Tavernise (M5S): Ripristinare le coincidenze del Frecciarossa a Sibari

«Ripristinare le coincidenze per il Frecciarossa a Sibari». È quanto ha chiesto il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, definendo inaccettabile «l’inesistente coincidenza del Frecciarossa che fa capolinea a Sibari alle 22,45 con il Bus navetta che arriva fino a Crotone e che parte da Sibari alle 4 del mattino del giorno dopo».

«Credo che 6 ore di attesa di notte, in una stazione ferroviaria deserta – ha aggiunto – non siano una prospettiva felice per nessuno. E penso anche che la pianificazione annunciata da Fs per la chiusura della ferrovia ionica debba essere assolutamente rivista tenendo conto delle esigenze degli utenti che non possono essere considerati e trattati quali pacchi postali».

«Già lo stop ai treni dal 16 settembre 2024 al 19 gennaio 2025 tra Sibari e Crotone sta provocando molti disagi ai pendolari. Ma invece di cercare di lenire una situazione già complicata di suo, si continua a disincentivare l’uso del trasporto pubblico andando a favorire quello del trasporto privato», ha concluso il pentastellato, augurandosi «che si sia trattato di un mero errore di pianificazione e che il problema si risolva in tempi molto brevi, così da consentire comodi rientri e non viaggi della speranza». (rrc)

L’OPINIONE / Franz Caruso: Basta annunci sul trasporto pubblico locale regionale

di FRANZ CARUSO – La Regione Calabria comunica di importanti intese raggiunte per la realizzazione di servizi coordinati  treno – bus, fra Trenitalia regionale e Ferrovie della Calabria, mirate a migliorare l’accessibilità attraverso l’intermodalità, oltre che per i principali attrattori anche verso i numerosi siti regionali di interesse culturale e turistico.

In realtà si tratta del progetto “stazioni virtuali” già in essere fin dal  2018  per alcuni collegamenti. Bene, pertanto, l’opera in continuità con le amministrazioni precedenti, ma, appunto, non è una novità, che comunque presenta già significative criticità.  Prima  fra tutte il fatto che i servizi bus di tpl in Calabria non sono effettuati nei giorni di domenica e festivi, verosimilmente i più importanti ai fini della mobilità turistica, salvo che siano stati autorizzati nottetempo unitamente al reperimento delle necessarie  risorse. Al di là degli annunci, comunque, sarebbe interessante sapere se trattasi di servizi bus aggiuntivi ovvero, un coordinamento coi servizi tpl, che notoriamente vengono ridotti nei periodi non scolastici e festivi, e che seguono dinamiche proprie difficilmente integrabili sempre, se non con azioni di potenziamento economicamente rilevanti.

Nelle scelte di merito, poi, meraviglia molto il come la Regione non abbia in questa occasione pensato di istituire un servizio ordinario bus che colleghi con regolarità Cosenza e Rende con  la Frecciarossa Trenitalia, che ferma a Torano in transito da e per Sibari e molto frequentata.
In realtà per sviluppare  strutturalmente il turismo in Calabria in modo efficace e stabile, e al  di la degli slogan e della vendita di illusioni,   il Presidente Occhiuto farebbe molto meglio a rivedere il suo inopinato disinteresse verso la realizzazione dell’alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio, svendendo il futuro della nostra terra a scelte meramente tecniche e prive di visione che ne snaturano il tracciato previsto e ne mettono a rischio la realizzazione stessa a causa della mancata integrazione delle risorse originariamente previste. Importante, sarebbe, inoltre, mettersi in gioco realmente per ottenere il potenziamento, e non già la continua riduzione, dei collegamenti aerei internazionali guardando, a 360 gradi dai nostri aeroporti vista la preziosa posizione della Calabria dal punto di vista geografico. È sotto gli occhi di tutti, infine, la necessità di una effettiva riqualificazione del tratto autostradale Cosenza-Altilia, dando assicurazione pubblica sulla certezza dei tempi e sul fatto che gli oltre due miliardi di cui si parla con Anas non siano   un semplice numero ma uno  stanziamento reale  e disponibile poiché supportato  da concreta e puntuale attività progettuale svolta.
Sono convinto che la Calabria non ha bisogno di annunci e propaganda di dettaglio, ma di una visione, di infrastrutture importanti, di risorse aggiuntive e di strategia orientata alla coesione e alla condivisione  e non già ai campanilismi ed al disinteresse. (fc)
[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

L’olio calabrese scelto da Trenitalia per i Frecciarossa

L’olio calabrese scelto per i passeggeri dei Frecciarossa. L’olio extravergine iGreco della linea “Tommy-Monodosi di qualità” in formato Mignon è stato infatti scelto per l’esclusiva ristorazione stellata dell’Executive Class, la classe di viaggio più prestigiosa del Frecciarossa di Trenitalia.

Oltre a vagoni dal comfort importante e sala meeting per incontri di lavoro, prevede un menù stellato, firmato dallo chef Carlo Cracco. Ricette preparate con ingredienti locali, di stagione e creatività tutta italiana. Piatti che valorizzano il meglio della produzione agroalimentare del nostro Paese in un’atmosfera unica e ricercata, in cui la scelta dei prodotti è orientata ai massimi livelli delle eccellenze agroalimentari italiane.

I viaggiatori dell’Executive Class potranno condire le portate proposte dal ristorante di bordo del Frecciarossa con olio extravergine iGreco. Un riconoscimento importante per l’altissima qualità dell’Evo calabrese.

«È un orgoglio essere parte di un progetto così importante che promuove il meglio dell’agroalimentare italiano tra i viaggiatori dell’Executive Class – spiega Tommaso Greco – Il nostro Evo, 100% calabrese, contribuirà a raccontare l’Italia delle mille ricchezze enogastronomiche regionali». (rrm)

L’OPINIONE / Gianni Papasso: Se realizzata la bretella di Sibari, l’Alto Jonio e Pollino esclusi dall’alta velocità

di GIANNI PAPASSO – In merito alla questione della lunetta o bretella di Sibari, devo far notare che sia l’Associazione Ferrovie in Calabria (con la quale poi ho anche interloquito e ringrazio per questo il presidente Roberto Galati) sia quanti stanno criticando in queste ore la mia presa di posizione in merito, stanno prendendo un grosso abbaglio.

Quello che Rfi vorrebbe costruire non è il vecchio progetto della bretella di Thurio (a cui l’Associazione Ferrovie in Calabria si riferisce) ma un altro progetto completamente diverso detto appunto bretella o lunetta di Sibari. Mi spiego meglio: già negli anni Ottanta circolava un progetto per ottimizzare la percorrenza dei treni sulla tratta Sibari-Cosenza.

All’epoca esistevano diverse stazioni tra cui quelle di Thurio e di Cassano-Doria. La bretella di Thurio (ricadente nell’allora Comune di Corigliano Calabro) doveva servire a collegare – e potenziare – le due stazioni per risparmiare una decina di minuti nel collegamento tra la linea jonica e Cosenza e la linea tirrenica. Questo progetto, però, non è stato mai realizzato: gli anni sono passati ed entrambe le stazioni di Thurio e Doria sono state chiuse dalle Ferrovie dello Stato.

Quello in discussione oggi è un progetto totalmente diverso e le foto che allego ne sono la prova: si tratta di una curva, una “lunetta” appunto, da realizzare in una zona centrale di Sibari che collegherebbe la linea ionica con la Sibari-Cosenza tagliando fuori, escludendo e depotenziando, la stazione di Sibari.

I dettagli tecnici

Parliamo di un progetto impattante: si prevede la realizzazione, in particolare di due viadotti ferroviari, uno dei quali con lunghezza complessiva di circa 330 metri, composto da nove campate da 30 metri, e una campata principale da 60 metri sopra la strada Statale 106, mentre l’altro viadotto è composto da un’unica campata da 20 metri. Gli impalcati sono sorretti da pile le cui altezze variano dai 4.60 metri ai 7.10 metri. Al di là dell’impatto acustico, anche l’impatto visivo dell’opera sarà importante perché andrà a deturpare irrimediabilmente l’immagine del territorio a forte valenza turistica ma anche caratterizzata da produzioni agricole tipiche vocazionali e specializzate (basti pensare che dove si vuole realizzare l’opera sono presenti diverse aziende agricole del settore olivicolo-oleario, agrumicolo e vi ha sede anche l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente di Sibari).

I due viadotti saranno in rilevato e passeranno sopra le case e le imprese nei pressi del campo sportivo di Sibari. Sottolineo che l’area in questione è considerata di notevole interesse pubblico per la valenza paesaggistica e archeologica oltre che essere interessata dalla nidificazione della cicogna bianca. Attualmente, nei pressi dell’intervento che si vorrebbe realizzare, sono in corso i lavori per l’eliminazione dei passaggi a livello mediante la realizzazione dei sottopassi. A suo tempo anche e soprattutto Rfi escluse categoricamente la possibilità di realizzare una sopraelevata che oggi, invece, si vorrebbe realizzare.

Altre considerazioni

Al di là delle questioni tecniche ci sono delle ulteriori considerazioni da fare. Non esistendo più la stazione di Cassano-Doria, infatti, collegando le due linee con la lunetta, Sibari avrebbe un grosso danno da diversi punti di vista senza che la città e i cittadini possano avere più accesso all’alta velocità. Un danno che si estenderebbe a tutto l’Alto Ionio e al Pollino che oggi fanno riferimento proprio alla stazione sibarita per i collegamenti veloci. Un comportamento irrispettoso nei confronti di questi territori che assume dei contorni ancora più misteriosi perché, dalle carte di cui siamo in possesso, emerge che il progetto risale al 2021 su richiesta della Regione Calabria nell’ambito di un tavolo tecnico di ascolto.

Una riunione alla quale il Comune di Cassano non è stato chiamato a partecipare né come organo tecnico-amministrativo né politico. Subiamo questa decisione voluta da altri ma ci opporremo a questo modus operandi di Rfi e Regione. Non si può trattare così un intero territorio che conta, solo a Sibari, oltre 7000 posti letti che non potranno più essere raggiunti agevolmente con l’alta velocità creando anche gravi disagi all’imprenditoria.

Ricordo a tutti che io sono il sindaco che ha lottato per il Psa della Sibaritide, per la Freccia a Sibari, per la Statale 106 Sibari-Roseto e che ha chiesto una metro leggera verso l’aeroporto di Crotone e verso l’università della Calabria e Cosenza e che ora sta lottando per avere altri collegamenti sulla jonica ma, mentre scrivo lettere a Trenitalia o fisso incontri con altri colleghi sindaci per chiedere nuove tratte per la Puglia e la linea Adriatica mi ritrovo a dover lottare contro chi pretende di prendersi il territorio e isolarlo dal resto della Calabria e del Paese.

Ribadisco che siamo di fronte non ad una difesa campanilistica ma alla possibilità che deve essere data a Cassano-Sibari, al Pollino e all’Alto Ionio di utilizzare le grandi linee di comunicazione come è stato fino ad ora. Stando così le cose difficilmente il consiglio comunale potrebbe approvare una variante a quel Psa a cui da poco abbiamo dato il via libera e che prevedeva ben altro. (gp)

[Gianni Papasso è sindaco di Cassano allo Ionio]

Tavernise (M5S): Regione intervenga per ripristinare il Freccia Sibari-Bolzano

Il consigliere regionale e capogruppo del M5S, Davide Tavernise, ha denunciato come il Frecciarossa Sibari-Bolzano sia «sparito dai radar».

«Dal 10 dicembre 2023 – ha spiegato – non sarà più prenotabile, per come indicato dal sito di Trenitalia. Non è la prima volta che questo treno subisce uno stop, per colpa di una burocrazia farragginosa che fa il paio con il disinteresse da parte della politica regionale nei confronti del vasto territorio della Sibaritide».

«Ci chiediamo come sia possibile nuovamente  – ha proseguito – e in prossimità delle festività natalizie che alla Regione sfugga il rinnovo di una convenzione così importante per tanti cittadini. La domanda è ovviamente retorica, anche alla luce di assenza di iniziative che questo esecutivo sta mostrando per il caro prezzi che ha investito il settore dei trasporti».

«Tornare in Calabria, quest’anno, per i tanti studenti, emigrati, o anche solo per chi deve spostarsi per necessità non legate alle festività natalizie – ha spiegato – è impossibile laddove non rappresenti un vero e proprio salasso. In aereo da Milano a Crotone si può arrivare a spendere più di 600 euro, da Roma a Lamezia tra i 300 e i 500 euro. Mentre i viaggi in treno se ancora prenotabili o non soppressi, come il Frecciarossa “Sibari-Bolzano”, presentano anch’essi costi difficilmente sostenibili per passeggeri a reddito medio o basso».

«Sono meravigliato dal fatto che Il presidente Roberto Occhiuto e l’assessore ai Trasporti della Regione Calabria, Emma Staine, non siano ancora intervenuti per garantire un diritto – ha detto ancora – quello alla mobilità su tutto il territorio nazionale, a salvaguardia degli interessi dei cittadini residenti in Calabria in un periodo storico in cui la crisi economica si abbatte sulle famiglie limitandone la capacità di spesa».

«Avrebbero potuto adottare misure a sostegno dei cittadini – ha concluso – come fatto dalla Regione Sicilia che, grazie ad un accordo con le compagnie aeree, ha attivato uno sconto di almeno il 25%, che diventa il doppio per alcune categorie, sul prezzo dei biglietti aerei ai residenti. In Calabria, invece, il tema dei trasporti è diventato di secondaria importanza, e non trova spazio nel dibattito politico». (rcs)

 

Frecciarossa Sibari-Bolzano, Tavernise (M5S): Inaccettabili i disservizi, Regione intervenga

Il consigliere regionale e capogruppo del M5S, Davide Tavernise, ha presentato una interrogazione al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, in merito alle «mancate coincidenze tra il Frecciarossa Sibari-Bolzano e i treni-navetta che dovrebbero servirlo».

Il nodo da risolvere è quello dei disagi vissuti da viaggiatori e pendolari per un servizio che non sempre rispetta lo scopo per cui è stato creato, ossia garantire la coincidenza con il solo treno veloce che si spinge sulla tratta Ionica e che può assicurare un collegamento con il resto dell’Italia.
«Con un accordo stipulato nell’aprile 2021 tra l’Autorità Regionale dei Trasporti della Calabria e Trenitalia, la Regione Calabria ha istituito un servizio treno-navetta da e per Sibari per garantire le coincidenze – ha spiegato Tavernise – e per questo motivo finanzia una coppia di treni. La coppia di treni regionali come anche le navette sostitutive, che raccolgono i viaggiatori dal crotonese e dal basso ionio da Crotone verso Sibari e sulla tratta inversa, in coincidenza con le partenze e gli arrivi della suddetta Freccia, sono spesso in ritardo al mattino, facendo perdere la coincidenza, e non attendono l’arrivo della Freccia in stazione alla sera, in caso di ritardo del treno veloce, partendo puntuali e assolutamente vuoti e creando ovviamente disagi e disservizi enormi per quei cittadini che viaggiano per questioni di salute, lavoro e studio».
«L’ultimo grave caso – ha ricordato Tavernise – si è verificato sabato 17 giugno, quando il Frecciarossa FR8519 è arrivato nella stazione di Sibari con 38 minuti di ritardo, alle 23:09. I 50 viaggiatori che avrebbero dovuto proseguire verso Sud non hanno trovato, però, nessuna coincidenza né servizi sostitutivi. Il treno regionale REG12979 delle 22:41 era infatti già partito, in perfetto orario ma vuoto, da Sibari e anche il bus sostitutivo fuori dalla stazione aveva preso la strada verso Crotone. Ma sono tante anche le segnalazioni dell’arrivo in ritardo, la mattina, dell’altro treno regionale REG5646 che non riesce sempre a giungere a Sibari prima della partenza del Frecciarossa».
«Tutto ciò non è accettabile. Non è pensabile che dei viaggiatori possano perdere la coincidenza con il Frecciarossa la mattina per andare a Salerno, Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Verona, Rovereto e Trento oppure rimanere ferme nello spiazzale della stazione di Sibari fino a tarda notte cercando di capire come fare per tornare a casa. Per questo motivo mi auguro – ha concluso il consigliere – che la Regione possa intervenire nell’immediato per far rispettare la convenzione, evitando i continui disagi patiti dai viaggiatori e pendolari della costa ionica e parallelamente per favorire lo sviluppo sociale, turistico ed economico di una zona così vasta e fondamentale della Calabria». (rrc)

Torna il Frecciarossa notturno tra Milano e la Calabria per il Ponte di Ognissanti e Immacolata

Nelle giornate del 28 ottobre, 1° novembre e 7 dicembre, tornano i collegamenti notturni dei Frecciarossa tra Milano e la Calabria. Trenitalia, infatti, ha predisposto sei nuovi collegamenti in occasione dei ponti di Ognissanti e dell’Immacolata.

Il Frecciarossa notturno partirà da Milano Centrale alle 21.20, con arrivo a Reggio Calabria alle 8.18 della mattina seguente. La partenza da Reggio Calabria è invece fissata alle 22.19, con arrivo a Milano alle 8.50 del giorno dopo. Disponibile nei sistemi di vendita di Trenitalia il Frecciarossa notturno ferma a Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella e, in Calabria, a Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni.  Il collegamento di ritorno per il ponte dell’Immacolata, previsto l’11 dicembre, verrà inserito successivamente nei canali di vendita con il completamento dell’offerta invernale.

Per raggiungere la Sicilia, inoltre, è possibile usufruire delle navi veloci di Blujet (Gruppo FS) in connessione con il Frecciarossa da Villa San Giovanni, per un facile interscambio fra i due mezzi di trasporto. Un servizio che si aggiunge alle Frecce e Intercity che collegano nord e sud del Paese per un’offerta sempre più flessibile, integrata e attenta alle esigenze di mobilità delle persone che, viaggiando di notte, potranno dedicare maggiore tempo allo svago e alla famiglia durante i ponti di novembre e dicembre. (rrm)

A Pasqua e per i Ponti di primavera tornano i Frecciarossi notturni tra Milano e la Calabria

In occasione della Pasqua e dei ponti di primavera, sono stati riattivati i Frecciarossa notturni con due collegamenti tra Milano e la Calabria e, nello specifico, per i giorni 13, 18, 22 e 25 aprile.

Il Frecciarossa notturno partirà da Milano Centrale alle 21.20, con arrivo a Reggio Calabria alle 8.18 il 13 aprile e alle 8.03 il 18, 22 e 25 aprile. La partenza da Reggio invece è fissata alle 21.37, con arrivo a Milano alle 8.45 della mattina seguente.

Disponibile nei sistemi di vendita di Trenitalia, il Frecciarossa notturno ferma a Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella e, in Calabria, a Paola, Lamezia Terme Centrale, Rosarno e Villa S. Giovanni.

Per raggiungere la Sicilia, inoltre, è possibile usufruire delle navi veloci di Blujet (Gruppo FS Italiane) in connessione con il Frecciarossa da Villa San Giovanni, per un facile interscambio fra i due mezzi di trasporto.

Un servizio che si aggiunge alle Frecce e Intercity che collegano nord e sud del Paese per un’offerta sempre più flessibile e attenta alle esigenze di mobilità delle persone che, viaggiando di notte, potranno dedicare maggiore tempo allo svago e alla famiglia durante le festività pasquali e in occasione del 25 Aprile. (rrm)

PNRR: PROGETTI DA MEZZO MILIARDO PER
RIFARE PORTI E STAZIONI DELLO STRETTO

dalla REDAZIONE ROMANA – Quali sono i progetti della Regione Calabria per utilizzare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? Non si sa nemmeno se è già stato presentato qualcosa, al contrario, la Sicilia sta lavorando sodo e l’Authority dello Stretto, guidata da Mario Mega, ha già predisposto insieme con il Ministero della Mobilità e RFI (Reti Ferroviarie Italiane) una serie di progetti per 490 milioni di euro finalizzati a rifare le stazioni marittime di Messina, Villa San Giovanni e Reggio (i tre porti dell’Authority) e finanziare l’acquisto di nuovi treni. Non si parla di attraversamento stabile dello Stretto, ma di potenziare trasporti e mobilità, sfruttando i quattrini del PNRR.

Naturalmente c’è una evidente paternità politica in tutto ciò, targata CinqueStelle, che può contare sul sottosegretario Giancarlo Cancelleri (che al contrario dei suoi compagni di partito è invece favorevole al Ponte) e sui deputati Francesco D’Uva e Valentina Zafarana che in Sicilia stanno tenendo argine al crollo verticale di consenso che ha colpito il MoVimento. L’insieme dei progetti dell’Authority dello Stretto serve anche a ridare smalto a un’iniziativa politica che sembrava destinata al tramonto e, non a caso, i grillini ne stanno rivendicando il merito per fini elettorali. Una lezione di efficienza che, però, dall’altra parte dello Stretto nessuno minimamente ha pensato di prendere ad esempio.

Non si tratta solo di ridare vita alle stazioni marittime ormai veri cimeli di un tempo andato, ma addirittura di pianificare l’utilizzo in Sicilia dei Frecciarossa che possano collegare più rapidamente (anche se con velocità limitata rispetto alle potenzialità delle motrici) l’isola con Roma e Milano e altri centri del Nord, attraverso il tradizionale traghettamento delle Ferrovie dello Stato. Si parla dell’acquisto di ben 12 Frecciarossa che da Villa San Giovanni proseguirebbero, via traghetto, in Sicilia per arrivare a Siracusa e Palermo. Naturalmente i tempi di imbarco e sbarco andrebbero completamente rivisti  e dimezzati se si vorrà trarre qualche vantaggio dall’utilizzo di treni superveloci.

Secondo quanto ha dichiarato il sottosegretario alle Infrastrutture Cancelleri, «La configurazione con le doppie motrici, lo sgancio rapido in punta e il fatto che sono treni più piccoli permetterà di dimezzare i tempi di imbarco e sbarco: i treni entreranno direttamente nelle navi traghetto e, una volta sbarcati a Messina, prenderanno le due direzioni – Palermo e Siracusa – senza necessità di montare e smontare le carrozze: non è l’alta velocità, la rete ferroviaria resta quella che è, inSicilia, ma il fatto che siano treni nuovi consentirà comunque di raggiungere i 200 km orari».

Resta da capire come faranno a entrare sui traghetti i Frecciarossa (che abitualmente viaggiano in due sezioni da 4 vagoni ciascuna – con 200 posti per ogni sezione) se non segmentando le due sezioni, per occupare i due binari centrali, come avviene attualmente con gli intercity. Dove starebbe il dimezzamento dei tempi, visto che tutte le operazioni di imbarco e sbarco avverrebbero con il solito locomotore diesel che oggi fa, con grande dispendio di tempo, il suo onesto lavoro di aggancio e sgancio? Che l’annuncio abbia molto sapore elettorale risulta evidente, ciò non toglie, però, che almeno, in Sicilia, i progetti ci sono. Il risultato finale non sarà, probabilmente, quello tratteggiato dai grillini, ma l’insieme merita la giusta attenzione.

Si consideri, inoltre, che accanto ai 490 milioni del PNRR bisognerà prevedere anche l’afflusso di altri 60 milioni aggiuntivi destinati a investimenti pubblici per progettare un immenso deposito di GNL (gas naturale liquefatto) che servirà come carburante per le navi e il trasporto su gomma. Insomma c’è, quanto meno, un’idea di programmazione e di pianificazione che i governanti calabresi dovrebbero tentare di imitare, senza lasciarsi affogare dalla becera burocrazia di Germaneto che ha il triste merito di affossare tutto e far rispedire indietro (com’è successo fino ad oggi) i soldi dell’Europa per incapacità di pianificazione e utilizzo degli stessi.

Come saranno destinate le risorse già impegnate? RFI utilizzerà 60 milioni per l’acquisto di tre nuove navi passeggeri per l’attraversamento dello Stretto. Si tratterà di navi ad alimentazione GNL o elettrica. 20 milioni sono destinati, invece, per le navi che traghetteranno i treni. Per le flotte private sono, inoltre, disponibili 35 milioni per rinnovare i mezzi. Per quanto riguarda i traghetti per trasporto ferroviario è prevista l’implementazione della flotta con una nuova nave pronta entro il 2025 ad alimentazione ibrida. La stessa nuova nave Iginia, pronta già a gennaio di quest’anno, subirà interventi di ibridizzazione per un costo di 3 milioni di euro.

Il pacchetto dei progetti è molto articolato: andrà realizzato a Tremestieri, sulla sponda sicula, il terzo approdo, mentre è prevista l’intera rimodulazione delle stazioni marittime di Messina e Villa San Giovanni in modo da offrire un percorso più agevole ai passeggeri in arrivo e in partenza, collegato anche con i mezzi del traghettamento privato. Secondo il presidente dell’Authority dello Stretto Mario Mega la previsione di un deposito costiero di GNL risponde a una logica avveniristica: «Il Gnl è il futuro immediato delle navi merci e di quelle da crociera, che così avrebbero un impianto di rifornimento in sud Italia. Inizialmente sarà rifornito via nave, ma l’obiettivo è che arrivi all’autoalimentazione. Attraverso l’impianto di microliquefazione lo si potrà poi distribuire a terra, per il rifornimento dei mezzi. Sicilia e Sardegna sono le uniche regioni dove non esiste una rete di Gnl, il che non consente ai tir di completare la transizione ecologica. Così, invece, avremmo il primo punto per sviluppare le reti di distribuzione a terra».

I grillini sono ottimisti sui tempi di esecuzione, visto l’obbligo di rispettare la scadenza del 2026. «Abbiamo superato – ha detto il sottosegretario Cancelleri – anche il modello Genova, lavorando ad un pacchetto di norme che consente l’attuazione di questi progetti riconoscendo agli enti attuatori ampi poteri di deroga. Il Tar non potrà più sospendere la gara in presenza di ricorsi, ad esempio: i progetti andranno avanti così come da aggiudicazione e, qualora un’impresa si ritenesse lesa e dimostri di aver ragione, sarà ammessa al risarcimento ma l’opera andrà avanti così come appaltata». Se così sarà, ci saranno indubbiamente vantaggi evidenti anche per Reggio e Villa San Giovanni. Vedremo. (rrm)

SALERNO-REGGIO, ALTA VELOCITÀ FASULLA
QUALI SONO I VERI TEMPI DI PERCORRENZA

di ROBERTO DI MARIA – I toni trionfalistici con i quali la neo Amministratrice Delegata di Rete Ferroviaria Italiana, Vera Fiorani, ha preannunciato le caratteristiche della nuova linea ferroviaria ad “Alta velocità” Salerno-Reggio Calabria, alla luce di qualche semplice ragionamento tecnico, appaiono del tutto infondati, se non decisamente ingannevoli.

La nuova linea, suddivisa in 7 lotti su un’estesa di oltre 445 chilometri, secondo le dichiarazioni della A.D. dovrebbe essere in grado di collegare le due città in meno di quattro ore, rispetto alle attuali cinque. Questa drastica (?) riduzione dei tempi di percorrenza si otterrebbe facendo viaggiare i treni “in media” ad una velocità compresa “fra i 250 e i 300 chilometri all’ora”.

Ora, va bene che a dare numeri sono bravi tutti, ma è pur vero che la matematica non è un’opinione. Infatti, i conti non tornano: se i 445 km della nuova linea fossero davvero percorsi a 250 km orari “di media”, sarebbero coperti in appena 1 ora e 47 minuti. Percorrenza che scenderebbe, addirittura a 1 ora e 29 minuti se la linea fosse percorsa a 300 km/h. Troppa grazia, Sant’Antonio!

Accontentiamoci pure di 2 ore per una eventuale linea Salerno-Reggio Calabria ad alta velocità vera, e chiediamoci come mai si arrivi a raddoppiare questo tempo di percorrenza su una linea realizzata secondo gli stessi criteri tecnici con cui è stata realizzata la dorsale Napoli-Roma-Milano-Torino. Sarà perché i criteri tecnici non sono affatto gli stessi, trattandosi di un’alta velocità farlocca?

Certo, dalle stesse dichiarazioni della Fiorani veniamo a sapere che i treni subiranno un non meglio precisato “rallentamento a 160 chilometri all’ora vicino Praia a Mare”; ma, anche considerando questo fattore, i conti non tornano ugualmente. A meno che il territorio di Praia a Mare non comprenda tutti i 445 km del tracciato, estendendosi, con un miracolo di geografia politica, su tre regioni (Campania, Basilicata e Calabria). E che il rallentamento sia a 110, anziché 160 chilometri orari.

Errare è umano, sia per la AD di Rete Ferroviaria Italiana che per i giornalisti che hanno riportato questi singolari dati tecnici. Peccato che la stessa narrazione della presunta Alta Velocità di questa nuova linea ferroviaria sia stata riportata, paro paro, da numerose altre voci, anche qualificate.

Mi chiedo: piuttosto che incorrere in così clamorose topiche, perché non presentare le cose per quello che effettivamente sono? La nuova ferrovia, che si inerpicherebbe verso il vallo di Diano per poi scendere nuovamente a mare proprio in corrispondenza della ridente località di Praia, quindi tornare a salire verso la valle del Crati e raggiungere Cosenza, ed infine seguire, per sommi capi, il tracciato dell’autostrada A2 fino a Reggio, altro non sarebbe che l’ennesima linea ad “Alta Velocità di Rete” (AVR). Concepita come le costruende Napoli-Bari e Messina-Catania-Palermo, con velocità di progetto di 160-180 km/h.

Velocità che, considerando le numerose fermate che ormai sembra siano diventate un obbligo di legge (e di convenienza politica) per tutti i treni a sud di Napoli, farebbe  quadrare i conti della Fiorani; a meno, ovviamente, della bufala dei 300 km/h. Il tutto alla modica cifra di 22,8 miliardi di euro, solo per i primi tre lotti.

Meno male che la A.D. di RFI si sia affrettata a precisare che la nuova linea prevede un modulo” di 750 metri, che si traduce nella possibilità di consentire la percorrenza della linea da parte dei treni lunghi”, spacciandola per una novità assoluta. In realtà, si tratta dell’adeguamento di sistemi di circolazione e piazzali di stazione alla percorrenza ed allo stazionamento di treni lunghi fino a 750 m., che allo stato attuale non avrebbero modo di essere composti, sulla dorsale tirrenica come in qualsiasi altra linea ferroviaria a sud di Bologna. Convogli di questa lunghezza sono richiesti dalle caratteristiche del moderno trasporto merci su ferro, con particolare riferimento al traffico containers, vitale per porti come Gioia Tauro.

A livello europeo tali adeguamenti tecnico-logistici sono attuati già da parecchi anni, tant’è che il “modulo 750” è previsto obbligatoriamente per i corridoi TEN-T, che però sono rimasti sulla carta in tutta l’Italia meridionale. Quindi, in sintesi, si tratta di ottemperare, con notevole ritardo, a consolidate prescrizioni europee, che farebbero finalmente decollare la portualità meridionale fino a metterla nelle condizioni di divenire la porta dell’Europa per le merci provenienti dal Far East; oggi recapitate inesorabilmente verso i porti del ricco nord Europa.

Tornando al concetto di Alta Velocità, ci tocca prendere amaramente atto che anche questo progetto, nonostante i costi elevatissimi, viene ridimensionato dal mito della “non remunerabilità” della AV “classica” da 300 km l’ora: una tesi ormai strenuamente sostenuta dagli ambientalisti al caviale, che sembrano essersi stabilmente piazzati all’interno dei Ministeri romani, in piena epoca di decrescita infelice.

Con buona pace degli studi che, dalla Università Federico II a Prometeia, vedono proprio nell’assenza della AV e nell’isolamento territoriale il primo ostacolo alla crescita del PIL.

A prenderli sul serio, insieme a qualche secolo di tecnica ed economia dei trasporti, si comprenderebbe bene come l’infrastrutturazione qualificata, reale e non semplicemente proclamata, sarebbe la prima cosa da fare in territori svantaggiati come il nostro Sud. Che, ormai, non richiede più di essere rilanciato come parte produttiva del Paese, ma di porre in essere, con estrema urgenza, tutto il possibile per arginarne l’inarrestabile declino socio-economico che lo allontana sempre di più dal resto d’Italia e dall’Europa.