Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil chiedono al Mise tavolo di crisi per chiusura stabilimento di Reggio di Lactalis

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno chiesto una convocazione urgente al Mise per l’apertura di un tavolo  di crisi per Bu Castelli, specialità Dop, di proprietà Lactalis, in quanto è stata annunciata la chiusura di due stabilimenti da realizzarsi entro il primo trimestre 2023: lo stabilimento di Reggio Calabria e di Ponte  Buggianese in provincia di Pistoia ed alcuni esuberi nello stabilimento di Santa Rita in provincia di  Grosseto. 

«Le segreterie nazionali – affermano Fai, Flai e Uila – hanno contrastato prontamente la decisione  assunta da Lactalis, che arriva a distanza di oltre due anni dall’acquisizione della ex Nuova Castelli,  invitando l’azienda a presentarci un piano industriale di rilancio dell’intero gruppo e a ritornare sui  propri passi in nome di quella responsabilità sociale che ha contraddistinto la multinazionale francese  nel nostro Paese. Un colosso del lattiero caseario come Lactalis non può pensare di mandare a casa  oltre 150 persone senza che ci sia stato un confronto di merito finalizzato ad individuare ogni  soluzione alternativa alla chiusura di due siti produttivi, che rappresentano un presidio economico e  sociale fondamentale per i territori coinvolti». 

«Coinvolgeremo a tutti i livelli le istituzioni perché sia evitata una bomba sociale che ha ricadute  dirette sull’intera filiera di una parte importante del nostro Made in Italy», concludono Fai, Flai e  Uila.

La posizione di Nuova Castelli: Riorganizzazione aziendale costretta dalla crisi economica

«Nuova Castelli – si legge nella nota della società – comunica di aver avviato un piano di riorganizzazione aziendale che prevede la razionalizzazione del numero degli stabilimenti della società Alival. Il piano industriale si rende necessario per garantire la continuità produttiva di Nuova Castelli concentrando gli investimenti sulle strutture economicamente sostenibili e interrompendo le attività produttive degli stabilimenti di Ponte Buggianese e Reggio Calabria».

«La razionalizzazione degli assetti produttivi della società Alival – viene spiegato – si rende urgente e necessaria per riportare in equilibrio la gestione operativa dell’azienda, da tempo in sofferenza, e oggi aggravata dall’impatto sui costi di produzione dovuto al protrarsi della crisi pandemica e al nuovo scenario di crisi internazionale. L’azienda in data odierna, informando le O.O.S.S. dell’indifferibilità del piano industriale, si è resa da subito disponibile ad avviare un tavolo di confronto al fine di ridurre, per quanto possibile, il conseguente impatto sociale garantendo una gestione delle conseguenze occupazionali secondo le logiche di responsabilità sociale consolidate nel settore».

«La produzione non sarà delocalizzata – conclude la nota – rimarrà in Italia e verrà affidata e assorbita da altri stabilimenti dei diversi territori italiani con lo scopo di continuare a valorizzare sui mercati nazionali ed internazionali  prodotti di alta qualità ed emblema del Made in Italy». (rrm)

È ORA DI APRIRE LA VERTENZA CALABRIA
FRONTE COMUNE TRA SINDACATI E REGIONE

È stato deciso di presentare unitariamente al Governo, facendo fronte comune Governo regionale e sindacati confederali, al Governo la Vertenza Calabria: un documento composto da cinque punti chiave – che deve essere definito in un prossimo incontro – su cui l’esecutivo guidato da Mario Draghi si dovrà concentrare per risolvere le troppe e continue emergenze in Calabria.

Che sia l’inizio di una svolta? Di sicuro, lo è l’incontro da cui è nato questo documento, che ha visto, per la prima volta, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, confrontarsi, presso la sede di rappresentanza di Roma della Regione Calabria, con il segretario generale nazionale della Cgil, Maurizio Landini, il segretario generale nazionale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, e il segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello (in rappresentanza del segretario generale nazionale della Cisl, Luigi Sbarra).

Presenti, anche i segretari regionali, Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo che, in una nota congiunta, hanno ribadito che «la Calabria  non può rischiare la marginalità».

Occhiuto, invece, ha ricordato come «in Calabria abbiamo un’alta qualità della rappresentanza sindacale, l’ho sperimentato in questi primi mesi di governo. Nella mia Regione abbiamo tanti problemi, ma la nostra è anche una terra di grandi opportunità, e il mio compito non è quello di lamentarmi, ma di trovare delle soluzioni».

«Sono molto soddisfatto dell’incontro odierno – ha spiegato –. Coinvolgere i corpi intermedi, i sindacati, è per me un percorso ineludibile. Voglio cambiare la Regione che ho l’onore di governare, ma per farlo ho bisogno della partecipazione attiva di tutte le energie positive del Paese. Con Cgil, Cisl e Uil abbiamo affrontato tanti argomenti, dalle infrastrutture al lavoro, dal Pnrr alla sanità. Abbiamo stabilito un metodo di lavoro concreto, che, ne sono convinto, già nelle prossime settimane potrà far intravedere i primi importanti passaggi».

«L’obiettivo comune – ha proseguito – è quello di presentare al governo una ‘vertenza Calabria’, per chiedere al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e all’intero esecutivo uno scatto in avanti in merito ad emergenze la cui risoluzione non può più essere rinviata. Questa ‘vertenza’ avrà cinque punti chiave, indispensabili tanto per il governo regionale quanto per i sindacati. 1. Il rifacimento e l’ampliamento della Strada Statale Jonica; 2. Lo sviluppo e il reale finanziamento delle Zone economiche speciali, e in particolare della Zes incidente sul porto di Gioia Tauro; 3. Risorse certe per avere una linea ferroviaria ad alta velocità e ad alta capacità fino a Reggio Calabria; 4. La possibilità di investire più facilmente e con meno vincoli burocratici sulla produzione di energia da fonti rinnovabili; 5. Lo sblocco delle assunzioni e l’assorbimento del bacino dei precari per la sanità, e in particolare per i pronto soccorso».

«Queste le priorità individuate oggi – ha spiegato ancora –. La Regione costruirà nel più breve tempo possibile un cronoprogramma con costi, numeri e tempistiche per la realizzazione di questi punti. Sottoporremo il documento ai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, e loro tramite fisseremo un nuovo incontro con i leader nazionali dei tre sindacati per stilare la versione definitiva della ‘vertenza Calabria’ da presentare al governo nazionale».

«Stiamo scrivendo una bella pagina di politica e di relazioni sindacali – ha concluso – Sono davvero felice che ci sia questa apertura di credito nei confronti della mia amministrazione e della nostra Regione. Lavoriamo per il cambiamento e per costruire la Calabria dei prossimi decenni».

«Il confronto, per il quale sottolineiamo la disponibilità del Presidente Occhiuto e delle Segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil –, dichiarano in una nota unitaria Sposato, Russo e Biondo – si è svolto in un clima costruttivo. Sono stati posti sul tappeto i temi della Zona Economica Speciale e del rilancio del Porto di Gioia Tauro, della realizzazione delle infrastrutture, della S.S. 106, dell’alta velocità ferroviaria, della sanità, del precariato».

«Il denominatore comune di questi temi centrali per la Calabria – hanno proseguito – è la creazione di nuovo lavoro insieme alla qualità e alla dignità del lavoro stesso, in una prospettiva di crescita e di sviluppo per la nostra regione. Il che comporta l’esigenza di qualificare la spesa, di avviare le opere previste e di monitorarne l’iter di realizzazione per scongiurare il pericolo dell’infiltrazione della criminalità negli appalti».

«Anche oggi, inoltre – hanno proseguito i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria –, abbiamo evidenziato l’esigenza di spendere e di spendere bene le risorse del PNRR. Urge, perciò, una riorganizzazione della pubblica amministrazione che deve essere messa in grado di affrontare le sfide che attendono la Calabria colmando i vuoti negli organici, stabilizzando le migliaia di lavoratori precari qualificati che ringiovaniscono la macchina amministrativa degli enti locali, le permettono di funzionare, la arricchiscono di competenze nuove».

«L’incontro di Roma – hanno spiegato ancora – si colloca in un percorso che da anni sta vedendo impegnate Cgil, Cisl e Uil non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale, come è accaduto ad esempio a Siderno nel luglio scorso, con la presenza dei tre Segretari generali Landini, Sbarra e Bombardieri, o nel giugno 2019 con la grande manifestazione di Reggio Calabria. La crescita del Paese nel suo insieme non può che ripartire dal Mezzogiorno. Apprezziamo l’apertura del Presidente Occhiuto al dialogo con le organizzazioni dei lavoratori: siamo convinti, infatti, della necessità di lavorare insieme sui programmi e di coesione».

«Ribadiamo, dunque – hanno concluso i Segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo –, la nostra piena disponibilità a proseguire nei prossimi giorni il cammino del confronto su priorità e scelte strategiche. È emersa la volontà comune di aprire una vera e propria vertenza Calabria che trovi alleanze e condivisioni, per presentare in tempi brevissimi al Governo un pacchetto di proposte concrete per sbloccare tutte le risorse destinate alla nostra regione, perché sia liberata dall’isolamento rispetto degli altri territori del Paese». (rrm)

 

Emergenza abitativa, il segretario regionale PD Irto e la deputata Braga incontrano i sindacati

Si p svolto il primo vertice regionale sul tema dell’emergenza abitativa, che ha visto protagonisti il segretario regionale del Pd Nicola Irto, la deputata Chiara Braga con Francesco Alì, Sunia-Cgil Calabria, Raffaele Rotundo, Sicet-Cisl Catanzaro, Stefano Chiappelli, segretario generale Sunia – Nazionale e Alberto Frontera, Uniat-Uil Regionale.

L’emergenza abitativa diventata ancora più pressante dopo i due anni di pandemia, che hanno messo in crisi l’economia italiana, messo in grave difficoltà i cittadini e allargato le sperequazioni sociali. Indispensabile, a questo punto, rivedere le politiche abitative che devono diventare priorità sia per il governo nazionale, che per il governo regionale.  Dopo il primo confronto nazionale tra i rappresentanti sindacali e i vertici del Pd, si è trattato del primo vertice realizzato a livello regionale, confermando la massima attenzione del partito calabrese sul tema.

Ad introdurre i lavori è stato Francesco Alì, che ha descritto la preoccupante situazione che si sta vivendo in Italia e al lavoro svolto attraverso la piattaforma unitaria nazionale sindacale, confederale Cgil, Cisl e Uil e degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat e Unione degli inquilini.

«L’Istat nel 2020 – ha spiegato – aveva fatto una previsione di circa 866 famiglie povere che vivono in affitto che non riusciranno a pagare i canoni. Serve, dunque, un Piano strutturale pluriennale di edilizia residenziale pubblica per fronteggiare l’emergenza e implementare l’offerta di alloggi. Il 14 aprile l’Aterp regionale ha comunicato che il numero dei dipendenti è inferiore alle esigenze, 121 unità sulle 242 previste e, quindi, l’azienda non riesce a svolgere i servizi essenziali. Potrebbe essere questo un punto di partenza».

Raffaele Rotundo ha posto il problema relativo all’effettiva utilizzazione delle risorse per aiutare gli inquilini al pagamento degli affitti in caso di morosità incolpevole.

Stefano Chiappelli si è richiamato alle proposte unitarie formulate dai sindacati «proposte che abbiamo discusso con le varie segreterie dei partiti e che costituiscono la base da cui partire e sulle quali serve l’impegno del governo» e insistito sulla necessità di fornire aiuto agli inquilini, ma anche adeguati ristori per i proprietari».

Nicola Irto ha evidenziato il ruolo fondamentale che può svolgere la Regione. «Per il Pd calabrese il diritto alla casa è al centro del proprio impegno politico. Siamo un partito che vuole dialogare con i cittadini e tutelare i loro diritti. Su questo tema la Regione può fare molto. Serve intervenire sull’organico dell’Aterp, servono poi interventi molteplici che tengano conto, insieme all’emergenza abitativa, della necessità di riqualificare l’ambiente urbano, i sistemi di mobilità i quartieri in cui insistono le abitazioni di edilizia residenziale pubblica».

«La Regione deve sostenere le Amministrazioni comunali – ha evidenziato – in questo processo e mettere in campo iniziative di sostegno economico far funzionare l’Osservatorio regionale per le politiche abitative che dovrebbe avere un ruolo cardine nella programmazione degli interventi».

A concludere l’incontro è stata Chiara Braga. «Serve maggiore attenzione dei ministeri competenti sulle politiche abitative anche in vista dell’approvazione della prossima legge di bilancio. Sono convinta del fatto che l’attenzione al disagio abitativo deve stare all’interno di provvedimenti che affrontino il problema del caro vita e all’aumento dei costi per l’energia a tutto tondo. Nei prossimi mesi si rischia una situazione assai grave che potrebbe mettere a rischio la tenuta sociale del Paese. In particolare servono interventi sull’edilizia residenziale pubblica, per l’aumento dei fondi a sostegno del pagamento degli affitti e una nuova attenzione per il nuovo accesso alla casa dei giovani o delle persone anziane sole».

A conclusione del confronto, Nicola Irto ha invitato i sindacati ad un lavoro per formulare proposte concrete da discutere fra qualche settimana nell’ambito di una prossima Agorà Democratica. (rrm)

 

Infrastrutture e Sanità, Occhiuto incontra i sindacati e i commissari Asp e Ao

Vertenza Sacal, Pnrr e Sanità. Sono questi i temi cruciali su cui si è confrontato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, prima i sindacati (Cgil, Cisl e Uil Calabria) e poi i Commissari Ao e Asp.

Due giorni cruciali, dunque, dove il Governatore ha sentito la necessità non solo di convocare i tre segretari – Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo – per «confrontarmi sul complesso delle attività del governo regionale», ma anche di «tenere altre riunioni in futuro, con uno specifico ordine del giorno per ogni riunione e di organizzare dei tavoli con i diversi assessorati sulle singole questioni che riguardano l’attività del governo regionale ai quali ovviamente parteciperanno i responsabili dei sindacati delle diverse aree».

Per Occhiuto, infatti, il confronto con i sindacati è «assolutamente necessario e indispensabile per la mia attività di governo» e, per quanto riguarda la vertenza Sacal, dove la Uil poche ore prima aveva chiesto alla Regione di assumerne il controllo, il Governatore ha annunciato di essere piuttosto avanti nella trattativa con il socio privato e si stanno definendo dei dettagli che sono importanti e sostanziali».

Al centro dell’incontro, il decreto Milleproroghe e la questione del sub commissario Maurizio Bortoletti, dove Occhiuto si augura «che si chiuda al più presto questa vicenda perché sono tanti i problemi da affrontare nella riforma della sanità in Calabria. Io sto andando avanti da solo e con l’altro sub commissario, con la dirigenza del dipartimento, ma ho bisogno delle competenze e del profilo di Bortoletti».

Soddisfatti i tre sindacalisti, che hanno ribadito la necessità di fare pressing sul Governo per la Statale 106, che sarà oggetto di discussione del prossimo consiglio regionale, previsto per il 28 febbraio.

Altro proficuo incontro, è stato quello con i commissari Asp e Ao, dove si è fatto il punto della situazione su Pnrr e sanità, oltre che sull’erogazione delle indennità covid. (rcz)

 

 

Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: Urge incontro per i precari del Piano di potenziamento dei Centri Impiego

Serve un incontro urgente per «avere informazioni certe riguardo alle risorse finanziarie disponibili da utilizzare per il finanziamento del rapporto di lavoro di questo personale e riguardo al loro futuro».

È quanto hanno chiesto il segretario aziendale di Fp Cgil, Ferdinando Schipano, il segretario aziendale Cisl Fp, Giuseppe Spinelli, il segretario regionale di Uil Fpl, Walter Bloise, il segretario generale di Fp Cgil, Alessandra Baldari, il segretario generale Cisl Fp, Luciana Giordano e il segretario generale Uil Fp, Elio Bartoletti, che hanno espresso preoccupazione per le mancate risposte al rinnovo contrattuale dei precari del Piano di Potenziamento dei Centri per l’Impiego della Regione Calabria, che hanno annunciato, in mancanza di «misure atte alla risoluzione della problematica da parte di coloro i quali hanno gli strumenti per intervenire, si preannuncia un’aspra contrapposizione sindacale, con l’attivazione dello stato di agitazione e che, inevitabilmente, si concluderà con lo sciopero».

«Ad oggi – hanno spiegato – non vi è alcun punto fermo e concreto che rassicuri sulla prospettiva d’impiego di tali lavoratori, l’unica certezza è la scadenza dei contratti a tempo determinato, fissata al 03.12.2021». 

«Con l’avvio della campagna elettorale – hanno detto ancora – tutto sembra essersi fermato, nonostante le rassicurazioni da parte dell’Assessore Regionale al Lavoro, il quale dichiarava, ai tavoli di confronto sindacale tenutisi un paio di mesi fa, che la prosecuzione del loro rapporto di lavoro sarebbe stata una formalità. Anzi, lo stesso si è più volte espresso dichiarando che la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato sarebbe stato l’obiettivo da perseguire, nel rispetto della normativa vigente». 

«È appena il caso di ricordare – hanno evidenziato i sindacalisti – che i lavoratori impegnati in tale servizio, oltre che possedere lauree in discipline chiave per operare nel mercato del lavoro, hanno sviluppato percorsi di formazione e aggiornamento e maturato esperienze professionali di un certo valore all’interno della Pubblica Amministrazione; pertanto, la mancata prosecuzione del rapporto di lavoro arrecherebbe danno alla Regione Calabria che perderebbe un patrimonio di professionalità che lo stesso Ente ha contribuito a formare». 

«Inoltre – hanno proseguito – bisogna ricordare che i Centri per l’Impiego in Calabria, sotto organico da anni, sono in costante affanno, per condizioni di lavoro, disfunzioni organizzative e carenze strutturali fisiche e di sistema, condizioni che hanno reso l’erogazione dei servizi particolarmente critica, nonostante l’impegno di tutti i dipendenti che hanno dovuto fronteggiare, a causa dell’emergenza Covid 19, carichi di lavoro aggiuntivi sempre a condizioni date».  (rcz)

 

L’importanza delle competenze per la crescita e lo sviluppo

di FRANCESCO RAO –  L’occasione per il Sud. È stato questo il tema che ha riunito i vertici delle tre maggiori sigle sindacali Italiane a Siderno, Città di quella Locride che l’Europa indica come uno dei territori maggiormente segnati da una crisi sistemica che il tempo ha marcato con tratti apparentemente indelebili. 

Lunedì sera è stata l’occasione per intravedere da vicino e toccare con mano la futuribilità di un progetto che la Calabria in passato ha visto soltanto passare da lontano; respirare l’aria di ottimismo e incrociare gli sguardi delle persone che hanno scelto di trascorrere una serata per condividere un sogno comune che proprio il Pnrr può dare all’Italia e soprattutto alla Calabria è stato emozionante. Tutto ciò non è accaduto per caso.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone, persone sedute e il seguente testo "CGIL CISL #ripartiamodals ONE PERIL ABRIA"

Visti i natali di Pierpaolo Bombardieri e di Gigi Sbarra, rispettivamente di Pazzano e Marina di Gioiosa Ionica, si è materializzata l’occasione per poter contare anche sulla presenza di Maurizio Landini ed avviare un confronto molto ampio, su temi delicatissimi che riguardano il futuro dei nostri giovani, della nostra economia e del nostro sviluppo. Risolvere la Questione Meridionale significa ancora risolvere le difficoltà dell’Italia. La discussione è stata colma di entusiasmo, alle domande dei giornalisti, le persone accorse ad ascoltare i segretari nazionali di Cigl, Cisl e Uil non hanno esitato ad applaudire ma soprattutto ad ascoltare attentamente quanto detto. Prima di dare inizio all’incontro, tenutosi in Piazza Portosalvo, i tre segretari hanno ascoltato la voce dei 42 sindaci della Locride durante l’incontro avvenuto nell’Aula del Consiglio Comunale di Siderno.

Il presidente dell’Assemblea dei Sindaci della Locride, Caterina Belcastro, ha illustrato ai segretari confederali un documento corposo e ricco di quelle puntualizzazioni destinate ad essere non il solito pianto della disperazione ma una mappa di criticità da tenere in considerazione per poter realizzare e consolidare in un futuro molto breve l’avvio di una inversione di tendenza. Il dato di particolare interesse, fornito nei vari interventi, si è materializzato nella diffusa consapevolezza dettata dalla necessità di guardare alle competenze ed alla capacità di predisporre progetti che siano in linea con gli indicatori europei. Personalmente, ho inteso la consistenza di questo passaggio, come un vero e proprio spartiacque rispetto al passato. Sappiamo benissimo che i ricordi dell’assistenzialismo sono ancora vivi nella memoria del nostro tessuto sociale.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, persone in piedi, attività all'aperto, folla e il seguente testo "Sud"

Sappiamo anche che è diffusa una resistenza sociale al cambiamento che passa proprio nel non percepire le opportunità, poste alla nostra attenzione dall’Europa, come una straordinaria opportunità di crescita strutturale. Proprio su questa linea si sta rischiando di bruciare il tempo, le occasioni e le opportunità.  Spesso si intravede nell’eccesso di confronti, proposte e discussioni animate la perdita di vista degli obiettivi. Questa volta, per la prima volta a mia memoria, non ci viene proposta l’idea di costruire una cattedrale nel deserto ma ci viene offerta l’occasione di rendere il deserto un piccolo arredo destinato ad arricchire la bellezza dell’opera. Insomma, se in passato era importante costruire opere per spendere soldi, questa volta saremo chiamati a progettare opere che dovranno generare opportunità concrete in tempi molto brevi.

Ci saranno anche importantissime riforme da presentare all’Europa e proprio su questo campo, bisogna iniziare a lavorare predisponendosi ad un diverso approccio nel quale le rispettive posizioni praticate dal mondo della politica, secondo una mia visione, dovranno pur mantenere le radici partitiche ma bisognerà riuscire a superare quei limiti invalicabili, paragonabili ai muri invalicabili che nel Secolo scorso chiamavamo ideologie ed aprire all’idea del bene comune. Proprio mentre gli interventi dei massimi rappresentanti sindacali si alternavano, il mio pensiero andava alle difficoltà quotidiane vissute dai Sindaci di questo territorio. Al costante assottigliamento della disponibilità di Risorse Umane negli uffici, alle difficoltà di poter avviare concorsi pubblici per assumere dirigenti ed impiegati preparati per poter affrontare le nuove sfide, principalmente quelle inerenti ai fondi destinati al Sud, pensavo alla macchinosità della burocrazia ed al numero di autorizzazioni, permesse e delibere per realizzare opere che nella media non verranno concluse prima di 15-20 anni dalla progettazione.

Pensavo alla necessità di poter dialogare con i giovani professionisti, facendo comprendere loro che questo territorio ha bisogno del loro entusiasmo, delle loro idee, della loro visione per poter diventare un modello competitivo. Pensavo a quanti commentavano le prime foto postate sui social, con lo stesso sarcasmo e sfiducia di sempre, sentimento che molto spesso questo territorio ha visto crescere perché il politico ha chiesto il voto in cambio di un favore poi non rispettato. Pensavo al magone di quei genitori che hanno visto partire i loro figli per studiare in altre regioni d’Italia e poi rimanerci per sempre perché questa terra non ha dato lavoro ma spesso ha costretto ad emigrare. Questa mattina pensavo alla bellezza dei sogni e soprattutto pensavo alla forza dei sognatori. Dopo il Piano Marshall, occasione che ha consentito all’Italia di rialzarsi, stiamo assistendo ad una misura che interesserà il Meridione, storicamente collocato in antitesi allo sviluppo avvenuto nel Settentrione. Se allora mancava il capitale intellettuale per compiere il salto di qualità, ricordiamo che nell’immediato dopoguerra il tasso di analfabetismo nel meridione aveva una percentuale a due cifre, oggi, seppur in presenza di un divario Nord-Sud, potremmo essere agevolati dall’occasione offertaci dall’Europa che ha individuato nel Meridione l’area con maggiore bisogno di investimenti.

Per raggiungere l’obiettivo, dovremo svolgere un delicatissimo ruolo di facilitatori di sistema. Se tale affermazione appare difficile, la renderò più semplice declinandola con una semplice indicazione: confrontiamoci, discutiamo ma cerchiamo di non litigare. Il divide et impera, ha condotto sempre alla miseria i popoli. È questa la grande occasione per il Sud. (fr)

In copertina, il sociologo Francesco Rao con Maurizio Landini, segretario generale Cgil

Incidenti sul lavoro, Fenealuil, Filca Cisl, Fillea Cgil: Siano convocate organizzazioni sindacali delle costruzioni

I segretari della Fenaluil CalabriaMaria Elena SeneseFilca CislMauro Venejelo, e Fillea Cgil CalabriaSimone Celebre, hanno ribadito che «il tema della  sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere tenuto al centro dell’attenzione delle istituzioni competenti», e chiedono alla «politica e agli organi competenti di dare risposte concrete» e alle direzioni territoriali del Lavoto (Itl), di «convocare le organizzazioni sindacali delle costruzioni, che da tempo hanno messo  al centro della propria azione il contrasto ad ogni forma di irregolarità o di dumping contrattuale  all’interno dei cantieri edili».

«Da parte nostra – si legge in una nota – improntati come siamo alla totale ricerca del dialogo sociale, siamo pronti al confronto  franco e di merito sulle questioni. Non si può perdere più tempo, bisogna fermare questa mattanza che, ogni giorno, segna numeri  crescenti. Ogni luogo di lavoro deve essere sicuro e legale, con la salute delle lavoratrici e dei lavoratori  – già a rischio per l’epidemia da Covid-19 che ancora non è stata debellata – non si può scherzare».

«I dati raccolti dai nostri Rlst ( Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale) – hanno spiegato i segretari – in pochi  mesi di azione presso i cantieri distribuiti lungo tutta la dorsale calabrese, sono preoccupanti. Ci dicono  che la sicurezza nei cantieri è declinata ad optional, che la ricerca e l’utilizzo di contratti diversi da  quello edile è una prassi consolidata, che il lavoro nero è sempre più diffuso. Bisogna avere rispetto  per chi lavora e per chi il lavoro lo cerca. La battaglia unitaria sulla sicurezza che stiamo portando  avanti da tempo serve a salvare vite umane, serve a dire che questo Paese deve ripartire in modo  diverso». (rcz)

 

Cgil, Cisl e Uil Calabria: Si trovino soluzioni per precariato sia per il pubblico che per privato

I segretari generali regionali di CgilCislUil CalabriaAngelo SposatoTonino RussoSanto Biondo, hanno sottolineato che «sul precariato la politica smetta di fare populismo: attraverso il lavoro, alle persone sia riconosciuta e restituita dignità. No al tentativo di creare e perpetuare sudditanze. Le persone non possono essere carne da macello elettorale».

«Da troppo tempo – hanno proseguito i tre sindacalisti – stiamo chiedendo un tavolo di confronto per affrontare le complesse problematiche relative alle diverse situazioni del precariato calabrese sedimentatesi nel tempo e per cercare, nel rispetto delle regole e non attraverso scorciatoie pasticciate che aggravano i problemi, le soluzioni più idonee per ognuna di esse. Soluzioni che devono essere trovate per il pubblico e per il privato. La dignità delle persone non può essere calpestata in un rimpallo di responsabilità che ha come unico risultato quello di mantenere i lavoratori nel limbo di una dipendenza alla quale coscienze consapevoli dei diritti non possono che dire basta».

«Siamo, ormai – hanno proseguito Sposato, Russo e Biondo – alla vigilia delle elezioni regionali. Ai candidati designati per la Presidenza della Giunta faremo pervenire il testo della piattaforma da noi diffusa il Primo Maggio scorso, La Calabria si cura con il lavoro, che costituisce per Cgil, Cisl e Uil il punto di partenza per qualsiasi dialogo anche sul precariato. Il problema del precariato si risolve con un piano vero per il lavoro. A partire dall’ambiente, da politiche industriali che includono la Calabria, dalla necessità di promuovere iniziative con investimenti pubblici attraverso le partecipate nazionali e con un ufficio unico del piano che metta insieme Calabria Verde, la Protezione civile, i consorzi riformati, per una grande pianificazione della manutenzione del territorio, della depurazione delle acque e del ciclo integrato dei rifiuti. Utilizzare al meglio i fondi europei, il Pnrr, è la sfida che lanciamo alla politica regionale, se ancora esiste».

«Se si vuole, sul serio – hanno concluso – dare una svolta a questa drammatica vicenda bisogna andare verso scelte perseguibili e risolutive. Il sindacato confederale è da sempre disponibile a un confronto vero e costruttivo per individuare, nel rispetto delle leggi e senza approssimazioni o espedienti populistici, le vie d’uscita verso un lavoro dignitoso e sicuro. Sia chiaro, una volta per tutte, che non si possono più accettare risposte vaghe a chi attende da anni un giusto riconoscimento per il proprio lavoro. Su questi temi non arretreremo di un millimetro, e non faremo sconti a nessuno». (rcz)

I sindacati in piazza a Cosenza contro i ritardi nel piano contro il covid e per la vaccinazione

Vaccini e sanità diritto per tutti è stato il let motiv che ha animato il sit in, in Piazza XI Settembre, a Cosenza, di Cgil CosenzaCgil PollinoCisl CosenzaUil Cosenza contro le criticità del sistema sanitaria e della campagna vaccinazione.

Il sit-in, a cui hanno partecipato anche l’Associazione La Calabria vista dalle Donne, e i segretari generali regionali di Cgil, Angelo Sposato, Cisl, Tonino Russo, e Uil, Santo Biondo, segue l’esposto-denuncia presso la Procura della Repubblica di Cosenza e presso la Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per la Calabria, per chiedere l’accertamento delle responsabilità per ritardi e disfunzioni nella campagna di vaccinazione anti Covid-19.

I sindacati, che rivendicano il diritto ad una somministrazione efficace e trasparente dei vaccini, il superamento dei ritardi cronici nell’implementazione del piano attuativo Covid, la garanzia del diritto alla salute oggi negato, hanno ottenuto l’incontro con Cinzia Guercio, vicario del Prefetto di Cosenza, dove sono state espresse le preoccupazioni di cittadini, lavoratori e pensionati e la richiesta di una forte attenzione del Governo nazionale e del Ministro alla Salute.

«Il ministro della Salute, Roberto Speranza – si legge in una nota di Uil Calabria – non perda di vista la Calabria, il caos vaccinale, il Sistema sanitario prossimo al collasso e un governo regionale non più legittimato non ci lasciano tanto tempo per rimettere tutto in sesto. Di certo la Calabria non può aspettare sino ad ottobre per vedere riconosciuti i suoi diritti».

«Vaccini e sanità – ha scritto su Facebook Tonino Russo, segretario generale della Cisl Calabria – sia un diritto per tutti, anche in Calabria. Per garantire ai cittadini calabresi una piena fruizione dei Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria va affrontata subito la questione del personale da anni costantemente sotto organico». (rcs)

 

I sindacati incontrano il Commissario Longo per caso Sant’Anna Hospital: Risposte per nulla soddisfacenti

L’incontro dei sindacati con il Commissario ad acta alla Sanità, Guido Longo e il direttore generale del Dipartimento per la Salute, Francesco Bevere, per discutere sul caso del Sant’Anna Hospital di Catanzaro, «non ha fornito risposte per nulla soddisfacenti, anzi, ci lascia ancora più dubbi di quelli che avevamo quando siamo entrati, soprattutto in merito al futuro della clinica che rischia di non riaprire mai più».

Un incontro, quello avvenuto a Catanzaro, che per il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, il segretario della Fp Cgil, Franco Grillo, Luigi Veraldi della segreteria regionale della Cgil, Luigi Tallarico della Cisl Fp Magna Grecia e Francesco Maltese della Uil Fpl Catanzaro, «lascia molti dubbi».

I sindacati, infatti, chiedevano un celere intervento per tutelare i livelli occupazionali e, nello stesso tempo, il diritto alla cura per centinaia di pazienti in attesa di interventi, controlli e visite specialistiche ma, l’incontro con la struttura commissariale, ha lasciato molti dubbi.

«In particolare – hanno spiegato – il commissario Longo ha ribadito che, dopo la relazione dell’Organismo Tecnicamente Accreditante che invia la relazione all’Asp, per il successivo parere che viene restituito alla Regione, restano delle prescrizioni da soddisfare prima del rinnovo dell’accreditamento. E che, soprattutto, in merito alla richiesta di procedere con un commissariamento pubblico come accaduto in altre cliniche nel paese, la struttura commissariale ritiene sia il caso di aspettare l’esito del ricorso al Tar presentato dal Consiglio d’amministrazione della clinica in merito ai ritardi accumulati nel rinnovo, che hanno portato alla crisi finanziaria e alla sospensione delle attività».

Una situazione straordinaria, quella del Sant’Anna Hospital, che meriterebbe delle risposte fuori dal comune, ma «che non arrivano nei tempi celeri che abbiamo sollecitato. La clinica rischia di perdere le professionalità che l’hanno fatta diventare una eccellenza calabrese riconosciuta in tutto il Paese perché, quando saranno avviare le procedure di cassa integrazione per 240 dipendenti, i chirurghi che non hanno diritto agli ammortizzatori, non resteranno con le mani in mano ad aspettare mesi prima della risoluzione positiva della vertenza».

«Il dubbio più grande che ci attanaglia – hanno detto Scalese, Grillo, Veraldi, Tallarico e Maltese – è proprio quello relativo ad una precisa volontà di indirizzare i pazienti ad altre strutture, che siano in grado di sopperire le prestazioni garantire dal Sant’Anna per riempire quello spazio. Perdere questa eccellenza cardiologia sarebbe un enorme danno dal punto di vista occupazionale, perché la Calabria non può perdere nemmeno un posto di lavoro, e quindi economico-sociale, oltre che sanitario, perché sarebbe un duro colpo al sistema regionale messo già a dura prova da dieci anni di commissariamento».

L’Unione Sindacale di Base, invece, ha riferito che dopo la riunione dei capi gruppo con la Usb, il Consiglio comunale ha adottato una delibera di indirizzo contro la chiusura ed il mancato accreditamento del Sant’Anna Hospital.

«Atto politico – ha commentato la Usb – per “dire” ai commissari regionali e dell’Asp di Catanzaro, che la città non si può permettere di perdere 300 posti di lavoro, così come nessuno permetterà di rinunciare a perdere il diritto alle cure cardiologiche fornite dal S. Anna Hospital». 

Il sindacato, poi, ha parlato dell’incontro con la struttura commissariale: «riunione cominciata con un arroccamento del commissario – cui crediamo pure informato male – sul mancato accreditamento, sulle mancate richieste da parte dell’azienda già dal 2017. Fermo restando che l’Asp, pur in mancanza di richieste, ha pagato lo stesso le attività del S. Anna Hospital, solo 24 dicembre 2020, si sono accorti che mancava la richiesta di accreditamento! Cosa per altro smontata al commissario con una serie di Pec inviate e mai corrisposte».

«Con ampia trasparenza – ha detto il sindacato – come Usb abbiamo messo in mostra prima il dato occupazionale della città, ed i dati che il S. Anna Hospital ha accumulato nel solo anno 2020 con tutte le limitazioni Covid – 47% di tutti gli interventi regionali al cuore. Abbiamo avvalorato la necessità dell’accreditamento alla luce della sentenza del giudice di Catanzaro con la nomina di un consiglio di amministrazione con l’indirizzo di prosecuzione delle attività, in attesa della conclusione delle indagini a cui l’azienda è sottoposta che per quanto ci riguarda: chi ha responsabilità paga. Non certo il personale». 

«Del quasi completamento – ha proseguito il sindacato – delle prescrizioni richieste al S. Anna Hospital (si presuppone che se l’Asp chiede adeguamenti è implicito il proseguo e giammai lo stesso giorno la chiusura.) Dopo due ore di discussione, il commissario è apparso molto più convinto della necessità dell’accreditamento anche per riportare i Lea a parametri elevati nella regione, ha chiesto altro po’ di tempo per verificare anche quanto abbiamo proposto come Usb, di un traghettamento temporaneo fino a completamento delle attività giudiziarie per come è avvenuto in altri posti d ‘Italia».

Il sindacato, infine, ha chiesto al commissario Longo se i lavoratori del Sant’Anna continueranno a lavorare, ricevendo come risposta che il commissario sta «lavorando per la riapertura appena l’OTA l’organo tecnico di controllo attesta l’esecuzione delle prestazioni predispongo l’accreditamento».

Usb, quindi, ha riferito che «per il momento restiamo fiduciosi in una ripresa dell’operatività del S. Anna Hospital, le attività finora messe in campo hanno dato i primi risultati». (rcz)