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Mercoledì sit in alla Prefettura di Catanzaro dei tirocinanti di inclusione sociale

Mercoledì 13 dicembre NidiL Cgil Calabria, Felsa Cisl Calabria, UilTemp Calabria e USB FdS Calabria hanno indetto un sit in davanti alla Prefettura di Catanzaro, a partire dalle 10, a cui parteciperanno i tirocinanti di inclusione sociale calabresi.

«Ad oggi tutti i Tis – hanno detto i segretari Ivan FerraroGianni TripoliOreste ValenteSaverio Bortoluzzi – sono in attesa di vedere approvata una norma che preveda la loro contrattualizzazione. L’emendamento approvato a luglio scorso in merito alla loro stabilizzazione si è scontrato con l’impossibilità da parte degli enti utilizzatori ad applicarla stante la mancata copertura economico. Nello scorso novembre si è proceduto, dietro nostra richiesta a ripresentare un nuovo emendamento che prevedesse la loro contrattualizzazione a 18 mesi con relativa copertura finanziaria di 40 mln di euro. In una prima seduta il testo è stato riformulato cassando il comma relativo alla copertura finanziaria, ma successivamente è stato ritirato di fatto strappando ai TIS le prospettive per il futuro che si sta cercando di costruire».

«Sono circa 4000 lavoratrici e lavoratori – hanno proseguito – che tutti gli amministratori locali riconoscono essere ormai essenziali per l’erogazione di tutta una serie di servizi e che si sono ben integrati, nei circa 12 lunghi anni di formazione e tirocinio on the job, nella macchina amministrativa delle nostre comunità. Tutto ciò per ritrovarsi senza un regolare contratto, senza tutele previdenziali, senza diritti a ferie-malattie-permessi e con progetti che vengono rinnovati di anno in anno, attaccati alla speranza che si trovino le risorse o che vi sia la volontà politica di non staccare la spina».

«Anche alla luce di quanto più volte riferito dall’assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese, che ha più volte ribadito – hanno aggiunto – l’impossibilità economica per la Regione di prorogare indefinitamente la misura dei tirocini di inclusione sociale, la mancata approvazione di una tale norma pone due ulteriori problematiche: a) la prima, il venir meno di 4000 unità di personale (tra amministrativi e operai) che in quest’ultimo decennio hanno puntellato la macchina della pubblica amministrazione locale calabrese, con la conseguenza di un indebolimento della vivibilità nelle nostre comunità repentinamente private dei servizi da questi lavoratori erogati b) il crollo del reddito di 4000 famiglie, molte anche uni genitoriali e/o mono reddituali, che basavano sull’indennità di tirocinio la propria sopravvivenza e, conseguentemente, non indifferenti problematiche sociali e, in ultima analisi, anche di ordine pubblico.
Una situazione insostenibile che troppo spesso si riscontra nel mondo del lavoro calabrese, ma che diventa particolarmente inaccettabile se il datore di lavoro è lo Stato nelle sue articolazioni».

«Una situazione peraltro fortemente discriminatoria – hanno concluso – atteso che tirocinanti del medesimo bacino, ma operanti negli scorsi anni presso i ministeri della Giustizia, dei Beni Culturali e della Scuola, nel frattempo sono stati contrattualizzati per 18 mesi con risorse interamente statali. Per questa ragione, NIdiL CGIL, FeLSA CISL, UIL Temp e USB intendono promuovere una forte azione sindacale che coinvolga in maniera più incisiva soggetti istituzionali e sensibilizzare l’opinione pubblica». (rcz)