Il consigliere Neri: Concorsi a Comune di RC «un bluff per tanti giovani disoccupati”

Il consigliere regionale Giuseppe Neri, ha definito i concorsi al Comune di Reggio Calabria «un bluff per tanti giovani disoccupati», in quanto le procedure «non sono per nulla trasparenti».

Per Neri, infatti, ci sono alcune gravi lacune contenute nei 5 bandi per l’assunzione a tempo indeterminato di complessive 61 unità.

«La modalità digitale da remoto prescelta per l’effettuazione delle prove selettive – ha spiegato – non garantisce l’indispensabile trasparenza. È vero che tale modalità è tra quelle contenute in una direttiva dell’Anci, ma ciò è avvenuto ai tempi del Covid-19 e perciò, oggi mal si presta a fornire garanzie di limpidezza procedurale essendo evidente l’impossibilità di controllare il candidato durante l’esecuzione della prova. A nulla può valere la previsione dell’utilizzo obbligatorio di una videocamera, in quanto tale metodologia non può impedire che dietro il monitor non inquadrato dalla telecamera vi sia un soggetto “suggeritore”».

«Un altro importante aspetto, se vogliamo ancora più grave – ha proseguito – è la mancata indicazione del punteggio da attribuire alle risposte esatte, a quelle errate e a quelle non date. Nelle procedure concorsuali che utilizzano le domande con risposta multipla – come in questo caso – l’elemento caratterizzante per garantire una valutazione di merito è la definizione dei punteggi da attribuire in base alla risposta fornita dal candidato. Per questo motivo, non si comprende come sarà definita la graduatoria. Peraltro, la previsione secondo la quale, oltre le domande a risposta multipla, è consentita anche la risposta libera, determina un vulnus rispetto alla discrezionalità che così viene permessa alla Commissione d’esame».

«È evidente che anche in questo caso –ha aggiunto – la modalità remota non garantisce la trasparenza in quanto non sono possibili i controlli dovuti. Determina inoltre, molta perplessità, la circostanza che non vengano definiti a priori i criteri che saranno utilizzati per la nomina della Commissione esaminatrice. Nessun riferimento ad accordi con la Prefettura o con altri organi dello Stato lasciando così aperta ogni possibilità, anche eventuali altre modalità certamente non assimilabili a quelle che possono dare il massimo della garanzia».

«Per inciso, poiché i bandi comunali prevedono l’obbligatorietà di specifiche dotazioni tecnologiche – ha detto ancora – è evidente la discriminazione che si verrebbe a creare nei confronti di cittadini impossibilitati ad acquistare o avere la disponibilità di tali strumenti, dimostrando come anche in questo caso, sia leso un diritto costituzionale di garanzia di parità di trattamento e di non discriminazione».

«Alla luce di tutto ciò, è palese, al fine di evitare di mandare deluse le speranze di tantissimi giovani reggini e non solo – ha concluso – come sia necessario che l’Amministrazione comunale di Reggio Calabria proceda in autotutela alla sospensione dei bandi per apportare le modifiche indispensabili. Questo consentirebbe di poter avviare la stagione concorsuale garantendo meritocrazia e trasparenza ma soprattutto, evitare i prevedibili ricorsi che significherebbero il blocco delle procedure». (rrc)

 

Fondi Ue: Minenna, 85% di quanto speso viene messa a terra dalla Regione

L’assessore regionale all’Ambiente, alle Partecipate, alla Programmazione unitaria e ai Progetti strategici, Marcello Minenna, è intervenuto in Consiglio regionale per relazionare in merito allo stato di attuazione della programmazione europea 2014-2020.

«Il Piano di Attuazione dei fondi comunitari calabrese – ha spiegato – è un piano che prevede, dal punto di vista finanziario, tre pilastri fondamentali – l’Europa per il 78,93%, lo Stato centrale per il 13,18% e la Regione per il 7,89% – ed è rivolto agli enti pubblici, alle imprese e alla collettività».

«Ha una dotazione totale 2,2 miliardi di euro – ha detto ancora – di cui la quota comunitaria è di 1,8 miliardi rispetto al quale, per conseguire il target previsto al 31.12.23, dovrà essere sostenuta una ulteriore spesa per 538 milioni di euro che, in virtù degli attuali tassi di co-finanziamento, corrisponde ad una spesa totale di oltre 680 milioni di euro».

«Ma il tema rilevante – ha proseguito  – sono alcune variabili che indicano la capacità di accelerazione del programma. Tra queste, le cosiddette operazioni sponda, in cui andiamo a rendicontare spese fatte da soggetti terzi rispetto all’ente Regione. Parliamo di risorse che non rappresentano la messa terra diretta dell’ente».

«Bene, su questo punto – ha detto ancora – la Regione ha fatto un gran lavoro: quando abbiamo ereditato il programma la logica era 15% di spesa diretta e 85% progetti sponda. Oggi siamo in una situazione, grazie al grande lavoro degli uffici e dato dagli indirizzi della Giunta, in cui quella proporzione si è addirittura invertita: 85% di spesa che viene messa a terra dalla Regione e 15% di spesa sponda. Ciò significa una spesa migliore e una capacità di governo delle decisioni che hanno impatto sul territorio. E non c’è dubbio che c’è stata anche un’importante accelerazione nell’ultimo anno fiscale».

«Questa inversione di spesa, inoltre – ha concluso – ci consente di migliorare la nostra capacità nella prossima programmazione. Io non ravviso dunque criticità nella realizzazione degli obiettivi del programma». (rrc)

Bevacqua (PD): Siamo davanti al fallimento del Por

Il consigliere regionale e capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, ha evidenziato come «stiamo per dichiarare l’ennesimo fallimento della governance calabrese sull’utilizzo dei Por: cioè dello strumento che dovrebbe avvicinare la Calabria, in termini di crescita economica e sociale al resto del paese e dell’Europa».

«Avevamo già denunciato – ha aggiunto – la mancanza dell’efficacia attuativa del programma d’investimento. E oggi siamo qui a  dire la verità ai calabresi, soltanto perché è stata la minoranza a richiederlo. Siamo davanti a dei dati che non possiamo eludere. E non porta davvero da nessuna parte il tentativo dell’assessore Minenna di scaricare le responsabilità sul governo nazionale. Anche perché l’assessore da una parte accusa il Governo di essere responsabile del rallentamento della pubblicazione dei bandi; dall’altra parte, elogia il lavoro del ministro Fitto, quello stesso ministro che si rifiuta di andare in Conferenza delle Regioni e spiegare per filo e per segno come stanno le cose.  Non si fa un buon servizio alla Calabria vestendo sempre la casacca di partito».

Bevacqua ha poi evidenziato le tante criticità delle Programmazione: «rispetto alla programmazione europea 2014-2020 riferita ai fondi Fesr e Fse i dati dicono che al 31 dicembre 2022 la spesa certificata della Regione e rimborsata da Bruxelles era pari a circa a 1,3 miliardi di euro su 2,2. Si sono utilizzati quindi solo il 60% delle risorse e rischiamo di perdere circa 900 milioni di euro se non riusciremo a spenderli entro il prossimo 31 dicembre. Ci troviamo davanti ad una situazione al limite dell’emergenza, con una rimodulazione che tenterà solo di spendere senza incidere sui fondamentali delle sfide che dovrebbero interrogare la classe dirigente calabrese. Su 14 assi, 7 sono al di sotto della soglia del 50% nella certificazione della spesa».

«Sul piano dei trasporti, progetti qualificanti come la metro leggera o il collegamento intermodale aeroporto stazione Fs di Lamezia Terme-Germaneto- Cz lido, sono stati stralciati dal Por – ha proseguito –. La strategia delle aree interne è praticamente inesistente, mentre tutti noi sappiamo della loro importanza nella nostra regione. Senza parlare del mondo dell’energia e degli indicatori relativi all’inclusione sociale o alle infrastrutture per l’assistenza dell’infanzia, ben lontani dai valori iniziali fissati dal Por».

«Ma la cosa più grave – ha concluso Bevacqua – è la mancanza di visione strutturale che comprende anche il Pnrr che resta un grande buco nero, un grande mistero sul quale Roma non permette alcuna analisi. Anche in questo caso, le responsabilità verso la propria terra dovrebbero superare di slancio, caro Presidente Occhiuto, le direttive della propria appartenenza politica. Se a Roma stanno facendo un disastro, noi abbiamo diritto di capirne le ragioni». (rrc)

Sanità, il presidente Mancuso: Approvata mozione che rimuove vincolo che aggravava carenza di personale

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha reso noto che l’Assemblea ha approvato una mozione che rimuove un vincolo, di 14 anni fa, che aggravava la carenza di personale degli ospedali calabresi.

«La cronica carenza di personale nei reparti degli ospedali, aggravata dalla lunga stagione del blocco del turn over – ha piegato – è una delle cause delle inadeguate risposte alla domanda di assistenza dei cittadini. Per questo motivo, ho ritenuto doveroso che il Consiglio regionale approvasse una norma che supererà il vincolo secondo cui le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi possono avvalersi di personale a tempo determinato o con convenzioni, ovvero con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, nel limite del 50 per cento della spesa sostenuta per le stesse finalità nell’anno 2009».

«Si pone così – ha aggiunto – fine al limite, dettato da una logica di tagli e austerità, introdotto con una legge regionale del 2010. D’ora in avanti, gli enti del Servizio sanitario potranno sostituire dirigenti medici, infermieri, operatori socio sanitari e gli altri operatori in occasione di gravidanza o di malattia di lunga durata per grave patologie. Una misura anzitutto di buon senso, che consentirà di poter garantire con continuità i Livelli essenziali di cura, un diritto costituzionalmente garantito dall’articolo 32».

«Le misure di supporto al personale sanitario calabrese – ha concluso – sono un’ulteriore dimostrazione della grande attenzione che il centrodestra alla guida della Regione, grazie anche al dinamismo  con cui il  Presidente della Giunta esercita le funzioni nella sua qualità di  commissario per la sanità, sta riservando al settore, mettendo al centro dell’impegno il diritto alla salute dei cittadini». (rrc)

Consiglio regionale approva mozione di Giannetta per fermare la peste suina

Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la mozione del consigliere regionale, Domenico Giannetta, per contrastare la diffusione del virus della PSA (Peste Suina Africana).

Ad integrazione dell’ordinanza emanata nei giorni scorsi dal Presidente della Giunta regionale Occhiuto, che istituisce la “zona infetta” e regolamenta i comportamenti da adottare nei ventisei comuni rientranti nella stessa, il consigliere Giannetta impegna la Giunta ad accelerare il selecontrollo nei comuni limitrofi, per scongiurare il dilagare della peste suina e ad attivare un sistema organico, univoco, unitario per tutta la Calabria, per la disciplina – attraverso l’adozione di protocolli e procedure – del selecontrollo e di ogni altra azione utile a circoscrivere il propagarsi della peste suina e arginare ogni possibile conseguenza che da essa possa derivare, in particolare sugli allevamenti, sull’attività venatoria e su tutto l’indotto. (rrc)

Lunedì si riunisce il Consiglio regionale: All’odg stato di attuazione della programmazione europea

Lunedì 22 maggio si riunisce il Consiglio regionale della Calabria.

All’ordine del giorno, si discuterà dello stato di attuazione della programmazione europea 2020-2024, della proposta di legge Modifiche alla legge regionale 14/1984 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro) ” del consigliere Crinò e della proposta di legge di iniziativa dei Consiglieri G. Gallo, P. Molinaro, P. Caputo, M. Comito, G. Neri, recante: “Interventi normativi sulle leggi regionali n. 19/1986, n. 28/1986, n. 7/1996, n.19/2002, n. 15/2006, n. 22/2010, n. 45/2012, n. 2/2013, n. 24/2013, n. 30/2016, n. 9/2018, n. 5/2021, n. 8/2023, n. 9/2023 e disposizioni normative” . (rrc)

La consigliera Straface: Proposta istituzione dell’Osservatorio per Dipendenze psicologiche

La consigliera regionale Pasqualina Straface ha reso noto di aver proposto alla Giunta regionale di istituire l’Osservatorio per le Dipendenze Psicologiche.

«Nei mesi scorsi – ha spiegato Straface – il presidente Roberto Occhiuto ha voluto delegarmi a questo particolare settore e con grande impegno, anche grazie al lavoro di supporto del Dipartimento Tutela della salute, stiamo ricostruendo un servizio che sia utile al territorio».

«L’istituzione dell’Osservatorio – ha proseguito – ha come principali obiettivi la conoscenza del fenomeno delle dipendenze patologiche nel territorio regionale e della sua evoluzione, attraverso stime, ricerche, studi sociologici e statistici, basandosi su un sistema informativo molto articolato che preveda flussi di dati provenienti non solo dai Ser.D. ma anche da altri servizi pubblici e del privato sociale che operano nel settore delle dipendenze: come ad esempio i medici di medicina generale, equipe che operano nel carcere, il servizio di emergenza 118 (interventi per eccesso di sostanze stupefacenti), le comunità terapeutiche, gli  ospedali per i pazienti dimessi con diagnosi di tossicodipendenza e alcolismo o per  accessi ai reparti di pronto soccorso per uso di sostanze psicoattive, gli Enti Locali, le scuole, le forze dell’ordine, le associazioni di categoria, il terzo settore, le associazioni di volontariato».

«Inoltre – ha spiegato ancora Pasqualina Straface – l’Osservatorio promuove una strategia di programmazione regionale che, distinguendo tra uso, abuso e dipendenza, permetta una crescita culturale rispetto a questi fenomeni, introduca modelli di contrasto e di riduzione del danno, secondo alcuni presupposti fondamentali».

«L’amministrazione regionale e la struttura commissariale guidata dal governatore hanno inteso procedere nell’istituzione dell’osservatorio e di affidarmi la “ricostruzione” del settore dipendenze piscologiche – ha concluso – che oltre ad essere incluse nei Livelli essenziali di assistenza in termini di estensione delle prestazioni e servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire ai cittadini, rappresentano un fenomeno complesso e particolarmente diffuso tra i giovani e conseguentemente risulta necessario ed urgente anche per la Regione Calabria individuare alcune misure  di intervento per il miglioramento della politica di contrasto e di prevenzione delle dipendenze sia comportamentali che da sostanza, legale ed illegale». (rrc)

Endometriosi, sarà istituito il Registro regionale

Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato la proposta di legge di Michele Comito con cui «si riconosce la rilevanza sociale dell’endometriosi e si procede all’istituzione del registro regionale».

«L’endometriosi– ha spiegato Comito – è una patologia complessa della quale non si conoscono le cause, nonostante diverse teorie fisiopatologiche avanzate. Arrivare tardivamente alla diagnosi può essere causa di conseguenze organiche e cliniche devastanti, in particolare quando la malattia invade altri organi. Ecco perché è fondamentale una precisa conoscenza della malattia ed è necessaria una continua campagna divulgativa di sensibilizzazione».

Con la proposta di legge è stato inoltre meglio definito il registro regionale, con in previsione la creazione di un elenco di professionisti di più branche specialistiche che, a vario titolo, possano essere un riferimento volontario e gratuito per le pazienti: e quindi ginecologi, chirurghi, urologi, gastroenterologi, radiologi, terapisti del dolore, fisiatri, fisioterapisti, infermieri, psicologi, nutrizionisti.

Il consigliere Comito dà atto inoltre dell’impegno di diverse associazioni di volontariato che con la loro opera «hanno contribuito a diffondere la conoscenza della malattia, favorendo quindi una più rapida diagnosi”. Tra le iniziative menzionate, quella di “Endopank: sediamoci sul giallo», una panchina gialla installata in ogni città o paesino con indicazioni tramite Qrcode sulla natura della malattia.

Con l’iniziativa legislativa è stato inoltre suggerito di organizzare ambulatori dedicati presso le unità operative di Ginecologia negli ospedali Hub e Spoke, e Centri ancor più specifici e attrezzati distribuiti su tutto il territorio regionale. Infine, nel riconoscere la preziosa attività delle associazioni di volontariato, come quella del Telefono giallo gestito dal sodalizio La voce di una è la voce di tutte, si è stanziato un piccolo contributo economico, mentre altro contributo è stato stanziato per la realizzazione di manifestazioni e materiale divulgativo. Ma è in particolare alla dottoressa Carmen Amato, dell’Associazione “La voce di una è la voce di tutte”, che va il ringraziamento dell’on. Comito, per aver “contribuito in maniera sostanziale alla stesura della legge stessa, fornendo quel supporto di esperienza e competenze che ha impreziosito il nostro lavoro”.

«Ogni 28 marzo – ha concluso l’esponente di maggioranza – celebreremo la giornata regionale dell’endometriosi in concomitanza con la giornata mondiale. Un modo per tenere sempre accesa l’attenzione verso una malattia che può diventare invalidante e verso la quale, in questo caso, la politica ha fatto fronte comune superando ogni steccato, con l’obiettivo, per quanto di propria competenza, di fornire un supporto concreto alle iniziative di carattere prettamente scientifico». (rrc)

Fusione dei Comuni, Lo Schiavo e Tavernise presentano proposta di legge per modifica del referendum

I consiglieri regionali Antonio Lo SchiavoDavide Tavernise hanno presentato una proposta di legge che punta a «definire in modo più chiaro l’esito referendario e tutelare l’espressione democratica del voto popolare nei singoli comuni, relativamente alle consultazioni per la Fusione dei Comuni quando l’iniziativa sia intrapresa dal Consiglio regionale».

Secondo le modifiche proposte, l’esito referendario «si intende accolto solo qualora la maggioranza dei voti validamente espressi in ciascun comune interessato alla proposta referendaria sia favorevole alla stessa».

Come viene spiegato nella relazione illustrativa della proposta, l’attuale normativa regionale consente di concludere il procedimento legislativo di fusione anche con un esito referendario sfavorevole alla fusione in uno o più di essi. Con la normativa vigente, quindi, il risultato referendario è condizionato dal «bacino elettorale di tutti i comuni interessati i cui voti calcolati complessivamente determinano o meno l’approvazione della proposta referendaria. La norma in vigore dispone, di conseguenza, che l’esito referendario sia connesso alla maggioranza dei voti validamente espressi complessivamente nei comuni interessati, mentre con la presente proposta di legge si specifica che l’esito deve essere favorevole in ciascun comune della fusione».

L’altro elemento di novità della proposta di legge consiste nel rendere obbligatoria, in caso di proposta di fusione di iniziativa del Consiglio regionale, la «richiesta di parere sulla stessa agli organi comunali competenti, che la esprimono entro sessanta giorni dalla richiesta». La finalità della proposta di legge è anche quella di assicurare il riconoscimento normativo indicato all’articolo 3 del Tuel che vede il Comune come “ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo”, principio messo in discussione in occasione delle fusioni dei Comuni su iniziativa del Consiglio regionale.

«Non vi è dubbio che le fusioni – si legge ancora –, a fronte di alcuni vantaggi, contengono elementi di criticità che di fatto ne rendono difficoltosa l’attuazione. Tra i tanti quello principale è il timore, da parte dei cittadini, di perdere l’identità territoriale e le occasioni di partecipazione democratica che vengono sicuramente ridotte dalla natura intrinseca della fusione. Per queste ragioni la ratio della proposta di legge è anche quella di evitare che procedure di fusione si trasformino in annessione di comuni più piccoli demograficamente o deboli politicamente, in favore di comuni più grandi».

La Proposta di legge prevede infine che la commissione consiliare competente incarichi «gli uffici del Consiglio regionale della realizzazione di uno studio di fattibilità tecnico-economica” nonché l’acquisizione del “parere dei Consigli comunali interessati al fine di valutare in maniera compiuta l’esistenza dei requisiti formali, le ragioni civiche e/o di opportunità storica, culturale, sociale, di funzionalità istituzionale, nonché  di razionalizzazione dei servizi che sono a fondamento della fusione proposta». (rrc)

 

Il presidente Mancuso: Da Consiglio regionale straordinaria attenzione per valorizzare patrimonio naturalistico

Il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso, ha voluto segnalare «l’attenzione straordinaria che questo Consiglio regionale sta riservando al tema dell’ambiente, ampliando le Aree protette e dando ad esse una normativa organica per sostenerle efficacemente».

Nel corso del suo intervento sulla legge in materia di Aree protette e sistema regionale della biodiversità, Mancuso ha ricordato come «la Regione sta approvando leggi significative, in linea con le nuove sensibilità che si registrano in tutto l’Occidente e coerenti con l’obiettivo della transizione ecologica per la quale l’Europa mette a disposizione dell’Italia col Pnrr circa 70 miliardi di euro».

Il presidente Mancuso ha ricordato che «il Consiglio regionale, in ossequio agli articoli  9 e 32 della Costituzione e alla normativa dell’Unione europea con al centro lo strumento ‘Rete Natura 2000’, ha approvato la legge sui ‘Cammini’ naturalistici, storici e spirituali che la Regione, tra le poche in Italia, ancora non aveva; la legge che istituisce la Riserva Naturale del Mesima; la legge che istituisce la Riserva naturale del Vergari; la legge che ha istituito il Parco marino della ‘Secca di Amendolara’ e la legge sulle Piante officinali, che darà anche impulso alle tante iniziative imprenditoriali nel settore, tutelando la biodiversità».

Ha aggiunto: «L’importante e qualificata azione legislativa che in diciotto mesi di Legislatura abbiamo messo in campo su questo specifico settore, non è affatto esaurita, infatti le Commissioni sono chiamate a confrontarsi su altri progetti di legge in materia».

Circa la legge sulle “Aree protette e sul sistema della biodiversità”, il Presidente dell’Assemblea legislativa ha ringraziato «per l’impegno profuso  i consiglieri Caputo e Montuoro, il presidente della Commissione Ambiente  Raso e i suoi componenti e il competente Dipartimento della Regione».

«Si tratta di una legge – ha concluso – che riforma la normativa risalente a vent’anni addietro. Una legge innovativa che consta di oltre 80 articoli e che consentirà alla Calabria di agire con una visione di sistema e il cui obiettivo è la protezione dei beni ambientali di una regione che per patrimonio boschivo è la quarta d’Italia». (rrc)