Klaus Algieri: Servono politiche mirate e incisive per far rientrare i giovani all’estero

«Politiche mirate e incisive per far rientrare dall’estero circa 600mila giovani italiani di cui circa 100mila al Sud che possano contribuire alla riduzione del gap tra domanda-offerta di profili professionali da parte delle nostre MicroPMI». È la ricetta di Klaus Algieri, presidente della Camera di Commercio di Cosenza, per aiutare a far rientrare i giovani all’estero.

«Nei prossimi 5 anni – ha spiegato Algieri – le imprese italiane, secondo le stime Unioncamere-Anpal, avranno bisogno di 1,3 milioni di nuovi dipendenti, in particolare laureati e diplomati nelle discipline economiche e STEM. Nello stesso tempo già si stima che ci sarà un importante gap tra domanda e offerta di profili professionali qualificati quantificato in 470mila soggetti».

«Ad aggravare queste criticità, secondo Banca D’Italia – ha proseguito – negli ultimi 10 anni hanno lasciato l’Italia ben un milione di giovani e l’emorragia non è diminuita negli ultimi anni. La buona notizia è che, secondo recenti indagini, circa 600mila giovani qualificati e non, di cui circa 100mila al Sud, che attualmente lavorano all’estero hanno manifestato l’intenzione di rientrare in Italia date certe condizioni ambientali (ad esempio trattamento fiscale adeguato, progetti di ricerca innovativi, contratti a tempo indeterminato, livelli salariali in linea con le retribuzioni medie europee, agevolazioni per le start-up, etc.)».

«Evidentemente, se si riuscisse a realizzare una politica seria – ha evidenziato – che contribuisse al rientro dei nostri giovani molto probabilmente, unitamente ad altri interventi di contesto (ad esempio l’attuazione della riforma degli ITS, l’efficiente utilizzo dei fondi PNRR in particolare quelli destinati alla ricerca e ai progetti universitari con la creazione di reti con le imprese, allo sviluppo dei territori, etc.) si ridurrebbe in parte anche il deficit di fabbisogno di profili professionali da parte delle imprese».

«In questo contesto – ha detto ancora – il sistema delle Camere di commercio potrebbe dare un importante contributo sia in termini di diffusione delle informazioni sia con progetti mirati sul territorio insieme alle imprese, associazioni datoriali, Università, etc. Quindi, creare le condizioni perché migliaia di giovani possano rientrare in Italia nei prossimi anni, in particolare al Sud, e contribuire alla formazione di ricchezza del nostro Paese e non di quella altrui, dovrà essere a mio avviso un punto strategico e prioritario nei programmi dei partiti candidati alle prossime elezioni e del prossimo Governo a prescindere da chi vincerà il 25 settembre».

«Così – ha concluso –come sarebbe opportuno che anche il governo regionale approfondisse il suo impegno in questo senso, intercettando le risorse nazionali e, magari, stanziandone di proprie per riportare in Calabria risorse umane preziose». (rcs)

LE PAROLE NON BASTANO PIÚ, LA CALABRIA
È ALLA RICERCA DI UNA VISIONE ORGANICA

di FRANCESCO RAOL’Italia, nel suo insieme, racchiude una serie di risorse umane, materiali e immateriali dal valore inestimabile e il Made in Italy continua ad essere uno dei Brand più ambiti a livello planetario. In contropartita, molti tra i nostri migliori studenti, ancora oggi, per realizzare i loro sogni, sono “costretti” a fare le valige e partire con un biglietto di sola andata. Volendo essere buoni, sarebbe opportuno chiedersi il perché, nel 2022, si continuano ad affrontare le sfide della quotidianità con metodi simili a quelli utilizzati durante la metà del Secolo scorso.

Sicuramente qualcosa non ha funzionato nel verso giusto, oppure vi è una manifesta volontà tesa a non far funzionare un sistema avanzato come il nostro, costringendo la società a vivere in una perenne mediocrità ma con l’appannaggio dettato da aspettative futuristiche nelle quali l’innovazione più recente risulta essere allo stesso tempo obsolescenza conclamata. Alcuni potranno asserire che tutto ciò è il prezzo del progresso. Personalmente credo sia altro. Le risposte a queste domande, volutamente formulate senza l’utilizzo del punto interrogativo, preferirei consegnarle ai miei gentili lettori, magari dopo aver letto i contenuti della presente riflessione.

Da un punto di vista territoriale, ogni singola regione italiana, con il passare del tempo, ha saputo costruire una propria identità puntando principalmente sulle varie peculiarità possedute, senza trascurare la valorizzazione del microsistema, presente su scala provinciale e comunale. Sappiamo benissimo dell’esistenza di numerose regioni virtuose e non possiamo più negare che molte regioni sono ancora ferme, anzi, impegnate a segnare il passo e insieme a loro sono costrette a farlo milioni di cittadini. La presente riflessione, focalizzata sulla realtà calabrese, vuole ripercorrere quella metodologia insegnataci dalle nostre maestre ai tempi delle scuole elementari, quando l’interrogazione di geografia si svolgeva osservando la cartina fisica o politica per illustrare le peculiarità del territorio. 

Osservando la cartina della Calabria, percepiamo immediatamente la quantità e la qualità delle macro-disponibilità che necessiterebbero più di uno sforzo mentale volto a vedere le opportunità e non strutturale per doverle costruire. Con la certezza di non poter fare una approfondita analisi, sommariamente indico una breve didascalia iniziando dagli 800 km di coste (buona parte di esse non utilizzabili a seguito della conformazione montuosa del territorio e dall’intersezione dei binari ferroviari che ne inibiscono la realizzazione di apposite infrastrutture per valorizzarne il litorale. In buona sostanza, pensando al territorio della Locride, perché non vi è stata una progettualità tesa a traslare a monte i binari, attuando da una parte la rivitalizzazione delle aree interne e dall’altra l’implementazione degli insediamenti balneari?

Per quando riguarda le coste non balneabili, perché non si accetta la sfida della Blue Economy, ivi compresa l’acquacoltura? Vi sono poi i tre Parchi Nazionali (Pollino, Sila e Aspromonte). Quali segmenti turistici e quali piani strategici vengono attuati per coinvolgere annualmente un turismo di nicchia, desideroso di vivere questi luoghi, per molti versi ancora sconosciuti oppure trasformati in una cornice utile a narrare quanto le Istituzioni dovrebbero debellare in pochi mesi? Quante guide turistiche e quanta ospitalità diffusa si potrebbe accogliere? Andando avanti, dopo il mare e la montagna, poniamo l’attenzione sulla pianura. Per l’esattezza, nei confronti delle sei pianure della Calabria (Scalea, Sibari, Crotone, Sant’Eufemia, Gioia Tauro e parte della Locride), esiste un progetto strutturale dell’agricoltura nel quale oltre ai prodotti siano compresi appositi marchi identitari per conferire valore tanto alla produzione quanto ai territori? Da un punto di vista culturale: i numerosi monumenti storici, i musei e gli scavi archeologici, in parte visitabili ed in parte inaccessibili a causa di lavori finanziati con il contagocce, ci siamo chiesti in quale circuito nazionale ed internazionale dell’Arte sono rintracciabili?

Senza voler inveire, le guide turistiche, utili a promuovere questi luoghi, sono reperibili su portali specifici e tradotte in tedesco, giapponese, cinese e arabo? Per quanto riguarda il capitolo dei libri, da una parte mi fa piacere apprendere una forte presenza di scrittori calabresi, ma quali saranno le sorti delle nostre biblioteche, stracolme di pregiatissimi volumi?  Attualmente, tali patrimoni librari, sembrerebbero essere stati assegnati d’ufficio ai famelici tarli in quanto, l’idea di mettere in rete le biblioteche della Calabria ed a sua volta creare un portale internet contenente l’intero patrimonio letterario e scientifico, non è stata ritenuta strategicamente utile. Altra domanda: quanti studiosi, ricercatori, restauratori e visitatori avremmo potuto accogliere?

Le Università attive in Calabria, seppur concentrate ad affrontare quotidianamente le sfide poste alla loro attenzione da un mercato del lavoro intento a reperire elevate competenze, vista la professionalità e la preparazione dei docenti e vista la propensione dei discenti nel voler studiare in Calabria, motivazione che comprende anche l’impossibilità per molte famiglie di mantenere i loro figli negli Atenei del Nord oppure presso le costose Università telematiche, quando riusciranno a superare un paradosso, racchiuso in tutti quei corsi di laurea ormai superati e causa del mismatch occupazionale? La parola d’ordine oggi risiede nella ricerca tecnologica, nella gestione dei big data, nell’elaborazione di strumenti informatici utili ad alimentare i logaritmi dell’intelligenza artificiale i quali, affiancati alla robotica e all’info mobilità segnano il futuro. 

Occorre guardare ai prossimi 150 anni e non al tempo passato, altrimenti i giovani e le future generazioni somiglieranno alle generazioni del passato i quali, trovandosi al cospetto del progresso e non sapendolo interpretare, hanno scelto di essere conservatori per sentirsi più forti senza palesare tutta la loro ignoranza. 

Accanto a quei corsi di laurea tradizionali ma utili allo sviluppo, occorre dedicarsi alla sperimentazione di nuovi percorsi innovativi, superando l’esperienza vissuta da migliaia di laureati, costretti a studiare sino a 45 anni per poi poter sperare di vivere una vita da precari oppure doversi consegnare alla servitù della malavita o nel dover ripiegare per accontentarsi riponendo in un cassetto titoli di studio, entusiasmo e capacità indispensabili a generare sviluppo. In Calabria vi sono anche insediamenti industriali di pregevole virtuosità. Buona parte di essi attendono la materializzazione della famosa “Zona Economica Speciale” e della strutturazione degli interporti per poter avviare processi di produzione, capaci di invertire l’attuale curvatura del sistema occupazionale. Intanto, proprio questa mattina, si apprende da Gazzetta del Sud, che dopo 15 anni, è stato superato il limite che impediva il trasferimento della rete ferroviaria dal CORAP a RFI, frutto dell’Accordo di Programma Quadro adottato nel 2007 dall’allora Giunta regionale e riproposto nel 2020 con caparbia dall’Assessore regionale ai Trasporti Domenica Catalfamo.

Anche questi risultati, perché sono giunti così in ritardo? Quanto occasioni perse? Chi ne ha la responsabilità? Il Porto di Gioia Tauro, vista la movimentazione di container e vista la particolare predisposizione dei fondali (tra i più profondi del Mediterraneo) avrebbe meritato maggiori attenzioni e maggiori investimenti, invece di dover attendere così a lungo il collegamento con la rete ferroviaria? Naturalmente, manca ancora un altro importantissimo passaggio per completare l’opera: rendere possibile la percorribilità ai convogli ferroviari lunghi 750 metri, attualmente non possibile a causa di una galleria presente lungo la linea Reggio Calabria-Battipaglia. Anche in questo caso, vuoi vedere che il ritardo è stato causato per non incidere sulla produttività di qualche altro Porto Italiano? Di questo passo, come si può pensare di poter creare nuova occupazione, sviluppo e crescita socioeconomica in una Calabria affamata di lavoro? Al fine di poter fornire un quadro d’insieme ai gentili lettori, vorrei puntualizzare che la portualità in Calabria, oltre allo stesso Porto di Gioia Tauro, conta altri 38 Porti. Seppur di minore dimensione, parte di questi Porti sono stati adibiti ad approdi turistici ed altri a scali commerciali. Anche in questo caso, la domanda sorge spontanea: si potrebbe fare molto di più, oppure va bene così? Vi è poi il capitolo afferente alla mobilità. 

In tal senso abbiamo un primato che la penuria di autostima non ci consente di valorizzare nei modi dovuti. Forse non tutti sono al corrente che la vecchia autostrada Salerno-Reggio Calabria, oggi Autostrada del Mare, sta per divenire una tra le arterie autostradali più evolute d’Europa. Tutto ciò sarà possibile grazie alla lungimirante visione di ANAS che ha progettato e sta realizzando lungo l’A2 la prima Smart Road Italiana. Tutti i processi di manutenzione, aggiornamento e supporto, necessari per questa innovativa via di trasporto, destinata ad accogliere mezzi condotti dall’intelligenza artificiale grazie al sistema cellulare 5G, li commissioneremo ai neolaureati cinesi oppure vogliamo iniziare a formare le nostre Risorse Umane, fissando gli obiettivi riconducibili alla tecnologia informatica, alla robotica e all’intelligenza artificiale come innovazione capace di trattenere le migliori intelligenze? Inoltre, le Scuole e Università quando inizieranno a pensare e investire di più, magari promuovendo sistemi di fund raising per finanziare borse di studio, laboratori ultra moderni, viaggi studio per i meno abbienti e promuovere un modello di orientamento scolastico volto a porre fine alle tante fiere del nulla, con annesse distribuzioni di gadget e sorrisi smaglianti, donati da quei dirigenti che temendo il sotto dimensionamento e il trasferimento dimenticano volutamente il loro ruolo e  improvvisandosi di anno in anno in tutt’altro contribuiscono a rubare il futuro dei giovani?

Il sapere e la meritocrazia possono tornare di moda quando la serietà di un sistema politico-istituzionale inizierà a dare ascolto e porre attenzione alle competenze del futuro da intersecare sapientemente alle abilità richieste in passato e rispondere ai richiami dell’OCSE con la crescita culturale che sino ad ora abbiamo saputo soltanto perdere. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario e aereo, purtroppo siamo ancora ai litigi dell’asilo. Tante volte è un fatto antropologico, registrato quotidianamente tra i tanti contendenti i quali, da una parte sarebbero propensi a vantare pubblicamente i meriti dell’alta velocità e dall’altra sono impegnati a stracciarsi le vesti pretendendo fermate dei treni che da Alta Velocità finirebbero per diventare Espressi perdendo l’efficacia di quei collegamenti veloci indispensabili per i nostri viaggiatori. Solo per espletare meglio il concetto ricorro ad un esempio: per la tratta Roma-Milano, in treno, necessitano 3 ore e 10 minuti e sono previste due fermate intermedie (Firenze e Bologna). Un voluto treno Alta velocità, da Reggio Calabria a Roma, secondo l’acclarata necessità proveniente dagli amministratori locali dovrebbe effettuare soltanto in Calabria almeno in dieci fermate per servire i centri più importanti situati lungo la linea. La domanda sorge spontanea: ci rendiamo conto dove nasce il ritardo? Idem per gli aeroporti: in una regione di 1.900.000 abitanti si può pretendere che ci siano tre aeroporti con collegamento da Roma a Milano giornalieri?

In questo caso la curiosità potrebbe essere intuibile ma la condivido: quante persone viaggiano quotidianamente in aereo su queste tratte? Forse, con un solo aeroporto, situato nel centro della Calabria (Lamezia), servito da una metropolitana di superficie capace di collegare in meno di un’ora tutto il territorio regionale con lo scalo aereo, non saremmo stati più al passo con i tempi, ottenendo maggiori rotte nazionali e internazionali e implementando le opportunità di far giungere in Calabria un turismo abituato a muoversi utilizzando le combinazioni aereo, treno e autobus? Pensateci bene, prendendo la valigia e uscendo da casa, quanto tempo necessita per raggiungere l’aeroporto più vicino utilizzando un mezzo pubblico? Raggiunto l’aereo porto, quale frequenza di voli è disponibile?

Anche queste scelte potrebbero essere annoverate tra i primi segnali di una transizione ecologica reale che da noi stenta ad essere compresa e attuata, soprattutto per mera questione culturale. Volutamente non entro nel merito del segmento afferente alle attività produttive della Calabria, sono profondamente convinto che sino ad ora non sia stato possibile esprimere tutta la potenzialità produttiva di questo territorio per penuria di pianificazione, programmazione e organizzazione. Tali regole aziendali, valgono tanto e rappresentano il valore aggiunto di un mondo artigianale, agricolo, commerciale e societario troppo preso dall’idea che l’imprenditore sa fare tutto e poi spreca fiumi del proprio profitto in spese inutili per tentare di far crescere la propria azienda. Anche questa è una questione culturale. Inoltre, mancando la diffusione del modello cooperativo, i numerosi ritardi registrati nell’organizzazione aziendale, riconducibili anche alla penuria di formazione continua, hanno plasticamente rappresentato la sommatoria degli ulteriori  ritardi strutturali, consolidandone le difficoltà produttive e a sua volta divenendo causa determinante di una crescente difficoltà anche nell’accesso al credito per far fronte al pagamento delle tasse e per affrontare quei costi aggiuntivi, legati al trasporto e alla distribuzione, che incidono sul prezzo finale dei prodotti. 

Percorrendo ancora questa strada, quale futuro potrà avere il nostro segmento produttivo? Potrà mai concorrere a pari dignità con altre aziende più evolute e insediate in un Centro-Nord iperconnesso e veloce? Purtroppo, a noi manca anche la cultura delle filiere di produzione e la capacità di promuovere insieme al prodotto l’immagine mediante la realizzazione di confezioni più raffinate capaci di veicolare l’importanza racchiusa nella storia di ogni prodotto e soprattutto il valore impresso dalle generazioni che hanno custodito nel tempo i vari processi di produzione, tramandando ad altre generazioni non un lavoro ma una grande cultura produttiva.

Per il momento mi fermo. Non scrivo altro. Vorrei sperare che negli spunti offerti possa esserci motivo di riflessione e soprattutto voglia di immaginare una Calabria capace di volare alto attraverso nuove scelte e nuovi percorsi. (fr)

[Francesco Rao è giornalista e sociologo, presidente della Sezione Calabria dell’Associazione Nazionale Sociologi]

L’OPINIONE / Caterina Villirillo: I veri eroi della Resistenza sono i giovani

di CATERINA VILLIRILLO – I grandi (intesi per adulti), si sono messi a giocare alla guerra, non avendo nulla da fare. Evidentemente. Dimenticando però che la guerra si porta dietro vite spezzate, distruzione, e tanto, tanto dolore.

Noi vogliamo ricordare tutti quegli eroi contemporanei, come ad esempio Peppino Impastato e Lea Garofalo, che per amore della propria libertà hanno lottato da soli, perdendo la vita. Vedete, nelle guerra non ci sono solo vincitori e vinti, ma anche e soprattutto famiglie che piangono i loro morti.
Ecco perché è importante difendere e portare avanti sempre e comunque i propri ideali, in una società ormai anonima, superficiale, che non ha più il coraggio delle idee e delle parole. Di battersi per i propri diritti, gli stessi che molte volte sono calpestati da istituzioni assenti, come spesso accade in Calabria, dove alcune persone camminano emanando un odore che sa di morte. Perché il non ribellarsi poi ti fa marcire dentro, ti fa impazzire, ti fa accettare sempre ed a testa bassa la volontà mafiosa.
E intanto la corruzione diventa sempre più un tumore invisibile che poi  uccide. Ecco perché è molto importante combattere con tutte le nostre forze per cercare di cambiare l’ambiente in cui viviamo, aiutando i nostri giovani con la musica, la cultura, il sociale, entrando nelle loro teste, per aiutarli a comprendere che la vita è un’altra, ed è tutta un’altra cosa.
I veri eroi della Resistenza di questo secolo sono i giovani. Perché è stato tolto loro tutto, anche il futuro, un lavoro, e la certezza e la serenità di vivere in un pianeta vivo, e non portatore insano di morte. In Ucraina c’è la guerra, e ci sono donne che combattono fiere, resistono, per la libertà, per i loro diritti, per il loro  Paese, per i propri figli. (cv)
[Caterina Villirillo è presidente di Libere Donne Crotone]

L’OPINIONE / Antonio Errigo: I giovani possono valorizzare le spiagge e il mare della Calabria

di ANTONIO ERRIGO – La fortuna premia i più capaci! Essere fortunati per i cari Cittadini Calabresi,  abitanti o residenti meno in Calabria, da quello che si deduce dai comportamenti individuali sembrerebbe che non sia sufficiente.
Che la Calabria sia una Regione paesaggisticamente  bellissima e profumata dal Bergamotto di Reggio Calabria, lo sanno tutti!
Quello che non tutti sono  ancora a conoscenza, che la Calabria è la prima Regione d’Italia, per estensione di litorali sabbiosi, denominate “Spiagge”dall’art. 822,  del Codice Civile e art. 28 del Codice della Navigazione.
Le spiagge e gli altri beni pubblici,  appartengono allo Stato e sono enucleati  nella categoria dei Beni Demaniali Marittimi.
In particolare, per quanto riguarda le spiagge destinate a uso turistico ricreativo, l’amministrazione di questi beni pubblici è affidata ai Comuni Costieri. La Calabria possiede oltre 616 Km, di spiagge quasi tutti questi tratti di litorale marittimo, fruibili turisticamente e ambientalmente,  in mille modalità e gusti individuali.
Le spiagge e il mare sono talmente importanti per l’economia non solo marittima che vengono considerati i due beni a godimento pubblico generale, trainanti per la Green e Blue Economy Calabrese. Sono oltre mille e forse più, le tipologie di attività imprenditoriali e sportive, che “volendo e burocrazia regionale e comunale permettendo”, si potrebbero svolgere sulle spiagge, sul e in riva al mare della Regione Calabria.
Non voglio scomodare il diritto ambientale o i principi di economia turistica, per sostenere la mia convinzione. Voglio solo sollecitare con questo scritto, i Giovani Cittadini Calabresi e non solo, che in Calabria già esistono i naturali presupposti giuridici e ambientali in senso stretto (mare, spiagge, monti), per consentire a chi intendesse investire nella altamente redditizia attività turistica ricettiva,  attrezzata a carattere stagionale  estiva, e per i più volenterosi, anche per maggiori periodi dell’anno.
Penso a quell’attività  economica ad altissimo rendimento, strettamente connessa con la fruizione delle spiagge e del mare, rappresentate dalle strutture turistiche balneari polivalenti, attrezzati o meno con adiacenti impianti sportivi open, più semplicemente chiamati e conosciuti, come  “Stabilimenti Balneari”.
In tutte le Regioni marittime o marine d’Italia la disponibilità di lunghe spiagge è sinonimo di benessere economico  personale e famigliare assicurato.  peraltro ad alta capacità occupazionale giovanile. Ogni titolare di uno stabilimento balneare per per poter aprire i battenti deve assicurare  per legge almeno la presenza continuativa in spiaggia, in posizione operativa di vigilanza bagnanti, uno o due “Assistenti Bagnanti” che si possono alternare sulla “Torretta di Osservazione” ad ampia visibilità.
Il numero degli Assistenti Bagnanti è correlato al numero degli ombrelloni e sdraio posizionati sulla spiaggia ed eventuale piscine per adulti e bambini interne allo Stabilimento Balneare.
Generalmente gli “Assistenti Bagnanti” sono dei giovani e atletici studenti diplomandi o iscritti ai primi anni dell’Università, trattandosi di un lavoro stagionale, ben remunerato, compatibile con altri interessi personali, sportivi, relazionali e non molto impegnativo.
Colui il quale intende intraprendere questa particolare attività turistica ricettiva estiva, deve  presentare all’Ufficio competente del Comune, la propria istanza corredata dai necessari allegati atti tecnici e urbanistici, al fine di richiedere e ottenere,  il rilascio  da parte del Dirigente preposto al Demanio  del Comune marittimo, di un Atto Amministrativo, chiamato “Concessione Demaniale Marittima”.
L’entità dell’investimento finanziario necessario,  è proporzionato alla natura e grandezza, della struttura che si intende realizzare. Parte da un minimo costo di sdraio, tavolinetti e ombrelloni, con Capanno Drink asservito, per spiagge attrezzate di libera fruizione, che non supera i 25.000€, a importi nettamente superiori per la realizzazione di veri e proprie strutture turistico ricettive balneari, che in alcuni casi superano i 100/200 mila euro di investimento,  trattandosi di opere a supporto del turista, ordinariamente di facile montaggio e rimozione.
Ora non è facile per chi come me, ha conosciuto questo settore turistico, comprendere le ragioni che non consentono a un Gruppo di Giovani Amici-Amiche Calabresi, penso ai componenti di una Squadra di Calcio, Pallavolo, Pallamano, ed altre discipline sportive, che decidono di cooperare per la realizzazione di uno Stabilimento Balneare c.d. Sportivo. Sono quelle strutture turistiche, dotati di attrezzature sportive da spiaggia, acquatici, di benessere e semplici campetti per praticare calcio a 5, beach volley,  beach tennis e padel ecc..
Allora “Giovani Sportivi Calabresi” armiamoci e partiamo assieme, le spiagge esistono e sono pure belle e con sabbie bianche, il mare è unico al mondo, cosa aspettiamo il denaro. L’iniziativa se individuale occorre un piccolo o adeguato finanziamento bancario, se collettivo un modesto prestito famigliare di 2000/5000 € cadauno tra i Giovani atleti cooperanti.
Sono a conoscenza che “l’Istituto per il Credito Sportivo”(ICS),  “l’Ente Nazionale per il Microcredito”,e la Società Partecipata al 100%, dal MEF “Sport e  Salute”, promuovono, sostengono e finanziano,  queste nobili attività sportive e ricreative pubbliche, finalizzate ad salvaguardare la salute pubblica, assicurare e diffondere il   benessere psicofisico dei Cittadini, attraverso la pratica di discipline sportive.
Buon lavoro Giovani Sportivi della Calabria! (ae)

La Rete Impegno in Calabria incontra la vicepresidente Princi: obiettivo un organismo rappresentativo giovanile

Creare un organismo rappresentativo giovanile. È stato questo il fulcro dell’incontro tra la rete giovanile Impegno in Calabria e la vicepresidente della Regione Calabria, Giusi Princi.

L’incontro, avvenuto a Palazzo Campanella, ha visto la partecipazione dei rappresentanti giovanili delle organizzazioni che fanno parte della Rete. Obiettivo: rendere concrete le proposte fatte nel settembre 2021 nell’ambito del “Manifesto dei giovani calabresi” poi firmato dal Presidente Regionale Occhiuto attraverso la lettera d’impegno, subito prima della sua elezione a Governatore.

L’incontro, coordinato dagli interventi dei promotori della rete Giulia Melissari e Valerio Arcobelli, ha messo in luce tutto il lavoro di partenza e di continuità che si è fatto nella costituzione di questa importante rete di partecipazione giovanile. Necessario pensare alla tematica giovanile come un’emergenza vera e propria, non pensare ai giovani come una problematica futura e lontana ma presente e reale. Millennials e generazione Z, quest’ultima rappresentata dallo studente Danilo Avila, il quale ha fatto presente proprio la paura dei giovani del futuro, oggi tra i banchi di scuola domani protagonisti della vita. “Questa è la forza di questa rete. Diverse voci con diverse qualità e professionalità. 

È necessario superare le strategie tradizionalmente impostate per settori ed aree di intervento a favore di logiche organizzative ed operative per obiettivi,” ha affermato Melissari condividendo quanto anticipato in apertura dalla stessa Princi. 

«Ascolto, lavoro, spazi di aggregazione, servizio civile, Neet e tanto altro al centro del confronto aperto e coatante – ha aggiunto Arcobelli – attraverso la realizzazione de “Il manifesto dei giovani calabresi”, che si sviluppa su due direttrici: partecipazione ed opportunità. Queste possono essere declinate in differenti modi, ma sono i pilastri sui quali vorremmo si sviluppassero le attività di questa Giunta Regionale».

La rete ha intercettato e messo insieme con fatica le diverse anime dell’associazionismo giovanile laico e cattolico, dando frutti importanti come la redazione del Manifesto da cui seguirà l’attivazione di altrettanti gruppi di lavoro con l’obiettivo di produrre conseguenti provvedimenti legislativi e amministrativi.

Da sempre vicino al mondo giovanile, la vicepresidente ha subito fatto sue e accolto le proposte avanzate dai suoi graditi ospiti, volendo imprimere un input d’azione immediato per riuscire a creare il prima possibile un organismo rappresentativo giovanile con l’obiettivo principale di dare voce ai giovani, utilizzando l’arma solitamente poco usata dalla politica, l’ascolto. La Vicepresidente della Regione intende invece rendere protagonisti i giovani, ponendoli al centro di un progetto nuovo e diverso di Regione, dando concretezza ai bisogni già individuati nei suoi tanti anni di esperienza e di lavoro “sul campo”. 

Il prossimo passo sarà infatti quello di allargare a livello regionale il coinvolgimento del mondo giovanile calabrese all’interno della programmazione. (rrc)

L’assessore regionale Varì: La Regione sosterrà progetti di ricerca e innovazione

L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì, ha ribadito che «la Regione farà la propria parte per sostenere chi, come i ragazzi dell’ITI-ITG di Vibo, saprà coniugare le vocazioni economiche del territorio (agricoltura, artigianato, turismo, pmi) con progetti di ricerca e innovazione che possano determinare crescita e sviluppo, dentro e fuori i confini calabresi».

L’assessore, infatti, ha partecipato al Cinquantenario del liceo scientifico Machiavelli di Soriano Calabro, «dove mi ha accolto una comunità grata al Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per aver previsto sul loro territorio un ospedale di comunità».

«Sono poi intervenuto all’evento, all’ITI-ITG di Vibo Valentia – ha aggiunto – per celebrare gli studenti che sono stari premiati dal presidente della Repubblica Mattarella per aver realizzato un Drone impollinatore ed un rover in grado di segnalare l’effettiva necessità di irrigazione, contribuendo così allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile».

«In entrambe le occasioni – ha concluso –, nell’evidenziare che quelle umane sono le risorse più preziose che un territorio possa vantare, ho esortato i ragazzi a studiare, a formarsi al meglio, ad essere coraggiosi intraprendenti e ambiziosi, perché la conoscenza e le competenze sono strumenti di lavoro, di benessere, di successo e di libertà, non solo individuale, ma del territorio che quelle capacità esprime». (rvv)

Scarcella (CI Giovani): Mettersi al servizio e lavorare per il bene di tutti per un domani migliore

Cetty Scarcella, responsabile regionale dei Giovani di Coraggio Italia, ha sottolineato che «per offrire un domani migliore alla nostra regione è necessario anche mettersi al servizio e lavorare concretamente per il bene di tutti».

«In Italia abbiamo la necessità di formare i giovani – ha spiegato – la prossima classe dirigente, e creare una squadra forte e coesa, che sappia confrontarsi e organizzarsi per aumentare così non solo la cultura politica, ma anche quella civica».

«Il futuro sarà scritto da noi – ha sottolineato – che abbiamo il diritto e il dovere di dire la nostra e di esserci, di partecipare attivamente. Le ultime elezioni sono state un segno, in particolare con l’elezione di un giovane proprio
di Coraggio Italia: Salvatore Cirillo».

«Sono onorata – ha detto ancora – di poter portare il mio contributo al partito e ringrazio tutti i dirigenti per la grande fiducia tributatami e rinnovata solo pochi giorni fa. Come sempre metterò il massimo impegno per far sì che alcune tematiche legate ai giovani e al futuro, così delicate e rilevanti, possano essere trattate nel modo più approfondito possibile sia a livello nazionale che regionale».

La responsabile regionale, inoltre, si sofferma sulla situazione politica e sul possibile ruolo di ‘Coraggio Italia’.

«Sono tanti gli appuntamenti importanti che aspettano la Calabria – evidenzia –, a partire dal Pnrr che rappresenta un punto di svolta per il territorio. Ma dobbiamo anche fermarci e guardare indietro, riflettere e focalizzare gli errori del passato, come il cattivo uso di alcuni fondi europei, e capire come rilanciare la nostra regione. La cosiddetta “Missione 1” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede, ad esempio, lo stanziamento di 2 miliardi e 400 milioni netti per il settore turistico, comparto che potrebbe far veramente ripartire la Calabria. Bisogna essere protagonisti della progettualità e della ripartenza, offrire le competenze per uno sviluppo del territorio».

Poi conclude: «Nei prossimi mesi mi confronterò con la dirigenza regionale del partito per porre le basi alla costruzione di questo movimento politico giovanile. La Calabria ha bisogno anche di una Scuola politica che possa formare gli amministratori, per avere a disposizione, fra due o tre anni un primo nucleo di giovani dirigenti preparati, abituati ad interagire e vera risorsa del partito. È fondamentale acquisire gli strumenti per partecipare in modo attivo e responsabile alla vita politica locale e nazionale». (rrc)

L’OPINIONE/ Emilio Errigo: Vi prego, non facciamo piangere i giovani

di EMILIO ERRIGO – In Calabria non sono stati sufficienti secoli di sofferenze e crudeltà arrecati dai conquistatori,  e dominatori, agli abitanti delle Comunità Costiere da depredare, i quali dall’antica Grecia si spingevano fino alle acque degli antichi borghi allora abitati dagli Itali e dai Bruzi, ora dai Calabri o Calabresi.

Poi la cronistoria degli eventi più dolorosi e delle dominazioni si sono susseguiti dopo la dittatura della seconda dominazione Borbonica (1815-1860), fino alla avvenuta annessione al Regno d’Italia(1861).

Dal 1861 al 2021, certo che la vita dei Calabresi d’Italia che abitano in Calabria, non è più quella di un tempo fatta di inenarrabili crudeltà e miseria infinita, che oggi sicuramente sarebbe da considerarsi indegna per ogni essere vivente chiamato impropriamente umano.

La nascita della Repubblica e dei conseguenti solenni principi, valori, diritti e doveri, affermati nella Carta Costituzionale, hanno reso la vita più giusta, libera, dignitosa e sicura sotto molteplici aspetti sociali. Recentemente ho voluto trascorrere un breve ma molto intenso periodo in Calabria. L’ho girata in macchina, in treno a piedi e bicicletta, in lungo e in largo, da nord a sud, dallo Ionio al Tirreno e Adriatico.

Quanta bellezza umana, che Gente solidale, Uomini e Donne sempre sorridenti e accoglienti, ospitali, garbati e innamorati della loro terra.

Percorrendo la Statale litoranea 106, denominata della morte, in ragione degli innumerevoli incidenti stradali mortali, per poi immettermi nella Autostrada Reggio Calabria – Salerno, i miei occhi venivano attratti dai colori verde e arancione, a destra e sinistra delle carreggiate. Migliaia e migliaia, di alberi da frutta e agrumi a grappoli colorati a fare da compagnia ai numerosi guidatori di automobili e altri occupanti, come se la natura in una tratto di clemente bellezza, volesse essere grata della loro presenza in Calabria.

Allora vi prego, non fate piangere la Calabria, non dimenticatevi del mare, dei boschi, della natura ancora incontaminata per assenza di industrie inquinanti, andate a visitare i numerosi Parchi Nazionali e Giardini Storici, i Musei e i beni culturali in essi custoditi di rara bellezza artistica scultorea.

Vi prego non fate più piangere i Giovani nel mentre partono in cerca di migliori opportunità, abbracciando con un arrivederci i loro famigliari. Il mare non accoglie più le lacrime dei tanti Giovani i quali con cadenza oramai periodica lasciano la Calabria per raggiungere città e nazioni diverse. È mai possibile fermare questo esodo dal Sud interminabile?

Il nostro neo caro Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha in mente delle idee e progetti in tal senso? (em)

[Emilio Errigo è nato in Calabria, docente di diritto Internazionale e del Mare e Generale in ausiliaria della Guardia di Finanza]

 

Giovani del Sud, Il premier Draghi: I ritardi nella spesa sono tassa sul vostro futuro

«I ritardi nella spesa, che per troppo tempo hanno colpito il Mezzogiorno, sono un ostacolo alla vostra libertà e una tassa sul vostro futuro» è quanto ha dichiarato il premier Mario Draghi nel suo intervento all’Its Cuccovillo a Bari e riportato da Italpress.

«Le risorse messe a disposizione per il Sud – ha aggiunto – oggi non hanno precedenti nella storia recente. Dobbiamo spendere bene questi soldi, con onestà e rapidità. La responsabilità è del Governo, ma anche dei Comuni e degli altri enti territoriali».

«A voi giovani  – ha concluso – spetta il compito di trasformare l’Italia. Il nostro compito è mettervi nelle condizioni di farlo al meglio. Il vostro è cominciare a immaginare il Paese in cui vorrete vivere.Preparatevi a costruirlo, con passione, determinazione e – perché no – un pizzico di incoscienza».

Quello di Bari, è il primo di una lunga serie di incontri dedicati alla spiegazione degli investimenti del Pnrr, come riporta Il Mattino, che ha evidenziato come l’incontro con i ragazzi dell’Its sia stato fortemente voluto dal Premier.

«Il programma di investimenti e riforme che abbiamo concordato con la Commissione Europea – ha detto Draghi – mette al centro voi e i vostri coetanei. Per questo ho deciso di iniziare da qui un percorso che illustri il Pnrr e che nelle prossime settimane coinvolgerà tutto il Governo. Investiamo circa un miliardo e mezzo di euro per dare ulteriore slancio agli Its. E favorire l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro».

La sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ha evidenziato come «le parole de Presidente del Consiglio Draghi spronano il rilancio del Mezzogiorno, che può avvenire solo attraverso una capacità di spesa rapida ed efficiente».

«Stiamo mettendo in campo – ha spiegato –  risorse e strumenti straordinari per il Sud, serve la massima collaborazione tra Stato ed Enti locali per attuare gli investimenti e non sprecare neppure un euro dei fondi stanziati».
«Abbiamo il dovere – ha concluso – di cogliere l’enorme opportunità del Pnrr per ridurre il divario territoriale e far ripartire il Mezzogiorno: è in gioco la crescita di tutto il Paese». (rrm)

I GIOVANI CALABRESI E IL DISAGIO SOCIALE
NO, GIOVANI E BASTA, CUI OFFRIRE FUTURO

di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – No, non parlate di giovani “calabresi”, come a voler intendere, giovani “con il marchio fisso”, quando raccontate di pistole e risse violente.

L’audience sale, è ovvio, l’etichetta calabra ha un certo appeal, ma vi prego, non girate maniacalmente il coltello nella piega e a scopo strettamente commerciale, o per motivi di tornaconto. Tanto vale targarli alla nascita, questi figli, e sulla loro culla scrivere: disgraziati, figli di puttana, mafiosi. 

Aiutate invece a recuperare il tessuto sociale mancante che li disgrega. Contribuite, ognuno con le proprie competenze, a rimarginare le ferite che li fanno soffrire. A curarle. Generalizzare, come se la testa di cazzo di pochi, fosse quella di tutti, non è giusto. È bastardo e irregolare. I giovani calabresi, quelli responsabili, sono ben altro e ben altri. E sono il meglio. All’Unical se ne potrebbe rintracciare buona parte. Quelli a cui invece si fa marcato riferimento, l’aborto della Calabria. 

Generalizzare un sistema, è criminale. Peggio delle malefatte che il crimine stesso commette. 

Il sistema va studiato, e in tutte le sue parti. Con raffinata concentrazione, partendo dai covi in cui questo si genera, e dai gruppi in cui prolifica. Famiglia, scuola, società civile. Riformando, se serve, le coscienze di quell’asse umano, in cui il pensiero che riaffiora è disordinato. Debole o già praticamente corrotto.

Ci sono analisi di carattere sociale che, al fine di una società sana, richiedono necessariamente indagini accurate, basate sulla scomposizione degli elementi che questa include. E in virtù di ciò, non ammettono ipotesi. L’analisi del quadro giovanile nella società contemporanea, va organizzata prima e strutturata poi, in base alle sofferenze che la deprimono. E che nell’indifferenza generale, generano giovani che nel contesto più ampio, si impongono come diversamente giovani. I figli ‘incoscienti’ del piccolo crimine sociale.

È certamente triste la questione giovanile nel mondo. Quella che si consuma nelle periferie ancora di più. 

Risse, pistole, schiaffi, pugni…

Cosenza, Vibo, Reggio come il far west. Cinema d’azione all’aperto. immagini da sconcerto. Non di meno, nel resto d’Italia e in Europa. In tutto il mondo. Il conto è troppo grande, generale e globalizzato.

È attiva una frammentazione sociale stravolgente. Dove il disagio è una mancanza esagerata che non coinvolge esclusivamente l’assenza di valori fondanti, ma la scarsa offerta di esempi. 

La famiglia è debole, e la scuola da sola non basta più. Non è più efficace, in quanto singola istituzione. Serve uno schieramento maggiore di forze, in cui il soggetto educatore abbia non il compito, ma il dovere assoluto di formare generazioni pensanti, non uniformi al pensiero delle masse, in grado di intendere e di volere. 

Serve un fondo – umano – di cultura (senza fondo), a perdere, volto a finanziare, le aspettative sociali di milioni giovani in tutto il mondo. Ma che non sia un piano di addestramento formale, ma una forma strategica di incentivo, volto alla formazione e alla crescita umana, sociale, culturale, politica e morale dei figli.

Ve lo ricordate l’Antonello di Corrado Alvaro, in Gente in Aspromonte? Quanto tempo dovette attendere il ragazzo prima di incontrare la giustizia e raccontarle il fatto suo?

Il disagio sociale del giovane pastore si ripete ancora oggi, e addirittura si amplia.  

Troppa poca e troppa scarsa formazione, poco Stato, e soprattutto pochissima giustizia sociale. E troppi, troppissimi ominicchi e mezzi uomini. 

La mancanza di certezze, punti fermi, riferimenti e guide, tormenta le nuove generazioni. Le inabissa. E mentre la terra gira su sé stessa, essi gravitano disordinatamente intorno alla terra. E si allontanano, poi si riavvicinano… Non hanno pace. C’è un’inquietudine di fondo che li disturba. Ed è per questo che, anche silenziosamente, con il loro modo di essere giovani, chiedono ai grandi, di poter scrivere al presente, una storia che al futuro non funziona più. La loro storia. Quella reale.

Chi non si sente responsabile del male di vivere che grava su giovani e adolescenti, scagli pure la prima pietra. Ma chi invece si sente in dovere di recuperare, faccia pure il suo nome, e prima che quello del proprio figlio venga cancellato per sempre dalla storia del mondo. Piangere sarà peggio che morire. (gsc)