Piazza De Nava, il Comitato Civico presenta un ricorso civilistico

Il Comitato Civico per la tutela e il restauro conservativo di Piazza De Nava ha presentato un ricorso civilistico d’urgenza (ex art. 700) per lesione di diritti soggettivi della cittadinanza.

Di questo se ne parlerà giovedì 10 maggio, alle 10.30, al Piccolo Auditorium di Reggio Calabria.

«La battaglia etica ed estetica per salvare piazza De Nava dalla demolizione, progettata da una Soprintendenza che ha tradito il suo mandato di tutela e avallata dalla nostra classe politica prona ai suoi desiderata, nonostante tutto l’impegno profuso non è fin ora andata bene – si legge in una nota – anche per il disinteresse dei media nazionali e la decisione pilatesca del Ministero di non intervenire. Ciò detto, tralasciando di addentrarci in approfondimenti che ormai suonerebbero pleonastici, (ma un bel pamphlet appena conclusa questa vicenda lo si scriverà), doverosamente non trascurando le opportunità date dall’azione penale in corso (art. 518 duodecies), il Comitato Civico per la tutela e il restauro conservativo di Piazza De Nava, che raccoglie le sigle associative, tra cui manca l’associazione Amici del Museo che si è defilata quando la battaglia è sembrata persa».

«Sottoscritto anche da Legambiente, dall’Ordine dei Territorialisti e dalle Fondazioni Mediterranea, Lamberti e Tripodi – viene ricordato – oltre che da persone fisiche, tra cui Lida Liotta, Eduardo Lamberti, Pasquale Amato, Alberto Ziparo, Michelangelo Tripodi, Vincenzo Vitale, e in via indiretta anche dai partecipati a titolo personale al Comitato, il ricorso civilistico si basa sull’oggettiva e plateale violazione dei diritti soggettivi della cittadinanza, privata di un bene ambientale e culturale in pieno centro cittadino senza aver potuto esprimere la propria opinione in merito, subendo così un poderoso vulnus democratico, oltre che sul monstrum amministrativo configuratosi con la coincidenza delle figure di progettista, direttore dei lavori, decisore sui vincoli e controllore».

«Nel colpevole disinteresse nazionale e regionale e di buona parte della politica reggina – conclude la nota – ma confortato dall’appoggio delle persone per bene di Reggio, il Comitato Civico e le Fondazioni continuano la loro battaglia etica ed estetica di civiltà urbana contro i burocrati dalle “carte a posto” (espressione del Soprintendente Sudano che, da perfetto burocrate, appena insediato, ebbe a dire che la demolizione si sarebbe comunque realizzata perché “le carte erano a posto”)».

Il Comitato Civico: Durante scavi a Piazza De Nava riaffiorano resti, di chi sono?

Il Comitato Civico per la tutela e il restauro conservativo di Piazza De Nava di Reggio Calabria è intervenuto in merito ai resti riaffiorati durante gli scavi a Piazza De Nava, davanti al Museo Archeologico.

«Di cosa si tratta? – chiede il Comitato –. Vestigia di un qualcosa di antico e importante dal punto di vista archeologico o più banalmente qualche vecchia costruzione di nessuna importanza storica? Necessiterà obbligatoriamente effettuare le opportune analisi. Chi le dovrà fare? La Soprintendenza, naturalmente».

«Ma è la stessa Soprintendenza che, poco più di sette giorni fa – ha ricordato – così si è espressa: “Considerata la tipologia dei lavori e l’entità degli scavi e dei movimenti terra previsti, non risulta necessario procedere all’esecuzione di carotaggi, prospezioni geofisiche né saggi archeologici preventivi”. La stessa Soprintendenza che ha negato lo status di insieme a piazza De Nava valutando i suoi costituenti singolarmente e quindi negando loro la dignità di componenti di un disegno architettonico».

«La stessa Soprintendenza – continua il Comitato – che aveva affermato essere sufficiente usare la pietra dei pilastrini come pavimentazione della piazza per salvaguardare l’identità dei luoghi. La stessa Soprintendenza che, resasi conto dell’assurdità di questa impostazione, ha cambiato idea, assegnando ai pilastrini il rango di “paracarri” (testuale da progetto esecutivo) nelle strade limitrofe. La stessa Soprintendenza che nel suo progetto definitivo sulla piazza usa il termine “demolizione” in contrasto con la propria mission di tutela e restauro».

«È questa Soprintendenza – ha evidenziato il Comitato – che dovrebbe osservare e valutare i lavori, decidere se distruggere quanto affiorato perché di nessuna importanza o bloccare sine die i lavori per effettuare gli accertamenti che lei stessa ha deciso di non fare prima dell’apertura del cantiere. Possiamo noi reggini riporre la nostra fiducia in un’Istituzione che opera in maniera autoreferenziale e, come dimostrato fin ora (vedi Corso Garibaldi, Lido Comunale, Teatro Siracusa, ecc. ecc.), non certo immune da critiche? Cosa succederà ora? Cosa dirà o farà il sindaco f.f.? Quello stesso sindaco che ha tenuto un atteggiamento prono e succube a un’Istituzione che sembra aver tradito la sua mission e che, pur di difenderne l’operato, ha più volte dato false informazioni alla città peraltro non rispettando i deliberata del Consiglio Comunale del 31 gennaio del 2022?».

«Chi dovrà rispondere a queste legittime domande? – conclude la nota –. Come sanare il vulnus democratico rappresentato da un controllore destinato a controllare il suo stesso operato?». (rrc)

Fondazione Mediterranea: Solo due strutture associative cittadine favorevoli a demolizione di Piazza De Nava

Fondazione Mediterranea e il comitato Civico per la tutela e il restauro conservativo di Piazza De Nava, hanno evidenziato in una nota come «di tutte le strutture associative cittadine, piccole e grandi, solo due sono favorevoli alla distruzione della piazza».

Una nota resasi necessaria a seguito delle affermazioni, apparse sulla stampa, circa l’inconsistenza numerica del fronte che si oppone alla demolizione di piazza De Nava.

«Un primo dato, il più importante – si legge – relativo alla battaglia etica ed estetica contro la distruzione di una porzione dell’identità storico-urbanistica della città, attiene all’adesione alle idee del Comitato da parte delle associazioni. Queste le possiamo suddividere in due gruppi: il primo è costituito da organismi locali di strutture a base nazionale o internazionale oltre che da istituti scientifici professionali; il secondo dall’ampia coorte di associazioni locali».

«Tra le strutture del primo gruppo, solo una, il Tci – viene spiegato – si è espressa a favore della demolizione di piazza De Nava; tutte le altre (tra cui il Fai, Legambiente, Italia Nostra, istituti di Urbanistica e di Territorialisti, ecc. ecc.), con diverse sfumature hanno espresso la loro contrarietà al progetto della Soprintendenza. Un discorso a parte meritano i Club Service, la cui presidenza cambia ogni anno e che pertanto, per ovvi motivi, non possiamo annoverare tra i contrari al progetto né tra i favorevoli. Unica eccezione è rappresentata dall’Associazione di Club Service “Città Metropolitana” e dal Comitato Interdistrettuale per l’Area dello Stretto, la cui presidenza non è cambiata, e che pertanto possiamo citare tra le strutture contrarie alla demolizione della piazza».

«Venendo alle associazioni locali, alcune delle quali pur contrarie – hanno spiegato Fondazione Mediterranea e Comitato Civico – non si sono volute esprimere formalmente in osservanza a una politica di basso profilo a nostro avviso eticamente inaccettabile, solo una si è espressa a favore della demolizione, Reggio Bene Comune. Riassumendo, è una falsità affermare, come dichiarato anche dal Sindaco f.f., che il fronte contrario sia inconsistente sol perché non si è fatta una manifestazione di piazza: non è nello stile della Fondazione né in quello del Comitato fare piazzate; piuttosto, ritenendo di interloquire con persone oneste e razionali, si preferisce il ragionamento su dati e fatti certi alle manifestazioni appariscenti».

«Per quanto riguarda i social media, i dati in nostro possesso non sono aggiornati – viene spiegato ancora – ma risalgono allo scorso anno: oltre il 90 per cento dei pareri espressi sui social erano critici sul progetto della Soprintendenza, nonostante la creazione di falsi profili che inquinavano il dibattito (si è valutata la possibilità di porgere denuncia alla polizia postale ma poi abbiamo lasciato perdere essendo riusciti a bloccarli)».

«Un discorso a parte – prosegue la nota – merita la considerazione che delle 10 associazioni ammesse alla Conferenza dei servizi, solo 4 si siano dimostrate contrarie. Considerando che alcune strutture partecipanti sono state avvisate per tempo e che non vi è stata una doverosa evidenza pubblica (nel caso della Fondazione si è saputo solo casualmente della Conferenza di Servizi); e che alcune erano associazioni professionali, quindi in palese conflitto di interessi; e che, ancora, i Club Service non possono essere tenuti in considerazione per le motivazioni prima espresse; va da se che le uniche veramente rappresentative erano proprio le 4 che, casualmente venute a conoscenza della Conferenza dei Servizi, vi hanno partecipato e si sono opposte. Non è certamente così, cripticamente e a invito, che si applicano le norme di trasparenza pubblica del momento decisionale, specie se si tratta di stravolgere l’assetto urbanistico del centro della città».

«Dopo che la città non è stata coinvolta nelle decisioni – viene ricordato – ora si tenta di delegittimare il suo malcontento sol perché questo non si manifesta in maniera chiassosa ma solo in forma educata e rispettosa delle dinamiche democratiche. Questi signori, burocrati dalla “carte a posto” e politici interessati alla poltrona, dovrebbero forse essere presi a ceffoni per fargli capire che hanno offeso la città con il loro comportamento contrario all’estetica urbanistica e all’etica politica?».

«La gente per bene, quella che oggi si oppone alla demolizione della storia cittadina e della memoria collettiva e dell’identità dei luoghi – conclude la nota – non è solita prendere a ceffoni chi la pensa in modo diverso ma cerca di far sentire la propria voce con mezzi civili ed educati. Ma è proprio questo che i burocrati dalle “carte a posto” e i politici di basso conio non riescono o non vogliono capire». (rrc)

LETTERA APERTA/ Fondazione Mediterranea e Comitato Civico: Il sindaco Brunetti rispetti volontà popolare su Piazza De Nava

La Fondazione Mediterranea e il Movimento Civico Piazza De Nava hanno scritto una lettera aperta al sindaco f.f. del Comune di Reggio, Paolo Brunetti, chiedendo di rispettare la volontà popolare espressa dal Consiglio per Piazza De Nava.

«Leggiamo sulla stampa che la Soprintendenza – si legge – al cui interno è stata ideata la sostituzione della storica piazza De Nava con una nuova che con la precedente non ha alcuna somiglianza, in palese contrasto con la sua mission di tutela e restauro dei beni culturali, sta per chiedere al Comune l’autorizzazione per l’avvio dei lavori di demolizione».

«Posto che tutto l’iter progettuale non ha avuto la doverosa evidenza – viene evidenziato – e che non è stato sottoposto a un pubblico dibattito, come più volte richiesto; e che influenti pareri, tra cui quello del prof. Salvarore Settis, hanno affermato il principio della sostanziale illegittimità di uno stravolgimento urbanistico del centro storico che non passi attraverso l’assenso della maggioranza della cittadinanza; pur soprassedendo sull’oggettiva debolezza estetica progettuale, definita eufemisticamente “fragile” dal prof. Alessandro Bianchi e bocciata da associazioni professionali e istituti di urbanistica oltre che dalle maggiori associazioni ambientaliste nazionali (Fai, Legambiente, ecc); è di palmare evidenza che si è di fronte a un poderoso vulnus democratico».

«Questo vulnus democratico – continua la lettera – si è concretizzato non solo per l’opposizione al progetto della maggioranza della cittadinanza ma anche per il mancato rispetto da parte del Sindaco f.f. e della Giunta Comunale del vincolante mandato conferito dal Consiglio Comunale, che nella seduta del 31 gennaio 2022 così si è unanimamente espresso: “Si impregna il sindaco f.f. e la Giunta Comunale ad attivare tutte le iniziative utili e necessarie (…) al fine di promuovere un’interlocuzione tra le istituzioni e gli attori territoriali interessati onde tutelare l’identità storica e culturale di piazza De Nava. (…) Impegna il sindaco f.f. a riferire al Consiglio Comunale gli esiti delle iniziative assunte in esecuzione del presente o.d.g.”».

«Tutto questo non è stato fatto e, pertanto, si invita il sindaco f.f. dott. Paolo Brunetti a ottemperare ai suoi doveri di primo cittadino rendendo cogenti i citati deliberata, prima di far concedere dai dirigenti di settore qualsiasi autorizzazione ai lavori – si legge –. “Tutelare l’identità storica e culturale di piazza De Nava”, così recita l’unanime delibera del Consiglio Comunale: ed a questo che deve tendere l’azione del primo cittadino, che è stato “impegnato” su questa strada, in osservanza all’art. 10, comma 3, lett. d) del Codice dei Beni Culturali (decreto legislativo n. 42/2004)».

«Parlare di legalità e di democrazia è facile – conclude la lettera – metterle in atto con fatti concreti a volte è difficile: ma dev’essere fatto, non solo per motivi di etica ma anche di opportunità politica: la cittadinanza si aspetta dai suoi amministratori, tra le altre cose, che venga rispettato il ruolo pubblico che si ricopre. Il Sindaco f.f. deve ottemperare alla volontà popolare, espressa dal Consiglio nella sua interezza, con assoluta trasparenza e legalità, senza tentennamenti e senza cedere alle pressioni di lobby o conventicole». (rrc)