IN CALABRIA SOLIDARIETÀ E INCLUSIONE
A SALVAGUARDIA DELLA SALUTE MENTALE

di FRANCESCO CANGEMIOggi il mondo celebra la Giornata della Salute mentale. Ma la Calabria come si prepara a celebrare questa giornata? Con i soliti e immancabili problemi legati non tanto ai professionisti del settore ma, bensì, a quello delle strutture pubbliche. In un momento storico come quello attuale, in cui la cura della salute mentale è diventata fondamentale, la poca attenzione da parte delle Istituzioni sul tema è allarmante.

D’altronde, se in Italia si parla di un incremento consistente a ricorrere all’aiuto di uno psicologo o di uno psichiatra per affrontare le fragilità che emergono nel corso di una vita che ci fa sentire sempre più sottopressione, nella nostra regione, invece, sembra esserci indifferenza.

E questo deve far riflettere, perché dopo il Covid, il numero dei giovani che decidono di ricorrere alle cure psicologiche o psichiatriche sta aumentando vertiginosamente.

La pressione sui giovani, dal mondo esterno e dal mondo interno, sta diventando sempre più schiacciante e loro sperano di trovare una soluzione nella terapia. Più in quella di parola che in quella dei farmaci. Ma, molte volte, la parola psicologica non è sufficiente ed ecco aumentare il consumo di farmaci che aiutano a contenere stati ansiosi.

C’è una consapevolezza maggiore nelle nuove generazioni, non esiste praticamente più la “sciocca” vergogna di affrontare una psicoterapia per affrontare i blocchi che la vita ci pone e questo è un bene perché, tendenzialmente, dovrebbe portare ad avere donne e uomini di una sensibilità più spiccata.

Torniamo a fotografare la situazione della nostra regione.

A Cosenza, ad esempio, esiste un solo Centro di salute mentale pubblico ed è oberato da un numero di pazienti molto, molto importante. Le istituzioni hanno praticamente lasciato “soli” i medici dell’Asp che operano nella struttura (che “gestisce” anche il reparto di psichiatria dell’ospedale Annunziata), e che combattono quotidianamente una battaglia in favore dei pazienti ma che, troppe volte, schiaccia gli operatori. Per non parlare della totale solitudine che affrontano dal punto di vista dell’assistenza sociale. Non riescono, infatti, a trovare interlocutori istituzionali che li ascoltino veramente e questo, per i medici della struttura, è a dir poco frustrante vista la mole di lavoro a cui, ogni giorno, vanno incontro.

Non si può pensare di risolvere il problema della salute mentale, a Cosenza, effettuando soltanto trattamenti sanitari obbligatori meglio noti come Tso.

Ma se la Calabria Citra non se la passa bene, nel reggino non ride di certo. Giusto pochi giorni fa, sulle nostre pagine, abbiamo ospitato l’accorato appello scritto da Giuseppe Foti, Vincenzo Barbaro e Filippo Lucisano operatori della Coolap di Reggio Calabria che, senza mezzi termini, scrivevano di come «La cura della salute mentale dev’essere “strumento maturo” e sufficientemente attendibile, ma al momento risulta ostaggio di criticità e di carenze di risorse economiche e strutturali di cui la politica, e non solo, si deve fare assolutamente carico, come facciamo noi da sempre e con spirito di sacrificio».

«Vi ricordiamo, a tal proposito, – scrivevano in un appello i tre operatori alle istituzioni reggine – che da oltre otto anni i ricoveri sono bloccati e questo ha comportato il venir meno del diritto alla cura per tanti pazienti, che avrebbero come unica alternativa la strada. Molti vengono, passateci il termine poco ortodosso, “deportati” in altre strutture fuori regione, rendendole più che mai traboccanti e assumendo sembianze manicomiali: tutto il contrario di quanto compiuto dall’Italia con la legge Basaglia, tesa proprio ad eliminare questo tipo di strutture. Abbiamo constatato con la pubblicazione della rete territoriale, che i numeri dei posti letto (170 circa) non sono assolutamente corrispondenti alla richiesta di un territorio vasto come quello di Reggio Calabria e provincia».

A Catanzaro non si sta bene nemmeno. Con la scusa che la consulenza psichiatrica è divisa fra l’Asp e il Policlinico universitario, il reparto di psichiatria di via Campanella scoppia, anch’esso, di pazienti da visitare. Accanto ai medici di lungo corso, ci sono tutta una serie di giovani promesse del settore che si formano curando già i pazienti con grande professionalità nonostante tutto.

Ad attenuare un po’ la situazione, ma veramente di poco, ci pensano gli psicologi privati che non tutti si possono permettere anche se molti, per fortuna, applicano tariffe calmierate a chi non può permettersi di spendere determinate cifre per difendere il proprio stato di salute mentale.

E poi c’è il mondo dell’associazionismo.

Un esempio su tutti viene da Cosenza, anzi da un paese vicino che è Carolei.

«Il 10 ottobre si celebra la Giornata mondiale della Salute mentale – scrivono dall’associazione presentando l’iniziativa di un safari alternativo – un’occasione importante e, per certi versi, unica per riflettere sulle iniziative che riguardano tante donne uomini del nostro tempo. In un’epoca in cui siamo concentrati nella ricerca di modelli e azioni che consentano la sostenibilità economica e ambientale delle nostre iniziative, l’attenzione agli aspetti sociali è talvolta limitata rispetto al complesso delle necessità che si manifestano».

Aggiungono da Carolei: «In tale contesto, la fattoria sociale e didattica Arcadinoé ha organizzato un evento che consentirà di scoprire i suoi percorsi laboratoriali rivolti alle persone con diversa abilità. L’idea del “safari” è dunque quella di affacciarsi e di immergersi, con la curiosità dell’esploratore, nei percorsi inclusivi progettati e realizzati dall’Arcadinoé.

Con il sostegno di Coldiretti Calabria e di Campagna amica, dalle ore 10 ci si ritroverà per scoprire i percorsi di agricoltura, musica, teatro e artigianato, in cui ciascuno de “i ragazzi dell’Arca” ha il suo compito specifico, necessario per la riuscita complessiva delle attività. Il tutto è reso possibile grazie al supporto dei volontari che sposano i valori e la missione della fattoria sociale».

«Al termine del safari – conclude la nota – è previsto un momento di ristoro e di riflessione sull’esperienza vissuta, per dipingere un quadro concreto di collaborazione e sensibilità, con i diversi ospiti del mondo della politica, degli enti assistenziali, dell’università, del mondo del volontariato e i cittadini che hanno già espresso la loro adesione alla manifestazione. L’Arcadinoé, con “salute in campo”, vuole offrire il suo contributo di testimonianza e impegno per celebrare, con la semplicità che la caratterizza, una giornata così importante per i propri ospiti, le persone più sensibili al tema della sanità mentale e, certamente, per l’intera comunità degli uomini». (fc)

IN CITTADELLA OGGI IL CONVEGNO
scarica la locandina del programma della conferenza salute mental

Firmato accordo tra Regione, l’Ens e Mom per inclusione dei bambini sordi nelle scuole

Sostenere la lingua dei segni quale strumento essenziale per abbattere le “barriere comunicative”. È questo l’obiettivo della convenzione che è stata firmata tra l’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Calabria, l’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi Ets Aps (Ens) e la Mom – Nido e Casa dei Bambini Montessori Montalto Uffugo (CS).

La Lis non è una forma abbreviata di italiano, ma una lingua con proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali che, come tutte le lingue, ha un lessico in costante evoluzione e regole che consentono di “segnare” qualsiasi argomento, dal più concreto al più astratto.

«Sono felice – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali, Emma Staine – di aver messo in contatto queste due realtà e di aver presenziato alla nascita di questo importante progetto. Questo è un esempio positivo del fare rete, quando il welfare diventa realmente strumento di inclusione sociale».

È assolutamente importante fornire strumenti, sin dalla prima infanzia, ai bambini nati sordi o con una sordità acquisita nei primi anni di vita. La lingua parlata e scritta è un processo complesso che richiede anni di terapia logopedica, oltre ad una precoce protesizzazione e ad un lungo e faticoso percorso educativo, per il bimbo e per la sua famiglia.

È peraltro scientificamente dimostrato come il successo scolastico sia maggiore nei ragazzi sordi che acquisiscono la lingua dei segni come prima lingua. Per il bambino sordo, infatti, è fondamentale far propri gli strumenti della comunicazione per garantire il sereno e completo sviluppo socio-affettivo e cognitivo.

La lingua dei segni permette ai piccoli di acquisire rapidamente e naturalmente una lingua con la quale comunicare con l’ambiente e le figure che li circondano, a partire dai genitori, essendo strumento primario di apprendimento di contenuti. (rcz)

Inclusione e occupazione, incontro tra assessore Calabrese e presidente Anpal Servizi

L’assessore regionale alle Politiche per il Lavoro, Giovanni Calabrese, ha incontrato il presidente nazionale Anpal servizi, Massimo Temussi in Cittadella regionale.

Al tavolo di lavoro hanno preso parte anche il direttore generale del Dipartimento regionale Lavoro e Welfare, Roberto Cosentino, i dirigenti Valeria Scopelliti, Cosimo Cuomo e Carmelo Pontorieri, il commissario di Azienda Calabria Lavoro, Elena Latella; per Anpal servizi anche il direttore generale Mauro Tringali, il responsabile Campania-Calabria Michele Raccuglia e il direttore dei territori Marco Antonelli.

«Si è trattato – ha dichiarato l’assessore Calabrese – di un incontro proficuo in cui si sono affrontate le problematiche e le opportunità del mercato del lavoro. Ringrazio per la sua presenza il presidente Temussi che ci permette di avviare un confronto e illustrare il lavoro che il Dipartimento sta attuando su tutte le misure di inserimento lavorativo, nonché le azioni volte a far fronte al precariato. Plaudo al lavoro di Anpal servizi che sta operando ad un cambiamento culturale e centrando la sua attenzione sulla creazione di reali profili occupazionali, sterzando sulla logica dell’assistenzialismo».

Nel suo intervento il presidente Temussi ha posto l’accento sulla reale trasformazione da attuare per giungere alle politiche attive che oggi, con gli strumenti nazionali e risorse finanziarie a disposizione, devono portare alla reale occupazione, soffermando la sua analisi sul bacino dei lavoratori da ricollocare con forme nuove ed innovative.

«La situazione in Calabria, come altre regioni del Centro Sud – ha specificato Temussi –, ha delle connotazioni su cui c’è una attenzione elevata. Ho trovato una Calabria strutturata e preparata, oltre che un passo avanti sulle dinamiche dei progetti nazionali. Questo ci permetterà insieme ad Anpal servizi e le sue figure professionali di avviare con la Regione un programma di lavoro con una metodologia operativa efficace sulle politiche attive facendo fronte alle tante misure di sostegno: Misura di Inclusione attiva, Garanzia giovani, Gol. In un momento in cui il tasso di occupazione cresce, dobbiamo però, paradossalmente, rispondere al grido d’allarme delle imprese che non trovano lavoratori, per cui è fondamentale catalizzare nuove opportunità di lavoro e dalle politiche passive passare a quelle attive». (rcz)

 

DISABILITÀ E SCUOLA: IN CALABRIA MOLTI
I PROF DI SOSTEGNO NON SPECIALIZZATI

di GUIDO LEONEIl tema della disabilità continua ad essere uno dei più difficili da affrontare nel nostro sistema scolastico, nonostante l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità costituisca da tempo un punto di forza del nostro sistema educativo. L’attuale assetto di strumenti e pratiche che garantiscono l’inclusione di tutti gli alunni nelle scuole italiane è il frutto di una stratificazione normativa lunga decenni. Un percorso complesso, fatto di piccoli passi e di grandi balzi in avanti.

Tuttavia anche se esiste una normativa che esige la piena inclusione scolastica, sono evidenti e persistenti da tempo varie criticità di non poco conto, dalla insufficiente assistenza in classe alla presenza di barriere architettoniche, alla carente formazione degli insegnanti di sostegno, agli inadeguati e talvolta assenti servizi  di supporto, che  le varie indagini nazionali evidenziano impietosamente.

Incremento degli alunni disabili in Calabria

Nel frattempo nelle scuole italiane aumenta di anno in anno  il numero degli alunni disabili. Quest’anno gli alunni disabili negli istituti italiani di ogni ordine e grado statali sono 290.089, sul una popolazione scolastica di 7.286.151 allievi. L’incremento è di 12.249 unità rispetto all’anno scorso. La presenza dei minori è concentrata per lo più nella scuola primaria: 110.060. Seguono la secondaria di II grado con 84.003, la secondaria di I grado con 76.475, la scuola dell’infanzia con 19.551. Nell’anno scolastico 2015-2016 gli allievi disabili erano in tutto 216.452 a conferma del trend di continua crescita.

Anche in Calabria  si registra un incremento continuo, con 502 scolari in più rispetto all’anno precedente.

Nella nostra regione gli allievi in questione sono così distribuiti: scuola dell’infanzia 680, primaria 3992, media di primo grado 2.161, scuole superiori 3.177. Gli allievi portatori di handicap nelle scuole della provincia di Reggio Calabria sono in tutto 3.062, 204 in più rispetto all’anno scolastico precedente, così distribuiti: 168 nelle scuole dell’infanzia, 980 nella primaria, 787 nella media di primo grado, 1.127 nelle superiori.

Area del sostegno: i docenti

Aumenta, al contempo, il contingente dei docenti di sostegno: questa figura è molto importante non solo per il processo formativo dell’alunno disabile, ma anche per promuovere il processo di inclusione scolastica. Sempre secondo dati ministeriali al 6 settembre u.s. nell’anno in corso i posti di sostegno risultano in totale 186.205. In Calabria i posti di sostegno risultano 7.725.  Si prendono cura ogni giorno di bambini e ragazzi con i disturbi più disparati. Certo non tutto è positivo, nel senso anche che troppi docenti, almeno il 40% del totale, sono ancora precari.

L’ultimo report del Miur pone l’accento su una criticità ben nota: la stragrande maggioranza degli insegnanti di sostegno oggi non è in possesso della specializzazione. Per essere più chiari, dieci anni fa per il sostegno venivano impiegati nel 40% dei casi supplenti non specializzati e nel restante 60% dei casi insegnanti di ruolo con specializzazione sul sostegno. Oggi le percentuali sono invertite: in 6 casi su 10 ad affiancare un alunno con disabilità è un insegnante senza preparazione specifica.

Gli insegnanti specializzati sul sostegno, poi, hanno un vincolo di permanenza sulla cattedra dedicata alla disabilità di durata quinquennale. Trascorsa questa data molti docenti lasciano per transitare su disciplina curricolare. Ogni anno sono oltre 5mila  i docenti di sostegno ce chiedono il passaggio. Con la conseguenza che non poche sono le ripercussioni sul  benessere dell’alunno con disabilità che ,invece, ha diritto a un insegnante competente e stabile nel tempo.

Quello della continuità didattica, perciò, resta un obiettivo che il Governo dovrà assolutamente affrontare.

Il dettaglio delle tipologie della disabilità

Entrando nel dettaglio delle tipologie di disabilità, occorre distinguere fra disabilità visiva, uditiva e psicofisica. La disabilità psicofisica si specifica in disabilità intellettiva, motoria e nella tipologia “altra disabilità”, all’interno della quale vengono considerati gli alunni con problemi psichiatrici precoci, con disturbi specifici di apprendimento – qualora certificati in conformità con altri disturbi – e con sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd). Per tutti gli ordini e gradi di scuola, la disabilità intellettiva rappresenta la tipologia più diffusa, contando il 69,5 % del totale degli alunni con disabilità, e il 27% si caratterizza per problemi psichiatrici, deficit attenzione, iperattività.

Minori sono le percentuali degli alunni che hanno una forma di disabilità motoria, visiva o uditiva: gli alunni con disabilità motoria sono circa il 2,8% del totale, gli alunni con disabilità uditiva sono circa l’1,9% del totale e gli alunni con disabilità visiva si approssimano all’1,3 % del totale degli alunni con disabilità. 

Analoga situazione è riscontrabile per l’anno in corso nella provincia di Reggio Calabria dove prevale la minorazione psicofisica. 

Nell’infanzia i disabili psicofisici sono 162, più due della vista e quattro dell’udito. Nella primaria i disabili psicofisici risultano 964, della vista 7 e 9 dell’udito. Nella secondaria di I grado gli allievi con minorazione psicofisica sono 757, dell’udito 18 e della vista 12. Anche nelle scuole superiori la prevalenza riguarda i disturbi psicofisici con 1.079 presenza,seguono i minorati dell’udito 27 e della vista 21.

Aumentano gli alunni con DSA e Bisogni Educativi Speciali (BES) 

Per tutti gli ordini di scuola la percentuale di alunni con DSA sul totale alunni frequentanti le regioni meridionali sono molto basse, rispettivamente pari all’1,9% per la scuola primaria, al 3,3% per la scuola secondaria di I grado e al 9,7% nella secondaria di II grado. Nel dettaglio delle singole regioni, i valori più elevati si rintracciano in Liguria e Valle d’Aosta con l’8% di alunni Dsa sul totale dei frequentanti nell’a.s. 2019/2020 e rispettivamente l’8,4% e l’8,3% nell’a.s. 2020/2021.  Sempre dal rapporto del Miur si registra che, come già registrati negli anni precedenti,   le percentuali più contenute sono presenti in Calabria, con l’1,6%.

Entrando nel dettaglio delle tipologie di disturbo, nell’a.s. 2020/21, il focus ministeriale rileva 198.128 alunni con dislessia, 99.769 con disgrafia, 117.849 con disortografia e 108.577 con discalculia.

In termini di composizione percentuale, i disturbi più diagnosticati sono quelli di dislessia, pari al 37,8% del totale, seguiti dai disturbi di disortografia con il 22,5%, dai disturbi di discalculia e di disgrafia, rispettivamente con il 20,7% e il 19% del totale.

Il tema dell’inclusività a scuola riguarda anche gli alunni che necessitano della predisposizione di un percorso didattico personalizzato avendo disturbi specifici dell’apprendimento, patologie importanti, ma non sufficienti per avere una certificazione riconosciuta (disturbi evolutivi specifici), oppure quanti provengono da contesti socio-culturali svantaggiati o alunni stranieri che non conoscono la lingua e la cultura italiana. 

In Italia, gli alunni che presentano un Bisogno educativo speciale che non rientri in quelli normati dalla L. 104 rappresentano quasi il 9% degli alunni iscritti. Più della metà sono alunni con disturbi specifici dell’apprendimento (53%); l’altra quota più importante è rappresentata dallo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale (35%). 

L’attenzione rivolta ai Bisogni educativi speciali è aumentata progressivamente con la crescita di questo fenomeno dovuta alla più attenta osservazione dei ragazzi da parte di docenti e genitori, alla maggiore riconoscibilità, rispetto al passato, di molti disturbi che interferiscono con l’apprendimento e all’aumento di studenti provenienti da altri Paesi.

Non c’è dubbio, la legislazione italiana in tema di diritti delle persone con disabilità e, in particolare, l’inclusione scolastica, rimane tra le più avanzate al mondo, tuttavia i livelli di attuazione delle norme e di erogazione dei servizi nelle diverse realtà del nostro Paese sono ancora troppo eterogenei,

Con l’evolversi delle politiche d’inclusione, il campo d’intervento si è esteso nel 2010 anche a chi ha difficoltà di apprendimento (DSA, ad esempio i dislessici) e nel 2012 ai cosiddetti bisogni educativi speciali (BES), studenti che incontrano forme di disagio psicologico, sociale o linguistico, anche temporanee, fra i quali i giovani stranieri. Per i disabili certificati il modello italiano è fondato sull’insegnante di sostegno, che collabora con i docenti curricolari di materia, per i quali la normativa prevedrebbe la corresponsabilizzazione nel percorso inclusivo. DSA e BES non hanno, invece, insegnante di sostegno.

L’ultimo rapporto Istat sull’inclusione scolastica mette in evidenza una serie di criticità, non ultime l’inadeguata edilizia scolastica con le sue persistenti barriere, la modesta integrazione fra didattica e tecnologie, l’emarginazione dalle attività scolastiche sia in aula che fuori, sia nelle gite. Per non parlare, come già detto, della continuità didattica gravemente insufficiente, e poi, della inesistente formazione specifica per la gran parte dei docenti di sostegno.

L’obiettivo della piena inclusione degli allievi con disabilità, DSA e BES non sembra essere adeguatamente realizzato.

Intanto,positiva è la recente notizia che i Ministeri dell’Interno e per le Disabilità con decreto apposito hanno stabilito i criteri di riparto del Fondo pari a 100 mln di euro per l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità e il piano di riparto a favore dei comuni per l’anno 2022. Sono 337 le amministrazioni calabresi interessate per un ammontare di 2.834.154 euro. Per quanto riguarda le risorse appannaggio di province e città metropolitane, che saranno veicolate dalle regioni, una ipotesi di riparto nel decreto di Ministero per le Disabilità e per gli Affari regionali prevede per la Calabria la somma di 4.379.593 euro.

A questo si aggiunge il fondo del Piano regionale per il diritto allo studio per l’a.s. in corso che sarà assegnato ai Comuni per predisporre negli istituti scolastici il servizio di assistenza specialistica in tema di disabilità.

Piano reso operativo in questi giorni dall’Assessorato regionale all’Istruzione. (gle)

Istruzione, dalla Regione quasi 14 mln per le fasce scolastiche fragili

Sono quasi 14 milioni di euro la somma che la Regione Calabria ha destinati agli svantaggi ed ai disturbi specifici degli studenti calabresi grazie al progetto A scuola d’inclusione. Lo ha reso noto la vicepresidente Giusy Princi, spiegando che si tratta di «una grande boccata d’ossigeno per le scuole, ma soprattutto un aiuto per le fasce più deboli della comunità scolastica calabrese».

Sono 106 gli istituti scolastici coinvolti, a cui sono state corrisposte risorse per un massimo di 170mila euro ad istituto. Un percorso formativo a tutto tondo della durata di due anni, che prevede al suo interno tre diverse direttrici: attività didattiche laboratoriali; supporto psicologico; formazione docenti.

È un intervento a 360° sull’inclusione, che mira ad intervenire su tutte quelle situazioni varie di svantaggio che interessano la popolazione studentesca, comprendendo una categoria molto ampia: dalla disabilità, ai disturbi specifici di apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia), passando per le situazioni di svantaggio economico, sociale, culturale, linguistico.

«Sono degli interventi strategicamente importanti – ha spiegato la vicepresidente Giusi Princi –. Basti pensare che, dai dati in possesso della Regione, sono circa 23mila i ragazzi calabresi che accusano bisogni ben determinati legati ai disturbi sopraelencati. È dunque dalla necessità di dare stessi diritti e possibilità a tutti che nasce la volontà di investire nel settore istruzione con questo percorso. Oggi più che mai necessari, in quanto l’emergenza pandemica ha accentuato nei giovani le varie forme di svantaggio, specie di carattere psicologico».

Per velocizzare l’iter burocratico e per consentire alle scuole interessate di avviare in tempi rapidi i percorsi formativi, l’assessorato all’Istruzione della Regione Calabria ha già coinvolto i dirigenti scolastici dei 106 istituti beneficiari del bando in un webinar a cui hanno preso parte, oltre al Vicepresidente Princi, il direttore generale Francesca Gatto, il dirigente di settore Anna Perani e il direttore generale Antonella Iunti per l’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria.

«Un ringraziamento particolare va proprio a loro – aggiunge Giusi Princi – per l’intenso lavoro di riprogrammazione, fondamentale affinché le risorse non venissero restituite alla Comunità Europea, bensì usate al meglio per garantire opportunità agli studenti calabresi».

Durante l’incontro telematico è stata virtualmente sottoscritta la convenzione tra Regione e scuole; contestualmente sono state fornite tutte le indicazioni operative a cura dell’ufficio tecnico, che si è impegnato ad accompagnare le scuole durante le fasi attuative del progetto.

In sintonia con la linea tracciata dal Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, “A scuola di inclusione” si pone infatti come una sorta di progetto-pilota, nel solco degli obiettivi che il settore Istruzione intende raggiungere da qui ai prossimi anni, e che sarà ulteriormente approfondito nel corso dei prossimi tavoli tecnici dell’osservatorio scuola-inclusione. (rcz)

La sottosegretaria Dalila Nesci: La partita più importante per sport in Calabria è quella dell’inclusione

La sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, ha sottolineato che «la partita più importante, per lo sport in Calabria, è quella dell’inclusione».

Per la Nesci, infatti, «in Calabria, e nel resto del Paese, lo sport deve inderogabilmente ambire a raggiungere i massimi livelli di inclusione. La risposta del comparto sportivo alle specifiche esigenze degli atleti affetti da disabilità è un indicatore fondamentale per misurare lo stato di salute del nostro sistema sociale. Monitorarlo con attenzione costante ci permette di correggere la rotta,  perfezionare le nostre politiche sociali con risorse ed infrastrutture adeguate».

«Dopo mesi – ha spiegato – in cui l’attività sportiva di gruppo è stata fortemente limitata, anche i meno esperti ne hanno potuto riconoscere il ruolo benefico a livello psico-fisico. La limitazione vissuta sulla pelle di tutti nel periodo appena trascorso deve essere da spinta all’evoluzione per la nostra cultura sportiva. Anche per queste ragioni nei giorni scorsi ho incontrato il Comitato Italiano Paralimpico ed il team calabrese dell’Associazione Special Olympics. Con il presidente del Cip, Antonello Scagliola ed il segretario regionale Sport e Salute, Walter Malacrino, siamo entrati nel merito di 3 iniziative volte a promuovere lo sport nei parchi, le associazioni sportive dei quartieri più disagiati e la pratica di attività per le categorie più fragili. Con lo staff di Special Olympics abbiamo invece approfondito i risultati entusiasmanti degli atleti e il recente evento “Torch Run” che ha attraversato tutta la Regione». (rrm)