SEMINARA (RC) – Il libro “Il Greco Calabro nella Piana”

Domani pomeriggio, a Seminare, alle 16.30, nella Sala del Consiglio, si parla del libro Il Greco Calabro nella Piana. Storia del lessico degli idiomi greci del Sud Italia di Anastasio Karanastasis e la traduzione a cura del prof. Pasquale Casile.

Si parte con i saluti istituzionali del sindaco, Giovanni PiccoloDomenico Scordo, consigliere delegato alla Cultura, Carmelo Arfuso, presidente Associazione Barritteri Indietro Tutta, Daniele Macris, presidente Comunità Ellenica dello Stretto.

Relaziona Pasquale Casile, vicepresidente Associazione Magna Graecia – Sede di Gerace. Modera Ilias Iaria, responsabile del monastero ortodosso dei SS. Elia e Filerete. (rrc)

SEMINARA (RC) – Si è insediato il sindaco Giovanni Piccolo

«È una vittoria della popolazione, perché ha scelto finalmente di cambiare» ha dichiarato il sindaco di Seminara, Giovanni Piccolo a Telemia, che si è insediato con la sua nuova Giunta, «che rappresenta tutti i territori» ha spiegato il primo cittadino.

Con l’elezione del sindaco Piccolo, dunque, si chiude il Commissariamento in cui il Comune si trovava dallo scorso 16 luglio, in seguito alla dimissione di 6 membri su 9 della vecchia giunta, tra cui proprio il neo-sindaco, e che è stato guidato dal commissario prefettizio Roberta Mancuso, coadiuvata dal sub commissario dott. Francesco Battaglia.

Il neo sindaco, che ha ringraziato i cittadini e tutti coloro che hanno partecipato alle elezioni del 3 e 4 ottobre, ha fatto il punto della situazione, a partire dalla riorganizzazione degli uffici privi di apicali alla nomina di un segretario generale, fino ad arrivare alla questione del decoro urbano, su cui Piccolo non ha perso tempo. Venerdì, infatti, il servizio di raccolta dei rifiuti ha iniziato una pulizia straordinaria che va da Piazza Vittorio Emanuele per poi procedere nelle vie principali, fino ad arrivare alle vie secondarie della città e alla frazione di Barritteri. Sarà, inoltre, attivato nei prossimi giorni l’impianto di video sorveglianza.

«C’è tanto lavoro da fare» ha detto il primo cittadino, spiegando anche delle varie criticità della città, a cui poco a poco si sta occupando, tra cui l’illuminazione pubblica, quella scolastica, che ha visto i bambini di Seminara senza i libri di testo, e a cui il sindaco ha già provveduto ad acquistarli, dicendo ai genitori – in un video su Facebook – di andarli a comprare nelle librerie da loro indicate, fino al randagismo, per cui saranno prese «misure molto rigide». (rrc)

 

A Seminara il congresso medico “Non c’è salute senza salute mentale”

Domani, venerdì 1° e domenica 2 ottobre, a Seminara, al Centro Culturale Presenza, in località Piani della Corona, il congresso Non c’è salute senza salute mentale. Quali scenari…, organizzato dal Centro di Salute Mentale di Palmi, dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria e dall’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici (Aippc) – Calabria.

L’idea di un “approccio globale” alle problematiche inerenti la salute mentale, con una “particolare attenzione alle patologie emergenti” (come, ad esempio, l’incremento di condotte aggressive tra bambini e adolescenti nel post-lockdown), è il filo conduttore delle diverse relazioni che animeranno la “due giorni” reggina, anticipa la dottoressa Anna Bagalà.

La prima sessione si aprirà venerdì 1 ottobre. Il programma prevede una panoramica sugli obiettivi dell’evento, alle ore 14, con gli interventi della dottoressa Anna Bagalà e di don Silvio Mesiti. Seguiranno i saluti delle autorità: mons. Francesco Milito, vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi, e il dottor Gianluigi Scaffidi, commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria.

Lavori al via alle 15.30 con la relazione di don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute presso la Conferenza Episcopale Italiana, sul tema Salute mentale, ricerca della felicità e fede. A seguire: il prof. Pasquale De Fazio (Fattori di rischio dei disturbi mentali: similitudini e differenze); il prof. Tonino Cantelmi (Tecnoliquidità e nuovi scenari per la salute mentale); il prof. Giovanni Biggio (Disturbi del sonno nell’era digitale); la prof.ssa Cristina Segura Garcia (È possibile la recovery nei pazienti con Dca?).

La giornata del 2 ottobre si aprirà alle 8 con due sessioni consecutive che si protrarranno fino al lunch delle 13.30 (relatori: dottoressa Maria Rosaria Marra, dottoressa Isabella Lo Castro, dottor Gianluca Resicato, prof. Angelo Labate, dottoressa Ester Del Duca, dottor Emilio Russo) e una terza sessione pomeridiana, dedicata ai gruppi di lavoro.

L’evento è accreditato Ecm per le figure professionali di medico chirurgo (tutte le discipline professionali), psicologo, tecnico della riabilitazione psichiatrica e infermiere. (rrc)

SEMINARA (RC) – Al via i festeggiamenti in onore della Madonna dei Poveri, Patrona della città

Domani, a Seminara, parte la quindicina in onore della Madonna dei Poveri, la cui Festa è in programma il 14 agosto, organizzata dalla Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi insieme alla Basilica Minore – Santuario “Madonna dei Poveri”.

Sabato 31 luglio, con il Giorno della Pala, inizierà la Quindicina ed è, anche, l’anniversario della proclamazione a Patrona e Regina di Seminara della Madonna dei Poveri. Da segnalare, poi, Il Perdono di Assisi, in programma domenica 1° agosto, la Giornata dell’azione cattolica, prevista per il 7 agosto, la Giornata del Diaconato, il 10 agosto, e l’anniversario della dedicazione della Chiesa-Basilica il 12 agosto.

Sabato 14, Festa della Madonna dei Poveri, oltre alla Santa Messa presieduta da mons. Francesco Milito, vescovo, alle 18.30 è prevista la discesa della Sacra Immagine, che risalirà, poi, alle 24.

Lunedì 16, infine, si celebra San Rocco. (rrc)

SEMINARA (RC) – La mostra “Da Venezia alla Calabria: la maiolica secentesca di Gerace riscoperta”

Fino al 31 agosto, al Museo delle Ceramiche di Calabria di Seminara, si potrà ammirare la mostra Da Venezia alla Calabria: la maiolica secentesca di Gerace riscoperta, a cura di Mario Panarello, Guido Donatone, Monica De Marco e Vincenzo Cataldo, realizzata con il contributo della Regione Calabria (PAC 2014/2020, Azione 2 Musei) e con la collaborazione di Heritage Malta.

L’esposizione partirà dalla produzione veneziana, rappresentata da un gruppo di bocce commissionate all’ultimo seguace del celebre Domenego de Beti, dal Gran Maestro Alof de Wignacourt, per la Sacra Infermeria de La Valletta, e concessi in prestito dal Muza (National Museum of Fine Arts di Malta), per poi ripercorrere la storia della maiolica di Gerace attraverso oltre 40 vasi da farmacia databili tra il 1610 e il 1700.

Tra questi, spiccano alcuni dei manufatti realizzati nel 1617 per il corredo del Grande Ospedale di Messina, fondamentali per ricostruire l’attività delle botteghe geracesi. Tra i pezzi più significativi in mostra, due vasi di eccezionale importanza storica, datati e firmati rispettivamente da Jacovo Cefali (1617) e da Alessandro Mandarano (1678), che entreranno a far parte del patrimonio museale. Si tenga presente che l’unico altro vaso noto firmato da Jacovo Cefali si conserva presso Palazzo Abatellis a Palermo.

La fortuna delle fabbriche geracesi fu decretata da una felice strategia commerciale: riproporre, quando ormai a Venezia la maniera di Domenego era tramontata, schemi decorativi di matrice veneziana ben noti e apprezzati in particolare in Sicilia e a Malta. Non solo una mostra, dunque, ma un’operazione di recupero culturale che finalmente restituisce a Gerace, come fenomeno documentato, una produzione finora spesso erroneamente riferita a Venezia o a Caltagirone.

Il catalogo della mostra, redatto con la collaborazione di numerosi studiosi e istituzioni museali non solo italiani, traccia la storia del modello decorativo messo a punto a Venezia nella bottega di Maestro Domenego e successivamente ripreso e sviluppato dalle officine di Gerace, soffermandosi sulla figura dello speziale nella Calabria del Seicento. La pubblicazione è costituita da oltre 350 pagine con tavole a colori, in lingua italiana e corredata da abstracts in inglese.

Sarà possibile visitare l’esposizione negli orari di apertura del museo, al momento condizionati dal Dpcm in vigore, che prevede l’accesso nei giorni festivi e prefestivi solo dietro appuntamento. Per i gruppi numerosi, più di sei persone, è richiesta comunque la prenotazione ai seguenti contatti: muceca.segreteria@gmail.com oppure al 3290344621. (rrc)

SEMINARA (RC) – Chiuso con successo il workshop “Le ceramiche di Seminara”

Grande successo, a Seminara, per il workshop Le ceramiche di Seminara, a cura di Saverio Manuardi, che ha visto la partecipazione dell’Esperto Chiara Fama Stefania Pennacchio e dell’artista visuale e multimediale Claudio Pieroni

L’evento si inserisce all’interno delle attività del “Laboratorio dello Stretto”, progetto diretto da Francesco Scialò, finanziato dall’intervento “Linee guida per le Istituzioni AFAM calabresi finalizzate al sostegno di interventi a valere sull’Azione 10.5.1 del Por Calabria Fesr/Fse 2014-2020”.

L’Istituzione di alta formazione artistica diretta da Maria Daniela Maisano, ha avviato così un intenso percorso formativo, di tipo teorico-pratico, in cui i partecipanti, studenti in corso e laureati da non più di 5 anni, seguiti dall’artista Stefania Pennacchio in collaborazione con l’artista Claudio Pieroni, hanno avuto accesso agli studio lab di ceramica presenti nel comune di Seminara, apprendendo le tecniche legate alla ceramica e ampliando il loro sapere artistico con nuove nozioni. Partendo dai temi e dai valori tradizionali della Ceramica di Seminara, ciascuno dei ragazzi ha potuto cimentarsi nella produzione artistica elaborando il proprio linguaggio che nasce dalla propria identità  artistica.

Per fare questo, fondamentale è stata la presenza attiva dei Maestri ceramisti di Seminara che, coordinati dalla Prof.ssa Penacchio, hanno saputo essere una guida sapiente per la manualità ancora acerba dei giovani. In sintesi un tratto distintivo per ciascuno di essi: Rocco Condurso – la coerenza estetica e tecnica del Maestro Condurso è coincidente con la sua stessa identità. Il suo fare conservativo è degno di un patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Antonio e Domenico Ditto – i fratelli Ditto sono votati fisiologicamente alla bellezza tradotta nei codici estetici della ceramica di Seminara. Grandi detentori di valori tradizionali, saperi generazionali ed equilibrio temporale.

Enzo Ferraro – il prezioso fare del Maestro Ferrario si espone ai venti delle innovazioni delle tecniche del contemporaneo però mai dimenticando della sua forte radice di appartenenza. Giuseppe Ferraro – la personalità del Maestro Giuseppe verticalizza i saperi tradizionali del suo territorio. Una ovazione di colori si tendono in una visione d’insieme proiettata verso il futuro.

Un ruolo poco visibile ma non meno importante per la riuscita del workshop è stato assunto dalla figura dei tutor del progetto “Laboratorio dello Stretto” che rappresentano un target fondamentale per il perseguimento degli obiettivi finalizzati alla qualificazione delle professionalità e all’inserimento nel mondo del lavoro. Selezionati tra allievi ed ex allievi dell’Accademia di Belle Arti, i tutor sono essi stessi beneficiari del progetto POR, la cui finalità è quella di favorire la loro crescita culturale e professionale attraverso l’esperienza fattiva nel campo dell’organizzazione degli eventi per la promozione artistica e culturale. In particolare, per l’attività “Le Ceramiche di Seminara” si sono distinte le quattro tutor Victoria Cojocaru (artista), Roberta Lo Schiavo (fotografa), Eleonora Federico (grafico) e Concetta Romeo (fotografa), tutte giovanissime donne e promettenti artiste, che hanno fornito un validissimo supporto sia nella gestione degli aspetti logistici e amministrativi, facilitando i rapporti tra il gruppo di lavoro, le istituzioni comunali e l’Accademia, sia nella produzione dei reportage fotografici ed elaborazioni video, celebrativi della tradizione artistica della ceramica di Seminara, che saranno resi disponibili sui canali ufficiali dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria.

I contenuti formativi del workshop sono stati tantissimi, lungo un percorso che ha riguardato i principi evocativi dell’arte fino alle tecniche specifiche della lavorazione della ceramica.

«Il nostro territorio mi ha da sempre appassionata – ha raccontato Stefania Pennacchio, rivolgendosi ai ragazzi –. Noi siamo una terra unica che ha una matrice di grande dignità personale, forse anche un pizzico di orgoglio e di superbia perché i nostri valori sono profondi e diversi. Qualcuno ha detto che un vero artista non può assolutamente mancare al suo appuntamento con il destino, però in questa occasione la differenza la farete voi. Siete voi che dovete fare qualcosa per la vostra terra».

Sei giornate intense, quindi, durante le quali i ragazzi, ma anche gli adulti coinvolti, hanno vissuto una grande esperienza di crescita non soltanto professionale ma anche umana, perché la crescita personale, umana ed artistica, non avviene mai stando da soli bensì condividendo le proprie esperienze con gli altri. Racconta una ragazza del workshop: «Penso che alla luce di quello che abbiamo vissuto ultimamente è stato sicuramente un momento di incontro di cui tutti quanti avevamo bisogno, di ritrovarci e condividere di nuovo il lato umano e artistico».

L’esperienza dei ragazzi si è conclusa con la partecipazione alla manifestazione, organizzata dall’Amministrazione Arfuso, Da Venezia alla Calabria – La maiolica secentesca di Gerace riscoperta, che si è tenuta presso il Museo delle Ceramiche di Calabria sito nel centro storico di Seminara. (rrc)

SEMINARA (RC) – Grande entusiasmo per il workshop “Le ceramiche di Seminara”

Successo ed entusiasmo per il workshop Le ceramiche di Seminara, svoltosi nella Biblioteca Comunale di Seminara e a cura di Saverio Manuardi e che ha visto la partecipazione dell’esperto Chiara Fama Stefania Pennacchio e dell’artista visuale e multimediale Claudio Pieroni.

L’evento si inserisce all’interno delle attività del Laboratorio dello Stretto, progetto diretto da Francesco Scialò, finanziato dall’intervento “Linee guida per le Istituzioni Afam calabresi finalizzate al sostegno di interventi a valere sull’Azione 10.5.1 del Por Calabria Fesr/Fse 2014-2020”.

L’incontro, moderato dalla responsabile della comunicazione Antonella Postorino, supportata dalla tutor dell’area giornalistica Domenica Cosoleto, vede inoltre la partecipazione del Sindaco di Seminara Carmelo Antonio Arfuso, dei due maestri ceramisti Domenico Ditto e Giuseppe Ferraro e del professore Antonino Caracciolo.

L’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, Istituzione di alta formazione artistica diretta da Maria Daniela Maisano, avvia così un intenso percorso formativo, di tipo teorico-pratico, in cui i partecipanti, studenti in corso e laureati da non più di 5 anni, seguiti dagli esperti, potranno accedere agli studi lab di ceramica presenti nel comune di Seminara, conoscere le tecniche legate alla ceramica e ampliare il loro sapere artistico con nuove nozioni. I partecipanti possono così imparare-facendo permanendo sul posto ospitati presso alcune strutture ricettive del luogo, a pensione completa.

La conferenza è iniziata con i saluti del sindaco Arfuso, che ha presentato i due ceramisti “con anni e anni di esperienza” attivi sul territorio seminarese e li ha ringraziati «per l’impegno e la costanza nella creazione di elementi che allietano occhi e mente».

Francesco Scialò ha sottolineato l’importanza dei finanziamenti europei, «indispensabili per far portare avanti i progetti coinvolgendo gli artisti che mettono le mani in pasta. Occorre mostrare agli studenti che si può vivere anche grazie alla propria arte. È importante, dunque, innalzare i livelli della competenza imparando dai maestri».

Saverio Manuardi si è soffermato, in particolare, sul significato del workshop per i ragazzi: «si tratta di un’esperienza concreta affinché possano ampliare la propria formazione. Bisogna conoscere il valore dei pezzi unici che si distinguono da quelli prodotti su scala industriale».

Stefania Pennacchio ha fatto entrare gli studenti nel vivo entusiasmando con un’introduzione sulla compenetrazione tra artigianato e arte contemporanea mostrando le opere di importanti artisti del settore: «Quando realizzate i vostri bozzetti ricordate sempre che l’artigianato è conservativo, l’arte è rivoluzione».

Claudio Pieroni ha posto l’attenzione sull’essenzialità del tramandare le tradizioni attraverso le nuove generazioni. «Il concetto di tempo è relativo, noi non viviamo in kronos ma in kairos, la terra è dentro di noi, la contemporaneità è sempre qui ed ora».

In conclusione, il ceramista Giuseppe Ferraro si è soffermato sulle tecniche da lui utilizzate che gli studenti approfondiranno durante le giornate del workshop. Prezioso inoltre l’intervento del professore Antonino Caracciolo che ha illustrato documenti d’archivio contenenti i nomi dei ceramisti storici di Seminara. 

Gli studenti, i tutor e gli organizzatori hanno mostrato grande interesse per gli argomenti trattati e l’entusiasmo è stato generale. Ben vengano queste iniziative che pongono l’attenzione sui tesori che impreziosiscono e donano identità al territorio. (rrc)

Seminara ricorda Baarlam. Omaggio al Maestro di Petrarca e Boccaccio

di GIUSY STAROPOLI CALAFATI – La Calabria afferma ancora una volta la sua grandezza. E Seminara che fu culla di illustri intelligenze, nel corso dei secoli, non dimentica la figura di Baarlam.

Un gruppo di Seminaresi infatti, forti dell’appartenenza e dell’orgoglio calabro, decidono di rendere omaggio proprio al maestro di Petrarca e Boccaccio, con una serie di iniziative che si svilupperanno durante il mese di giugno, a commemorazione della scomparsa del grande monaco, di cui non è dato però conoscere il giorno esatto della sua morte. 

L’idea parte da Antonio Casella, ex assessore alla Cultura di Seminara, nonché ideatore di numerose iniziative culturali. 

Vignetta Baarlam

Una proposta lanciata sui social e alla quale hanno risposto in tanti. Tra cui lo scrittore di romanzi storici Santo Gioffrè, che ha illustrato magistralmente la vita di Barlaam a Kalaneide, un  programma in onda ogni lunedì alle 21 su Kalanea.it.

Sposa il progetto anche Giusy Marcianò, giovanissima diplomanda in Scienze Umane presso l’istituto Magistrale Corrado Alvaro di Palmi la quale ha avuto modo di raccogliere alcuni passaggi biografici del personaggio, che saranno pubblicati sulla pagina Facebook, Barlaam Today. 

«L’obiettivo di questa iniziativa – afferma Antonio Casella – è quella di raggiungere soprattutto le nuove generazioni, affinché possano ampliare le proprie conoscenze, ed avere una visione sempre più ampia della Calabria e dei suoi uomini illustri, delle sue menti più grandi».

A tal proposito, l’illustratrice Rossana Ditto, ha appositamente disegnato delle vignette con cui vengono raffigurati episodi vari della vita di Barlaam. Un modo per riuscire a entrare più da vicino a contatto con un grande maestro, di cui i più in Calabria, conoscono ancora ben poco.  

Non potevano, in un’iniziativa così importante, mancare i maestri ceramisti di Seminara. Il personaggio illustrato dalla Ditto sarà infatti il soggetto a cui i ceramisti si ispireranno per farne un oggetto d’arte contemporanea, ricordando e rivalutando la tradizione. 

«Ricordare Barlaam – continua Casella – non è solo un modo per ripassare la storia, che comunque ha la sua utilità. Far conoscere Barlaam vuol dire raccontare una Seminara fatta di tesori da scoprire, con l’intento di attirare visitatori di qualità». 

Il monaco Barlaam, vissuto a cavallo tra il XIII e il XIV secolo fu un personaggio influente nel rapporto tra Chiesa Ortodossa e Cattolica, scrisse importanti libri di filosofia e matematica e la sua fama come maestro di Petrarca e Boccaccio è solo un aspetto minore della sua grande statura intellettuale. 

Per saperne di più, Barlaam Today. Una Calabria ancora tutta da scoprire! (gsc)

A Seminara un polo museale per la valorizzazione del patrimonio artistico

Realizzare, a Seminara, un polo museale finalizzato alla divulgazione e conoscenza del proprio patrimonio artistico. È questo l’obiettivo dell’Amministrazione comunale di Seminara che, nell’ambito del previsto programma di messa in sicurezza, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico e culturale, ha predisposto un piano che, attraverso un percorso guidato che ne faciliti la fruizione con l’utilizzo di guide fisiche e app dedicate per smartphone, restituirà a Seminara la sua naturale vocazione di polo artistico e culturale della Piana.

Nella giornata di venerdì, infatti, si è svolto un incontro e con la dott.ssa Cristina Schiavone della Soprintendenza dei beni culturali, l’Ispettore onorario del Mibact, Domenico Scordo e il sindaco di Seminara, Carmelo Arfuso. Incontro, che ha fatto seguito a quelli già avvenuti con il prof. Antonio Barbera dell’Università della Calabria e la prof.ssa Donatella Barca del Dibest.

L’obiettivo è quello di recupero e messa in sicurezza delle opere già di proprietà comunale, oltre dieci quelle già censite, ciò avverrà attraverso la creazione di un laboratorio di restauro che sarà predisposto presso la ex Pretura di Via Carlo V, dove vi lavoreranno specialisti restauratori, e dove il laboratorio sarà aperto al pubblico e dinamico.
Finché il laboratorio resterà attivo, anche le opere di interesse storico che appartengono, a qualunque titolo, a privati, e/o associazioni, potranno essere restaurate a spese dell’Amministrazione. Esse verranno tutte catalogate, verificate e riconsegnate alla fine del restauro, inoltre, chi lo desidera le potrà donare al Museo, oppure darle in prestito. Il Comune attesterà al donatore la partecipazione alla sua fondazione con la consegna di una pergamena ed il titolo di Cittadino di San Mercurio.
Tutte le opere saranno esposte all’inaugurazione dell’istituendo polo culturale e, con l’autorizzazione dei proprietari, eventualmente riprodotti per arricchire la mostra di cui faranno parte, costituendo così una parte importante del patrimonio storico/culturale di Seminara.
«Si invitano, pertanto – si legge in una nota – tutti a partecipare a questa eccezionale iniziativa, in cui ogni cittadino sarà protagonista della rinascita di Seminara, lo potrà fare portando al museo una foto o un dipinto, anche in copia digitale, che riproduca Seminara antica e/o la sua gente, portando anche oggetti antichi di uso quotidiano, di arredo o artistici, altresì, oggetti ritrovati nei siti storici».
«Partecipare a questa iniziativa, oltre che un dovere civico – conclude la nota – è una occasione unica e di altissimo profilo, essa contribuirà a restituire a Seminara il ruolo di centro artistico e culturale della Piana, ruolo che la sua plurisecolare storia gli ha già assegnato». (rrc)

LA SFIDA DI GIOFFRÈ AL MALAFFARE SANITÀ
SCOMODE VERITÀ DEL MEDICO-SCRITTORE

di PINO NANO – Le tante scomode verità del medico-scrittore Santo Gioffrè: una testimonianza in prima persona, che equivale a una grande sfida al malaffare che ha pervaso la sanità calabrese. Arriva in libreria il nuovo libro di Gioffrè, ma non è un romanzo storico, come quelli ai quali ci ha piacevolmente abituato: è il racconto amaro di una sconfitta, quella dello Stato, che forse si poteva evitare. Una coraggiosa, pesantissima, denuncia che farà scalpore. Susciterà amarezza e indignazione tra le persone perbene, tra i tantissimi calabresi onesti che hanno diritto e voglia di essere informati su uno scandalo infinito su cui la giustizia dovrà mettere la parola fine. Non caso s’intitola Ho visto. La grande truffa della sanità calabrese.

Il saggio esce grazie alla Castelvecchi Editore che ha fortemente creduto nel progetto del medico scrittore di Seminara, decidendo di farlo arrivare non solo nei luoghi più sperduti del Paese, ma anche all’estero dove spesso la Calabria che viene raccontata dai media è meno crudele di quella che Santo Gioffrè descrive invece in questo suo racconto, dai toni anche drammatici e fortemente sofferti.

Questo suo nuovo libro è in realtà il diario di bordo di una esperienza di governo e di gestione ai vertici della sanità calabrese, «dove può capitarti di imbatterti in un mafioso senza rendertene conto», tanto simile spesso egli è agli uomini di Stato e ai rappresentanti istituzionali di questa moderna Repubblica del caos.

Un pugno nello stomaco, una confessione a cielo aperto, una sfida al Paese, coraggiosissima e plateale, un dossier analitico e documentatissimo sul malaffare della sanità calabrese davvero senza precedenti, ma anche un racconto diretto immediato senza perifrasi o mediazioni di comodo che ti entra nel cuore e nel corpo con una violenza brutale e inimmaginabile. E di fronte al quale, ogni qualvolta vedi in televisione l’immagine stereotipata dell’arresto di un uomo di ‘ndrangheta, il più delle volte di un boss, ripreso in qualche capanno o vestito da contadino, ti viene solo da sorridere, perché oggi i veri boss della ‘ndrangheta sono forse molto di più quelli che Santo Gioffrè descrive nei minimi dettagli lungo il percorso che affronta in “Ho visto”, e che vestono blazer scuri e scarpe firmate da 2 mila euro al paio.

La domanda a cui nessuno forse potrà, o saprà mai dare una risposta credibile, e che noi ci facciamo da giorni è questa: ma dove avrà mai trovato Santo Gioffrè il coraggio di tanta lucidità nella scrittura e nella forza delle accuse che muove al mondo istituzionale calabrese, e non solo calabrese?

Abbiamo allora provato a conoscerlo meglio questo medico scrittore. Anche perché la sua vita di intellettuale è costellata di altre opere di grande pregio letterario.

Nel 1999 pubblica il primo romanzo storico Gli Spinelli e le Nobili Famiglie di Seminara, nel periodo del terremoto del 1783. Seguiranno Leonzio Pilato, La terra rossa, Il Gran Capitán e il mistero della Madonna nera. Ultimo romanzo prima di Ho visto, Gioffrè scrive L’opera degli ulivi, che segna di fatto il suo grande esordio per la Castelvecchi di Roma.

La copertina del libro "Ho visto" di Santo Gioffrè

Uno scrittore dunque di straordinario coinvolgimento emotivo, che usa un racconto per nulla forbito ma lineare, semplicissimo, e lo stratagemma del romanzo per raccontare gioie dolori ed emozioni della sua terra natale, che è la Piana di Gioia Tauro, «infestata dalla violenza e dal pregiudizio storico che tutto ciò che si muove è solo ndrangheta», lui figlio di un paese come Seminara dove la faida di tanti anni fa ha profondamente segnato la vita di ogni ragazzo di allora, quando durante un funerale arrivarono dei killer e spararono contro il corteo, e i ragazzi videro la bara del defunto rotolare per le scale del sagrato della Chiesa, abbandonata da chi la portava in spalla.

Scene di una violenza inaudita, ma che Santo Gioffrè nei suoi romanzi ha cristallizzato in ricordi e immagini di una suggestione senza pari, dove l’Aspromonte – per lui che ne è figlio più autentico di questa montagna – è meno cupo e meno minaccioso di quanto invece da lontano non si possa immaginare.

Fin qui la vita del romanziere, Santo Gioffrè. Ma c’è anche un rovescio della medaglia che è invece quello di un medico che tra Seminara Palmi e Gioia Tauro fa anche tantissima attività politica, impegno che lo vede eletto più volte consigliere al Comune di Seminara, e dal 1994, per due volte consecutive Consigliere provinciale nel collegio Seminara – Delianuova, ma anche assessore alla cultura della provincia di Reggio Calabria.

Vecchio idealista, uomo esteriormente rude, protagonista indiscusso della sinistra storica in Calabria, Santo Gioffrè – che per mestiere fa il medico ginecologo a Palmi ma che è soprattutto conosciuto in Italia come scrittore e romanziere della grande scuola meridionale – nel 2015 viene nominato dalla giunta regionale in carica Commissario Straordinario dell’ASP di Reggio Calabria, e qui incominciano i suoi «guai terreni».

Subito dopo il suo insediamento, incomincia a mettere mano alle poche carte che trova sul suo tavolo di gestore unico della sanità nella provincia più “discussa” d’Italia, e scopre – quasi per caso – che da quel giorno in poi la sua vita avrà a che fare soprattutto con un deficit di bilancio unico in Italia e con un disastro finanziario impossibile da risanare.

Ma l’uomo ha il carattere forte e la tempra giusta per credere di potercela fare da solo, a rimettere ordine in questo caos di totale confusione. Per giorni e notti lavora sulle cifre che ha davanti, ma intuisce immediatamente che molte cose non vanno. E man mano che va avanti nella conoscenza dei dati contabili dell’Azienda Sanitaria si rende conto che ha di fronte un quadro a dir poco scandaloso e allarmante.

Convoca allora i suoi funzionari più diretti, legge tutti i rapporti redatti dai suoi predecessori, cerca insomma di capire perché l’Asp di Reggio Cal fin dal 2013 è senza bilancio consolidato in quanto, quell’anno, fu bocciato e mai più redatto.  Molte delle spese sostenute dalla sanità reggina sono state fatte infatti sulla “parola”.

Cosa significa? Che non ci sono carte contabili. Non ci sono ricevute di pagamenti effettuati. Non ci sono riscontri finanziari. Non ci sono registri contabili affidabili, ma solo «parole affidate al vento e alla memoria di qualcuno». Molte cose sono state acquistate e saldate sulla base di accordi o promesse verbali, «sulla parola», magari con una semplice stretta di mano. Roba da non crederci. Bastava una stretta di mano, e l’affare si chiudeva in quel modo. Ma così andavano le cose, nella più importante azienda sanitaria calabrese.

Verba volant, scripta manent. Santo Gioffrè la chiama “Contabilità orale”, nel senso di contabilità affidata alla memoria storica di qualcuno, di cui però non ci sarà mai traccia vivente. Parliamo di contabilità di milioni di euro mai regolarizzati, e mai trascritti su carte documenti o anche semplici memorandum. Per anni tutto è avvenuto “sulla parola”. Una stretta di mano, uno sguardo ammiccante, un accordo da chiudere, e soprattutto la certezza poi che qualcuno avrebbe alla fine pagato il conto.

E il primo “conto” che Santo Gioffrè, nella sua veste di neocommissario della sanità reggina deve saldare è una “piccola” fattura di 6 milioni di euro ad una struttura privata convenzionata di Reggio Cal.

Avete letto bene. 6 milioni di euro, mica bruscolini.

Dopo 20 giorni dall’insediamento, Santo Gioffrè riceve la visita di un signore, già curatore legale di quella struttura. Nel suo libro Gioffrè fa nomi e cognomi precisi. Il neo-commissario lo riceve ma viene raggelato dal suo racconto.

Questi riferisce che prima del suo insediamento, l’Asp aveva pubblicato una delibera, con tutti i pareri di rito favorevoli, in cui veniva riconosciuto ad una Casa di Cura privata convenzionata un debito da pagare di 6 milioni di euro.

“Dottore, noi avevamo già incassato, nel 2009, i sei milioni che ci dovevate. Poi, nel 2014, io stesso ho curato, a nome del Consiglio d’Amministrazione, la vendita ad altri della Casa di Cura. Ora, scopriamo che si stanno pagando le stesse fatture che, allora, ci furono pagate…”.

Fine della favola?

Niente affatto. Santo Gioffrè chiede ulteriori verifiche e scopre per bocca dei suoi amministrativi che quel saldo di 6 milioni di euro in realtà, per come riferito, era probabilmente avvenuto “sulla parola”. Nel senso che il debito era stato regolarmente saldato dalla Banca tesoriere dell’Azienda Sanitaria, ma nessuna ricevuta specifica, fattura per fattura pagata, era stata trasmessa all’Ufficio Economico-finanziario dell’Asp affinché la partita debitoria, da quel momento in poi, risultasse estinta.

Da qui, poi, la seconda richiesta di saldo, evidentemente vogliamo pensare per via di fatture precedenti già saldate ma assolutamente inesistenti.

Che fare?

Gioffrè, ricevuti i documenti che accertano il pagamento avvenuto, scrive allora di proprio pugno la delibera di annullamento della precedente delibera, e blocca il saldo di 6 milioni di euro disposto per la nuova società.

Il Medico-Scrittore, proseguendo nel suo lavoro di ricerca, scopre ulteriori fatture pagate due volte, soprattutto a multinazionali del farmaco e intuisce il sistema che ha trasformato l’Asp di Reggio Calabria in bancomat. È facile immaginare, a questo punto, cosa accadde nelle settimane successive.

Santo Gioffrè viene cacciato dal suo incarico.

Lo mandano a casa nel giro di qualche giorno, e lo fanno senza pietà, quasi fosse un appestato. Naturalmente, lo mandano via con una “scusa istituzionale” assolutamente “impeccabile”, e fra l’altro anche giuridicamente incontestabile.

L’Anac, l’Autorità Anticorruzione guidata allora da Raffaele Cantone scopre che la sua nomina di Commissario dell’ASP di Reggio Calabria è incompatibile perché Gioffrè, nel 2013, era stato candidato, sconfitto, alla carica di Sindaco di Seminara, un paesino di 1500 mila anime.

Bene, oggi – grazie a questo libro di grande coraggio ed efficacia mediatica vi assicuro – questa storia della “Contabilità orale” farà ormai il giro del mondo.

Mi permetto solo di darvi un consiglio. Davvero avete voglia di capire come, in storie come queste, di grandi affari milionari, si materializza la Ndrangheta?

Bene! Nelle prime quattro pagine di “Ho visto” troverete il racconto dettagliato, inquietante, drammatico e clamoroso di un incontro tra il medico-scrittore e un signore elegante e dall’atteggiamento sobrio che è un affresco attualissimo del rapporto tra la ‘ndrangheta e le Istituzioni di questo paese, e di fronte al quale lo scrittore confessa: «Quando tutto iniziò ebbi subito la sensazione di trovarmi di fronte all’amore e alla morte… Sentii il gelo di quando muore qualcuno… Quell’uomo aveva lavato e asciugato il mio coraggio. Mi sentivo nudo e avevo freddo, il cuore mi sembrava diventato vegetale, non aveva più un battito. In quei momenti è difficile rimanere lucidi. Rimasi muto. Lo accompagnai con lo sguardo, fin quando non si perse tra la folla».

Santo Gioffrè, dunque, non solo “Premio Letterario Nazionale Cronin 2020” in una terra dove se «alzi per un momento la testa, e lo fai fuori dal coro, rischi di beccare un cecchino pronto a farti fuori».

Oggi Santo Gioffrè è diventato, suo malgrado, icona della legalità in tutto il mondo, ma soprattutto testimonial di grande coraggio individuale, perché da oggi in poi – quando si parlerà della sanità calabrese e della “Contabilità orale” dei bilanci milionari delle Asl calabresi – si parlerà per forza di cose di lui, della sua cocciutaggine, e del suo estremo coraggio.

L’intervista che giorno fa gli ha dedicato BBC News, francamente gli rende merito di tutto quello che lui ha fatto in tutti questi anni al servizio della sua terra.

Ma chissà se la penserà allo stesso modo il ministro Roberto Speranza?

Sappiamo solo che in passato i due erano anche grandi amici, lo erano soprattutto un tempo, quando insieme facevamo politica nello stesso vecchio partito comunista. Ma poi, forse, andando Roberto Speranza al Governo come ministro della Salute – con tutti gli impegni istituzionali del suo dicastero – avrà certamente perso per strada pezzi importanti dei suoi ricordi passati, e quindi forse anche una parte importante dei suoi amici più cari.

«Ma ho imparato a mie spese – sorride il vecchio medico di Seminara – che la politica, da sempre per la verità, riserva amarezze di questo genere. Forse anche peggiori di queste. Importante è non serbare mai rancore per nessuno». (pn)