Bianchi (Svimez): Autonomia indebolisce anche il Nord

«’Autonomia differenziata non solo penalizzerà i cittadini del Sud ma indebolirà anche le regioni del Settentrione». È quanto ha dichiarato Luca Bianchi, direttore della Svimez in una intervista su La Repubblica Napoli a cura di Antonio Di Costanzo.

Per il direttore dell’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, infatti, l’autonomia «creerà un ampliamento dei divari tra il Nord e il Sud, soprattutto, in termini di divario della cittadinanza: tra un cittadino del Sud e uno del Nord. Vuol dire minori servizi pubblici erogati in ambiti essenziali della vita come sanità, istruzione assistenza. Questo è il rischio prevalente e aggiungo che complessivamente farà male al Sud senza creare nessun beneficio al Nord perché la conseguenza sarebbe un indebolimento complessivo delle politiche pubbliche (energetiche, industriali e infrastrutturali), con una frammentazione degli interventi rendendo anche le economie del Centronord più deboli rispetto alla competizione internazionale».

Un disegno di legge, dunque, che «riduce la competitività del Paese – ha detto Bianchi –. È una riforma che, strizzando l’occhio ad alcuni egoismi territoriali per assecondarli, finisce per ridurre la competitività complessiva del sistema Italia e in particolare di quello produttivo. Lo dimostra la progressiva freddezza dal mondo imprenditoriale, anche dalle Confindustrie del Nord perché l’effetto, al di là del peggioramento del Sud, è proprio quello di un di indebolimento di tutto il Paese. La dimensione delle politiche viene schiacciata sul livello locale quando, invece, il contesto internazionale ci indica che servono politiche a dimensione nazionale o addirittura europea. Mentre si va verso il coordinamento delle politiche a livello globale noi ci chiudiamo negli egoismi territoriali?».

Per quanto riguarda i Lep, Bianchi ha parlato di «punto particolarmente critico»: «La riforma Calderoli da un lato assume il principio generale che non si può attuare l’Autonomia differenziata senza i Lep e dall’altro, nel concreto, non stanzia neanche un euro per coprire i divari e di fatto derubrica i Lep a puro passaggio burocratico di identificazione senza finanziamento. Di fatto si aggira il principio che i livelli essenziali di prestazione vanno garantiti con risorse adeguate. Con questa proposta di autonomia non c’è alcuna garanzia che ci sia un allineamento delle prestazioni garantite a tutti i cittadini, anzi si cristallizzano definitivamente i divari di cittadinanza tra i territori».

Il direttore della Svimez, poi, basandosi sulle simulazioni fatte, ha evidenziato come «se si attua l’Autonomia differenziata così come proposta con le materie previste, ci sarà oggettivamente una riduzione delle risorse per le regioni prevalentemente del Sud».

«Abbiamo elaborato una stima – ha spiegato a Repubblica – secondo cui se l’autonomia fosse stata attuata nel momento in cui è stata proposta nel 2017 negli anni successivi Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna avrebbero avuto un surplus di risorse di circa nove miliardi e mezzo che sarebbero stati sottratti a tutte le altre regioni. Questo per effetto del meccanismo di finanziamento basato sulla compartecipazione al gettito fiscale territoriale. In concreto quando si dice che non cambia nulla è vero solo per l’anno in cui si stipula l’accordo, ma negli anni successivi si introduce un meccanismo che porta a divaricare i finanziamenti sfavorendo le regioni più deboli. Un extra-finanziamento non legato a maggiore efficienza ma la traduzione in pratica della richiesta mai sopita delle regioni del Nord di trattenere più gettito».

Bianchi, poi, ha ribadito come l’autonomia «non può essere materia di schieramento politico né di contrapposizione territoriale perché c’è un tema di interesse nazionale che investe la qualità delle politiche pubbliche e la possibilità di offrire pari condizioni di diritti di cittadinanza nel Paese. Questo è un tema che non appartiene a uno schieramento ma dovrebbe appartenere alla sensibilità dei singoli parlamentari rispetto a questi temi». (rrm)

L’OPINIONE / Tilde Minasi: Stiamo facendo abbastanza per Reggio?

di TILDE MINASI – Prima un lungo articolo su Repubblica, poi una foto-notizia sul Corriere della Sera, purtroppo entrambi incentrati su degrado, carenze, commistione di interessi marci, hanno offerto al mondo, ancora una volta, una pessima immagine di Reggio.

Cosa che amareggia profondamente i tantissimi reggini che amano sinceramente la propria città e si adoperano – ognuno nel modo in cui gli compete e in cui può – per farla crescere, per migliorare ciò che non va e per tutelarla.

Duole vedere Reggio rappresentata, per l’ennesima volta e su testate di questa importanza, in maniera così negativa, anche se i fatti riportati sono per la gran parte veri. Ma proprio da questo nasce la mia riflessione, che vuole essere non un atto d’accusa verso giornalisti che hanno scelto quale taglio dare al loro lavoro, ma stimolo per una presa di coscienza collettiva, che a questo punto non può più essere rimandata, sia come Istituzioni, che come cittadini.

Cosa stiamo facendo, per evitare che si debbano leggere ancora, in futuro, reportage di questo genere sulla nostra città? Stiamo facendo abbastanza? Cosa avete provato nel vedere la vostra Reggio raccontata così?

Personalmente ho provato rabbia, mista a dispiacere e rammarico per una narrazione che fa male a tutti, demolisce tutto ciò che pian piano tanti di noi stanno faticosamente costruendo per cambiare davvero il volto alla città e che potrebbe essere diversa solo se tutti insieme decidessimo finalmente di rispettarla, restituendole la dignità che merita.

Che responsabilità ha la città – e i suoi cittadini – se l’Autostrada ex Salerno-Reggio Calabria, ora A2, è da decenni una tela di Penelope che sembra sempre pronta ad essere definitivamente completata, per poi tornare a riempirsi di interruzioni e deviazioni per lavori? Che responsabilità ha la città – e i cittadini – se il procuratore capo viene sospeso perché non poteva essere eletto in quel ruolo? Che responsabilità ha la città – e i cittadini – se la procura “sta nel silenzio”, quando è una riforma governativa che lo impone? Che responsabilità ha la città – e i cittadini – se il cantiere del nuovo Tribunale apre e chiude a singhiozzo da 17 anni?

La lettura dell’articolo di Repubblica, dunque, per alcuni versi va capovolta: molte delle mancanze di cui soffre il territorio derivano dalla disattenzione delle Istituzioni statali. Ma ciò non può comunque giustificare le mancanze di chi amministra a livello locale il territorio e di chi il territorio lo vive e lo violenta quotidianamente.

L’Amministrazione comunale, infatti, non solo non riesce a incidere sui settori di sua stretta competenza, ma ancor meno si dimostra all’altezza di attrarre l’attenzione governativa e condizionarne l’azione in senso favorevole, diversamente da quanto stiamo invece riuscendo a fare, a piccoli passi, a livello regionale, grazie all’asse politico forte che ci lega a pezzi importanti del Governo in carica.

Ma ciò non basta.

Serve un cambiamento radicale di pensiero, ancor prima che di azione. Serve un moto d’orgoglio che ci faccia recuperare il senso di appartenenza a questa città dal passato glorioso e ci spinga a pretendere efficienza, pulizia, ordine, dagli Enti e da noi stessi.

Il cambiamento deve necessariamente partire dal basso, passa necessariamente attraverso le Persone.

Già tantissime sono quelle che operano per il bene di Reggio. Troviamo il modo di coinvolgere anche tutte le altre, soprattutto ora che, grazie ai fondi del Pnrr, abbiamo un’occasione unica e non possiamo permetterci di sprecarla!

Altrimenti ogni passo in avanti che saremo riusciti faticosamente a fare verrà ogni volta e nuovamente annullato dal giornalista di turno che, inevitabilmente, continuerà ad essere “rapito” dal volto oscuro di Reggio, anziché dalla sua bellezza. (tm)

Gino Strada a Repubblica: in Calabria bisogna ripartire dagli ospedali chiusi

In una intervista su La Repubblica, a firma del giornalista calabrese Giuseppe SmortoGino Strada, fondatore di Emergency e «cittadino onorario di Riace» – che è già operativa in Calabria per la gestione degli ospedali da campo, supporto nei covid hotel e nel triage degli ospedali – ha offerto un quadro generale della situazione in Calabria.

Strada, che ritiene «un paragone stupido» sentir dire ‘la Calabria come l’Afghanistan’, ha annunciato che entro «domani incontro il commissario Guido Longo» e, parlando di ospedali chiusi, nello specifico quello di Cariati «che potrebbero riaprire in poche settimane» o di Gerace «costruiti e mai aperti», ha detto che «Emergency è pronta a prendere in carico una queste strutture, naturalmente con tutte le questioni legali a posto».

Parlando proprio dell’ospedale di Cariati – che è chiuso ed è stato occupato – Strada ha spiegato che «è il posto giusto per ripartire».

«Vogliamo – ha detto Strada a Repubblica – proporre un modello nuovo, che nasce dalla medicina di base, dove non si spende un euro in più, ma neanche uno in meno». (rrm)

Il neo Commissario alla Sanità Guido Longo da oggi al lavoro Catanzaro

Prende possesso oggi del suo ufficio il neo Commissario ad acta per la sanità calabrese, il prefetto Guido Longo, il superpoliziotto scelto da Palazzo Chigi per rimettere in sesto i disastrati conti delle aziende sanitarie e riavviare un processo di rinnovamento per il benessere di tutti i calabresi. Non sarà una passeggiata, ma le sfide difficili non impensieriscono più di tanto il prefetto catanese che conosce molto bene la Calabria: è stato a Reggio prima capo della Mobile a Reggio e poi Questore, quindi ha concluso la sua attività come prefetto a Vibo Valentia. Un funzionario tutto d’un pezzo che sta incontrando un largo consenso in tutta la regione. I calabresi vogliono esprimere la loro simpatia e fargli sentire la loro piena fiducia che sarà importantissima per portare avanti un progetto così complicato. I sindacati Cgil-Cisl-Uil hanno già chiesto di incontrarlo prima possibile e spingono perché il prefetto Longo prenda immediati contatti con le personalità presenti sul territorio che hanno già espresso piena e appassionata disponibilità a spendersi per la propria terra.

Ci sono eccellenze in campo medico-scientifico, c’è la Facoltà di Medicina di Catanzaro, con in testa il Rettore il farmacologo Giovambattista De Sarro, che ha sformato fior di eccellenze oggi sparse in tutto il mondo, pronta a collaborare, ci sono specialisti come il prof. Franco Romeo (già chiamato come consulente per l’emergenza covid dalla Giunta regionale), l’ex Presidente della Regione Giuseppe Nisticò, che sta realizzando a Lamezia presso la Fondazione Mediterranea Terina il Dulbecco Institute, un centro di ricerca che sarà guidato dal prof. Roberto Crea (un genio delle biotecnologie, da 40 anni a San Francisco, pronto a rientrare in Calabria), e ci sono esperti di management sanitario come il prof. Gianfranco Luzzo e il virologo Rubens Curia. Solo alcuni nomi di una platea vasta e competente: l’importante – diranno i sindacati al Commissario Longo – è che si crei una task force in grado non solo di fronteggiare. il risanamento dei conti, ma anche di pianificare sul territorio in termini di crescita e sviluppo per garantire il diritto alla salute dei calabresi.

E nell’intervista apparsa ieri sul Corriere della Sera (a firma di Fabrizio Caccia) Longo ha dichiarato che «ci sarà molto da lavorare» ricordando che da prefetto di Vibo convocò «un tavolo tecnico per dare il via alla costruzione del nuovo ospedale, di cui la città aveva un gran bisogno. Era un mio pallino, il nuovo ospedale di Vibo». Opera incompiuta gli ha ricordato il giornalista Caccia: «Nel 2018 andai in pensione. Ma ora sono tornato». È evidente che una delle prime azioni che vedrà impegnato il nuovo Commissario riguarderà la riapertura o la riattivazione degli ospedali chiusi, incompleti, o mai entrati in funzione (ce ne sono 18!).

La Repubblica alla Calabria, ieri, ha dedicato un longform di quattro pagine. Uno speciale curato dal vicedirettore Carlo Bonini con contributi di Alessia Candito, Tommaso Ciriaco e Giuliano Foschini e un commento di Giuseppe Smorto, reggino, già vicedirettore del quotidiano romano. È un dossier che sicuramente il dott. Longo terrà da conto: c’è una lunga storia di negligenze, corruzione, complicità e stupida indifferenza dietro dieci anni di commissariamento che non sono serviti a nulla, meno che meno a interrompere le pratiche di malasanità che risalgono alla nascita delle Regioni, ma mai sanate.

Ma tutta stampa nazionale (Il Fatto Quotidiano ricorda la storia delle fatture per 8 miliardi sparite a Cosenza) ha dato grande enfasi alla Calabria, in queste settimane dell’altalena del Commissario. E non sempre con intenti benevoli: la reputazione della Calabria, già in seria crisi, è andata a rotoli, però non dev’essere permesso a nessuno di insultare i calabresi e di infangare chi dà ogni giorno quasi la vita per salvarne altre, con turni spaventosi e impegno lavorativo sopra qualsiasi immaginazione. Sono i medici, gli specialisti, gli infermieri, i tecnici, una popolazione “invisibile” a cui non si finirà mai di tributare un grazie grande quanto il mondo. Sono queste le figure di riferimento per il nuovo commissario: servono assunzioni, ampliamento di reparti, attrezzature, dispositivi e quant’altro necessario per il diritto alla vita.

Un grosso fardello, non sfugge a nessuno. Ma la sfida di Longo è sostenuta dalla voglia di mostrare quanto lui vuole bene a questa terra. Trova la sua determinazione in una forza straordinaria e incredibile, quella che accomuna tantissime persone perbene, soprattutto quelle che sono andate via o dovute andare via: l’amore per la Calabria. Il prefetto Longo ci crede e i calabresi – lo sappia da subito – credono in lui. La delibera-fiume di nomina, che riportiamo di seguito, illustra cosa aspetta il nuovo Commissario. Bentornato in Calabria, dottor Longo. (s)


Per rendersi conto della “pesantezza” dell’incarico ecco, il testo integrale del provvedimento di nomina.

… il Consiglio dei Ministri delibera:

a) di nominare il dott. Guido Longo quale Commissario ad acta per l’attuazione del vigente Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario della Regione Calabria, secondo i Programmi operativi di cui all’articolo 2, comma 88, della legge 23 dicembre 2009, n. 191 e ss.mm.ii..

b) di affidare al Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro della Regione Calabria l’incarico prioritario di attuare i Programmi operativi 2019-2021 di prosecuzione del Piano di rientro nonché di tutti gli interventi necessari a garantire, in maniera uniforme sul territorio regionale, l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza in condizioni di efficienza, appropriatezza, sicurezza e qualità, nei termini indicati dai Tavoli tecnici di verifica, ivi compresa l’attuazione del decreto legge 10 novembre 2020 n. 150.
In particolare, nell’ambito della cornice normativa vigente, si affidano al Commissario ad acta le seguenti azioni ed interventi prioritari:

1) adozione di ogni necessaria iniziativa al fine di ricondurre il livello di erogazione dei livelli essenziali di assistenza agli standard di riferimento, in particolare con riguardo all’adesione agli screening oncologici, all’assistenza territoriale ed alla qualità e sicurezza dell’assistenza ospedaliera;

2) completamento ed attuazione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete di emergenza-urgenza e delle reti tempo dipendenti, in coerenza con il fabbisogno assistenziale, in attuazione del regolamento adottato con decreto del Ministero della salute del 2 aprile 2015 n. 70, ed in coerenza con le indicazioni dei Tavoli tecnici di verifica;

3) definizione ed attuazione delle reti cliniche specialistiche;

4) monitoraggio delle procedure per la realizzazione dei Nuovi Ospedali secondo quanto previsto dalla normativa vigente e dalla programmazione sanitaria regionale;

5) revisione ed attuazione del provvedimento di riassetto della rete di assistenza territoriale, in coerenza con quanto previsto dalla normativa vigente e con le indicazioni dei Tavoli tecnici di verifica;

6) completamento del riassetto della rete laboratoristica e di assistenza specialistica ambulatoriale;

7) completa attuazione delle linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita (Conferenza Unificata Rep. Atti 137/CU del 16/12/2010);

8) gestione ed efficientamento della spesa per il personale in coerenza con l’effettivo fabbisogno, in applicazione della normativa vigente in materia;

9) razionalizzazione ed efficientamento della spesa per l’acquisto di beni e servizi in ottemperanza alla normativa vigente;

10) gestione ed efficientamento della spesa farmaceutica convenzionata ed ospedaliera al fine di garantire il rispetto dei vigenti tetti di spesa previsti dalla normativa nazionale e il corretto utilizzo dei farmaci in coerenza con il fabbisogno assistenziale;

11) definizione dei tetti di spesa e dei conseguenti contratti con gli erogatori privati accreditati per l’acquisto di prestazioni sanitarie in coerenza con il fabbisogno assistenziale, con l’attivazione, in caso di mancata stipula del contratto, di quanto prescritto dall’articolo 8-quinquies, comma 2-quinquies, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e ridefinizione delle tariffe delle prestazioni sanitarie, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente;

12) adozione di ogni necessaria iniziativa commissariale al fine di pervenire alla completa implementazione dei flussi informativi del Nuovo Sistema Informativo Sanitario da parte delle aziende in termini di completezza e qualità, ivi inclusa l’implementazione del nuovo sistema informativo contabile regionale, al fine di implementare il sistema di monitoraggio del Servizio Sanitario Regionale per il governo delle azioni previste dal Piano di rientro con riferimento alla garanzia dell’equilibrio economico-finanziario e alla garanzia dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza;

13) sottoscrizione degli accordi interregionali bilaterali in materia di mobilità sanitaria ai sensi dell’articolo 9, comma 3, del Patto per la salute 2014-2016 sancito con Intesa Stato-Regioni del 10 luglio 2014 e dell’articolo 1, comma 576, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 e s.m.i.;

14) attuazione della normativa statale in materia di autorizzazioni e accreditamenti istituzionali, mediante adeguamento della vigente normativa regionale;

15) definizione e stipula del protocollo d’intesa con l’Università degli Studi “Magna Græcia” di Catanzaro in coerenza con la normativa vigente;

16) interventi per la gestione, razionalizzazione ed efficientamento della spesa e delle attività proprie della medicina di base; 17) adozione dei provvedimenti necessari alla regolarizzazione degli interventi di sanità pubblica veterinaria e di sicurezza degli alimenti;

18) rimozione, ai sensi di quanto previsto dall’art. 2, comma 80, della legge n. 191 del 2009, dei provvedimenti, anche legislativi, adottati dagli organi regionali e i provvedimenti aziendali che siano di ostacolo alla piena attuazione del piano di rientro e dei successivi Programmi operativi, nonché in contrasto con la normativa vigente e con i pareri e le valutazioni espressi dai Tavoli tecnici di verifica e dai Ministeri affiancanti;

19) puntuale monitoraggio di quanto previsto dal Titolo II del decreto legislativo 118/2011 con riferimento alle rilevazioni del bilancio regionale riferite alle risorse destinate al Servizio sanitario regionale;

20) puntuale verifica dell’ordinato trasferimento da parte del bilancio regionale al SSR delle risorse ad esso destinate;

21) conclusione della procedura di regolarizzazione delle poste debitorie relative all’ASP di Reggio Calabria e delle ulteriori poste debitorie eventualmente presenti negli altri enti del Servizio Sanitario Regionale;

22) riconduzione dei tempi di pagamento dei fornitori ai tempi della direttiva europea 2011/7/UE del 2011, recepita con decreto legislativo n. 192/2012;

23) ricognizione, quantificazione e gestione del contenzioso attivo e passivo in essere, e verifica dei fondi rischi aziendali e consolidato sanitario regionale;

24) prosecuzione e tempestiva conclusione delle azioni previste per la puntuale attuazione del Percorso attuativo della certificabilità;

25) programmazione degli investimenti per interventi edilizi e/o tecnologici in coerenza con quanto previsto dall’articolo 25, comma 3, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e secondo gli indirizzi di programmazione coerenti con il decreto del Ministero della salute del 2 aprile 2015 n. 70 e con le misure di razionalizzazione ed efficientamento del patrimonio immobiliare strumentale e non strumentale, fermo restando quanto disposto dal decreto legge 10 novembre 2020, n. 150;

26) attuazione dei nuovi compiti assegnati al Commissario ad acta dal decreto legge 10 novembre 2020, n. 150. In particolare, il Commissario ad acta:

a. fornisce indicazioni in ordine al supporto tecnico ed operativo da parte di Agenas previsto all’articolo 1, comma 4, del citato decreto legge;

b. attua quanto previsto all’articolo 1, comma 2, del citato decreto legge;

c. nomina i commissari straordinari aziendali ai sensi dell’articolo 1 del citato decreto legge e verifica trimestralmente il relativo operato in relazione al raggiungimento degli obiettivi di cui al Programma operativo 2019-2021, anche ai fini di quanto previsto dall’articolo 2, comma 6, del citato decreto legge;

d. approva gli atti aziendali adottati dai commissari straordinari, al fine di garantire il rispetto dei LEA e di assicurarne la coerenza con il piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario e con i relativi programmi operativi di prosecuzione nonché al fine di ridefinire le procedure di controllo interno;

e. adotta gli atti aziendali in caso di inerzia da parte dei commissari straordinari ai sensi dell’articolo 2 del citato decreto legge;

f. verifica periodicamente, che non sussistano i casi di cui all’articolo 3, comma 1, quinto periodo, del decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 171, in relazione all’attività svolta dai direttori amministrativi e sanitari;

g. provvede in via esclusiva all’espletamento delle procedure di approvvigionamento di cui all’articolo 3 del citato decreto legge;

h. valuta l’attivazione del supporto del Corpo della Guardia di finanza in coerenza con l’articolo 5 del citato decreto legge;

i. adotta il Programma operativo per la gestione dell’emergenza Covid-19 previsto dall’articolo 18 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18;

j. definisce il Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale della Regione;

k. presenta, adotta e attua i Programmi operativi 2022-2023, anche ai fini di quanto previsto dall’articolo 6 del citato decreto legge; l. coordina le funzioni di supporto alla programmazione sanitaria delle aziende del Servizio sanitario regionale assicurandone l’efficacia;

c) di incaricare il Commissario ad acta a relazionare, con cadenza semestrale, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministeri affiancanti in merito all’attività svolta, in esecuzione del mandato commissariale, ferme restando le verifiche trimestrali ed annuali previste dalla normativa vigente.

 

Ma i calabresi possono ancora sopportare le esternazioni di Morra?

Repubblica oggi sulle dichiarazioni Morra

Questo è il testo di chiusura dell’intervista di Liana Milella su Repubblica di oggi al presidente della Commissione Antimafia sen. Nicola Morra.

Ma quanto devono sopportare ancora queste allucinanti e offensive esternazioni i calabresi? Ma come si fa a spargere il sospetto sui sindaci calabresi senza il minimo ritegno? La Calabria è fatta di gente perbene e i sindaci calabresi – proprio in questo momento di emergenza – stanno dando il massimo per venire incontro ai tantissimi problemi della popolazione. È ora di dire basta: ci sono parlamentari calabresi in grado di far sentire al tutto il Paese che i calabresi sono arcistufi di essere trattati da appestati (irrecuperabili, secondo Morra)? (s)

Il ballottaggio a Reggio: l’analisi di Giuseppe Smorto oggi su Repubblica

La repubblica dedica oggi una pagina al ballottaggio per il sindaco di Reggio: un’acuta analisi firmata da Giuseppe Smorto (già vicedirettore del quotidiano) che mette in luce i contraddittori aspetti di questa nervosissima sfida elettorale. Smorto chiarisce subito che fare il sindaco a Reggio è «in buona posizione nella classifica dei mestieri più difficili» per chiosare alla fine con un «Divisi fino alla fine: chi perderà avrà vita più facile, questo è sicuro».

Smorto, reggino di nascita, conosce molto bene la città e fa un reportage onesto ed equilibrato facendo rilevare (al non reggino) le tante contraddizioni di quest’appuntamento elettorale. «Primo mistero – scrive –, come il centro-destra abbia potuto candidare una persona targata Lega in una città così identitaria, dove ancora ci si divide sulla Rivolta di Reggio ’70. Dove la campagna elettorale si fa spesso in dialetto…». (rrm)

 

È in edicola “Le Guide di Repubblica” dedicato alla Calabria

S’intitola Mare della Calabria Le Guide ai sapori e ai piaceri de La Repubblica, che racconta la nostra regione in versione dopo Covid in un viaggio tra storia, arte, cultura, benessere, tradizioni, enogastronomia, bellezza e il mare che si snoda per 800 km di costa.

Il libro, in edicola da una settimana, contiene l’introduzione della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, in cui sottolinea l’intento di «favorire un turismo regionale di prossimità, per giovani e famiglie, proporre un turismo esperienziale per far sì che in questa ripartenza i calabresi possano riscoprire quello scrigno di bellezze ancora in parte sconosciuto che è la Calabria».

La nuova Guida di Repubblica segue le coste della Calabria per scoprire ristoranti, botteghe del gusto, dimore di charme, ma anche itinerari da non perdere, lidi, borghi, attività sportive e punti panoramici. Trovano inoltre spazio anche le storie di produttori e di artigiani del gusto, oltre ai percorsi da non perdere verso l’entroterra e le ricette di mare degli chef.

All’interno, inoltre, c’è uno speciale e personale percorso lungo la costa scritto dal giornalista Giuseppe Smorto, che parte dall’estremo nord tirrenico di Praia fino all’estremo nord ionico con Rocca Imperiale.

«Con la fantasia, in auto, a piedi ma soprattutto in treno – si legge nello speciale firmato da Smorto – perché spesso la costa irrompe dal finestrino, una cartolina movimento della spiaggia, il bambino che saluta, lo squarcio abbagliante dopo la galleria, il vagone che quasi tocca agavi e fichi d’India».

«Abbiamo costruito una Guida di Repubblica nuova – ha spiegato il direttore delle Guide, Giuseppe Cerasa – che costeggia tutto il perimetro di una regione quasi interamente circondata dal mare e con un entroterra di riferimento ricchissimo di tradizione, arte, odori, colori e storie».

La Calabria, infatti, detiene il 10% dell’intero patrimonio costiero d’Italia e presenta la più grande ed esclusiva varietà di spiagge formate da rocce e sabbie con il susseguirsi di baie, promontori, bianche spiagge e mare cristallino.

La Guida è in vendita insieme al quotidiano al prezzo di 10.90 euro in edicola, libreria, e online, su Amazon, Ibs.it e sullo store digitale (www.ilmioabbonamento.gedi.it). (rrm)

 

Sul Venerdì la rivolta, e intanto esce “Buio a Reggio” edizione del 50ntenario

L’edizione di domani, venerdì 19, del magazine di Repubblica, il Venerdì, dedica un ampio reportage di Giuseppe Smorto, già vicedirettore del quotidiano, reggino di nascita, che è tornato a Reggio per capire cosa è rimasto della rivolta di 50 anni fa. Scoprendo che quella ferita non si è mai rimarginata.

Ai primi di luglio, invece, esce l’edizione del cinquantenario di Buio a Reggio, lo storico libro-reportage realizzato nel 1972 da Luigi Malafarina, Franco Bruno e Santo Strati, che ha raccontato giorno per giorno la nascita dei fatti di Reggio e la loro conclusione, con il loro insopportabile carico di morti, di invalidi, di feriti, di arrestati e denunciati.

La nuova edizione, curata da Strati (Malafarina è scomparso nel 1988, Bruno nel 2011) è completamente rivista e riccamente illustrata. Un volume di 900 pagine che racconta la “verità” sulla rivolta del popolo reggino, raccontata dalla pura e nuda cronaca e vista attraverso gli occhi di tutti gli inviati e giornalisti accorsi da tutto il mondo in quel lontano luglio di 50 anni fa. Il libro è edito da Media&Books e costa 29,00 euro. Santo Strati è il direttore editoriale di calabria.live. (rrm)

Il libraio Nunzio Belcaro di Catanzaro conquista la prima pagina di Repubblica

Grande eco e molti complimenti ha suscitato il servizio di ieri di Cristina Nadotti e Giuseppe Smorto su Repubblica, con richiamo in prima pagina, dedicato a Nunzio Belcaro, consigliere comunale di Catanzaro, ma soprattutto libraio a Lido e appassionato animatore culturale. Il suo esempio dei libri “a domicilio” emerge in una città che sta in fondo alle classifiche per i consumi culturali, però durante il lockdown è uno dei 17 librai che ha incrementato le vendite del 20%, mentre il mercato perdeva l’85%. Ha detto Belcaro a Repubblica: «Ascoltavo, consigliavo e consegnavo a domicilio. Soprattutto i classici». La sua libreria a Catanzaro Lido, la Ubik, è un vivace centro di incontri culturali che, causa emergenza, sono stati sospesi. Riprenderanno appena possibile e in libreria, Belcaro dovrà necessariamente appendere la pagina del quotidiano romano, il titolo di “rider dei libri che riscatta il sud” è troppo bello, quanto azzeccatissimo. Complimenti, a nome di tutti i calabresi. (s)

ELEZIONI / L’intervista all’antropologo Vito Teti di Giuseppe Smorto su Repubblica

Seconda puntata, oggi, su Repubblica dell’inchiesta di Giuseppe Smorto, già vicedirettore del quotidiano diretto da Carlo Verdelli. Smorto, giornalista reggino, da anni lontano (ma non col cuore) dalla sua Calabria analizza il senso dei tanti cambi di casacca e lo smarrimento dei giovani dell’Unical, dove «camminano le speranze di 24.467 studenti, fuori corso compresi».

Smorto ha condotto, la scorsa settimana un incontro tra Università con la presenza del rettore Nicola Leone e altri docenti e i quattro candidati: la Santelli non ha partecipato per motivi di salute, ma gli altri tre candidati hanno preso diligentemente appunti: «Così non reggiamo – scrive Smorto ripetendo su Repubblica la la richiesta precisa del Rettore –. Più di uno studente su 4 è sotto la soglia minima di reddito, servono borse di studio. Chiediamo risposte alla politica, chiediamo servizi. E qui arriviamo al punto: la Calabria ha bisogno di una vita normale, il rettore di ottenere almeno gli stessi finanziamenti di una qualunque università lombarda, avendo studenti molto più poveri che non pagano le tasse. E non è di destra né di sinistra chiedere il diritto all’istruzione, una mobilità che permetta lo scambio delle persone e delle conoscenze, una Sanità che funzioni, un patto sull’ambiente».

Nella stessa pagina figura l’intervista di Smorto all’antropologo e scrittore Vito Teti, uno dei figli migliori della Calabria che è rimasto nella sua terra, pur vedendo i due figli partire: «Ho uno slogan, ho una richiesta per i candidati alla Regione – dice Teti a Smorto –: arrestare il declino. La Calabria ha bisogno di un piano ventennale di riscatto e sviluppo, la politica pensa solo al giorno dopo. E infatti guarda all’Emilia». Smorto gli domanda cosa chiede al prossimo/a presidente della Regione: «Un rilancio dell’occupazione anche attraverso il recupero dei centri storici, la messa in sicurezza delle scuole. Spazio a cultura e turismo senza iniziative effimere, meno sagre e piccoli eventi. Forme di aiuto a quelli che restano e a quelli che vogliono tornare. Ma torneranno?».  (rrm)