L’OPINIONE / Giovanni Cugliari: Subito interventi strutturali contro caro energia

di GIOVANNI CUGLIARI – Il caro energia pesa in maniera importante sulle spalle delle piccole e micro imprese artigiane e il quadro geopolitico desta ancora maggiore preoccupazione, facendoci temere che gli aumenti potrebbero non fermarsi.

La situazione è drammatica e lo è ancora di più per le imprese calabresi. La turbolenza economica e politica che sta attraversando l’Europa andrà a minare la concorrenza e la competitività del nostro tessuto, schiacciato tra bollette e difficoltà a posizionare i propri prodotti sul mercato, al netto di un indice di esportazione ancora basso.

Se le piccole imprese – che costituiscono con le micro lo zoccolo duro dell’economia calabrese – soffrono, a rischio c’è la tenuta occupazionale, quindi consumi e crescita andrebbero ad essere interessati da una brusca frenata. Per questo servono interventi immediati e strutturali, incentivi per le imprese e per la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili.

LItalia è il Paese con i costi energetici più alti nell’Eurozona. Nel primo semestre del 2024 il costo in euro per mwh era di 348,3 euro in Italia, mentre la media dei 20 paesi monitorati dall’Eurostat ha toccato i 294 euro (+18,5% in Italia). Ma non solo. C’è da considerare anche la forbice con le grandi imprese. Secondo i dati Cna, le microimprese italiane pagano 2,5 volte in più l’energia rispetto alle grandi imprese. (gc)

[Giovanni Cugliari è presidente di Cna Calabria]

Cna Calabria incontra Varì per il Fondo Imprese Artigiane

Si è parlato del Fondo per le Imprese Artigiane, nel corso dell’incontro avvenuto tra il presidente di Cna CalabriaGiovanni Cugliari, l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì e il direttore generale del Dipartimento, Paolo Patricò.

Si tratta di una misura volta a promuovere e rilanciare l’artigianato calabrese sostenendo interventi di innovazione e ammodernamento strutturale e tecnologico anche in termini di sostenibilità ambientale.

Una misura che si è rivelata ottima e che ha coinvolto in quattro anni quasi mille imprese raccogliendo il desiderio, ma anche la necessità delle aziende del ramo di ampliare la propria competitività con attrezzature al passo con i tempi. Il tutto in un momento in cui, come più volte denunciato, le difficoltà di accesso al credito riducono drasticamente l’ossigeno per quelle piccole e piccolissime realtà già in difficoltà.

«La Calabria – ha detto il presidente Cugliari – è una terra ricca di eccellenze, a partire da quelle legate alla tradizione fino a quelle specchio di innovazione e modernizzazione. Paga rispetto ad altri territori la pecca di una maggiore stagnazione economica, dell’isolamento infrastrutturale e di un pil basso. Ecco perché riteniamo che siano apprezzabili gli sforzi avviati dalla Regione in termini di vetrine e percorsi di internazionalizzazione». (rcz)

L’OPINIONE / Giovanni Cugliari: Su obbligo assicurativo imprese troppe ombre

di GIOVANNI CUGLIARI – Non sappiamo ancora i costi, a quanto ammonteranno le franchigie e se ogni impresa in virtù del rischio del territorio pagherà di più. Un elemento non da poco che graverà su un momento economico già difficile come deterrente negli investimenti in alcune aree del paese. Di fatto è diventata una nuova tassa.

L’obbligo è contenuto nella manovra finanziaria 2024 e prevede che le aziende si mettano in regola entro il 31 dicembre 2024. Qualora il provvedimento risultasse disatteso ne verrà tenuto conto nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche e verrà comminata una sanzione amministrativa pecuniaria da cento a cinquecento mila euro.

A rischio ci sono diverse aree meridionali, territori nei quali gli eventi catastrofici avvengono anche più volte l’anno. Cosa accadrà allora? I costi per le imprese raddoppieranno? L’assicurazione coprirà ogni evento o si blinderà dietro parametri e clausole che ancora non conosciamo? 

Le domande che ci poniamo sono diverse e, come rappresentanti delle imprese, ci corre l’obbligo di farle presenti per sensibilizzare ed allertare le istituzioni sulle ombre di uno strumento che, al momento, non ci sembra affatto idoneo ci pare più che altro uno strumento per fare cassa. (gc)

[Giovanni Cugliari è presidente Cna Calabria]

 

Cugliari (Cna): Calabria svenduta a logiche di partito

«Quanto accaduto questa notte alla Camera è vergognoso. La Calabria è stata svenduta per logiche partitiche!», ha detto Giovanni Cugliari, presidente di Cna Calabria, rivolgendo un appello «a tutte le forze sociali, sindacali e ai cittadini affinché si alzi il livello della protesta con una grande mobilitazione a Roma che nasca da un coordinamento tra le regioni del Sud».

Per Cugliari, infatti, è «gravissima l’approvazione dell’Autonomia differenziata. Sono stati ignorati tutti gli appelli, anche quello Cei e Cec! e, punta il dito contro Cannizzaro e al Sottosegretario Ferro «che hanno applicato una logica di partito e hanno disatteso le indicazioni di Occhiuto, affinché ci spieghino quali saranno i benefici per la nostra terra. Non si tratta di un braccio di ferro tra Nord e Sud, ma di adoperarsi per il bene dell’Italia intera».

La Calabria in particolare – ha spiegato il presidente – sarà tra le regioni del Sud, quella che ne pagherà maggiormente le conseguenze in quanto ha un tasso di natalità giovanile più basso, una popolazione anziana importante che necessità di servizi e welfare già ora ridotti al lumicino. Al Sud i bambini non hanno asili nido, mense scolastiche, palestre, scuole a tempo pieno, biblioteche, aree verdi e il Pnrr non riuscirà a ridurre le gravi disuguaglianze con le regioni del Nord. Ma anche il sistema produttivo delle imprese ne risentirà pesantemente e i territori si andranno ad impoverire portando ad una lenta agonia e allo spopolamento».

«Non possiamo – ha concluso – permettere tutto ciò. È ora di serrare le fila, di unire le forze e il Sud e di farci sentire in maniera importante». (rcz)

L’OPINIONE / Giovanni Cugliari: Intervenire contro misure penalizzanti per le imprese del Superbonus

di GIOVANNI CUGLIARI – Gentili onorevoli, con la qui presente lettera intendo portare alla vostra attenzione, a nome della Cna Calabria che mi pregio di presiedere, la grande preoccupazione che ha investito il settore Costruzioni in seguito all’annuncio di nuove modifiche al Superbonus 110% con l’emendamento presentato dal Governo la cui discussione è ancora in corso.

Diversi sono gli elementi che non rasserenano i nostri imprenditori e sui quali gradiremmo da parte vostra un interessamento e un approfondimento. In particolare, la proposta di modifica dell’emendamento in merito ai termini per spalmare i crediti che verrebbero estesi da 4/5 anni a dieci anni e il blocco a qualsiasi emendamento parlamentare sulle deroghe.

Un elemento del tutto inatteso e particolarmente allarmante è l’introduzione di una misura che prevede una riduzione della detrazione dal 36% al 30% a partire dal 2028. Questo cambiamento fa temere che il Governo intenda normalizzare le aliquote di tutti i bonus (Bonus casa, Sisma Bonus ed Ecobonus) al 36% già dal gennaio 2025, rispetto alle attuali aliquote più elevate.

Si tratta di misure penalizzanti per le imprese del settore che stanno vivendo una fase di difficoltà a causa della congiuntura economica. Le parole del Ministro in Commissione Finanze sembrano escludere che l’obbligo a 10 anni possa avere carattere retroattivo. Sarebbe dirompente per imprese e cittadini calpestando un diritto acquisito e lo sarebbe ancora di più per la Calabria che già tanta fatica fa per affermarsi e puntare allo sviluppo. (gc)

[Giovanni Cugliari è presidente di Cna Calabria]

Cna Calabria incontra Conte e illustra le urgenze delle Pmi

Si è parlato delle difficoltà e delle urgenze del comparto degli artigiani e delle proposte sviluppate dalla Confederazione per le prossime elezioni europee e la futura legislatura, nell’incontro avvenuto, a Vibo Valentia, tra il presidente di Cna Calabria, Giovanni Cugliari e il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.

Cugliari ha fatto presenti alcuni degli ostacoli che rendono gli investimenti sempre più difficoltosi per le piccole imprese artigiane della Calabria e del Sud a partire dai problemi legati all’accesso al credito per gli imprenditori, dovuti in particolare al costo del denaro, e “l’inganno” del credito d’imposta che, come già denunciato da Cna Calabria, sarà accessibile solo per investimenti a partire dai 200mila euro escludendo di fatto la maggior parte del tessuto produttivo calabrese.

Ma la Cna guarda molto anche all’Europa, tenendo conto del mercato globale e delle grandi potenzialità di export dei nostri territori. Ecco perché la Confederazione ha stilato un pacchetto di proposte indirizzate ai futuri legislatori e che serviranno a dare linfa e respiro all’imprenditoria artigiana e non solo.

Cugliari ha spiegato, ad esempio, al pentastellato come nel caso della Trasformazione Verde e della Sostenibilità Energetica per la Cna urgono norme flessibili che riflettano le specificità delle Micro-PMI unite a un quadro normativo semplificato e armonizzato e a un sostegno mirato, inclusi incentivi fiscali per gli investimenti e la promozione dell’accesso a energie rinnovabili. La Confederazione propone anche politiche per una gestione efficiente delle risorse idriche, il sostegno alle Micro-PMI nell’autoproduzione di energia attraverso strumenti fiscali e chiede che la transizione verso una mobilità sostenibile avvenga in maniera graduale ed accompagnata, fornendo agli operatori del settore gli strumenti adeguati.

Per completare il Mercato Unico garantendo equità, la Cna propone di potenziare le autorità antitrust degli Stati membri per proteggere le Micro-Pmi e l’imposizione del rispetto delle regole di concorrenza, oltre che misure atte a contrastare abusi di posizione dominante. Al fine, invece, di una rinnovata Politica Industriale europea Cna invita a valorizzare l’artigianato ed il ruolo sociale delle Micro Pmi rilanciando e semplificando gli incentivi all’innovazione e al trasferimento tecnologico a livello europeo.

Ma l’Europa deve per la Confederazione anche accompagnare le imprese nella transizione digitale intervenendo a garantire il corretto funzionamento del mercato digitale con una regolamentazione e delle linee guida nell’utilizzo dell’Ia. Nelle dinamiche dell’Integrazione Globale per Cna l’Europa deve rafforzare la politica commerciale dell’Ue nei principali mercati di sbocco per le Pmi, potenziando la regolamentazione del marchio di origine e incontri multi bilaterali tra imprese.

Necessario, anche, un Piano straordinario europeo per gli investimenti produttivi e un approccio legislativo attento alla Pmi. (rvv)

L’OPINIONE / Giovanni Cugliari: Scomparsa del credito d’imposta ennesimo colpo di mannaia al Sud

di GIOVANNI CUGLIARI – Con la scomparsa nel silenzio più assoluto del credito d’imposta viene dato un ennesimo colpo di mannaia al Sud che ne va ad azzoppare la possibilità di investire e di crescita per il futuro.

La promessa di confermarlo anche per il 2024 è stata disattesa, lasciando gli imprenditori del Sud a bocca asciutta. Se, infatti, è stato formalmente travasato nelle Zone Economiche Speciali (Zes) e dal 1° marzo 2024 le regioni interessate (Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) dovrebbero accedere al sito del ministero Affari Europei, Sud (Zes Sud), per presentare le relative istanze, la realtà è cosa ben diversa.

Al momento possono essere presentati solo studi di fattibilità, non vere e proprie istanze di contributi. Le modalità di presentazione delle pratiche e i tempi di accoglimento saranno comunicati in futuro, ma ciò che è certo è che a richiedere il contributo potranno essere solo le aziende che possono investire cifre comprese dai 200mila euro ai 100 milioni di euro.

Cifre ingombranti per il tessuto della piccola imprenditoria che da anni investe in innovazione alimentando il circolo virtuoso di crescita e produttività e che ora verrà a tavolino escluso, essendo di fatto estremamente difficile sborsare oltre 200mila euro per un solo progetto”, denuncia il presidente che chiarisce come al danno si aggiunga la beffa essendo il fondo anche limitato.

È un duro colpo per il Sud e la Calabria, che meritano opportunità concrete per crescere e prosperare. Ma al momento, sembra che i marinai delle promesse abbiano fatto naufragio. (gc)

[Giovanni Cugliari è presidente di Cna Calabria]

Cugliari (Cna): Con autonomia rischio che discrepanze nell’artigianato si amplifichino

«Il nostro timore è che con l’autonomia differenziatale discrepanze possano amplificarsi. Come Cna ribadiamo ancora una volta il nostro no ad una scelta scellerata che andrebbe a mortificare il Sud». È l’allarme lanciato da Giovanni Cugliari, presidente di Cna Calabria, commentando l’indagine del Quinto Osservatorio Burocrazia della Cna che entra nel dedalo dei rapporti tra Stato e Regioni evidenziando diverse incongruenze e criticità che rendono spesso più farraginoso e meno semplice e attrattivo il lavoro degli imprenditori artigiani.

«La riforma del Titolo V della Costituzione del 2001 – ha spiegato – nel caso dell’artigianato, anziché semplificare i processi e il contesto burocratico, ha creato la coesistenza di diversi livelli istituzionali di riferimento e l’applicazione di differenti istituti normativi per la stessa tipologia professionale da regione a regione. Bisogna intervenire per sanare differenze e vuoti che rendono difficoltoso l’esercizio della professione oltre che avvantaggiare alcune regioni a discapito di altri».

«Come Cna – ha proseguito – riteniamo che sia necessario livellare le discrepanze e prevedere corsi professionali pubbliciche si sommino a quelli su igiene e sicurezza, togliendo spazio ai privati. Riteniamo che si debba lavorare per allineare e raccordare le specificità territoriali; semplificare e razionalizzare il quadro normativo e regolamentare; aggiornare e riordinare le leggi di settore, a partire dal coordinamento dei percorsi formativi; assicurare l’interoperabilità delle banche dati pubbliche; dare risposte ai nuovi mestieri attraverso standard omogenei, valorizzare le best practice locali in un contesto nazionale».

«Le imprese artigiane hanno bisogno di uno snellimento – ha ribadito Cugliari – che consenta loro di essere sempre più performanti e competitive sul mercato. Non è possibile che le aziende calabresi vengano penalizzate rispetto ad altre».

L’Osservatorio spiega come per poter consumare un prodotto gastronomico all’interno di un’attività artigiana le norme  impongano sedute scomode e vietino l’uso di piatti di ceramica e posate in metallo. E se l’artigiano ha l’ardire di offrire una bibita per accompagnare un trancio di pizza, o un caffè espresso dopo un cornetto di propria produzione, deve addentrarsi in un infernale labirinto burocratico e normativo.

Nel caso dell’installazione di impianti la normativa prevede, oltre alla qualifica, un corso di aggiornamento obbligatorio che non tutte le Regioni hanno ancora attivato, la Calabria non è tra queste. I corsi hanno diverse specificità con particolare riferimento al numero di ore che in alcune regioni sono il doppio di altre. La Cna sottolinea, inoltre, che l’aggiornamento è previsto ogni tre anni e propone che possa essere evitato nel caso in cui non ci siano variazioni tecnologiche e, quindi, il programma oggetto di studio sia invariato. Osserviamo poi che non risultano sanzioni o sospensioni per chi non ottemperi all’obbligo, con conseguente aumento del proliferare di operatori abusivi.

Nel caso dell’estetica e acconciatura le principali differenze riguardano il titolo d’istruzione richiesto per accedere ai corsi e la durata di questi. La Calabria richiede un diploma di scuola secondaria di secondo grado e corsi di 1000 ore l’anno per la durata di quattro anni. Mancano per Cna Calabria leggi in materia che definiscano standard omogenei a livello nazionale e risorse adeguate all’attivazione dei corsi.

Altro caso a sé è quello delle attività di tatuaggio e piercing. Non esiste una normativa nazionale, ma solo delle linee guida del ministero della Salute. La formazione rimane uno dei principali elementi di criticità, basti pensare che il corso standard di sicurezza e igiene è di 90 ore, è il caso della Calabria, ma può arrivare fino a 1000 ore così come ci sono regioni che non prevedono attività formativa. Anche per i titoli di studio e i titoli abilitativi le richieste sono differenti. La Calabria richiede per l’avvio delle attività la Scia al Suap (Sportello unico per le attività produttive) ma c’è anche chi richiede altri adempimenti.

Infine, la tolettatura di animali non ha una disciplina ad hoc di carattere nazionale, ma rientra nel “commercio di animali da compagnia”. La quasi totalità delle Regioni non ha una disciplina regionale, come la Calabria, ma esistono in tutta Italia diverse delibere regionali e numerosi regolamenti comunali. Manca sostanzialmente una disciplina di riferimento sia per formazione che per l’avvio dell’attività. Si sente la mancanza di un quadro normativo nazionale e di standard formativi. (rcz)

Cugliari (Cna Calabria): Da politica e istituzioni partano misure per rilancio del manifatturiero

«Da politica e istituzioni partano le misure per il rilancio del manifatturiero tramite incentivi e strumenti di supporto». È l’appello lanciato da Giovanni Cugliari, presidente di Cna Calabria, sottolineando come «il 2024 per l’economia regionale e, in particolare, per il sistema manifatturiero inizia con ombre importanti. Da un lato lo scenario internazionale, dall’altro la cancellazione di 4,4 miliardi di euro di Fondi Perequazione destinati al Sud che, insieme alla ritardata partenza della Zes Unica, preoccupano e rischiano di allargare il divario con il Nord e di rendere vano ogni tentativo di ripresa da parte degli imprenditori».

«Il rischio che corriamo è quello di azzoppare ulteriormente i nostri territori, allargando la forbice con altre regioni e rendendo le nostre realtà sempre meno appetibili. Non c’è tempo da perdere», ha spiegato Cugliari, esprimendo preoccupazione per il Ponte sullo Stretto, una «infrastruttura fondamentale ma che ha visto la distrazione di 1,6 miliardi di Fondi di Sviluppo e Coesione destinati a Sicilia e Calabria».

«Il tutto mentre la mancanza di infrastrutture – ha aggiunto – l’inaccessibilità a molti territori, la scarsa elettrificazione di buona parte della rete ferroviaria, rendono il Sud ancora più lontano e sempre meno attrattivo per chi vuole investire».

Impensierisce altresì il rinvio dell’avvio della Zes Unica, slittato a marzo: «Si tratta di un cambiamento epocale – ha evidenziato – che può essere motore di un concreto processo di rilancio delle piccole e medie imprese del Sud Italia. Un’opportunità che non può essere mancata perché può aprire le porte ai mercati internazionali e al mantenimento degli elevati livelli di qualità della nostra produzione ma è bene tenere in considerazione che la copertura dei crediti d’imposta è irrisoria, 1.8 miliardi di euro».

«Non è, insomma, il momento di girarsi dall’altra parte – ha rilanciato –. Il Sud non può essere accantonato perché il suo rilancio è strategico per l’intero Paese. La cancellazione dei fondi destinati al Meridione non può passare sotto silenzio, ecco perché è importante che tutti i governatori del Sud facciano massa critica comune e si facciano valere nella prospettiva di recuperare un ritardo epocale».

«Come Cna Calabria – ha concluso Cugliari – facciamo appello a politica e istituzioni affinché contribuiscano in maniera fattiva ad un serio piano industriale per la nostra regione, con un’attenzione dedicata al rilancio del settore manifatturiero e delle centinaia di piccole e medie imprese che costituiscono l’ossatura dell’economia regionale e sono spesso fiori all’occhiello del Made in Italy». (rcz)

Cugliari (Cna): No al salario minimo, soprattutto in artigianato

Il salario minimo «non è la soluzione adeguata a risanare quelle situazioni che vedono i lavoratori sfruttati o senza tutele», ha dichiarato il presidente di Cna Calabria, Giovanni Cugliari, esprimendo, a nome dell’Ente, la propria contrarietà per il salario minimo.

Questa misura, infatti, sarebbe “inappropriata ” «in particolar modo nel settore artigiano, ambito in cui esiste una diversificazione salariale in base ai rami di attività dell’impresa e alla dimensione aziendale e in cui spesso la retribuzione oraria supera i nove euro l’ora».

«Il Paese, e in particolar modo la Calabria, ha bisogno di altro – ha proseguito Cugliari –. Gli sforzi devono essere dirottati sulla valorizzazione e la tutela della contrattazione, sull’arginare il lavoro irregolare, sull’effettiva applicazione degli Ccnl, su un’adeguata rappresentanza datoriale e salariale».

«I contratti sottoscritti dalla Cna prevedono, anche ai livelli minimi, retribuzioni ben superiori a quelle proposte dal salario minimo», ha fatto notare Cugliari, il quale ha spiegato come sia più opportuna ed urgente “una legge sulla rappresentanza e un sistema di controlli efficiente ed efficace che non chiuda gli occhi di fronte agli illeciti».

«L’artigianato – ha detto ancora – ha costruito un sistema di welfare molto evoluto grazie al sistema della Bilateralità artigiana che offre tutele avanzate in tema di sanità integrativa e sostegni alle famiglie. Si tratta di un sistema legato ai Contratti Collettivi firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Ecco perché la Cna si sta spendendo affinché venga tutelata la contrattazione: solo così si può aumentare la qualità del lavoro e di vita per i lavoratori e le piccole e medie imprese artigiane».

«Come Cna – ha concluso Cugliari – riteniamo sia importante avere soluzioni strutturali piuttosto che temporanee fiscalizzazioni dei contributi o sconti fiscali su incrementi contrattuali. Va affrontato il tema della produttività e dell’equità distributiva e va costruito un sistema di scoraggiamento del dumping contrattuale, i famosi contratti pirata, per favorire un sistema sano e produttivo». (rcz)