Cisl Fp Calabria: Per attuazione del Pnrr nella Pa servono professionalità adeguate

Luciana Giordano, segretaria generale di Cisl Fp Calabria, ha ribadito la necessità di «fare presto e intervenire, con urgenza, sulla capacità amministrativa della nostra  Pubblica Amministrazione di gestire le risorse del Pnrr e di realizzare i progetti  connessi al Piano».

«È questo l’argomento – ha spiegato –che infervora il dibattito politico in questo  momento, soprattutto qui in Calabria. Un problema che riguarda certamente tutta Italia  ma che nella nostra Regione assume maggiore rilievo, visti i deficit strutturali e visti i  ritardi registrati negli anni nella progettazione e nell’utilizzo dei Fondi europei».

«Il  problema è concreto – ha continuato – perché la maggior parte dei progetti previsti dal Piano dovranno  essere realizzati a livello locale, proprio dalle Amministrazioni regionali e territoriali che  non hanno le professionalità necessarie, in grado di garantire una governance  consapevole e competente delle varie fasi procedurali e attuative del Pnrr. Qui in  Calabria da più parti viene segnalato l’urgente bisogno di reclutare risorsa umana  qualificata per scongiurare il rischio di vedere vanificare anche questa ennesima e grande  opportunità; dai Dipartimenti della Giunta regionale della Calabria, che necessitano di  figure apicali e di professionalità specializzate nelle materie tecniche, giuridiche, informatiche, fino ai Comuni, dove oltre alla grave carenza di Dirigenti, continuamente  utilizzati a scavalco fra due o più Enti, servono funzionari con specifiche e adeguate  competenze nei Settori della progettazione e delle fasi esecutive del Pnrr».

«Ben vengano – ha proseguito – tutte le misure introdotte dal Decreto Legge n. 13 del 24 febbraio 2023 (Decreto PNRR  Ter) volte a rafforzare ulteriormente la capacità amministrativa delle amministrazioni  titolari delle misure PNRR e dei soggetti attuatori. Accogliamo con favore l’introduzione della possibilità riconosciuta dall’art. 8 del citato provvedimento, fino al 31 dicembre  2026, di conferire incarichi dirigenziali ai sensi dell’art. 110 del Tuel fino alla misura  massima del 50%, innalzando così il tetto finora fissato al 30%. E ben venga la stabilizzazione prevista dall’art. 4 del Decreto Pnrr Ter, a partire dal 1 marzo 2023, del  personale di livello non dirigenziale assegnato alle Unità di missione Pnrr, i 500 tecnici  assunti presso le Amministrazioni centrali con il decreto Reclutamento (D.L. 80/2021),  che abbiano prestato servizio continuativo per almeno quindici mesi nella qualifica  ricoperta». 

«Ma queste misure non sono sufficienti!», ha evidenziato la segretaria, spiegando come «a livello nazionale la Cisl e la Cisl Funzione Pubblica già prima dell’emergenza Covid  e dell’adozione del Pnrr rivendicavano a gran voce l’improcrastinabile necessità di un  Piano straordinario di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni, sia centrali che locali.  Un’esigenza dettata da decenni di tagli indiscriminati alla spesa pubblica e da una Funzione Pubblica scellerata politica di rigore che ha letteralmente messo in ginocchio i pubblici uffici. Il  blocco del turn over e i rigidi tetti alla spesa del personale hanno ridotto la forza lavoro  negli ultimi 10 anni di circa 310.000 unità e come se non bastasse, oggi oltre 430.000  dipendenti hanno un’età superiore ai 60 anni, ampliando così la platea dei futuri  pensionamenti». 

«Alla luce di queste valutazioni – ha detto ancora – diventa difficile individuare valide motivazioni che  giustifichino provvedimenti normativi che prevedono assunzioni a tempo determinato  nella Pubblica Amministrazione. E risulta difficile anche comprendere le motivazioni che  hanno indotto il Governo nazionale a non prevedere la stabilizzazione dei 2.800 tecnici  assunti a tempo determinato presso i Comuni del Mezzogiorno a seguito del  superamento dei concorsi indetti dall’Agenzia per la Coesione, i cui contratti scadranno il prossimo 31 dicembre».

«In Calabria sono circa 1.000 i Tecnici del Sud – ha riferito – che hanno dovuto  superare un concorso impegnativo con una rigida selezione, ma per essere assunti a  tempo determinato e a fine anno dovremo fare i conti con i contratti in scadenza! I Tecnici  del Sud della Calabria, ovviamente, stanno chiedendo la stabilizzazione, una giusta  rivendicazione che la Cisl Fp Calabria sosterrà con tutte le sue forze. E lo stesso  ragionamento vale per i circa 8.000 addetti all’Ufficio per il processo assunti a tempo  determinato presso il Ministero della Giustizia, assegnati anche negli Uffici del processo  della Calabria».  

«È evidente – ha sottolineato – che in Calabria si percepisce ancora di più che nel resto d’Italia, il bisogno di  aprire la Pubblica Amministrazione ai giovani, ai tanti laureati, nativi digitali con  procedure selettive serie e severe ma che immettano negli Uffici pubblici le indispensabili  nuove energie e competenze con rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Basta con gli  interventi normativi che creano altro precariato».

«È necessario, altresì – ha ribadito – dare risposte  concrete a quei Lavoratori che vantano reali e qualificate competenze che stanno dando  il loro contributo pur in condizioni di precarietà alle nostre Amministrazioni Locali. La Calabria ha bisogno di dotarsi in maniera stabile e duratura di un ampio contingente di  funzionari pubblici che vantino capacità e competenze specialistiche in campo  economico, giuridico, informatico, statistico-matematico, ingegneristico, ingegneristico gestionale».

«Èsu questi obiettivi – ha concluso – che invitiamo gli amministratori locali a uno sforzo  comune per ottenere misure che superino i vincoli alle facoltà assunzionali e consentano  il reclutamento di quelle energie lavorative ormai indispensabili per il raggiungimento  delle nuove frontiere fissate dal Pnrr». (rcz)  

Fenealuil Calabria: C’è rischio concreto di perdere le risorse del Pnrr

La segretaria generale di Fenealuil CalabriaMaria Elena Senese, ha denunciato come ci sia il rischio concreto di perdere le risorse del Pnrr.

«Sono sconcertanti – ha spiegato – i dati del Sole 24 Ore, che anticipano la relazione semestrale al Parlamento della Corte dei conti, relativamente alla spesa effettiva dei fondi del Pnrr. In base ai dati emersi dal sistema ReGis, il cervellone telematico della Ragioneria generale che censisce in tempo reale tutte le articolazioni del Piano, i magistrati contabili calcolano in 20,441 miliardi la spesa effettiva realizzata a fine 2022. Con un aggiornamento ulteriore al 13 marzo scorso, il contatore sale a 23 miliardi, legati a 107 (105 investimenti e 2 riforme) delle 285 misure elencate dal Pnrr. Il tasso di realizzazione si attesterebbe quindi al 12% delle risorse complessive messe a disposizione da qui al 2026».

«Si tratta di un dato basso ed allarmante! – ha evidenziato –. Ma il quadro effettivo dell’attuazione degli interventi è ancora più preoccupante in quanto  il valore complessivo della spesa è comprensivo anche dei cosiddetti “incentivi automatici”: ossia di quegli interventi già previsti in altri programmi, e trasferiti poi nel Pnrr, come i crediti d’imposta di Transizione 4.0, che hanno assorbito 2,3 miliardi più del previsto, e quelli relativi ai bonus edilizi. Interventi “automatici” e quindi non imputabili  alla capacità effettiva di spesa della pubblica amministrazione per gli interventi previsti dal Piano».

«La Corte dei conti – ha continuato – ha provato a depurare il dato degli incentivi stornando questa tipologia di interventi: il dato effettivo dei miliardi spesi è quindi sceso a 10,024 miliardi su 168,31, attestando la spesa al 6% del totale. Dalla relazione si evince che viaggiano particolarmente a rilento i pagamenti delle Missioni legate alle politiche agricole, all’istruzione scolastica, agli interventi per la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei comuni».

«È, dunque necessaria – ha continuato – non solo una revisione complessiva del Pnrr ma sopratutto occorre rafforzare le amministrazioni comunali, prive di personale e di tecnici competenti, con una task force di tecnici esperti anche avvalendosi dell’università. I problemi che ostacolano la partecipazione ai bandi del Piano di ripresa e resilienza sono tanti e monitorarli è difficile».

«I comuni del Sud – ha ribadito – sono in difficoltà con la partecipazione ai bandi del Piano di ripresa e resilienza. Molti i problemi che minano l’attuazione degli investimenti da 235 miliardi di euro e monitorarli è un’impresa complessa, specie per le amministrazioni del meridione».

«Al Sud – ha detto ancora – il 62 per cento dei comuni ha giudicato complessa la partecipazione ai bandi del Pnrr (contro il 57 per cento del Centro-Nord) e, secondo quanto ricostruito dall’Associazione per lo sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno (Svimez),  ci vogliono nove mesi in più rispetto alla media nazionale per costruire le infrastrutture sociali».

«Riteniamo che la realizzazione del Pnrr – ha concluso – abbia di gran lunga la precedenza sulla flat tax e sul Ponte sullo stretto. Pertanto per non fallire servono tecnici esperti al servizio di cittadini e amministratori». (rcz)

Biondo (Uil): Il Governo frena su attuazione del Pnrr

Il segretario generale di Uil Calabria, Santo Biondo, ha denunciato come il Governo, mentre accelera sul progetto Calderoli, «che autonomia differenziata non è, frena su attuazione del Pnrr e la politica locale e gli amministratori locali, il Mezzogiorno e la Calabria stanno a guardare».

«In questi giorni il governo, nel silenzio da parte della Calabria – ha spiegato – ha provveduto a rivedere la governance del Pnrr e delle politiche di coesione 14/20 e 21/27, questo è un fatto che non aiuta la velocizzazione sull’attuazione delle risorse e degli investimenti per l’apertura dei cantieri proprio nel 2023 anno in cui bisogna avviare gli investimenti, promuovere l’occupazione e migliorare i servizi così come prevede il Pnrr».

«Piuttosto – ha sottolineato – sarebbe più utile e opportuno avviare un confronto sul territorio, avviare la cabina regia, avviare il monitoraggio su piano attuazione per evitare che il Pnrr non diventi un nuovo miraggio come quello del ponte sullo Stretto che ci accompagna dagli anni Settanta».

«La macchina in questa direzione – ha spiegato ancora – è completamente ferma, il rischio di perdere le risorse è pesante, la politica è disattenta. È necessario, invece, che vengano applicate queste risorse e anche trovi applicazione la clausola della destinazione del 40% dei delle risorse del Pnrr allocabili territorialmente, indipendentemente dalla fonte finanziaria di provenienza, sia destinato  alle  regioni  del  Mezzogiorno».

«Purtroppo – ha detto ancora – si perseguono metodi da vecchia politica, non ci si concentra sull’attuazione progetti e non si risolve il problema che impedisce la giusta applicazione dei fondi che, nei fatti, è il ritardo della pubblica amministrazione locale, la sua incapacità a poter assolvere ai compiti che gli sono stati assegnati».

«In primo luogo – ha suggerito – occorre affrontare, sul livello nazionale e regionale, il tema dell’incapacità amministrativa della pubblica amministrazione, soprattutto dei Comuni. Occorre un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato di personale specializzato, che riveda anche i parametri per le assunzioni di quegli enti locali che si trovano in situazioni di dissesto e predissesto, e in Calabria sono più del 50% i comuni che si trovano in questa condizione, e non possono di fatto procedere alle assunzioni di personale. Vanno stabilizzati, così come fatto per i loro colleghi nei ministeri, i tecnici assunti nei mesi scorsi nei comuni calabresi con contratti tempo determinato per attuare il Pnrr».

1Nel frattempo – ha continuato – che si dia l’avvio alle assunzioni, la Regione promuova l’aggregazione dei comuni per ambito territoriale per l’attuazione del Pnrr. Questa è un’operazione funzionale a mettere in campo tra gli enti territoriali una “solidarietà amministrativa” che abbia come centralità la messa a disposizione di competenze da alcuni comuni in favore di altri che ne sono carenti».

«Si convochi subito – ha rilanciato – la cabina di regia per il Pnrr in Regione e nei comuni per facilitare l’azione di sorveglianza sociale sulla spesa di questi importanti finanziamenti europei. Allo stesso tempo vanno attenzionati i cronoprogrammi sulle opere e gli impatti occupazionali delle stesse in Calabria e gli investimenti previsti dal Piano. Vanno applicati i protocolli di legalità e sicurezza sui luoghi di lavoro tra istituzioni, procure e prefetture».

«Solo la corretta applicazione di questi percorsi virtuosi – ha concluso – può evitare alla Calabria di vedere sprecata questa importante occasione di ripartenza e di cadere nella trappola del sottosviluppo». (rcz)

Pnrr, Napoli (Confapi): Preoccupati per il cronoprogramma al 2027

Francesco Napoli, vicepresidente di Confapi e presidente di Confapi Calabria, ha espresso preoccupazione per il cronoprogramma al 2027 del Pnrr, «tenendo presente che la scadenza è perentoria».

In audizione sul Dl di attuazione del Pnrr alla commissione Bilancio del Senato, ha ribadito che il Pnrr «è un’opportunità unica e irripetibile per modernizzare il sistema paese e per sburocratizzare e efficientare la macchina pubblica, ma non possiamo però più indugiare nella realizzazione delle opere strategiche previste dal piano né ritardare le riforme fondamentali per superare il gap che ci separa tuttora dalle altre economie eropee».

«Auspichiamo, quindi – ha continuato – una maggiore attenzione nelle prossime fasi evitando rallentamenti che potrebbero vanificare quanto di buono fatto finora, considerando che ci sono oltre 40 miliardi di euro di affidamenti da perfezionare entro dicembre 2023. Ben vengano gli interventi semplificativi e di razionalizzazione delle procedure di affidamento dei progetti contenute nel provvedimento in esame. Condividiamo anche il rafforzamento delle dotazioni degli organismi di verifica delle varie fasi progettuali».

«Come Confapi – ha concluso Napoli – ci aspettiamo di far parte della cabina di regia in quanto voglia continuare a fornire un proficuo contributo all’attuazione del Pnrr». (rmm)

Piani Urbani integrati, Metrocity RC incontra i Comuni per l’iter dei 28 progetti

Si è svolta, a Palazzo Alvaro di Reggio Calabria, una riunione tecnica-operativa fra i vertici della Città Metropolitana ed i sindaci dei 97 Comuni del territorio coinvolti nel progetto Aspromonte in città.

Il progetto Aspromonte in città è l’idea messa in campo dall’amministrazione metropolitana e promossa dai Ministeri dell’Interno e dell’Economia con il riconoscimento dei 28 programmi presentati nell’ambito del bando sui Piani Urbani Integrati.

Si tratta di un vero e proprio tesoretto da 118 milioni di euro dei fondi Pnrr, destinato a riqualificare e rivitalizzare ogni area del comprensorio. «Non c’è tempo da perdere. Abbiamo un’occasione più unica che rara per fare quel salto di qualità che attendiamo, ormai, da davvero troppo tempo». Così, il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, coadiuvato dal dirigente al Pnrr, Pietro Foti, ha incalzato gli amministratori locali ed i loro tecnici affinché «si rispettino le tabelle di marcia sulla progettazione e si arrivi a capitalizzare il lavoro, complesso e articolato, condotto in questi mesi e pienamente approvato dai Ministeri competenti».

«Il progetto messo in campo dalla Città Metropolitana – ha ricordato Versace – ha raccolto il sostegno che merita per la sua ambizione, l’ampio respiro della sua proposta ed il coinvolgimento di tutti gli enti locali. È un riconoscimento alla grande capacità di coinvolgimento dei territori, alla disponibilità al confronto, ad una politica che proietta le comunità in una dimensione verde, sostenibile, inclusiva e smart».

Soddisfazione è stata espressa anche dal consigliere metropolitano delegato al Pnrr, Domenico Mantegna: «È importante che i Comuni capiscano, fino in fondo, l’incredibile opportunità che abbiamo di fronte. L’incontro con gli amministratori ed i Rup ha avuto, quale principale obiettivo, quello di conoscere lo stato dell’arte dei diversi progetti inseriti nei Piani urbani integrati».

«Siamo qui – ha aggiunto – per dare loro il giusto impulso affinché si proceda, speditamente, con l’iter amministrativo e si inverta il preconcetto che vuole le realtà calabresi incapaci di spendere. Daremo ogni supporto possibile ai sindaci e gli staremo col fiato sul collo per riuscire a rispettare il primo target sulla progettazione, fissato al prossimo 30 luglio».

«L’investimento di 118 milioni – ha continuato Mantegna – è distribuito lungo tutto il comprensorio e, a differenza delle altre Città Metropolitane, abbiamo deciso di assegnare un protagonismo reale e concreto ai Comuni, affidando loro, soprattutto ai capofila, responsabilità importanti sugli interventi previsti».

«Aspromonte in città – ha concluso il consigliere metropolitano delegato – ha l’ambizione di rigenerare intere zone, antichi borghi ed i quartieri più popolosi che vivono una particolare condizione di degrado. È, quindi, veramente molto importante riuscire a portare a casa un risultato dalle proporzioni storiche. Siamo fiduciosi e riusciremo a rispettare i limiti temporali imposti dai Ministeri e dalla Comunità Europea». (rrc)

Pnrr, domani si sigla accordo tra la Provincia di Vibo e il Comando della Guardia di Finanza

Domani mattina, a Vibo, alle 9.30, nell’Aula Consiliare della Provincia, sarà presentato e siglato il protocollo d’intesa tra la Provincia di Vibo e la Guardia di Finanzia in merito al Pnrr.

Nello specifico, il presidente della Provincia di Vibo, Corrado L’Andolina e il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Massimo Ghibaudo, illustreranno i punti chiave dell’accordo, che prevede di migliorare l’efficacia complessiva delle misure volte a prevenire, ricercare e contrastare le violazioni in danno degli interessi economico-finanziari connessi alle misure di sostegno e finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in particolare per quanto riguarda la prevenzione, l’individuazione e la rettifica delle frodi, dei casi di corruzione, dei conflitti di interesse e della duplicazione dei finanziamenti. (rvv)

CROTONE NON È FIGLIA DI UN DIO MINORE
SIA RESTITUITA LA MERITATA CENTRALITÀ

di MIMMO CRITELLI – La sortita della Lega Catanzarese, in ordine all’ipotesi che il capoluogo di Regione possa ampliare le proprie prerogative istituzionali e legislative, diventando Città Metropolitana, offre lo spunto per una riflessione più articolata e meno oltranzista, anche se a confrontarsi sono, allo stato, le due “curve ultras” (Lega) di Catanzaro e di Crotone.

Ne immagino già l’epilogo. Proverei, invece, a setacciare la proposta separando gli spunti e gli obiettivi di interesse generale, la Calabria, da quelli che tentano di restaurare lo status quo ante (1993) e un centralismo che ha prodotto i suoi effetti negativi rispetto alla coesione territoriale. È da tempo, immemore, che insieme a qualche amico provo a sollecitare una riflessione intorno al riassetto Istituzionale ed Amministrativo della Calabria. Lo abbiamo fatto anche in occasione della tornata elettorale Regionale, interloquendo con Roberto Occhiuto, all’epoca candidato alla Presidenza della Giunta Regionale.

In pratica, la costituzione di un un tavolo Istituzionale Regionale che coinvolgesse non solo l’Upi e l’Anci Calabresi ma anche il sindacato ed il variegato mondo dell’Associazionismo. Un “Forum Interistituzionale e civico” che si facesse carico di compiere una ricognizione degli ultimi 50 anni di Regionalismo (1970-2021) e un consuntivo sullo stato e la condizione dei territori e, in essi, delle grandi aree urbane (Gioia Tauro, Vibo Valentia, Lamezia Terme, Crotone, Corigliano-Rossano, Castrovillari, etc.).

Sarebbe stato opportuno che il sistema politico, i partiti, fra le inesistenti attività di proposta e confronto programmatico non rinunciassero a pensare come ridisegnare la Calabria, atteso il consuntivo negativo di tutte le esperienze pregresse, sempre alternate fra di esse, e rendicontate dai diversi indicatori che generano il Pil Regionale in confronto con la crescita Nazionale e Continentale.

Un’architettura politica e istituzionale tutta da affinare che prova a recuperare quel protagonismo che Catanzaro ha perso oltre 25 anni fa’ con la nascita delle Province di Crotone e Vibo. In tal caso proverò a spiegare, non in maniera reazionaria come hanno fatto i leghisti Krotoniati, le ragioni per cui le riforme hanno il compito di esaltare le autonomie locali, tutte, ma offrendo un respiro e un orizzonte di coesione e di crescita ai territori, in egual misura, garantendo gli stessi standard di qualità della vita. Soprattutto perché ci apprestiamo, come cittadini del Sud Europa, a veder riequilibrare i livelli essenziali di servizi e prestazioni con i nostri omologhi del Nord d’Italia e D’Europa.

L’unico aspetto positivo che si può cogliere, quindi, nella proposta della Lega Catanzaro, è di aver dato la stura ad un confronto che non può circoscriversi al suo interno ma deve, necessariamente, coinvolgere i diversi livelli di responsabilità politica e di rappresentanza Istituzionale.

Anche se fuori tempo massimo per immaginare un approdo comune fra le due Istituzioni (Catanzaro e Crotone) si coglie l’elemento prodromico ad un tavolo regionale per avviare un confronto generale.

Proprio perché la Lega è forza di Governo, nazionale e regionale, sarebbe più che opportuno vigilare e affiancare il Presidente Occhiuto rispetto all’autonomia differenziata attestandosi su una impellente rivisitazione dell’impianto Statuale, soprattutto perché l’autonomia differenziata non aggravi il divario esistente fra nord e sud del Paese.

Non si perda, cioè, l’occasione di aggiornare la Costituzione sulla quale andrebbe ad incidere l’autonomia stessa, l’articolazione dello Stato e i meccanismi elettivi del Premier e dei Parlamentari. Ecco la sfida alla quale è chiamata la Lega Calabrese e meridionale in primis. Fallito il tentativo di Salvini di accreditare una Lega Nazionale (uno specchietto per allodole) ed una volta vistasi occupare lo spazio sovranista e conservatore da FdI, alla Lega non resta che trasformarsi in una Lega del Sud anche per difendersi da sé stessa. Il Federalismo Istituzionale fu una battaglia abbandonata dalla Lega quasi subito, dai suoi albori, non perché non vi credessero (prof. Miglio docet), ma perché era più conveniente puntare al Federalismo fiscale(2008), (gli sghej) che sono riusciti ad affermare guarda caso con Calderoli.

Quello che è avvenuto dopo, anche grazie alla riforma del Titolo V (Amato 2001) è stato solo aumento del debito pubblico e divario sempre più marcato fra Centro- Nord e Sud dell’Italia.

Ed allora si prospetti ai Ministri e Parlamentari Leghisti di “mettere a terra” le risorse del Pnrr partendo dal Sud ed alzando, inevitabilmente, la quota del 40% che l’ottimo Ministro Carfagna era riuscita a spuntare nonostante al Sud risieda poco meno di 1/3 della popolazione. È una proposta, nemmeno tanto scandalosa, giacché il principio che ha ispirato il Next Generation Ue era rivolto alle nuove generazioni ed alle aree svantaggiate.

In Calabria, per tornare a bomba, serve mandare in soffitta il vecchio armamentario ideologico e centralista. Bisogna rompere lo strabismo degli ultimi 50 anni che ha tenuto la Città di Crotone ai margini e periferica rispetto al resto della Calabria. Se siamo gli ultimi vi è una grande responsabilità dei Governi Regionali precedenti, tutti, che non hanno saputo farsi carico delle nostre fragilità.

Rappresentiamo un’area strategica nel Mediterraneo perché siamo baricentrici rispetto alle rotte per l’Europa del nord ed orientale.

Eppure, la coincidente presenza di un porto e un aeroporto ha sempre rappresentato un orpello utile alla bisogna, che si trattasse di Sacal o dell’autorità di bacino di Gioia Tauro.

Tutto quanto non avviene per un destino avverso o immodificabile, qualcosa non ha sicuramente funzionato nelle scelte Regionali, ma un concorso di colpa riguarda anche la pletora di Parlamentari e affini, Sindaci e Presidenti di Provincia che si sono alternati, quasi a completare il lavoro che gli altri avevano lasciato incompiuto.

In qualunque parte d’Italia un’area soggetta a dismissione industriale diventa oggetto di concorso internazionale di idee o coinvolge Urbanisti di altrettanta fama. Un esempio: Tirana.

Qualche anno fa, il Governo Albanese ha recuperato oltre 100 ettari di area degradata e industriale a nord della Capitale affidandosi all’Arch. Boeri. Un Italiano. A Crotone, invece, si è pensato al futuro affidandosi a chi aveva già immaginato una Città ripiegata su se stessa.  Con il risultato che chi arriva dopo, per reazione, fa ancora peggio.

La nostra è una realtà rassegnata all’irrilevanza perché non ci sono idee, non c’è una visione e manca la percezione dell’orizzonte. Crotone deve uscire dalla sua condizione di minorità con la stessa unità con la quale, senza distinzioni o primazie, riuscì ad affermare la propria autonomia Istituzionale: La Provincia. Oggi, la discussione intorno al tipo di elezione, è fuorviante e, al solito, un ibrido legislativo.

Si cambierà la Del Rio o la si riconfermerà? Ma, ancora prima di svelare l’arcano, cosa impedisce alla Calabria di autoriformarsi?

A legislazione vigente, le aree vaste (350 mila ab.) Potrebbero essere 5, vista la popolazione Calabrese (1.8 mln) ed essere rimodulate territorialmente. Potrebbero tenere conto dell’articolazione dei collegi elettorali alla Camera, trattandosi di organizzazione Statuale, alla quale coniugare contiguità territoriale (infrastrutture) e di sviluppo economico oltre che di retaggio sociale e culturale. Leggasi Area Vasta della Magna Graecia, magari con doppio Capoluogo (Crotone e Corigliano-Rossano) che amplii la rete dei servizi ed implementi le funzioni oltre il semplice coordinamento ed attuando un diffuso trasferimento delle deleghe da parte della Regione.

In questo caso l’elezione diretta, e non ponderata, avrebbe un senso pur riproponendo un antico interrogativo riguardo all’efficacia dei quattro livelli Istituzionali (Stato, Regione, Provincia Comune). Personalmente li ho sempre ritenuti troppi e, in alcuni casi, sovrapponibili.

Ma questo è un altro discorso che necessiterebbe di una consapevolezza nazionale ed un impegno unitario a ridisegnare l’architettura Statuale e i meccanismi di selezione della classe dirigente che negli ultimi anni (Porcellum (CD) Rosatellum (tutti) hanno generato una moltitudine di “dilettanti allo sbaraglio”. Tuttavia, auspicando che si avvii un confronto virtuoso a livello Regionale, qui a Crotone possiamo cominciare a darci una strategia che rallenti il declino demografico ed economico e rilanci il peso geopolitico della Città dei tre millenni.

Pensare ad unire le municipalità contermini (Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cutro Scandale, Rocca di Neto, Strongoli) per creare un’area urbana di oltre 100 mila abitanti ed il secondo territorio (oltre 600kmq) d’Italia per estensione, dopo l’area metropolitana di Roma. Per non accennare alle provvidenze finanziarie ai diversi livelli di competenza. Una classe dirigente ambiziosa ed attrezzata non tarderebbe ad attivarsi nella direzione di una crescita collettiva.

Ciascuno dei protagonisti politici in campo avrebbe da trarre solo vantaggi a cimentarsi su obiettivi che vadano oltre i confini angusti dell’autoreferenzialità. (mc)

 

Sanità, implementato il servizio di Telemedicina

Il Dipartimento Salute e Servizi socio-sanitari della Regione Calabria ha reso noto che è stato implementato il Servizio di Telemedicina previsto dal Piano Operativo del Pnrr Missione 6.

Nello specifico, riguardano riprogettazione della Rete dei servizi territoriali, introducono strumenti di teleassistenza e di telemedicina e ridisegnando il modello della salute complessiva delle persone e delle nostre comunità regionali, non solo quindi prestazione sanitaria ospedaliera ma una nuova sanità territoriale più vicina, più capace di proteggere, più capace di provvedere ai bisogni.

«La Missione Salute del Pnrr – viene spiegato in una nota – si articola in due componenti di cui la principale riguarda le Reti di prossimità: strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. Gli interventi intendono infatti rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della comunità e gli Ospedali di comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare attraverso l’attivazione delle Centrali operative territoriali, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari».

«In particolare, un’articolazione della missione Salute del Pnrr – continua la nota del Dipartimento – è come detto l’assistenza domiciliare e la non-autosufficienza Per l’avvio delle attività per l’attivazione del servizio di telemedicina la Regione Calabria, Dipartimento Tutele della salute, ha completato il Piano Operativo Regionale, rispettando la data prevista per la trasmissione sulla piattaforma Agenas del piano. Il Piano è stato progettato seguendo le indicazioni contenute nel decreto del ministro della Salute del 30 settembre 2022 che tengono conto del proprio fabbisogno totale per i servizi di telemedicina previsti per l’infrastruttura regionale di telemedicina, del rispetto di Milestone e Target nonché del cronoprogramma dello specifico sub-investimento».

«Il progetto prevede anche – prosegue la nota – quali componenti del fabbisogno si intende eventualmente garantire, con soluzioni di telemedicina già esistenti e attive su tutto il territorio regionale, quali componenti del fabbisogno totale intende acquisire. In particolare, nella redazione del piano operativo regionale sono state comprese tutte le quattro tipologie di prestazioni di telemedicina previsti dal decreto: Televisita, Teleconsulto, Teleassistenza, Telemonitoraggio/Telecontrollo per le persone affette da cinque patologie croniche indicate dal Ministero (diabete, respiratorio, cardiologico, oncologico e neurologico)».

«Il servizio di Telemedicina – che verrà attivato nei tempi previsti dal Piano operativo del PnrrM6 – prevede un percorso di presa in carico a domicilio dei pazienti cronici – viene spiegato – nel quale intervengono: il medico di medicina generale, il pediatra di libera scelta al quale è in capo la responsabilità clinica dell’assistito nel percorso generale di presa in carico; l’infermiere territoriale, come componente dell’équipe multiprofessionale che funge da punto di riferimento per la famiglia e per gli altri attori coinvolti; la Centrale operativa territoriale, che avrà la responsabilità dell’organizzazione, del tracciamento della presa in carico e del raccordo tra i diversi soggetti (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, Case di comunità, Ospedali di comunità)».

«Infine, il Piano prevede di dotare – conclude la nota – tutti i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali di idonee postazioni di telemedicina, mediante le quali fornire servizi territoriali di assistenza sanitaria, senza intasare gli ospedali e facilitando le cure domiciliari ai malati cronici». (rcz)

Russo (Cisl): Al lavoro per ripresa e sviluppo sostenibile della Calabria

Lavorare per la ripresa e lo sviluppo sostenibile della Calabria. È questo l’obiettivo del percorso di formazione, per i quadri della Cisl, Calabria sull’utilizzo delle risorse del Pnrr è dedicata alle politiche attive del lavoro e alle politiche sociali e sanitarie.

Tonino Russo, segretario generale di Cisl Calabria, ha spiegato che nell’incontro di domani, venerdì 10 febbraio, «metteremo a fuoco alcune misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, fondamentali per la nostra regione. Questi i temi che approfondiremo: sulla Missione 5 C1, “Politiche attive del lavoro e sostegno all’occupazione: riforme ed investimenti, come potrebbe cambiare il mercato del lavoro e delle competenze”; sulla Missione 5 C2, dedicata a servizi sociali, disabilità e marginalità sociale, “Le politiche sociali tra riforme ed investimenti del Pnrr per una nuova stagione di inclusione, di tutele e di accessibilità ai servizi territoriali”; sulla Missione 6 C1, “Potenziamento e assistenza della rete sanitaria: tra riforme ed investimenti per una nuova Sanità nel Paese e in Calabria, tra vincoli ed opportunità”».

«Con il supporto e il coordinamento della Fondazione Cisl “Ezio Tarantelli” – ha concluso – e l’intervento di esperti e dirigenti della Cisl nazionale e regionale, individueremo, negli spazi offerti dai fondi del Pnrr, secondo la logica del Next Generation Eu, le priorità negli interventi per la Calabria. La Cisl è pronta a dare il proprio contributo per avviare processi di coesione sociale e di crescita che mettano al centro dello sviluppo le persone e le comunità in cui esse vivono». (rcz)

Pnrr, le proposte e le analisi di Cgil Calabria

Nella Sala Coni di Piazza Matteotti a Cosenza, i sindacalisti della Cgil si sono confrontati sul tema Pnrr: Territori, generi, generazioni per un Paese più equo e inclusivo.

Un momento di confronto su un tema quanto mai attuale, ora che l’autonomia differenziata rischia di diventare una cesoia sociale e affrontato con un parterre eterogeneo per analizzare, a partire dal ruolo dei sindacati, come sia possibile incidere sul Piano e quali siano le falle di sistema.

A partecipare il Segretario Generale Cgil Calabria, Angelo Sposato, il Segretario Generale Cgil Cosenza, Massimiliano Ianni, l’economista Domenico Cersosimo, la responsabile Politiche di Genere Cgil Nazionale, Laura Ghiglione, Emilio Viafora, Cgil Veneto e Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano.

Tra le osservazioni sollevate da Sposato l’invito a tenere la barra dritta contro la pervasività della criminalità organizzata lì dove ci sono fondi da spendere, dal Pnrr al Por e così via. Il Segretario ha poi ricordato come la Cgil si sia fatta promotrice di un protocollo con le Procure, i Comuni e le Stazioni Appaltanti al fine di creare vigilanza sociale e contrattazione d’anticipo.

Anche per il Segretario Cgil Cosenza Massimiliano Ianni il ruolo della Cgil deve essere nevralgico, offrendo un monitoraggio civico, mentre per Emilio Viafora, Cgil Veneto, il sindacato deve aprire ad una contrattazione nazionale ed internazionale, affrontare la questione salariale nel settore pubblico e lavorare per la sburocratizzazione dell’apparato.

Importanti anche i contributi tecnici. Dal sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi che ha portato esempi concreti di come i Comuni abbiano difficoltà a gestire sia l’attività ordinaria che quella straordinaria, a quello dell’economista Domenico Cersosimo che ha spiegato come manchi la visione di un’Italia industriale e un approccio alle comunità tenendo conto del contesto in cui sono inserite e delle tante risorse al proprio interno che, solo se oliate insieme, possono portare a risultati sulla qualità della vita, dei servizi e del welfare.

Il Pnrr può però dare frutti anche sulle politiche di genere. Tema affrontato dalla responsabile del settore in Cgil Nazionale Laura Ghiglione. Ghiglione ha annunciato la nascita di una piattaforma Cgil (verrà presentata ufficialmente a marzo) che proverà ad immaginare investimenti e potenzialità con l’obiettivo di incidere sui gap occupazionali e di genere. (rcs)