POLISTENA (RC) – Domenica concerto Coro polifonico e l’Ensemble strumentale del Conservatorio di Vibo

Domenica 24 marzo, alle ore 19 nella Chiesa di Maria SS. del Rosario di Polistena, si terrà il concerto del Coro polifonico e l’Ensemble strumentale del Conservatorio Fausto Torrefranca di Vibo Valentia diretto dal M° Gianfranco Cambareri. Il concerto, promosso da Ama Calabria in collaborazione con l’associazione culturale Girolamo Marafioti, è in preparazione della Santa Pasqua.

La manifestazione si realizzata nell’ambito delle attività musicali Ama Calabria sostenute dal Ministero della Cultura direzione generale dello Spettacolo, dall’assessorato alla Cultura della Regione Calabria e dalla Città metropolitana di Reggio Calabria.

Nell’ambito della produzione della V edizione del progetto Crux Gloria si segnalano in qualità di solisti i Primi Soprani Federica Lacquaniti, Maria Pia Guerrera, i secondi Soprani Chiara Aracri, il Contralto Chiara Zangari, il tenore Francesco Alessio, il basso Cosimo Renda, il violoncellista Gioele Cerra e la pianista Rosangela Longo al basso continuo. Si aggiungono, come ensemble strumentale gli allievi della classe di Prassi Esecutive del Corso di Musica d’Insieme del M° Giuseppe Arnaboldi, Maria Chiara Smerzi, Davide Gargano ai violini primi, Mirko Marcellini, Michael Manuli ai violini secondi e il contrabbassista Nunzio Crudo.

A dirigere il Coro Polifonico del Conservatorio Gianfranco Cambareri autorità indiscussa nell’ambito del repertorio sacro. Docente di esercitazioni corali al Conservatorio Fausto Torrefranca di Vibo Valentia, il Maestro vanta una ricca esperienza nell’ambito della vocalità corale. Dal 2004 al 2012 canta nel Coro Giovanile Italiano sotto la guida di Kuret, Tabia e Donati.

Dal 2002 dirige il Coro Polifonico Dominicus di Soriano Calabro al quale riesce a dare un impulso prettamente polifonico. Dal 2004 al 2010 dirige il Coro delle Voci bianche dell’Ic di Soriano. Significativi nella sua carriera il 2° posto al IV Concorso Internazionale per cori di voci bianche Il Garda in Coro nel 2007 e il 2° premio al 56° Concorso Polifonico Internazionale Guido d’ Arezzo nel 2008. Presidente dal 2018 della Organizzazione Cori Calabria, è direttore del Coro giovanile calabrese.

Nel corso della serata la formazione del Conservatorio eseguirà all’inizio e fine del concerto rispettivamente Hosanna Filio David e Alleluia: Surrexit Dominus per coro a 4 vv.dd. del compositore calabrese Ferruccio Messinese musicista apprezzato anche al di là dei confini regionali e 5 cantante tratte dal celebre oratorio Membra Jesu Nostri di Dietrich Buxtehude.

Ulteriori informazioni sul concerto al link https://www.amaeventi.org/evento/crux-gloria-5po/ (rrc)

POLISTENA (RC) – Lunedì e martedì in scena la vita di Giovanni Falcone

Lunedì 25 marzo alle 21 (e in replica martedì 26 alle 10 per gli studenti del liceo statale “G. Rechichi”), andrà in scena all’auditorium comunale lo spettacolo “Bum ha i piedi bruciati”, spettacolo basato sulla vita di Giovanni Falcone che viene realizzato con il patrocinio della Fondazione Falcone.

Lo spettacolo è scritto, diretto e interpretato da Dario Leone con le scene e luci di Massimo Guerci. L’ingresso è gratuito.

Bum ha i piedi bruciati, è uno spettacolo emozionante, divertente, commovente, che da alcuni anni gira l’Italia e l’Europa per contribuire alla diffusione della cultura della legalità, e si è guadagnato il rarissimo patrocinio della Fondazione Falcone di Palermo, presieduta da Maria Falcone, sorella del magistrato.

Nel 2022, lo spettacolo – inserito nel calendario ufficiale della Fondazione per le celebrazioni del trentennale della strage di Capaci – è stato in cartellone per una settimana al Teatro Franco Parenti di Milano, con un travolgente successo di pubblico, che lo ha premiato con il tutto esaurito ad ogni rappresentazione. L’Università Statale di Milano lo ha scelto, inoltre, per inaugurare la rassegna “Organizziamoci contro la criminalità organizzata”, alla presenza di Nando Dalla Chiesa, ospitandolo nell’Aula Magna, davanti a oltre mille studenti,.

Falcone era una persona allegra, ironica, innamorata della vita e della libertà, ed è questo che lo spettacolo di Leone, liberamente ispirato al libro di Luigi Garlando Per questo mi chiamo Giovanni, mette più in luce, con delicatezza e profondità, raccontando gli aspetti più intimi e quotidiani della vita di Falcone, facendoci conoscere l’uomo prima del magistrato, con una chiave di lettura empatica, coinvolgente, rivolta a un pubblico di tutte le età: agli adulti, che si troveranno a scoprire particolari sconosciuti e ai più giovani che potranno conoscere i momenti che hanno portato a uno degli avvenimenti più drammatici nella storia del nostro paese.

La vicenda è narrata attraverso gli occhi di un giovane padre palermitano, un piccolo negoziante il cui vissuto personale, la nascita del figlio, il lavoro in negozio, l’impotenza e lo sconforto di fronte al dilagare della criminalità organizzata che lui vede diffondersi lenta e silenziosa, inevitabilmente si intreccia agli episodi più eclatanti della vita del magistrato. Bum è un orango di peluche, il giocattolo preferito del figlio: per suo tramite, la storia inizia e si snoda alternando leggerezza e profondità, senza rinunciare a sorridere.

Tecnica e magia si fondono in uno spettacolo intenso, emozionante, appassionato, che colpisce il pubblico diritto al cuore. La scenografia è essenziale ma di grande impatto, con elementi mobili che assumono di volta in volta valenze diverse, trasformandosi in strade, palazzi, spiagge, aule di tribunale… così come le idee e le intuizioni di Falcone si trasformarono in efficaci strumenti di lotta alla mafia. (rrc)

Polistena conferisce la cittadinanza onoraria a Julian Assange

Il Consiglio comunale di Polistena ha conferito la cittadinanza onoraria al giornalista australiano Julian Assange, su cui pende un mandato di cattura degli Stati Uniti per cospirazione.

Un riconoscimento assegnato «per avere diffuso con indomabile spirito di servizio e coraggio le verità scomode dei teatri di guerra, rendendo l’umanità consapevole delle gravi violazioni dei diritti umani e umanitari, con ciò schierandosi per la causa della pace, della democrazia e della libertà dei popoli oppressi», ha spiegato il sindaco di Polistena, Michele Tripodi.

«Sull’esempio di grandi città come Roma, Napoli, Reggio Emilia, Bologna, anche Polistena – ha spiegato il primo cittadino – che si è sempre distinta per le lotte per i diritti civili, sociali e costituzionali, ha ritenuto di conferire l’onorificienza nel solco dei valori costituzionali che tutelano le libertà fondamentali e i diritti personali, tra cui la libertà di stampa ed opinione di cui all’articolo 21 della Carta Costituzionale».

«Il Consiglio Comunale – si legge in una nota – auspica che Julian Assange possa ricevere un diritto di cittadinanza dall’Italia o da altro Paese europeo affinché gli possa essere attribuito un nuovo status personale di perseguitato e/o rifugiato per motivi politici».

Al sindaco, infine, è stato dato mandato di firmare a seguito del presente conferimento una pergamena da inviare alla moglie Stella Assange Moris attraverso cui la stessa venga notiziata dell’onorificenza concessa dal Comune di Polistena. (rrc)

POLISTENA (RC) – In scena domani lo spettacolo “Anime leggere”

Domani, domenica 25 febbraio, alle 18 andrà in scena, all’Auditorio comunale di Polistena, lo spettacolo “Anime leggere” all’interno del cartellone per “Teatro chiama Terra”, la nuova stagione di Dracma – Centro sperimentale d’arti sceniche.

“Anime leggere” è uno spettacolo unico nel suo genere e performance di teatro fisico capace di raccontare il presente che ci circonda in maniera acuta e allo stesso tempo divertente, cercando sotto il rumore della modernità il silenzio immutabile della condizione umana, raccontata con delicatezza e ironia.

Scritto e diretto dalla regista Liubov Cherepakhina, insegnante della rinomata Accademia di varietà e arti circensi di Kiev, “Anime leggere” è portato in scena dal pluripremiato quartetto di mimi ucraini Dekru (vincitori al Festival mondiale del Circo di Mosca e al Festival di clown e mimi di Odessa).

Eredi spirituali del maestro Marcel Marceau, gli artisti accompagnano gli spettatori in un viaggio pieno di risate nella commedia della vita, tra poesia e satira sociale.

Quattro figure vestite di nero e truccate di bianco entrano in una scena vuota e col solo uso del corpo la riempiono, facendo prendere vita a personaggi e situazioni dalle più fantasiose alle più ordinarie, tutte descritte con precisione stupefacente da questi virtuosi dell’espressione fisica.

“Anime leggere” è un rutilante susseguirsi di brevi scene che vanno a comporre il ritratto dell’uomo contemporaneo, fatto di tic e fughe nell’immaginazione, ma anche di coraggio, sentimenti, aspirazioni.
Senza soluzione di continuità, ecco comparire di fronte agli occhi del pubblico un allegro circo, una tranquilla giornata lavorativa stravolta dal blocco di un ascensore, una gara olimpica, una serie di sketches sugli imprevisti quotidiani nei quali ciascuno può riconoscersi, un misterioso mondo sottomarino, un’onirica storia d’amore tra statue viventi e molto altro ancora.

Col suo linguaggio universale che non necessita di parole, “Anime leggere” ha divertito e commosso centinaia di città nei paesi di tutto il mondo, tra i quali Francia, Germania, Spagna, Polinesia, Nuova Caledonia, Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Ungheria, Romania e Svizzera, oltre che Italia, Russia e Ucraina.

La capacità di trattare grandi temi con leggerezza e l’irresistibile empatia del gruppo ha permesso ai Dekru di conquistare tanto i palcoscenici più prestigiosi quanto le vaste platee di programmi TV quali Ucraina’s got talent e Tu sí que vales Italia.

Il quartetto è stato scelto per esibirsi durante l’Udienza di Papa Francesco per il Giubileo dello Spettacolo popolare e come protagonista del Gran gala du cirque, spettacolo che riunisce i migliori performer circensi internazionali in un’unica grande serata.

La stagione teatrale di Polistena 2023/2024 è sostenuta da Ministero della Cultura, Regione Calabria e Comune di Polistena. (rrc)

A Polistena presentato il libro “Calabria Italia” di Santo Strati

Continua a raccogliere ampi consensi il libro scritto dal direttore di Calabria.Live Santo Strati “Calabria Italia” presentato durante due iniziative organizzate dai Rotary Club di Nicotera Medma, Gioia Tauro e Polistena.

Calabria Italia è un’opera che racchiude la storia della Calabria, con tutte le sue innumerevoli risorse e con la evidenziazione delle tante criticità che l’hanno resa fragile e posta negli ultimi posti di tutte le classifiche nazionali. Uno spaccato molto interessante che, però, non può non segnalare che, dinnanzi alle imponenti risorse storiche, ambientali, culturali, gastronomiche, naturali, il territorio si ritrova in condizioni di evidente degrado e di una palese povertà economica, occupazionale e, principalmente, istruttiva e formativa.

I Rotary Club di Gioia Tauro, Nicotera Medma e Polistena, con i presidenti Domenico Infantino, Carlo Capria e Salvatore Auddino, hanno voluto commentare e riflettere su tale opera, realizzando degli importanti incontri: il primo, nella sala comunale di Limbadi, con la presenza del sindaco, Leo Mercuri, della presidente dell’Inner Wheel, Piera Mobrici, della prof. Assunta Carrà, dell’assistente del Governatore del Distretto 2102, Giovanni Porcelli. Il secondo, in Polistena, presso il Salone degli Specchi, con la partecipazione del sindaco Michele Tripodi, degli studenti dell’Istituto “Liceo Giuseppe Rechichi” e del suo delegato Vitoantonio Cardone e dell’assistente del Governatore Gaetano Vaccari.

Alla presenza dell’autore Santo Strati e con la moderazione di Giacomo Francesco Saccomanno, segretario del Rc di Nicotera Medma, le due manifestazioni, molto partecipate, hanno coinvolto i presenti che hanno rivolto all’autore moltissime domande per cercare di comprendere, principalmente, la possibilità di invertire la rotta negativa attuale. Molti i temi trattati e molte le risposte da parte dell’autore Santo Strati e dei relatori. Alla fine, però, il tema è stato incentrato su, da una parte, una burocrazia che strozza l’innovazione e la crescita e, dall’altra, una mediocrità della classe dirigente che non è riuscita, negli ultimi 50 anni, a imporre un modello di crescita e di sviluppo della Calabria.

Un’accusa evidente che ha messo in luce di come un territorio non potrà mai migliorare se a gestirlo sia una classe politica mediocre e incapace di affrontare i tanti problemi esistenti. Soltanto, con il sostegno dei visionari che cercano di migliorare la propria terra e con l’entusiasmo di tanti giovani, la Calabria, forse, potrà trovare un momento di ribellione e rinascita che potrebbe renderla la “California dell’Europa”. Ma, per fare questo ci vogliono persone di cultura, che pensano ad una politica vera e di sostegno del territorio e non, invece, di rafforzamento del proprio consenso elettorale a volte, anche, con tanta spregiudicatezza e tante anomalie. (rrc)

POLISTENA (RC) – Il nuovo cortometraggio di BA17 è “Scusa” contro il cyberbullismo

Esce il nuovo cortometraggio della compagnia teatrale BA17 dal titolo “Scusa” e che ha come argomento il fenomeno del cyberbullismo.

È stato l’Istituto d’istruzione superiore “G. Renda” di Polistena il primo palcoscenico del nuovo cortometraggio di BA17, firmato dalla regista autrice e performer Angelica Artemisia Pedatella, che racconta con brutale delicatezza l’intensità del tema del cyberbullismo. Il 7 febbraio scorso l’opera è apparsa in anteprima sul web e presentata ufficialmente presso l’auditorium dell’Istituto per sensibilizzare la platea sul delicato tema che vede crescere sempre di più l’emergenza “odio social”, ormai in grado anche di stroncare delle esistenze. L’opera che vede protagoniste Chiara Cardamone, Christina Khytyk e Selene Ruggiero, con un testo di grande intensità scritto della stessa regista, è stato fortemente voluto dal dirigente prof. Pasquale Pugliese e dallo staff organizzativo, dopo l’esordio presso l’istituto della Compagnia lo scorso 25 novembre con il cortometraggio “Finestre”.

“Scusa” racconta un nuovo capitolo stilistico del team, dalla natura fortemente filmica: d’altra parte il gruppo di artisti ci ha già abituati a questa capacità di abbracciare stili, racconti, linguaggi, creando una continua aspettativa in crescita nel pubblico.

«“Scusa” è una parola che rappresenta l’essenza del cyberbullismo – spiega la regista Angelica Artemisia Pedatella – È la dimensione del “non esistere” a cui si relega con l’odio un essere umano. Il testo è emerso fortissimo dopo essermi immersa nelle vicende di adolescenti e giovani donne che avevano scelto di togliersi la vita in seguito alla carneficina social a cui erano state esposte. La loro dimensione però va oltre, perché riguarda una dimensione esistenziale che in fondo viviamo tutti, anche in minima parte. Per questo il messaggio era fortissimo e lo sento fortissimo. Tutti noi del team vi abbiamo partecipato con intensità, vivendo un’esperienza che ci ha fatto crescere dentro».

L’evento a Polistena è stato accolto da una platea di ospiti che hanno costituito, insieme al pubblico adolescente, un vero e proprio osservatorio del fenomeno: i referenti della polizia postale e delle comunicazioni di Reggio Calabria, i soci della Camera minorile “Malala” di Palmi (Rc), il presidente dell’associazione Sirio onlus di Anoia (Rc), la prof.ssa Maria De Moro, coordinatrice del progetto.

Gli studenti hanno contribuito al racconto della giornata con performance artistiche dedicate, grazie al prezioso lavoro delle docenti Maria De Moro, Maria Concetta Spampinato, Ermelinda Mazzeo, Antonella Elia, Paola Colosi e del prof. Dominic Antony Polito.

«Interagire con le scuole è per noi essenziale – spiega Silvana Esposito, vicepresidente della Compagnia BA17 e prezioso aiuto regia dell’opera – Il nostro compito di artisti è anche quello di entrare in contatto con le scuole e costruire insieme realtà educanti in cui il nostro lavoro possa andare oltre il semplice intrattenimento. Noi emozioniamo per far crescere le persone. Il nostro lavoro sarebbe altrimenti monco».

Una grande lezione per la creazione di contenuti che il territorio calabrese sta esprimendo. L’opera ha visto la grande capacità emotiva suscitata dall’uso della videocamera grazie alla maestria di Lorenzo Cardamone e di Vincenzo Cardamone, il duo di brillanti videografi del team BA17, insieme alla capacità emotiva che ogni artista riesce ad esprimere nel proprio campo d’azione.

«Siamo uniti, siamo una squadra – spiega Vincenzo Cardamone, conosciuto già per lo stile di ripresa emozionale – Essere di supporto alla creatività di BA17 è un motivo di orgoglio».

Il progetto andrà in onda il 14 febbraio in televisione, ancora una garanzia di qualità che il team riesce ad esprimere e un ulteriore conferma della capacità dell’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Renda” di Polistena di essere lungimirante nella scelta dei progetti, di portare qualità nella creazione di contenuti educativi e di saper interagire con le realtà culturali circostanti di valore.

“Scusa” è una lettera d’addio. Il testo completo si trova in descrizione al link del video pubblicato sulla pagina YouTube della Compagnia Teatrale BA17. Colpisce quanto la fragilità possa far male più di un pugno nello stomaco. È questo il senso più profondo e toccante del video che le tre giovani protagoniste hanno reso con una intensità disarmante.

Niente trucco, abiti trasandati, uno scenario di degrado e libertà insieme, la ricerca di una solidarietà che grida disperazione: sono gli ingredienti che rendono il lavoro fortissimo. Innegabile il solito tocco magico di BA17. (rrc)

POLISTENA (RC) – Strumento salvavita per Pediatria dell’ospedale grazie a “Musica a corte”

Strumento salvavita per l’Unità pediatrica del Santa Maria degli ungheresi di Polistena grazie all’iniziativa “Musica a corte”. Il concerto solidale organizzato da Le Corti – dimora storica di Polistena, in collaborazione con l’Istituto Giuseppe Rechichi di Polistena e l’Asp di Reggio Calabria lo scorso dicembre – è riuscito nell’ intento prefissato.

«Ci eravamo dati l’obiettivo comune, – dice Antonello Romeo – insieme alla dirigenza medica dell’ ASP, dell’ unità di Pediatria dell’ Ospedale di Polistena e l’Istituto Giuseppe Rechichi, di mettere insieme le forze e aprire ad una esperienza di comunità il cui ricavato servisse per l’acquisto di uno strumento necessario alle cure dei malati pediatrici e che in questo momento non era in dotazione al reparto dell’ ospedale cittadino. E così, un gesto di armonia, suonato da un’orchestra ben accordata, ci ha consentito di raggiungere un obiettivo per l’intera collettività».

«Durante la serata – concerto – continua Romeo – abbiamo potuto toccare con mano l’importanza di essere imprenditori che escono dal solo ruolo di impresa per essere un unicum con la propria comunità».

«Uno strumento di precisione che è un salvavita per i pazienti più piccoli che spesso arrivano in urgenza – dice il primario di Pediatria, la dottoressa Maria Rosa Calafiore – e che ha un’importante funzione perché permette di eseguire la puntura intraossea che consente di somministrare liquidi e terapia salvavita nei bambini in cui, per le scadute condizioni cliniche, non è possibile reperire un accesso venoso. Ringraziamo tutti coloro – chiude – che hanno voluto, partecipato e animato la raccolta fondi e ci permettono oggi di lavorare al servizio di tutti con un importante strumento in più».

Il concerto si è svolto nella corte interna di Palazzo Grillo, a Polistena, con musiche eseguite dal professor Bruno Gallo e dalla professoressa Irene Tripodi insieme agli allievi: Venusia Valensisi, Luca Napoli, Chiara Timpani, del Liceo Rechichi di Polistena, un quintetto che ha incantato la platea e favorito la sensibilità del gesto del dono.

«Ringraziamo tutti coloro che hanno contribuito con generosità ad un risultato così importante – conclude Antonello Romeo – Un grazie per la sensibilità dimostrata alla Dirigente dell’Istituto Rechichi, dr.ssa Francesca Maria Morabito, alla dott.ssa Maria Rosa Calafiore e con i vertici dell’Aps il direttore generale dott.ssa Lucia Di Furia e il direttore sanitario aziendale dott.ssa Anna Maria Renda e alla referente della direzione sanitaria aziendale, dott.ssa Francesca Liotta». (rrc)

POLISTENA (RC) – Alla Fondazione Tripodi presentato il libro di Zecchi su Pier Paolo Pasolini

“L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini. Stragi, Vaticano, Dc: quel che il poeta sapeva e perché fu ucciso”, è il titolo del libro di Simona Zecchi, presentato nella sala della Comunità Luigi Monti, grazie all’impegno della Fondazione Girolamo Tripodi fra il grande interesse di chi ha partecipato all’incontro.

La presentazione è stata aperta dal giornalista Rai Michele Carlino, moderatore dell’incontro, che ha ricordato l’importanza di Pier Paolo Pasolini, la sua capacità poliedrica di intellettuale a tutto tondo sempre vicino al mondo del sottoproletariato e degli ultimi. Pasolini negli anni ’70 ha rappresentato, forse, l’elemento culturalmente più avanzato, capace di mettere in crisi con il suo lavoro un sistema di potere che lui contrastava a viso aperto e che lo ha eliminato perché lo ha considerato pericoloso per la sua stabilità.

Subito dopo ha portato i saluti Michelangelo Tripodi, presidente della Fondazione Girolamo Tripodi, che ha ringraziato i relatori e i numerosi partecipanti per aver accolto l’invito della Fondazione.

Tripodi ha ricordato i vari momenti della rassegna culturale “Senza Memoria non c’è Futuro” che la Fondazione sta portando avanti (tra i quali l’incontro con Claudia Pinelli, figlia di Pino, e la proiezione del Docufilm “Pino, Vita accidentale di un anarchico” che si è svolto a Polistena il 14.01.2023; la proiezione del docufilm “Non è un caso, Moro” avvenuta il 25 marzo 2023 con la partecipazione del regista Tommaso Minniti; la presentazione del libro “Ustica & Bologna. Attacco all’Italia” di Paolo Cucchiarelli avvenuta il 23 settembre 2023 e il libro “L’estate del golpe – 1973, l’attentato a Mariano Rumor, Gladio, i fascisti. Tra Piazza Fontana e il compromesso storico” (Chiarelettere) di Stefania Limiti presentato il 28 ottobre 2023) che danno il senso di un progetto organico di approfondimento e riflessione su un tragico periodo che ha contrassegnato e, talvolta condizionato pesantemente e negativamente, la libertà e la democrazia nel nostro paese.

La tragedia dell’omicidio crudele e tribale di Pier Paolo Pasolini si inserisce pienamente nel quadro di quegli eventi, a partire dalla strage di Piazza Fontana. Simona Zecchi con il suo libro ha il grande pregio di fare definitivamente piazza pulita, con documenti e fatti inoppugnabili, del tentativo durato oltre quarant’anni di rappresentare l’omicidio di Pasolini come un omicidio a sfondo omosessuale per restituirci il reale movente, che è legato al ruolo di Pasolini e alla sua inchiesta su Piazza Fontana e sulle altre stragi che avevano insanguinato l’Italia dal 1969 al 1974: Pasolini era un personaggio scomodo che sapeva e, proprio per questo, doveva essere fatto tacere.

È poi intervenuto Giuseppe Auddino (Insegnante – già senatore della Repubblica) che ha sottolineato come sia necessario «che un libro del genere venga presentato nelle scuole per far conoscere ai ragazzi la vicenda di Pasolini perché sono ancora troppi quelli che non sanno e non conoscono. In Italia abbiamo una democrazia incompiuta proprio perché le verità sono state negate e solo grazie al lavoro meritorio di giornalisti e scrittori come Simona Zecchi noi cittadini siamo in grado di raggiungere sprazzi di conoscenza che altrimenti ci vengono negati e che sono invece fondamentali per lo sviluppo della vita democratica».

Ha preso poi la parola Simona Zecchi che ha ringraziato per l’accoglienza. «Nel mio viaggio lungo oltre 10 anni di questa inchiesta, nella quale ho pubblicato prima “Pasolini, Massacro di un poeta”, sono finita anche in Calabria dove negli anni ’70 si era svolto il processo per la strage di Piazza Fontana con diversi imputati di varia provenienza: tra questi c’era anche il capo del controspionaggio del Sid Maletti che ho intervistato e mi ha confermato la pericolosità, secondo un certo Stato, che rappresentava Pasolini per le denunce che faceva. Affrontare il caso Pasolini, che è un caso ancora aperto e, infatti, è stato indagato anche dalla Commissione Antimafia nella scorsa legislatura, rappresenta un modo per immergersi nello spaccato dei segreti italiani. Pasolini è il caso più aperto per antonomasia perché, oltre il processo, e le quattro indagini aperte e chiuse tra il 1985 e il 2015, nonostante ci sia stato un solo procedimento terminato nel 1979 con la condanna di Giuseppe Pelosi, ancora oggi rimane il cono d’ombra che nasconde gli autori dell’omicidio. L’inchiesta è aperta anche perché il concorso con ignoti del responsabile “ufficiale” dell’omicidio, che ha avuto l’avvocato pagato dalla Dc, è rimasto una falla aperta che non è stata mai chiusa. Per me questa inchiesta, lo scoprire il chi, il come e il perché è un po’ come togliere un mattone fradicio da una costruzione, come se togliendo questo mattone riguardante Pasolini venisse giù tutto, perché Pasolini aveva capito che si doveva indagare in una certa direzione e stimolava i giornalisti ad approfondire determinati ambiti».

Simona Zecchi ha poi parlato della corrispondenza, ritrovata e pubblicata nel libro, tra Giovanni Ventura e Pier Paolo Pasolini, della vicenda del furto delle bobine delle scene finali dell’ultimo film di Pasolini “Salò o le 120 giornate di Sodoma” avvenuto nell’agosto 1975 che lo scrittore voleva ritrovare e che sono state l’esca per il suo assassinio, ha evidenziato le analogie e i collegamenti esistenti tra il caso Pasolini e il caso Moro, fatti tragici avvenuti a distanza di due anni e mezzo l’uno dall’altro e rimasti entrambi avvolti nel segreto. Inoltre, la scrittrice ha fatto proiettare alcune foto del corpo martoriato di Pasolini e della scena del delitto all’idroscalo di Ostia che dimostrano in maniera inequivocabile come sul posto quella notte si trovassero più persone e più mezzi mobili (autovetture e motociclette), ricostruendo le varie fasi dell’assassinio ed anche evidenziando le armi che sono state utilizzate e che sono leggibili sul corpo di Pasolini, ma non sono mai state ritrovate. Simona Zecchi ha espresso un grande rammarico per il fatto che a suo parere la magistratura aveva tutti gli elementi per proseguire nelle indagini, ma, evidentemente per ragioni politiche, non ha voluto andare avanti per fare luce sull’omicidio, perché ciò avrebbe significato chiamare in causa le espressioni del potere costituito.

La Fondazione ringrazia i relatori e i numerosissimi cittadini che hanno partecipato a questo bellissimo momento di confronto e di approfondimento sulla vicenda tragica e drammatica di Pier Paolo Pasolini che ha segnato profondamente la vita del nostro paese e ha cambiato, chiaramente in negativo, il destino dell’Italia.
La Rassegna “Senza Memoria non c’è Futuro” proseguirà nel prossimo futuro con altri momenti importanti di incontro e di iniziativa. (rrc)

POLISTENA (RC) – In scena “Spartacu Strit Viù”

In scena questa sera, a Polistena, alle 21, all’Auditorium, lo spettacolo Spartacu Strit viù, viaggio sulla SS 106 ispirato alla lotta di Franco Nisticò, regia Luca Maria Michienzi con Francesco Gallelli e prodotto dal Teatro del Carro.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Teatro chiama Terra di Dracma – Centro Sperimentale d’Arti Sceniche.

Conosciamo la strada che percorriamo tutti i giorni? E la strada di oggi è uguale a quella di ieri? È possibile che un mito della storia antica, come Spartacus, abbia in comune con uomini e donne del nostro tempo luoghi, aneddoti, oggetti, amicizie, morti? È impensabile affermare che la parabola umana e di lotta di Spartacus sia simile a quella di tanti nostri contemporanei, se non di noi stessi? Il carattere di queste domande potrebbe proseguire all’infinito, aprendo tentativi di risposta inimmaginabili.

E allora, scendiamo sulla strada. Non una strada qualunque, ma “La Strada”: la strada della morte, la SS 106 Jonica, che collega Reggio Calabria a Taranto. Una strada che diventa il pretesto per parlare di schiavitù, di sogni, di incontri umani, di paesaggi, di incidenti, di Beautiful, di mar Jonio, di lotta e di politica.

La strada che il nostro Spartacu, contemporanea incarnazione dell’antico lottatore/schiavo trace Spartacus, si trova a percorrere ogni giorno per andare a guadagnare quei pochi denari che gli occorrono per sperare di costruirsi un futuro e una famiglia. Sa che il suo destino è legato a questo viaggio quotidiano, che costantemente compie, sin da quando è piccolo, perché lui su questa strada ci è nato e per questa strada si batterà tutta la vita. Ed ecco così che la storia dell’eroe di epoca romana, che la leggenda vuole abbia compiuto imprese mirabili proprio in Calabria, si intreccia con quella dell’uomo d’oggi.

Una storia che si intreccia alla vera vita e alla lotta di Franco Nisticò, politico calabrese, originario di un piccolo paese della provincia catanzarese, Badolato, che, dopo essersi battuto con ogni mezzo per il miglioramento e l’ammodernamento della 106, per difendere i diritti di chi questa strada è costretto a farla ogni giorno, perde la vita al termine di un ultimo comizio tenutosi a Villa San Giovanni nel dicembre del 2009.

Un racconto drammaturgico questo di Spartacu Strit Viù, dove non esistono personaggi, ma solo storie universali, storie che accomunano i giovani e gli anziani, i classici e i moderni, il passato e il futuro. La vita e la morte. Sulla strada. Una scrittura scenica elaborata ed interpretata dal giovane artista calabrese Francesco Gallelli, che realizza questo secondo studio sul testo, passando dalla pagina scritta alla messa in scena, potendo avvalersi della collaborazione e del tutoraggio artistico di Luca Michienzi ed Anna Maria De Luca. (rrc)

POLISTENA (RC) – Sabato si presenta il libro “L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini”

Sabato 3 febbraio, a Polistena, alle 18.15, nella Sala della Comunità “Luigi Monti”, sarà presentato il libro L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini. Stragi, Vaticano, DC: Quel che il poeta sapeva e perché fu ucciso di Simona Zecchi ed edito da Ponte delle Grazie.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna culturale Senza memoria non c’è futuro, promossa dalla Fondazione Girolamo Tripodi.

Si parte con i saluti di Michelangelo Tripodi, presidente della Fondazione Tripodi. Interviene Giuseppe Auddino, insegnante e già senatore. Nel corso dell’evento, saranno proiettati slide e video a cura dell’autrice, presente all’incontro. Modera il giornalista Rai Michele Carlino.

A 45 anni dall’omicidio, con un pregevole lavoro di inchiesta, Simona Zecchi ha contribuito a riaprire di fatto il dibattito sul movente che condusse Pier Paolo Pasolini alla violenta morte in quel 2 novembre del 1975 e svela ciò che sin qui era rimasto celato.

Il libro L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini porta, a sostegno della tesi che sostiene, una vasta serie di documenti, testimonianze, carteggi, storie ed analisi nuove che indicano come l’espediente utilizzato per condurlo al massacro (le bobine di Salò sottratte nell’agosto del 1975 e da lui tenacemente ricercate) avesse il preciso intento di spegnere definitivamente la sua voce e ancor di più la ricerca della verità sulle stragi, su tutte la strage di Piazza Fontana (1969). L’autrice, dopo aver mostrato nel libro Pasolini, massacro di un Poeta, edito nel 2015 dallo stesso editore, come e da chi è stato ucciso l’intellettuale, cancellando per sempre la pista a sfondo sessuale riconosciuta dall’unico processo, ha qui ricucito le parti spezzate di una indagine che si scopre Pasolini stava svolgendo.

L’inchiesta spezzata…, dunque, ci accompagna fuori dal campetto di Ostia e dal «complotto» fine a sé stesso. È una indagine complessa e doppia, perché affronta sì il movente dell’omicidio ma ne sviluppa anche i contenuti, inoltrandosi nel territorio della strategia della tensione in modo inedito e inserendo al suo interno la figura del poeta-giornalista, per fare luce su ciò che ancora non si conosce dei motivi dell’omicidio del più lucido e profetico tra gli intellettuali italiani.

Infatti, emerge chiaramente che negli ultimi mesi della sua vita Pasolini indossa i panni dell’investigatore preferendoli a quelli dello scrittore per «ragioni pratiche», come scrisse già dal 1971, e arriva dritto al cuore politico e finanziario delle stragi: dove DC, Vaticano e Cia si incontrano.

La tesi di Zecchi è che Pasolini fu ucciso per ciò che sapeva, vittima di una vera congiura: l’autrice sottolinea come l’intellettuale avesse negli ultimi tempi abbandonato il linguaggio della poesia in favore di uno “giornalistico”, più pratico per indagare sulla strage di Piazza Fontana e sui responsabili di quel “piano di destabilizzazione atto a stabilizzare il Paese (verso una posizione centrista o autoritaria a seconda delle cordate che avrebbero prevalso)”.

Nel libro Zecchi cita anche il celebre “Cos’è questo golpe”, l’articolo uscito nel novembre del 1974 sul Corriere della Sera noto come “Io so”, nel quale Pasolini afferma di conoscere i responsabili delle stragi che colpirono l’Italia di quegli anni, a partire da Piazza Fontana, la “madre” di tutte le stragi.

In questo lavoro di inchiesta, Zecchi riparte dalle lettere (pubblicate per intero per la prima volta) scambiate, negli ultimi mesi della sua vita, da Pasolini con Giovanni Ventura, neofascista ed editore accusato insieme ad altri della strage di Piazza Fontana, che voleva inviargli dei documenti con rivelazioni “scottanti”. Da lì, l’autrice ricostruisce un puzzle dalle tinte fosche e sulla base di incontri, ricerche, studi e riflessioni, svela collegamenti, fa nomi e cognomi: dall’accerchiamento del poeta da parte delle frange estremiste di destra alla rivelazione del nome del politico di cui Pasolini avrebbe potuto scrivere se non fosse stato ucciso (Mariano Rumor, presidente del consiglio in carica quando ci fu la strage di Piazza Fontana), dai “lavori sporchi” dell’Anello (“un super-servizio segreto occulto dipendente direttamente dalla Presidenza del Consiglio”, scrive) retto da Giulio Andreotti alle connessioni tra strategia della tensione e mondo culturale, dalle origini dei finanziamenti delle stragi al ruolo del Vaticano, della Cia e delle mafie a sostegno dell’eversione nera. (rrc)