Il Museo del Presente di Rende ha riaperto le sue porte.
Sei le proposte del Museo per i visitatori: Futuristi calabresi – Donazioni Bilotti, composta dalle opere di Enzo Benedetto, Michele Berardelli, Umberto Boccioni, Antonio Marasco, Leonida Repaci, Angelo Savelli, Geppo Tedeschi, Armiro Yaria, Silvio Lo Celso, Stefania Lotti, Lina Passalacqua a cura di Vittorio Cappelli e Roberto Sottile; la sezione permanente Omaggio a Mimmo Rotella, dedicata ad uno dei più importanti protagonisti dell’arte contemporanea. La sezione presenta alcuni disegni, alcuni documenti fotografici, il bozzetto preparatorio in legno della scultura Il lupo della Sila e altre opere; Novecento Artisti in collezione composta da otto opere di artisti che hanno segnato il periodo centrale del Novecento. Costituisce il primo nucleo di quello che, nei successivi quattro decenni, diventerà un ricco patrimonio d’arte contemporanea custodito nei musei comunali. Le opere verranno esposte in questa mostra temporanea fino al 4 luglio, per poi essere sempre all’interno del Museo del Presente, collocate in una nuova sezione permanete.
E ancora, Deborah Graziano Amor Vaqui – Presenza in Assenza a cura di Roberto Sottile (che si può visitare fino al 4 luglio) che rientra nell’ambito di Intrecci Contemporanei, il progetto delle mostre temporanee rivolto ad artisti provenienti da tutto il territorio nazionale; Buildings di Fiormarino, visitabile fino al 4 luglio e la sezione videoarte con Quarantena d’Artista #openyourmind a cura di Roberto Sottile, Luigi Le Piane, Mariateresa Buccieri.
Si tratta di un progetto realizzato nella quarantena covid19 che coinvolge 40 artisti che da Londra, Roma, Milano, Torino, Alberobello, Caltanissetta, Cosenza, Reggio Calabria si connettono con Rende e con il Museo del Presente. Il risultato è un docu-video d’arte di 40 minuti, dove ogni artista coinvolto regala 1 minuto della propria creatività vissuta in quarantena. Il video è pubblicato sul canale YouTube dell’Assessorato alla Cultura della Città di Rende.
«Nonostante lo stop di questi mesi – ha affermato il sindaco di Rende Marcello Manna – il lavoro all’interno del Museo non si è mai arrestato e si è lavorato affinché si potesse aprire nella massima sicurezza. La cultura è tra i settori che più hanno subito la crisi sanitaria ed economica, ma è da qui che dobbiamo ripartire valorizzando competenze e un patrimonio tra i più ricchi di storia e tradizioni. Bisogna puntare sulla cultura come motore di innovazione nella sfera economica, sociale ed educativa e fare dell’area urbana il luogo dove condividere idee, pensieri e azioni di sviluppo. Per questo è necessario fare rete: il nostro patrimonio artistico-architettonico diventerebbe così non solo fonte di identità culturale e coesione sociale, ma anche fattore competitivo e di crescita economica».
«Sappiamo già che la crisi economica del dopo-Covid – ha dichiarato l’assessore Petrusewicz – mette a rischio tutti i settori, tra i quali la cultura. In un momento così devastante, ci vuole il coraggio necessario ad affermare il ruolo prioritario della cultura per la rinascita della comunità nazionale e regionale e decidere che, per sostenere l’economia, dobbiamo aiutare gli artisti. Chiamiamoli a produrre murales, sculture, opere grafiche, pitture, libri, poesie, musica, teatro, ricerche storiche, e con queste opere investire la regione dando vita a una grande comunità attiva. In questo modo, la cultura riguadagnerà la sua missione di mantenere viva la fiamma della creatività, così necessaria nei tempi di avversità».
Il direttore artistico del Museo, Roberto Sottile, ha affermato: «si ricomincia con il nostro cartellone delle mostre Intrecci contemporanei che aveva suscitato già molto interesse. Ripartiamo anche da alcune importanti novità come ad esempio nella sezione permanente sui Futuristi Calabresi, la possibilità dell’utilizzo di una App –Enjoy Art- capace di trasmettere sul proprio cellulare alcune informazioni su tutte le opere e gli artisti esposti».
«La ricchezza di beni artistici e architettonici – ha proseguito il sindaco Manna – che contraddistingue il nostro borgo antico va valorizzata attraverso azioni che incoraggino l’accesso alla cultura puntando sul potenziale umano in un più vasto contesto socio-economico: è un obbiettivo ambizioso, ma di certo si alimenterebbe un nuovo modo di guardare alla cultura ed ai suoi molteplici effetti sulla società, realizzando percorsi virtuosi e strategie d’innovazione sarà possibile costruire una nuova idea di città: aperta, plurale, multiculturale, identitaria, comunitaria. Una città a misura d’uomo dove possano convergere e mescolarsi culture e patrimoni umani, sociali, artistici e culturali». (rcs)