Dal precariato ad un lavoro vero per 300 lavoratori che da sussidiati passano ad un regolare contratto

Soddisfazione dei sindacato perché dal precariato ad un lavoro vero per 300 lavoratori che da sussidiati passano ad un regolare contratto. Lo comunicano in una nota per Nidil Cgil Ivan Ferraro, Gianni Tripodi di Felsa Cisl e per Uil Temp Oreste Valente e Luca Muzzopappa.

«Si concretizza così la transizione a Calabria Verde che Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e UIltemp-Uil avevano immaginato già nelle passate legislature ma che solo ora si è potuta realizzare. Nel mezzo, il passaggio necessario di aver storicizzato, in maniera chiara e definita, il fondo regionale per il contributo all’assunzione a cui gli Enti utilizzatori attingeranno per sostenere la contrattualizzazione della platea di precari storici calabresi. E’ stata la proposta che queste Organizzazioni sindacali avevano avanzato nel primo incontro con il Presidente Occhiuto e che aveva trovato collocazione nella Legge Regionale 11/2022 che sanciva la storicizzazione delle risorse per il precariato storico regionale, superando così le incertezze che di fatto impedivano alle amministrazioni utilizzatrici di poter fare affidamento su fondi fino per tutto il periodo di contrattualizzazione dei lavoratori. Aver trasformato il sussidio in sostegno all’assunzione, come abbiamo sempre sostenuto, riqualifica in maniera virtuosa la spesa regionale che, da misura di stampo assistenziale, si è trasformata in retribuzione, tutele, diritti veri per 300 famiglie», scrivono le sigle sindacali.

«E’ così che circa la metà del bacino storico dei precari, su base volontaria – aggiungono – stanno sottoscrivendo i contratti con Calabria Verde, punto naturale di approdo visto che la maggior parte di essi svolgono da anni mansioni nel settore della manutenzione del verde e di contrasto al dissesto idrogeologico. Importante traguardo che è stato possibile cogliere grazie ad una concertazione tra il sindacato, gli enti utilizzatori come il Comune di San Giovanni in Fiore, Acri ed il Parco del Pollino, e una politica regionale, nelle persone dell’Assessore al Lavoro Giovanni Calabrese e l’Assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, che hanno dialogato e condiviso una linea comune fatta di concretezza e riconoscimento di una dignità lavorativa che mancava. Anche le tempistiche di realizzazione degli accordi presi al tavolo politico hanno segnato una certa straordinarietà, con i Dipartimenti del Lavoro e dell’Agricoltura che hanno portato a termine i diversi passaggi amministrativi con non comune celerità, per far scattare i requisiti di accesso alla previdenza agricola in una operazione complessiva che mantiene inalterati i livelli retributivi».

«Come è stato fatto per gli ex Lsu/Lpu, per vari pezzi del precariato storico come gli ex Legge 15 di Vibo Valentia, come in parte i precari della Legge 12 – concludono – Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e UIltemp-Uil ritengono che solo la via del dialogo franco ma costruttivo permetta di affrontare e risolvere sfide che a prima vista sembrano impossibili. Su queste basi affronteremo anche le altre vertenze, come la restante parte del precariato storico o quella corposa dei 4000 Tirocinanti, nella convinzione che il tema del lavoro in Calabria debba ritrovare centralità per troppo tempo negata». (rcz)

Precari, i sindacati: Contrattualizzazione con stipendio dignitoso o mobilitazione

Contrattualizzazione con stipendio dignitoso o mobilitazione. È l’ultimatum che i segretari generali di Nidil Cgil Calabria, Felsa Cisl Calabria e Uiltemp Calabria, rispettivamente  Ivan FerraroGianni TripoliOreste Valente hanno fatto alla Regione in merito alla vertenza dei precari.

A margine dell’incontro tra l’Assessorato regionale al Lavoro e le delegazioni sindacali per discutere dei lavoratori facenti parte della L. R. 15 – 2008 già stabilizzati in azienda Calabria Lavoro, i sindacati avevano chiesto all’assessore al ramo, Giovanni Calabrese, a che punto fosse la vertenza per il resto del bacino delle L.L. R.R. 15 – 2008 e 40 – 2013 non ancora contrattualizzati.

«Ricordiamo – si legge nella nota – che all’apertura del tavolo tecnico con Calabria Verde e le Amministrazioni comunali di Acri e San Giovanni in Fiore dove erano presenti anche le OO. SS., si era discusso di un passaggio degli stessi lavoratori in azienda Calabria Verde. Successivamente si è tenuto un altro incontro sempre tra la Regione Calabria e le Amministrazioni Comunali interessate per eventualmente definire questo percorso o trovare delle soluzioni diverse alla proposta avanzata dai Sindacati; dall’incontro abbiamo appreso che i due Sindaci di Acri e San Giovanni in Fiore avrebbero valutato in tempi brevi la proposta della creazione di una società in house che successivamente avrebbe proceduto a stabilizzare tutti i lavoratori presenti del bacino».

«Come OO. SS – si legge nella nota – nutriamo forti dubbi su questa seppur legittima soluzione per due aspetti non di poco conto che vanno: dalla tempistica per poter formalizzare il tutto, visto che la società deve ancora nascere e soprattutto dall’aspetto contrattuale ed economico della stessa operazione che vedrebbe comunque i lavoratori, senza un enorme sforzo economico delle due amministrazioni comunali, andare a percepire un salario al di sotto della soglia di povertà e che quindi vedrebbe loro dopo un ventennio di precariato senza alcun diritto, un futuro senza alcuna garanzia economica».
 
«Abbiamo chiesto, perciò – si legge – alla Regione Calabria di riconvocare a brevissimo i Sindaci per poter meglio ascoltare la loro proposta e una volta sentiti loro, di riconvocarci  entro massimo metà giugno per meglio definire una volta per tutte quale percorso intraprendere per questo bacino di lavoratori; abbiamo altresì rimarcato che se ciò non dovesse avvenire nei tempi definiti l’unica soluzione sarà quella di mobilitare gli stessi circa 650 lavoratori affinché sia loro riconosciuto un diritto, quello del lavoro dignitoso, ormai per troppi anni negatogli». (rcz)

 

Precari, Nidil, Felsa e Uiltemp chiedono chiarezza su marcia indietro di Acri e San Giovanni

Nidil CGIL Calabria, Felsa CISL Calabria e UilTemp Calabria hanno chiesto di fare chiarezza in merito alla marcia indietro fatta dal sindaco di Acri, Pino Capalbo, e della sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, in merito alla stabilizzazione dei lavoratori precari.

«Durante l’assemblea congiunta tenutasi ad Acri il 24 aprile scorso – hanno ricordato i sindacati – era stato espressa congiuntamente dalle tre sigle sindacali la volontà di sostenere la proposta avanzata in Regione Calabria alla presenza degli assessori Calabrese e Gallo di stabilizzare i lavoratori Legge 15 in Calabria Verde, ad invarianza di spese. Posizione condivisa durante la riunione, nonché pubblicamente dinnanzi ai lavoratori dal sindaco Capalbo».

«Ieri pomeriggio (il 3 maggio ndr) all’insaputa delle organizzazioni sindacali – hanno informato – il primo cittadino della città di Acri ha convocato i lavoratori per manifestare una diversa prospettiva.  Dalle notizie pervenute unitamente alle tre sigle, pare sia stata proposta l’opzione della costituzione di una Società in house tra il Comune di Acri ed il Comune di San Giovanni in Fiore attraverso l’utilizzo dei fondi destinati ai lavoratori suddetti. Proposta quest’ultima che prevederebbe l’assunzione dei lavoratori per 15 ore settimanali».

«Vanno da sé le considerazioni di sorta – hanno detto – l’ipotesi del passaggio a Calabria Verde è finalizzato all’assunzioni dei lavoratori in questione con contratto agricolo a tempo determinato per poi potere garantire agli stessi la possibilità di beneficiare degli ammortizzatori sociali destinati a tale comparto; tanto al fine di utilizzare i fondi in maniera congrua, consentendo finalmente la regolarizzazione contributiva e contestualmente garantendo la pari soddisfazione economica».

«Una soluzione alternativa – hanno spiegato ancora – dimezzerebbe di fatto la retribuzione dei lavoratori ledendo gravemente la rivendicazione di dignità economica e sociale invocata dalle organizzazioni sindacali e in precedenza accolta dal Sindaco stesso.

«Il linguaggio della trasparenza non è tale se non esercitato con tutte le parti in causa e soprattutto senza contraddittorio. I lavoratori oggi appaiono tristemente confusi e delusi. Stigmatizziamo pertanto l’atteggiamento di Capalbo e a questo punto chiediamo che il Sindaco dichiari pubblicamente la sua posizione. Noi non staremo certo a guardare e rappresenteremo le istanze dei nostri iscritti nelle forme e nei modi propri del nostro fare quotidiano restando coerenti alla nostra proposta che porteremo avanti senza mediazioni o capovolgimenti che possano ledere i lavoratori».

«Niente di concreto è invece pervenuto dal Comune di San Giovanni in Fiore – hanno concluso –. Speriamo dunque che la volontà espressa dall’amministrazione comunale, ossia condividere il nostro percorso per come detto  sia rimasta immutata. Siamo disponibili al confronto in qualsiasi momento, alla presenza di tutti i lavoratori, con serietà e trasparenza nel rispetto delle parti». (rcz)

Precari San Giovanni in Fiore, sindacati chiedono il passaggio a Calabria Verde

I precari di San Giovanni in Fiore devono passare a Calabria Verde. È quanto è emerso dall’incontro tra l’Amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore e le delegazioni sindacali di NIdiL Cgil, Felsa Cisl e UilTemp per discutere dei lavoratori facenti parte della L. R. 15 – 2008.

L’incontro è stato richiesto dall’Amministrazione Comunale per meglio chiarire la propria posizione dopo l’apertura del tavolo tecnico che c’è stato in Regione Calabria giorno 12 u.s., dove ricordiamo che insieme ai sindacati erano presenti: la stessa Amministrazione Comunale, gli assessori regionali al Lavoro Calabrese e alle Politiche Agricole Gallo, i Direttori dei rispettivi dipartimenti Cosentino e Pallaria e il Direttore Generale di Calabria Verde Oliva.

Dalla proficua discussione dell’incontro di ieri, è emersa la volontà unanime di risolvere la situazione di precariato di questi lavoratori in tempi celeri e l’unica soluzione possibile, vista l’impossibilità del Comune di San Giovanni in Fiore a poter procedere alle contrattualizzazioni per via della normativa vigente con dei limiti giuridici e finanziari all’assunzione del personale, resta quella del passaggio di questi lavoratori in Azienda Calabria Verde con un contratto agricolo – forestale in modo da non avere limiti e vincoli normativi e soprattutto essendo tutta l’operazione ad invarianza di spesa, gli stessi lavoratori non si vedrebbero decurtare il proprio stipendio in caso di contrattualizzazione per come invece avverrebbe nel caso di un’assunzione diretta da parte del Comune.

I sindacati e l’Amministrazione Comunale, hanno quindi ribadito che attesa come unica soluzione possibile quella del passaggio di questi lavoratori in Azienda Calabria Verde, gli stessi dovranno continuare a svolgere le proprie nuove mansioni che ne derivano dal nuovo contratto di lavoro nel territorio di San Giovanni in Fiore, considerato che lo stesso necessiti di forza lavoro alla luce dei numerosi pensionamenti e del personale ridotto della stessa Azienda sub-regionale.

D’altro canto, sottolineiamo come Oo. Ss., che Azienda Calabria Verde, avendo già previsto, per i prossimi anni, un rafforzamento del proprio organico non subirebbe alcuna rivoluzione d’organico ed economica e, accanto a quello già previsto, prevedendo una modalità stralcio per l’assorbimento dei lavoratori della L.R. 15 già formati che su base volontaria aderirebbero con risorse storicizzate che non peserebbero sulle economie di bilancio presenti e future dell’Azienda e tutto ciò non sarebbe ostativo del futuro reclutamento preventivato dal fabbisogno aziendale per fare fronte e migliorare le proprie attività.

Nel frattempo con la contrattualizzazione di detti precari si avvierebbe un percorso che da subito consentirebbe di assolvere gli importanti compiti di Azienda Calabria Verde in termini di salvaguardia, cura del territorio e contro il dissesto idrogeologico. Successivamente all’incontro avuto con l’Amministrazione di San Giovanni in Fiore che si è dimostrata disponibile e sensibile al tema di queste persone che vivono uno stato di precarietà da ormai un ventennio, i sindacati incontreranno l’Amministrazione di Acri sulla stessa tematica giorno 24 Aprile alle 11. (rcs)

Sanità, intesa Regione – Sindacati su criteri per stabilizzazione dei precari

È stato sottoscritto, tra la Regione Calabria, le Organizzazioni sindacali del Comparto e della Dirigenza Area Sanità, il documento contenente i criteri per la stabilizzazione dei precari della sanità.

Il documento, che contiene le indicazioni per l’applicazione dell’art. 1, c. 268, lett. b) della Legge 30 dicembre 2021 n. 234, ripercorre in premessa le azioni messe in campo dalla Regione per il rafforzamento degli organici del SSR, individua specificamente i criteri di priorità per procedere alle stabilizzazioni del personale precario. Viene previsto, in particolare, che le Aziende pubblichino, entro 30 giorni dall’approvazione, da parte della Regione, dei Piani dei Fabbisogni e dei Piani Assunzionali, appositi avvisi, distinti per profilo professionale, in relazione ai propri fabbisogni, al fine di consentire a tutti coloro che ne abbiano titolo ed interesse di partecipare alla procedura.

«Inoltre, nel corso dell’incontro – viene spiegato in una nota – condotto dal Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute, Ing. Iole Fantozzi, e dal Dirigente del Settore Personale e Professioni del SSR, Avv. Sabina Scordo, le parti hanno condiviso la necessità che i temi del precariato regionale vengano affrontati attraverso un Tavolo di confronto che veda il coinvolgimento dei Commissari Straordinari di tutte le Aziende del SSR e che verrà attivato già entro il mese di ottobre». (rcz)

Cisl Calabria: Bene risultati per precariato, confronto e percorso con politica deve continuare

In una nota congiunta, il Segretario generale della Cisl calabrese Tonino Russo, la Segretaria generale della CISL FP Calabria, Luciana Giordano, il Segretario generale della FeLSA Cisl Calabria Gianni Tripoli, hanno espresso soddisfazione per i risultati raggiunti per i lavoratori precari e per gli Lsu Lpu della Calabria.

«Ora – hanno sottolineato Russo, Giordano e Tripoli – chiediamo alla Regione un incontro per affrontare insieme a noi un tema che riteniamo fondamentale: l’aumento per questo personale delle ore di lavoro, quindi della retribuzione, con uno sforzo degli enti interessati utilizzatori e  per quei comuni che non hanno le risorse necessarie, con un ulteriore intervento della Regione. Lo riteniamo necessario sia per le difficoltà della situazione sociale della Calabria, sia perché è indispensabile andare verso un utilizzo sempre più corretto di lavoratori che hanno maturato esperienza e competenza, la cui professionalità è fondamentale per il funzionamento delle pubbliche amministrazioni».

«L’obiettivo è il tempo pieno, per dare dignità al lavoro di tutti, compresi gli Lpu. Il percorso e il confronto con la politica – hanno spiegato i sindacalisti della Cisl – devono continuare».

La legge regionale approvata nei giorni scorsi riguardante “Modifiche e integrazioni alla Legge Regionale del 25 giugno 2019 n. 29 (Storicizzazione risorse del precariato storico)”, infatti, storicizza finalmente le risorse destinate ai precari della pubblica amministrazione, eliminando il vincolo triennale che perpetuava una situazione di dipendenza dalla politica. I lavoratori di cui alle leggi regionali 15/2008, 40/2013, 31/2016 (70 persone in Azienda Lavoro, 574 nei comuni, 52 in altri enti, tra cui il Parco nazionale del Pollino), vedono stabilizzata la loro posizione. Quando l’azione sindacale si incontra con la volontà politica i frutti si vedono. Questo della legge n. 29/2019 assieme a quella dei Lavoratori di pubblica utilità è un ottimo risultato del quale diamo atto al Presidente Occhiuto e al Consiglio regionale per aver mantenuto l’impegno assunto con le Organizzazioni sindacali confederali e per aver saputo trasferire in sede parlamentare l’esigenza di risolvere per via normativa quest’ultima delicata questione, che rischiava di perpetuare, se non risolta tempestivamente, una  disparita di trattamento giuridico ed economico fra i Lsu e i Lpu. (rrm)

 

Cuzzupi (Ugl Calabria): Stabilizzare i precari in tutti i settori è necessario al sistema Paese

Ornella Cuzzupi, segretario generale di Ugl Calabria, ha ribadito che bisogna «stabilizzare i precari è necessario per il Paese. Serve più stabilizzare che dilapidare risorse in azioni meramente assistenziali».

«Il lavoro precario, così come oggi inteso – ha aggiunto – è un’anomalia di portata enorme che se da un lato limita i guasti d’interi segmenti produttivi compensando la mancanza delle necessarie risorse umane, dall’altro porta a veri e propri sfruttamenti lasciando immaginare percorsi di stabilizzazione che troppo spesso rimangono chimere».

Queste le parole del Segretario Generale dell’Ugl Calabria, Ornella Cuzzupi, a seguito dell’incontro avuto con una delegazione di lavoratori tirocinanti in servizio presso le Autonomie Locali, la Sanità, la Giustizia e i Ministeri più in generale.

«È inconcepibile – ha proseguito Cuzzupi – che a queste persone, in situazione di precariato da oltre un decennio, vengano disconosciuti diritti basilari quali le tutele riferibili alla malattia, i riposi spettanti, la normale sequenza dei turni di lavoro sino ad arrivare alla mancata retribuzione, di per sé già del tutto iniqua. Nel caso specifico, il quadro risulta drammaticamente paradossale considerando che parliamo di Sanità e servizi destinati ai cittadini».

Sulla questione relativa al settore dei tirocinanti storici della Sanità, Ornella Cuzzupi, ha delineato, unitamente al segretario nazionale Ugl Salute, Gianluca Giuliano, una serie di azioni da mettere in campo.

«Quella del precariato – ha detto ancora – è una questione da risolvere con urgenza. L’esecutivo deve prendere atto che la soluzione del problema, e mi riferisco a tutti i settori, dalla Sanità alla Scuola, è un investimento d’assoluta importanza che oltre a produrre ricchezza economica e tranquillità sociale, comporta un miglioramento sistematico dei servizi. Serve più stabilizzare che dilapidare risorse in azioni improduttive e meramente assistenziali».

«Tra l’altro – ha concluso – stabilizzando si limitano anche le discriminazioni sui posti di lavoro, altro problema per il quale abbiamo allo studio importanti iniziative che presto intraprenderemo con forza». (rcz)