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Rao e Landini

L’importanza delle competenze per la crescita e lo sviluppo

di FRANCESCO RAO –  L’occasione per il Sud. È stato questo il tema che ha riunito i vertici delle tre maggiori sigle sindacali Italiane a Siderno, Città di quella Locride che l’Europa indica come uno dei territori maggiormente segnati da una crisi sistemica che il tempo ha marcato con tratti apparentemente indelebili. 

Lunedì sera è stata l’occasione per intravedere da vicino e toccare con mano la futuribilità di un progetto che la Calabria in passato ha visto soltanto passare da lontano; respirare l’aria di ottimismo e incrociare gli sguardi delle persone che hanno scelto di trascorrere una serata per condividere un sogno comune che proprio il Pnrr può dare all’Italia e soprattutto alla Calabria è stato emozionante. Tutto ciò non è accaduto per caso.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 3 persone, persone sedute e il seguente testo "CGIL CISL #ripartiamodals ONE PERIL ABRIA"

Visti i natali di Pierpaolo Bombardieri e di Gigi Sbarra, rispettivamente di Pazzano e Marina di Gioiosa Ionica, si è materializzata l’occasione per poter contare anche sulla presenza di Maurizio Landini ed avviare un confronto molto ampio, su temi delicatissimi che riguardano il futuro dei nostri giovani, della nostra economia e del nostro sviluppo. Risolvere la Questione Meridionale significa ancora risolvere le difficoltà dell’Italia. La discussione è stata colma di entusiasmo, alle domande dei giornalisti, le persone accorse ad ascoltare i segretari nazionali di Cigl, Cisl e Uil non hanno esitato ad applaudire ma soprattutto ad ascoltare attentamente quanto detto. Prima di dare inizio all’incontro, tenutosi in Piazza Portosalvo, i tre segretari hanno ascoltato la voce dei 42 sindaci della Locride durante l’incontro avvenuto nell’Aula del Consiglio Comunale di Siderno.

Il presidente dell’Assemblea dei Sindaci della Locride, Caterina Belcastro, ha illustrato ai segretari confederali un documento corposo e ricco di quelle puntualizzazioni destinate ad essere non il solito pianto della disperazione ma una mappa di criticità da tenere in considerazione per poter realizzare e consolidare in un futuro molto breve l’avvio di una inversione di tendenza. Il dato di particolare interesse, fornito nei vari interventi, si è materializzato nella diffusa consapevolezza dettata dalla necessità di guardare alle competenze ed alla capacità di predisporre progetti che siano in linea con gli indicatori europei. Personalmente, ho inteso la consistenza di questo passaggio, come un vero e proprio spartiacque rispetto al passato. Sappiamo benissimo che i ricordi dell’assistenzialismo sono ancora vivi nella memoria del nostro tessuto sociale.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, persone in piedi, attività all'aperto, folla e il seguente testo "Sud"

Sappiamo anche che è diffusa una resistenza sociale al cambiamento che passa proprio nel non percepire le opportunità, poste alla nostra attenzione dall’Europa, come una straordinaria opportunità di crescita strutturale. Proprio su questa linea si sta rischiando di bruciare il tempo, le occasioni e le opportunità.  Spesso si intravede nell’eccesso di confronti, proposte e discussioni animate la perdita di vista degli obiettivi. Questa volta, per la prima volta a mia memoria, non ci viene proposta l’idea di costruire una cattedrale nel deserto ma ci viene offerta l’occasione di rendere il deserto un piccolo arredo destinato ad arricchire la bellezza dell’opera. Insomma, se in passato era importante costruire opere per spendere soldi, questa volta saremo chiamati a progettare opere che dovranno generare opportunità concrete in tempi molto brevi.

Ci saranno anche importantissime riforme da presentare all’Europa e proprio su questo campo, bisogna iniziare a lavorare predisponendosi ad un diverso approccio nel quale le rispettive posizioni praticate dal mondo della politica, secondo una mia visione, dovranno pur mantenere le radici partitiche ma bisognerà riuscire a superare quei limiti invalicabili, paragonabili ai muri invalicabili che nel Secolo scorso chiamavamo ideologie ed aprire all’idea del bene comune. Proprio mentre gli interventi dei massimi rappresentanti sindacali si alternavano, il mio pensiero andava alle difficoltà quotidiane vissute dai Sindaci di questo territorio. Al costante assottigliamento della disponibilità di Risorse Umane negli uffici, alle difficoltà di poter avviare concorsi pubblici per assumere dirigenti ed impiegati preparati per poter affrontare le nuove sfide, principalmente quelle inerenti ai fondi destinati al Sud, pensavo alla macchinosità della burocrazia ed al numero di autorizzazioni, permesse e delibere per realizzare opere che nella media non verranno concluse prima di 15-20 anni dalla progettazione.

Pensavo alla necessità di poter dialogare con i giovani professionisti, facendo comprendere loro che questo territorio ha bisogno del loro entusiasmo, delle loro idee, della loro visione per poter diventare un modello competitivo. Pensavo a quanti commentavano le prime foto postate sui social, con lo stesso sarcasmo e sfiducia di sempre, sentimento che molto spesso questo territorio ha visto crescere perché il politico ha chiesto il voto in cambio di un favore poi non rispettato. Pensavo al magone di quei genitori che hanno visto partire i loro figli per studiare in altre regioni d’Italia e poi rimanerci per sempre perché questa terra non ha dato lavoro ma spesso ha costretto ad emigrare. Questa mattina pensavo alla bellezza dei sogni e soprattutto pensavo alla forza dei sognatori. Dopo il Piano Marshall, occasione che ha consentito all’Italia di rialzarsi, stiamo assistendo ad una misura che interesserà il Meridione, storicamente collocato in antitesi allo sviluppo avvenuto nel Settentrione. Se allora mancava il capitale intellettuale per compiere il salto di qualità, ricordiamo che nell’immediato dopoguerra il tasso di analfabetismo nel meridione aveva una percentuale a due cifre, oggi, seppur in presenza di un divario Nord-Sud, potremmo essere agevolati dall’occasione offertaci dall’Europa che ha individuato nel Meridione l’area con maggiore bisogno di investimenti.

Per raggiungere l’obiettivo, dovremo svolgere un delicatissimo ruolo di facilitatori di sistema. Se tale affermazione appare difficile, la renderò più semplice declinandola con una semplice indicazione: confrontiamoci, discutiamo ma cerchiamo di non litigare. Il divide et impera, ha condotto sempre alla miseria i popoli. È questa la grande occasione per il Sud. (fr)

In copertina, il sociologo Francesco Rao con Maurizio Landini, segretario generale Cgil