Garofalo (Centro Studi La Pira): Perché Sibari non è nel piano dei trasporti della Regione?

Il presidente del Centro Studi “Giorgio La Pira” di Cassano allo Ionio, Francesco Garofalo, ha chiesto il motivo per cui Sibari, nonostante «sia considerata da tutti una meta turistica di tutto rispetto», «non rientra nel piano dei trasporti elaborato dalla Regione Calabria, per collegare alcuni centri con gli aeroporti calabresi».

«Da alcune agenzie di stampa non trovo Sibari, in cui insistono 14 chilometri di costa – ha detto Garofalo – il museo nazionale della Sibaritide, il più importante parco archeologico della Calabria e il rinomato centro termale. Mi auguro  che sia da addebitare ad una svista e si ponga rimedio in tempi stretti. Eppure, su Sibari vengono spesi fiumi d’inchiostro come località ambita dal popolo delle vacanze».

«L’incremento del turismo  – ha evidenziato  – si gioca soprattutto anche attraverso l’offerta di servizi qualificati ed efficienti. Lasciare Sibari, senza collegamenti con l’aeroporto di Lamezia, da cui dista quasi a due ore, significa lasciare questo territorio a mezzi di fortuna. Auspico, che intervenga l’assessore Gallo, autorevole rappresentante di questo territorio per chiarire siffatta situazione». (rcs)

A Pizzo la Regione presenta i servizi turistici aggiuntivi

Domani mattina, alle 11, al Castello Murat di Pizzo, saranno presentati i Servizi turistici aggiuntivi programmati dalla Regione Calabria in occasione della stagione estiva.

All’evento parteciperanno i vertici di Trenitalia Calabria, Artcal, il dirigente del settore trasporti  della Regione Calabria, le aziende di trasporto pubblico locale  

«Riserviamo, come ogni anno, attenzione alle esigenze di tanti cittadini e turisti che vogliono  scoprire la nostra meravigliosa Calabria. Ringrazio – ha dichiarato l’assessore ai Trasporti, Emma Staine  – i dirigenti e i funzionari che hanno lavorato in sinergia con l’assessorato per poter organizzare i  servizi. Tutto è perfettibile e sono sempre convinta che la vera sfida è migliorarsi, ma va dato merito  anche al buon lavoro che stiamo portando avanti».  (rvv)

Medici imboscati, Tavernise (M5S): Occhiuto porti avanti azioni politiche concrete

Il consigliere regionale del M5S, Davide Tavernise, ha evidenziato come «finalmente, dopo 3 anni da presidente di Regione e, soprattutto, da Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di Rientro dai Disavanzi del Servizio Sanitario della Regione Calabria, Roberto Occhiuto scopre l’acqua calda, ossia che esiste il fenomeno dei cosiddetti “medici imboscati”».

«A dire il vero– ha aggiunto – per il momento il governatore si limita agli “infermieri imboscati” (dovremo aspettare qualche altro anno per una maggiore comprensione del fenomeno?) senza entrare ancora nel merito di un problema la cui entità, fino a poco tempo fa, era sconosciuta alle stesse aziende sanitarie, e fino ad oggi – evidentemente – al Presidente della Regione Calabria».
«Occhiuto scopre dell’esistenza di questo fenomeno – ha proseguito – nel momento in cui decide di assumere nuovi infermieri ma dalle Asp gli comunicano che ne avrebbe potuto assumere solo 7, perché tutti i posti sono già occupati, anche se le corsie restano vuote. Sarebbe bastato, al presidente e commissario alla sanità, dare un’occhiata ai dati che ho raccolto in questi due anni di mandato e che ho reso pubblici, per capire che il problema non riguarda solo gli infermieri, ma anche i medici e gli Oss che, a torto o a ragione, nessuno vuole portare avanti una caccia alle streghe, si trovano a svolgere mansioni diverse da quelle per le quali sono stati assunti, generando l’overbooking di assunzioni pur avendo gli ospedali sottodimensionati di personale medico e paramedico effettivo».
«Fa specie notare – ha detto ancora – che la prima azione che ha inteso portare avanti il presidente di Regione non è stata fare una rigorosa ricognizione presso tutte le aziende sanitarie per avere la cifra esatta di questo fenomeno o elaborare una proposta politica da portare in Consiglio o nella Commissione competente, ma è stato denunciare il tutto con il solito video sui social, annunciando azioni legali abbastanza fumose».
«La Calabria, per questo fenomeno diffuso – ha detto ancora il pentastellato – potrebbe addirittura detenere un record nazionale e dal presidente della nostra regione ci saremmo aspettati una sana collaborazione con chi si sta occupando del caso da oltre due anni.
Risale all’ottobre del 2022 la mia proposta di legge regionale per stanare i “medici imboscati”, che si compone di sette semplici articoli ed è a costo zero per le casse regionali. Su tale proposta da due anni a questa parte è calato un silenzio tombale. Nessuna calendarizzazione e nessun accenno di discussione».
«Di più, visto l’immobilismo della maggioranza – ha annunciato – ho inteso intraprendere un’azione politica solitaria per far venire a galla questo fenomeno e cristallizzarlo in freddi numeri. È stato in questo preciso momento che è venuta fuori una verità sconvolgente: le stesse Aziende Sanitarie Provinciali non avevano mai inteso definire il problema. Dopo la prima richiesta di accesso agli atti, poi una richiesta di riesame ai Responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza, sono dovuto ricorrere addirittura al difensore Civico, per ricevere dati precisi sul problema».
«E ancora oggi all’appello mancano i numeri dell’Asp di Cosenza – ha concluso –. In tutto questo tempo Occhiuto che cosa ha fatto? Un video sui social». (rrc)

Autonomia, lo scacco matto dei sindaci alla Regione

di SERGIO DRAGONE – La Costituzione prevede che cinquecentomila elettori o cinque consigli regionali possano richiedere un referendum per abrogare totalmente o parzialmente una legge. È quello che stanno facendo cinque Regioni italiane (Puglia, Campania, Sardegna, Emilia Romagna e Toscana) per contrastare la riforma che introduce l’autonomia differenziata su molte e delicate materie.

È opinione diffusa che questa riforma aggraverà il divario nord-sud e che soprattutto avrà nel Meridione un impatto devastante su scuola e sanità, a cui verrebbero sottratte importanti risorse.

Un giudizio negativo che è condiviso dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto che non ha esitato a prendere pubblicamente le distanze dal centrodestra nazionale che questa riforma ha approvato in Parlamento.

Il problema per Occhiuto è “che fare?”. Questione di non poco conto perché uno dei principali alleati di governo in Calabria è quella Lega che si è intestata politicamente la riforma, al punto da sventolare gioiosamente (e secondo me in maniera del tutto inopportuna) la bandiera con lo stemma ufficiale della Regione dai banchi della Camera.

Il presidente Occhiuto probabilmente avrebbe preferito fare melina, attendere gli eventi, lasciare che altri si mettano di traverso alla legge Calderoli. Le sue ultime dichiarazioni sono state molto prudenti.

Ma non ha fatto i conti con quello che in Calabria sta diventando il “partito dei Sindaci” che ormai ha oscurato la debole e impalpabile iniziativa politica del centrosinistra e in particolare di un PD molto in affanno alle ultime europee (ha la percentuale più bassa di tutto il Meridione).

Prima questo eterogeneo “partito” ha rivolto un appello firmato da circa 120 “primi cittadini” per sollecitare il ricorso alla Corte Costituzionale, poi ha sferrato un colpo magistrale, quasi uno scacco matto alla Regione.

Sfidando Occhiuto e l’intero Consiglio Regionale a richiedere, così come le altre cinque Regioni, il referendum abrogativo, i sindaci dei cinque Capoluoghi di provincia hanno costretto il Governatore a fare una scelta, o di qua o di là. Capiamo il tormento del presidente Occhiuto.

Accettare la sfida dei sindaci lo trasformerebbe in una specie di eroe della resistenza all’autonomia differenziata, ma questo gli costerebbe la rottura del rapporto con la Lega e quindi una crisi politica degli esiti imprevedibili. Respingere la richiesta significherebbe, al contrario, fare prevalere la ragione di Stato e del rispetto degli impegni di governo del centrodestra, ma gli costerebbe un’ondata popolare e l’inevitabile accusa di avere solo scherzato sull’autonomia.

Non è da escludere che il Governatore, che è politico molto abile, cerchi una terza via che, al momento, non ci sembra appaio all’orizzonte. Senza contare che cercando di accontentare tutti si finisce inevitabilmente per non accontentare nessuno.

Io mi chiedo. Può il presidente Occhiuto permettersi il lusso di fare andare avanti altre Regioni, sia pure di segno opposto al suo, in questa battaglia che comincia ad essere molto sentita dalle nostre popolazioni ? Non mi permetto di dare buoni consigli perché sono pienamente d’accordo con Fabrizio De Andrè quando dice che “da buoni consigli solo chi non può dare cattivo esempio”.

Registro solo che i cinque Sindaci di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia hanno giocato da perfetti giocatori di scacchi. (sd)

Il M5S incontra Occhiuto su criticità della Calabria: Focus su lavoro, ambiente, toricinanti

Una delegazione del M5S, composta dalla deputata e coordinatrice calabrese, Anna Laura Orrico, dal consigliere regionale Davide Tavernise e dall’eurodeputato Pasquale Tridico, ha incontrato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per «confrontarsi e chiedere chiarezza su alcune delle molte urgenze che interessano la nostra terra».

È stato, infatti, «un lungo faccia a faccia – hanno detto – franco e diretto, nel rispetto dei ruoli istituzionali di ognuno, nel quale, tuttavia, abbiamo chiesto al governatore delle risposte auspicando che queste non siano vaghe e che, soprattutto, arrivino in tempo, poiché sono tutte tematiche che stanno divenendo delle vere e proprie bombe sociali e ambientali pronte a deflagrare».

«Abbiamo nuovamente sollecitato – hanno detto i pentastellati – l’attenzione del Presidente della Regione su tutta una serie di questioni sociali come la vertenza dei lavoratori Abramo, la vicenda dei lavoratori tirocinanti nelle amministrazioni locali e la problematica dei Tfs non liquidati a molti lavoratori dei consorzi di bonifica, oggi in gran parte confluiti in Calabria Verde. Nonché discusso di gravi criticità ambientali come la bonifica degli ex impianti di Eni a Crotone, che rischiano di divenire un danno permanente per i cittadini, e della discarica di Melicuccà, del rischio di disastro ambientale, sotto osservazione da parte della Procura di Castrovillari, rappresentato dalla discarica di Scala Coeli».

«Dal canto nostro – hanno concluso Orrico, Tavernise e Tridico – continueremo l’attività di attenzione e vigilanza sull’operato del presidente Occhiuto e della sua Giunta, nell’esclusivo interesse della Calabria e dei calabresi». (rcz)

In Cittadella si presenta l’avviso per finanziare master di I e II livello

Domani mattina, alle 11, nella Sala Conferenze della Cittadella regionale, sarà presentato l’avviso per il finanziamento di master di primo e secondo livello, per cui sono stati stanziati 6 milioni di euro, 2 milioni per ciascun anno accademico dei prossimi tre anni.

L’avviso pubblico, promosso dal dipartimento Istruzione su indirizzo dell’assessore Giusi Princi, finanzia master post laurea professionalizzanti destinati ai giovani laureati calabresi, ha l’obiettivo di potenziare le competenze dei nostri laureati e favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro.

All’incontro con la stampa, oltre alla vicepresidente, interverranno anche la dirigente generale del dipartimento Istruzione, Maria Francesca Gatto, e il dirigente di settore, Menotti Lucchetta.

Saranno presenti i Rettori delle Università calabresi e una delegazione degli studenti coinvolti negli organismi accademici. (rcz)

Siccità, Iacucci e Bevacqua chiedono chiarimenti a Giovinazzo e Regione

I consiglieri regionali del Pd, Franco Iacucci e Mimmo Bevacqua, hanno chiesto chiarimenti al commissario del Consorzio di Bonifica, Giacomo Giovinazzo e alla Regione chiarimenti in merito all’agricoltura a rischio a causa della siccità.

«L’agricoltura è un asset economico strategico per la Calabria. Purtroppo, a causa dei cambiamenti climatici che continuano a non essere fronteggiati in maniera decisa, l’acqua inizia ad avere una drastica riduzione che preoccupa gli agricoltori e già produce danni», hanno ricordato i dem, sottolineando come «rappresenta  l’ovvietà la dichiarazione del commissario del Consorzio di bonifica della Calabria, Giacomo Giovinazzo, che invita ad un uso consapevole della risorsa idrica, perché riteniamo che sostenere l’agricoltura calabrese sia fondamentale per lo sviluppo socio economico . Ci chiediamo, al contempo, quali provvedimenti abbia messo in campo fin qui la giunta regionale che, anche nel settore idrico e con la riforma dei Consorzi, ha annunciato una rivoluzione rimasta evidentemente sulla carta».

«Invitiamo, pertanto, la Regione Calabria – hanno detto ancora Bevacqua e Iacucci – a prendere i dovuti provvedimenti in tempo, così da fare fronte alle criticità che si temono per i mesi di luglio e agosto e, evidenziando che non basta soltanto denunciare le problematiche, così come ha fatto Giovinazzo, ma servono soluzioni. Anzi sarebbero già servite. Altrimenti non riusciamo a capire quale sia stato il risultato della riforma dei Consorzi e lo stesso ruolo del Commissario. Richiamiamo quindi ciascuno alle rispettive responsabilità, chiedendo di fare chiarezza sia sull’entità dell’allarme lanciato che gli interventi che il Consorzio andrà ad adottare per fronteggiarlo».

«Ricordiamo, inoltre – hanno concluso – che il Ministero dell’Ambiente, con il piano idrico a contrasto della siccità, ha destinato alla nostra Calabria 32 milioni frutto del lavoro fatto dagli ex consorzi di bonifica di euro per migliorare la sicurezza e la gestione efficiente delle risorse idriche. A tal fine chiediamo che il commissario fornisca nel dettaglio i tempi di realizzazione e che si impegni a rispettarli attraverso anche il controllo della commissione consiliare di vigilanza, poiché il sostegno agli agricoltori locali deve essere reale e concreto e non soltanto il solito slogan di circostanza».

Il presidente Occhiuto: In Calabria stop a nuove discariche o ampliamento di quelle esistenti

«In Calabria sarà molto più difficile, direi quasi impossibile, costruire nuove discariche o ampliare quelle esistenti; e gli impianti ormai fuori legge, in relazione ai nuovi parametri che abbiamo introdotto, dovranno scegliere tra il mettersi al più presto in regola o chiudere per sempre i battenti». È quanto ha detto il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, annunciando come «la Giunta della Regione Calabria ha deciso di intervenire per tramutare quella che era una tutela meramente formale in una tutela realmente sostanziale».

I«n Calabria, a causa del Piano rifiuti del lontano 2016 – ha spiegato – era possibile costruire nuove discariche seguendo esclusivamente un criterio localizzativo – il ‘fattore pressione discariche comunale’ – riferito al territorio comunale, con un valore limite fissato pari a 110.000 metri cubi di rifiuti per chilometro quadrato. Una maglia troppo larga che in questi anni ha permesso alcuni eccessi, un principio tutt’altro che limitante e che non garantiva alcuna tutela per nessuno dei Comuni calabresi, soprattutto per i più piccoli».

«Il cosiddetto ‘fattore pressione comunale’ – ha proseguito – è stato modificato in modo stringente – passiamo dai 110.000 metri cubi di rifiuti per chilometro quadrato al nuovo limite di 70.000 metri cubi di rifiuti per chilometro quadrato – ed è stato introdotto un ulteriore livello di tutela, innovativo rispetto al Piano precedente, con la previsione e individuazione di un ‘fattore pressione discarica areale’.

«Mentre quello ‘comunale’ è tarato sui confini amministrativi dei singoli Comuni – ha aggiunto – il ‘fattore areale’ prenderà in considerazione aree più vaste evitando così una eccessiva concentrazione di discariche nella stessa zona: la soglia individuata, ritenuta adeguata, è pari a 50.000 metri cubi di rifiuti per chilometro quadrato. Grazie a questi preziosi e puntuali interventi affermiamo le linee tecniche e di principio che guideranno la nostra azione amministrativa anche nei prossimi anni».

«Il rilancio di una Regione passa anche, e soprattutto – ha concluso – attraverso la convinta e coraggiosa salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini». (rcz)

Dipartimento Salute Regione: Dimissione Ospedale di Polistena fake news

In una nota il Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria ha evidenziato come la notizia della dimissione dell’Ospedale di Polistena è una fake news e che, ibvece, per il nosocomio «sono in corso costanti e importanti investimenti, grazie alle risorse assegnate dalla Regione Calabria, per garantire il miglioramento assistenziale della struttura attraverso progressivi e tangibili incrementi professionali, tecnologici, infrastrutturali e l’avvio del percorso Inail».

«L’ospedale di Polistena è, infatti – viene ricordato – inserito nella programmazione del Piano triennale degli investimenti Inail per un importo totale del progetto euro pari a 35,7 milioni di euro. E dal 2022 ad oggi sono state messe in atto numerose azioni per il miglioramento infrastrutturale del nosocomio. Ristrutturazione del Pronto Soccorso e dei locali della Farmacia, ripristino e messa in sicurezza delle facciate, sistemazione e igienizzazione dei locali Laboratorio analisi, restyling del reparto di Pediatria, interventi manutentivi per i reparti di Rianimazione e Terapia Intensiva, solo per citarne alcune. Nel 2024, tra le altre cose, verranno ristrutturate le sale operatorie e il reparto di Cardiologia, verrà adeguata l’area del Cup, e verrà realizzato un nuovo punto prelievi».

«Grazie alle risorse Pnrr – continua la nota del Dipartimento – sono stati acquisiti, collaudati, e risultano regolarmente utilizzati sin dalla fine del 2022, 4 ecotomografi multidisciplinari, 1 ecotomografo Cardiologico 3D ed un ecotomografo ginecologico, per un investimento complessivo pari ad oltre 280mila euro. È stato, inoltre, già formalizzato l’acquisto di un Telecomandato RX per esami di reparto.
Con i fondi Por-Fesr Calabria 2014-2020 sono state acquisiti altri 3 ecotomografi multidisciplinari, 4 ventilatori polmonari pediatrici ed un apparecchio per le emissioni otoacustiche».

«Sul versante del personale, nel corso del 2023 e 2024 – si legge – sono stati assunti in totale 152 professionisti, e durante il 2023 è stata incrementata la quantità degli assistiti, passando da 5.844 ricoveri a 6.813 ricoveri. Per quanto attiene infine all’attività di Pronto Soccorso, il numero di accessi ha registrato un incremento nel 2023 rispetto al 2022 pari al 15,49%».

«In conclusione, come si evince dagli investimenti professionali, tecnologici, infrastrutturali e dall’avvio del percorso Inail, si ribadisce che la dismissione del nosocomio è una fake news – conclude la nota –. L’incremento di attività assistenziale testimonia che l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria e la Regione Calabria stanno investendo in maniera significativa per migliorare il livello di efficienza e di assistenza relativi alla struttura ospedaliera di Polistena». (rcz)

Sant’Anna Hospital, Iemma e Celia chiedono la convocazione di un tavolo per tutelare i lavoratori

Convocare immediatamente un tavolo a tutela dei lavoratori del Sant’Anna Hospital. È la richiesta avanzata dalla vicesindaca di Catanzaro, Giusy Iemma e dal capogruppo del Pd, Fabio Celia, a seguito della revoca dell’accreditamento da parte della Regione, che «potrebbe seriamente rappresentare una pietra tombale per il futuro del Sant’Anna Hospital di Catanzaro».

«Un provvedimento che, arrivati a questo punto – hanno detto Iemma e Celia – mette anche in dubbio l’utilità e l’eventuale esito della seconda asta fallimentare a cui è legato il finora auspicato trasferimento del ramo d’azienda. Una situazione che sarebbe ancora più complessa, dopo aver appreso della prescrizione del tavolo ministeriale, con riferimento al riordino della rete ospedaliera regionale, con cui si sancisce la definitiva chiusura della Struttura di emodinamica del S.Anna nell’ambito dell’emergenza cardiologica.
Abbiamo personalmente seguito la vicenda della crisi del Sant’Anna in tutti questi mesi, esprimendo tutta la preoccupazione per gli esiti di una procedura da cui dipendono le sorti di tanti lavoratori e delle loro famiglie».
«Perdere un punto di riferimento d’eccellenza della sanità catanzarese – hanno aggiunto – significa impoverire ancora di più l’offerta assistenziale, rassegnarsi a non vedere realizzato un possibile ricollocamento occupazionale dei dipendenti, togliere un altro pezzo di economia e di indotto al nostro territorio».
«Dopo mesi di riunioni e di ipotesi di rilancio aziendale – hanno concluso – ora è necessario che tutti coloro i quali hanno titolo per decretare il futuro del Sant’Anna si assumano la propria responsabilità, a livello politico, tecnico e amministrativo, e dicano da che parte stanno. Siamo pronti, ancora, a metterci la faccia accanto ai lavoratori, richiamando i rappresentanti sindacali all’ennesima mobilitazione, a tutela di un presidio sanitario e di occupazione, con la convocazione di un tavolo urgente di concertazione. È il momento di spazzare via dubbi o sospetti su cosa si stia celando dietro questa operazione, perché la città non può pagarne lo scotto». (rcz)