USb Calabria: Su Lsu e Lpu alcuni Enti continuano a fare orecchie da mercante

Usb Pubblico Impiego Calabria ha denunciato come «mentre si susseguono sulla stampa le notizie di ex Lsu-Lpu che festeggiano dopo aver ottenuto l’agognato aumento delle ore lavorative, altre amministrazioni comunali continuano a ignorare le problematiche di questi lavoratori».

«Ci sono sindaci pronti, a parole – viene spiegato in una nota – a schierarsi con gli ex Lsu-Lpu, definendoli essenziali per la vita degli enti e per la garanzia dei servizi alla cittadinanza – come d’altronde tutto il precariato che tiene in piedi la macchina pubblica calabrese – ma che poi nei fatti poco o nulla fanno per migliorare le condizioni di questi lavoratori, neanche presentando la domanda per ottenere i finanziamenti derivanti dall’equiparazione inserita nel decreto Milleproroghe tra Lsu e Lpu».

«O peggio ancora – prosegue la nota – hanno chiesto i finanziamenti, ma non per utilizzarli come dovuto e aumentare gli orari di lavoro, bensì per sostituire le somme di competenza comunale per questi lavoratori, e cioè facendo cassa sulle loro spalle».

«Come USB – conclude la nota – non molleremo di un centimetro fino a quando tutti gli ex Lsu-Lpu non saranno impiegati a pieno regime, come giusto che sia per chi ha lavorato anni e anni in condizioni indegne e come necessario per garantire servizi dignitosi per la cittadinanza. Lo faremo già con lo sciopero del personale ex Lsu-Lpu del Comune di Rosarno proclamato per il 9 settembre, pronti a ripetere questa iniziativa in tutti gli altri comuni che si ostinano a non dare risposte a questi lavoratori». (rrm)

REGGIO – Il consiglio metropolitano approva primo atto per stabilizzazione di 30 Lsu

Con l’approvazione della “modificazione del Dup 2021-2023 – Piano triennale Fabbisogno del Personale 2021-2023. Variazione al Bilancio di Previsione 2021-2023″, da parte del Consiglio metropolitano, si avvia la fase di stabilizzazione di 30 lavoratori socialmente utili.

«Grazie all’impegno politico del sindaco Giuseppe Falcomatà e dell’amministrazione metropolitana – ha detto il vicesindaco Armando Neri – 30 lavoratori, adesso, potranno guardare con fiducia al futuro. E’ la sfida della concretezza che trova attuazione in questi provvedimenti che, grazie ai consiglieri metropolitani e alla costante presenza sui territori, stiamo portando avanti fattivamente».

«È una questione importante – ha aggiunto – che consegna un risultato su temi centrali alle nostre latitudini: il lavoro e l’abolizione del precariato nelle pubbliche amministrazioni. Ringrazio il dirigente del settore Personale, Fabio Vincenzo Nicita ed i dipendenti che hanno operato per il raggiungimento di questo traguardo fondamentale che interessa, oggi, trenta madri e padri di famiglia che rischiavano di finire nel drammatico vortice della disoccupazione. Adesso, l’Ente potrà contare su nuovi dipendenti da utilizzare nelle mansioni coerenti col loro profilo di inquadramento per poi valorizzarli fino all’aumento del monte ore loro concesso, attualmente, dalla legge regionale. È un percorso di dignità e lavoro che compiremo».

«È necessario – ha concluso il vicesindaco Neri – adempiere a tutti gli atti propedeutici che ci consentiranno di bandire gli avvisi volti alla loro stabilizzazione entro il 31 luglio, termine ultimo oltre il quale i lavoratori rischiavano di trovarsi senza lavoro. Ribadisco il mio ringraziamento al sindaco Falcomatà che mi ha, da subito, indirizzo di agire in questo senso. Il lavoro è una questione tema che l’Amministrazione metropolitana ha particolarmente a cuore e, su questo fronte, non farà mai un passo indietro».

Soddisfazione è stata espressa dal consigliere regionale Antonio Billari, capogruppo dei Democratici Progressisti in consiglio regionale, sottolineando che si tratta di «un passaggio  importante, che finalmente punta a chiudere un lunghissimo percorso di precariato e incertezza per 30 lavoratori socialmente utili della Città metropolitana di Reggio Calabria».

«Grazie all’azione politica portata avanti dal sindaco metropolitano Falcomatà e dal vicesindaco Neri, in sinergia con i dirigenti ed i lavoratori – ha spiegato – è stato possibile evitare che l’incubo della disoccupazione si trasformasse in realtà per trenta persone che da anni lavorano da precari all’interno della pubblica amministrazione. È fuori da ogni logica solo sapere che per lunghissimo tempo lo Stato ha permesso che dei suoi dipendenti non godessero delle tutele e dei diritti dei loro colleghi. Adesso la Regione Calabria deve dare continuità al percorso avviato, lavorando ad un sacrosanto aumento del monte ore disponibile».

«Per anni – ha aggiunto il consigliere regionale – molti Enti locali hanno erogato servizi grazie all’abnegazione dei lavoratori precari, che nonostante la evidente disparità di diritti rispetto ai colleghi, hanno continuato a lavorare per evitare che venissero chiusi sportelli e uffici».

«La prossima legislatura regionale – ha concluso – dovrà essere incentrata sui temi del lavoro. È ora di operare in maniera incisiva e di mettere in campo tutte le azioni necessarie sia per stabilizzare definitivamente chi ha un lavoro precario che per sostenere ogni progetto utile a creare nuova occupazione. Solo attraverso il lavoro la Calabria ha la possibilità di ripartire e di restituire dignità a tutti i suoi cittadini».

L’assessore Orsomarso: Puntiamo a ottenere 18,5 milioni per stabilizzazione Lsu-Lpu

Ottenere 18,5 milioni di euro per stabilizzare i lavoratori Lpu e Lsu. È questo l’obiettivo che si è prefissato l’assessore regionale al Lavoro, Fausto Orsomarso, che ha spiegato come «grazie all’emendamento presentato dalla deputata Wanda Ferro, che omologa sostanzialmente gli lsu e gli lpu, puntiamo a ottenere la disponibilità di più risorse aggiuntive sul piano nazionale da distribuire ai Comuni come contributo alla stabilizzazione».

«Praticamente – ha spiegato –, sarà possibile contrattualizzare lsu e lpu a orari adeguati, passando da contratti a 15 e 18 ore a contratti a 24 ore e, in alcuni casi, anche a 36 ore. Contiamo, grazie a una intensa sinergia istituzionale, di poter dare una risposta importante sia ai 2.400 lavoratori già stabilizzati, sia gli ultimi 600 lpu che potranno essere regolarizzati con l’approvazione di una deroga a cui abbiamo lavorato».

«Ringrazio Wanda Ferro e tutti coloro che hanno sostenuto il nostro lavoro, dal consigliere regionale Carlo Guccione alla deputata Enza Bruno Bossio, alla sottosegretaria Dalila Nesci. Si tratta di questioni – ha evidenziato Orsomarso – di cui ci siamo occupati fin dal momento del nostro insediamento. Già con la prima riunione del 7 settembre 2020 abbiamo affrontato diverse questioni intricate, come quelle del precariato interno regionale e quella ancora più complessa degli lsu e lpu, che attendevano di essere stabilizzati anche con orari dignitosi, in assenza di risorse e in mancanza di una deroga per la stabilizzazione degli lpu. Inoltre, ci siamo occupati della problematica dei 6.700 tirocinanti impegnati nei Tis, nei Comuni e nelle articolazioni periferiche di Miur, Mibact e Ministero della Giustizia. Fin dall’inizio abbiamo lavorato senza cedere alle strumentalizzazioni e a un racconto che non teneva conto del duro lavoro portato avanti sul piano istituzionale».

«Per quanto riguarda i tirocinanti – ha proseguito – abbiamo chiesto un tavolo interministeriale, che siamo riusciti a ottenere dal ministero della Funzione pubblica, grazie all’impegno di tutta la deputazione e, in particolare, dei deputati Roberto Occhiuto, che oggi si candida a guidare la Regione, e Francesco Cannizzaro. Al tavolo interministeriale, al quale ho partecipato personalmente, abbiamo fornito tutti gli elementi tecnici e di approfondimento, suddividendo i tirocinanti per settore, fasce di età e titoli di studio, per mettere a punto degli emendamenti che ora sono al rush finale. Attendiamo ora il risultato del lavoro fatto in Parlamento. Il sostegno su questi temi di tutta la deputazione calabrese è la dimostrazione di una politica capace di lavorare con serietà e spirito di coesione per risolvere problemi che riguardano il lavoro e il sostentamento di migliaia di famiglie».

«Questa attenzione e questo spirito di condivisione politica – ha concluso l’assessore Orsomarso – deve naturalmente concretizzarsi con interventi normativi efficaci sul piano tecnico, e quindi non posso che essere orgoglioso del contributo dato alla scrittura degli emendamenti di Roberto Occhiuto, Francesco Cannizzaro e Wanda Ferro, che consentono di dare respiro a questioni che vengono dal passato e per le quali, grazie a un metodo di lavoro nuovo, speriamo di ottenere a breve un esito positivo». (rcz)

I parlamentari calabresi scrivono al ministro Orlando: si trovi soluzione per equiparare Lpu a Lsu

Trovare una «iniziativa risolutiva ed efficace da parte del Governo e del suo ministero, affinché i lavoratori di pubblica utilità (Lpu) calabresi siano equiparati a quelli socialmente utili (Lsu), e possano accedere ai fondi nazionali stanziati per le stabilizzazioni». È quanto chiedono i parlamentari calabresi in una lettera indirizzata al ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Nella lettera, sottoscritta da Fabio Auddino, Elisabetta Barbuto, Enza Bruno Bossio, Fulvia Caligiuri, Francesco Cannizzaro, Giuseppe D’Ippolito, Wanda Ferro, Domenico Furgiuele, Giuseppe Mangialavori, Ernesto Magorno, Alessandro Melicchio, Massimo Misiti, Roberto Occhiuto, Anna Laura Orrico, Paolo Parentela, Marco Siclari, Elisa Scutellà, Nico Stumpo, Riccardo Tucci, Antonio Viscomi e Silvia Vono, sono stati riepilogati i passaggi normativi che negli anni hanno interessato questa delicata vertenza, che riguarda una forza lavoro imprescindibile e preziosa per le pubbliche amministrazioni calabresi.

«Sono state ripercorse – si legge nella lettera – le diverse tappe che hanno sancito un percorso che partiva come unico per gli Lsu e Lpu della prima stabilizzazione del 2008. Successivamente, per gli altri, la lunga precarietà è stata superata dal 2015 attraverso contratti a tempo determinato, fino ad arrivare alla tanto agognata stabilizzazione. Permane però ancora una oggettiva condizione di disparità dal momento che gli Lpu ad oggi sono esclusi dall’accesso ai fondi nazionali».

«Da qui la necessità e l’urgenza – conclude la lettera – anche sulla base di una intesa con l’assessore regionale al lavoro della Calabria di ripristinare l’equiparazione degli Lpu agli Lsu, non solo per coerenza normativa, ma per superare una condizione anomala, soprattutto in termini di riconoscimento dei diritti, di ore lavorative e, quindi, di una retribuzione dignitosa di dipendenti pubblici». (rrm)