COVID-19 – “Chiusi” i comuni di Montebello Jonico (RC) e San Lucido (CS)

La presidente della Regione Calabria Jole Santelli ha disposto con un’ordinanza la “chiusura” dei comun di Montebello Jonico, in provincia di Reggio, e San Lucido, sul tirreno cosentino. Una misura resasi necessaria a seguito dell’elevato numero di positività al conornavirus registrati nei due centri calabresi. A Montebello Jonico, come si ricorderà, c’è stato il decesso di un geometra comunale, l aprima vittima calabrese, ed è risultato positivo il sindaco Ugo Suraci, attualmente ricoverato a Reggio.

L’ordinanza prevede il divieto di allontanamento dal territorio comunale da parte di tutti gli individui presenti, il divieto di accesso nel territorio comunale, la sospensione delle attività degli uffici pubblici. Viene comunque garantita l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità.

Potranno varcare i confini comunali gli operatori sanitari e socio-sanitari, il personale impegnato nelle attività collegate all’emergenza, gli esercenti che hanno attività consentite sul territorio e quelle strettamente strumentali ma tutti avranno l’obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione individuale.

L’ordinanza consente il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. (rrm)

COVID-19 / Contro la paura, dai balconi sognano e sperano tutti con Rino Gaetano…

Roma, quartiere Appio Latino, ore 18. Dai balconi si affacciano centinaia di persone, forse migliaia, decise a scacciare la paura e l’incubo dell’autoisolamento. E parte un canto. Prima una sola voce, poi due, poi tre, poi mille. Il testo non è facile, ma tutti sembrano conoscerlo a memoria. “Chi vive in Calabria, chi vive d’amore, chi ha fatto la guerra, chi prende sessanta, chi arriva agli ottanta, chi muore al lavoro…”

L’urlo liberatorio è da brividi: “Ma il cielo è sempre più blu”. I caseggiati diventano le quinte di un gigantesco anfiteatro, i balconi i palchetti con la gente che si scambia abbracci e baci virtuali, anche con il vicino con cui magari aveva litigato prima del coronavirus per un televisore acceso in piena notte. Un’emozione senza fine, una stretta al cuore per chi palpita per qualsiasi cosa che richiami l’amata Calabria.

L’Italia si ritrova unità e stretta grazie a questo strepitoso inno di un genio calabrese, Rino Gaetano, il più discusso, irriverente, stravagante ed originale cantautore degli anni Settanta, divenuto un mito – come accade ai Grandi – dopo la sua morte.

Nella hit parade ideale dei flash mob antivirus, la canzone di Rino viene collocata al terzo posto, dopo l’inno nazionale e “Azzurro”, il capolavoro di Paolo Conte portato al successo da Adriano Celentano. Ha superato anche “Volare” di Mimmo Modugno che resta comunque la canzone italiana più popolare nel mondo.

Ci si interrogherà molto sul perché l’Italia del coronavirus si è ritrovata nella filastrocca ironica e un po’ dolente del cantautore calabrese. Sì perché la canzone, uscita nel 1975 agli albori degli anni di piombo del terrorismo, in realtà fustigava le ingiustizie, le discriminazioni, le ipocrisie della società italiana. “Ma il cielo è sempre più blu” era una considerazione tutto sommato rassegnata e amara: tanto, si diceva Rino, tutto resta com’è.

Oggi la rilettura che ne stanno dando milioni di italiani affacciati ai balconi di Roma, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Catanzaro, Crotone, è ben diversa, è un inno alla speranza, la speranza che il cielo tornerà presto blu, anzi più blu. Rino ne sarebbe stato contento. (Sergio Dragone)

Con i treni del Nord è forte il rischio contagio
Chiuso lo Stretto, ma c’è ancora chi passeggia

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Sul treno Roma-Reggio, qualche giorno fa un operatore del 118, armato di termometro-scanner ha scoperto nove passeggeri con febbre oltre i 37,5 e tosse forte. Dai treni del Nord continua ad arrivare gente del Sud che, irresponsabilmente, porta con sé il virus. La situazione è gravemente seria, ma sono ancora troppi a non averlo capito. Tanti irresponsabili che si mettono ugualmente in viaggio per raggiungere (e probabilmente) infettare le famiglie rimaste al Sud, troppi incoscienti (ma forse soltanto stupidi) che non rinunciano alla “passeggiatina”. Non è uno scherzo, non è un gioco, qui si sta rischiando di prolungare all’infinito un’epidemia che invece va stoppata al più presto, limitando le possibilità di contagio e di alzare, in modo spropositato, il numero dei positivi. A molti dei quali servirà il ricovero in terapia intensiva, ma i posti sono limitati. Come #celafaremo se stuoli di cretini continuano a sottovalutare il rischio e non capiscono che questi sacrifici – la rinuncia della propria libertà di movimento – funzionano solo se siamo tutti a farli?

Grazie al cielo, il numero dei positivi nella regione è di gran lunga limitato rispetto alle cifre spaventose di intere aree della Lombardia, ma non c’è da stare allegri, le nostre strutture sanitarie non sono in grado di fronteggiare un’epidemia in larga scala, bisogna agire, responsabilmente, tutti, nel comune personale impegno di rispettare le disposizioni del Governo. Anche se non ci piacciono, anche se ci sembrano stupide o poco efficaci: le norme non si discutono, si osservano. «Sono ancora troppe le persone che continuano a spostarsi su tutto il territorio nazionale» – da detto la deputata Wanda Ferro presentando un’interrogazione parlamentare per conoscere l’entità dei flussi.

Da oggi pomeriggio sono interrotti i collegamenti nello Stretto, solo per le persone, non per le merci, i controlli alle stazioni, negli aeroporti, nelle autostazioni sono capillari, ma evidentemente non bastano. E allora si prenda esempio dal sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà che, a fronte di pochi irrequieti “riggitani” che non rinunciano alla passeggiata in via Marina o sul Corso, ha drasticamente chiuso le strade principali. Stop al passeggio irresponsabile, stop (forse) ad ulteriori contagi. Non appaia una misura che neanche in guerra, la verità è che siamo in guerra e il nemico, purtroppo, è invisibile e subdolo e ancora non è stato individuato prima che possa fare i danni che sta provocando. Basta un esempio: il sindaco di Montebello Jonico risulta positivo: è di Montebello la prima vittima calabrese, un geometra del Comune, ma il sindaco Ugo Suraci non ha avuto alcun contatto, eppure è rimasto contagiato. E nemmeno il dipendente comunale aveva avuto contatti con persone provenienti dal Nord. Allora – ha scritto il sindaco – vuol dire che c’è un focolaio locale, bisogna rimanere a casa.

Restare a casa è un imperativo categorico se si vuole aiutare a risolvere il problema. La presidente Jole Santelli, che si sta muovendo con polso in questa drammatica situazione, ha fatto sapere che sta lavorando in squadra, senza esautorare nessuno e ha annunciato per domani la fine dei lavori di adeguamento del secondo padiglione del Policlinico universitario di Germaneto. Non ha escluso di chiedere l’intervento dell’esercito, se necessario: l’obiettivo è riuscire a contenere il contagio. Il riferimento, quando parla di squadra, è in risposta al segretario generale della Cgil calabra Angelo Sposato e al capo dell’opposizione Pippo Callipo che chiedevano dove fosse finito il generale Cotticelli, attuale commissario straordinario della Sanità in Calabria. Per la verità, in molti si domandano perché non si faccia sentire, vista la responsabilità che ricade sulla sua persona.

Callipo, con un filo di ironia, si era permesso «sommessamente di far notare che il flusso degli arrivi dal Nord forse andava arginato prima e, adesso, quando già in migliaia sono rientrati in Calabria, evocare l’intervento dell’Esercito è inutile, anche perché i militari sono già impegnati sul territorio nell’operazione “Strade sicure”. Semmai, abbiamo bisogno di un esercito di medici, di infermieri e di operatori sanitari. E abbiamo bisogno che chi governa, piuttosto che mandare messaggi poco rassicuranti, dia delle risposte e metta chi lavora nella Sanità nelle condizioni di operare in sicurezza».

Angelo Sposato
Angelo Sposato, segretario regionale Cgil Calabria

«La stragrande maggioranza dei calabresi – ha detto il cav. Callipo – sta osservando con dedizione le norme disposte dal decreto “Io resto a casa”, dunque non serve militarizzare ulteriormente il territorio. Serve invece essere pronti a fronteggiare dal punto di vista sanitario un eventuale aumento dei contagi. Servono strutture, personale e strumenti. Servono le assunzioni e serve reperire subito i dispositivi di protezione per chi lavora negli ospedali con grande spirito di sacrificio. Serve – conclude Callipo – che il commissario alla Sanità, gen. Saverio Cotticelli, faccia sentire concretamente la sua presenza perché di lui al momento non abbiamo notizie. È ora di svegliarsi».

Angelo Sposato, invece, aveva messo in evidenza in un post su Facebook che la presidente Santelli «avoca a sé ogni decisione sull’emergenza COVID-19, di fatto, esautorando il Commissario ad acta Cotticelli, di cui non abbiamo traccia, ed i Commissari delle Asp, che in questi giorni si stanno prodigando per individuare soluzioni, medici, infermieri e posti letto. Un atto di grave responsabilità che pone il presidente Santelli come unico responsabile dell’emergenza, senza tentare di costituire una cabina di regia per il governo di questa fase delicatissima. Ci preoccupano le dichiarazioni del Presidente Santelli di questi giorni, nelle varie apparizioni televisive Nazionali, nel ribadire che la nostra regione non sia pronta ad affrontare l’emergenza COVID-19, né quanto potrebbe essere il contenimento del virus». E, ancora, Sposato aveva sottolineato che «in Calabria siamo senza una guida dell’emergenza, nonostante sia passato un mese, navighiamo a vista. Intervenga il Governo centrale per ripristinare un minimo di coordinamento che garantisca la Calabria».

Tra due giorni ci sarà la prima seduta del Consiglio regionale da cui deve uscire il nuovo presidente, i due vice (uno andrà all’opposizione) e due segretari-questori (anche qui uno va all’opposizione). E contestualmente la Santelli dovrebbe sciogliere il nodo Giunta. Di certo serve urgentemente l’assessore alla Sanità, dal cui profilo devono emergere competenze scientifiche e capacità manageriali. Tra gli attuali aspiranti alle cinque deleghe rimaste libere non appare nessuno con queste caratteristiche. Sarà un altro esterno (in tutti i sensi)? Lo scopriremo presto. (ams)

Il video del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà “Buongiorno reggini”

COVID-19 – La sperimentazione e la durata dell’epidemia, Nisticò invita a non cedere all’ansia

Giuseppe Nisticò
Il farmacologo Giuseppe Nisticò

L’epidemia da coronavirus sarà controllata nei prossimi mesi. Lo dice Giuseppe Nisticò, insigne e autorevole farmacologo calabrese, docente all’Università Tor Vergata di Roma, per 10 anni componente del comitato scientifico e del consiglio d’amministrazione dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, ex presidente della Regione Calabria, che lancia un appello alla calma.

Nei giorni scorsi, lo studioso aveva  evidenziato la necessità di procedere con la sperimentazione del farmaco Tocilizumab. «In questo momento di particolare tensione per l’avanzare progressivo dell’infezione da coronavirus, diventata ormai una pandemia,  l’appello  – dice – che intendo inviare ai calabresi, ma anche a tutti gli italiani, è quello di avere fiducia nelle regole restrittive dettate dal governo, restando in casa, ma anche mantenere uno stato di calma. Quindi un messaggio di speranza motivata. Non serve a nulla reagire con uno stato di ansia, talora attacchi di panico, o rimanere in uno stato di stress cronico. Queste reazioni emotive non controllate dalla ragione, come pure eventuali stati di depressione reattiva al coronavirus, vanno assolutamente tenute sotto controllo perché altrimenti possono peggiorare la situazione. Infatti, in tutte queste condizioni si verifica uno stato di depressione delle risposte immunitarie dell’organismo, per cui si riducono anche le nostre difese contro il coronavirus  che diventa più aggressivo e talora letale. Si tratta di un periodo di emergenza – spiega –  che nei prossimi mesi riusciremo certamente a controllare, grazie alla ricerca scientifica e all’elevata qualità del personale sanitario in tutto il Paese. È ovvio che in Calabria la Regione dovrà immediatamente organizzare i reparti di terapia intensiva necessari nelle 5 province, facendo affiancare il commissario nazionale, Domenico Arcuri, ottimo manager, con specialisti qualificati in anestesia e rianimazione, presenti all’Università di Catanzaro ma anche nei più importanti ospedali calabresi».

«Il mio intervento nei giorni scorsi – prosegue Nisticò – mirava a dare il via libera da parte del ministro della Salute e dell’Aifa all’uso “off label” del Tocilizumab, il farmaco antiartrite che si sta sperimentando sempre con maggiore successo presso l’ospedale Cotugno di Napoli. Ho apprezzato molto l’intervento della presidente Santelli la quale ha assicurato che la Roche, multinazionale di prestigio che produce il farmaco, lo metterà a disposizione per l’uso in tutte le strutture di riferimento della regione».  Ad avviso di Nisticò, «anche con i clinical trials di farmaci già esistenti come quelli contro l’Aids si riesce a salvare, come è successo per l’Ebola, la vita in una certa percentuale di pazienti gravi – ma anche quella di un solo paziente  è un obiettivo nobile –  e il loro uso va subito autorizzato».

Nisticò ringrazia «doverosamente il Prof. Giovambattista De Sarro, farmacologo e rettore dell’Università di Catanzaro e membro dell’Aifa, il prof. Bruno Sepodes, vicepresidente del comitato scientifico (Chmp), dell’agenzia europea del farmaco (Ema), e il professore John Borg, membro di Malta dello stesso comitato, per  la sensibilità con cui  – dice – hanno accolto la mia richiesta. Grazie a loro, sia Aifa che Ema, trattandosi di un problema non solo dell’Italia, ma di tutta l’Europa, hanno autorizzato l’immediata sperimentazione clinica e l’uso “off label” di tutti i farmaci che hanno dimostrato effetti promettenti anche se iniziali per il controllo delle gravi polmoniti da coronavirus».

Secondo Nisticò, «un’altra arma potente sarà la messa a disposizione, come stanno facendo i cinesi per il nostro Paese, di anticorpi contro il coronavirus ottenuti dal plasma  di pazienti che hanno superato la malattia. Pertanto,  in futuro la malattia sarà completamente debellata, sia grazie ai vaccini che saranno prodotti, che evocando una risposta anticorpale riusciranno a prevenire l’insorgenza dell’infezione da coronavirus, ma anche con la sieroterapia con la quale si  somministrano direttamente anticorpi  che sono  in grado di neutralizzare il coronavirus e curare la malattia in corso. In futuro, inoltre, sarà possibile produrre, con tecniche di ingegneria genetica, anticorpi monoclonali da  linfociti di pazienti guariti  anticorpi che – conclude – sconfiggeranno il coronavirus».

Da tenere, per questo, in grande conto – aggiunge il prof. Nisticò – che l’Università di Utrecht assieme all’Erasmus Mc di Rotterdam ha individuato il primo anticorpo monoclonale al mondo in grado di sconfiggere il Covid-19. L’anticorto 47D11 sarà sperimentabile già entro un mese sui pazienti positivi al coronavirus. Il prof. Frank Grosveld cui si deve il merito della scoperta ha dichiarato che «si tratta di un anticorpo che avevamo già isolato per l’attuale pandemia. L’anticorpo impedisce a SarsCov2 di infettare e può anche aiutare a rilevare il virus». (rrm)

 

Covid-19 – Callipo ai consiglieri regionali: ognuno doni 6000 euro. Molinaro dice sì

Il cav. Pippo Callipo, capo dell’opposizione in Consiglio regionale, ha lanciato un appello a tutti i nuovi consiglieri per devolvere parte dello stipendio di marzo all’emergenza coronavirus. Il primo ad accogliere la proposta è stato Pietro Santo Molinaro (Lega).

L’altro ieri, Callipo aveva fatto una proposta precisa: «In un momento difficile e straordinario come quello che l’Italia tutta sta vivendo è necessario dimostrare una concreta sensibilità istituzionale verso le esigenze pressanti che pervengono soprattutto dal mondo della Sanità. Ed è per questo che voglio lanciare una proposta che spero ardentemente sia accolta. In considerazione del fatto che dalla proclamazione fino ad oggi il Consiglio regionale non si è mai riunito, propongo che tutti i consiglieri regionali donino, alle strutture sanitarie pubbliche calabresi, la quota mensile relativa alle “spese di esercizio del mandato”, corrispondente a 6mila euro, senza intaccare l’indennità di carica. Ove questa proposta venisse accolta dai miei colleghi potrei occuparmi personalmente di coordinare la donazione alla Task force istituita dalla Regione per l’emergenza Covid-19, garantendo la massima trasparenza di ogni passaggio, con un conto corrente appositamente aperto e dedicato. È doveroso che la politica calabrese dia un pur minimo segnale di sacrificio e di sobrietà».

Come già detto, Molinaro della Lega ha accolto subito la proposta. E il cav. Callipo ha voluto mostrare il suo apprezzamento, rinnovando l’invito agli altri consiglieri regionali. «Ringrazio – ha scritto sul suo profilo  Facebook – il collega Pietro Molinaro per aver accolto la mia proposta. Donare una quota del nostro compenso mensile per sostenere chi fronteggia l’emergenza Coronavirus rappresenta un gesto concreto di sensibilità istituzionale. Mi auguro che gli altri consiglieri regionali non abbiano ancora risposto al mio appello solo perché distratti da altre notizie che riguardano l’emergenza e non perché non siano pronti a fare la loro parte. Forza, uniti ce la faremo». (rp)

COVID-19 – Va sulla fedina penale la violazione dei provvedimenti anti-contagio

Continua, purtroppo, l’irresponsabile esodo di calabresi che risiedono nelle zone rosse verso le proprie famiglie che vivono nella nostra regione. È opportuno mettere di nuovo in guardia che chiunque arriva dal Nord finisce immediatamente in quarantena, ma tutto ciò non limita e, soprattutto, non impedisce un eventuale contagio “inconsapevole”. Non è un invito quello di restare in casa: è un ordine tassativo del Governo, una legge che va rispettata da tutti, per la salvaguardia di tutti. Oltretutto, la violazione dei provvedimenti decisi dai vari decreti del Presidente del Consiglio dei ministri comporta una denuncia penale a norma dell’art. 650 del Codice penale (inosservanza di un provvedimento di un’autorità).

#iorestoacasa

A questo proposito una nota del Movimento Difesa del Cittadino, diffusa dal responsabile regionale della Calabria Giorgio Durante chiarisce i rischi che si corrono dal punjto di vista penale. «Il Decreto della Presidenza del Consiglio dell’8 marzo – osserva Durante – prevede pesanti multe e sanzioni per chi non si attiene alle regole e alle disposizioni in esso contenute. A tali disposizioni hanno fatto seguito le norme contenute nel Dcpm del 9 marzo con la finalità di estendere le misure previste per la zona rossa a tutto il territorio nazionale. Nel caso degli spostamenti non rientranti tra quelli autorizzati, articolo 650 c.p., ovvero “Inosservanza di un provvedimento di un’autorità”, chi viola le direttive emanate dalla Presidente del Consiglio, commette sostanzialmente un reato di tipo penale le cui conseguenze sono: una pena fino a 3 mesi di reclusione e l’ammenda da 206 euro per chi non rispetta gli obblighi imposti per far fronte all’emergenza da Coronavirus. L’aspetto principale che le persone dovrebbero conoscere, e che emerge fortemente come differenza tra multa e sanzione, richiamata nel Dpcm come disposizione contro chi trasgredisce a tale indicazione, è che l’eventuale violazione è considerata una sanzione penale, per cui va annotata nel casellario giudiziario personale e, quindi, può macchiare la fedina penale». Una sanzione – fa notare Durante – da non prendere sotto gamba, dato che si tratta di diritto penale e non di civile. (rrm)

COSENZA – Mancano dispositivi di protezione per gli infermieri negli ospedali

Il presidente dell’ordine professioni infermieristiche di Cosenza Fausto Sposato ha lanciato un allarme sulla grave difficoltà in cui si trovano gli infermieri in ospedale che stanno letteralmente «combattendo una guerra a mani  nude. Mancano i dispositivi di protezione individuale, ma soprattutto una organizzazione capace di dare direttive chiare ed appropriate. La confusione che si sta generando anche sulla questione della riapertura degli ospedali dismessi non aiuta il confronto e non contribuisce a trovare le soluzioni necessarie ad arginare il Covid-19».

«Gli infermieri – afferma Sposato – stanno mettendo in campo tutta la loro professionalità e competenza, stanno dimostrando che senza il loro supporto tutto sarebbe crollato. Non ci dispiace che si parli di altre professioni semmai ci dispiace sentire parlare degli infermieri come se fossero un elemento secondario nell’affrontare il problema. Ragioni per cui chiediamo a tutti gli organi istituzionali massimo rispetto nelle dichiarazioni. Vorremmo ricordare che gli infermieri sono professionisti autonomi nella gestione dell’assistenza diretta al paziente e ne sono responsabili. Da troppo tempo le istituzioni regionali hanno dimenticato, volutamente, di coinvolgere la professione infermieristica nelle scelte e nella gestione della sanità regionale considerando questi professionisti come un “accessorio” al sistema e questo non è più tollerabile. I processi assistenziali vanno governati da chi ha le competenze per farlo pertanto è bene che invece di assumere figure discutibili e poco utili a migliorare i Lea si assumano dirigenti delle professioni sanitarie che hanno le competenze e le capacità di gestire processi assistenziali meglio di altri».

«Oggi i Sitros (la struttura infermieristica) non ce la fanno a gestire l’emergenza da soli, hanno bisogno di più figure dirigenziali e vanno ringraziati per il contributo che stanno dando. Il fenomeno Covid-19  sta mostrando tutta la fragilità del SSR e l’incapacità di programmazione dei manager nominati fino ad oggi che hanno pensato solo a soddisfare le “richieste” dei politici di turno a loro volta responsabili di avere ridotto la sanità regionale ad essere la peggiore del paese. È da tempo che sosteniamo che ci vogliono più infermieri proprio perché le competenze fanno in modo di erogare prestazioni di qualità e danno risposte ai cittadini. L’improvvisazione non è più accettabile soprattutto in questo momento storico e critico. È non è una questione di commissariamento ( forse troppo assecondato e per troppo tempo immeritato) ma è una questione di mettere i professionisti giusti e competenti nei posti giusti. È questo che deve fare la politica e chi governa questa regione. La tutela degli operatori, la loro sicurezza devono essere una priorità per ogni azienda perché un azienda che non tutela i propri dipendenti è un azienda destinata a fallire. È la tutela dei dipendenti equivale alla sicurezza dei pazienti e dei cittadini. Abbiamo firmato un protocollo di intesa con i tribunali di Cosenza e di Paola per istituire l’albo dei club/ctp per cui i colleghi che hanno i requisiti previsti dalla convenzione possono iscriversi ed iniziare un nuovo percorso professionale. Il futuro va costruito nel modo migliore e con chi vive sulla propria pelle i bisogni dei pazienti e non è pensabile che a farlo siano altri professionisti che non siano infermieri».

«Noi – conclude il presidente Sposato – siamo disponibili ad un confronto sereno ed alla pari perché vogliamo dare il nostro contributo sperando che non ci si ricordi degli infermieri solo nelle emergenze e quando tutto è già definito, non lo tollereremo più. La politica faccia il suo ma lo faccia con serenità ed imparzialità pensando al bene collettivo e non alla spartizione di posti da assegnare. Non è questo il futuro che vogliamo. E non mi dispiacerebbe vedere a capo di una azienda o di un dipartimento un infermiere, sono convinto che saprebbe gestire meglio di altri suoi predecessori. È questa la sfida che lanciamo alla politica ed a chi gestisce la sanità. La professione è cambiata, i professionisti sono cambiati, gli infermieri sono cresciuti ed è tempo che qualcuno se ne accorga. Per quanto riguarda la formazione i nostri giovani ritengo meritino di più. Sono ragazzi che credono nella professione e voglio dare  il loro contributo ma, purtroppo, subiscono scelte discutibili sia sul piano formativo che gestionale. L’unica università che  è dotata di Med/45 continua nella politica, poco lungimirante, di accontentare i “fedelissimi” bandendo insegnamenti ad hoc  per i soliti “amici ed amiche” a discapito della meritocrazia e della qualità della formazione. Ma su questo ci ritorneremo quanto prima». Fausto Sposato ha voluto inoltre «ringraziare tutti i colleghi che in questi giorni non si stanno risparmiando affatto e con professionalità lavorano intensamente per tutti». (rcs)

COVID-19 – Soddisfazione del prof. Pino Nisticò per il via libero alla sperimentazione

L’ex presidente della Regione Calabria, l’insigne farmacologo Pino Nisticò, che sta seguendo con molta attenzione le scelte farmacologiche per l’emergenza da Covid-19, ha espresso soddisfazione per l’accoglimento da parte dell’Aifa (l’Agenzia Italiana del Farmaco) della richiesta di immediata sperimentazione clinica di tutti i nuovi antivirali o altri farmaci promettenti contro il coronavirus. Il via libero dell’Aifa viene di concerto con l’Agenzia europea del Farmaco (Ema).

Il prof. Nisticò, nei giorni scorsi, aveva coinvolto il prof. Giovanbattista De Sarro, rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e membro autorevole dell’Aifa, e il prof. Bruno Sepodes Vice Chairman del Comitato Scientifico dell’Ema.

C’è dunque molta Calabria nella sperimentazione dei farmaci. L’Agenzia giornalistica Adnkronos (guidata dal calabrese Pippo Marra) ha indicato i medicinali ammessi alla sperimentazione nel trattamento di pazienti positivi al Covid-19.

«Favilavir  – si legge in un dispaccio dell’Adnkronos – è stato il primo farmaco approvato dalla National Medical Products Administration of China ed è un antivirale che ha mostrato una buona efficacia con minimi effetti collaterali, in un trial clinico su 70 pazienti a Shenzhen. Un farmaco per Ebola sviluppato da Gilead Sciences, Remdesivir, sembra fra i candidati più promettenti contro il nuovo coronavirus, già usato per molti pazienti nel mondo, Italia inclusa: è ora in fase di sperimentazione ufficiale in due studi clinici randomizzati di fase III in due paesi asiatici e negli Usa e i risultati dovrebbero essere disponibili nelle prossime settimane.

«La Cina ha inoltre approvato – afferma l’Adnkronos – l’uso di Actemra (Tocilizumab) di Roche per il trattamento di gravi complicanze legate al coronavirus. Questo anti-artrite pare abbia la capacità di prevenire l’esplosione delle citochine come reazione del sistema immunitario, considerata una delle ragioni dell’insufficienza d’organo che porta alla morte alcuni pazienti con coronavirus. Il medicinale è anche in fase di valutazione in uno studio clinico in Cina, ed è stato adottato in Italia, a Napoli, dove è stato somministrato a due pazienti ricoverati all’ospedale Cotugno.

«Ci sono poi i farmaci contro l’Hiv, che si stanno rivelando parte integrante della cura di Covid-19, facendo parte dei ‘cocktail’ di prodotti somministrati anche ai pazienti italiani. La combinazione è stata inserita nella lista dei medicinali essenziali dell’Organizzazione mondiale della sanità: si tratta dell’inibitore della proteasi dell’Hiv lopinavir, impiegato insieme al simile ritonavir. Janssen, una consociata di Johnson & Johnson, ha donato il suo farmaco Darunavir per l’uso in attività di ricerca volte a trovare un trattamento per Covid-19: è un inibitore della proteasi di cui rapporti aneddotici suggeriscono una potenziale attività antivirale contro il nuovo coronavirus.

«Anche il farmaco antivirale Galidesivir (Bcx4430) di BioCryst Pharma ha mostrato un’attività ad ampio spettro contro una vasta gamma di agenti patogeni, incluso il coronavirus. E un inibitore nucleosidico dell’Rna polimerasi che interrompe il processo di replicazione virale. Ha già mostrato benefici in termini di sopravvivenza nei pazienti affetti da Ebola, Zika, Marburg e la febbre gialla. Galidesivir è attualmente in fase di sviluppo avanzato. Come ricorda anche la Covid-19

(Sic), è stata autorizzata anche la combinazione di ribavirina (che inibisce la sintesi di Rna) con gli inibitori della trascrittasi inversa emtricitabina e tenofovir alafenamide fumarato, che hanno un grande successo con il virus dell’Hiv.

«Ci sono però pareri contrastanti e ci sono scienziati per i quali sarebbe opportuno evitare farmaci che si sono dimostrati attivi su altri virus, ma il cui bersaglio ha una rilevanza bassa nel Covid-19, come ad esempio la trascrittasi inversa, evidenziando che il coronavirus non ha una particolare predisposizione a usare questi bersagli farmacologici per i suoi processi vitali. Nondimeno ci sono studi clinici con questi farmaci (Baloxavir Marboxil, Oseltamivir e Umifenovir) che presumibilmente daranno il loro responso per il mese di maggio.

«Un principio condiviso da alcuni scienziati è quello di usare farmaci che abbiano un ampio spettro di attività, dal momento che conosciamo ancora poco del Covid-19, e che abbiano pochi e lievi effetti collaterali. In questo modo abbiamo più possibilità di intercettare anche qualche componente importante del Covid-19. E così che sono stati testati anche farmaci quali il Favipiravir, normalmente usati per l’influenza di tipo A e B e, con anche altre motivazioni, farmaci molto vecchi quali l’antimalarico clorochina, o molto nuovi quali camostat mesilato, baricitinib e ruloxitinib, farmaci anti-Hiv e, ancora, gli antivirali saquinavir, indinavir, lopinavir e ritonavir, l’inibitore del proteasoma carfilzomib, farmaci per virus respiratori sinciziali, per la schizofrenia e anche immunosoppressivi.

«Allo studio, poi, almeno 30 vaccini nel mondo, fra cui un prodotto per uso intranasale sperimentato dall’americana Altimmune: l’azienda biofarmaceutica ha completato la progettazione e la sintesi del vaccino sulla falsariga di un suo prodotto già approvato per l’influenza stagionale e ora lo sta portando avanti verso la sperimentazione e il test sugli animali. Vipin K. Garg, presidente e amministratore delegato di Altimmune, ha sottolineato che “la nostra tecnologia di vaccino intranasale è particolarmente adatta per fornire protezione sistemica contro le infezioni respiratorie che colpiscono le vie aeree superiori e inferiori: dirige la risposta immunitaria dove è maggiormente necessaria a proteggere dalle infezioni respiratorie, puntando al probabile sito di attacco virale iniziale. I test clinici del vaccino potrebbero iniziare già nel mese di agosto”» (rrm)

Convocato per il 18-19 marzo il Consiglio regionale, intanto tutti dalla Santelli per il Covid-19

Il presidente uscente del Consiglio regionale Nicola Irto ha riconvocato la prima seduta del nuovo Consiglio per il 18-19 marzo. L’insediamento doveva avvenire lo scorso lunedì 9 marzo, ma era stato rinviato per l’emergenza coronavirus. E proprio per fare il punto sul Covid-19 la presidente Jole Santelli ha convocato oggi pomeriggio alla Cittadella regionale di Germaneto i rappresentanti di tutte le forze politiche regionali: Pippo Callipo (Io resto in Calabria), Nicola Irto (PD), Libero Notarangelo (PD), Walter Rauti (Lega), Francesco Talarico (Udc); e in collegamento telefonico Francesco Aiello (5Stelle), Wanda Ferro (FdI) e Carlo Tansi (Carlo Tansi Presidente). Una prova di grande responsabilità da parte di tutti e un segnale che, di fronte alle emergenze, occorre ritrovare un impegno condiviso e un comune senso di partecipazione.

«È stato – ha dichiarato la Santelli – un confronto serio e costruttivo per discutere l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e per condividere le misure da adottare. È emersa la necessità, attraverso una politica condivisa, di fare fronte comune all’emergenza per dare sicurezza ai calabresi. Successivamente a quanto verrà stabilito dal Governo, sarà necessario l’intervento regionale, attraverso una rimodulazione dei fondi PAC e POR. È già iniziata, infatti, l’interlocuzione con il Governo e la Commissione Europea, per una applicazione più flessibile degli aiuti di Stato». A questo proposito, il cav. Callipo ha chiesto di riservare particolare attenzione al settore produttivo e alle imprese della Regione.

La presidente ha voluto esternare la sua soddisfazione per l’incontro: «Ho apprezzato molto lo spirito costruttivo emerso dalla riunione che, d’altronde, ho constatato nell’interlocuzione costante che sto avendo con tutte le forze politiche e con tutti i consiglieri regionali. L’unità della politica, in un momento particolarmente serio della nostra regione e del nostro Paese, è un importante segnale di serietà. Ci sono momenti in cui è necessario essere tutti coesi e senza protagonismo, nell’interesse della Calabria e dei calabresi».

Il presidente uscente Nicola Irto ha voluto sottolineare l’importanza dell’incontro svoltosi a Germaneto, e ha ringraziato la Presidente per «la sensibilità istituzionale dimostrata in questa fase, rinnovandole la disponibilità ad affrontare insieme e con spirito di responsabilità questa situazione».
«Personalmente – ha scritto su Fb Irto – ho proposto quelle che a mio avviso sono assolute necessità e priorità del momento. Le ho chiesto di mettere in campo un’ampia rimodulazione del Por Calabria per riallocare le risorse europee, con una nuova prospettiva che deve tener conto delle mutate esigenze economico-sociali aggravate dalla crisi del coronavirus. Avremo davanti a noi diversi fronti assai problematici, e alla luce della strutturale ingessatura del bilancio della Regione (che va approvato necessariamente entro il 30 aprile) ho sottolineato che bisogna indirizzare le risorse della programmazione comunitaria sul fatto straordinario e nuovo che questa emergenza ci lascerà, con la speranza che ciò avvenga presto».
«Ho inoltre sollecitato – conclude Irto – l’entrata a pieno regime delle task force regionali, sanitaria ed economica. Oltre ovviamente di una giunta regionale nel pieno delle sue funzioni. La situazione in Calabria è difficile e potenzialmente più pericolosa che altrove, considerata soprattutto la drammatica condizione dei nostri ospedali.
Siamo stati informati dell’aumento dei posti in terapia intensiva (90) e subintensiva (310) su tutto il territorio regionale, uno sforzo molto apprezzabile ma che nessuno può prevedere fin d’ora se potrà essere sufficiente. Occorre perciò mantenere altissima l’attenzione su questi temi, oltre che sull’economia che deve fare i conti con la strutturale fragilità del sistema produttivo regionale. Sarebbe troppo facile, per me, mettermi a criticare dall’opposizione. Avremo tempo e modo di scontrarci nel merito delle questioni, ma è uno dei momenti più difficili della nostra storia e per questo dobbiamo lavorare insieme, ognuno con le proprie responsabilità e prerogative, per aiutare la Calabria a superarlo» (rcz)

COVID-19 – L’ex presidente Pino Nisticò: incoraggianti risultati da un farmaco

Viene dal’ex presidente della Regione Calabria, Pino Nisticò, insigne farmacologo e docente all’Università di Tor Vergata, un segnale di speranza sulla terapia antivirale che si sta sperimentando a Napoli con un farmaco per l’artrite reumatoide. «”I risultati incoraggianti ottenuti all’ospedale Cotugno di Napoli – ha dichiarato il prof. Nisticò – su due pazienti affetti da gravi polmoniti da coronavirus a seguito di trattamento sperimentale con il Tocilizumab, farmaco impiegato nel trattamento dell’artrite reumatoide, dovrebbero indurre il ministero della Salute e l’Aifa a concedere immediatamente l’autorizzazione per un “clinical trial” più allargato per valutare in tempi brevi la sua efficacia e tollerabilità».

Il prof. Nisticò suggerisce la sperimentazione immediata del Tocilizumab nei casi gravi di polmoniti da Covid-19. Secondo il farmacologo calabrese, per oltre 10 anni membro italiano del comitato scientifico e del consiglio d’amministrazione dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco «Ci sono basi razionali per tale autorizzazione. Infatti, il Tocilizumab è un anticorpo monoclonale, cioè una proteina che, con alcune sequenze di aminoacidi, si può ancorare alla proteina “Spike” del coronavirus. Con tale meccanismo il farmaco può bloccarne la replicazione o arrestare la sua virulenza. Era stato già documentato che il Tocilizumab è un farmaco capace di bloccare la liberazione massiva della citochina IL6, indotta dal coronavirus a livello cellulare e così prevenire i suoi effetti letali».

Secondo quanto riferisce l’Adnkronos, la Roche che produce il Tocilizumab, si è impegnata per la fornitura del farmaco off label gratuitamente agli ospedali italiani che ne faranno richiesta. L’impegno del colosso del farmaco è scritto nero su bianco in una missiva inviata dall’Ad Maurizio de Cicco al ministro della Salute, Roberto Speranza e ai governatori delle Regioni.

La richiesta del prof. Nisticò trova il sostegno del prof. Paolo Ascierto, presidente Fondazione Melanoma e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto tumori Pascale di Napoli, che con l’ospedale Cotugno, centro di riferimento regionale per l’emergenza coronavirus e specializzato in malattie infettive, ha curato il trattamento dei primi due pazienti in Italia con il farmaco off label, seguendo prassi già sperimentate in Cina.

«In 24 ore – ha dichiarato all’Agenzia Italia il prof. Ascierto – la terapia ha evidenziato ottimi risultati e stiamo valutando proprio oggi l’opportunità di estubare uno dei due malati, perché le sue condizioni sono migliorate”, annuncia Ascierto. Inoltre, oggi il Tocilizumab, che può essere impiegato nella polmonite da Covid-19 solo off label, cioè al di fuori delle indicazioni per cui è registrato, sarà somministrato ad altre due persone ricoverate a Napoli. Altri malati hanno già ricevuto la terapia anche nei centri di Bergamo, Fano e Milano».

Sempre l’Agenzia Italia riporta  le dichiarazioni di Gerardo Botti, direttore scientifico del Pascale: «Abbiamo stabilito un vero e proprio ponte della ricerca con i colleghi cinesi, che avevano già osservato un miglioramento nei malati trattati in questo modo. Solo la collaborazione internazionale consentirà di mettere a punto armi efficaci contro il Covid-19. I risultati positivi di Tocilizumab devono essere validati, per questo serve uno studio multicentrico a livello nazionale”.

“La nostra esperienza più che decennale nell’utilizzo dell’immunoterapia nei pazienti oncologici ci ha condotto allo scambio di informazioni con la Cina cinesi, in particolare con Wei Haiming Ming del First Affiliated Hospital of University of Science and Technology of China”, dice Ascierto. Dopo il confronto con i ricercatori cinesi, è stata costituita task force a Napoli guidata, oltre che da Ascierto, da Franco Buonaguro (direttore Biologia Molecolare e Oncogenesi virale del Pascale) e da Vincenzo Montesarchio (direttore Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli). (rrm)