Il consigliere Lo Schiavo: Terza Commissione ha approvato Legge sulle Cooperative di Comunità

La Terza commissione del Consiglio regionale della Calabria Sanità, attività sociali, culturali e formative, ha approvato nella seduta odierna la Proposta di legge per il Riconoscimento e la disciplina delle cooperative di comunità. È quanto ha reso noto il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, proponente della proposta di legge, spiegando come la Commissione ha recepito «il testo della mia precedente proposta, la 52/12^ dell’aprile 2022 sulla Disciplina delle cooperative di comunità (co-firmataria Pasqualina Straface), e quello della proposta di legge 275/12^ di iniziativa del gruppo consiliare della Lega del febbraio 2024. Il nuovo testo di legge abbinato risulta quindi presentato, oltre che dal sottoscritto proponente, anche dai consiglieri Molinaro, Gentile, Gelardi, Mancuso, Mattiani, Raso e Straface e approderà presto all’esame dell’assemblea plenaria di Palazzo Campanella».

«Si tratta – ha spiegato Lo Schiavo – di un risultato di estrema importanza, giunto al termine di un lungo lavoro sul profilo legislativo e politico che ha però, evidentemente, trovato consensi anche tra i banchi della maggioranza nonché in significative porzioni del mondo produttivo e associativo calabrese. Lo spirito della legge punta a stimolare, promuovere e regolamentare la cooperazione a carattere di mutualità e senza fini speculativi e allo scopo di far sì che i cittadini possano riappropriarsi di beni e servizi che sono patrimonio comune.

«Le Cooperative di comunità – ha aggiunto Lo Schiavo – possono rappresentare uno strumento fondamentale per realizzare investimenti e garantire servizi che lo Stato non riesce più ad assicurare. Il loro ambito d’azione può essere multisettoriale e prevede una pluralità di scambi mutualistici, ad esempio nei settori del turismo e della valorizzazione del patrimonio culturale e naturale; nella produzione di energia e nell’efficientamento energetico; nella tutela e manutenzione del paesaggio e nella valorizzazione delle produzioni locali, ecc. Mantenere viva, attiva, coesa e solidale la comunità locale e mettere a valore le energie che essa costantemente produce, rappresentano il fine ultimo di questa proposta di legge. Ma la nascita di una Cooperativa di comunità ha tra i suoi principali obiettivi anche quello di reagire al declino e allo spopolamento dei piccoli centri».

«In Calabria ci sono 327 comuni con meno di 5.000 abitanti (pari all’80,94 per cento del totale), nei quali vivono complessivamente oltre 615.569 persone (il 33,8 per cento della popolazione). Questa proposta di legge –  ha concluso Lo Schiavo – offre una cornice legislativa ad una nuova forma di impresa impegnata nello sviluppo dei territori e si propone di essere uno strumento utile a rigenerare i territori e a favorire la partecipazione delle persone nella costruzione del futuro della propria comunità». (rrc)

Il consigliere Lo Schiavo: Mia proposta di legge su Cooperative di Comunità ferma da 15 mesi

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo ha denunciato come la sua proposta di legge sulle Cooperative di Comunità è ferma da 15 mesi, oltre al fatto che «non è mai arrivata in Terza commissione».

«Ci sono esperienze virtuose – ha detto – che si vanno replicando senza soluzione di continuità in tutta Italia. Forme di imprenditorialità associata e dal basso che spesso sopperiscono alla carenza di servizi territoriali, specie in materia di trasporti, servizi sociali e di assistenza, energia pulita, gestione dei beni culturali, dell’impiantistica sportiva e quant’altro. Forme d’impresa a carattere mutualistico che hanno il grande pregio di contrastare, direttamente e indirettamente, l’impoverimento e lo spopolamento dei centri minori e di favorire il recupero delle aree più degradate dei centri urbani».

«Mi riferisco alle Cooperative di comunità – ha spiegato Lo Schiavo –, modelli di innovazione sociale in cui i cittadini si organizzano per essere produttori e fruitori di beni o servizi, favorendo sinergie, occasioni di crescita e coesione all’interno del loro contesto di vita. E mentre in tutta Italia prende sempre più forma questo tipo d’impresa, con le rispettive legislazioni locali che sono intervenute per renderle organiche al tessuto produttivo e sociale, la Regione Calabria ancora una volta resta colpevolmente a guardare e si dimostra incapace di determinarsi, lasciando quanti si approcciano a tali attività nell’indeterminatezza».

«Eppure, non posso non segnalare, dal 4 aprile del 2022 – quindi da ben 15 mesi – giace nella segreteria dell’Assemblea regionale la mia Proposta di legge n. 52 sulla “Disciplina delle Cooperative di comunità”. Proposta che, si stenterà a credere, in tutto questo tempo non solo non è approdata alla discussione in aula ma non è neppure passata dalla Commissione competente per l’esame preliminare. In particolare, dalla Terza commissione Sanità, attività sociali, culturali e formative, alla quale è stata assegnata – ha detto ancora –. Tale proposta, peraltro sostenuta e caldeggiata dalla principale confederazione del settore, ha trovato la positiva accoglienza delle organizzazioni di rappresentanza, di importanti istituzioni del mondo culturale, del mondo del terzo settore e finanche della Chiesa. Desta quindi stupore il fatto che, mentre le Commissioni e il Consiglio macinano proposte legislative a ciclo continuo, in larga parte provenienti dalla Giunta o dagli scranni della maggioranza, in ben 15 mesi non si sia trovato il tempo e il modo di calendarizzare la discussione su tale norma».

«Non posso quindi non segnalare – ha concluso – ai tanti che dal Terzo settore mi chiedono notizie sull’iter legislativo della Proposta di legge, tale incomprensibile atteggiamento di indifferenza. Mi auguro, allora, possa finalmente prevalere il buonsenso e che la proposta possa finalmente essere discussa. Se questo non dovesse avvenire non mi resterà che prendere atto di un ostruzionismo che non è a mio danno, ma dei tanti cittadini calabresi che credono nello strumento della cooperazione come arma per combattere lo spopolamento delle aree interne». (rrc)

A Caraffa di CZ Lo Schiavo presenta la proposta di legge sulle Cooperative di Comunità

A Caraffa di Catanzaro, il consigliere regionale di De Magistris PresidenteAntonio Lo Schiavo, ha presentato la sua proposta di legge sulle Cooperative di Comunità.

 L’evento, promosso su impulso del consigliere comunale Luigi Ciambrone alla presenza del sindaco Antonio Sciumbata, si è avvalso del contributo del già presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio regionale della Calabria, Arturo Bova, e del vicepresidente di Legacoop Calabria, con delega alle cooperative di comunità, Maurizio De Luca.

Ad illustrare l’iniziativa legislativa lo stesso Lo Schiavo. «La proposta di legge – ha detto – muove da un’esigenza ben precisa: lanciare un segnale di discontinuità rispetto ad un modo di fare politica, che per troppo tempo ha fatto ricorso a forme di assistenzialismo e clientelismo, e innalzare la qualità della proposta. La funzione di un consigliere regionale deve essere quella di progettare strumenti normativi e giuridici che consentano di dare delle risposte concrete alle sofferenze della nostra regione. La Calabria si spopola inesorabilmente. Perde ogni anno circa 20mila abitanti. C’è una deriva demografica evidente e il tasso di disoccupazione è tra i più alti in Europa».

«D’altro canto – ha aggiunto – nonostante le ingenti risorse del Por, la politica non è riuscita a migliorare le condizioni di vita dei calabresi né a fare in modo che l’enorme flusso di denaro dei fondi comunitari incidesse realmente sullo sviluppo della regione. Da qui l’esigenza di introdurre degli strumenti normativi che puntino sul nostro capitale umano, sulle nostre intelligenze (che altrove si affermano mentre qui trovano ostacoli di ogni sorta), sulla possibilità che i cittadini si mettano insieme per attuare azioni virtuose a beneficio delle loro comunità».

«In questo senso le Cooperative di comunità rappresentano uno strumento utilissimo che può mettere insieme le persone permettendo loro di raggiungere migliori condizioni lavorative e, al tempo stesso, di creare un benessere diffuso sul territorio. Le cooperative di comunità, quindi, possono essere lo strumento a cui i Comuni si rivolgono per l’erogazione di servizi che altrimenti non troverebbero attuazione ma anche per la gestione di beni comuni quali biblioteche, strutture sportive, musei. Permettendo a giovani e meno giovani di rendersi parte attiva della comunità, di assicurarsi un reddito e, al contempo, di svolgere un servizio utile alla comunità. In un tessuto sociale fortemente lacerato come quello dei nostri centri interni, esse – ha concluso Lo Schiavo – possono realmente rappresentare una nuova pagina di sviluppo per la nostra regione».

Per il vicepresidente di Legacoop Calabria, Maurizio De Luca, «L’iniziativa di stasera (ieri, ndr) aggiunge un altro elemento all’esperienza ormai avviata da qualche anno sul territorio calabrese che ci consente di sostenere un processo di ricucitura di tutte le lacerazioni, sia sociali che economiche, che si sono verificate nei nostri territori. Uno degli obiettivi della nostra organizzazione è proprio quello di dare risposte a tutte quelle comunità che continuano a vivere problemi di isolamento che determinano il successivo spopolamento e lo facciamo con uno dei nostri strumenti più innovativi come le “cooperative di comunità”».

«Esse nascono – ha proseguito – con lo scopo di valorizzare un bene comune che può essere un territorio, un paesaggio, una tradizione, un servizio utile alla comunità ed è uno strumento dentro il quale i cittadini sono allo stesso tempo fruitori e gestori di spazi e di servizi, consumatori, imprenditori e lavoratori. Pertanto, in occasione della presentazione della proposta di legge, promossa dall’onorevole Lo Schiavo la nostra presenza è d’obbligo, soprattutto per consolidare il rapporto di collaborazione in merito alla stesura del testo e mettere a disposizione la nostra esperienza per rendere il più efficace possibile il testo di legge affinché diventi, nel prossimo futuro, non solo uno strumento di regolamentazione del fenomeno ma soprattutto un dispositivo capace di intercettare le esigenze e le potenzialità delle “cooperative di comunità”».

«Il nostro messaggio è chiaro, la “Cooperativa di comunità” è uno strumento di innovazione territoriale capace di rilanciare l’economia attraverso la valorizzazione del capitale territoriale di una comunità, ma non va dimenticato – ha concluso De Luca – che rimane un processo di autoimprenditorialità che verrà consegnato nelle mani di tutti quei cittadini consapevoli che l’autodeterminazione sia l’unico strumento di rigenerazione dei nostri territori». (rcz)

ROSETO CAPO SPULICO (CS) – Il 23 febbraio si parla delle Cooperative di Comunità

Mercoledì 23 febbraio, a Roseto Capo Spulico, all’Antico Granaio, l’incontro pubblico sul tema Comunità Co-operative, il Lavoro possibile, un’occasione per conoscere e approfondire le opportunità legate a questa interessante forma di imprenditorialità intergenerazionale e confrontarsi con importanti realtà cooperative.

All’incontro, insieme a Rosanna Mazzia, sindaco e Presidente nazionale Borghi Autentici d’Italia, interverranno in presenza Maurizio De Luca, Legacoop Calabria; Rosetta Alberto, Responsabile Regionale SIBaTer; Roberta Caruso, Presidente Coop. di Comunità “I live in Vaccarizzo”; mentre saranno collegati da remoto Paolo Scaramuccia, Responsabile Coop. di Comunità Legacoop Nazionale; Gianfilippo Mignogna, sindaco di Biccari e Vicepresidente Naz. Borghi Autentici d’Italia e Angelo Moretti, presidente Rete di Economia Civile “Sale della Terra”. Gli importanti ospiti che interverranno al dibattito porteranno esperienze significative e concrete di nuovi lavori possibili.

La centralità del tema Borghi su tutti i tavoli nazionali non ha ragion d’essere senza politiche mirate a garantire livelli essenziali di cittadinanza a coloro i quali nei borghi vivono. Salute, lavoro, scuola, mobilità, sono pre-condizioni dalla quali non si può prescindere se si vuole arginare da una parte il fenomeno dello spopolamento e dall’altro la forte antropizzazione delle città e la cultura urbano-centrica che ha dimostrato tutti i suoi limiti proprio durante la pandemia. I Borghi sono luoghi dove è possibile sperimentare nuove sinergie, dove è possibile cogliere nuove sfide. Questi temi sono da sempre al centro dell’agenda amministrativa dell’esecutivo guidato dal sindaco Rosanna Mazzia, e l’esplorazione di nuove forme di lavoro in grado di captare le mutevoli esigenze del mercato e di coinvolgere nuovi soggetti sono la priorità per abbattere la disoccupazione, giovanile e non solo. Per questo, alla luce delle mutate e delle diverse esigenze del mondo del lavoro, delle novità introdotte dalla riforma del Terzo Settore e delle difficoltà economiche generate dalla crisi pandemica, è fondamentale mettere in campo nuove strategie in grado di far incontrare i bisogni del territorio trasformandole in occasioni di lavoro.

Da qui, l’Amministrazione Comunale di Roseto Capo Spulico vuole ripartire, riprendendo le fila di un percorso avviato già alcuni anni addietro e interrottosi, almeno in parte a causa della pandemia, rilanciando con rinnovata energia il tema delle  Cooperative di Comunità, un modello di innovazione sociale dove i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi. Un modello che crea sinergia e coesione in una comunità, mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni e istituzioni rispondendo così ad esigenze plurime di mutualità.

La Cooperativa di Comunità, per essere considerata tale, deve avere come esplicito obiettivo, quello di produrre vantaggi a favore di una Comunità alla quale i soci promotori appartengono o che eleggono come propria. Questo obiettivo deve essere perseguito attraverso la produzione di beni e servizi che incidano in modo stabile e duraturo sulla qualità della vita sociale ed economica della Comunità. Ogni Cooperativa è unica e inimitabile nel suo genere, per dimensioni, obiettivi e attività, perché diverse e uniche sono le peculiarità della comunità, diversi i bisogni e le modalità di risposta che affondano le proprie radici nella storia e nei modi di essere di quella specifica comunità. (rcs)