Elezioni, tensione tra Pino Aprile e Carlo Tansi: il Patto Civico sceglie la Calabria

Nei giorni scorsi,  Carlo Tansi, capo del movimento Tesoro Calabria e Pino Aprile, leader del Movimento 24 agosto si sono incontrati e, quest’ultimo, ha chiesto a Tansi di fare un passo indietro, in quanto Tansi si era proposto come presidente, quando «l’accordo con il Patto era un altro: parlare di programmi, allargare la base della sfida civica e poi cercare persone per applicare quel programma, i candidati, il presidente» ha spiegato Aprile.

Tansi, infatti, ha voluto fare delle precisazioni in merito: «in questo periodo sto avendo degli incontri con le varie anime calabresi, espressione di movimenti e associazioni a carattere civico perché convinto che, unire le forze e gli obiettivi, possa dare maggiore slancio al messaggio rivoluzionario e di cambiamento, tanto auspicato, per la Calabria».

«Invitato da Pino Aprile, insieme ad altre persone – ha spiegato Tansi – in uno di questi incontri mi chiede, in prima battuta e ancor prima di iniziare alcun tipo di riflessione sui temi, esplicitamente, come condizione la rinuncia alla mia candidatura alla presidenza della Regione. Ora, mi preme dire, come ribadito al momento allo stesso, che io non ho mai detto di dovermi per forza candidare ma non accetto, da chicchessia, che la cosa mi venga imposta come condizione per un eventuale accordo. Un accordo che, ribadisco, seppur auspicato non era ancora stato discusso nel merito».

«Ancora di più – ha proseguito Tansi – quando mi rendo conto che, presenti a quel tavolo vi erano seduti Domenico Gattuso, responsabile della lista 10 idee per la Calabria che alle ultime elezioni ha appoggiato la candidatura di Pippo Callipo alla presidenza della Regione, Pietro Tarasi candidato nella lista Io resto in Calabria a supporto di Callipo, Roberto Ameruso sindaco di Tarsia e nel recente passato schierato con il PD a sostegno di Mario Oliverio e Francesco Aiello dei 5 stelle inviso perfino nel suo movimento».

«Personaggi e personalità – ha detto ancora Tansi – che definire ‘vergini’ del sistema é a dir poco azzardato. La mia storia parla da sola, sempre contro il sistema e contro il malaffare, sempre in prima linea pagandone spesso le conseguenze. Allora chiedo, caro Pino, cosa ti spinge a pretendere, come prima condizione di un eventuale cammino insieme, il mio fare un passo indietro sulla candidatura. Io una risposta me la sono data, e mi dice che ci sia il tentativo di usare Tesoro Calabria, la mia storia, e i principi fondanti che animano il movimento, per sponsorizzare un candidato che tu senz’altro hai già in mente».

«Mi è sembrato un colpo basso – ha detto ancora – che mai mi sarei aspettato da una persona che ho sempre stimato per il suo impegno e le sue scritture. Tesoro Calabria é il patrimonio, la casa, la forza di migliaia di persone che si riconoscono nella legalità, contro il malaffare, contro l’arroganza di un potere che è anteposto al bene dei calabresi onesti».

«Questa casa è libera ed è aperta a tutti – ha concluso – ma non a chi pretende di dettare le condizioni in casa altrui».

Pino Aprile, dal canto suo, ha voluto dare spiegazioni in merito alle parole di Tansi, sopratutto per «per evitare che gli elettori abbiano informazioni errate».

«Sin dalla prima telefonata a Carlo Tansi – ha spiegato Aprile – ho proposto: per dare alla Calabria un segnale forte e chiaro che lavoriamo per migliorare il suo futuro e non il nostro (pur se perfettamente legittimo) facciamo un accordo: né io (nonostante le pressioni di molti), né tu (che già lo hai fatto una volta) ci candidiamo e sceglieremo, tutti insieme un volto giovane, capace, onesto, di successo, che mostri quale Calabria vogliamo costruire. Poi, le varie competenze potranno trovare campi in cui essere fruttuosamente spese».

«Una proposta, giusta, sbagliata, bella, brutta… – ha aggiunto – una proposta che poteva essere accettata o rifiutata. Tansi l’ha accettata. E questo è stato ripetuto ogni volta che ci siamo sentiti e nella prima riunione degli aderenti al Patto. Solo alla seconda, mentre si cercava di parlare di Sanità in Calabria, Lavoro in Calabria, Trasporti in Calabria, il tema posto da Tansi era (sette-otto volte): perché non io presidente? Nulla vieta che lo faccia, è suo diritto, ma l’accordo con il Patto era un altro: parlare di programmi, allargare la base della sfida civica e poi cercare persone per applicare quel programma, i candidati, il presidente».

«Il Patto è per la Calabria, non per Tansi – ha proseguito Aprile – Bastava dirlo subito e non smentire l’accordo: “Non avevo capito”. No? Se non è vero è penoso; se è vero, è preoccupante: non è una cosa così difficile da capire».

«E da quando – ha detto ancora Aprile – gli aderenti al Patto Civico per la Calabria (per la Calabria!) non hanno accettato di ribaltare il crono-programma (prima si parla di progetti, poi di candidature), sono diventati tutti impresentabili, basti dire che addirittura, alle scorse elezioni, qualcuno di loro non ha sostenuto Tansi!».
«Eppure – ha concluso – sono le stesse persone con cui Tansi si era seduto (online…) al tavolo per far parte di un Patto che sarebbe andato bene se avesse accettato l’imposizione della sua auto-candidatura». (rrm)

Pino Aprile: La Calabria chieda i danni allo Stato

«La Calabria chieda i danni allo Stato: ne ha pieno diritto» ha dichiarato Pino Aprile, leader del Movimento 24 agosto, prendendo posizione in merito alla situazione della Sanità in Calabria e al Caso Cotticelli.

«Il Commissario governativo alla Sanità imposto alla Calabria,– ha aggiunto – Saverio Cotticelli, non si è occupato di attrezzare la regione perché potesse difendersi dalla peggiore epidemia da un secolo in qua; ha chiesto al governo (lettera, protocollo, «Maria mi porti…») chi dovesse farlo, ha ricevuto la risposta e nemmeno l’ha letta, nonostante la regione sia stata chiusa come “zona rossa” fra mille polemiche (è la meno contaminata d’Europa dal covid-19); e, solo perché l’intervistatore gli chiede di leggerla, scopre dalla lettera di risposta, che chi deve occuparsi dell’emergenza sanitaria è lui!».

«Ognuno commenti da sé – ha proseguito Pino Aprile – tanto diremmo tutti le stesse cose, protetti da un buon antivomito. Da dieci anni lo Stato, con la scusa (perché tale va considerata, ora) di “sanare la Sanità”, invia commissari in Calabria a occuparsi del settore. Che grazie a loro ha visto crescere i debiti, ridurre l’assistenza, non riuscire nemmeno a sapere quant’è davvero il buco di bilancio, chiudere ospedali, reparti, obbligare i malati a emigrare e le casse regionali a sborsare centinaia di milioni all’anno alle cliniche private del Nord. I commissari sono costati alla Calabria montagne di soldi, sofferenze, dolori, vite umane».

«Ora lo Stato – ha detto ancora Aprile – (che non ha il coraggio di commissariare la Lombardia, nonostante metà dei morti per covid siano in quella sola regione, e la gestione locale dell’epidemia sia la peggiore d’Italia, al punto che sono stati riaperti d’imperio ospedali infetti e nessun provvedimento di chiusura di paesi in preda al contagio sia stato adottato, al contrario del resto del Paese) risarcisca i calabresi, ripiani il deficit, e si tolga dai piedi, se invece di eliminare il male ha fatto il peggio. La Calabria avvii una causa contro lo Stato, ne chieda il sequestro dei beni, a garanzia del danno». (rrm)

 

SI PREPARA UN NUOVO SCIPPO PER IL SUD:
DEVIATI 73 MILIARDI DEL RECOVERY FUND

Quello che si preannuncia è l’ennesimo scippo al Sud. Le risorse del Recovery Fund destinate al Sud, che ammontano a 73 miliardi, rischiano di essere dirottate al Centro-Nord. È l’allarme lanciato dal Movimento 24 Agosto di Pino Aprile e ripreso dal leader de La Calabria che vogliamo, Giuseppe Nucera, il quale ha ribadito che «saremo vigili e decisi a chiamarvi alla mobilitazione e scendere in piazza per difendere i nostri soldi».

Questa settimana si deciderà il futuro del Mezzogiorno. «Purtroppo – si legge in una nota dei due Movimenti –, ancora una volta, il Parlamento sottrarrà al Sud 73 miliardi di euro dei fondi del Recovery Fund destinandoli al Centro-Nord, senza tenere conto dei criteri di ripartizione che la Commissione Europea ha stabilito per gli Stati membri.

Lo spiega in poche parole il Movimento 24 Agosto Equità territoriale che fa capo allo scrittore e giornalista Pino Aprile, il quale da anni con i suoi libri si batte contro il divario nord-sud e il “saccheggio” delle ricchezze da parte del Nord ricco e opulento ai danni del Sud “povero e disperato”. La Commissione Europea con il Next Generation EU (comunemente chiamato Recovery Fund) ha stanziato in totale 750 miliardi per superare la crisi economica derivante dalla pandemia (per affrontare la crisi finanzaria e non per ripagare delle vittime della pandemia).

Nella ripartizione dei 750 miliardi di euro tra gli Stati membri l’Unione Europea ha definito tre criteri:

1) Popolazione

2) Reddito pro-capite

3) Tasso medio di disoccupazione negli ultimi 5 anni

In base a questi criteri all’Italia sono stati attribuiti 209 miliardi di euro (la fetta più importante dell’ammontare totale).

«Nello specifico – afferma il documento del Movimento 24 agosto –, se il criterio fosse stato soltanto quello della popolazione l’Italia avrebbe ricevuto soltanto 97,5 miliardi di euro. Tutto il resto (111.5 miliardi di euro) è stato attribuito all’Italia perché il Mezzogiorno ha un reddito pro-capite medio di 17 mila euro rispetto ai 33 mila del Centro-Nord, e un tasso di disoccupazione del 17% rispetto al 7,6% del Centro-Nord. Se le risorse del Recovery Fund assegnate all’Italia sono ben maggiori rispetto al solo criterio della popolazione (più del doppio) lo si deve assolutamente alle condizioni economiche della popolazione del Mezzogiorno, per cui sembra ovvio che il 70% delle risorse complessive (calcolato in base ai tre criteri sopraccitati) debba andare al Mezzogiorno».

«Purtroppo – secondo la nota di M24-ET rilanciata da La Calabria che vogliamo –, questa ovvietà non è così per il Governo nazionale e per alcuni esponenti di rilievo del partito democratico che vogliono assegnare al Mezzogiorno il 34% delle risorse (e c’è pure andata bene!!). Da parte nostra faremo il possibile affinché siano informati tutti i 20 milioni di cittadini del Mezzogiorno e tutti i parlamentari del Sud che ancora non sanno che assistiamo all’ennesima rapina ai nostri danni, dopo quella che dura da vent’anni e che ci ruba 61 miliardi all’anno con il criterio della spesa storica. Partiremo con mail bombing e azioni mirate ad informare il maggior numero di persone possibile. E daremo conto ai cittadini dei lavori parlamentari.

 E se il governo non correggesse i criteri, chiederemo all’Unione Europea di non inviare all’Italia risorse che invece di ridurre le disuguaglianze, le aumentano».

Inoltre – secondo il Movimento di Pino Aprile –, appare necessario applicare, con eventuali aggiustamenti, il criterio di riparto tra i Paesi previsto per le sovvenzioni dal Dispositivo di ripresa e resilienza (popolazione, PIL pro capite e tasso di disoccupazione) anche all’interno del Paese (tra le regioni e le macro-aree), in modo da sostenere le aree economicamente svantaggiate, come indicato dalla XIV Commissione. Si tratta di una massa critica di risorse senza precedenti, la cui entità supera, in percentuale sul PIL nazionale, quella dell’internvento straordinario per il Mezzogiorno, il che rende evidente il fatto che siamo di fronte a un’occasione storica, probabilmente unica e irripetibile, per consentire al Mezzogiorno di colmare il divario rispetto alle zone più sviluppate del Paese». (rrm)

REGGIO – Pino Aprile a Calabria d’Autore: L’Italia è finita

Stasera a Reggio, alle 18, nella Sala Museo “Il Ferroviere” della Stazione di Santa Caterina, ospite della rassegna Calabria d’Autore il giornalista e scrittore Pino Aprile che presenterà il suo nuovo libro L’Italia è finita e forse è meglio così (Piemme Edizioni).

Un libro infuocato, che irrompe con forza nel dibattito politico e tratteggia scrupolosamente gli scenari di un futuro che non è mai stato così prossimo. Tra una manciata di anni – secondo Pino Aprile, si legge nella scheda di presentazione del libro – l’Italia, e forse l’Europa, non esisteranno più. Almeno come le conosciamo ora. Si spezzeranno per il fallimento della loro economia. E l’attuale governo giallo-verde potrebbe persino essere l’ultimo di un’Italia unita. Lo dicono autorevoli studi e indagini ben noti agli addetti ai lavori. Né l’una, l’Italia, né l’altra, l’Europa, reggeranno alla spinta disgregatrice: divide et impera è una massima che i mercati finanziari conoscono bene.
D’altronde, già oggi l’Italia non è più la stessa, così come non lo sono gli italiani: grandi aziende, grattacieli, interi quartieri, fertili terreni, squadre di calcio appartengono ad arabi, cinesi, capitali stranieri. A noi guardano con preoccupazione – o con speranza – le altre nazioni, perché sin dai tempi della conquista romana o della diffusione del cattolicesimo siamo il laboratorio per innovazioni che si sono propagate in tutto il continente, e oltre. A volte anche nefaste. Steve Bannon, ex consulente alla Casa Bianca di Donald Trump e osannato campione dei razzisti e dei neonazisti made in Usa, lo ha detto chiaro e tondo: «Roma è al centro della politica mondiale. L’Italia fa paura». Lui è di quelli che lo sperano.
Unita, in realtà, l’Italia non lo è mai stata. Piuttosto, è il risultato di un’operazione scellerata di saccheggio e conquista, che ha distrutto un Sud proiettato nel futuro industriale e attuato un vero e proprio genocidio per “convincere” i riluttanti meridionali.
È questa la crepa, mai sanata, che si allargherà fino a inghiottire tutto l’edificio dell’Italia unita? Mentre collanti storici come la Chiesa perdono terreno, ovunque rinascono comunità non statuali che trovano altrove la propria identità. Ma forse, come insegna il Rinascimento, proprio nelle tensioni e nelle divisioni gli italiani danno il meglio. Lo smembramento sarà la nostra salvezza?

La serata, organizzata dall’Associazione Incontriamoci Sempre diretta da Pino Strati, sarà introdotta dal prof. Daniele Castrizio dell’Università di Messina che dialogherà con l’autore. Seguirà una degustazione di prodotti tipici, con l’anteprima del nuovo gusto Terrone di Gelato Cesare, in collaborazione con Bottiglieria Pellarese 2010, Terre di Vasìa e di Fior di Pasta.  (rrc)

Il video di TV2000 con l’intervista a Pino Aprile:

 

REGGIO: STASERA IL PREMIO SIMPATIA LA CALABRIA NEL CUORE

4 settembre – Stasera a Reggio la dodicesima edizione del Premio “Simpatia della Calabria” – la Calabria nel cuore, promosso dall’Associazione “Incontriamoci sempre per il volontariato”, guidata da Pino Strati. La cerimonia di premiazione, nel Salone delle feste dell’ex Albergo Miramare, vedrà la partecipazione di numerosi ospiti, con personalità calabresi provenienti da ogni parte d’Italia.
Con la conduzione ddi Marco Mauro, saranno premiati:
– Valter Longo, ricercatore biochimico di fama mondiale
– Daniele Castrizio, storico affermato, grandissime le sue competenze a livello numismatico
– Marinella Rodà, artista di grande talento nel mondo nella musica popolare
– Pino Aprile, giornalista e scrittore, grande e combattivo meridionalista
– Stefano Caccavari, Imprenditore, famosissimo per la sua start-up con il Mulinum S. Floro
– Antica Gelateria Cesare, la storia della città. Il celeberrimo Chiosco, proprio quest’anno, compie 100 anni.
Oltre alla Cerimonia di Premiazione, la serata sarà arricchita da altri due spettacolari momenti: la sfilata “L’Evoluzione del Gioiello dalla Magna Grecia ai giorni nostri” a cura del maestro Michele Affidato, notissimo orafo di Crotone, che da diversi anni impreziosisce anche il Festival di Sanremo con le sue creazioni ed il gran finale con la degustazione di prodotti dell’Arte Pasticciera e Gelatiera Reggina, della Calabria e della Sicilia, grazie alla presenza degli splendidi pasticceri Apar, capitanati dal presidente Angelo Musolino, con la presenza di Conpait, e della gelateria Cesare di Davide De Stefano. (rrc)