutturazione complessiva, tutti aspetti che costituiscono condizioni attrattive primarie per gli investitori interni ed esterni alla nostra regione».

L’attenzione di Unindustria Calabria e delle organizzazioni sindacali è rivolta a strutturare un fronte comune per il complessivo sviluppo economico regionale che passi dal consolidamento e dall’evoluzione del mercato del lavoro e delle imprese capaci di determinare tale sviluppo.

Dall’incontro è quindi emersa una forte uniformità di visione sulle potenzialità offerte dalle aree Zes, tanto da ritenere perseguibile, con un protocollo di relazioni industriali, l’introduzione di accordi di secondo livello specifici per le imprese che decideranno di investire nella Zes calabrese. Questi sono ritenuti, infatti, strumenti in grado di rafforzare il sistema produttivo e garantire stabilità alle imprese e ai lavoratori, costruendo e andando poi a consolidare sempre più il rapporto tra il territorio e le attività produttive che vi si insedieranno.

Sul tavolo, infine, nel novero degli strumenti individuati in maniera congiunta e finalizzati a migliorare la capacità attrattiva della Zes e delle aree industriali calabresi, Unindustria Calabria, Cgil, Cisl e Uil hanno messo anche l’esigenza di dare sostanza a protocolli di legalità condivisi che rafforzino il senso di sicurezza generale per imprese e lavoratori, così come la volontà di promuovere nei confronti dell’amministrazione regionale – e con la sua necessaria collaborazione – specifiche soluzioni nell’ambito delle politiche attive per il lavoro. Questa serie di azioni potrà servire da stimolo per rafforzare l’efficacia della Zes sul territorio e – questo è un forte auspicio emerso nel corso dell’incontro – all’insediamento in Calabria anche di importanti investitori pubblici. (rcz)