L’Antitrust: Direttiva Ue va riesaminata

«Occorre adoperarsi a livello comunitario per accelerare il riesame da parte della Commissione europea delle modalità applicative della direttiva Ets al trasporto marittimo». È  quanto ha scritto l’Antitrust – l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in un documento e anticipato dalla Gazzetta del Sud.

Per l’Antitrust sebbene si tratti di «una tappa importante verso il conseguimento degli sfidanti obiettivi di riduzione delle emissioni che l’Unione Europea si è posta», «l’attuale meccanismo di applicazione della direttiva al trasporto marittimo appare suscettibile di distorcere la concorrenza a svantaggio dei porti italiani e di altri Paesi Ue specializzati nel transhipment», transhipment che è in effetti l’attività principale proprio del porto di Gioia Tauro. «Attualmente – prosegue l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – se una nave proveniente da un porto entra-Ue fa scalo intermedio in un porto Ue, prima di raggiungere il proto Ue di destinazione, pagherà il 50% delle emissioni generate nella tratta extra-Ue/Ue e il 100% delle emissioni della tratta Ue/Ue. Nel Mediterraneo concorrono diversi porti europei ed extraeuropei, specializzati nel transhipment, per fornire tale scalo intermedio. Il meccanismo di calcolo dei diritti di emissioni dovuti favorisce nella concorrenza i porti extra-Ue rispetto a quelli Ue, perché effettuando lo scalo intermedio nel porto extra-Ue l’intera tratta fino al porto Ue di destinazione comporterà il pagamento del 50% degli Ets. Tale distorsione non appare giustificata dal punto di vista ambientale. Occorre dunque adoperarsi a livello comunitario per accelerare il riesame da parte della Commissione europea delle modalità applicative della direttiva Ets al trasporto marittimo, in modo da eliminare questa distorsione, a esempio considerando tutti i porti mediterranei comune se fossero porti extra-Ue (soluzione che minima le distorsioni concorrenziali e massimizza la tutela ambientale) opporre – conclude l’Antitrust – prevedendo un regime di esenzione per i porti europei maggiormente toccati da questa distorsione, come Gioia Tauro». (rrm)

Picerno (PD): Chiesto incontro a vicepresidente esecutivo per Green Deal per Porto Gioia Tauro

Pina Picerno, vicepresidente del Parlamento Europeo, ha chiesto un incontro a Maros Sefcovic, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, «per poter definire, insieme alle autorità coinvolte, locali e nazionali, soluzioni adeguate che tengano insieme gli obiettivi giusti della transizione verde con la necessità di salvaguardare il porto di Gioia Tauro e la competitività del settore marittimo europeo».

«Occorrono serietà e responsabilità – ha evidenziato – tutte le forze politiche facciano fronte comune con l’obiettivo di rendere compatibili l’operatività della principale struttura portuale calabrese con la riduzione delle emissioni di gas serra, tutelando allo stesso tempo tutti i lavoratori».

«Mi auguro che si abbandonino alcuni toni da campagna elettorale permanente – ha concluso – per trovare soluzioni condivise e concrete. Nel complesso l’Ets rappresenta una riforma fondamentale per la sostenibilità ambientale. Allo stesso tempo, però non si può negare che generi criticità per la competitività di alcuni porti, tra cui quello di Gioia di Tauro. È, quindi, compito della politica e delle istituzioni evitare ogni speculazione a danno del tessuto economico calabrese». (rrm)

Nesci e Fidanza (Fdi): Il ministro Fratin porti al Consiglio Europeo normativa Ets

Gli eurodeputati di Fdi-Ecr, Carlo Fidanza e Denis Nesci, hanno chiesto al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, di portare al Consiglio Europeo Ambiente il tema della normativa Ets.

«La direttiva europea che impone la tassazione sull’Emissione di Co2 (ETS) a navi superiori a 5 mila tonnellate è la miccia che può innescare la bomba che la sinistra europea, con la compartecipazione dei Verdi, ha confezionato in Europa», hanno detto Fidanza e Nesci, sottolineando come «gli eurodeputati stanno cercando di aprire uno spiraglio alle ragioni di una revisione, pertanto hanno chiesto al Commissario per i Trasporti Adina- Ioana Vălean e al Commissario all’ambiente Maroš Šefčovič, attraverso una lettera e un’interrogazione parlamentare, di riconsiderare una scelta economicamente e socialmente insostenibile». (rrm)