Giannuzzi (Confartigianato Imprese Cz): Il piano anti covid della Calabria è ancora solo su carta

Innocenza Giannuzzi, vicepresidente di Confartigianato Imprese Catanzaro, a seguito dell’approvazione in Senato del Decreto Calabria che è diventato legge, ha sottolineato che «la sanità calabrese è stata derisa in lungo e in largo, eppure, a distanza di mesi, il piano anti-Covid della nostra regione continua a rimanere solo su carta!».

«Altri due anni di commissariamento per la Sanità calabrese – ha detto – guidata attualmente dal prefetto in pensione Guido Longo, dopo le vicissitudini ormai note a livello nazionale (e non solo), legate al nome di Saverio Cotticelli. Questo è ciò che stabilisce il Decreto Calabria: solo pochissime ore addietro il Senato ha approvato la fiducia posta dal Governo nel testo già licenziato alla Camera».

«Sembrano lontane – ha aggiunto – addirittura quasi appartenenti a tutt’altra era, le immagini che hanno fatto scalpore riguardo la Sanità calabrese. Un situazione cristallizzata che metteva a nudo le gravi carenze sanitarie e la mancanza di un piano anti Covid-19. Sono passati i giorni, le settimane… e cos’è cambiato se, stando a quanto si apprende dagli organi di stampa, quel piano non esiste ancora, se non (forse) su carta?».

«La classe politica – ha proseguito – è concentrata sulla data delle elezioni, ma chi farà mai davvero qualcosa per salvare la nostra regione da questa situazione, se tutto ciò che importa ai più è esclusivamente assicurarsi la poltrona? Mentre qualcuno dall’alto continua a giocare con i colori pastello, il tempo passa, si scongiura una terza ondata di questa maledetta pandemia, ma non si ci prepara ad affrontarla. Assistiamo ai dati dei nuovi positivi che il più delle volte non coincidono con quelli effettivi, perché tanti (troppi) sono i tamponi fatti privatamente, assistiamo inermi alla crisi economica delle imprese e aspiriamo alla fine della pandemia».

«Nelle precedenti ondate – ha detto ancora – la Calabria ha affidato tutto alla sorte, le imprese hanno abbassato le saracinesche, alcune per sempre, eppure continua l’assenza dei tracciamenti e l’inefficienza nella gestione dei casi. Nulla è servito a imparare la lezione, insomma. Però, pur essendo già tardi, possiamo ancora combattere questo virus, con i fatti, rendendo quel piano anti-Covid concretezza!».

«Gli imprenditori, ormai piegati – ha concluso – non vedono l’ora di rialzarsi e, ancora una volta, riscattare l’economia calabrese, forti della passione che mettono nel loro lavoro. È arrivato il momento di abbandonare le parole impresse sui fogli e tramutarle in fatti e azioni per il bene della nostra terra!». (rcz)

 

DECRETO SANITÀ APPROVATO DAL SENATO
CALABRIA COMMISSARIATA PER DUE ANNI

Con 149 voti favorevoli e 117 contrari, il Decreto Calabria è diventato legge. Questo significa che la Calabria sarà commissariata per altri due anni, sotto la ‘guida’ del Commissario ad acta Guido Longo, che sarà affiancato da sub-commissari. Non è un bel giorno per la Calabria, anche se, grazie all’emendamento dell’on. Roberto Occhiuto, il debito della sanità calabrese potrà essere spalmato in trent’anni, consentendo nuove spese e soprattutto nuovi investimenti e assunzioni di personale medico e paramedico prima impediti dalla criticità della situazione economica e finanziaria,

Diversi i commenti prima, durante e dopo l’approvazione. Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri nel corso della seduta al Senato ha rimarcato che: «La Calabria ha bisogno di normalità». Il che significa – ha detto Sileri – «trovare un ospedale vicino casa aperto, non chiuso, come purtroppo si vede in molte parti d’Italia e soprattutto in Calabria; significa trovare un medico vicino; significa trovare qualcuno che ti ascolta. I calabresi hanno bisogno di questa normalità, che tutti auspichiamo».

«Il provvedimento che ci apprestiamo a votare oggi – ha detto ancora Sileri – rappresenta il mezzo verso questa normalità che, ognuno di noi deve volere, perché siamo italiani, ma siamo anche tutti calabresi. Trovo francamente ingiusto per due motivi, il fatto che una persona calabrese e la sua famiglia debbano spostarsi dalla Calabria verso Napoli, Roma o Milano, perché non riescono a trovare una cura. In primo luogo, perché democrazia significa poter avere cure adeguate ovunque, anche vicino casa. In secondo luogo, è un’ingiustizia anche per il personale sanitario che vive, lavora e si sacrifica in Calabria. Vi garantisco che, avendo visitato diverse strutture in Calabria, la qualità sanitaria c’è. Il provvedimento che ci apprestiamo a votare deve anche rappresentare il mezzo per dare fiducia ai calabresi per quello che hanno nel loro territorio».

Tra gli interventi dei senatori contrari al Dl Calabria, ci sono quelli di Marco Siclari di Forza Italia, che ha ricordato al Governo nazionale «in Calabria lo Stato ha fallito per 11 anni per il tramite dei suoi commissari. Ho anche aggiunto – ha scritto su Facebook – che con l’approvazione di questo decreto, lo Stato certifica che i calabresi vengono considerati figli di un Dio minore. Al governo è mancato persino l’amore per la parte più debole del Paese, e lo dimostra questa scelta del Governo che ripropone di commissariare, di altri due anni, la sanità dopo aver riconosciuto i fallimenti registrati in 11 anni».

«Fallimenti – ha continuato Siclari – che hanno comportato, persino, la zona rossa alla Calabria per l’impossibilità della sanità calabrese di curare i malati di Covid, frutto dell’incapacità del Commissario di migliorare, in questi ultimi due anni, il Decreto Calabria, l’assistenza sanitaria».

«Ho concluso – ha detto Siclari – invitando il Governo, che ha certificato un’assistenza sanitaria inadeguata per la Calabria, di dare priorità ai calabresi nel piano vaccinale».

La senatrice forzista Fulvia Michela Caligiuri, nel corso della seduta, ha illustrato la proposta di non passare all’esame degli articoli del dl Calabria che prevede la proroga del commissariamento della Sanità calabrese. «Il decreto – ha spiegato – che proroga il commissariamento della Sanità calabrese, per ulteriori due anni viola apertamente diversi principi costituzionali, in primo luogo quello che prevede la leale collaborazione tra enti territoriali e lo Stato e la sussidarietà. La Regione, invece, viene privata di svolgere la sua funzione ed i suoi legittimi poteri. Inoltre, il commissariamento è finalizzato al mero rientro del debito, senza tenere in alcun conto la necessità di garantire le cure, ed una sanità all’altezza ai calabresi sul loro territorio. Dopo i fallimenti di ben undici anni di commissariamento – ha aggiunto la sen. Caligiuri – l’unico provvedimento da fare d’intesa con tutte le forze politiche era la restituzione della gestione della sanità alla Regione».

Anche Ernesto Magorno, senatore di Italia Viva, ha dichiarato il suo ‘no’ al Dl Calabria: «Non posso che sentirmi mortificato e deluso da un Governo che, di fatto, sembra aver dimenticato e abbandonato la Calabria. Una Calabria considerata sempre di più Cenerentola d’Italia. Noi sindaci – ha aggiunto Magorno – misuriamo, con piccoli e grandi problemi della nostra gente, ascoltiamo la loro disperazione, cerchiamo di rielaborarla in soluzioni e, soprattutto, non ci voltiamo mai dall’altra parte. Era questo il senso e il motivo del mio emendamento al Decreto Calabria, in cui proponevo di istituire, all’interno della struttura commissariale della sanità, un organo formato dai sindaci, con poteri di controllo e di proposta. Ma, allo stato dei fatti, quell’emendamento, non solo mio ma dei sindaci della Calabria e stato stravolto».

Tra i favorevoli, invece, la sen.  Bianca Laura Granato del Movimento 5 Stelle, che ha ricordato che «da oltre tre 10 anni, la Calabria è sottoposta a piano di rientro sanitario. Tanti cittadini non riescono ad usufruire del diritto costituzionale alla cura, e sono costretti alla migrazione sanitaria. La vigilanza dello Stato sui sistemi sanitari regionali è indispensabile così come è importante che le dirigenze sanitarie vengano assunte non dalla politica ma in base a concorso pubblico in base a criteri meritocratici e non di affiliazione politica».

«Fondamentale – ha aggiunto – è anche rivedere i parametri di assegnazione dei fondi per il finanziamento dei servizi sanitari regionali, sulla base non della popolazione pesata ma anche in funzione delle co-morbilità che, sicuramente, comportano costi di gestione più elevati».

«Non tutti sapranno – ha proseguito – che i bilanci di 4 anni dell’Asp di Reggio Calabria sono spariti, e sono stati sostituiti da bilanci orali, non tutti sapranno che il commissariamento governativo ha riguardato solo l’aspetto economico-finanziario, ma quello gestionale è sempre rimasto nelle mani della Regione Calabria, i cui governatori che si sono susseguiti hanno sempre confermato le stesse persone alla guida delle Asp e hanno confermato sempre premialità per tutti i dirigenti che dopo numerosi anni di questa gestione hanno portato l’indice dei Lea a 136, ovvero ben 24 punti al di sotto delle soglie di accettabilità. Quali sono le principali cause del dissesto? Il rapporto “malato” pubblico-privato, per il quale si faceva ricorso a continui sforamenti del budget destinato alle strutture private convenzionate, con conseguente contenzioso e nuovi oneri per il bilancio delle Asp, le forniture spesso inutili o obsolete pagate fuori dai listini di mercato liquidate, anche più volte, assunzioni clientelari da parte dei politici di turno. Tutto ciò ha subìto una inevitabile battuta di arresto con il commissariamento governativo, ma ha anche comportato delle restrizioni non indifferenti sul diritto alla cura dei calabresi che si sono visti improvvisamente aumentare il costo delle prestazioni, della diagnostica, imporre limitazioni nelle prescrizioni, ma è fondamentale sempre distinguere le cause dagli effetti: le cause sono riconducibili alla cattiva gestione della sanità da parte della regione Calabria».

«Oggi, per la seconda volta – ha detto ancora – votiamo un decreto per la sanità calabrese. Abbiamo reso la struttura commissariale più incisiva anche nel merito della gestione del servizio sanitario calabrese, grazie ad un suo potenziamento sotto il profilo amministrativo e sanitario. Le precedenti strutture commissariali hanno sempre operato in una sorta di deserto istituzionale, private di qualsiasi supporto da parte del dipartimento della salute della Regione Calabria, pertanto un solo commissario, anche quando, col precedente decreto Calabria supportato tecnicamente da un sub Commissario, non è mai stato sufficiente a portare soccorso al disastrato sistema sanitario calabrese anche perché ci si deve muovere nel perimetro costituzionale modificato a favore delle autonomie regionali attraverso la riforma del Titolo V realizzata nel 2001».

«Per il piano di rientro sono stati stanziati altri altri 180 milioni per i debiti certificati – ha aggiunto la senatrice Granato –. Non sappiamo a quanto ammonti il debito non certificato proprio per i bilanci di anni mancanti. Speriamo che l’attuale struttura possa venire a capo di questo groviglio che appare inestricabile. È fondamentale, che il sistema sanitario nazionale possa essere sostenuto attraverso l’impiego di strutture pubbliche a copertura di tutto il fabbisogno. Le strutture private che hanno gestito male le risorse, che rischiano la chiusura, perché hanno operato gonfiando le spese a carico del servizio sanitario regionale, se attualmente indispensabili a garantire la continuità del servizio per alcune prestazioni sanitarie devono essere pubblicizzate».

«È questa – ha concluso – la ricetta per uscire dalla drammatica situazione in cui oggi si trova la sanità calabrese e quella di tutte le regioni d’Italia». (rrm)

Giannetta (FI): Dal Centrodestra arrivano i rinforzi per la ripartenza della sanità calabrese

Il consigliere regionale di Forza ItaliaDomenico Giannetta, ha sottolineato che «grazie all’emendamento alla Legge di Bilancio proposto da Roberto Occhiuto, vicepresidente di Forza Italia alla Camera, finalmente si potranno effettuare nuovi investimenti».

«Un fatto finora impossibile – ha aggiunto – a causa della grave esposizione debitoria della sanità regionale, tutt’altro che rientrata con il commissariamento».

«La Regione potrà, da adesso – ha spiegato il consigliere forzista – accendere mutui con la Cassa Depositi e Prestiti nonostante il sistema sanitario sia indebitato. In tal modo, viene sbloccato il meccanismo che ha impedito, in questi lunghi anni, di pianificare spese per personale, mezzi e servizi e che ha favorito la migrazione sanitaria, che riguarda il 20% della popolazione regionale, e che finanzia, di fatto, la sanità delle regioni del Nord».

«Il Commissario Guido Longo – ha sottolineato Giannetta – può dunque contare su nuovi ed importantissimi strumenti per il rilancio della sanità calabrese, fondamentali non solo per contrastare la pandemia che stiamo attraversando, ma anche per programmare azioni di lungo respiro».

«In attesa – ha concluso – che il Governo mantenga la promessa fatta in occasione della manifestazione calabrese contro il Decreto Calabria sulla necessità ‘di dare alla gestione commissariale una prospettiva temporale ben delimitata’, si prenda atto dell’importante contributo fornito dalla lungimirante politica del Centrodestra nell’individuazione di soluzioni che vanno, coerentemente, proprio in quella direzione». (rrc)

Il plauso della maggioranza del Consiglio regionale al deputato Occhiuto: Risultato a beneficio della Calabria e dei calabresi

La maggioranza del Consiglio regionale della Calabria ha rivolto un plauso al deputato di Forza ItaliaRoberto Occhiuto che, è riuscito a fare inserire, nella manovra di bilancio, un emendamento col quale, di fatto, risolve il problema del debito sanitario in Calabria.

«Nello specifico – si legge in una nota – grazie all’emendamento di Occhiuto sarà possibile per le Regioni in deficit, d’ora in avanti, accedere ad una anticipazione di liquidità con Cassa depositi e prestiti per pagare i debiti e dare il via, finalmente, a nuovi investimenti. A Roberto va il plauso e il merito di questo importantissimo risultato, ottenuto per giunta da un esponente dell’opposizione».

«Le ripercussioni positive di questo provvedimento – conclude la nota – consentiranno finalmente alla struttura commissariale di poter agire per invertire la rotta in tema di sanità, consentendo una ripartenza che i calabresi attendono ormai da troppi anni. Complimenti ancora a Roberto Occhiuto, che ha saputo far valere le ragioni della nostra regione in Parlamento». (rrc)

Sanità, il sindaco Sergio Abramo ribadisce la richiesta dei sindaci: azzeramento del debito del settore sanitario

A un mese dall’incontro svoltasi a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte e i sindaci calabresi per discutere della situazione sanitaria in Calabria, il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, ha ribadito ciò che era stato chiesto: «il debito del settore sanitario creato dai Commissari deve essere azzerato a carico dello Stato».

«Il debito del comparto sanitario calabrese – ha detto Abramo – l’immenso buco ampliato da oltre un decennio di commissariamento, va assolutamente e completamente azzerato perché non è giusto, e non è possibile, che i calabresi continuino a pagare in futuro scelte che non hanno preso, né hanno contribuito ad avallare. Fare pagare ai nostri concittadini un debito di circa 2 miliardi di euro vorrebbe dire, in un arco per esempio trentennale, prendere dalle tasche dei calabresi una ottantina di milioni di euro ogni anno».

«Questo, inoltre – ha aggiunto – si aggiungerebbe a un ulteriore decremento di quei livelli essenziali di assistenza che già sono più bassi rispetto a quelli di altri territori. Ma c’è anche un terzo aspetto che finora sempre stato tenuto in scarsa considerazione: i calabresi pagano già tanto a causa di un’addizionale Irpef altissima. La discussione, in corso in Parlamento sulla Legge di Bilancio, mi dà lo spunto per intervenire sulla questione. Oltretutto, posso ricordare quanto, giusto un mese fa, il sottoscritto e tutti gli altri sindaci calabresi avevamo chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: azzerare il debito della sanità e chiudere, una volta terminata l’emergenza Covid, la fallimentare esperienza commissariale».

«La possibilità di cancellare – ha spiegato il primo cittadino – questo debito non è stata e non è, ovviamente, una richiesta fatta di punto in bianco. Al contrario, si basa su un dato clamorosamente evidente: la Calabria, rispetto ad altre Regioni, ha ricevuto ogni anno 400 milioni in meno di trasferimenti statali nella sanità. Quattrocento milioni in meno ogni anno per dieci anni: non c’è bisogno di sottolineare di che tipo di cifra si tratti, e che incidenza abbia avuto in una terra che già scontava pesanti ritardi anche sul versante sanitario».

«Se a questa sperequazione – ha proseguito – che è il prodotto di politiche ingiuste aggiungiamo la massa debitoria creata dai commissari scelti dal governo nell’ultimo decennio non possiamo che gridare ancora una volta allo scandalo. Sia chiaro, non voglio cercare di mascherare le colpe della politica locale, che pure ci sono e sarebbe impossibile negarlo, ma se si pensa che la disastrata situazione della sanità calabrese sia da addebitare alla sola classe politica e dirigenziale della regione si prende un grossissimo abbaglio. È per questo motivo che il governo nazionale deve prendersi le proprie responsabilità, e intervenire per evitare che i debiti li paghino i calabresi. Se ne faccia carico, perché sono stati i governi nazionali a creare questa situazione che il commissariamento ha solo aggravato».

«Ci saremmo aspettati – ha continuato Abramo – un’azione del genere, perché avevamo avuto rassicurazioni in merito, nel nuovo Decreto Calabria: avevamo chiesto che fosse previsto un termine di 12 mesi per il commissario ad acta, dopo il quale la sanità sarebbe tornata alla gestione ordinaria; avevamo chiesto che venissero stanziati i 400 milioni di euro che annualmente vengono tolti a questo territorio;  avevamo chiesto che fosse azzerato il debito della sanità o, in subordine, fosse contratto un mutuo per ripianarlo a carico dello Stato, quindi con le garanzie di Cassa depositi e prestiti, certo non a carico dei calabresi».

«Niente di tutto questo – ha concluso Abramo – è stato fatto nel Decreto, la Calabria è stata ancora una volta utilizzata come terreno di scontro politico fra le forze di maggioranza con buona pace dei suoi cittadini che hanno tutto il diritto di avere una sanità uguale a quella delle altre Regioni». (rcz)

Siclari (FI): Il ‘Decreto Calabria’ va modificato in radice e in ogni disposizione normativa

Il senatore di Forza ItaliaMarco Siclari, ha ribadito, con forza, che «il Decreto Calabria va modificato in radice ed in ogni singola disposizione normativa».

Siclari, infatti, ha reso noto che oggi, al Senato, «il gruppo di Forza Italia Berlusconi Presidente ha presentato 55 emendamenti al Dl Calabria ed un ordine del giorno. Come è noto, il decreto-legge in oggetto vuole prorogare il già introdotto “regime speciale per la gestione commissariale della regione Calabria”. Stiamo parlando di un decreto legge, che, invece che prendere atto del fallimento del commissariamento e conseguentemente abolirlo ovvero creare un iter per l’uscita della Regione Calabria dalla gestione commissariale, preferisce insistere nel voler confermare il commissariamento, nonostante i danni creati».

«Ed infatti – ha aggiunto – nella relazione alla proposta di legge di conversione, il Governo scrive candidamente che manca la continuità nell’erogazione delle prestazioni sanitarie afferenti ai livelli essenziali di assistenza, e che i limiti di spesa per le assunzioni di personale nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale hanno determinato il blocco del turn over e, quindi, la carenza del personale sanitario, parasanitario ed amministrativo delle strutture sanitarie ed ospedaliere. Il Governo, che fino a qualche mese addietro, negava la stessa emergenza sanitaria in Calabria, nonostante le decine di comunicati stampa, di interrogazioni ed interpellanze da parte del centrodestra, soprattutto di Forza Italia e della deputazione calabrese, e sosteneva che mancassero le fondamenta giuridiche per discutere della fine del commissariamento sanitario in Calabria, ha dovuto cedere e ricredersi, eliminando o modificando molti punti fermi del primo decreto Calabria».

«Questo decreto, tuttavia – ha proseguito Siclari – conferma e proroga i principi sostanziali e gli effetti normativi del primo decreto sanità in Calabria e, invece di stabilire la fine del commissariamento sanitario calabrese o quantomeno il termine preciso di chiusura della stagione commissariale, prendendo atto del totale fallimento, sia in termini economico-finanziari che in termini di assistenza sanitaria, ed insiste sulla strada commissariale, pretendendo la proroga per ulteriori 24 mesi, nonostante gli ultimi grotteschi eventi legati alle nomine, revoche, dimissioni dei commissari nominati dal Governo. Ovviamente la cura che questo Governo indica e cioè quella di un super-commissariamento ovvero del commissariamento del commissariamento non è adeguata ed anzi appare dannosa e continuerà a produrre, se non corretta, danni peggiori del male».

«Il decreto Calabria – ha concluso Siclari – va modificato in radice ed in ogni singola disposizione normativa. In alternativa, la maggioranza ed il Governo possono accogliere l’ordine del giorno a mia prima firma, fatto proprio da tutto il gruppo di Forza Italia e condiviso da tutti gli alleati del centrodestra e stabilire nella data del prossimo 30 giugno 2021 la data di chiusura della gestione commissariale calabrese». (rp)

Occhiuto (FI): Si devono stabilizzare i precari della sanità in Calabria

Il deputato e vice capogruppo vicario di Forza Italia alla Camera, Roberto Occhiuto, ha annunciato che presenterà, insieme ai deputati calabresi forzisti, un emendamento al Decreto Calabria per la stabilizzazione del personale sanitario della Regione.

«La recentissima sentenza della Consulta n. 251/2020 – ha spiegato Occhiuto – stabilisce che le Regioni non hanno competenza a legiferare in merito alla stabilizzazione dei precari. Questa decisione rappresenta un’ulteriore tegola per la sanità calabrese, che purtroppo da troppi anni poggia le sue fragili fondamenta proprio sul prezioso contributo di questa tipologia di lavoratori».

«Le conseguenze di questa sentenza – ha proseguito il deputato – produrranno certamente un disagio per i cittadini calabresi, che quotidianamente si relazionano con la sanità regionale, ma sarà’ un immenso problema anche per il nuovo commissario Guido Longo».

«Il blocco delle assunzioni che si è protratto per anni – ha concluso Occhiuto – ha impedito di stabilizzare in modo corretto e ordinato il personale sanitario della Regione. Oggi, senza i precari, non ci sarebbe di fatto alcuna assistenza sanitaria per i calabresi». (rp)

 

Bruno Bossio (PD): Decreto Calabria, piano straordinario per nuove assunzioni

La deputata del Partito DemocraticoEnza Bruno Bossio, ha ribadito come «l’impegno della Camera sul Decreto Calabria va avanti».

«Esprimo piena soddisfazione – ha aggiunto – per l’avvenuta approvazione di diversi emendamenti, di cui sono prima firmataria, relativi alla autorizzazione di un piano straordinario di assunzioni di personale medico, sanitario e socio-sanitario, alla obbligatorietà di porre fine al fatto che da anni alcune aziende non approvano i bilanci e al coinvolgimento anche delle organizzazioni sindacali nelle attività commissariali».

«Il lavoro in atto – ha detto ancora – è certamente finalizzato a fronteggiare l’attuale emergenza, ma anche a determinare in tempi rapidi la fuoriuscita dalla gestione commissariale».

«Si sta migliorando – ha concluso – un decreto dunque che non è la mera proroga del commissariamento decennale che per anni ho combattuto ma un modo per uscirne al più presto». (rp)

Sbloccate le assunzioni di medici e infermieri per le strutture della Calabria, soddisfatto Spirlì

La Commissione Affari Sociali della Camera, approvando gli emendamenti al Decreto Calabria, ha autorizzato il reclutamento di nuovi medici, infermieri e operatori sanitari nelle strutture della regione.

Soddisfatto il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì: «le nostre richieste sono state finalmente accolte».

«Si tratta – ha aggiunto Spirlì – di un primo segno di distensione in un campo che, in questi giorni, ci vede combattenti impegnati in prima linea per la tutela della salute della nostra gente di Calabria. La Giunta e io ci auguriamo che questo primo passo, figlio di costanti interlocuzioni con il Governo, sia foriero di ulteriori importanti decisioni in campo sanitario».

«Le colpe di molti – ha sottolineato ancora il presidente ff della Regione – non possono minare il diritto alla salute dei calabresi né le legittime aspettative di tutti quei professionisti della sanità che, pur avendo dedicato anni allo studio e alla preparazione, si trovano ignobilmente parcheggiati, mentre della loro professionalità c’è un gran bisogno».

«Continueremo a dialogare – ha concluso Spirlì – con tutti coloro i quali siano disponibili a farlo pur di rendere alla Calabria una sanità dignitosa e sorella delle migliori in Italia». (rrm)

Nesci (M5S): Presentato due nuovi emendamenti al nuovo ‘Decreto Calabria’

La deputata del Movimento 5 StelleDalila Nesci, ha annunciato di aver presentato «in XII Commissione ‘Affari Sociali’ due importanti emendamenti al Decreto Calabria».

«Il primo – ha spiegato – consentirà al Commissario ad acta di adottare un piano straordinario di assunzione a tempo indeterminato di personale medico, sanitario e socio-sanitario, sulla base del fabbisogno rilevato dalle aziende del Servizio sanitario regionale».

L’undici novembre scorso è infatti entrato in vigore il nuovo Decreto Calabria (D.l. 10/11/20 n. 150), voluto dal Governo, per il rilancio del servizio sanitario della regione Calabria e che ha già iniziato in Parlamento il percorso di conversione in legge.

«Continuo a ripetere, da giorni – ha detto la Nesci – che non siamo in un remoto teatro di guerra ma in una regione del Sud Italia dove non mancano affatto le strutture pubbliche ospedaliere, ciò che serve è potenziare il personale in modo stabile».

«Con questo primo emendamento – ha aggiunto – si possono reclutare tutte le unità necessarie non solo per far fronte all’emergenza ma per offrire ai cittadini calabresi, anche nel lungo periodo, quei servizi sanitari fondamentali che ora mancano».

«Al fine di massimizzare la trasparenza dell’operato dei Commissari straordinari – ha concluso la deputata – ho poi presentato un secondo emendamento, nel quale si prevede che l’informazione che essi debbono rendere alla conferenza dei sindaci sulle misure di risanamento adottate avvenga comunque ogni tre mesi, coinvolgendo anche le organizzazioni sindacali». (rp)