Occhiuto e Princi presentano l’Avviso di progetti di ricerca e innovazione in Calabria

«Con questo strumento intendiamo promuovere la collaborazione tra imprese e organismi di ricerca universitari, al fine di favorire la crescita economica e tecnologica del territorio». È quanto hanno dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto e la vicepresidente Giusi Princi, presentando l’Avviso a sostegno di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione sul territorio regionale, nell’ambito del Programma Calabria Fesr Fse 2021-2027, per cui sono stati stanziati 20 milioni di euro.

Le aree su cui l’avviso prevede che vengano orientati gli interventi della ricerca sono le seguenti: turismo e cultura, agroalimentare, ambiente economia circolare e biodiversità, energia e clima, Ict, Blu Economy, Smart Manufacturing, Scienze della Vita e Mobilità sostenibile. Il valore massimo dei progetti finanziabili è di 1 milione di euro, per i raggruppamenti di piccole e medie imprese, e di 4.250.000,00, per i raggruppamenti di piccole e grandi imprese. Gli interessati sono invitati a consultare l’Avviso completo, la cui piattaforma rimarrà attiva dal 15 aprile fino al 15 maggio.

Presenti, alla conferenza stampa, il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, e la direttrice dell’ufficio scolastico regionale, Antonella Iunti. Per le università erano presenti all’incontro con la stampa i rettori Nicola Leone, dell’Unical di Cosenza, Giovanni Cuda, dell’Umg di Catanzaro, e i prorettori della Mediterranea di Reggio Calabria, Mariateresa Russo e Massimo Lauria, i quali hanno auspicato che «attraverso questa misura, con il coinvolgimento degli enti di ricerca universitari, si possa concretamente animare il mercato e stimolare nuovi finanziamenti al Sud».

«Siamo impegnati a sostenere iniziative che contribuiscano alla creazione di un ambiente imprenditoriale dinamico e all’avanzamento delle conoscenze scientifiche – hanno ribadito Occhiuto e Princi –. È ampiamente dimostrato che tutte le imprese che fanno ricerca migliorano la propria competitività e aumentano i ricavi e l’occupazione. Questo bando è uno strumento per rendere le imprese calabresi più forti, capaci di rafforzarsi delle competenze che l’università genera. Noi abbiamo un sistema universitario di grandissima eccellenza in alcune facoltà. Un sistema universitario che produce soluzioni a problemi che possono essere molto utili per le aziende».

Il presidente Occhiuto e la vicepresidente Princi hanno sollecitato le imprese e gli enti di ricerca universitari «a partecipare attivamente a questa iniziativa, contribuendo così alla costruzione di un futuro più innovativo e sostenibile per la Calabria».

La vicepresidente ha infine comunicato che «d’intesa con Unindustria Calabria e con il coinvolgimento dei rappresentanti territoriali tutti, saranno promossi incontri decentrati in ogni provincia e Città metropolitana».

«Durante gli incontri territoriali – ha precisato – la dirigente generale del Dipartimento istruzione, formazione, pari opportunità, Maria Francesca Gatto, e il dirigente del settore alta formazione, università e ricerca, Menotti Lucchetta, forniranno agli interessati tutte le informazioni tecniche di accompagnamento all’avviso».

L’Avviso è stato fortemente apprezzato da Unindustria Calabria «perché – ha spiegato il presidente Ferrara – abbiamo constatato che le imprese, che negli anni precedenti hanno organizzato insieme ai centri di ricerca e all’università dei momenti di sinergia, hanno avuto sul campo delle performance competitive ed estremamente migliori rispetto a chi questo percorso non l’ha potuto intraprendere». (rcz)

Lunedì Occhiuto e Princi presentano l’avviso “Ricerca e Sviluppo”

Lunedì 18 marzo, in Cittadella regionale, alle 11.30, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto e la vicepresidente Giusi Princi, presenteranno l’avviso pubblico Ricerca e Sviluppo, che si rivolge alle piccole, medie o grandi che attivino una collaborazione effettiva con una Università.

Alla presentazione interverrà Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria. Saranno presenti, inoltre, rappresentanti delle organizzazioni datoriali, sindacali e i rettori delle Università calabresi.

L’avviso, finanziato con 20 milioni di euro di risorse del Pr Fesr Fse 21/27, nello specifico dell’obiettivo di policy n 1, vuole favorire il trasferimento tecnologico, attraverso il quale le conoscenze e i risultati della ricerca vengono applicati al mondo produttivo, generando innovazione e competitività per le imprese per sviluppare nuovi prodotti e servizi, migliorare i processi produttivi e accrescere la competitività sui mercati nazionali e internazionali. (rcz)

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Urgente Commissione regionale per riforme per aiutare Comuni in difficoltà

di ANGELO SPOSATO – È urgente attivare una commissione regionale per le riforme aperta al contributo delle forze sociali, del mondo accademico, delle comunità locali potrebbe essere utile per una nuova stagione di riforme.

Non basta l’intelligenza artificiale a risolvere il problema per come viene posto dalla Regione Calabria, né basta un processo di rafforzamento amministrativo che sarà pure utile ma non risolutivo. La Calabria ha bisogno di riforme strutturali a partire dalla riorganizzazione e ridefinizione della sua geografia istituzionale condividendola con i calabresi ed i territori. Servono investimenti su infrastrutture sociali, materiali e lavoro.  Ci vuole il coraggio di individuare una nuova idea di regionalismo che si contrapponga all’ipotesi divisiva dell’autonomia differenziata che va contrastata con tutti gli strumenti democratici.

La Calabria ha più comuni della Puglia, del Lazio, della Toscana e di altre regioni del Paese, la maggior parte di essi sono in dissesto e predissesto, non riuscendo ad erogare più manutenzione e servizi alle persone. Molti comuni sono assoggettati allo spopolamento, soprattutto nelle aree interne. Il calo demografico e l’emigrazione rischiano di desertificare il tessuto sociale in breve tempo. Ma, per cambiare, serve il coraggio di una nuova politica. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

La vicepresidente Princi: Da mercoledì attiva misura “La Calabria per i giovani”

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha annunciato che mercoledì 13 marzo sarà attiva la misura La Calabria per i giovani, che permetterà l’erogazione di voucher sportivi a tutti i giovani calabresi di età compresa dai 14 ai 24 anni.

«È la prima volta – ha sottolineato Princi – che in Calabria viene riservata una misura così importante per lo sport. Lo scopo dell’avviso, su cui, in questa prima fase, sono stati stanziati 800 mila euro, è quello di incentivare la partecipazione attiva dei giovani, residenti in Calabria, alla pratica sportiva presso palestre, centri e scuole sportive. Il voucher sarà del valore di 500 euro e verrà erogato tramite le società e le associazioni sportive calabresi».

Attraverso apposita piattaforma predisposta da Sport e Salute, nel contesto del protocollo siglato con la Regione, tutte le realtà sportive calabresi potranno candidarsi, dal 13 e fino al 28 marzo, inserendo l’offerta sportiva garantita (discipline, tipologia di sport).

La seconda finestra della misura sarà, invece, aperta dopo il 28 marzo e sarà destinata ai giovani calabresi che potranno scegliere le discipline, le strutture presso cui svolgere la pratica sportiva (anche più di una disciplina), sulla base del ventaglio indicato, in prima battuta, dalle associazioni e società sportive. Le attività sportive attivabili nell’ambito della quota del voucher, dovranno concludersi entro il mese di febbraio 2025.

«Si tratta di un modello virtuoso – ha evidenziato Princi – con cui le istituzione garantiscono il diritto allo sport attraverso importanti sinergie come quella avviata con Sport e Salute. È una misura, che abbiamo fortemente voluto ed ideato insieme al presidente Roberto Occhiuto, per avvicinare i giovani alla pratica sportiva, anche come strumento di aggregazione relazionale e di superamento delle fragilità psicologiche».

«Con il prezioso lavoro del dipartimento istruzione, guidato da Maria Francesca Gatto – ha proseguito Princi – si sta lavorando per estendere, a breve, l’avviso anche a tutti i bambini/giovani che abbiano un’età compresa tra i 6 e i 13 anni. Considerando lo sport essenziale per garantire il diritto alla cittadinanza e il contrasto all’esclusione sociale, voglio rassicurare i tanti giovani e le associazioni sportive tutte che i voucher per l’accesso alla pratica sportiva saranno garantiti ogni anno in quanto, renderemo strutturale tale misura».

Le Associazioni e le società sportive calabresi interessate (Asd e Ssd), potranno presentare la propria candidatura, dalle ore 12 di g 13, e fino al prossimo 28 marzo, utilizzando l’apposita piattaforma raggiungibile al seguente link: https://bandi.sportesalute.eu, identificandosi attraverso la propria identità digitale (spid). (rcz)

L’OPINIONE / Simone Celebre: Regione chieda potenziamento degli interventi di Rfi

di SIMONE CELEBRE – Non è una novità per nessuno che lo sviluppo di un’area, di una regione, passa ineludibilmente anche dalle infrastrutture ferroviarie. E tra queste un posto in prima linea lo guadagna l’Alta velocità SA-RC. Nel Mezzogiorno ci sono 4 delle 12 linee ferroviarie peggiori d’Italia, tra queste la tratta Jonica, il collegamento Taranto/ Reggio Calabria.

In Calabria l’età media dei convogli è di 21 anni e 4 mesi, peggio di noi solo il Molise, contro l’età media dell’intero Paese che è di solo 15 anni.

In Calabria ci sono solo 294 corse giornaliere, in Lombardia sono quasi 2200 considerato che questa regione ha solo 5 volte il numero degli abitanti, mentre il numero delle corse e di quasi 7 volte, il 70 % delle linee ferroviarie calabresi è a binario unico e più del 50 % ancora non è elettrificato. Con questi dati ci chiediamo quale sia il senso di dare priorità alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, un’opera molto impattante economicamente, circa 11 miliardi, che non sposterà per nulla la qualità di vita dei cittadini calabresi e siciliani, sapendo che non ci sono tante risorse da investire nel sistema dei trasporti. Noi, come Fillea, riteniamo che il rilancio della mobilità su ferro e la condizione che vivono i nostri pendolari debbano diventare e una priorità dell’agenda politica nazionale e regionale.

Perciò ribadiamo l’importanza che l’Alta Velocità arrivi anche nel Sud Italia e che attraversi l’intera regione Calabria. Non accettiamo che si fermi a Romagnano. Come Fillea Cgil Calabria, purtroppo però, siamo molto preoccupati dal fatto che, a oggi, non ci sono finanziamenti per la sua realizzazione. Dal confronto avuto con il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e i vertici di Rfi, è emerso, infatti, un dato incontrovertibile: i tempi per la concreta infrastrutturazione ferroviaria della Calabria non sono ancora maturi.

Se, infatti, Rete ferroviaria italiana prevede di investire in Calabria oltre 36 miliardi di euro, la messa a terra di questa ingente mole di finanziamenti rimane sulla carta per quanto riguarda i primi interventi per la realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria. Per il momento l’unico intervento che pare avere un’accelerazione è quello relativo al raddoppio della galleria Santomarco.

Per l’elettrificazione, la messa in sicurezza e il potenziamento della linea ionica, poi, i tempi appaiono ancora più dilatati. Alcuni interventi sono in fase di progettazione, per altri lo stato di avanzamento si ferma all’iter autorizzativo, per altri ancora non si va oltre quella che viene definita “attività negoziale”.

Alla luce di quanto appreso durante l’incontro, pur non sottraendoci all’impegno di affrontare ulteriori confronti per esercitare il giusto controllo sociale sull’operato di Rete ferroviaria italiana, chiediamo ai vertici dell’amministrazione regionale di sollecitare, anche per tramite del Governo, il potenziamento dell’intervento infrastrutturale di Rfi in Calabria e l’accelerazione delle procedure di progettazione e dell’iter burocratico al fine di consentire al territorio regionale di registrare, in tempi contingentati, il giusto ed atteso potenziamento della rete infrastrutturale ferroviaria.

Non vorremmo che si verifichi quello che è sempre avvenuto qui in Calabria e cioè solo tante belle promesse, ma poi gli interventi sono sempre risultati molto limitati sia in termini di impatto e sia in termini di risorse. Bisogna garantire ai calabresi, oltre all’Alta Velocità, più linee ferroviarie a doppio binario, elettrificate, con più treni moderni, puntuali perché altrimenti continueremo ad assistere a una situazione in cui i cittadini calabresi non avranno la possibilità di scegliere, in quanto costretti a spostarsi con i mezzi privati, scelta invece garantita nelle altre regioni. Purtroppo, a oggi, siamo costretti a constatare che il nostro Paese corre a diverse velocità anche tra regioni del Sud. (sc)

[Simone Celebre è segretario generale di Fillea Cgil Calabria]

La Giunta regione prende atto dell’accordo per Sviluppo e Coesione Meloni-Occhiuto

La Giunta regionale, presieduta dal presidente Roberto Occhiuto, ha preso atto dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione della Regione Calabria, sottoscritto lo scorso 16 febbraio a Gioia Tauro dalla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e dal presidente Occhiuto.

Nel corso della seduta inoltre, su indicazione dell’assessore regionale Emma Staine, sono state deliberate le modifiche all’allegato 1 alla Dgr n.503/2019 nel merito della riorganizzazione dell’assetto istituzione del sistema integrato in materia di servizi e politiche sociali. Lo scopo di quest’ultima modifica, voluta dall’assessore Staine in accordo con il Terzo settore, è quello di migliorare e favorire l’accesso ai servizi socio assistenziali ai soggetti disabili.

Le modifiche apportate, su cui si era già intervenuti in maniera più strutturale il 29 settembre 2023 con la deliberazione n. 512, aumentano in maniera considerevole la possibilità di accesso dei soggetti fragili non autosufficienti in considerazione che, attraverso l’Isee socio sanitario e la soglia di accesso per la compartecipazione alla retta dei servizi determinata in 9.360 euro, gli utenti, che rientrano in detti parametri, potranno fruire dei servizi di assistenza semi residenziale in forma gratuita, consentendo così alle fasce più deboli la possibilità di percorsi riabilitativi sociali a totale carico dell’Ente pubblico.

Congiuntamente, anche per i servizi domiciliari, da erogare a favore di soggetti disabili, è stata prevista la possibilità dell’utilizzo dell’Isee di riferimento per i fruitori dei servizi, quindi con la possibilità dell’utilizzo dell’Isee sociosanitario per i soggetti disabili che diversamente avrebbero dovuto accedere ai servizi tramite quello familiare.

Con queste modifiche la Regione Calabria continua a tracciare il percorso che vede l’utente/cittadino quale centro dei servizi e i servizi quale mezzo per raggiungere lo scopo di supporto, sostegno e accompagnamento alla vita quotidiana dei soggetti fragili.

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Staine, sottolineando come «diventa ulteriormente chiaro il modello di welfare a cui mi riferisco, e che prende in carico tutte le situazioni di crisi e fragilità».

«Per questo continuiamo a costruire un servizio sociale in continuo dialogo con il Terzo settore e tutti gli Ambiti – ha concluso – che sia attento ai bisogni del territorio e che, soprattutto, porta a compimento gli obiettivi».

Infine, su proposta congiunta dell’assessore al lavoro, Giovanni Calabrese, e dell’assessore all’organizzazione e alle risorse umane, Filippo Pietropaolo, la Giunta ha approvato l’atto d’indirizzo per il trasferimento delle risorse (quantificate dal dipartimento organizzazione e risorse umane previa acquisizione dei dati forniti dall’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro) non ancora utilizzate nel quadro dell’applicazione della Legge n. 15/2022 per finanziare il superamento del precariato, mediante la stabilizzazione con contratto di lavoro a tempo indeterminato e part time al 50%, del personale a tempo determinato in servizio presso la medesima Arpal Calabria e Azienda Calabria lavoro. (rcz)

Coldiretti Calabria: Regione investe nell’apicoltura ma la concorrenza sleale mette in crisi l’alveare calabrese

Coldiretti Calabria ha denunciato come, nonostante la Regione Calabria investa nell’apicoltura calabrese, la concorrenza sleale di miele di bassa qualità mette in crisi l’alveare calabrese.

«Nelle campagne calabresi le aziende apistiche in questi hanno investito costantemente creando anche virtuosi sistemi di promozione anche del territorio. La Banca Dati Apistica Nazionale registra oltre 600 aziende professionali con partita Iva con circa 80.000 alveari allevati oltre agli hobbisti e la produzione è di oltre 1 milione di chili», ha detto l’Associazione, ricordando come «qualche giorno fa il Dipartimento Agricoltura ha approvato la graduatoria del bando, riservato a apicoltori e imprenditori apistici calabresi, relativo al programma apistico per € 1.343.388,00 che ha finanziato 152 progetti presentati  per sostenere la tutela, la valorizzazione e promozione dell’apicoltura calabrese».

Un impegno che rischia di essere messo in pericolo a causa «dell’import sleale e i cambiamenti climatici che affossano il miele italiano con i produttori nazionali che devono fronteggiare arrivi di prodotto straniero di bassa qualità a prezzi stracciati, come quello cinese che viaggia poco sopra l’euro al chilogrammo, mentre aumentano i costi di produzione».

«Nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero – viene evidenziato –. Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra Ue è stato di 2,14 euro al chilo. Una mole di prodotto a prezzi stracciati finita nel mirino di un’indagine della Commissione Ue che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conferme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica».

«Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina (66 su 89, pari al 74%), mentre il paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia (14 su 15, pari al 93%). Un dumping insostenibile ai danni degli  apicoltori già alle prese con l’aumento dei costi di produzione. Ai danni causati dal maltempo si sono aggiunti quelli della siccità, che ha penalizzato le fioriture, e del caldo anomalo di questo inverno, con le api “ingannate” e spinte ad uscire dagli alveari senza però trovare i fiori.  Così i produttori – precisa la Coldiretti – sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti».

«Attraverso l’acquisto diretto del miele dagli apicoltori italiani si sostiene il presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape –  ha dichiarato Colidiretti –. Ma occorre anche che in Europa venga introdotto il principio di reciprocità affinché tutto il miele che entra nel nostro Paese rispetti le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, qualità e rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori che vigono in Italia».

«Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre – ha consigliato la Coldiretti – verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica, è questo il modo migliore per sostenere l’apicoltura italiana, difendere le api e la biodiversità. Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti».

«La parola Italia – viene evidenziato – deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi». (rcz)

La Regione approva il programma forestale regionale secondo nuova normativa: È la prima in Italia

La Calabria è la prima regione, in Italia, ad essersi adeguata alla nuova normativa nazionale in materia di forestazione, approvando il Programma forestale regionale, predisposto secondo i dettami del Testo unico in materia di foreste e filiere forestali (Tuff).

Il Piano, elaborato in collaborazione con l’Accademia Italiana di Scienze Forestali e approvato dalla Giunta presieduta dal presidente Roberto Occhiuto e su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, avrà validità ventennale e sarà aggiornato su base quinquennale.

È strutturato in più parti interconnesse: alla caratterizzazione del territorio calabrese fa seguito un’analisi – in termini qualitativi e quantitativi – del patrimonio forestale regionale e delle sue peculiarità, anche con riferimento alle Aree protette e ai Siti Natura 2000 di interesse forestale.

Il quadro conoscitivo comprende anche una disamina sullo stato della pianificazione forestale e del settore nelle sue diverse componenti, nonché sulla gestione dei pascoli. Insieme a questi aspetti è stato fatto il punto sugli usi civici (per i quali è stata dettagliata, per singole province e per comuni, l’attuale consistenza e tipologia); sulla vivaistica forestale e sull’attività di ricerca e sperimentazione svolta dalle Università e dagli Istituti di ricerca. Sulla base degli elementi così ricavati è stata poi eseguita l’analisi Swot del settore forestale in Calabria, evidenziando i relativi punti di forza e di debolezza, le opportunità e le criticità.

«Per come evidente – ha sottolineato l’assessore Gallo – siamo di fronte ad un cambio di passo: se da un lato prosegue l’opera di messa in sicurezza del comparto, duramente provato dai continui tagli finanziari, dall’altro si pone in essere un’attività programmatoria volta a disegnare scenari nuovi, nei quali collocare una risorsa essenziale per la Calabria intera ed il suo avvenire».

Sempre la Giunta regionale ha inoltre fatto proprio il Piano Attuativo Annuale di Forestazione, redatto dall’Azienda Calabria Verde, su indicazioni della Uoa Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e Difesa del Suolo.

Il Piano indica le attività di sviluppo nel settore della Forestazione, nel limite delle risorse previste nel Bilancio regionale (che per l’anno 2024 risultano pari a 156 milioni di euro) e con l’impiego della manodopera forestale, circa 4.000 unità, oggi in capo all’Azienda Calabria Verde e, in minima parte, al Parco naturale regionale delle Serre vibonesi.

Tra gli obbiettivi principali figura la volontà di accrescere ulteriormente il valore delle foreste, attraverso la redazione di piani di gestione forestale estesi a tutto il demanio regionale: la Calabria è una delle Regioni italiane più ricche di boschi, non solo in termini di superficie e di indice di boscosità (43%, a fronte del dato nazionale del 36.7%), ma anche per la varietà di paesaggi forestali, consistenza e accrescimento dei boschi, nonché per il loro ruolo come serbatoi naturali di carbonio, per il contributo significativo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla tutela e salvaguardia del territorio.

Perseguiti, altresì, il fine di ridurre il rischio idrogeologico mediante interventi nell’ambito del bacino idrografico; mitigare il rischio incendi boschivi con interventi di prevenzione diretta e indiretta; rilanciare l’attività vivaistica e faunistica; attivare azioni per salvaguardare le foreste da fenomeni naturali, quali la lotta alla processionaria del pino in Calabria. (rcz)

UilFpl Calabria: Regione solleciti Governo per finanziamenti per contrasto e cura disturbi alimentari

La Uilfpl Calabria e il Coordinamento Pari Opportunità di Uil Calabria, hanno chiesto che la Regione solleciti il Governo «a rendere strutturali i finanziamenti per il contrasto e la cura dei Dna e, per quanto di sua competenza, promuovendo – attraverso le Asp – il potenziamento di queste strutture dal punto di vista occupazione e finanziario».

Per il sindacato, infatti, «il mancato finanziamento del fondo nazionale per la cura dei disturbi alimentari è uno strappo che il governo deve, prontamente, ricucire. A poco può bastare, in questo senso, l’inserimento nel decreto Milleproroghe di un emendamento che ripristina, ma per il solo 2024, questo fondo in maniera parziale».

«Ciò che serve nell’affrontare questi disturbi – viene evidenziato – che sempre più spesso affliggono anche minori in tenera età, è la certezza delle cure. Per ottenere questo risultato, per far si che i centro operativi in tutta Italia – di cui tre operativi in Calabria secondo quanto segnalato dall’Istituto superiore di sanità – possano offrire concretamente le loro prestazioni e assicurare i giusti trattamenti a chi ne ha bisogno, è fondamentale poter contare su un sostegno economico e finanziario strutturale».

«Chi è affetto da questa patologia – si legge nella nota congiunta – ha bisogno di un’attenzione permanente. Per questo è di fondamentale importanza che i centri impegnati nella diagnosi e nella cura di questi disturbi abbiano a disposizione dei posti letto dedicati, cosa che per il momento è prevista sulla carta solo per il centro che, sempre stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità, sarebbe operativo a Cetraro e non a Catanzaro e a Crotone».

«Avere dei posti letto a disposizione di ogni centro significa, da una parte – si legge ancora – seguire al meglio chi ne ha bisogno e, dall’altra, limitare il ricorso alla migrazione sanitaria, con effetti benefici immediati sia per chi deve farsi curare e sia per la casse della sanità calabrese sulle quali gravano i costi di chi sceglie di farsi curare fuori regione. Le strutture, poi, sono spesso a corto di personale e, quindi, in difficoltà nello gestire le richieste di tutti coloro che manifestano disturbi dell’alimentazione».

«La Regione Calabria nel 2023 ha finanziato per oltre 780 mila euro il Piano di attività per l’assistenza ai pazienti affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – viene ricordato –. Il piano, di durata biennale, dovrebbe concludersi al 31 dicembre dell’anno in corso. Vista la complessità e la delicatezza dei problemi affrontati, spesso schiacciati da temi all’apparenza più importanti, è necessario prevedere il rinnovo del Piano e, anche in questo caso, potenziare e rendere pluriennale la dote finanziaria».

«La Regione Lombardia, solo per fare un esempio, ha erogato 6 milioni di euro quando i fondi nazionali sono stati sospesi. Nessuno deve mai dimenticare che stiamo parlando di persone fragili», hanno ricordato ancora, ritenendo «importante chiedere alla classe politica che ci governa il varo del decreto attuativo utile a strutturare il percorso autonomo nei Lea dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione».

«Solo l’applicazione della legge del 2021, infatti – conclude la nota – potrà rendere operativa un’area specifica all’interno dei Lea per i disturbi alimentali e, allo stesso tempo, prevedere un budget specifico che serva a obbligare ogni Regione ad attuare i Livelli essenziali di assistenza per questi disturbi». (rcz)

AFFIDAMENTO, IN CALABRIA UN PROBLEMA
PER I MINORI UNA POLITICA SOCIALE NUOVA

di ANTONIETTA MARIA STRATI –  Infanzia, minori, affidamento: In Calabria il problema è più ampio di quanto si possa immaginare. Nella nostra regione, infatti, come riporta il Gruppo Crc in un rapporto del 2020, il tasso di affidamenti familiari è di 1,2 ogni mille residenti – mentre la media italiana è di 1,5 –, e sono solo l’8,8% i bambini e gli adolescenti stranieri in affidamento. Un dato che, oltre a essere inferiore di 10,1% rispetto alla media italiana, è in diminuzione rispetto al precedente rapporto.

Numeri che preoccupano e che dovrebbero indurre le Istituzioni a fare di più nei confronti di quei minori che, da troppo tempo, vivono nei centri residenziali, «una sorta di limbo in attesa che qualcuno si occupi di loro», come ha denunciato Mario Nasone, presidente del Centro Comunitario Agape.

In Calabria, infatti, c’è un grave ritardo sulle politiche del Welfare e, soprattutto, non è mai stato attivato un Osservatorio regionale  regionale sull’infanzia e l’adolescenza, previsto dalla legge nazionale n. 451 /97.

Secondo i dati di Save The Children, infatti, i tempi di permanenza di un minore in Istituto in Calabria è di quattro anni a fronte di uno a livello nazionale e spesso con l’aumentare dell’età  si passa da un istituto all’altro, ormai difficilmente adottabili, fino ad arrivare a diciotto anni senza potere nemmeno contare sull’assistenza da parte della Regione, praticamente in mezzo alla strada.

Per Nasone, infatti, «se poi hanno delle patologie non hanno praticamente speranza di avere una famiglia. I minori in Calabria sono doppiamente abbandonati, a livello informativo perché non ci sono dati su quanti sono e sulla loro condizione», sottolineando come «sono circa centomila i minori a rischio povertà, almeno cinquecento quelli che vivono fuori della famiglia (a cui aggiungere i tantissimi che vivono in famiglie multiproblematiche che avrebbero bisogno di un affiancamento come le madri sole)  ma non conosciamo la loro condizione, i servizi che sono stati attivati. Soprattutto sono abbandonati perché manca un piano regionale per l’infanzia in grado di intercettare e dare risposte ai loro bisogni correggendo anche alcuni squilibri che vedono zone con più servizi ed altre come la Locride, la Piana di Gioia Tauro sprovvisti».

«Per i  bambini e i ragazzi calabresi che hanno bisogno di accoglienza e di solidarietà non mancano le famiglie disponibili anche per i cosiddetti bambini con bisogni speciali  L’affidamento familiare è una famiglia in più per i bambini e diventa la migliore terapia soprattutto nelle situazioni più gravi», ha detto ancora Nasone.

E proprio di questo se ne è discusso nella giornata di studio in Consiglio regionale nei giorni scorsi, dove diversi attori istituzionali e sociali hanno affrontato il tema dell’affido, un «diritto che in Calabria è ancora negato, soprattutto ai minori più fragili che provengono da nuclei familiari che non sono in grado di provvedere a loro».

Coordinati dal giudice onorario Giuseppe Marino, l’evento è incominciato con Vincenzo Starita, delegato dalla ministra per la famiglia Eugenia Roccella, che ha evidenziato l’importanza della recente sentenza della corte costituzionale che ha indicato nella adozione aperta una opportunità per dare una famiglia a quei minori per i quali i rapporti con la famiglia di origine è bene che siano mantenuti.

Nasone, ribadendo come in Calabria si è troppo indietro sul tema dell’affido, ci sono delle isole più meno felici come quella di Reggio dove Comune ed associazionismo hanno una tradizione positiva fin dagli anni ‘80, ma a livello regionale va rilanciato alla luce delle trasformazioni  sociali perché sono cambiate le famiglie che dovrebbero accogliere; è mutata la domanda di affido, sono intervenuti modifiche  legislative, con i rischi ma, anche, con le opportunità che hanno introdotto. Con l’Assessorato regionale alle politiche sociali è stato avviato un dialogo con le associazione che si auspica possa dare frutto.

Le famiglie «potenzialmente disponibili ci sono ma non vanno lasciate sole, vanno formate ed accompagnate da servizi e dalle associazioni. Con un ruolo importante anche delle Chiese locali che si devono interrogare di più anche su queste sfide», ha detto Nasone.

Del ruolo cruciale delle regioni, sul tema dell’affidato, ha parlato Frida Tonizzo, presidente nazionale di AnfaaAssociazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie. Queste infatti, assieme ad Enti locali, Tribunali per Minorenni, e Asp, devono recepire le nuove linee guida nazionali sull’affido, prevedendo investimenti in risorse umane e finanziarie,

Tonizzo, inoltre, ha segnalato la necessità, prevista dalle normative, di dare maggiore ascolto alle famiglie e di garantire alle associazioni impegnate un coinvolgimento anche sui progetti di aiuto del minore. Preoccupa, poi, il crollo delle domande di adozioni internazionali, che non deve passare inosservato anzi, servono, per la presidente di Anfaa, degli interventi specifici.

Mirella Schillaci, magistrata del Tribunale per i minorenni di Reggio, ha evidenziato come una effettiva tutela dei diritti dei minori è possibile solo se, nel territorio, si riesce ad attivare una rete di servizi in grado di intercettare i disagi e di prevedere una loro presa in carico.

La referente del comune di Reggio, la psicologa Maria Grazia Marcianò, ha presentato il lavoro svolto per promuovere e favore la scelta dell’affido e dell’adozione, rimarcando l’importanza di instaurare con le famiglie un rapporto fiduciario e di accompagnamento. Con l’assunzione di nuovi assistenti sociali si potrà garantire una maggiore copertura dei bisogni. Per Francesco D’Amato, delegato dall’Asp, è importante che l’azienda sanitaria faccia la propria parte garantendo una integrazione tra gli interventi sociali e sanitari e ha confermato l’impegno della direttrice Lucia Di Furia a implementare, anche sul fronte degli affidi e delle adozioni, gli interventi delle equipe multidisciplinari.

Francesca Mallamaci, per l’ordine professionale degli assistenti sociali, ha rimarcato il ruolo fondamentale di questa figura professionale sia nella segnalazione dei disagi che nella progettazione degli interventi. Per Pasquale Cananzi, della Camera Minorile, l’avvocatura ha un ruolo importante per la formazione di decisioni che siano effettivamente a vantaggio dei minori più che degli adulti e ha auspicato un coinvolgimento maggiore della comunità nelle azioni a loro difesa.

Nella seconda sessione, i lavori sono proseguiti con il confronto tra la  referente del Tribunale per i minori Mirella Schillaci, l’assessore alle politiche sociali Lucia Nucera del comune, le  famiglie affidatarie e le Associazioni Emmaus di Roccella, Giovanni XXIII di don Benzi e Agape.

Tutte hanno chiesto di essere maggiormente sostenuti nel loro percorso e, soprattutto, di prevedere una migliore comunicazione tra gli Enti preposti, in primis Tribunale per i minori e Comuni, in grado di ridurre i tempi di attesa dei provvedimenti che in alcuni casi si allungano  per mesi e anni con gravi pregiudizio per i minori soprattutto di quelli della fascia di età dai 0 ai 6 anni.

Si è parlato, anche, dell’adozione di minori che presentano patologie e disturbi del comportamento. In Calabria, infatti, mancano servizi di neuropsichiatria e strutture specializzate e questo comporta il rischio che le famiglie che accettano di occuparsi di questi minori, siano lasciate da sole.

«Le famiglie potenzialmente disponibili ci sono ma non vanno lasciate sole – ha ribadito Nasone – vanno formate ed accompagnate da servizi e dalle associazioni. Con un ruolo importante anche delle Chiese locali che si devono interrogare di più anche su queste sfide».

Per questo si rende necessaria un’alleanza tra Istituzioni e Reti Associative, per dare una famiglia a ogni minore in Calabria. Questo perché, come ha già detto Mario Nasone, l’esperienza dell’affido «che negli ultimi quaranta anni ha salvato migliaia di bambini dall’abbandono deve continuare in tutto il nostro Paese, soprattutto nelle zone del Mezzogiorno come la Calabria, dove le povertà minorili materiali ed educative sono più diffuse». (ams)