Secondo giorno di proteste di Coldiretti al Brennero: Le testimonianze degli agricoltori calabresi

«Non si tratta solo del Brennero: è da poco arrivata una nave cargo dall’Egitto, ma i flussi sono quotidiani e pesanti. Questo provoca il collasso dei prezzi e mette in difficoltà le imprese nazionali. Soprattutto quando si tratta di prodotti extra Ue coltivati, anche in questo caso, con prodotti che da noi non sono permessi». È la testimonianza di Giuseppe Talarico, produttore di patate in Calabria, presente alla protesta nel Brennero di Coldiretti – e a cui è presente anche la delegazione calabrese – contro il falso Made in Italy e la concorrenza sleale.

Le testimonianze degli agricoltori calabresi raccolti nel secondo giorno di protesta, che sperimentano sulla propria pelle le gravi difficoltà, «fa dire che non ci sono più alibi e non si può rimanere indifferenti – ha detto Coldiretti – di fronte ad un fenomeno che, oltre a danneggiare la nostra economia, è una vera truffa ai danni di ignari consumatori convinti di acquistare italiano ed invece finiscono con il consumare prodotti diversi e sicuramente non all’altezza dei nostri elevati standard qualitativi».

Francesco Bilardi, anche lui agricoltore calabrese, che produce frutta tropicale in Calabria e che quasi è incredulo davanti al tir carico di avocado che, provenienti dal sud Africa, hanno varcato il Brennero provenienti dalla Moldavia., ha spiegato come i «prodotti spesso raccolti ancora a maturazione incompleta, che percorrono migliaia e migliaia di chilometri e trattati senza dover sottostare alle legittime e rigide normative nazionali: tutt’altra cosa rispetto alla nostra frutta, fresca e curata».

Un cerealicoltore calabrese ha denunciato «i prezzi in caduta libera del grano che mettono a rischio il futuro della coltivazione, perché le nostre imprese si trovano a dover sostenere costi insostenibili di produzione. Vanno intensificati gli accordi di filiera che premiano la qualità e va dato corso a quanto già stabilito per legge, ovvero che i prezzi non possono scendere mai sotto i costi di produzione».

«Stiamo vedendo di tutto – ha riferito Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – e allora coraggio Italia e coraggio Calabria! Continueremo con maggiore impegno e convinzione a seguire questa direttrice per creare sviluppo e lavoro abbiamo una  ricchezza sia in termini di qualità che di varietà della nostra agricoltura».

«Non siamo e non saremo mai complici – ha aggiunto – della svalutazione della nostra migliore produzione di qualità in campo agricolo ed agroalimentare e conseguentemente dell’inganno ai consumatori attirati da prodotti a basso costo, frutto della concorrenza sleale, con possibili rischi per la salute».

«Dinanzi a quella che è una vera invasione di prodotti stranieri – ha concluso – vogliamo il rispetto del principio di reciprocità: le regole imposte ai produttori europei devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato Ue». (rrm)

Coldiretti Calabria: Agricoltori custodiscono metà del paesaggio regionale

Il 47% del paesaggio regionale è custodito dagli agricoltori calabresi. È quanto ha rilevato Coldiretti Calabria, in occasione della Giornata del Paesaggio, sottolineando l’importanza di una figura come quella dell’agricoltore, che  garantisce una costante opera di manutenzione e tutela del territorio messa, però, sempre più a rischio dal fatto che nell’ultimo mezzo secolo è scomparsa una superficie agricola di 178.522 ettari: 11,7% della superficie complessiva della Calabria.

Con la Giornata del Paesaggio, che si è celebrata il 14 marzo, l’Associazione vuole sensibilizzare i cittadini sulle tematiche legate «alla tutela dello stesso, fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali,  alla montagna, dai pascoli ai terrazzamenti. Una risorsa economica, ambientale e turistica– evidenzia Coldiretti – sulla quale pesano però gli effetti della cementificazione e dell’abbandono che hanno progressivamente indebolito la presenza degli agricoltori sul territorio».

«Agli effetti dell’erosione del suolo agricolo – ha rilevato ancora Coldiretti – si aggiungono le follie dell’Unione Europea come la direttiva sul Ripristino natura, una legge senza logica che – denuncia la Coldiretti – andrà a diminuire ulteriormente la produzione agroalimentare, mettendo in contrapposizione la natura e l’agricoltore, che in realtà è il vero custode di questo patrimonio ambientale».

Per Coldiretti, infatti «occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che giace da anni in Parlamento e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio».

«Gli agricoltori  – ha ricordato l’Associazione – rappresentano, peraltro, anche un argine alla perdita di biodiversità, con varietà in pericolo anche per effetto dei moderni sistemi della distribuzione commerciale che privilegiano le grandi quantità e la standardizzazione dell’offerta».

«Lo dimostrano i Sigilli di Campagna Amica – ha concluso l’Associazione – una grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina che ha consentito nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica attive in tutte la Regione, realtà che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori». (rcz)

Coldiretti: In Calabria sempre più spazio alle donne in agricoltura

In Calabria c’è sempre più spazio alle donne in agricoltura: Sono, infatti, 34.761, su un totale di circa 94mila, le aziende condotto o di cui sono titolari le donne. È quanto ha rilevato Coldiretti in occasione della Festa della Donna, sottolineando come di queste 34mila donne sono imprenditrici che ancora sono impegnate in agricoltura, ma molte under40 che  hanno puntato sul settore agricolo abbattendo così barriere e portando in campo un nuovo protagonismo tutto al femminile».

«Il risultato – ha spiegato l’Associazione – è che quasi  un’azienda agricola su tre è capitanata da donne con una presenza che sta rivoluzionando il lavoro nei campi, dove sono capaci di spaziare dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta. Ma il vero motore delle nuove contadine sono anche le attività sociali come le fattorie didattiche e sociali, ma anche l’importante impegno per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, vittime di violenze e soprusi».

«In agricoltura  – ha dichiarato Maria Antonietta Mascaro, responsabile Donne Coldiretti Calabria – la presenza femminile si fa sempre più spazio e noi donne guardiamo al futuro armate di un grande ed importante bagaglio culturale ed esperienziale. Siamo donne che vedono nell’agricoltura il nuovo volano per la propria realizzazione professionale».

«È per accompagnare questo continueremo a lavorare  per superare le tante difficoltà – ha sottolineato – che incontrano le imprenditrici in campagna, soprattutto quelle più giovani, a partire, ad esempio, dalla scarsa tutela soprattutto nell’ambito della maternità dove il sostegno è davvero irrisorio e non riesce a coprire i costi di un’altra persona, visto che il lavoro agricolo non si ferma mai».

«Da segnalare anche la “quota giovane” – ha sottolineato Coldiretti under 35 che hanno puntato soprattutto sull’uso quotidiano della tecnologia. Il rinnovato fascino della campagna per le donne trova riscontro nella comune convinzione che quello dell’agricoltura è diventato un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, anche per le donne che sono peraltro destinate ad aumentare nel tempo».

«Le imprenditrici agricole giovani, che rilevano le  aziende di famiglia – ha proseguito l’Associazione – hanno un’alta professionalità  circa il 25% è laureata, peraltro non sempre ad indirizzo agrario. Molte donne scelgono, infatti, l’agricoltura dopo percorsi di studio o esperienze in settori molto diversi, anche per cambiare vita».

«Oltre il 50% delle donne in campagna – ha rilevato – svolge più di una attività connessa alla produzione primaria, soprattutto vendita diretta in azienda o nei mercati di Campagna Amica, agriturismo e trasformazione di prodotti agricoli. Ben il 60% delle donne nelle loro aziende ha poi scelto di dedicare parte della produzione al biologico o biodinamico e di operare per una filiera di qualità attenta alla sostenibilità, alla tutela della biodiversità e delle risorse naturali, del paesaggio e del benessere animale. In particolare, poi, le donne creano legami forti con il territorio e sono un vero e proprio presidio per la sopravvivenza e la valorizzazione delle aree rurali». (rcz)

 

Coldiretti Calabria: Regione investe nell’apicoltura ma la concorrenza sleale mette in crisi l’alveare calabrese

Coldiretti Calabria ha denunciato come, nonostante la Regione Calabria investa nell’apicoltura calabrese, la concorrenza sleale di miele di bassa qualità mette in crisi l’alveare calabrese.

«Nelle campagne calabresi le aziende apistiche in questi hanno investito costantemente creando anche virtuosi sistemi di promozione anche del territorio. La Banca Dati Apistica Nazionale registra oltre 600 aziende professionali con partita Iva con circa 80.000 alveari allevati oltre agli hobbisti e la produzione è di oltre 1 milione di chili», ha detto l’Associazione, ricordando come «qualche giorno fa il Dipartimento Agricoltura ha approvato la graduatoria del bando, riservato a apicoltori e imprenditori apistici calabresi, relativo al programma apistico per € 1.343.388,00 che ha finanziato 152 progetti presentati  per sostenere la tutela, la valorizzazione e promozione dell’apicoltura calabrese».

Un impegno che rischia di essere messo in pericolo a causa «dell’import sleale e i cambiamenti climatici che affossano il miele italiano con i produttori nazionali che devono fronteggiare arrivi di prodotto straniero di bassa qualità a prezzi stracciati, come quello cinese che viaggia poco sopra l’euro al chilogrammo, mentre aumentano i costi di produzione».

«Nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero – viene evidenziato –. Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra Ue è stato di 2,14 euro al chilo. Una mole di prodotto a prezzi stracciati finita nel mirino di un’indagine della Commissione Ue che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conferme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica».

«Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina (66 su 89, pari al 74%), mentre il paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia (14 su 15, pari al 93%). Un dumping insostenibile ai danni degli  apicoltori già alle prese con l’aumento dei costi di produzione. Ai danni causati dal maltempo si sono aggiunti quelli della siccità, che ha penalizzato le fioriture, e del caldo anomalo di questo inverno, con le api “ingannate” e spinte ad uscire dagli alveari senza però trovare i fiori.  Così i produttori – precisa la Coldiretti – sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti».

«Attraverso l’acquisto diretto del miele dagli apicoltori italiani si sostiene il presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape –  ha dichiarato Colidiretti –. Ma occorre anche che in Europa venga introdotto il principio di reciprocità affinché tutto il miele che entra nel nostro Paese rispetti le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, qualità e rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori che vigono in Italia».

«Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre – ha consigliato la Coldiretti – verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica, è questo il modo migliore per sostenere l’apicoltura italiana, difendere le api e la biodiversità. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti».

«La parola Italia – viene evidenziato – deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi». (rcz)

Coldiretti Calabria a Bruxelles: Servono risposte tempestive e misure per reddito delle imprese

Stop alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani, incrementare gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l’aumento dei tassi di interesse, garantire una moratoria sui debiti, rafforzare la direttiva europea contro le pratiche sleali e cancellare definitivamente l’obbligo dei terreni incolti. Sono le richieste che la delegazione di Coldiretti Calabria, composta da tanti giovani, guidata dal presidente regionale Franco Aceto, hanno fatto nel corso della manifestazione a Bruxelles, in occasione del Consiglio dei Ministri agricoli sulla proposta di semplificazione della Pac.

«È un vero e proprio attacco al patrimonio agroalimentare dell’Italia – ha detto Aceto – favorito dalle follie europee che fanno calare la produzione agricola nazionale. Siamo qui e ci saremo fin quando ce ne bisogno– spiega – per chiedere risposte esaustive in tempi certi alle necessità delle nostre aziende e scardinare quei regolamenti che non hanno senso. Per questo abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee perché non è questa l’Europa che vogliono gli agricoltori».

«Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere – ha evidenziato Aceto – di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio a Bruxelles. Proprio per questo abbiamo predisposto un documento strategico anche sulla Pac dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese. Dobbiamo dire basta alla contrapposizione tra agricoltura e ambiente voluta da Timmermans, le cui politiche Coldiretti ha osteggiato dalla prima ora,  gli agricoltori sono il primo presidio ambientale».

«Al di fuori della Pac, la situazione economica del settore agricolo è però talmente grave che va affrontata con misure specifiche anticrisi a partire – ha detto Coldiretti – da una piena flessibilità sugli aiuti di stato, prorogando il Quadro Temporaneo di Crisi e Transizione di almeno un anno per consentire agli Stati membri di sostenere gli agricoltori con strumenti efficaci come la moratoria sui debiti, che aiuterebbe una larga parte delle aziende agricole soprattutto di piccole dimensione e condotte da giovani e donne. Ma a Bruxelles Coldiretti punta anche a scardinare alcune delle follie europee che minacciano l’agricoltura nazionale, dalla direttiva packaging che colpisce le aziende ortofrutticole cancellando, per fare un esempio, insalata in busta e confezioni di pomodorini, alla direttiva ammazza stalle che equipara gli allevamenti alle fabbriche, fino all’accordo Mercosur».

Il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, il calabrese Enrico Parisi, sarà l’unico italiano a partecipare alle 14.30, insieme ai giovani delegati di altre 10 organizzazioni presenti a Bruxelles, all’incontro con il Commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski e David Clarinval, l’attuale presidente del Consiglio Agrifish. (rrm)

Lunedì una delegazione calabrese di Coldiretti in piazza a Bruxelles per gli agricoltori

Lunedì 26 febbraio ci sarà anche una delegazione calabrese di Coldiretti alla manifestazione di Bruxelles, per ottenere risposte esaustive rispetto ai bisogni  degli agricoltori italiani ed europei.

Una manifestazione organizzata in concomitanza con il Consiglio dei Ministri agricoli della Ue e con la presentazione della proposta della Commissione per la semplificazione delle regole comunitarie.

«Nelle proposte avanzate dalla Commissione –  ha spiegato Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria – in merito al pacchetto semplificazione per l’agricoltura che la Commissione Ue ha inviato alla presidenza belga dell’Ue – ci sono alcune semplificazioni da noi proposte, ma manca completezza e certezza dei dettagli. Si sono, finalmente, accorti di alcuni aspetti su cui intervenire, come ad esempio la condizionalità ambientale e la razionalizzazione dei controlli. Così come è fondamentale legare alla nuova Politica Agricola Comunitaria (Pac) il rafforzamento della  direttiva Ue del Parlamento Europeo e del Consiglio in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare».

«Ed ancora – ha spiegato Aceto – occorre intervenire sul principio di reciprocità negli scambi per fare in modo che tutti i prodotti che entrano in Europa rispettino le stesse norme ambientali, sanitarie sul lavoro applicate all’interno dei confini comunitari.  Sono positive anche le ipotesi di intervento per i piccoli agricoltori».

«Però – ha precisato – al momento sono solo dichiarazioni: i tempi delle aziende non combaciano con i tempi della burocrazia europea. Noi vogliamo risposte concrete e interventi immediati».

Il presidente Aceto, poi, ha ricordato che si sono tenute 21 assemblee «in ogni angolo del territorio calabrese, dove abbiamo incontrato e parlato con migliaia di soci e le assemblee continueranno» e che gli incontri sono stati utili «per discutere dei più importanti argomenti riguardanti il settore agricolo, dalla crisi dei prezzi, all’aumento dei costi, alla burocrazia, all’indebitamento delle aziende,  fino ad arrivare al problema della fauna selvatica, in particolare i cinghiali che oltre a rovinare i raccolti, stanno distruggendo la biodiversità calabrese, fonte di reddito e di vita del nostro territorio».

«Gli agricoltori calabresi, custodiscono il 40% del suolo – ha ricordato ancora – con una costante opera di manutenzione che assicura la produzione alimentare e la tutela dei cittadini dal dissesto idrogeologico».

Per questo in piazza ci saranno soprattutto i giovani perché «non è più tempo di annunci – ha concluso Aceto – serve cambiare le regole che penalizzano l’agricoltura». (rcz)

Coldiretti Calabria: Dell’esenzione Iperf agricola ne beneficeranno il 95% delle aziende

Coldiretti Calabria ha reso noto che «dell’esenzione totale dell’Irpef agricola in Calabria beneficeranno circa il 95% delle aziende agricole su un totale di imprese professionali e coltivatori diretti di oltre 23mila mentre le altre vedranno l’imposta dimezzata».

Una stima che arriva sui dati Inps in occasione del via libera al provvedimento sul taglio dell’Irpef agricola per due anni. L’emendamento approvato, infatti, prevede l’introduzione di una franchigia di esenzione al 100% ai fini Irpef fino a 10.000 euro della somma dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (Iap). Per la parte eccedente i 10.000 euro, ma non superiore a 15.000 euro, l’esenzione è del 50%.

Per Franco Aceto, presidente di Coldiretti Calabria, «è una prima risposta alle richieste presentate al Governo nel corso del tavolo tecnico a Palazzo Chigi. La riduzione delle imposte e degli oneri fiscali e previdenziali è una necessità per rilanciare la competitività delle imprese».

«La battaglia cruciale per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori è in Europa e non si ferma – ha evidenziato – nel sottolineare che non sarà accettato nessun taglio alle risorse economiche della Politica agricola comune (Pac) agli agricoltori poiché oggi occorre assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini e favorire il ricambio generazionale».

«Per questo – ha concluso – il 26 febbraio la saremo a manifesterà a Bruxelles per ottenere risposte rispetto alle esigenze degli agricoltori in occasione della presentazione della nuova proposta sulla Pac». (rcz)

Coldiretti Calabria: Battaglia per garantire dignità e giusto reddito ad agricoltori non si ferma

«La battaglia per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori italiani non si ferma». È quanto dichiarato dal presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando come «non sarà accettato nessun taglio alle risorse economiche della Politica agricola comune (Pac) agli agricoltori poiché oggi occorre assicurare l’autonomia alimentare dei cittadini europei e favorire il ricambio generazionale».

«In tale ottica non è possibile neppure che l’allargamento dell’Unione all’Ucraina venga pagato dalle aziende agricole – ha aggiunto –. Ma servono anche, per Coldiretti, mercati equi e trasparenti, incentivando gli accordi di filiera e vietando la vendita sotto i costi di produzione. Serve poi cancellare definitivamente l’assurdo obbligo di lasciare i terreni incolti che mina la capacità produttiva della nostra agricoltura e favorisce paradossalmente le importazioni dall’estero di prodotti alimentari che non rispettano le stesse regole di quelli europei in materia di sicurezza alimentare, ambientali e di rispetto dei diritti dei lavoratori».

«Il ritiro della proposta di regolamento sull’ uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR) – ha proseguito – salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall’ irrealistico obiettivo di dimezzare l’uso di agrofarmaci. Questo l’annuncio della presidente del Commissione europea Ursula von der Leyen del rigetto della proposta nel suo intervento al Parlamento europeo dopo la manifestazione della Coldiretti a Bruxelles in occasione del Vertice Ue. Una risposta alla protesta corale degli agricoltori provenienti dal sud e dal nord dell’Unione Europea alla quale aveva fatto seguito l’incontro tra il presidente della Coldiretti e la Von der Leyen».

«Il nefasto provvedimento – ha sottolineato Coldiretti – avrebbe avuto un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione Europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Secondo lo studio della Commissione Europea, peraltro, “i maggiori impatti sulla resa si sarebbero verificati in colture che hanno una rilevanza limitata, come l’uva, il luppolo e i pomodori”. Una vera assurdità se si pensa che il pomodoro è l’ortaggio più consumato in Europa, tal quale e come derivati (passata, polpa, pelati, sughi…), e l’uva, sia da tavola che trasformata (in vino, succhi, distillati…) è una produzione di cui l’Europa detiene il primato mondiale».

«L’Italia sarebbe il Paese più danneggiato da una politica europea folle e lontana dalle realtà delle imprese e dei consumatori – conclude la nota –. Un caso eclatante è il Mercosur, l’accordo commerciale con i Paesi sudamericani che va respinto. Da qui la richiesta di introdurre il criterio di reciprocità delle regole produttive».

«Il caso dei terreni incolti è solo uno dei vincoli che da Timmermans in poi hanno cercato di inserire – ha denunciato Prandini – con regole che penalizzano la capacità produttiva Ue e appesantiscono il lavoro degli agricoltori, ingiustamente visti come inquinatori, mentre sono proprio loro a garantire la tutela dell’ambiente». (rrm)

Coldiretti Calabria: Sette italiani su dieci contrati alla carne in provetta

Sette italiani su dieci (70%) sono contrari alla messa in commercio del cibo artificiale prodotto in laboratorio, dalla carne di pollo fino a quella bovina. È quanto ha rilevato Coldiretti Calabria da una indagine fatta assieme al Censis in merito alla decisione del ministero della Sanità di Israele di approvare la vendita al pubblico della carne artificiale dalle cellule bovine.

«Una decisione che fa seguito alle autorizzazioni concesse per la carne di pollo artificiale da Singapore e Stati Uniti – si legge in una nota – dove era stato dato il via libera dalla FDA, alla startup californiana Upside Food. Una operazione che a fine dicembre 2023, la rivista tecnologica del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston ha inserito tra i più grandi fallimenti scientifici dell’anno in quanto, nonostante il via libera alla commercializzazione ottenuto dalle autorità USA, non vi sarebbe ancora traccia di prodotti di laboratorio nei supermercati e la produzione su larga scala risulterebbe più problematica del previsto.  In particolare, diverse inchieste giornalistiche USA, a partire da quelle del Wall Street Journal, hanno evidenziato che Upside Food utilizzava molta manodopera, plastica ed energia per produrre pochissimi filamenti di pollo».

«La diffidenza si è diffusa anche in Europa – ha spiegato l’Associazione – dopo l’approvazione legge italiana che ha introdotto il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali nel rispetto del principio di precauzione ed in attesa di risultati scientifici della ricerca pubblica indipendente per evitare di usare gli uomini come cavie. Dubbi sono stati espressi infatti in Austria e Francia dove è stata depositata al parlamento la proposta di legge “per vietare la produzione, la lavorazione e la commercializzazione di carni sintetiche in tutto il territorio nazionale”, nell’interesse della salute umana, della salute degli animali e dell’ambiente per iniziativa di un gruppo di parlamentari dell’Assemblea Nationale francese, appartenenti al partito Les Républicains, che fa parte del nuovo Governo». (rrm)

Coldiretti Calabria: Sventare frodi nell’olio d’oliva significa salvaguardare produzione e agricoltori

Coldiretti Calabria ha evidenziato come «sventare le frodi dell’olio d’oliva significa salvaguardare la nostra produzione e il reddito degli agricoltori».

L’Associazione, infatti, ha rilevato come ci sia stato «un calo della produzione a livello mondiale dell’olio di oliva e questo ha fatto si che i prezzi siano balzati di circa il 34%. Lo spettro delle frodi è sempre in agguato e quindi è  importante intervenire per sventarle, difendere la produzione nazionale e ovviamente regionale, come secondi produttori e  garantire la sicurezza alimentare dei cittadini».

«È positiva su questo fronte – viene evidenziato – l’attività nel settore oleario condotta dai Nas, d’intesa con il Ministero della Salute, con ispezioni di frantoi, aziende ed esercizi produttivi e commerciali che hanno portato già al sequestro sul territorio nazionale di 46mila litri di olio. Una azione importante dopo un anno segnato dal clima impazzito con eventi estremi che hanno messo a dura prova gli uliveti con la produzione dell’olio extravergine Made in Italy stimata a livello nazionale in circa 290mila tonnellate, in Calabria circa 35mila tonnellate  al di sotto della media dell’ultimo quadriennio».

«Le frodi a tavola – ha precisato Coldiretti sono un crimine particolarmente odioso perché mettono a rischio la salute delle persone, si fondano sull’inganno e colpiscono soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo.»

«Da difendere in Calabria – viene evidenziato – c’è un patrimonio di biodiversità importante con oltre 100 varietà di olive coltivate dal “Pollino allo Stretto”  per un totale di 25 milioni di piante, che insistono sul 24% della Superficie Agricola Utilizzata, oltre 160mila ettari  di cui 13mila dichiarati Igp. Un patrimonio dal quale  si produce  olio extravergine (3 Dop e 1 Igp)  oltre a decine di produzioni a km zero legate ai territori con una ricchezza di profumi e sapori che compete autorevolmente sul mercato. Per promuovere il consumo di olio italiano, che è di alta qualità e fa bene alla salute e all’ambiente, Coldiretti e Unaprol hanno previsto con le risorse del Pnrr accordi di filiera per avere un milione di nuove piante di olivo in più lungo la Penisola, incrementare la produzione e ridurre la dipendenza dall’estero in una situazione in cui sono straniere 3 bottiglie su 4 consumate in Italia».

«Ma l’impegno è anche rivolto alla formazione – ha concluso Coldiretti – per aiutare gli italiani a riconoscere e distinguere il vero extravergine di qualità e non cadere nelle trappole del mercato. A tale scopo è attiva Evooschool, la Scuola nazionale dell’olio extravergine d’oliva con sede a Roma». (rcz)