TROPEA (VV) – L’evento la Domenica del Villaggio

Domenica 5 dicembre, a Tropea, dalle 10, a Largo San Michele, è in programma l’evento La Domenica del Villaggio, organizzata dal Comune di Tropea, Camera di Commercio di Vibo Valentia, Gal Terre Vibonesi, Coldiretti e Campagna Amica Calabria.

Si tratta di una kermesse «dedicata alla promozione delle eccellenze agroalimentari calabresi» ha spiegato Coldiretti, aggiungendo che ci saranno gli stand delle aziende agricole ed agroalimentari di Campagna Amica che animeranno gli spazi ed esporranno e faranno degustare  i loro prodotti 100%  “made in Calabria”.

«L’iniziativa – riferisce Coldiretti – è stata voluta fortemente dal Sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, e sarà solo un’anteprima in forma ridotta, quasi le prove generali, di quelle che saranno le “Domeniche del Villaggio” a partire dall’inizio primavera 2022».

«La suggestiva cittadina di Tropea – continua Coldiretti – forte quest’anno anche dell’incoronazione a “Borgo dei Borghi”, sarà una vetrina a cielo aperto, delle prelibatezze delle produzioni agroalimentari calabresi. La Perla del Tirreno, conosciuta in tutto il mondo per le sue suggestive spiagge candide bagnate da acque cristalline e per il suo grande patrimonio artistico, storico e culturale, diventerà così anche un’importante tappa per acquistare le tipicità agroalimentari della nostra regione, prodotte e garantite direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica».

«In questo contesto di grande valore storico e turistico – viene spiegato ancora – l’iniziativa ha l’obiettivo di promuovere imprese e prodotti calabresi di eccellenza, favorendone la commercializzazione locale in un contesto storico contrassegnato da un crescente interesse verso l’utilizzo e il consumo di prodotti agroalimentari di origine contadina. L’ultima indagine Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post Covid, rileva infatti che ben 8 cittadini su 10 ricorrono agli agricoltori per acquistare cibo di qualità e dall’origine garantita».

«Sarà una grande opportunità – comunica Coldiretti – di promozione di imprese e prodotti calabresi di eccellenza che esalterà i molti elementi attrattivi caratteristici del territorio. L’evento è stato, infatti, pensato per far incontrare residenti, turisti italiani e stranieri, con le aziende locali di qualità del settore dell’enogastronomia, al fine di promuovere l’interesse crescente all’utilizzo e al consumo di prodotti made in Calabria. Un aspetto questo che assume una valenza oltremodo significativa in una regione altamente vocata alle produzioni agroalimentari tradizionali e di qualità nonchè al turismo internazionale attratto e molto attento alla filiera alimentare». (rvv)

 

Coldiretti Calabria: Dalla Regione servono interventi urgenti per l’agricoltura calabrese

Il presidente di Coldiretti CalabriaFranco Aceto, ha chiesto al presidente Roberto Occhiuto e all’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, «interventi urgenti in favore del comparto agricolo ed ortofrutticolo della Calabria che “vanta una radicata presenza sul territorio e nel tessuto sociale come risorsa economica insostituibile e nel quale sono impegnati tanti agricoltori e strutture associative».

«Le diverse difficoltà subite negli anni per una concorrenza estera sempre più organizzata, per le endemiche carenze infrastrutturali e per la cronica mancanza di manodopera – ha evidenziato il presidente della Coldiretti, Franco Aceto si sono aggiunti gli effetti devastanti della pandemia, che hanno causato un drastico calo del volume d’affari nel corso del 2020 e del primo semestre del 2021 in ragione delle restrizioni imposte alle attività Ho.Re.Ca. e per le ripercussioni che l’emergenza pandemica ha prodotto sulla mobilità degli operatori e dei braccianti impegnati nella raccolta dei prodotti».

«Peraltro – ha aggiunto – nonostante la decisa mitigazione delle restrizioni tutt’ora in essere ed una contestuale graduale ripresa dell’economia e dei consumi, per effetto della campagna di vaccinazioni in corso, ora più che mai – insiste Aceto -si rende necessario intervenire con robuste, immediate e concrete misure di sostegno al comparto per far fronte alle criticità più immediate e farsi trovare preparati in questa delicata fase di ripartenza del Paese, assumendo provvedimenti straordinari, soprattutto ed in primo luogo, per assicurare la presenza di manodopera nelle campagne nel periodo di raccolta delle olive e degli agrumi».

Pertanto, Coldiretti propone una concreta analisi finalizzata all’individuazione dei fattori su cui intervenire con tempestività.

«In prima istanza, per agevolare la mobilità dei lavoratori da e verso i campi quale concreta misura di contrasto al fenomeno del caporalato in agricoltura –ha aggiunto il direttore regionale della Coldiretti, Francesco Cosentini – chiediamo alla Regione Calabria la predisposizione di un piano straordinario del trasporto pubblico extraurbano a partire dal 2022, in modo da garantire gli standard minimi di sicurezza agli spostamenti di operai e braccianti agricoli che quotidianamente raggiungono le campagne».

«Inoltre, per incentivare l’occupazione in agricoltura degli immigrati extracomunitari e quale ulteriore misura concreta di contrasto al fenomeno del caporalato in agricoltura – ha proseguito Cosentini – chiediamo alla Regione di accelerare le iniziative ed i progetti strutturali in atto, finalizzati ad eliminare completamente il fenomeno degli insediamenti spontanei dei braccianti stranieri, privi delle minime condizioni di vivibilità e di sicurezza, sociale e sanitaria, superando la logica emergenziale, programmando sin da ora gli interventi strutturali previsti».

Alla Regione Calabria Coldiretti chiede infine di continuare a svolgere svolgere un fondamentale ruolo propositivo nell’ambito della Conferenza Stato – Regioni per introdurre misure straordinarie nel breve e medio periodo, affinché «per l’accesso ai luoghi di lavoro si possa estendere il riconoscimento del possesso del green pass anche ai braccianti agricoli extracomunitari che si siano vaccinati con vaccini diversi da quelli autorizzati in Italia e siano ripristinate le misure straordinarie già previste dalla legge concernente la “promozione del lavoro agricolo”, che autorizzava, in deroga alle norme vigenti, la stipula di contratti a termine tra datori di lavoro del settore agricolo e percettori del reddito di cittadinanza». (rcz)

Coldiretti ha donato 500 piante per ogni neonato in occasione della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Coldiretti Calabria, in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ha donato 500 piante, un albero per ogni neonato, alla Struttura Sacro Cuore di Cosenza.

L’iniziativa è patrocinata, inoltre dall’Associazione di volontariato MammecheMamme, dall’Unicef, dall’Ordine degli Agronomi, dall’Associazione culturale Sguardi Ecologici, dall’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Cosenza, dalla LIPU Onlus e dal gruppo IGreco e dall’Arcalabria di Rende.

Un tema quello dell’ambiente di grande attualità – conclude Coldiretti – che fa il paio con una giornata che serve a stimolare iniziative nei confronti dei bambini su cui non si è investito a sufficienza e che causa la pandemia hanno dovuto fare i conti con le disuguaglianze che hanno creato nuove povertà educative.

«È importante  la sfida già inserita nel Recovery di 50 milioni di piante nelle città metropolitane che – afferma Coldiretti – vanno estese anche alle aree interne. In questo modo potrebbero avere un impatto positivo anche in settori come la zootecnia dando importanti risposte ambientali e territoriali».

«È una grande sfida – precisa Coldiretti – per consegnare il territorio migliore alle nuove generazioni e avere l’ambizione e l’obiettivo che la Calabria diventi una “regione a misura di bambino».

 

Coldiretti Calabria: Pil cala in agricoltura per forti aumenti costi produzione, serve un “effetto filiera”

Il Pil cresce, ma a causa dei forti aumenti dei costi di produzione cala in agricoltura. Per questo, serve un “effetto filiera”, secondo Coldiretti Calabria, cioè «la responsabilità della intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare aziende agricole e stalle».

«Il balzo dei costi energetici oltre a spingere l’inflazione – ha sottolineato la Coldiretti – si trasferisce a valanga sui costi di produzione e sui bilanci delle imprese. Con l’avvio delle operazioni colturali gli agricoltori – spiega la Coldiretti – sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione».

«L’aumento dei costi energetici – è stato spiegato – riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto dei fertilizzanti, per l’essiccazione dei foraggi, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne».

«Il rincaro dell’energia – ha proseguito la Coldiretti – si abbatte poi sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi».

«Le imprese di allevamento da latte –ha denunciato Coldiretti – subiscono penalizzazioni con compensi da troppo tempo al di sotto dei costi di produzione che sono esplosi per effetto dei rincari nei mangimi». (rrm)

Coldiretti incontra i soci: Parte da Reggio la serie di incontri per il futuro delle imprese

Parte da Reggio Calabria il tour di tre tappe promosso da Coldiretti Calabria, dove incontrerà i soci per approfondire e illustrare le diverse opportunità per le imprese agricole.

Il primo incontro, è a Reggio, alle 16.30, nella sede Provinciale, per poi proseguire con Moltalto Uffugo il 15 novembre nella sede della Delegazione Comunale Taverna di Montalto e il 15 dicembre a Lamezia Terme, nella sede di Coldiretti.

In questi tre appuntamenti, dirigenti, tecnici e responsabili dei servizi saranno presenti per rispondere a domande e richieste degli associati. Come ogni anno, l’obiettivo è individuare le criticità emergenti e rendere gli imprenditori agricoli sempre più protagonisti e parte attiva nella costruzione di percorsi di valore e di crescita imprenditoriale.

Il programma è ricco e stimolante. Dal credito d’imposta ai finanziamenti, passando per la gestione del rischio e le assicurazioni, con un focus sul Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, si approfondiranno con i responsabili gli strumenti utili per una corretta conduzione dell’attività imprenditoriale.

I tecnici Coldiretti offriranno agli imprenditori strumenti formativi su tutti gli aspetti operativi e gestionali dell’impresa, con contenuti che spazieranno da quelli più tecnici, fino alle strategie gestionali e di redditività aziendale, con un approfondimento particolare dedicato ai piani e agli obiettivi futuri, affrontando insieme problematiche e possibili risoluzioni.

L’incontro sarà in presenza, ma è prevista anche la diretta streaming online, prenotandosi all’indirizzo: fiscale.calabria@coldiretti.it

Il Presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto, ha sottolineato così l’importanza degli appuntamenti: «questi sono momenti fondamentali di confronto con i soci, che siamo felici riscontrino un così ampio interesse e una forte collaborazione da parte degli associati; un interesse, conclude Aceto, frutto della fitta rete tessuta negli anni dalla nostra Organizzazione, con l’obiettivo di supportare le imprese e i soci con la massima professionalità, in ogni comparto produttivo della nostra economia agricola e agroalimentare». (rrm)

Coldiretti Calabria: Bene approvazione del Governo direttiva su pratiche sleali su prodotti agricoli

Coldiretti Calabria ha espresso soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, della direttiva sulle pratiche commerciali sleali su proposta del Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, mettendo lo “stop” a 16 pratiche sleali, ossia dal rispetto dei termini di pagamento al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti.

«Si realizza così – ha precisato la Coldiretti – un percorso virtuoso che evita distorsioni ed è finalizzato a garantire una equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera. Essenziale è l’informazione al consumatore finale. È importante che tutto ciò che riguarda la digitalizzazione dei dati con l’utilizzo della blockchain e QR-Code serva a far conoscere se si sta acquistando un prodotto italiano o qualcosa che non c’entra nulla».

«L’approvazione delle norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare – ha sottolineato la Coldiretti – rappresenta una svolta storica per garantire più qualità ai cittadini-consumatori e un giusto prezzo ad agricoltori ed allevatori in una situazione in cui per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo».

Un intervento normativo fortemente sollecitato da Coldiretti «per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera – viene spiegato – ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sulle imprese agricole che in controtendenza all’andamento generale, sono le uniche ad avere avuto un calo del valore aggiunto nel terzo trimestre del 2021 per effetto del boom dei costi di produzione». (rcz)

Coldiretti Calabria Bene bonus 80% in Pnrr per gli agriturismi

Coldiretti Calabria ha espresso soddisfazione per il nuovo decreto legge per l’attuazione del Pnrr, in cui è stato inserito un pacchetto di aiuti alle imprese del settore turistico, che comprende gli agriturismi «che, sempre di più dal Pollino allo Stretto, si affermano nella nostra regione e intercettano visitatori da tutto il mondo rafforzando il turismo enogastronomico ed ambientale».

«Di questa attenzione – afferma Coldiretti – va dato merito al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro del Turismo Massimo Garavaglia e a quello delle Politiche agricole Stefano Patuanelli per aver individuato gli strumenti più adatti da impiegare per il rilancio del settore».

«Quest’anno molti visitatori sono andati in vacanza nei nostri 321 piccoli borghi ma  sono mancati nelle campagne le presenze degli stranieri che in alcune aree rappresentavano la maggioranza degli ospiti negli agriturismi. A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto – rileva Coldiretti – una rete composta da oltre 300 strutture agrituristiche.

«Sicuramente nella nostra Regione – afferma Franco Aceto, Presidente di Coldiretti Calabria – l’ospitalità in campagna, la ristorazione di qualità e l’accoglienza giocano un ruolo strategico per l’incremento del turismo a livello regionale puntando su un turismo rurale innovativo che il sistema Coldiretti è impegnato sempre di più a consolidare».

«Nel decreto– spiega Coldiretti – è previsto il riconoscimento di un credito di imposta, a favore, degli agriturismi, delle imprese alberghiere, degli stabilimenti termali e balneari, dei porti turistici, dei parchi tematici, delle fiere e dei congressi».

«Il credito – evidenzia Coldiretti – sarà riconosciuto nella misura del 80% delle spese sostenute, in relazione a interventi conclusi entro il 31 dicembre 2024, per lavori finalizzati all’incremento dell’efficienza energetica delle strutture, alla riqualificazione antisismica e all’eliminazione delle barriere architettoniche. Sarà possibile utilizzare il credito d’imposta in compensazione nel Modello F24 per il pagamento di imposte e contributi».

«In alternativa, il contributo potrà essere ceduto a terzi – prosegue Coldiretti –. È inoltre previsto il riconoscimento di un contributo a fondo perduto dell’importo massimo di 40.000 euro, che potrà essere incrementato di ulteriori 30.000 euro qualora gli interventi per la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica delle strutture turistiche coprano almeno il 15% dell’investimento complessivo. L’incremento è invece fissato a 20.000 euro per l’imprenditoria femminile e giovanile (under 35) e a 10.000 euro per le imprese operanti nel Mezzogiorno».

«Il Ministero del Turismo ha previsto anche la creazione – evidenzia Coldiretti – di una sezione speciale del Fondo di garanzia PMI appositamente dedicata ad agriturismi e alle altre imprese del settore e di un fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti di sviluppo. Le risorse destinate alla sezione speciale del Fondo di garanzia PMI saranno riservate: per il 40% alle imprese del Sud; per il 30% alla creazione di nuove attività da donne e giovani under 35».

«Viene poi istituito anche un fondo di rotazione che – conclude la Coldiretti – garantirà il 35% delle spese e dei costi ammissibili nel limite di 40 milioni di euro per il 2022 e il 2023 e di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni successivi, con una riserva del 50% degli interventi a supporto degli investimenti di riqualificazione energetica e innovazione digitale». (rrm)

C’È RISCHIO CRESCITA PER 18MILA AZIENDE
PER AUMENTO COSTI DELLE MATERIE PRIME

dalla REDAZIONE ROMANA – Sono circa 18mila le piccole e medie imprese in Calabria che rischiano di avere serie ripercussioni per l’aumento delle materie prime e la contestuale riduzione di disponibilità delle stesse. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese Calabria, relativi allo studio sul caro-commodities no energy, che prevede costi aggiuntivi per 309 milioni di euro.

«Sulla base di un modello controfattuale – si legge – si stima che in Calabria 18 mila micro e piccole imprese della manifattura e delle costruzioni, che danno lavoro a 47 mila addetti, siano interessate da uno shock sui maggiori costi delle materie prime che su base annua, ceteris paribus, vale 309 milioni di euro, pari allo 0,9% del PIL, inferiore a quello nazionale (2,6%). Valore quest’ultimo che ne misura l’impatto e che posizione la nostra regione in ultima posizione nella classifica nazionale».

«A livello provinciale – si legge nel rapporto – i maggiori costi delle materie prime, su base annua, valgono 115 milioni di euro a Cosenza, interessando 7.017 MPI delle costruzioni e manifatturiere e i loro 17.435 addetti, 65 milioni di euro a Catanzaro, interessando 3.650 MPI e i loro 9.923 addetti, 73 milioni di euro a Reggio di Calabria, interessando 4.528 MPI e i loro 11.033 addetti, 27 milioni di euro a Crotone, interessando 1.600 MPI e i loro 4.178 addetti e 29 milioni di euro a Vibo Valentia, interessando 1.636 MPI e i loro 4.390 addetti».

L’Ente, poi, ha reso noto che in estate si sono registrati «i primi segnali di rallentamento dell’escalation dei prezzi che interessa 11 mila imprese artigiane».

Quello esposto da Confartigianato non è un problema solo calabrese, in quanto «l’Italia è particolarmente esposta all’aumento dei prezzi delle materie prime, essendo la seconda economia dell’UE per produzione manifatturiera, con una alta dipendenza dall’estero di commodities. Inoltre, ai segnali di prezzo si associano quelli di una rarefazione delle materie prime».

«Gli acquisti di materie prime delle micro e piccole imprese della manifattura e delle costruzioni nel 2020 – viene spiegato – sono calcolati pari a 156.096 milioni di euro, costituti per il 75% da acquisti delle MPI manifatturiere e per il rimanente 25% da input acquistati dalle MPI delle costruzioni. In questi due comparti l’incidenza sul fatturato degli acquisti di materie prime è del 42,5%, più elevato nella manifattura (46,6%) rispetto alle costruzioni (33,1%)».

«Il prezzo troppo elevato delle materie prime rappresenta un duro colpo ai bilanci delle aziende che paradossalmente in alcuni dovranno rinunciare a lavorare sia per il prezzo troppo elevato delle materie prime sia per la difficoltà a reperirle sul mercato» hanno dichiarato il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria, Roberto Matragrano e Silvano Barbalace.

«Le nostre aziende – hanno evidenziato – rischiano di rallentare la produzione a causa di materie prime sempre troppo care e introvabili: questa situazione paradossale rappresenta un freno per la produzione e quindi per la ripresa».

«Un aumento persistente del tasso di inflazione – hanno proseguito – potrebbe innescare un cambio di direzione della politica monetaria delle banche centrali, con rialzi dei tassi di interesse che rallenterebbero gli investimenti, ribaltandosi pericolosamente sulle imprese, ancora soggette a tensioni di liquidità, e sui bilanci dei paesi con elevato debito pubblico, come l’Italia, in cui un aumento della spesa pubblica per interessi verrebbe finanziato con incrementi di imposte, generando ulteriori effetti recessivi».

«In tale contesto – hanno concluso Matragrano e Barbalace – per allentare la pressione sui prezzi degli input produttivi, diventano prioritari gli interventi per ridurre il costo del lavoro delle micro e piccole imprese».

Ma non è solo il settore manifatturiero e artigianale ad essere in pericolo: anche Coldiretti Calabria ha lanciato l’allarme in merito, sottolineando come tale aumento dei costi delle materie prime rischia di essere un salasso per agricoltori e allevatori.

«L’emergenza covid ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle, dove e necessario adeguare i compensi riconosciuti agli allevatori per il latte e la carne» ha spiegato la Coldiretti, aggiungendo che «le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali, dal mais alla soia, sono schizzati su massimi che non si vedevano da anni con il rischio di perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici».

Ma non è solo il fronte alimentare a destare preoccupazione: «con l’avvio delle operazioni colturali autunnali gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – sono costretti ad affrontare rincari fino al 50% per il gasolio necessario per le operazioni colturali che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione».

«Il rincaro dei costi energetici – ribadisce la Coldiretti – riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto dei fertilizzanti, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne».

«Senza dimenticare gli imballaggi, dalla plastica all’acciaio, dal vetro fino al legno e alla carta con aumenti dei listini che – continua la Coldiretti – incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi fino ai vasetti per i fiori».

Ovviamente, anche i costi dei trasporti sono lievitati. Su questo scenario pesa sia la lontananza dai mercati che il deficit logistico per la carenza o l’assenza di infrastrutture per il trasporto merci che aumenta il gap che penalizza il sistema economico sia rispetto ad altre regioni che agli altri Paesi dell’Unione Europea

«In gioco c’è il futuro dell’agricoltura», ha spiegato il presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto, nel sottolineare che l’impennata dei costi si verifica «in una situazione in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione». (rrm)

Coldiretti Calabria: Con aumento costi materie prime rischio salasso per agricoltori e allevatori

L’aumento dei costi delle materie prime rischia di essere un salasso per agricoltori e allevatori. È l’allarme lanciato da Coldiretti Calabria, sottolineando come «l’emergenza covid ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle, dove e necessario adeguare i compensi riconosciuti agli allevatori per il latte e la carne».

«Infatti – spiega la Coldiretti – le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali, dal mais alla soia, sono schizzati su massimi che non si vedevano da anni con il rischio di perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici».

Ma non è solo il fronte alimentare a destare preoccupazione: «con l’avvio delle operazioni colturali autunnali gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – sono costretti ad affrontare rincari fino al 50% per il gasolio necessario per le operazioni colturali che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione».

«Il rincaro dei costi energetici – ribadisce la Coldiretti – riguarda anche il riscaldamento delle serre per fiori e ortaggi ma ad aumentare sono pure i costi per l’acquisto dei fertilizzanti, delle macchine agricole e dei pezzi di ricambio per i quali si stanno verificando addirittura preoccupanti ritardi nelle consegne».

«Senza dimenticare gli imballaggi, dalla plastica all’acciaio, dal vetro fino al legno e alla carta con aumenti dei listini che – continua la Coldiretti – incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi fino ai vasetti per i fiori».

Ovviamente, anche i costi dei trasporti sono lievitati. Su questo scenario pesa sia la lontananza dai mercati che il deficit logistico per la carenza o l’assenza di infrastrutture per il trasporto merci che aumenta il gap che penalizza il sistema economico sia rispetto ad altre regioni che agli altri Paesi dell’Unione Europea

«In gioco c’è il futuro dell’agricoltura», ha spiegato il presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto, nel sottolineare che l’impennata dei costi si verifica «in una situazione in cui con la pandemia da Covid si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione». (rcz)

 

Coldiretti Calabria: I consumi nella regione diminuiti di 3 miliardi di euro

In Calabria i consumi sono diminuiti di 3 miliardi di euro, segnando nel 2020 un crollo dell’11,7% rispetto all’anno precedente  e toccando il minimo dall’ultimo decennio per effetto delle restrizioni adottate per combattere la pandemia. È il quadro preoccupante emerso dall’analisi di Coldiretti su dati Istat, relativi ai consumi delle famiglie a valori concatenati.

«A far registrare il risultato più negativo – ha evidenziato la Coldiretti – sono stati gli alberghi ed i ristoranti con un calo del 40,6% seguiti dai trasporti che si riducono del 24,5% e dalle spese per ricreazione e cultura che scendono del 28,5%. In controtendenza, sono solo i consumi alimentari delle famiglie tra le mura domestiche, che fanno registrare un segno positivo e aumentano complessivamente del 1,9% che, tuttavia, non compensa il crollo della spesa fuori casa».

La chiusura di bar e ristoranti ha travolto, a valanga, interi comparti dell’agroalimentare Made in Calabria, con vino e cibi invenduti per un valore stimato dalla Coldiretti in oltre 400 milioni dopo un anno di aperture a singhiozzo che hanno messo in ginocchio l’intera filiera dei consumo fuori casa che vale quasi 1/3 della spesa alimentare.

«La drastica riduzione dell’attività – ha sostienuto la Coldiretti – ha pesato infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alle bevande, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura, agli ortaggi dai salumi ai formaggi che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco».

Sui settori maggiormente colpiti, hanno pesato le difficoltà del turismo soprattutto per l’assenza di ospiti stranieri per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir, secondo l’analisi della Coldiretti.

«Turismo e cibo – ha proseguito Coldiretti – rappresentano le principali leve per la ripartenza del Made in Italy sulle quali investire con il Recovery Plan».

Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva, sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per il Recovery Plan conclude la Coldiretti, nel sottolineare che «occorre ripartire investendo sui punti di forza del Paese». (rrm)