La Regione approva il programma forestale regionale secondo nuova normativa: È la prima in Italia

La Calabria è la prima regione, in Italia, ad essersi adeguata alla nuova normativa nazionale in materia di forestazione, approvando il Programma forestale regionale, predisposto secondo i dettami del Testo unico in materia di foreste e filiere forestali (Tuff).

Il Piano, elaborato in collaborazione con l’Accademia Italiana di Scienze Forestali e approvato dalla Giunta presieduta dal presidente Roberto Occhiuto e su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, avrà validità ventennale e sarà aggiornato su base quinquennale.

È strutturato in più parti interconnesse: alla caratterizzazione del territorio calabrese fa seguito un’analisi – in termini qualitativi e quantitativi – del patrimonio forestale regionale e delle sue peculiarità, anche con riferimento alle Aree protette e ai Siti Natura 2000 di interesse forestale.

Il quadro conoscitivo comprende anche una disamina sullo stato della pianificazione forestale e del settore nelle sue diverse componenti, nonché sulla gestione dei pascoli. Insieme a questi aspetti è stato fatto il punto sugli usi civici (per i quali è stata dettagliata, per singole province e per comuni, l’attuale consistenza e tipologia); sulla vivaistica forestale e sull’attività di ricerca e sperimentazione svolta dalle Università e dagli Istituti di ricerca. Sulla base degli elementi così ricavati è stata poi eseguita l’analisi Swot del settore forestale in Calabria, evidenziando i relativi punti di forza e di debolezza, le opportunità e le criticità.

«Per come evidente – ha sottolineato l’assessore Gallo – siamo di fronte ad un cambio di passo: se da un lato prosegue l’opera di messa in sicurezza del comparto, duramente provato dai continui tagli finanziari, dall’altro si pone in essere un’attività programmatoria volta a disegnare scenari nuovi, nei quali collocare una risorsa essenziale per la Calabria intera ed il suo avvenire».

Sempre la Giunta regionale ha inoltre fatto proprio il Piano Attuativo Annuale di Forestazione, redatto dall’Azienda Calabria Verde, su indicazioni della Uoa Politiche della Montagna, Foreste, Forestazione e Difesa del Suolo.

Il Piano indica le attività di sviluppo nel settore della Forestazione, nel limite delle risorse previste nel Bilancio regionale (che per l’anno 2024 risultano pari a 156 milioni di euro) e con l’impiego della manodopera forestale, circa 4.000 unità, oggi in capo all’Azienda Calabria Verde e, in minima parte, al Parco naturale regionale delle Serre vibonesi.

Tra gli obbiettivi principali figura la volontà di accrescere ulteriormente il valore delle foreste, attraverso la redazione di piani di gestione forestale estesi a tutto il demanio regionale: la Calabria è una delle Regioni italiane più ricche di boschi, non solo in termini di superficie e di indice di boscosità (43%, a fronte del dato nazionale del 36.7%), ma anche per la varietà di paesaggi forestali, consistenza e accrescimento dei boschi, nonché per il loro ruolo come serbatoi naturali di carbonio, per il contributo significativo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla tutela e salvaguardia del territorio.

Perseguiti, altresì, il fine di ridurre il rischio idrogeologico mediante interventi nell’ambito del bacino idrografico; mitigare il rischio incendi boschivi con interventi di prevenzione diretta e indiretta; rilanciare l’attività vivaistica e faunistica; attivare azioni per salvaguardare le foreste da fenomeni naturali, quali la lotta alla processionaria del pino in Calabria. (rcz)

UilFpl Calabria: Regione solleciti Governo per finanziamenti per contrasto e cura disturbi alimentari

La Uilfpl Calabria e il Coordinamento Pari Opportunità di Uil Calabria, hanno chiesto che la Regione solleciti il Governo «a rendere strutturali i finanziamenti per il contrasto e la cura dei Dna e, per quanto di sua competenza, promuovendo – attraverso le Asp – il potenziamento di queste strutture dal punto di vista occupazione e finanziario».

Per il sindacato, infatti, «il mancato finanziamento del fondo nazionale per la cura dei disturbi alimentari è uno strappo che il governo deve, prontamente, ricucire. A poco può bastare, in questo senso, l’inserimento nel decreto Milleproroghe di un emendamento che ripristina, ma per il solo 2024, questo fondo in maniera parziale».

«Ciò che serve nell’affrontare questi disturbi – viene evidenziato – che sempre più spesso affliggono anche minori in tenera età, è la certezza delle cure. Per ottenere questo risultato, per far si che i centro operativi in tutta Italia – di cui tre operativi in Calabria secondo quanto segnalato dall’Istituto superiore di sanità – possano offrire concretamente le loro prestazioni e assicurare i giusti trattamenti a chi ne ha bisogno, è fondamentale poter contare su un sostegno economico e finanziario strutturale».

«Chi è affetto da questa patologia – si legge nella nota congiunta – ha bisogno di un’attenzione permanente. Per questo è di fondamentale importanza che i centri impegnati nella diagnosi e nella cura di questi disturbi abbiano a disposizione dei posti letto dedicati, cosa che per il momento è prevista sulla carta solo per il centro che, sempre stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità, sarebbe operativo a Cetraro e non a Catanzaro e a Crotone».

«Avere dei posti letto a disposizione di ogni centro significa, da una parte – si legge ancora – seguire al meglio chi ne ha bisogno e, dall’altra, limitare il ricorso alla migrazione sanitaria, con effetti benefici immediati sia per chi deve farsi curare e sia per la casse della sanità calabrese sulle quali gravano i costi di chi sceglie di farsi curare fuori regione. Le strutture, poi, sono spesso a corto di personale e, quindi, in difficoltà nello gestire le richieste di tutti coloro che manifestano disturbi dell’alimentazione».

«La Regione Calabria nel 2023 ha finanziato per oltre 780 mila euro il Piano di attività per l’assistenza ai pazienti affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione – viene ricordato –. Il piano, di durata biennale, dovrebbe concludersi al 31 dicembre dell’anno in corso. Vista la complessità e la delicatezza dei problemi affrontati, spesso schiacciati da temi all’apparenza più importanti, è necessario prevedere il rinnovo del Piano e, anche in questo caso, potenziare e rendere pluriennale la dote finanziaria».

«La Regione Lombardia, solo per fare un esempio, ha erogato 6 milioni di euro quando i fondi nazionali sono stati sospesi. Nessuno deve mai dimenticare che stiamo parlando di persone fragili», hanno ricordato ancora, ritenendo «importante chiedere alla classe politica che ci governa il varo del decreto attuativo utile a strutturare il percorso autonomo nei Lea dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione».

«Solo l’applicazione della legge del 2021, infatti – conclude la nota – potrà rendere operativa un’area specifica all’interno dei Lea per i disturbi alimentali e, allo stesso tempo, prevedere un budget specifico che serva a obbligare ogni Regione ad attuare i Livelli essenziali di assistenza per questi disturbi». (rcz)

AFFIDAMENTO, IN CALABRIA UN PROBLEMA
PER I MINORI UNA POLITICA SOCIALE NUOVA

di ANTONIETTA MARIA STRATI –  Infanzia, minori, affidamento: In Calabria il problema è più ampio di quanto si possa immaginare. Nella nostra regione, infatti, come riporta il Gruppo Crc in un rapporto del 2020, il tasso di affidamenti familiari è di 1,2 ogni mille residenti – mentre la media italiana è di 1,5 –, e sono solo l’8,8% i bambini e gli adolescenti stranieri in affidamento. Un dato che, oltre a essere inferiore di 10,1% rispetto alla media italiana, è in diminuzione rispetto al precedente rapporto.

Numeri che preoccupano e che dovrebbero indurre le Istituzioni a fare di più nei confronti di quei minori che, da troppo tempo, vivono nei centri residenziali, «una sorta di limbo in attesa che qualcuno si occupi di loro», come ha denunciato Mario Nasone, presidente del Centro Comunitario Agape.

In Calabria, infatti, c’è un grave ritardo sulle politiche del Welfare e, soprattutto, non è mai stato attivato un Osservatorio regionale  regionale sull’infanzia e l’adolescenza, previsto dalla legge nazionale n. 451 /97.

Secondo i dati di Save The Children, infatti, i tempi di permanenza di un minore in Istituto in Calabria è di quattro anni a fronte di uno a livello nazionale e spesso con l’aumentare dell’età  si passa da un istituto all’altro, ormai difficilmente adottabili, fino ad arrivare a diciotto anni senza potere nemmeno contare sull’assistenza da parte della Regione, praticamente in mezzo alla strada.

Per Nasone, infatti, «se poi hanno delle patologie non hanno praticamente speranza di avere una famiglia. I minori in Calabria sono doppiamente abbandonati, a livello informativo perché non ci sono dati su quanti sono e sulla loro condizione», sottolineando come «sono circa centomila i minori a rischio povertà, almeno cinquecento quelli che vivono fuori della famiglia (a cui aggiungere i tantissimi che vivono in famiglie multiproblematiche che avrebbero bisogno di un affiancamento come le madri sole)  ma non conosciamo la loro condizione, i servizi che sono stati attivati. Soprattutto sono abbandonati perché manca un piano regionale per l’infanzia in grado di intercettare e dare risposte ai loro bisogni correggendo anche alcuni squilibri che vedono zone con più servizi ed altre come la Locride, la Piana di Gioia Tauro sprovvisti».

«Per i  bambini e i ragazzi calabresi che hanno bisogno di accoglienza e di solidarietà non mancano le famiglie disponibili anche per i cosiddetti bambini con bisogni speciali  L’affidamento familiare è una famiglia in più per i bambini e diventa la migliore terapia soprattutto nelle situazioni più gravi», ha detto ancora Nasone.

E proprio di questo se ne è discusso nella giornata di studio in Consiglio regionale nei giorni scorsi, dove diversi attori istituzionali e sociali hanno affrontato il tema dell’affido, un «diritto che in Calabria è ancora negato, soprattutto ai minori più fragili che provengono da nuclei familiari che non sono in grado di provvedere a loro».

Coordinati dal giudice onorario Giuseppe Marino, l’evento è incominciato con Vincenzo Starita, delegato dalla ministra per la famiglia Eugenia Roccella, che ha evidenziato l’importanza della recente sentenza della corte costituzionale che ha indicato nella adozione aperta una opportunità per dare una famiglia a quei minori per i quali i rapporti con la famiglia di origine è bene che siano mantenuti.

Nasone, ribadendo come in Calabria si è troppo indietro sul tema dell’affido, ci sono delle isole più meno felici come quella di Reggio dove Comune ed associazionismo hanno una tradizione positiva fin dagli anni ‘80, ma a livello regionale va rilanciato alla luce delle trasformazioni  sociali perché sono cambiate le famiglie che dovrebbero accogliere; è mutata la domanda di affido, sono intervenuti modifiche  legislative, con i rischi ma, anche, con le opportunità che hanno introdotto. Con l’Assessorato regionale alle politiche sociali è stato avviato un dialogo con le associazione che si auspica possa dare frutto.

Le famiglie «potenzialmente disponibili ci sono ma non vanno lasciate sole, vanno formate ed accompagnate da servizi e dalle associazioni. Con un ruolo importante anche delle Chiese locali che si devono interrogare di più anche su queste sfide», ha detto Nasone.

Del ruolo cruciale delle regioni, sul tema dell’affidato, ha parlato Frida Tonizzo, presidente nazionale di AnfaaAssociazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie. Queste infatti, assieme ad Enti locali, Tribunali per Minorenni, e Asp, devono recepire le nuove linee guida nazionali sull’affido, prevedendo investimenti in risorse umane e finanziarie,

Tonizzo, inoltre, ha segnalato la necessità, prevista dalle normative, di dare maggiore ascolto alle famiglie e di garantire alle associazioni impegnate un coinvolgimento anche sui progetti di aiuto del minore. Preoccupa, poi, il crollo delle domande di adozioni internazionali, che non deve passare inosservato anzi, servono, per la presidente di Anfaa, degli interventi specifici.

Mirella Schillaci, magistrata del Tribunale per i minorenni di Reggio, ha evidenziato come una effettiva tutela dei diritti dei minori è possibile solo se, nel territorio, si riesce ad attivare una rete di servizi in grado di intercettare i disagi e di prevedere una loro presa in carico.

La referente del comune di Reggio, la psicologa Maria Grazia Marcianò, ha presentato il lavoro svolto per promuovere e favore la scelta dell’affido e dell’adozione, rimarcando l’importanza di instaurare con le famiglie un rapporto fiduciario e di accompagnamento. Con l’assunzione di nuovi assistenti sociali si potrà garantire una maggiore copertura dei bisogni. Per Francesco D’Amato, delegato dall’Asp, è importante che l’azienda sanitaria faccia la propria parte garantendo una integrazione tra gli interventi sociali e sanitari e ha confermato l’impegno della direttrice Lucia Di Furia a implementare, anche sul fronte degli affidi e delle adozioni, gli interventi delle equipe multidisciplinari.

Francesca Mallamaci, per l’ordine professionale degli assistenti sociali, ha rimarcato il ruolo fondamentale di questa figura professionale sia nella segnalazione dei disagi che nella progettazione degli interventi. Per Pasquale Cananzi, della Camera Minorile, l’avvocatura ha un ruolo importante per la formazione di decisioni che siano effettivamente a vantaggio dei minori più che degli adulti e ha auspicato un coinvolgimento maggiore della comunità nelle azioni a loro difesa.

Nella seconda sessione, i lavori sono proseguiti con il confronto tra la  referente del Tribunale per i minori Mirella Schillaci, l’assessore alle politiche sociali Lucia Nucera del comune, le  famiglie affidatarie e le Associazioni Emmaus di Roccella, Giovanni XXIII di don Benzi e Agape.

Tutte hanno chiesto di essere maggiormente sostenuti nel loro percorso e, soprattutto, di prevedere una migliore comunicazione tra gli Enti preposti, in primis Tribunale per i minori e Comuni, in grado di ridurre i tempi di attesa dei provvedimenti che in alcuni casi si allungano  per mesi e anni con gravi pregiudizio per i minori soprattutto di quelli della fascia di età dai 0 ai 6 anni.

Si è parlato, anche, dell’adozione di minori che presentano patologie e disturbi del comportamento. In Calabria, infatti, mancano servizi di neuropsichiatria e strutture specializzate e questo comporta il rischio che le famiglie che accettano di occuparsi di questi minori, siano lasciate da sole.

«Le famiglie potenzialmente disponibili ci sono ma non vanno lasciate sole – ha ribadito Nasone – vanno formate ed accompagnate da servizi e dalle associazioni. Con un ruolo importante anche delle Chiese locali che si devono interrogare di più anche su queste sfide».

Per questo si rende necessaria un’alleanza tra Istituzioni e Reti Associative, per dare una famiglia a ogni minore in Calabria. Questo perché, come ha già detto Mario Nasone, l’esperienza dell’affido «che negli ultimi quaranta anni ha salvato migliaia di bambini dall’abbandono deve continuare in tutto il nostro Paese, soprattutto nelle zone del Mezzogiorno come la Calabria, dove le povertà minorili materiali ed educative sono più diffuse». (ams)

 

La vicepresidente Giusi Princi attiva il canale whatsapp per cittadini e imprese

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha attivato il canale whatsapp per condividere, in tempo reale, tutte le sue attività istituzionali.

Attivato il 23 febbraio, il canale servirà per informare i calabresi delle iniziative della vicepresidente, che detiene, anche, le deleghe  per Istruzione, Università, Alta Formazione , Cultura , Pari Opportunità, Sport, Politiche giovanili, ITS, Edilizia Scolastica, Impiantistica sportiva, Programmazione Unitaria, Azioni di Sviluppo per l’area dello stretto e la Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Attualmente, si contano più di mille iscritti.

Le notizie più recenti riguardano la partecipazione della Calabria alla 36esima edizione del Salone del Libro di Torino, in programma dal 9 al 13 maggio, il cui tema sarà Emozioni e poesia; il viaggio formativo a Bruxelles per valorizzare il merito e l’impegno degli studenti calabresi e il progetto Apprendere insieme – Azioni di supporto in ambito di disturbi specifici dell’apprendimento.

 

Bruni (PD) interroga Occhiuto su stato dell’arte per i progetti di telemedicina

La consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni, ha presentato una interrogazione a risposta scritta al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, qual è lo stato dell’arte dei lavori volti a realizzare gli interventi nelle aree individuate di telemedicina.

Assieme agli altri consiglieri, è stato chiesto «quali iniziative il presidente Occhiuto intenda assumere per pervenire alla realizzazione degli interventi di accesso ai servizi di Telemedicina nei Comuni delle Aree interessate e per quelli che ne consentono l’avvio, ricordando che l’impegno di spesa presunto, per come previsto dalle relative schede di intervento, è di oltre 2.000.000,00 euro a valere sui fondi assicurati dalle Leggi di Bilancio dello Stato e sui fondi rinvenienti dal cofinanziamento regionale attraverso gli stanziamenti del Fsc».

La dem, infatti, ha ricordato come «la realizzazione di interventi di telemedicina, soprattutto attraverso progetti focalizzati nelle Aree per l’attuazione della Strategia Nazionale Aree Interne (Snai) soprattutto in Calabria rappresenta un passo avanti nell’offerta di servizi sanitari a distanza in regioni caratterizzate da specifiche criticità del sistema. In questi territori spesso l’accesso ai servizi sanitari tradizionali può essere limitato a causa della distanza, dell’isolamento geografico o delle difficoltà di mobilità».

«Tutti gli interventi dovevano essere già completati per l’Area Grecanica e per l’Area Reventino-Savuto entro il 2023 – ha ricordato – e che per quanto previsto nell’Area Pre-Sila e Sila Cosenza e Crotone gli interventi devono essere conclusi entro il corrente anno 2024: nessuna delle procedure per le attività di realizzazione risulta essere avviata per come previsto dal cronoprogramma».

«Aspettiamo, quindi, delucidazioni in merito – ha concluso la consigliera Bruni –. Mi permetto solo di ricordare al presidente Occhiuto che la realizzazione di tali interventi oltre a determinare un significativo innalzamento dei livelli di assistenza nelle aree interne, nei casi di emergenza/urgenza, concorre ad un significativo avanzamento della spesa, attualmente irrilevante, per l’attuazione della Snai nella nostra Regione». (rrc)

 

L’OPINIONE / Giovanni Giordano: L’arrivo di Ryanair a Reggio uno straordinario punto di partenza

di GIOVANNI GIORDANO – Nelle ultime settimane, in Calabria, abbiamo assistito ad una serie di iniziative nel settore del turismo che denotano un particolare dinamismo che – come Confapi e Maavi – ci trova totalmente compiaciuti. Attendevamo da tempo un cambio di passo e adesso non possiamo che applaudire al Presidente Occhiuto fautore di questa svolta.

La valorizzazione dell’aeroporto di Reggio Calabria, con il posizionamento della compagnia low-cost Ryanair, che coprirà cinque destinazioni estere e tre nazionali, è uno straordinario punto di partenza. Un’opportunità per la Città Metropolitana che attendeva da tempo la giusta e meritata valorizzazione, vista la sua storia, il suo posizionamento geografico e la ricchezza culturale di cui è depositaria.

Ma le ricadute positive riguardano tutta la Calabria che con Reggio, adagiata sullo Stretto di Messina, si proietta strategicamente nel cuore del Mediterraneo. L’implementazione dei voli della stessa compagnia dagli aeroporti di Lamezia e Crotone è un’ulteriore segnale che la Calabria vuole crescere da protagonista nello scenario di uno sviluppo turistico ormai inarrestabile, dopo la profonda crisi pandemica.

Ovviamente, la regione ha bisogno di una rete infrastrutturale interna, che metta in connessione l’intero territorio calabrese, altrimenti aeroporti, porti e stazioni ferroviarie rimarranno cattedrali nel deserto. Esprimiamo un plauso anche per l’incontro voluto dal Presidente Occhiuto a Catanzaro nei locali della Regione alla presenza dei principali attori del settore turistico. Quest’importante momento di confronto – a cui siamo stati presenti come Confapi Calabria – ha voluto confermare l’indirizzo che afferma con decisione come la Calabria, con le sue immense risorse, ha bisogno di maggiore consapevolezza, di ambizione, di sogni da voler raggiungere e di tanto lavoro di squadra.

Noi di Confapi e Maavi vogliamo cogliere questo momento positivo e – sicuri della profonda sensibilità ed operosità del Presidente Occhiuto – segnalare che senza il turismo non c’è futuro per la Calabria, così come non c’è futuro per il settore senza il turismo organizzato, fatto di tante agenzie di viaggio e tour operator qualificati. Nonostante ciò, non possiamo non sottolineare l’importanza di intraprendere, al più presto e con più decisione da parte delle istituzioni, una serrata e drastica lotta all’illegalità, declinata in tutte le sue sfaccettatura, a partire dalla lotta senza quartiere all’abusivismo, che uccide le tantissime imprese regolari che a causa di ciò fanno ancora più fatica ad andare avanti.

Dunque, pronti a fare la nostra parte, diamo il benvenuto al nuovo corso e diciamo – soprattutto ai tanti imprenditori onesti – che con speranza, coraggio ed entusiasmo, è giunto il momento di contribuire con generosità e con più forza al rilancio della nostra terra! (gg)

[Giovanni Giordano è Vicepresidente Nazionale Confapi Turismo e Cultura, Presidente Confapi Turismo e Cultura Calabria e Delegato Regionale Maavi  (Movimento Autonomo Agenzie di Viaggio Italiane)]

Tavernise e Tridico (M5S): Assicurare il Tfr ai lavoratori forestali

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise e il candidato alle Europee ed ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, hanno ribadito la necessità di «fare il possibile per assicurare il Tfr» ai lavoratori idraulici e forestali in pensione di Azienda Calabria Lavoro  e che aspettando «a tempo la corresponsione del trattamento di fine rapporto?».

Ed è per questo che i due esponenti hanno presentato una interrogazione scritta al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, chiedendo «come si sta muovendo la Regione e cosa intende fare per garantire i diritti dei lavoratori».

«Si deve tenere presente – continua la nota – che l’Azienda Calabria Verde non rientra nel novero della pubblica amministrazione e per l’istituto del Tfr vale, quindi, quanto previsto per il settore privato. Trattasi di credito che sorge con la costituzione del rapporto, matura nel corso del suo svolgimento, diventa esigibile alla cessazione e deve essere erogato dalla data di messa in quiescenza, nei tempi tecnici necessari. Questi tempi possono assimilarsi ragionevolmente in tre mesi, considerando che, in caso di assenza di problemi di liquidità, il Tfr viene corrisposto in concomitanza con l’ultima busta paga o al massimo entro i successivi 30-45 giorni».

«Ricordando – continua la nota – che per i dipendenti pubblici il termine ordinario per la liquidazione del Tfr varia da 90 giorni (per le pensioni di inabilità o per decesso del lavoratore) a 12 mesi (per raggiungimento dei limiti di età e di servizio) e a 24 mesi (per tutti gli altri casi di cessazione, come per esempio le dimissioni e il licenziamento), la tempistica che sta attuando Azienda Calabria Verde risulta in ogni caso inadeguata e rappresenta una violazione del diritto dei lavoratori posti in quiescenza».

Tavernise e Tridico hanno ricordato, anche, che «in un incontro del 12 febbraio 2024 nella sede della Direzione Generale di Azienda Calabria Verde a Catanzaro con i rappresentanti delle sigle sindacali Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, il direttore Generale, dott. Giuseppe Oliva, rispondendo alla diretta richiesta di chiarimenti da parte delle Organizzazioni Sindacali sulle liquidazioni del Tfr per gli operai idraulico-forestali di Calabria Verde posti in quiescenza, per il personale transitato dai Consorzi di Bonifica e per quello relativo alla L.R. 15/2008, ha informato che l’Ente, con le risorse attualmente disponibili, sta per chiudere il pagamento dei TFR relativi ai lavoratori posti in quiescenza nel 2021». (rrc)

Dalla Regione ok per interventi contro il rischio idrogeologico

La Giunta regionale, guidata dal presidente Roberto Occhiuto, ha approvato l’atto di indirizzo per la programmazione e la realizzazione di interventi finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico e da erosione costiera e al ripristino della funzionalità delle opere esistenti.

Ma non solo. Nel corso della riunione, su proposta congiunta di Occhiuto e della vicepresidente Giusi Princi, è stato approvato il disegno di legge “disposizioni per il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni”, attraverso cui viene abrogata la legge regionale n. 15 del 2013. Si tratta di una legge strutturale e significativa dato che in Calabria la povertà educativa territoriale legata all’infanzia è uno dei gap da colmare: solo il 3% di bambini e di bambine usufruisce di asili nido o servizi educativi per l’infanzia.

L’obiettivo del disegno di legge, che consta di 28 articoli e che dovrà essere approvato in Consiglio regionale, è di definire il sistema integrato per conseguire la continuità del percorso educativo dallo zero ai sei anni, attraverso il potenziamento dei servizi di nido, micro nido, sezioni primavera, servizi integrativi per l’infanzia. Il fine è anche quello di consolidare e ampliare l’offerta del numero dei posti per il progressivo raggiungimento della copertura del 33% della popolazione nella fascia di età zero tre anni, così da ridurre il gap esistente con le altre regioni, attraverso la ridefinizione dei requisiti strutturali ed organizzativi.

È previsto, altresì, il miglioramento della qualità del sistema attraverso la formazione permanente di tutto il personale in servizio. Inoltre, il nuovo disegno di legge – che è stato condiviso con il tavolo di lavoro appositamente istituito presso il Dipartimento istruzione, formazione e pari opportunità, nonché con l’Anci e gli ambiti territoriali sociali, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e d’integrazione – si propone di realizzare una governance di sistema tra Regioni, Comuni ed Ufficio scolastico regionale, con azioni di raccordo e collaborazione interistituzionale, in continuità del percorso già avviato con i Protocolli d’intesa sottoscritti tra Regione, Usr e Anci.

L’esecutivo, su indicazione dell’assessore regionale al lavoro e formazione professionale, Giovanni Calabrese, ha inoltre deliberato lo schema di Accordo per la realizzazione dell’intervento 1.1 riguardante il Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego. L’Accordo è da sottoscrivere tra l’Unità di missione per l’attuazione degli interventi Pnrr presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (Mlps), la direzione generale delle politiche attive del lavoro del Mlps e la Regione Calabria.

Il Piano, finanziato con fondi del Pnrr per 10.593.900,48 di euro, più altri 55.485.315,98 di fondi ministeriali, è finalizzato al potenziamento dei Centri per l’Impiego per consentire un’efficace erogazione dei servizi per l’impiego e attività di formazione tramite il rafforzamento delle competenze del personale e tramite il potenziamento infrastrutturale.

La Giunta ha poi approvato una serie di delibere dell’assessore all’agricoltura, Gianluca Gallo, tra cui lo strumento di programmazione ponte con il nuovo programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della forestazione e per la gestione delle foreste regionali per l’anno 2024. Lo stanziamento finanziario ammonta a 156 milioni di euro, di cui 100 milioni di risorse statali e 56 milioni di risorse regionali.

Deliberato anche il programma forestale 2024/2044 elaborato dalla Uoa politica della montagna, foreste, forestazione e difesa del suolo.

Infine, sempre su indicazione di Gallo, la Giunta ha provveduto alla nomina di cinque componenti del Comitato tecnico-scientifico dell’elaioteca regionale “Casa degli oli extravergini d’oliva di Calabria”, individuati tra coloro che hanno partecipato alla manifestazione d’interesse della Regione Calabria. (rcz)

Per 50 studenti meritevoli e 5 docenti viaggio formativo a Bruxelles

La Regione Calabria ha offerto, a 50 studenti e 5 docenti, segnalati dagli istituti scolastici calabresi in quanto distintisi per impegno e merito, un viaggio formativo a Bruxelles, dal 9 all’11 aprile.

Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, spiegando come «il programma del viaggio si sta definendo al meglio coinvolgendo attivamente la Camera di Commercio belga. Obiettivo primario è, infatti, garantire un viaggio formativo di alta qualità che possa offrire ai partecipanti un’ampia prospettiva delle istituzioni europee promuovendo lo scambio di conoscenze e idee, affinché gli studenti possano trarre il massimo beneficio da questa esperienza unica, contribuendo così al loro sviluppo personale e alla crescita del bagaglio culturale».

«I dettagli specifici relativi al programma completo, agli orari e a tutti gli aspetti organizzativi – ha proseguito – su cui sta lavorando il Dipartimenti regionale della Programmazione unitaria, d’intesa con il Dipartimento istruzione, saranno ufficializzati in una prossima comunicazione e illustrati in apposito incontro in presenza rivolto ai 50 studenti e ai 5 docenti selezionati, alle rispettive famiglie e a tutte le comunità scolastiche interessate».

«Con il presidente Occhiuto – ha evidenziato la vicepresidente Princi – vogliamo dare la possibilità ai nostri giovani calabresi di poter visitare il Parlamento Europeo, di poter prendere parte a visite studio presso la direzione generale della Commissione europea, partecipando a workshop presso la sede della Regione Calabria a Bruxelles, curati dal Consiglio dei Giovani del Mediterraneo e dal Forum europeo della gioventù».

«Vogliamo potenziare le competenze dei nostri ragazzi, dando loro la possibilità di conoscere – ha concluso – di farsi apprezzare e di migliorare il loro curriculum vitae».

Con decreto n. 17564 del 29/11/03 era stata pubblica la graduatoria distinta per profili che aveva selezionato i partecipanti sulla base dei seguenti criteri: livello di certificazione linguistica (lingua inglese) e media scolastica a.s.2022/2023, per la selezione degli studenti; livello di certificazione linguistica (lingua inglese), partecipazione progetti Erasmus, esperienze formative all’estero, per la componente docenti. (rcz)

Zema (Cisl RC) chiede chiarezza per i 39 lavoratori dell’ex Consorzio di Bonifica del Basso Jonio Reggino

Il segretario generale di Fai Cisl Reggio CalabriaAntonino Zema, ha denunciato la scelta del’Assessorato e Dipartimento regionali all’Agricoltura una volta appresa la notizia che il neonato Consorzio Unico della Calabria non avrebbe più proseguito i lavori per il progetto Riforest@ 1 e Riforest@ 2 già stanziato e finanziato con i fondi del Pnrr da sviluppare in un quinquennio, per la piantumazione di 178.000 alberi, il ripristino della biodiversità, prevenzione dal dissesto idrogeologico nel territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria e altre zone del reggino.

«A cosa serve il Consorzio Unico della Calabria se poi non riesce a mettere in campo quella progettualità necessaria alla prevenzione e sviluppo del territorio?», ha chiesto Zema, ribadendo come quella dell’Assessorato e del Dipartimento è «una scelta che taglia fuori e pone forti e drammatici interrogativi sul futuro di 39 lavoratori, assunti con contratto a tempo determinato dall’ex Consorzio di Bonifica Basso Ionio Reggino, che aveva partecipato al progetto e avviato già diversi lavori sul territorio».

«Una scelta – ha proseguito Zema – che riteniamo inspiegabile, considerato che questi lavoratori sono da novembre senza stipendio, viste le difficoltà finanziarie del Consorzio Unico e la volontà, condivisibile, di pervenire ad una ottimizzazione dei costi. Non si comprende perché non proseguire questo progetto, che avrebbe permesso di utilizzare le risorse del Pnrr, e poter inserire anche proprio personale e riuscire così a far quadrare i conti in qualche modo. Mentre si batte cassa con un disavanzo di 5 milioni di euro per chiudere l’anno 2024, il Consorzio Unico della Calabria lo stesso giorno in cui fa questi annunci, con delibera n.27 del 15/02/2024 proroga per tutto il 2024 il contratto a tempo determinato, precisamente fino al 31/12/2024».

«La mancata ripresa dei lavori, fermati il 22/12/2023, nei tempi stabiliti – ha denunciato – rischia di far tornare indietro l’intero finanziamento, per come abbiamo provveduto a segnalare anche al Commissario Straordinario del Consorzio Unico e alla stessa Città Metropolitana di Reggio Calabria, non ricevendo, anche in questo caso, alcuna risposta».

«Un vero e proprio silenzio assordante – ha detto ancora – perpetrato anche dalla politica cittadina ad ogni livello, e da cui, invece, ci aspettiamo una reazione e presa di responsabilità, in quanto rappresentanti dei cittadini, su una situazione che va configurandosi come fallimento di un progetto che interessa tutta la nostra area metropolitana. Un fallimento che danneggerebbe tutti, al di là dei colori e appartenenze politiche, ma che lascerebbe soltanto più soli i cittadini e lavoratori che hanno partecipato, un territorio più fragile e una accresciuta sfiducia nelle istituzioni».

«Se questa è la realtà, il rischio è quello di una vera e propria bomba sociale – ha concluso – che rischia di esplodere, con 39 lavoratori e famiglie completamente abbandonate, ma per cui siamo pronti a mettere in campo ulteriori e forti azioni sindacali di protesta a difesa della loro dignità, per come abbiamo comunicato anche alla Prefettura di Reggio Calabria, che ringraziamo per disponibilità e impegno». (rrc)