Bevacqua (PD): Il debito della sanità calabrese deve essere quantificato e ripianato

Il consigliere regionale e capogruppo del Pd, Mimmo Bevacqua, ha ribadito la necessità di quantificare e ripianare il debito della sanità calabrese.

Questo perché «la ricognizione del debito sanitario della Calabria – ha denunciato Bevacqua – rischia di diventare l’ennesima attività incompiuta della nostra martoriata Regione. La riunione del Tavolo Adduce a Roma, oltre alla solita grave mole di rilievi critici, ha evidenziato la necessità di procedere all’approvazione dei bilanci di quelle Asp, che non approvano da anni i documenti contabili, rendendo ancora più complessa la quantificazione del debito del comparto».

«Nel mentre – ha proseguito – galoppano gli interessi di mora e, in alcuni casi, anche le spese di anticipazione di cassa attivate da alcune aziende, nessuna azione concreta è stata posta in essere per procedere ai pagamenti del dovuto. In queste condizioni  il debito  continua ad aumentare quotidianamente e la scadenza del 31 dicembre 2023 si avvicina. In questi mesi, grazie alla norma che blocca i pignoramenti sino a dicembre del corrente anno, le casse della sanità hanno sicuramente tratto una boccata di ossigeno – seppure effimera –  perché, comunque, la legge non blocca la corsa degli interessi e, per ogni anno, rischiano di accumularsi tra i 60  e gli 80 milioni di passività».

«Ma quella norma non è prorogabile, salvo non si voglia aggirare i principi dettati dalla Corte Costituzionale – ha detto ancora –. Quindi, è necessario sbloccare i procedimenti di pagamento e recuperare i ritardi per saldare i debiti certi entro l’anno, altrimenti ci sarà un’esplosione di azioni esecutive».

«I segnali che arrivano – ha detto ancora dem – non vanno nella direzione giusta. Non si capisce se le aziende siano pronte ad ottemperare ai pagamenti, né se questo dipenda da una incapacità manageriale dei vertici burocratici o da una responsabilità politica regionale e nazionale».

«Quello che è certo – ha concluso – che questa situazione di stallo deve essere eliminata se vogliamo vedere un po’ di luce e dare speranza e fiducia ai calabresi. Noi chiediamo chiarezza, non solleviamo polveroni. E, nella massima chiarezza, siamo disponibili responsabilmente a dare un contributo per la soluzione della questione». (rrc)

Il consigliere Comito: L’operazione su debito sanitario chiara

Il consigliere regionale di FIMichele Comito, ha replicato alle polemiche della consigliera Amalia Bruni, spiegando che l’operazione sul debito sanitario è chiara.

«Se la leader dell’opposizione avesse letto le numerose agenzie, i giornali online e cartacei e il documento reso pubblico dalla Regione dopo l’incontro con i giornalisti del 4 gennaio – ha spiegato – avrebbe le idee meno confuse e non si lascerebbe andare – lei, non certamente il presidente Occhiuto – a uscite populiste. Ma a inizio anno siamo tutti più buoni e quindi riproporremo lo schemino per la consigliera Bruni e per coloro che hanno qualche difficoltà di comprendonio. Per decenni si è fantasticato su un debito monstre, c’era chi ipotizzava 3 o 4 miliardi di euro».

«Per 12 anni – ha proseguito – il governo nazionale, che attraverso i commissari che via via ha nominato ha guidato la sanità in Calabria, non è stato in grado di stabilire a quanto ammontasse il totale di ammanco delle Aziende sanitarie e ospedaliere calabresi nei confronti di creditori. Adesso, a poco più di un anno dall’inizio della presidenza Occhiuto, la Regione ha terminato una prima operazione di circolarizzazione del debito sanitario della Calabria. È stato messo in piedi un portale, sono state inviate 14mila Pec, è stata pubblicizzata attraverso i canali tradizionali e attraverso i media locali e nazionali questa iniziativa, sono stati costituiti gruppi di lavoro presso le Asp e le Ao».

«È stata seguita la legge, in modo preciso e rigoroso – ha evidenziato –. In tantissimi hanno risposto, e coloro che non lo hanno fatto – legislazione alla mano – non potranno più pretendere alcunché dalla Regione. Questa prima fase di accertamento si è conclusa il 31 dicembre 2022. La legge imponeva di accertare il debito fino al 31 dicembre 2020, e sono state registrate un ammontare di richieste creditorie pari a poco più di 862 milioni di euro: da questi presunti crediti maturati emergerà il debito strutturale della Regione. Ma si è andati oltre, e sono stati analizzati anche gli anni 2021 e 2022: e qui sono stati registrati poco meno di 364 milioni di euro di richieste creditorie. Questa seconda cifra non può essere definita debito, ma circolante, perché tante Asp e Ao hanno in pancia i fondi per pagare le fatture e perché l’arco temporale breve al quale si riferisce rientra nelle normali operazioni di entrate e uscite delle Aziende con i propri fornitori».

«Numeri, i 364 milioni del 2021 e 2022 – ha continuato – che la Regione ha inserito nell’operazione allo scopo di poter disporre di un quadro della situazione patrimoniale del settore il più aggiornato possibile. La somma totale fa 1,226 miliardi di euro, che non rappresenta però il debito della sanità calabrese, lo ribadiamo, ma le richieste creditorie che sono arrivate: e in ogni caso il debito sanitario della Regione non potrà essere superiore a questa cifra. Partiranno adesso le operazioni – che verranno condotte nei prossimi quattro mesi anche grazie all’ausilio della Guardia di Finanza – dirette a verificare quante di queste pretese creditorie hanno i presupposti per trasformarsi in vero debito e quante di queste istanze, invece, sono frutto di duplicazioni e di errori contabili, ovvero prive di basi giuridiche in quanto non fondate su contratti validi».

«Ovviamente il dato della ricognizione effettuata in questo mesi comprende anche quello dei contenziosi – ha detto ancora – considerato che questi ultimi non possono che originare da debiti, o pretese di credito: nei casi in cui non fosse così sarà la Guardia di Finanza a verificare l’origine e la bontà del credito che si pretende dall’azienda sanitaria. Per evitare di ingenerare la caciara con la quale la Bruni, per comprensibile ignoranza della materia – essendo una neurogenetista di fama nazionale, e non un’esperta di finanza pubblica – affronta l’argomento, va precisato che i finanziamenti per le strutture ospedaliere e per il Piano nazionale di ripresa e resilienza non sono debiti della Regione Calabria, ma crediti di questa verso lo Stato».

1Crediti impegnati a coprire la realizzazione degli ospedali del Piano di investimenti straordinari – ha continuato – che sta procedendo con le varie fasi istruttorie sui diversi interventi, ospedale della Piana incluso. Sono sempre crediti quelli del Pnrr per le case di comunità e gli ospedali di comunità e le Cot i cui lavori di realizzazione stanno procedendo secondo la tempistica del Piano che, come la consigliera Bruni sa, è dettata dallo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza ai Comuni a tutte le Regioni».

«Sulla contabilità dei crediti vantati dalla popolazione calabrese – ha concluso – per la ‘mancata sanità’ degli ultimi 13 anni, la contabilità della consigliera Bruni difetta nella valutazione ed eccede per cinismo. Il valore della mancata risposta al bisogno sanitario dei calabresi è inestimabile ed è per questo che bisogna correre. Per evitare di continuare a disperderne il valore tra chiacchiere confuse e polemiche strumentali». (rrc)

Debito sanità, Baldino (M5S): Presidente Occhiuto, non c’è nulla da festeggiare

La deputata del M5SVittoria Baldino, è intervenuta in merito alla quantificazione del debito sanitario calabrese.

«Ho visto parlamentari calabresi di centrodestra – ha scritto su Facebook – esplodere di gioia e sperticarsi perché dopo 12 anni di commissariamento si è riusciti a quantificare il debito della sanità calabrese che ammonterebbe (il condizionale è d’obbligo) a circa 1 miliardo e 200 milioni di euro. Evviva! Hanno parlato di “fatto storico”, “senza precedenti”, “operazione storica”, “finalmente si riparte” Yeah! Ma la cosa più bella è stata “finalmente la Calabria dimostra all’Europa e all’Italia di essere una Regione normale” (sic!)».

«Ho visto il Presidente della Regione – ha spiegato – campeggiare su quotidiani e tv nazionali dolendosi della “situazione disastrosa che ho ereditato”. Non credevo alle mie orecchie, e ho pensato, ma dice davvero? Così, giusto per la cronaca e per avere qualche elemento in più, ripercorriamo gli avvicendamenti al governo regionale e nazionale negli anni determinanti per l’ingresso della sanità calabrese nel piano di rientro e poi nel commissariamento».

«La Calabria – ha ricordato – entra nel piano di rientro nel 2009 (Governo Berlusconi IV) e vista l’incapacità di rispettare il risanamento del debito previsto dal piano viene commissariata solo 8 mesi dopo (sempre Berlusconi IV). Il debito accumulato dalla sanità Regionale (e anche l’incapacità di rientrare nel piano) è opera delle giunte di centrodestra e centrosinistra avvicendatesi negli ultimi decenni».

«In particolare Forza Italia, il partito dell’attuale Presidente e commissario ad acta – ha proseguito – che avrebbe “ereditato una sanità in macerie” ha governato la Calabria proprio negli anni in cui quel massiccio debito si è accumulato, dal 1995 al 1999 e dal 2000 al 2005. Ma soprattutto, il primo commissario ad acta della sanità calabrese, nonché responsabile della chiusura di 18 ospedali e di tagli scellerati, fu proprio il Presidente della Regione, il forzista Scoppelliti dal 2010 al 2014».

«Quindi, in sintesi – ha detto ancora – i responsabili dello sfacelo della sanità calabrese esultano perché dopo 12 anni sono riusciti più o meno a capire a quanto ammonta il debito che loro stessi hanno accumulato, precisando tuttavia che il dato non è proprio esatto perché mancano le cospicue cifre tutt’ora in contenzioso e quelle accumulate dalle Asp. Ma intanto urrà, che bello!».

«Sempre in sintesi – ha spiegato ancora – hanno contribuito allo sfascio del sistema sanitario nazionale, privatizzando e monetizzando l’assistenza sanitaria e quindi estinguendo, di fatto, il diritto universale alla salute. Hanno soppresso ospedali, imposto tagli lineari, bloccato le assunzioni, aumentando le liste di attesa a dismisura e spingendo la massa verso le cliniche convenzionate, creando quindi una sorta di monopolio del privato in particolare (ma non solo) nella diagnostica».

«Estremizzando la sintesi – ha concluso – sono loro, sempre loro, che oggi confidando nella confusione e nella memoria corta di chi, stanco, arranca per sopravvivere in una terra falcidiata da disinteresse e abbandono, si propongono quali salvatori della patria e risolutori dei problemi. Di quei problemi che loro stessi hanno creato. Ed è davvero disarmante che non abbiano nemmeno un briciolo di onestà intellettuale nel ricordare a loro stessi e a tutti noi che i primi responsabili di tutto questo sono stati loro. No, Presidente Occhiuto, non c’è proprio niente da festeggiare!». (rp)

Debito sanità, Bevacqua (PD): Serve un cambio di passo e netto miglioramento dei Lea

Il capogruppo in Consiglio regionale del PD, Mimmo Bevacqua, è intervenuto in merito alle repliche e controreplice sui debiti della sanità calabrese, evidenziando come si «rischia di far perdere di vista il dato fondamentale: i Lea continuano tragicamente a peggiorare».

«E non sarà un’operazione di analisi finanziaria a farli migliorare; tantomeno una serie di mail inviate ai possibili creditori, alle quali sono pervenute risposte soltanto dalla metà dei destinatari» ha detto Bevacqua, aggiungendo che «nessuno mette in dubbio che la certificazione del debito sia una buona cosa, ma vorremo che fosse altrettanto chiaro che i crediti vantati erano già stati quantificati dal Tavolo Adduce e dalla Corte dei Conti».

«Ma non è ripetere le quantificazioni che cambierà la realtà – ha evidenziato –. Perché quel che più conta, è che i conteziosi sono tutti aperti; i bilanci Asp restano buchi neri; le ingiunzioni bloccate per un anno dal Decreto Calabria torneranno vive e vegete nel 2024, forse anche con gli interessi; c’è una montagna di risorse che nessuno spiega perché non siano state utilizzate e dove siano andate a finire; i calabresi non hanno servizi, non trovano ospedali attrezzati, non trovano personale, non trovano assistenza e permangono nella inaccettabile necessità della migrazione sanitaria».

«Lasciamo perdere – ha concluso Bevacqua – gli spot facili a autoassolutori e  anche questo tipo di contrapposizioni che non appassionano nessuno». (rrc)

Sanità, la soddisfazione di Forza Italia per operazione di Occhiuto su accertamento debito

Tutta Forza Italia calabrese è d’accordo su un punto: che quella fatta dal Roberto Occhiuto, presidente della Regione e commissario ad acta, sull’accertamento del debito sanitario, è un’operazione straordinaria.

«Un’operazione storica», come l’ha definita lo stesso Occhiuto ma che è solo l’inizio di un lungo percorso di ripartenza. «Abbiamo tantissimo da fare: sui pronto soccorso, sull’emergenza urgenza, sul reclutamento dei medici, su tutta la riorganizzazione del sistema sanitario», ha ribadito il Governatore in un video su Facebook.

Giuseppe Mangialavori, deputato e coordinatore regionale azzurro in Calabria, ha evidenziato come le importanti novità illustrate da Occhiuto «costituiscono un nuovo inizio e la premessa fondamentale per voltare finalmente pagina nel delicato e complesso campo dei servizi sanitari in Calabria».

«Il presidente Occhiuto – insieme all’intera struttura commissariale e al Dipartimento regionale – è riuscito a mettere in campo un’operazione verità che nessuno, in oltre dieci anni di commissariamento del settore – ha concluso – era riuscito a realizzare. Si tratta per la Calabria di un altro obiettivo centrato, e la dimostrazione che alla guida della Regione vi sia un amministratore che pone i diritti fondamentali – quale è quello alla salute – al centro della propria agenda di governo».

La sottosegretaria agli Esteri e dirigente di FI, Maria Tripodi, ha definito l’azione del commissario ad acta «un primo fondamentale passo verso l’accertamento del debito sanitario della nostra Regione».

«Da decenni – ha ricordato – si fantasticava su un debito miliardario della sanità calabrese: c’era addirittura chi ipotizzava cifre superiori a 3 o 4 miliardi di euro. Oggi il governo regionale – dopo che per 12 anni i commissari non erano riusciti in questa impresa – in pochi mesi ha ricostruito la storia contabile delle Aziende sanitarie e ospedaliere».

«Le richieste di presunti crediti maturati al 31 dicembre 2020 – ha continuato – sono di poco superiori a 862 milioni di euro, quelle riferite agli anni 2021 e 2022 quasi 364 milioni di euro».

«Cosa vuol dire? Che queste sono le cifre massime – ha detto ancora –, quanto chiedono i creditori, ma il debito reale – al termine delle operazioni di verifica condotte anche con l’ausilio della Guardia di Finanza – sarà molto probabilmente inferiore del 20/25%. In linea, dunque, con tante altre Regioni. Altro che debito monstre. Da qui potrà ripartire la sanità, da qui si potrà ricominciare a investire per i servizi e per la cura. Il presidente Occhiuto sta ancora una volta dimostrando che la Calabria può essere governata, governata bene e con piglio».

Giovanni Arruzzolo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, l’ha definita «un’ottima notizia per la Calabria».

«Per anni, con pregiudizio – ha spiegato –, si è lucrato su un’immagine della sanità calabrese irrecuperabile. Il commissariamento dei governi nazionali non solo non ha quantificato il debito sanitario, ma ha limitato all’osso i livelli di assistenza e alimentato a dismisura l’emigrazione sanitaria».

«Il presidente Occhiuto, in soli pochi mesi – ha ricordato – ha lavorato con determinazione e soprattutto ha realizzato un sistema di organizzazione senza precedenti per certificare finalmente il debito sanitario calabrese. Ora, per la nostra Regione si apre davvero una nuova era in questo settore, in cui si potranno finalmente restituire ai cittadini quelle condizioni di civiltà che per anni sono state negate».

Il capogruppo dell’UDC in Consiglio regionale, Giuseppe Graziano, ha evidenziato come «Occhiuto ha dimostrato che la sanità in Calabria può essere governata e anche bene».

«Con la ricognizione aritmetica, dettagliata e precisa del debito della sanità la Calabria dimostra al Paese e all’Europa di essere una Regione normale, meritevole di ancora più fiducia e considerazione», ha detto Graziano, aggiungendo che «non occorreva molto, solo capacità e la consapevolezza di assolvere ad un ruolo – quello del governo – con coraggio e determinazione».

«È quanto ha dimostrato il governatore Roberto Occhiuto – ha detto ancora Graziano – restituendo alla nostra terra, in poco più di un anno, l’orgoglio di poter essere amministrata da una classe dirigente che finalmente si assume la responsabilità delle proprie azioni. Più che per la ricognizione del debito che oggi ci fornisce un quadro chiaro su come tracciare la rotta e uscire finalmente da quasi tre lustri di incertezze e decisioni abominevoli, ora siamo felici per aver ricollocato la Calabria nell’alveo della normalità che significa nuova programmazione e, per i calabresi, speranza in un futuro migliore. E tutto questo grazie a Roberto Occhiuto».

Francesco Cannizzaro, deputato di FI, ha dichiarato: «finalmente trasparenza e chiarezza segnano il governo della sanità in Calabria».

«Per la prima volta, nella storia recente della Regione – ha aggiunto – dopo oltre dieci anni di commissariamento, e grazie alla spinta del presidente Occhiuto, i cittadini calabresi hanno un quadro su bilanci, conti, debiti e crediti di un mondo che fino a poco tempo fa appariva agli occhi dei più come una grande e inavvicinabile nebulosa».

«Il debito sarà molto inferiore al miliardo di euro – ha continuato – Le cifre catastrofiche che hanno raccontato per anni non esistono e non esistevano. Semplicemente, in tanti in passato non sono stati in grado di fare bene il proprio mestiere. Ha vinto la determinazione del governo Occhiuto, ha vinto la buona amministrazione che consentirà ora alla Calabria di intraprendere un nuovo cammino nella tutela del diritto alla salute». (rcz)

Occhiuto: Debito sanitario ammonta a più di 800 mln, ma dopo accertamenti sarà inferiore

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha reso noto che il debito sanitario calabrese ammonta a più di 800 milioni di euro. La cifra riguarda però, presunti crediti maturati prima del 31 dicembre 2020, data presa a riferimento dal decreto legge che ha dato vita all’operazione di verifica condotta in questi mesi.

Lo scorso 31 dicembre, infatti, si è conclusa la prima fase di accertamento del debito. E, per l’occasione, il presidente e commissario ad acta, Occhiuto, ha convocato una conferenza stampa per illustrare i dati emersi.

Agli 862.709,609 milioni di euro, vanno aggiunti più di 350 milioni di euro (per la precisione 363.834, 468 euro) di richieste di presunti crediti riferiti agli anni 2021 e 2022.

«Le due cifre – è stato spiegato – non rappresentano il debito complessivo della sanità calabrese, ma quello massimo deducibile dalle richieste creditorie che ci sono arrivare. Prevediamo che, all’esito delle verifiche che si svolgeranno i gruppi di lavoro presso le Aziende  Sanitarie e Ospedaliere, con l’ausilio della Guardia di Finanza, il debito reale sarà molto più basso».

«Partiranno adesso – ha spiegato – le operazioni – che condurremo anche grazie all’ausilio della Guardia di Finanza, dirette a verificare quante di queste pretese creditorie hanno i presupposti per trasformarsi in vero debito e quante di queste istanze, invece, sono frutto di duplicazioni e di errori contabili, ovvero prive di basi giuridiche in quanto non fondate su contratti validi». (rcz)

 

Occhiuto: Entro dicembre la ricognizione del debito

Entro dicembre la ricognizione del debito». È quanto ha annunciato il commissario ad acta Roberto Occhiuto, a margine di un’iniziativa al Teatro Politeama di Catanzaro.

Occhiuto, infatti, ha sottolineato che «stiamo lavorando alacremente nell’attività di ricognizione del debito. Finalmente la guardia di Finanza ci ha restituito la bozza di convenzione che avevamo preparato, perché abbiamo costituito dei gruppi di lavoro, uno all’interno del Dipartimento e uno per azienda».

«Questi gruppi di lavoro– ha spiegato –  saranno coadiuvati da personale della guardia di finanza, entro fine anno accerteremo l’entità del debito sanitario, una cosa che i commissari in passato non sono mai riusciti a fare. Questo è un obiettivo strutturale che stiamo cercando o di conseguire nei tempi più brevi possibili».

«E, poi – ha proseguito – stiamo facendo questo pacchetto di reclutamento anche con percorsi e strumenti innovativi, lo presenteremo nei prossimi giorni ai sindacati, agli Ordini dei medici- stiamo intervenendo anche nella costruzione dei nuovi ospedali:  quello della Sibaritide sta andando molto velocemente, l’ospedale di  Vibo che si era arenato perché non erano cominciato nemmeno i lavori si farà, perché i lavori cominceranno non più a gennaio come avevamo previsto ma il 24 novembre». 

«Stiamo lavorando sul Pnrr per gli ospedali di comunità e le case di comunità. Il tema è che in questi ospedali e case di comunità ci vuole personale sanitario – ha spiegato ancora – quindi il problema vero è quello del reclutamento e su questo stiamo rivolgendo la maggior parte degli sforzi». 

«Entro  dicembre – ha concluso – avremo la ricognizione debito e sono convinto che alla fine di questa attività si vedrà che questo debito monstre in Calabria nemmeno c’è perché quando riconcilieremo i conti del tesoriere, della banca, con i pagamenti effettivamente realizzati alle cliniche private e agli operatori che dicono di avere crediti si verificherà che in molti casi i crediti sono stati pagati non una volta ma due o tre volte e quindi invece di avere creditori scopriremo di avere dei debitori». (rcz)

CRISI SANITÀ, QUALCHE IDEA PER USCIRNE
TORNARE ALLA MEDICINA DEL TERRITORIO

di ORLANDINO GRECO –  Caro Presidente Occhiuto, nel formularle i più sinceri auguri per il suo insediamento e nella speranza che la sua azione di governo interpreterà i desideri di crescita di una regione che, mai quanto oggi, necessita di un cambio di passo per risalire la china, voglio condividere con lei un’importante riflessione sul tema della Sanità, da sempre cavallo di battaglia mia e di Italia del Meridione.

Ho seguito con attenzione e approvazione le sue dichiarazioni in campagna elettorale, inerenti il superamento dell’istituto del commissariamento, per una forte assunzione di responsabilità della politica, come d’altronde, da tempo, se ne avverte l’esigenza. 

Purtroppo il processo di aziendalizzazione del servizio sanitario nazionale ha comportato una regressione della concezione universalistica, solidaristica e sussidiaria della tutela della salute individuale e collettiva, assoggettando le Aziende Sanitarie alla logica della sostenibilità del debito pubblico e del pareggio di bilancio.

Le Unità Sanitarie Locali sono state trasformate in Aziende con personalità giuridica di diritto pubblico ed autonomia imprenditoriale, ma la stretta regimentazione normativa ha comportato per le Aziende Sanitarie ed ospedaliere inadempienti l’assoggettamento delle stesse all’obbligo del piano di rientro dai disavanzi sanitari, prima, e del commissariamento, poi.

Tali misure, come lei sa, hanno comportato non solo il mancato risanamento dei disavanzi gestionali, ma, paradossalmente, una lievitazione degli stessi, una contrazione dei livelli essenziali di assistenza, un allungamento dei tempi di attesa, un aumento vertiginoso e incontrollabile della mobilità sanitaria passiva interregionale ed un blocco del turnover delle dotazioni organiche.

La medicina del territorio ed ospedaliera, soprattutto quella di prossimità, è quasi in stato comatoso, così come il settore dell’emergenza/urgenza. È per tale motivo che, a fronte del constatato fallimento dei piani di rientro e dei commissariamenti, accolgo favorevolmente le battaglie che lei ha sposato, al fine di imporre una ricognizione attenta, dettagliata e conferente delle masse debitorie generate, la progressiva cancellazione del disavanzo storicizzato e, ope legis, del superamento sia del piano di rientro che del commissariamento, con il ritorno del servizio sanitario regionale alla competenza “vigilata” degli ordinari organi di gestione.

Perché il punto è proprio questo: non basta sostituire commissari, si rischia un eterno piano di rientro e risulta aleatorio discutere di azzeramento del debito se a ciò non fa seguito una chiara e netta presa di posizione nell’affrontare alla radice gli atavici e ormai noti problemi etici e strutturali, ad iniziare appunto dall’individuazione delle responsabilità sicuramente diffuse.

I cittadini sono stanchi, è tangibile la voglia di giustizia ed equità sociale, ora o mai più. Diversamente, si fa prima a dichiarare la sanità pubblica calabrese il bancomat dei privilegiati, una questione per pochi e sancire definitivamente la fine di uno dei diritti fondamentali della Costituzione.

L’auspicio nel post pandemia era che i nodi della sanità venuti al pettine con il coronavirus, facessero finalmente riporre le forbici nel cassetto ad una classe dirigente miope, intenta ad una perpetua sperequazione di risorse tra Nord e Sud del Paese.

Tocca constatare che, ancora una volta, poco è cambiato in quanto la logica ispiratrice del Pnrr pare essere figlia del Fondo Sanitario Nazionale, ossia iniqua e non curante dei ritardi strutturali. Un’evidente incongruenza rispetto ai vincoli che l’Europa affida alle predette risorse, al fine di realizzare una radicale offerta assistenziale del Paese. 

Allora l’unica speranza non resta che quella di una guida politica autorevole e capace di gestire questa delicata fase di transizione, la quale segnerà l’orizzonte di questa terra e delle future generazioni per i prossimi trent’anni.

Su temi come questi, a difesa di un sud che non rivendica ma pratica la buona politica, sappia che avrà al suo fianco il leale sostegno dell’Italia del Meridione. (og)

Spirlì propone al generale Figliuolo l’affiancamento della Difesa in caso di azzeramento del debito

Affiancamento della Difesa in caso di azzeramento del debito sanitario della Calabria. È la proposta avanzata dal presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, al commissario all’emergenza covid, Francesco Paolo Figliuolo, nel corso di un incontro.

Spirlì, nel portare «il ringraziamento di tutti i calabresi per quanto l’Esercito sta facendo per la nostra campagna vaccinale», ha anche «rivolto l’invito a intervenire sul ministro della Difesa, Lorenzo Guerini – a cui presto chiederò un incontro –, al fine di presentare una proposta per la Sanità calabrese: laddove la Presidenza del Consiglio decidesse – come speriamo vivamente – di intervenire per la copertura del debito regionale, sarebbe auspicabile una gestione del settore condivisa tra Regione ed Esercito, per tutto il tempo necessario e allo scopo di migliorare il trattamento dei pazienti, di recuperare la dignità dei luoghi della salute e l’uso appropriato di tutti gli strumenti».

«Un affiancamento di questo tipo – ha concluso – avrebbe un valore straordinario, in una terra da troppo tempo ferita dai silenzi, dalle omissioni e dalle scorribande dei pirati della sanità». (rcz)

Il presidente Spirlì chiede azzeramento del debito sanitario calabrese

È l’azzeramento del debito sanitario della Calabria la richiesta avanzata dal presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, al ministro della Salute Roberto Speranza.

Dopo aver avanzato la stessa istanza ai vari rappresentanti dell’esecutivo incontrati in questi giorni a Roma, il presidente Spirlì scriverà al Premier, Mario Draghi, per chiedere un incontro specifico sulla questione.

«Oggi (ieri ndr) – ha dichiarato Spirlì – ho avanzato la richiesta anche al ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo aver interessato anche molti altri rappresentanti del Governo, tra cui il commissario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, i ministri dell’Interno e degli Affari regionali,  Luciana Lamorgese Maria Stella Gelmini, i sottosegretari Dalila NesciFrancesco SassoClaudio Durigon e Nicola Molteni. Della questione ho investito anche il segretario federale della Lega, Matteo Salvini».

«A tutti – ha spiegato Spirlì – ho chiesto l’azzeramento dei debiti dell’Asp di Reggio Calabria e di una parte di quelli dell’intero comparto sanitario regionale. È, questa, l’unica condizione per poter avviare una nuova politica sanitaria in Calabria. Senza questo atto, non serviranno a nulla nemmeno altri cento commissari ad acta».

«Di tutto questo – ha concluso – voglio parlare anche con il presidente del Consiglio Draghi, al quale scriverò per chiedere un incontro il prima possibile». (rcs)