«La Calabria che resiste»: l’inchiesta di Giuseppe Smorto su Repubblica

Inizia oggi su Repubblica l’inchiesta di Giuseppe Smorto, già vicedirettore del giornale, reggino di nascita, sulla «Calabria che resiste». La prima puntata racconta del viaggio nelle aziende dell’eccellenza (Fattoria della Piana) e delle incredibili risorse inespresse di una regione che vuole emergere. «È dalle parti di Crotone – scrive Smorto – che ascoltiamo il racconto dell’onda perfetta. Una scoperta dell’altro giorno, si può dire. Grazie a una scogliera sommersa, all’incrocio della tramontana da Nord e del grecale da Nordest, la città è uno stadio naturale per gli sport del mare».

Smorto parla anche con don Giacomo Panizza, ex-prete operaio di Brescia, ormai dedito da anni a lavorare sul territorio a favore dei disabili, dei disagiati, dei ragazzi che escono dal carcere. Vive sotto protezione: «Un giorno – riferisce Smorto le parole di don Panizza – il capo di un clan mandò il figlio quasi bambino a dirmi: «Voi non avrete mai pace”. Magari è stato così, ma quanta pace abbiamo portato noi». (rrm)

Il ministro Provenzano promette – su Repubblica – 100 miliardi nel Piano per il Sud

In un’intervista pubblicata oggi su Repubblica, a firma di Valentina Conte, il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, annuncia, alla vigilia della presentazione del suo Piano per il Sud che ci saranno «100 miliardi in 10 anni: sarà un’occasione anche per il Nord, l’Italia coesa è più forte». Provenzano, in effetti è anche ministro della Coesione e l’unica concessione che la manovra 2020 del Governo concede al Sud è il rispetto della clausola del 34% degli investimenti, ex ante e non più – co i disastrosi risultati registrati in quetsi anni – come controllo a posteriori. Secondo il ministro il vincolo del 34% porterà al Mezzogiorno «almeno 2 miliardi, visto che sin qui la norma si traduceva in un mero monitoraggio ex post e si arrivava a un 20% della spesa ordinaria per investimenti al Sud. I fondi Ue sono stati sostitutivi di mancate risorse nazionali».

“Non sempre in modo efficiente” – incalza la giornalista di Repubblica: «Appena insediato – replica il ministro – ho trovato un livello di investimenti pubblici tra i più bassi della storia d’Italia. Il Fondo di sviluppo e coesione – risorse nazionali – praticamente fermo: solo 1,2 miliardi spesi nel 2018. Ho chiesto di accelerare per arrivare a 4,5 miliardi nei prossimi anni, il livello pre-crisi. Rischiavamo di perdere altri due miliardi di fondi europei».

Valentina Conte chiede al ministro se il suo Piano per il Sud sarà un ennesimo annuncio: «Sarà un piano decennale – risponde il ministro Provenzano – oltre 100 miliardi coi fondi Ue. I primi tre anni realizzeremo le novità della legge di Bilancio. Negli altri sette attueremo meglio la programmazione europea. I soldi ci sono, ma bisogna metterli a terra e capire cosa farci».

“I giovani se ne vanno… – sottolinea la Conte – «La priorità del Paese – dice Provenzano – non è l’invasione degli immigrati che non esiste. Ma la fuga dei giovani. E il non lavoro. Questo governo ce l’ha ben chiaro. I giovani devono poter partire, ma c’è anche un diritto a restare. Nessuno ha la bacchetta magica. E l’emigrazione non si ferma per decreto. Spingeremo gli investimenti, renderemo attrattivo il Meridione. E al tempo stesso introdurremo uno sgravio per chi assume donne. Durerà dieci anni come il piano. Le donne sono il potenziale da liberare al Sud».

Bella intervista, belle dichiarazioni, che però sembrano ripetere un ritornello già ascoltato troppe volte. L’unica chance per il Mezzogiorno è che, stavolta, il ministro è competente (Provenzano ha lavorato per anni alla Svimez fino a diventarne componente della direzione) e sa di cosa parla. Attendiamo con trepida attesa di conoscere il Piano per il Sud nei dettagli. In Calabria, però, non servono fabbriche: ci sono risorse importanti – turismo e patrimonio culturale, agricoltura, università – che possono offrire impiego e formazione d’eccellenza ai nostri laureati e gli investimenti vanno obbligatoriamente indirizzati su questi settori. Crescita e sviluppo non sono un obiettivo impossibile, ma ai giovani occorre offrire opportunità di futuro, quelle che i governi, nazionali e regionali, hanno finora negato con ottusa cecità. (s)

Il fisico reggino Gianfranco Bertone spiega a Repubblica l’Universo

Interessante intervista di Matteo Marini oggi su la Repubblica, nella sezione Scienza, del fisico reggino Gianfranco Bertone, coordinatore all’Università di Amsterdam del centro di eccellenza in Gravitazione e Fisica. Il prof. Bertone, citando il suo ultimo libro Sospesi tra due infiniti (Longanesi) «racconta – scrive Repubblica – dei ‘nuovi sensi’ con cui stiamo indagando l’universo per trovare questo collegamento. Un saggio divulgativo che usa la letteratura per fissare le immagini della Fisica».

Come possiamo – chiede Marini – usare le onde gravitazionali per svelare i misteri della fisica e della cosmologia contemporanee? «Possiamo, ad esempio – dice Bertone – usarle per misurare l’espansione dell’Universo. O per indagare gli aspetti quantistici attorno ai buchi neri. E ancora per cercare di rivelare il ‘vestito’ di materia oscura che li avvolge, come stiamo studiando ad Amsterdam con il mio gruppo di ricerca. Ma il segnale più incredibile che stiamo cercando sono le onde gravitazionali dell’Universo primordiale, per scoprire come si sono formate le galassie».

Bertone, 43 anni, nato a Reggio ha la capacità straordinaria di avvincere con le sue parole e le spiegazioni, in termini semplici, di cose straordinarie. A Repubblica racconta le sue scelte di vita, il suo lavoro, i suoi progetti, come quello del Premio Cosmos istituito proprio a Reggio. È orgoglioso della sua calabresità e della sua città: Reggio (e la Calabria) devono essere più che orgogliose di questo straordinario scienziato. (zc)

Vedi anche l’intervista di Calabria.Live a Gianfranco Bertone dello scorso agosto

Walter Pedullà, un grande calabrese, si racconta su Repubblica

Walter Pedullà, autore, scrittore, critico letterario, ma anche grande calabrese e uomo profondamente legato al Sud. Oggi si racconta ad Antonio Gnoli nell’inserto culturale Gulliver di Repubblica. Nato a Siderno nel 1930, Pedullà è stato Presidente della RAI, ha insegnato per 50 anni Storia della letteratura moderna e contemporanea alla Sapienza di Roma, è autore di numerosi saggi.

«Ho sempre amato la mia terra, – dice a Gnoli Walter Pedullà – il mio paese che era abbastanza ricco e consentiva, a chi ne avesse avuto, voglia di crescere».

Dalle due pagine – che suggeriamo di leggere con attenzione oggi sul quotidiano La Repubblica – viene fuori un ritratto che rende onore a questo straordinario protagonista della scena culturale italiana. Un grande critico, un grande letterato, ma soprattutto grande calabrese. (rrm)

Su Repubblica il liceo degli aspiranti medici: è lo Scientifico Da Vinci di Reggio!

5 novembre 2018 – la Repubblica di oggi dedica un ampio servizio nelle cronache, a firma di Corrado Zunino, sul “liceo degli aspiranti medici”: è il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Reggio che prepara gli studenti al test di ingresso a Medicina ed è diventato capofila del progetto del Miur. Una bella soddisfazione per la preside Giuseppina Princi, per la città e per tutta la Calabria.
L’introduzione di lezioni di Medicina al liceo – scrive Zunino – nasce nel corso dell’anno scolastico 2011-2012, «su intuizione di alcuni genitori e e capacità di ascolto di una preside illuminata. Nei sei anni che ci separano da quell’idea, le lezioni si sono già diffuse sul territorio italiano».
«La novità – sottolinea il giornalista di Repubblica – ha prodotto questi risultati: dopo sei anni (due cicli scolastici) il 98 per cento degli studenti calabresi che nel triennio finale è andato a lezione di Biomedicina ha poi superato il tets di Medicina all’università, “e senza aver partecipato a corsi privati”.Dall’altra parte, un terzo di coloro che, volontariamente, hanno abbracciato la “nuova sezione” a carattere medico, l’hanno poi abbandonata comprendendo di non essere adatti. Scoprire da soli di non essere fatti per una facoltà è il miglior orientamento pre-universitario possibile».
Il Miur – spiega Zunino – lo scorso agosto, abbraccia il progetto, indice un bando e dà al “Da Vinci” la patente di scuola capofila di tutti i licei che aderiranno alla piattaforma difgitale. Sono 178 gli istituti che fanno richiesta, ne vengono accettati 54. Una sezione per istituto, al massimo. Un prossimo provvedimento potrebbe consentire ai migliori del Liceo biomedico di entrare all’università senza passare dal test. (rrm)

Ottimo articolo, magnifica vetrina per la Calabria, la preside Princi e il Liceo Da Vinci. Peccato che al titolista sia proprio passato di mente di mettere da qualche parte (anche appena in evidenza nel sommario) che si tratta di un istituto di Reggio Calabria. Che non produce solo malaffare e ‘ndrangheta, ma alleva, con largo successo, eccellenze, anche in campo scolastico, che tutta l’Italia c’invidia. (s)

Mimì Lucano in tv da Fazio: una bella lezione di fraternità e di umiltà

21 ottobre – È stata una magnifica lezione di fraternità, con l’umiltà e la bonomia che gli sono congeniali: Domenico Lucano ha potuto raccontare nella trasmissione di Fabio Fazio la storia del modello Riace, nato per caso e diventato un esempio di integrazione che rispetta in pieno il dettato costituzionale dell’art. 10 (Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge).
Non sì è difeso dalle assurde accuse che gli sono state riversate addosso attaccando i giudici, ma ha spiegato la limpidezza degli intenti perseguiti: aiutare chi ha bisogno, offrendo solidarietà e accoglienza adeguata. Lucano ha ricordato il primo sbarco per un naufragio nel 1998 dei profughi curdi proprio a Riace. È nata in quel momento l’idea di integrare in un paese abbandonato, utilizzando le case dismesse e lasciate a deperire, una massa eterogenea di nazionalità diverse, fino a mettere insieme una geografia umana straordinaria (oltre venti – ha spiegato).
Cosa succederà domani Lucano lo ha indicato chiaramente: se lo Stato ritira il proprio aiuto c’è la solidarietà internazionale che si è già mobilitata in queste settimane e non mancherà di far giungere gli aiuti necessari. Non è un modello – ha detto il sindaco sospeso di Riace – è un’esperienza che ha permesso di realizzare un ideale di integrazione che nessuna legge, nessun provvedimento amministrativo potrà mai imporre come norma. Riace è diventata, questo sì, un simbolo dell’integrazione possibile e da questa esperienza si può e si deve ipotizzare un’idea di accoglienza che superi ogni intolleranza e soprattutto prevarichi sui rigurgiti di razzismo che interessi di parte hanno rinfocolato per fini elettorali.
Chi ha avuto la voglia e la pazienza di seguire i 25 minuti di intervista (che chi ha perso può rivedere su RaiPlay) dovrà ricredersi su Domenico Lucano: una persona per bene, con ideali ammirevoli. La storia gli renderà giustizia, ma intanto la giustizia gli restituisca, in tempi rapidi, l’onore macchiato: se colpevole di malversazione o altri reati sarà giudicato ed eventualmente condannato, ma se l’unico reato contestato resterà quello di troppa umanità, qualcuno dovrà vergognarsi delle dichiarazioni di questi giorni. (s)

RIVEDI IL VIDEO DELL’INTERVISTA DI LUCANO A CHE TEMPO CHE FA SU RAIPLAY:

 

 

«Mi hanno chiamato Mimmo i giornalisti, tutti mi conoscono come Mimì»

Oggi era apparsa anche una bella pagina con l’intervista di Francesco Merlo su la Repubblica, dove tra l’altro Lucano rivela che il nome con cui lo chiamato tutti in paese è Mimì. Alla domanda di Merlo se ce l’ha con i giornalisti Lucano risponde «Questa te la devo dire bene: il Lucano raccontato non esiste, mi chiamo Mimì e non Mimmo e hanno scritto che sono primitivo e naïf. Si infilano nel luogo comune: Lucano è iperbolico e cafone perché un calabrese è sempre un calabrese».
– E non è vero?, incalza Merlo – «Certo, ha un’identità forte: va sino in fondo, ha passioni, esaltazioni individualistiche, accese solitudini, e coltiva l’intelligenza libertaria sin dai tempi di Telesio e di Campanella… Ma hanno identità forti anche i siciliani, i sardi, i toscani, i genovesi, i romani, i napoletani. Solo agli indomiti e ostinati calabresi è riservato il pittoresco? Stasera vado da Fazio: in tv è anche peggio».

La magia dello chef Abbruzzino, la passione di Repubblica per la ‘nduia

4 ottobre – Una bella pagina per lo chef Luca Abbruzzino su “la Repubblica” di oggi: la brava e attenta giornalista gastronomica Licia Granello racconta come nasce la ‘nduja e come lo chef catanzarese abbia saputo darle una nuova dignità in cucina (in Gran Bretagna ci pensa l’altro celebrity chef calabrese Francesco Mazzei, di Cerchiara), sposandola anche con i ricci di mare. È una dichiarazione d’amore per uno dei tanti tesori gastronomici della Calabria, una passione sempre più condivisa anche in tutto il NordAmerica, scritta con un garbo e un entusiasmo che fa venire l’acquolina in bocca. Le pagine dei giornali servono a far scoprire talenti o a valorizzarli ancor di più: Luca Abbruzzino è un orgoglio autentico di una regione saporitissima e speciale, col suo territorio fatto di genuinità e prelibatezze uniche. Grazie, Licia. (s)

L’INTERVISTA A LUCANO SU REPUBBLICA: “CON RIACE VINCE L’ITALIA CHE RESISTE”

31 agosto – Quasi una pagina dedica oggi il quotidiano la Repubblica sui fondi per l’accoglienza per Riace prima tagliati e poi ripristinati dopo una grande mobilitazione popolare, con l’adesione di intellettuali, artisti, magistrati, associazioni, partiti, sindacati e sacerdoti. Una bella intervista al sindaco di Riace Mimmo Lucano, di Alessia Candito, mette in luce come il “modello Riace” risulti, alla fine, vincente sotto tutti i punti di vista.


«Veniamo – ha dichiarato Lucano alla giornalista – da una battaglia che dura da quasi due anni. SUl piano politico, burocratico, procedurale, mediatico. Probabilmente c’è qualcuno che ha interesse a sabotare Riace e il progetto politico che rappresenta. Qui non facciamo né attività alberghiera, né assistenzialismo, qui creiamo comunità e ne beneficiano tutti. Riace, come altre aree interne della Calabria era destinata allo spopolamento, ma qui solo quest’anno sono nati 20 bambini. Nell’asilo multietnico che abbiamo creato lavorano 14 giovani del posto. È la dimostrazione che l’accoglienza funziona e fa crescere».
Il sindaco Lucano constata che non c’è più margine per essere neutrali. «Ovunque vada, incontro solo persone che considerano il nostro borgo una speranza. Nel mondo, la nostra comunità è vista come un modello. Anche registi come Wim Wenders hanno voluto raccontarla».  (rrm)

LA NUOVA GUIDA DI “REPUBBLICA” AI SAPORI E PIACERI DELLA CALABRIA

24 luglio – È stata presentata ieri, a Castrovillari, da Giuseppe Cerasa, direttore della collana “Le Guide” di Repubblica, la seconda edizione della “Guida ai sapori e ai piaceri della Calabria 2019”.
All’incontro, avvenuto in un noto ristorante della città, sono intervenuti Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria, Franco Iacucci, presidente della Provincia di Cosenza, Mimmo Pappaterra, presidente del Parco Nazionale del Pollino, e Mimmo Lo Polito, sindaco di Castrovillari. Presenti, anche l’imprenditrice Pina Amarelli e Sandra Savaglio, che hanno raccontato i motivi per cui hanno scelto di tornare o vivere in Calabria.

Guida Repubblica Calabria

«Siamo andati a scovare – ha affermato Giuseppe Cerasa – una serie di piccoli borghi, sicuri di trovare elementi infrangibili di un passato che resiste, nonostante tutto. Un passato che si incrocia con il presente anche nel racconto della fitta rete di piste ciclabili, un modo nuovo di fare vacanza, un modo autentico di vedere e scoprire i territori e genti che mantengono ferma l’identità di questa Regione guardando al domani con gli occhi della speranza e della scommessa che sarà, inevitabilmente, vincente».
Guida Repubblica_Calabria 2019

La nuova edizione, già presente in tutte le edicole e librerie, racconta le eccellenze, i piaceri e i sapori della Calabria, e si avvale di una nuova sezione, intitolata “Regione da non perdere”, che accende i riflettori sugli scavi archeologici e i borghi dell’Alto Jonio, sulle bellezze del Tirreno, sulla Costa degli Dei tra Pizzo e Nicotera, sulla Riviera dei Cedri, su Sila, Pollino e Aspromonte.
«Ai grandi manifesti da affiggere negli aeroporti che avevano, peraltro, costi milionari –  ha detto Oliverio – abbiamo preferito investire sull’accessibilità e i risultati ci hanno dato ragione. L’anno scorso abbiamo registrato il record delle presenze turistiche nella nostra regione. Una presenza, e questa è la grande novità, che non si concentra più solo nei mesi di luglio e agosto, ma comincia a spalmarsi nel corso dell’intero arco dell’anno. E ciò avviene non solo nelle nostre più note località di mare o di montagna, ma guarda anche alle aree interne, ai piccoli borghi che sono un patrimonio di inestimabile valore. Ciò è stato possibile perché, per la prima volta, la Calabria risulta collegata con quasi tutte le capitali europee e con le città più importanti del nostro Paese. Basta andare su internet per verificare quanto affermo».
«Noi abbiamo investito – ha proseguito il presidente Oliverio – e stiamo investendo molto per allargare i collegamenti e per creare convenienza alle compagnie aeree a venire in Calabria. Stiamo spingendo, non senza difficoltà, per fare in modo che sull’autostrada si rimuovano definitivamente tutti i cantieri; dopo dieci anni abbiamo sbloccato finalmente il Megalotto che collega Sibari con il Corridoio Adriatico; abbiamo investito risorse consistenti sui collegamenti ferroviari, realizzeremo la più grande ciclovia del Mediterraneo oltre alla ciclovia dei Parchi che collegherà la dorsale interna, ecc.. Il secondo elemento su cui stiamo lavorando è la qualificazione dell’offerta ricettiva; abbiamo previsto un investimento di 235 milioni di euro per la riqualificazione della grande ricettività attraverso i Contratti di Sviluppo e investimenti consistenti, con risorse regionali, per riqualificare le strutture ricettive esistenti. Abbiamo investito 100 milioni di euro per la valorizzazione dei nostri borghi, che sono dei piccoli gioielli. Il terzo elemento su cui puntiamo è la formazione. La Guida della Calabria, che tra le Guide di Repubblica è la più venduta, è certamente uno degli elementi importanti degli investimenti compiuti per quanto riguarda la formazione. Tutto ciò ha prodotto una chiara, tangibile inversione di tendenza. Nei primi tre mesi di quest’anno abbiamo avuto un incremento degli arrivi internazionali del 49%. Nella internazionalizzazione dei nostri prodotti, soprattutto per quanto riguarda l’agroalimentare, registriamo una crescita del 34%. Stiamo investendo nella ricerca e nella innovazione. Abbiamo spostato risorse importanti per consentire ai nostri giovani di studiare nelle nostre università e abbiamo garantito al 100% dei richiedenti (prima erano il 34%) una borsa di studio». (rrm)

Guida Repubblica_Oliverio