A Corigliano Rossano presentato il libro su Giuditta Levato

La presentazione del libro sulla figura di Giuditta Levato, svoltasi nei giorni scorsi a Corigliano Rossano, è stata «un’importante occasione per sostenere il lavoro agricolo dignitoso, sicuro e ben retribuito», ha detto Michele Sapia, segretario generale di Fai Cisl Calabria.

La presentazione del libro, dal titolo Giuditta Levato. La contadina di Calabricata, scritto da Lino Furfaro, è stata promossa dalla Fai Cisl Calabria, dalla Onlus “Comunità Progetto Sud” e dall’Associazione “Cnca Calabria”.

L’interessante iniziativa, moderata dalla redattrice editoriale Erminia Madeo, a cui ha partecipato la stessa autrice del romanzo, ha ripercorso le vicende della società agricola calabrese all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, in cui ebbero inizio, a seguito dei Decreti Gullo, le “lotte per la terra”, che tanti contadini come Giuditta Levato agognavano dopo secoli di soprusi da parte dei latifondisti.

«Un libro che racconta una storia con molte vicende e che offre uno spaccato della Calabria rurale del ‘900, segnata da povertà e ingiustizie sociali, ma che fa emergere anche coraggio e speranza, virtù necessarie ai nostri giorni, specie in Calabria, in cui è fondamentale sostenere un cambiamento partecipato», ha detto ancora Sapia.

«Purtroppo, in una regione a vocazione agricola, come la Calabria – ha proseguito – con uno straordinario patrimonio agroalimentare, emerge da indagini passate che ci sono ancora donne e uomini vittime di sfruttamento e violenze, episodi di caporalato e lavoro nero. Un quadro odierno regionale che presenta notevoli complessità e problematiche, come il numero esiguo delle aziende agricole calabresi iscritte alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, inoltre, quattro lavoratori su dieci sono irregolari, in 10 anni il numero degli operai agricoli in Calabria è diminuito quasi del 30% ed ancora forti differenze retributive tra uomini e donne».

«Anche sul piano della sicurezza, la Calabria è “zona rossa” per numero di infortuni e morti bianche – ha evidenziato – con il settore agricolo secondo solo a quello dell’edilizia. Ancora tanti, troppi ghetti e baraccopoli, circuiti illegali per il reperimento della manodopera a basso costo. Serve maggior confronto e fare rete per imprimere un fondamentale cambio di passo. A cominciare dal rinnovo dei contratti provinciali agricoli, per una retribuzione più equa e per migliorare il welfare aziendale in agricoltura, sostenere sicurezza, formazione e bilateralità». 

«L’ordinanza della Regione per vietare il lavoro agricolo nelle ore più calde – ha detto ancora –, è certamente un provvedimento positivo che tutela la salute e sicurezza degli addetti. Sono però urgenti ulteriori misure come la condivisione di un protocollo regionale contro il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura, rendere operativo il Tavolo Verde regionale, approvare la legge sull’agricoltura sociale e mettere in campo misure e programmazione per valorizzare il lavoro agricolo di qualità, istituire una banca regionale delle terre incolte, creando opportunità soprattutto per i giovani, sostenere il ruolo strategico di un’azienda regionale come l’Arsac, anche attraverso l’avvio del ricambio generazionale».

Sono seguiti i contributi del Presidente del Consiglio comunale di Corigliano-Rossano Rosellina Madeo, del fondatore della “Comunità Progetto Sud” don Giacomo Panizza, dello storico Daniele Pisano e dell’autrice Lina Furfaro, mentre la lettrice Angela Campana ha interpretato alcuni passi significativi del libro. (rcs)

Sapia (Fai Cisl): Servono sinergie per affrontare criticità per il lavoro agro-ambientale regionale

«Servono sinergie per affrontare criticità, socializzare idee e sostenere il concetto di confronto in Calabria». È quanto ha dichiarato Michele Sapia, segretario generale di Fai Cisl Calabria nel corso del Consiglio generale del sindacato di fine anno.

«Cooperazione, concertazione e contrattazione sono la strada maestra per avviare una nuova stagione per il lavoro nel sistema agro-ambientale calabrese», ha detto Sapia, ricordando come «occorre dare piena operatività all’Osservatorio regionale agricolo, maggiore prevenzione e informazione sul tema della sicurezza, contrastare l’illegalità nei campi tramite il confronto regionale e il rinnovo del Cpl agricoli, sostenere il valore dell’agricoltura sociale anche attraverso una legge regionale specifica, costruire un modello di sviluppo agricolo partecipato, etico e sostenibile». 

Nella bonifica calabrese – ha continuato Sapia – sarà essenziale garantire centralità del lavoro e presidio territoriale, efficienza organizzativa e amministrativa, servizi all’agricoltura e investire sulla multifunzionalità della bonifica, non scaricare sui lavoratori le vecchie inefficienze amministrative e gestionali. Mentre per la lotta al dissesto idrogeologico e la salvaguardia del patrimonio ambientale calabrese, c’è bisogno di più alberi e più lavoratori forestali, attraverso investimenti e immediato ricambio generazionale. I tagli delle risorse statali dai vari Governi nazionali non sostengono il concetto della transizione ambientale». 

«Saremo impegnati a contrattare – ha proseguito – tutele e opportunità di welfare per le lavoratrici e i lavoratori del sistema agro-ambientale calabrese attraverso la contrattazione di secondo livello. Per questo ribadiamo l’importanza del confronto, applicare le norme contrattuali, rinnovare il Cirl forestale e avviare nuove opportunità contrattuali, come la recente sigla del contratto regionale per il sistema allevatoriale calabrese e il confronto in atto sul contratto regionale per gli imbarcati su natanti di cooperativa di pesca».

«Il settore ittico calabrese ha, però – ha ricordato – bisogno di ulteriori investimenti, forme di ristoro, luoghi istituzionali di confronto regionale e progetti di ricerca, fare rete per affrontare gli effetti negative delle normative europee. Preferiremo sempre – ha concluso Sapia – il dialogo e la proposta, per coltivare un cambiamento partecipato per il lavoro nel sistema agro-ambientale calabrese, avendo come stella polare la tutela del lavoro di qualità e ricambio generazionale».

Tonino Russo, Segretario Generale della Cisl calabrese, nell’intervento conclusivo ha dichiarato: «il percorso delle assemblee organizzative della Cisl ai vari livelli è stata una straordinaria occasione per analizzare mutamenti sociali e guardare agli scenari che abbiamo di fronte. Occorre, anche in Calabria, essere all’altezza delle nuove sfide rappresentante dalla transizione ecologica e digitale, dalle trasformazioni del mercato del lavoro e della società».

«Come Cisl Calabria – ha concluso – dobbiamo accettare la sfida del cambiamento nonostante le ataviche criticità che interessano la nostra regione, contribuire ad una reale crescita e un reale sviluppo, da concretizzarsi attraverso l’impegno e la responsabilità di tutti i soggetti istituzionali e sociali regionali, ognuno per la propria parte, per il lavoro, le persone e le famiglie calabresi». (rcz)

 

Sapia (Fai Cisl): Serve ricambio generazionale e sostenere lavoro di qualità

«Serve un immediato ricambio generazionale, sostenere il lavoro dignitoso, sicuro e ben retribuito, quello che chiamiamo “lavoro di qualità”». È quanto ha dichiarato Michele Sapia, segretario generale di Fai Cisl Calabria, nel corso del seminario formativo Sinergie per il lavoro agricolo di qualità in Calabria. Sicurezza, Formazione, Partecipazione svoltosi all’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

«La formazione è fondamentale, anche nel settore agricolo e agroalimentare, per rafforzare occupabilità e perfezionare le competenze. In Calabria – ha proseguito Sapia – nonostante vari esempi virtuosi di aziende agricole che hanno messo in atto processi di modernizzazione, servono più investimenti indirizzati a formazione, prevenzione per una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, innovazione e rigenerazione occupazionale, per riconnettere l’agricoltura agli altri settori produttivi».

«Costruire in Calabria un’Agricoltura 5.0 – ha spiegato – significa però anche valorizzare bilateralità, welfare aziendale, parità di genere e conciliazione tra tempi di vita e lavoro, confronto e contrattazione tra istituzioni, parti sindacali e datoriali, ma anche rafforzare sinergie con il sistema pubblico, politiche di connessione scuola-lavoro».

«Siamo convinti – ha detto ancora – che le nuove sfide che il settore agricolo calabrese dovrà affrontare nei prossimi anni, si chiamavano: competenze, economia green, ricerca, innovazione, filiera corta, contrasto al caporalato e alle agromafie».

«In questo complesso e difficile momento – ha sottolineato Sapia – servono più confronto e ulteriori sinergie per riconoscere il giusto valore sociale al lavoro agricolo».

Il seminario ha concluso il corso “Programmazione per lo sviluppo” finanziato da Foragri, che in questi mesi ha coinvolto dirigenti e operatori Fai Cisl del territorio calabrese, con un fitto calendario formativo e visite nelle aziende agricole del territorio regionale, in collaborazione con Agrilavoro Edizioni e l’azienda regionale Arsac e con il coinvolgimento di professionisti ed esperti.

La giornata si è aperta con un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime sui luoghi di lavoro.

Il seminario è stato introdotto e coordinato dal Presidente di Foragri, Vincenzo Conso, che ha dichiarato: «Sono oltre sei mila le aziende calabresi che aderiscono a Foragri, e anche questo convegno è frutto di un percorso che ha coinvolto le parti sociali e datoriali nell’affinare e qualificare le competenze nel lavoro agricolo della regione».

«É importante rendere il lavoro in agricoltura sempre più appetibile – ha concluso – migliorare la conoscenza tecnologica, specializzare le professionalità, garantire ricambio generazionale. In questo Foragri è al fianco delle imprese agricole e del mondo del lavoro che coinvolgono».

Presente per la segreteria della Usr Cisl Calabria, Rosaria Miletta, che ha evidenziato la necessità di sostenere la campagna di raccolte firme sulla legge di iniziativa popolare promossa dalla Cisl La partecipazione al Lavoro.

Per Miletta, infatti, «garantire la piena attuazione dell’art.46 della Costituzione, significa porre il lavoratore al centro delle dinamiche aziendali, renderlo soggetto attivo, migliorare tutele, welfare e salari. Un punto cruciale, specie in una regione come la Calabria».

Sono intervenuti, anche, il Rettore dell’Università di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti, il Presidente del Consiglio dell’Ordine regionale dei Dottori Agronomi e Forestali, Antonino Sgrò, Giacomo Falcone, docente di Economia ed Estimo rurale dell’Università Mediterranea, il direttore Generale dell’Inail Calabria Fabio Lo Faro, il direttore dell’Inps di Reggio Calabria Elisa Spagnolo, il dirigente del Settore regionale “Prevenzione e Sanità” Francesco Lucia, l’Assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo, il Presidente del Consiglio degli Studenti dell’Ateneo Girolamo De Giglio, mentre Ercole Giap Parini, docente di Sociologia dell’Università della Calabria, ha inviato un contributo scritto. 

A concludere i lavori del seminario formativo è stato Onofrio Rota, Segretario Generale Fai Cisl. «Su un milione di lavoratori in agricoltura ben 350mila sono stranieri, e c’è una proiezione per il 2030 di circa 500mila lavoratori immigrati. Necessario puntare su formazione, qualità del lavoro, legalità, contrattazione per garantire una continuità professionale».

«Dal punto di vista reputazionale – ha aggiunto – il lavoro agricolo non ha un grande riconoscimento. Bisogna cambiare questa tendenza, garantendo un giusto reddito a chi lavora nel comparto, che poi ha una ricaduta diretta su famiglie e collettività».

«Chiediamo quindi anche alle parti datoriali e alle istituzioni – ha proseguito Rota – di sostenere questa battaglia di civiltà. Ricordo poi il nostro impegno per la sicurezza, anche il nostro comparto è infatti interessato dal triste fenomeno degli infortuni mortali. Stiamo investendo molto sul progetto Fai+Sicurezza, per affrontare in maniera strutturale questo problema».

Durante l’iniziativa regionale è stato adibito una postazione sulla campagna di raccolta firme della Cisl e al termine degli interventi sono stati consegnati gli attestati di partecipazione al percorso formativo. (rrc)


Alla Mediterranea di Reggio il seminario regionale di Fai Cisl Calabria

Il 12 ottobre, nell’Aula Magna “Ludovico Quaroni” dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, dalle 9.30, si terrà il seminario formativo regionale Sinergie per il lavoro agricolo di qualità in Calabria. Sicurezza, Formazione, Partecipazione, organizzato da Fai Cisl Calabria, Foragri, Agrilavoro Edizioni e Terra Viva.

«Con questa iniziativa – ha spiegato Michele Sapia, Segretario Generale della Fai Cisl Calabria – vogliamo porre al centro del dibattito aspetti e tematiche che riteniamo fondamentali per il settore agricolo e agroalimentare calabrese, come salute e sicurezza, formazione, bilateralità, mercato del lavoro, centralità della persona, considerata l’importanza sociale, economica e occupazionale che l’agricoltura riveste nella nostra regione. Un momento di riflessione per analizzare caratteristiche e criticità dell’agricoltura calabrese, ma anche evidenziare opportunità ed esaltare l’eccellenza delle produzioni agroalimentari regionali e, insieme, socializzare proposte al fine di mettere a sistema le potenzialità di questo settore produttivo, un asset strategico per il territorio, la società e le future generazioni, attraverso la valorizzazione del lavoro agricolo di qualità».

«Questo evento potrà, inoltre – ha aggiunto – rappresentare una preziosa occasione per sostenere la campagna di raccolta firme promossa dalla Cisl sulla legge di iniziativa popolare “La Partecipazione al Lavoro, per cui sarà allestito un apposito spazio informativo all’interno dell’aula».

I lavori saranno introdotti dal Presidente di Foragri, Vicenzo Conso, per poi proseguire con i saluti del Rettore dell’Università di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti, del Segretario Generale della Cisl calabrese, Tonino Russo e del Presidente del Consiglio dell’Ordine regionale dei Dottori Agronomi e Forestali, Antonino Sgrò.

Seguirà la relazione del Segretario Generale della Fai Cisl Calabria Michele Sapia, e gli interventi di Ercole Giap Parini, docente di Sociologia dell’Università della Calabria, di Giacomo Falcone, docente di Economia ed Estimo rurale dell’Università Mediterranea, di Fabio Lo Faro, Direttore Generale dell’Inail Calabria, di Giuseppe Greco, direttore Generale dell’Inps Calabria, di Fulvia Caligiuri, neo Commissario dell’Arsac, di Francesco Lucia, Dirigente del Settore regionale “Prevenzione e Sanità Pubblica”, di Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura della Regione Calabria.

Presente anche il Segretario Generale della Fai Cisl nazionale Onofrio Rota, a cui saranno affidate le conclusioni.

L’iniziativa conclude un percorso formativo che ha visto in questi mesi coinvolti dirigenti e operatori della Fai Cisl regionale, esperti del settore agricolo, Enti regionali ed aziende agricole del territorio calabrese, attraverso un progetto finanziato da Foragri.

L’evento è patrocinato dall’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, dall’Azienda regionale Arsac e dall’Inail Calabria. (rrc)

Sapia (Fai Cisl): Disponibili a confronto col commissario Borrello per i Consorzi

Il segretario generale di Fai Cisl Calabria, Michele Sapia, augurando buon lavoro a Fabio Borrello, nominato commissario straordinario del Consorzio di Bonifica della Calabria, ha auspicato «che ci possano essere momenti e spazi di confronto regionale per intervenire e perfezionare aspetti, per come già richiesto in sede istituzionale, della legge regionale n. 39 pubblicata il 10 agosto scorso».

«Convinti della necessità di una riforma per la bonifica, delle opportunità e difficoltà che può comportare questa prima fase – ha aggiunto – e consapevoli dell’importante e gravoso impegno che il neo Commissario dovrà affrontare nei prossimi mesi, in cui, tra l’altro, dovranno essere approvati lo Statuto del Consorzio e il piano del fabbisogno del personale, ci rassicura la scelta di affidare tale incarico a una persona disponibile al dialogo e che ha vissuto esperienze nel settore».

«Pertanto, siamo fortemente convinti – ha proseguito – per come condiviso con tutti gli attori del settore durante il convegno regionale della Federazione in occasione dei 100 anni della Bonifica, che servirà un grande lavoro di rete e confronto per cogliere opportunità per nuove prospettive e gestire criticità e specificità degli 11 Consorzi per i quali sono stati anche nominati i Commissari Straordinari».

«Insieme, con responsabilità e buon senso affrontare le varie questioni che riguardano centinaia di lavoratori della bonifica calabrese, in questi giorni impegnati anche nella campagna irrigua.  Manifestiamo – ha concluso – sin da subito, la disponibilità dell’intera Federazione regionale per un fattivo confronto sindacale a sostegno della centralità del lavoro della bonifica e a favore di un comparto che in Calabria è strategico sia per l’agricoltura che per la salvaguardia del territorio». (rcz)

Sapia, Rota e Russo (Cisl): Correggere la legge approvata sui Consorzi

Il segretario generale di Fai Cisl Calabria, Michele Sapia, il segretario generale di Fai Cisl, ONofrio Rota e il segretario di Cisl Calabria, Tonino Russo, hanno ribadito come «siamo fortemente convinti che il sistema della bonifica in Calabria necessiti di una vera riforma condivisa e di un confronto sindacale per dare più centralità al lavoro degli addetti, protagonisti dell’attuale campagna irrigua che ad oggi è garantita in parte a spese del personale dipendente, considerati i ritardi nella corresponsione delle mensilità arretrate».

«Così come occorre dare maggiore rilievo a presidio umano e lavoro, tramite investimenti, sostenibilità finanziaria e programmazione», hanno aggiunto, spiegando che «una legge che crea apprensione sia per la scelta di accentrare tutto nel Consorzio unico, che rischia di creare una mega struttura consortile e non risolve le difficoltà amministrative attuali, trascurando la complessa realtà territoriale calabrese, sia in quanto, pur avendo mostrato la massima disponibilità al confronto e responsabilità per mettere a punto una necessaria, efficace ed efficiente riforma, finalizzata a superare le criticità accumulate in questi anni, non si è sviluppata la partecipazione auspicata».

«Ci auguriamo – continuano Rota, Sapia e Russo – che le dichiarazioni del Presidente Occhiuto, rispetto alla possibilità di porre modifiche e correttivi alla riforma, già a partire da settembre, possano realmente concretizzarsi in un vero confronto e valutazioni di merito, rispetto alle varie riflessioni e proposte sindacali, in particolare quelle emerse nel documento dalla Fai-Cisl consegnato in Commissione regionale».

«Ribadiamo, ancora una volta – hanno detto ancora Rota, Sapia e Russo – che è necessario dare certezze e prospettive al personale dipendente, mettere al centro il lavoro senza il quale non potrebbe esistere il concetto stesso di bonifica. Sarebbe un atto concreto di responsabilità per correggere quelle criticità presenti nel testo della legge approvata, che attendiamo di leggere nel dettaglio, e mettere freno a uno scenario futuro di incertezza e dequalificazione in un settore che necessita di valorizzare il capitale umano, tutelare le professionalità presenti, sostenere il presidio umano e territoriale, e avviare un ricambio generazionale, attraverso una programmazione di lungo periodo e investimenti per il lavoro ben formato, sicuro, contrattualizzato e qualificato, per aprire veramente una nuova stagione della bonifica calabrese che guardi ai prossimi trent’anni».

«L’insufficiente confronto di questi mesi con le parti sociali – hanno concluso i tre sindacalisti – ci auguriamo venga recuperato, per non continuare a trascurare e, soprattutto, non dimenticare facilmente, l’importante e professionale lavoro svolto ieri e oggi da lavoratrici e lavoratori, in forza o già in quiescenza, presso gli 11 Enti consortili, teso a garantire servizi pubblici essenziali per l’agricoltura e funzioni a tutela del territorio e delle persone». (rcz)

Sapia (Fai Cisl): Necessaria una riforma condivisa della bonifica calabrese

È «necessario avviare  una riforma del settore e ripetiamo la nostra perplessità e contrarietà al progetto di un Consorzio unico per l’intero territorio regionale». È quanto ha dichiarato il segretario generale di Fai Cisl Calabria, Michele Sapia, nel corso della seduta della VI Commissione del Consiglio regionale, presieduta dalla consigliera regionale

«Consideriamo positiva la convocazione – ha aggiunto –e per questo ringraziamo la Presidente Gentile, ma occorre sottolineare che si tratta del primo e unico incontro a cui sono state chiamate a partecipare le Organizzazioni sindacali di categoria. Mesi in cui abbiamo messo in campo tante iniziative, varie richieste di incontro, solleciti e proposte sindacali inviate». 

«Per questo riteniamo – ha spiegato – che la Regione dovrebbe avviare un percorso di confronto e ascolto, prima di portare questa proposta di legge in Consiglio regionale.  Condividiamo l’urgenza di una riforma ma è necessario un confronto e approfondimento adeguato. In questo contesto, è necessario superare criticità e vecchi stereotipi come anche  considerare quelle esperienze positive ed esempi virtuosi di alcuni Consorzi di bonifica, come dimostra anche l’iniziativa odierna per l’inaugurazione di un innovativo sistema di controllo della distribuzione idrica da parte del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese, oppure i 13 progetti presentati dai Consorzi di bonifica calabresi finanziati con le risorse del Pnrr, che hanno visto la Calabria prima tra le regioni italiane». 

«Apprezziamo l’idea di definire una riforma – ha detto ancora – ma oggi è importante discutere di questa proposta di legge in maniera matura, considerando le opportunità, implicazioni e effetti che potrebbero avere sul personale dipendente, sugli attuali Enti consortili, sui servizi al comparto agricolo calabrese e tutela del territorio. Serve un dibattito costruttivo per una legge equilibrata e ponderata. Non si inquadra positivamente, secondo noi, la convocazione del Consiglio regionale per giorno 3 agosto, in cui verrà posta la fiducia». 

«Inoltre, a nostro avviso – ha continuato Sapia – è necessario integrare nel testo di riforma quegli aspetti, come erogazione del Tfr, ritardi delle retribuzioni, la garanzia del regolare pagamento delle mensilità, vuoti previdenziali contributi, stato giuridico e contrattuale, trasferimenti e assegnazioni, che riguardano il personale dipendente dei Consorzi di bonifica in forza e già in quiescenza, evitando errori del passato».

«È necessario – ha sottolineato – garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali, tenendo conto dei vari aspetti contrattuali del personale dipendente alla data in vigore della proposta di legge, e programmare un necessario turn over del personale impegnato nell’attuale campagna irrigua. Ma una vera riforma si costruisce insieme, delineando una programmazione pluriennale e investimenti, prevedendo sostenibilità economica e finanziaria dell’intero sistema della bonifica calabrese. Purtroppo, constatiamo che le risorse finanziarie indicate nella norma sono insufficienti per un vero cambio di passo». 

«Mentre giudichiamo positivamente, l’introduzione riguardante i contratti fiume – ha detto ancora – come anche la partecipazione del sindacato nel Consiglio dei Delegati e il requisito di ammissibilità, previsioni di cui avevamo evidenziato l’importanza anche durante il Convegno regionale che la nostra Federazione aveva organizzato il 18 ottobre 2022 a Sibari». 

«Siamo contrari al Consorzio unico – ha ribadito – perché l’attuale proposta di legge non coincide con il concetto di servizi all’agricoltura, comprensori di bonifica, principi dell’Intesa Conferenza Stato-Regioni del 2008, e non considera le diverse vocazioni agricole, fragilità del territorio, bacini idrografici, patrimonio idrico e l’accentuata polverizzazione aziendale. Consideriamo inoltre questo testo non rispondente alle sfide rappresentate dalla transizione ecologica, per cogliere opportunità e risorse dai Piani europei, nazionali e regionali».

«Riteniamo essenziale – ha specificato – esaltare la centralità dei territori, la vicinanza della governance alle aree rurali, superare le varie criticità che oggi interessano il sistema della bonifica calabrese, offrire alle realtà produttive agricole servizi certi ed innovativi per una Agricoltura 4.0.  Quest’oggi abbiamo sostenuto l’importanza della partecipazione che per la Cisl è la strada maestra per un vero cambiamento sociale, e richiesto di prevedere ulteriori spazi istituzionali di confronto permanente, come l’istituzione della Consulta regionale della bonifica».

«Ci auguriamo che i contenuti e le proposte del documento consegnato quest’oggi siano accolti. Come Federazione regionale – ha concluso il Segretario Generale – saremo impegnati in prima linea affinché si possa riservare il giusto tempo per un reale percorso di confronto con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati su un tema fondamentale per il lavoro, l’agricoltura, il territorio e la sicurezza della comunità calabrese». (rrc)

 

Sapia (Fai Cisl): Valorizzare patrimonio boschivo e sostenere il ruolo del lavoratori forestali

«L’iniziativa odierna rappresenta un’ulteriore occasione per sottolineare quanto sia necessario aver cura degli alberi, valorizzare il patrimonio boschivo e sostenere la buona gestione delle foreste calabresi, conviti che la vera industria calabrese si chiami “forestazione”». È quanto ha sottolineato Michele Sapia, segretario generale di Fai Cisl Calabria nel corso della presentazione del libro Alberi monumentali in Calabria. Con una storia delle foreste calabresi di Francesco Bevilacqua.

All’iniziativa, svoltasi a Lamezia Terme e moderata dal giornalista Danilo Monteleone, hanno partecipato operatori, dirigenti e delegati sindacali della Fai Cisl Calabria. 

«La Calabria – ha ricordato Sapia – è tra prime regioni forestate d’Italia grazie anche al meritorio lavoro svolto negli anni dai lavoratori forestali. Insieme abbiamo il dovere di proseguire nella nostra azione sindacale per ricordare il fondamentale ruolo svolto dai lavoratori forestali e sostenere un cambio di passo con l’avvio di un immediato ricambio generazionale nel sistema ambientale-forestale».

«È necessario, in una regione fragile come la Calabria – ha evidenziato – investire in prevenzione, messa in sicurezza del territorio, rimboschimento e lotta al dissesto idrogeologico. Occorre programmare quella che chiamiamo Forestazione 2.0. Il benessere ambientale – ha concluso Sapia – senza un cambiamento partecipato, rischia di essere un’espressione vuota. C’è bisogno di un impegno fattivo, di responsabilità e di risorse finanziarie, come anche sarà necessario pianificare gli interventi».

L’autore del libro Francesco Bevilacqua ha richiamato l’importanza di visitare e conoscere il territorio calabrese, le montagne e le foreste con i suoi alberi monumentali.

«Purtroppo, non ci rendiamo conto – ha sottolineato lo scrittore – di quanta bellezza naturale c’è in questa regione. La riscoperta dei luoghi dimenticati e purtroppo abbandonati, oggi vuol dire opportunità di salvaguardare l’ambiente, di creare sviluppo, occupazione e fermare la fuga dei giovani». Bevilacqua ha inoltre richiamato l’importanza dei lavoratori forestali calabresi, denunciando, come scrive nel libro, che “il comparto sta subendo una costante riduzione di interventi e manodopera».

L’evento si è concluso con la lettura dei suggestivi ed evocativi versi, contenuti nel libro, Silenzio nella foresta. (rcz)

 

LAMEZIA – Si presenta il libro “Alberi monumentali in Calabria”

Domani mattina, a Lamezia Terme, alle 10, all’agriturismo Masseria Irisi, si presenta il libro Alberi monumentali in Calabria. Con una storia delle foreste calabresi di Francesco Bevilacqua.

L’evento è stato organizzato dalla Fai Cisl Calabria. Dialoga con l’autore il giornalista Danilo Monteleone.

«Riteniamo che iniziative di questo tipo – ha dichiarato Michele Sapia, segretario Generale di Fai Cisl Calabria – possano rappresentare importanti momenti di ascolto e di confronto per mettere al centro le tematiche dell’ambiente, esaltare la cura e la tutela tramite il presidio umano dello straordinario patrimonio boschivo e montano della nostra regione. Una ricchezza che è necessario conoscere e preservare, per cui accanto alle suggestive bellezze naturali, quali sono gli alberi monumentali calabresi, è fondamentale anche porre l’accento su chi, quotidianamente, si prende cura della montagna, del bosco e del territorio, ovvero i lavoratori del settore forestale calabrese».

«L’ambiente è uno degli argomenti più urgenti ed attuali – ha evidenziato –. Gli alberi e le sue foreste sono fondamentali per contrastare il cambiamento climatico, assorbire la CO2, ridurre l’inquinamento e frenare il dissesto idrogeologico, tutto ciò a conferma dell’importanza che riveste una buona gestione delle foreste. È indispensabile in Calabria, che è tra le regioni forestate più importanti a livello nazionale, aprire una nuova stagione nel settore forestale, valorizzando il lavoro, le professionalità, la formazione, attraverso adeguati finanziamenti e risorse, programmazione e pianificazione di lungo periodo». (rcz)

FORESTAZIONE, LA RICCHEZZA CALABRESE
TRE PARCHI E MIGLIAIA DI ETTARI DI BOSCO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La forestazione è la vera industria calabrese. Una dichiarazione, quella del segretario generale di Fai Cisl Calabria, Michele Sapia, che fa comprendere l’importanza di valorizzare e proteggere un settore che rappresenta la «più grande ricchezza» della Calabria.

La nostra regione, infatti, può vantare tre Parchi nazionali – quello del Pollino, della Sila e dell’Aspromonte – che, insieme al mare, sono un autentico e inestimabile tesoro che il mondo ci invidia. Ma non si tratta solo di tesori, perché questi elementi, messi insieme, sono una carta vincente per il turismo. Basti pensare ai numeri da record che Tropea ha raccolto nel periodo delle feste di Natale e di capodanno, o dei tantissimi turisti che scelgono la Calabria per passare le vacanze estive o invernali.

La forestazione, dunque, può essere, insieme al turismo, il motore di rilancio della Calabria. Ma, prima di tutto, si devono risolvere le tante criticità che questo settore deve affrontare.

«In una regione con migliaia di ettari di bosco, ricca di risorse idriche ma fragile e interessata dal dissesto idrogeologico, è strategico fare attività di manutenzione e prevenzione», ha detto Sapia, nel corso dei lavori del Direttivo della Fai Cisl Catanzaro – Crotone – Vibo Valentia, evidenziando come «serviranno investimenti e strategie regionali che mettano al centro il presidio umano, il lavoro della forestazione e bonifica tramite un immediato ricambio generazionale».

«Non è possibile innestare nuove politiche per una transizione ecologica e sicurezza del territorio se non si mette al centro il tema del lavoro ben retribuito e contrattualizzato – ha proseguito – garanzie finanziarie e immediato turn over in particolare nella forestazione calabrese. È necessario maggiore confronto e partecipazione per coltivare una Forestazione 2.0, innovativa, capace di valorizzare in modo sostenibile le risorse naturali, rendere nuovamente attrattive le aree interne che continuano a spopolarsi di generazioni».

Il segretario, insieme a Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl, già a dicembre 2022, avevano denunciato la mancanza di attenzione, da parte del Governo, per la forestazione nella legge di bilancio: «il tema dei tagli alla forestazione calabrese purtroppo non è una novità, ma la manovra del Governo è un’opportunità imprescindibile per salvare il comparto: siamo al fianco dei lavoratori e della Regione nel denunciare l’insufficienza delle risorse stanziate, emersa anche all’assemblea nazionale dei delegati Cisl, e ribadiamo che gli investimenti mancati nella cura del suolo e delle foreste si traducono sempre in costi moltiplicati per tutta la collettività».

«Servono modifiche e correzioni – hanno denunciato Rota e Sapia – attraverso il confronto e la concertazione con il Governo nazionale, la Regione, i gruppi parlamentari, e va messa in campo una visione riformatrice del settore coinvolgendo gli enti strumentali e le strutture competenti. In Calabria si contano ormai poco più di quattromila lavoratori forestali, gran parte monoreddito e con un’età media di circa 60 anni, conseguenza della legge del 4 agosto 1984, n. 442, un vero e proprio unicum che, nella sola Calabria, impedisce il necessario ricambio generazionale. Servono investimenti in prevenzione, cura del territorio e attività di rimboschimento da governare tramite il confronto e la buona contrattazione, mentre invece continuiamo a constatare l’abbandono delle aree interne, l’eccessiva cementificazione e il conseguente incremento del dissesto idrogeologico».

Un appello che non è stato ascoltato. Le risorse, infatti, sono insufficienti. Le risorse finanziarie sono pari a 50 milioni, «una cifra preoccupante – hanno detto Russo e Sapia, a dicembre – la più bassa degli ultimi anni, che non potrà garantire sia quelle attività di forestazione annuali che quelle finalità di sostegno all’occupazione stabilite nel decreto del 1993 in cui era previsto anche il finanziamento per i forestali calabresi. Pertanto, per l’anno 2023 le risorse statali e regionali attualmente messe a bilancio non potranno assicurare la normale tenuta del settore».

Ad unirsi al coro di indignazione, per il trattamento riservato alla forestazione calabrese, sono anche i segretari generali di Flai Cgil e Uila Uil, Caterina Vaiti e Pasquale Barbalaco: «440 milioni di euro per quattro anni sono insufficienti per il settore della forestazione».

È il 28 gennaio 2023. «Per l’anno 2023 sono previsti solo 60 milioni di euro totali da parte dello Stato», hanno rilevato i sindacalisti, evidenziando come «nonostante  l’impegno e le risorse messe a bilancio dalla Regione – hanno spiegato – pari 56 milioni di euro, non sarà possibile né garantire il normale svolgimento delle attività di prevenzione, in una regione perennemente interessata dal rischio del dissesto idrogeologico come la Calabria, né le coperture finanziarie per garantire le retribuzioni degli stipendi degli stessi lavoratori».

«Tutto questo – hanno aggiunto – in un contesto contraddistinto da una debolezza strutturale del comparto idraulico-forestale calabrese, composto per lo più da una forza lavoro monoreddito, con una età media avanzata e prossima al pensionamento, dovuta alla legge n. 442 del lontano 1984 che, per la sola Calabria, impedisce nuove assunzioni in questo comparto».

«L’attuale disposizione finanziaria, che ci preoccupa molto, mortifica un intero settore e la dignità degli addetti, non tenendo conto del valore del presidio umano e del lavoro forestale e sicurezza del territorio», hanno concluso i sindacalisti.

A confermare la gravità della situazione, il presidente di Confapi Calabria, Francesco Napoli: «il comparto della forestazione rischia il default».

«Alcune centrali a biomassa legnosa in Calabria hanno interrotto la produzione, e la chiusura riguarderà a cascata tutti gli impianti anche di altre regioni, compromettendo seriamente la tenuta dell’intero indotto dell’industria boschiva» ha spiegato Napoli, sottolineando come questo avrà impatto in Calabria, «che è la prima in Italia per estensione forestale con i suoi 700.000 ettari di patrimonio boschivo».

«L’assenza di un monitoraggio costante delle risorse forestali – ha proseguito – alimenterà il rischio concreto di incendi con conseguenti dissesti idrogeologi e gravi danni all’ambiente. Occorre un intervento immediato del governo per garantire la continuità produttiva e i benefici a essa connessi».

Una situazione che non è più sostenibile, che rappresenta un vero e proprio delitto nei confronti non solo della forestazione, ma anche nei confronti della Calabria, che continua a essere messa da parte o completamente dimenticata. (rrm)