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L’analisi post elezioni, il prof. De Luca: Sono i candidati particolarmente competitivi a muovere il voto

«In Calabria è quasi completamente inesistente il voto di opinione, ma sono i candidati particolarmente competitivi a muovere il voto». È quanto ha rilevato il prof. dell’Università della CalabriaRoberto De Luca, nel corso dell’incontro di analisi sui dati elettorali svoltosi a Lamezia e intervistato dai giornalisti Pasqualino Rettura e Maria Scaramuzzino.

Per il prof. De Luca, infatti, «le elezioni in Calabria si vincono prima del loro svolgimento perché, alla luce della legge elettorale che prevede solo la possibilità del voto congiunto, vincono le coalizioni con candidati consiglieri in grado di intercettare il maggior numero di consensi» e che la capacità dei candidati di muovere il voto «spiega perché alcune liste, in alcune circoscrizioni o in singole città, riescono ad avere anche tre o quattro punti in più rispetto al dato regionale della stessa lista».

«Impossibile per un centrosinistra, in ordine sparso – ha spiegato – vincere di fronte a un centrodestra unito, con liste formate da candidati in grado di raccogliere un gran numero di consensi. Il dato sull’astensionismo in Calabria preoccupa, benché abbiano concorso diversi fattori: la pandemia, il fatto che si sia tornati a votare meno di due anni dopo le ultime elezioni regionali, il silenzio dei media nazionali sul voto in Calabria rispetto all’enfasi posta invece sulle elezioni comunali in importanti città italiane».

Sul voto a Lamezia, De Luca registra come «preoccupante il fatto che, nel giro di dieci anni, sia calata drasticamente l’affluenza al voto dei lametini. Se prendiamo come riferimento il secondo turno delle elezioni comunali, tra il 2010 e il 2020 l’affluenza si è praticamente dimezzata. Dato che si conferma anche alle ultime elezioni regionali, con il dato sull’affluenza di Lamezia quasi tre punti sotto il dato regionale».

«Non deleghiamo ai tecnici la discussione sulla legge elettorale, nazionale e regionale, ma discutiamone perché ci siano sistemi elettorali in grado di valorizzare la rappresentanza. Più mortifichiamo la rappresentanza, più i cittadini continueranno ad allontanarsi dalle urne», ha affermato il professore Silvio Gambino nel suo intervento sottolineando la necessità di interpretare «il bisogno diffuso del voto di tanti cittadini che si esprime in un non voto».

Sullo Statuto e la legge elettorale regionale, il professore Walter Nocito ha parlato di una legge elettorale calabrese «scritta su misura, dalla maggioranza e dall’opposizione, per favorire i grandi portatori di voti e impedire il ricambio nel consiglio regionale calabrese».

«Un sistema che favorisce il feudalesimo politico – ha aggiunto –. Ma questo non è l’unico sistema elettorale possibile. Ci sarebbe la possibilità di un sistema elettorale con voto disgiunto oppure un sistema maggioritario con collegi uninominali, che ostacola i ras delle preferenze e incentiva i candidati a stabilire una relazione diretta con il proprio territorio».

Tra gli interventi, Rosario Piccioni, già candidato al consiglio regionale e consigliere comunale, ha avviato un’analisi del voto a Lamezia, soffermandosi sul dato dell’astensione alle ultime regionali, con tre punti in meno in città rispetto al dato calabrese sull’affluenza, sottolineando la significativa differenza dei risultati elettorali all’interno della stessa città. Una legge elettorale, quella calabrese, che per Rosa Tavella ostacola e nei fatti impedisce la partecipazione creando un ulteriore danno alla salute della democrazia calabrese.

Vivace il dibattito seguito agli interventi dei tre docenti, concluso con l’impegno a proseguire la discussione avviata nei prossimi mesi per riflettere sulle dinamiche in atto e le prospettive della società calabrese. (rcz)