A Tropea conclusa la rassegna nazionale “Christmas Inside”

di CATERINA SORBILLI – Il Coro Polifonico “Don Giosuè Macrì” di Tropea si è fatto promotore di una serie d’eventi speciali durante questo periodo natalizio, illuminando ulteriormente le festività con una proposta musicale che ha saputo toccare il cuore delle comunità incontrate.

Le performance presentate hanno unito musica sacra e tradizione, mettendo in risalto la bellezza del repertorio e l’abilità interpretativa dei circa 40 membri del coro, guidato abilmente dal Maestro Vincenzo Laganà e presieduto con molta sensibilità dal dott. Paolo Ceraso.

Quello presentato è stato un repertorio vario che ha spaziato dai canti natalizi classici a quelli dialettali calabresi, nell’ottica della missione che lo stesso Coro, facente parte dell’associazione “Nazionale Federcori”, ormai da anni si è prefissato cioè non solo quella di celebrare la bellezza intrinseca alla musica, ma anche di sensibilizzare le nuove generazioni al suo valore sociale e alla cultura in senso lato.

Il tour natalizio, cinque concerti offerti in diversi comuni della Provincia di Vibo Valentia, ha fatto parte della rassegna nazionale Christmas Inside, essendo il Coro “Don Giosuè Macrì” associato alla federazione “Chorus inside Calabria”; ogni esibizione è iniziata con il “Cantate Domino” di Valentino Miserachs, creando un’atmosfera solenne e gioiosa. Poi, una serie di brani natalizi ha accompagnato gli ascoltatori in un viaggio musicale che ha incluso classici come “Adeste Fideles”, “Tu scendi dalle stelle” e composizioni della tradizione calabrese, come “Nesciu u Bambineu” “Allestimundi”, “Ch’è duci ‘stu figghju”, quest’ultimo canto interpretato dalla voce solista della Soprano Gemma Fazzari. Un momento particolarmente emozionante è stato proposto con il Magnificat anima Mea, scritto da don Marco Frisina per la voce della grande Mina, ed interpretato per questi concerti dalla soprano Claudia Andolfi.

Quindi non solo musica, per questa compagine musicale, ma essa si è distinta anche per il suo impegno verso il territorio con la sua attività che va oltre la performance artistica, cercando di portare la musica in luoghi dove è stato possibile offrire conforto e speranza in contesti particolarmente delicati come quello assistenziale-sanitario.

Il Coro “Don Giosuè Macrì” è già in cammino per l’allestimento di future esibizioni musicali come quella Mariana, nella sua quinta edizione, in occasione della festività della SS Madonna di Romania, e quelle in attesa della Santa Pasqua che lo vedrà esibirsi nella Via Crucis di don Macrì con testo di san Leonardo da Porto Maurizio e riflessioni del beato don Francesco Mottola e, ancora nel mese di giugno, la partecipazione alla decima edizione della “Lunga Notte delle Chiese”. (cs)

A Filadelfia pura emozione con il concerto di Capodanno

Sono state «due ore di pura emozione», il concerto di Capodanno organizzato dall’Associazione Musicale “Diapason – Giovanni Gemelli” e svoltosi all’Auditorium di Filadelfia.

Teatro gremito all’inverosimile e gente in piedi per assistere a uno spaccato musicale di alto livello e spettacolo scenografico coinvolgente. 

La “pièce musicale”, inoltre,  è stata l’occasione per il saluto di inizio anno della sindaca Anna Bartucca

Oltre a sottolineare la bellezza della serata, l’impegno e la bravura dei musicisti della “Gemelli”, la prima cittadina ha colto l’occasione per comunicare l’avvenuta conclusione della procedura di accesso agli atti ed il parere del Ministero dell’Interno che, con grande sollievo di tutta la comunità, non ha segnalato alcuna anomalia nell’operato dell’amministrazione comunale e non ha ritenuto di procedere alla scioglimento dell’ente. 

Il concerto, diretto magistralmente dai Maestri Francesco Conidi e Massimo Campisano, ed a cui hanno assistito anche, l’on. Francesco De Nisi, l’intera Civica Amministrazione, i Presidenti di numerose associazioni, il Colonnello della Guardia di Finanza, Rosario Masdea e alcuni allievi ufficiali del Corpo, autorità civili e religiose, ha avuto il suo preludio con l’esecuzione dell’Inno di Mameli. 

Poi il saluto e gli auguri del Presidente della “Gemelli, Bruno Giovanni Caruso, che ha presentato, tra l’altro, i nuovi giovanissimi esecutori e dato corso al programma. 

Sugli scudi l’esecuzione di nuovi brani di notevole livello tecnico. 

In scia all’anno della commemorazione appena conlcusosi, impoinente il ricordo di Giacomo Puccini affidato al brano “Nessun dorma”.  Quindi un brano di notevole difficoltà, eseguito magistralmente, il “ Klezmer Karnival”.  E, ancora, i brani tipicamente natalizi, tratti da note canzoni pop tra cui “What a wonderful Word”. 

Spazio anche alla nuova versione del brano  “il Gladiatore” nel ricordo, anche, delle direzioni del Maestro Colonnello Leonardo La Serra Ingrosso, direttore della banda musicale della Guardia di Finanza che per l’occasione ha inviato un caloroso messaggio all’ Associazione “Gemelli”. 

La serata, proseguita con la bellissima interpretazione canora di “Minnie The Moocher” del Maestro Giovanni Bartucca, si è conclusa, fra il tripudio e il coinvolgimento della platea, con l’esecuzione del  medley “Coldplay classics” e “ I will follow Him”, tratti dalla colonna sonora di “Sister  Act”. 

Cinque minuti di applausi finali  hanno “costretto” l’orchestra ad eseguire due bis. 

Sigillo finale con la richiesta di poter istituzionalizzare il Concerto di Capodanno e renderlo fruibile a più persone, stante le decine di istanze pervenute a cui, purtroppo, non si è potuto dare risposta. (rvv)

PALMI (RC) – Domenica il Concerto di Capodanno

Domenica 5 gennaio, a Palmi, alle 21.15, al Teatro Manfroce, si terrà il Concerto di Capodanno, con la partecipazione della Ukranian Radio Symphony Orchestra diretta dal Maestro Volodymyr Sheiko, con Giuseppe Albanese al pianoforte.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna Synergia, giunta alla sua 49° edizione, organizzata dall’Associazione culturale Nicola Antonio Manfroce, presieduta da Antonio Gargano.

La sobria eleganza dei tre movimenti del Concerto per pianoforte e orchestra in do maggiore K 467 n. 21 di Wolfgang Amadeus Mozart farà da apripista alla serata, che proseguirà con un repertorio prestigioso e caratteristico, a partire dal “Pomp and Circumstance – March” op. 39 n. 1 di Edward Elgar per continuare con l’Ouverture de “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini. Il corpo centrale del concerto è un omaggio alle tipiche melodie ed ai ritmi di Johann Strauss jr: “Acceleration valse” op. 234, “Bauern Polka” op. 276, “Im Krapfenwald’l” op. 336, “Egyptischer Marsch” op. 335, “Wo die Zitronen blühen” op 364, “Spanischer Marsch” op. 433. La conclusione è affidata all’ “Orfeo all’inferno – Can Can” di Jacques Offenbach, ed ancora a Johann Strauss jr, con “An der schönen blauen Donau” op. 314. 

Lunedì 6, invece, è in programma “Serata Romantica” a cura della Compagnia  Balletto del sud, uno spettacolo di poesia e danza dedicato a Giacomo Leopardi e al romanticismo Europeo, con la partecipazione di Andrea Sirianni, le Coreografie e ricostruzioni di Fredy Franzutti, su musiche di Fryderyk Chopin, Léo Delibes, Adolphe Adam, Nicolai Cerepnin, Giuseppe Verdi, Camille Saint-Saëns, Ferdinand Hérold, Cesare Pugni, Jean Schneitzhöffer, Jacques Offenbach e testi di  Giacomo Leopardi. (rrc)

COSENZA – Il regista Marco Martire parla dei suoi progetti futuri alla Commissione Cultura

La Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi di Cosenza, presieduta dal consigliere comunale Mimmo Frammartino, ha incontrato il regista cosentino Marco Martire, per parlare del  cortometraggio “Esisto, ma non vivo”,  l’opera prima di Martire che, sin dall’inizio della sua carriera, ha sempre toccato i temi del sociale.

L’attenzione verso i soggetti più fragili della vita di tutti i giorni sembra essere diventata una sua prerogativa. Il suo viaggio cinematografico, tra inclusione e innovazione – è stato sottolineato durante l’incontro a Palazzo dei Bruzi in Commissione cultura – è quello che ha preso le mosse, dopo una breve parentesi come attore, nel 2014 e nel 2017, proprio con la produzione del corto “Esisto ma non vivo”, di cui è protagonista un altro attore cosentino, Davide Carpino, anch’egli presente all’incontro di Palazzo dei Bruzi.

Il film affronta il delicato tema della sessualità dal punto di vista di un ragazzo con disabilità, con i pregiudizi che spesso ne accompagnano il percorso esistenziale.

«L’obiettivo del film – come ha spiegato lo stesso regista Martire – è quello di generare maggiore consapevolezza e comprensione nei confronti di questa particolare condizione, dando voce a coloro che la vivono personalmente e che si trovano ad affrontare le sfide quotidiane legate alla disabilità».

Sembra che il feeling con la Commissione cultura del Comune di Cosenza sia destinato a proseguire al fine di promuovere ancora messaggi sociali profondi e rafforzando il legame tra cinema e territorio.

«Il cinema – ha concluso Marco Martire – non è solo intrattenimento, ma uno specchio della società che ci invita a riflettere e a cambiare».

Inoltre, il 2025 segnerà la fine delle riprese del cortometraggio, dal titolo “Invisibili”, sempre diretto da Marco Martire, molto impegnato nel cinema sociale e di impegno civile.

Il progetto cinematografico di Martire affronta, attraverso il punto di vista di una insegnante (la protagonista è l’attrice cosentina Maria Pia Iannuzzi, da tempo stabilitasi a Roma) il tema della disabilità uditiva e di altre sfumature sociali che spesso risultano “invisibili” agli occhi della società odierna, come la fibromialgia, patologia di cui soffre la protagonista del corto.

L’insegnante di “Invisibili” ha un disturbo che le toglie la possibilità di vivere, ma ha dalla sua una grande capacità reattiva che, nonostante il dramma interiore, fa emergere la bellezza dei colori che la vita è ancora in grado di regalarle. Marco Martire è fiero di questo nuovo progetto che vedrà la luce proprio nel 2025. (rcs)

CONFLENTI (CZ) – Successo per Incontri d’Otre

Si è conclusa con il raddoppio delle presenze “Incontri d’Otre”, l’edizione invernale di “Felici & Conflenti”.

Dal 27 al 29 dicembre, il borgo di Conflenti ha accolto zampognari, suonatori, studiosi e appassionati provenienti da tutta la Penisola. Le giornate sono state animate da laboratori di organetto diatonico, danza del Reventino, canto tradizionale e zampogna, coinvolgendo oltre 50 partecipanti. I concerti e le feste serali hanno arricchito il programma, insieme all’ormai tradizionale raduno di zampognari al Santuario della Madonna di Visora.

La crescita dell’evento ha posto sfide logistiche, soprattutto riguardo alla disponibilità di posti letto in un periodo caratterizzato da condizioni climatiche rigide. In risposta, la comunità locale ha aperto le proprie case, accogliendo i visitatori e creando un’atmosfera di autentica ospitalità. Questo gesto riflette il profondo legame con il territorio e l’importanza attribuita alla condivisione delle tradizioni.

L’antropologo Vito Teti sottolinea come “«restare significa mantenere il sentimento dei luoghi e camminare per costruire qui ed ora un mondo nuovo».

In quest’ottica, eventi come “Felici & Conflenti” rappresentano un’opportunità per riabitare i paesi, valorizzando il patrimonio culturale e promuovendo una nuova etica dell’abitare.

«Queste parole racchiudono perfettamente lo spirito che anima Felici & Conflenti – dichiarano Alessio Bressi e Antonella Stranges, fondatori dell’evento –. Ogni edizione è una dimostrazione di come sia possibile ridare vita ai nostri paesi, costruendo un futuro che affonda le radici nelle tradizioni che li caratterizzano, sapendole anche interpretare».

Giuseppe Gallo, presidente dell’APS Felici & Conflenti, ha sottolineato come «la forza di questo evento sta nella comunità che si crea attorno, che va aldilà del semplice atto di ospitalità. È la dimostrazione concreta di come tutto questo possa essere atto di rinascita, perché in grado di coinvolgere persone, tradizioni e territori. Felici & Conflenti non è un festival, ma un nuovo modo di appartenere».

Incontri d’Otre 2024 ha offerto anche un viaggio nella tradizione culinaria calabrese, grazie alla partecipazione di chef locali che hanno reinterpretato piatti tipici, arricchendo l’esperienza dei partecipanti. Le “strine” itineranti, canti tradizionali natalizi, hanno animato le serate, creando momenti di festa condivisa nelle piazze di Conflenti.

Il successo di questa edizione invernale ha confermato l’importanza di mettere al centro la valorizzazione di tutte le tradizioni come buona pratica per lo sviluppo sostenibile delle aree interne, creando occasioni di incontro e scambio che rafforzano il tessuto sociale e promuovono una cultura dell’ospitalità e della condivisione. (rcz)

COSENZA – Al Rendano la commedia “Mettici la mano”

Domani – e domenica 5 gennaio – al Teatro Rendano di Cosenza, alle 20.30 e alle 18, in scena la commedia  firmata da Maurizio De Giovanni, “Mettici la mano”, con Antonio Milo, Adriano Falivene ed Elisabetta Mirra, per la regia di Alessandro D’Alatri.

L’evento fa parte della rassegna “L’Altro Teatro”, ideata da L’Altro Teatro, società guidata da Giuseppe Citrigno e Gianluigi Fabiano. Protagonisti Antonio Milo, nel ruolo del rigoroso brigadiere Maione, e l’eccentrico Bambinella, interpretato da Adriano Falivene. Il pubblico verrà trasportato nella primavera del 1943, a Napoli, in una tarda mattinata squarciata dalle sirene che segnalano il pericolo di un nuovo bombardamento. La scena sarà uno scantinato che farà da rifugio improvvisato a tre personaggi diversissimi ma in qualche maniera legati tra loro: Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, e il Brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina (interpretata da Elisabetta Mirra), una ventenne che ha sgozzato nel sonno il Marchese di Roccafusca, di cui la ragazza era la cameriera. Mentre fuori le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio, il dialogo tra i tre occupanti del rifugio si farà sempre più profondo e serrato, con una serie di riflessioni sulla vita, la morte, la giustizia, la fede, ma anche la fame e l’arroganza del potere. Il cartellone proseguirà poi con un grande spettacolo. Massimo Lopez e Tullio Solenghi tornano insieme con un nuovo straordinario show: saliranno sul palco del Teatro Rendano, martedì 14 e mercoledì 15 gennaio, con “Dove eravamo rimasti”. Insieme a loro, la Jazz Company, la band diretta dal maestro Gabriele Comeglio. (rcs)

A Lamezia concluse le celebrazioni per il Centenario di Franco Costabile

Si sono concluse, lo scorso 29 dicembre, a Lamezia Terme, le celebrazioni per il Centenario del poeta Franco Costabile.

Quella di sabato 28 dicembre, infatti, è stata una piacevolissima Convention – usando un termine anglofono in omaggio ad Alfredo Costabile, importante imprenditore italo-canadese, parente del Poeta – che ha finanziato totalmente, e con grande generosità, la statua dedicata a Franco Costabile, che oggi, grazie alla generosa disponibilità e talento dell’artista Maurizio Carnevali, ed alla certosina supervisione di Filippo D’Andrea, ideatore e coordinatore delle Giornate Costabiliane e studioso del Poeta, è diventata realtà.

Alla vigilia dell’inaugurazione del monumento la terza Giornata Costabiliana ha preso avvio con l’accogliente presentazione di Giacinto Gaetano, direttore del Sistema Bibliotecario Lametino. L’introduzione agli argomenti è stata poi definita da Filippo D’Andrea, che ha marcato la metodologia corale delle Quatto Giornate in riferimento ai temi ed alle discipline ermeneutiche e delle interpretazioni degli studiosi impegnati. 

Il primo intervento del dirigente Domenico Maria Mete, autore di un Vocabolario dialettale e massimo esperto di etimologia e ricerca storica nel vernacolo nostrano, ha esposto l’argomento su “Tracce di dialetto nella poetica del Costabile”, in cui ha spiegato come mai il poeta, pur così profondamente radicato nella vita del paese e del quartiere Miraglia, non abbia usato il dialetto nella sua produzione letteraria.

Ma non mancano tuttavia, dei termini che non sono da considerarsi “contaminatio” e neanche solecismi, bensì la cifra di ciò che il dialetto rappresenta. Bellissima l’esegesi di un termine: “Binidittella”, che Costabile usa in una sua poesia nella esatta accezione di prematura morte di un infante, la cui anima è certamente Benedetta in Paradiso! Sono stati citati altri vocaboli come: “catoi”, “cridenza”.

L’intervento di Maurizio Carnevali è stato illuminato dal suo sincero ringraziamento al benefattore Alfredo Costabile che, grazie alla concertazione di Filippo D’Andrea, si è impegnato economicamente nell’impresa. L’artista Carnevali ha condiviso con i presenti l’emozione creativa, oltre la tecnica della fusione a cera persa, richiamo alla classicità di cui siamo eredi. Ha ricordato le ragioni per cui, lui lametino adottivo, ha scelto di vivere a Lamezia, sentendosi “a casa” per la gente, la rete solidale, il tessuto veramente “connettivo”.

Lo Scultore ha affermato che la statua non ha un basamento ma posa direttamente nel terreno: il poeta è rappresentato, più che in un ritratto, in un gesto: quello del seminatore che prende le sue pagine-poesie di semenze e sparge con gesto etereo, ciò che sarà un raccolto vitale per i posteri, un lascito perenne.

Sono stati apprezzati intermezzi musicali con la marimba, suonata dall’allievo Francesco Vaccaro, del Liceo Musicale.

L’intervento di Francesco Polopoli, docente di latino e greco, filologo che da tempo collabora con Università e l’Enciclopedia Treccani, ha trattato il tema “Costabile tra il didattico e il divulgativo”  con l’impegno dei suoi allievi realizzando un breve docufilm “La rosa nel bicchiere” e toccando corde del verismo Costabiliano, soprattutto girando le scene proprio nei luoghi della giovinezza del poeta.

L’intervento di Cesare Perri, stimato psichiatra e poeta dialettale, sul tema “Costabile una personalità multiedrica: tratti psicologici”, con una psicoanalisi retroattiva che ha convinto, in quanto il tratto della malinconia, più che della depressione, è per statistiche cliniche, quasi sempre legato a condizioni di fitness cioè di quel “benessere complessivo” in cui è vissuto il Poeta. La assenza del padre prima, la sua assenza da padre nei confronti delle due figlie, la malinconia e la solitudine del bambino e dell’adulto, assommate sono implose nel gesto estremo.

Per salutare i convenuti, l’imprenditore Alfredo Costabile ha voluto sottolineare che partendo adolescente da Sambiase, come una tenera pianta ha potuto imparare un’altra lingua, altre usanze, un mestiere gratificante, ma niente avrebbe intaccato la forza delle sue radici, tanto più profonde oggi in cui la sua tenacia ha potuto realizzare una importante operazione che racchiude Arte, Cultura, Memoria, consegnando il monumento ai nuovi corsi della Storia.

Tina Mancuso ha declamato alcune poesie di Costabile, forti, toccanti come “lame di coltelli”.

Il 29 dicembre è stato inaugurato il monumento “Il Poeta seminatore” realizzato dal Maurizio Carnevali e finanziato totalmente dal’impresario Alfredo Costabile, con la consulenza letteraria e l’idea progettuale di Filippo D’Andrea, i quali sono intervenuti al momento storico con la presenza del vicesindaco Antonello Bevilacqua e l’assessore alla Cultura Annalisa Spinella, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale.

A completare gli atti del centenario della nascita di Costabile, nel quarto incontro si è seguita la traccia dell’ultimo saggio di Filippo D’Andrea dal titolo emblematico: “Franco Costabile, il poeta intellettuale della verità ferita”(Edizione Cantagalli, Siena). L’intervento di Giacinto Gaetano, ha lumeggiato l’espansione dei Programmi e delle attività del Sistema Bibliotecario Lametino che dirige.

È seguita la presentazione dei relatori da parte di Filippo D’Andrea, per poi continuare con l’introduzione di Luigi Mariano Guzzi che ha trattato “La poetica di Costabile: appunti  per una teodicea”  disegnando l’ipotesi di una visione marcatamente religiosa del Poeta sambiasino, e proponendo anche cenni di devozione popolare legate a san Francesco da Paola, “ Sole” per noi calabresi nonché per la devozione mariana , colta un’immagine diffusa nella sue poesie: “sud spilla d’oro alla Madonna di Pompei”.

Queste “narratio” appena tratteggiate , trovano immediato il riscontro nel lettore meridiano. Da chiedersi se un lettore di altre latitudini ne potrebbe avvertire la pienezza, la suggestione emozionale che deriva dall’appartenenza!

Ancora: lo sguardo critico del poeta “all’aragosta” nel piatto del cardinale, contrapposto a “le alici “nel piatto del contadino. Come sperare che si possano colmare queste paradossali distanze, che si possa inverare il senso religioso più autentico in una Chiesa opulenta e appariscente?

La teodicea in Costabile è già nel suo senso civico profondo, nella sua tagliente visione di quella realtà rurale deprivata e violata. In quel sofferto , inevitabile sradicamento; nel dipanare il fitto intreccio del bene e del male che della sua Terra costituisce l’anima.

L’intervento del professor Carmine Matarazzo, “La visione antropologia di Franco Costabile”, ha rintracciato con cura e forza espressiva alcuni frammenti di scritti Costabiliani, nei quali l’affanno del poeta, culminato nel gesto estremo, non è da considerarsi coraggio ne’ codardia ma Scelta! Al contrario di Leopardi che nel suo logorio ha scelto di vivere ed è rimasto compiuto dentro la propria infelicità . Costabile in quel suo errare interrogandosi sul senso della vita, di “quella condizione di vita”, ha scelto di stare con la schiena dritta, di non chinare il capo, di non alienarsi ma di trovare una propria via di fuga. Definitiva. Una libera scelta in contrasto con i riconoscimenti professionali, i traguardi raggiunti, le frequentazioni giuste. La sua Calabria “Rosa nel bicchiere” del resto è un fiore reciso, sradicato, colto nella bellezza struggente un attimo prima della fine.

È qui la stringente coerenza di un Uomo che si è fatto strada consumandosi nell’amore incondizionato immodificabile verso la sua Terra.

Letture di brani del libro “Franco Costabile. Il poeta intellettuale della verità ferita” è stata affidata alla interpretazione significativa di Franca Maria Mete, docente.

Il Coordinatore generale Filippo D’Andrea, ha espresso ringraziamenti, in chiusura, per l’impegno profuso, mai bastevole, in questo anno di ricerca-azione plurale sul poeta calabrese Franco Costabile. (rcz)

 

COSENZA – Al Museo dei Brettii e degli Enotri la tombolata

Domani pomeriggio, a Cosenza, al Museo dei Brettii e degli Enotri, alle 17, si svolgerà una speciale tombolatain cui, oltre al gioco tradizionale delle festività natalizie, la tombola, personalizzata con i reperti della collezione del Museo, si giocherà anche a un gioco di società che ci consentirà di conoscere meglio la nostra città, Cosenzopolis: jocamu curi Brettii(rcs)

A Cosenza il concertone di fine anno con Achille Lauro

È con il concerto di Achille Lauro che, a Cosenza, si saluterà il 2024 per dare il benvenuto al 2025.

L’appuntamento è a Piazza dei Bruzi, dove è stato allestito un mega palco, un 23 metri fronte palco per 12, con un’altezza di 180 cm, su cui saranno allestiti due schermi Video wall fronte palco 2×6 verticali.

Per volontà del sindaco Franz Caruso, e grazie alla disponibilità della DeDo eventi, sarà possibile seguire lo spettacolo musicale anche attraverso l’utilizzo di un led wall, dalle dimensioni di 4,5 m x 2,5 m, che sarà posizionato all’incrocio tra Corso Mazzini e Viale Trieste, nei pressi della scultura monumentale di Giò Pomodoro “Spirale ’82”, interessando, quindi, l’area lungo Corso Mazzini compresa tra viale Trieste e via Piave.

«C’è un clima di trepidante attesa per l’arrivo di Achille Lauro – ha dichiarato il sindaco Franz Caruso – un artista di straordinario valore non solo professionale, ma anche umano, che ha al proprio attivo un forte  impegno nel sociale e tra i giovani, che ci inorgoglisce. Grazie a questa scelta, di qualità, stiamo rilanciando a livello nazionale l’immagine ed il prestigio della nostra meravigliosa città».

«Cosenza risulta, infatti, sempre al primo posto nelle classifiche nazionali dei luoghi indicati per il Capodanno – ha proseguito – nonostante altre iniziative presenti in Calabria. Insomma, già nelle attese e con questo preludio stiamo bissando il successo degli anni scorsi per uno spettacolo, tra l’altro, che non è fine a se stesso, ma che alla valorizzazione della nostra realtà urbana ed al messaggio sociale che porta con sé Achille Lauro,  riuscirà anche ad offrire un trampolino di lancio per una vetrina di successo a diversi artisti locali che si esibiranno sin dalle 23.30».

«Sono soddisfatto delle scelte fatte – ha concluso Franz Caruso – e mi auguro con tutto il cuore che Cosenza possa godere a pieno del suo meritato Concertone, proseguendo anche per l’anno nuovo il percorso di crescita e di rilancio per il quale sto dando ogni mia energia». (rcs)

A Cosenza la mostra dei Presepi

di BRUNELLA GIACOBBEInaugurata l’8 dicembre 2024, prosegue fino al 6 gennaio 2025 – nella sala di rappresentanza della Caserma Paolo Grippo, sede della Stazione Carabinieri Cosenza Centro – la mostra di presepi organizzata dall’Associazione Italiana Amici del Presepio (A.I.A.P.) in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri. L’esposizione di queste opere a tema celebra il Natale attraverso una combinazione di arte, simbolismo e spiritualità. Accanto al tradizionale albero e alle decorazioni natalizie che animano l’atmosfera festiva, il presepe emerge come il simbolo per eccellenza dei valori cristiani e del vero significato del Natale.

Per il terzo anno consecutivo, artisti, membri dell’Arma e appassionati del presepio si sono uniti per rendere omaggio, con creatività e devozione, alla rappresentazione della nascita di Gesù, cuore della tradizione natalizia. Intitolata “Sia luce sul mondo”, l’esposizione richiama valori quali lealtà, fedeltà e onore, che rappresentano anche i principi fondanti dell’Arma dei Carabinieri.

Visitata la splendida mostra, abbiamo rivolto qualche domanda a Massimiliano Battaglia, presidente della Sezione A.I.A.P. di Cosenza, ivi presente.

– Gentile Battaglia, vediamo molti materiali utilizzati e molti scenari.

«Abbiamo voluto selezionare rappresentazioni diverse tra loro.  I materiali utilizzati sono legno, sughero, polistirolo, gesso soffiato, diorami costruiti con la tecnica catalana.

Abbiamo sia presepi storici che popolari, come ad esempio il grande presepe con la struttura del presepe napoletano che rappresenta uno scoglio abitato, quindi un borgo, realizzato dai fratelli Giordano di Monreale. Oppure il presepe popolare che rappresenta la cittadina di Scilla, realizzato da Teresa Elmo. I presepi storici sono invece quelli in stile palestinese».

–Abbiamo visto anche un pezzo antico.

«Sì, c’è un magnifico presepe dei primi del Settecento con pastori in cera».

–I presepi sono realizzati dai vostri associati e non, giusto?

«Esattamente, abbiamo pastori calabresi ma anche pastori siciliani, pastori palermitani di artisti importanti come Paolo Biondo o Narracci che è uno scultore di Conversano. Abbiamo anche artisti stranieri come Daviu Montserrat dell’Andalusia e molti altri».

Quanti sono i presepi in mostra?

«Quest’anno è possibile ammirare 63 presepi e l’opera di Vincenzo Cristiano, un ragazzo di 14 anni ha vinto un premio alla Biennale d’arte Verona con la sua natività ed è stato recentemente premiato anche dalla Commissione Cultura della città di Cosenza».

–Da quanti anni organizzate questa mostra?

«Da diversi anni, ma è il terzo anno che si fa nella caserma dei Carabinieri, nel complesso monumentale dei Carmelitani. In passato abbiamo esposto a Palazzo Arnone e altri luoghi storici della città di Cosenza.

I nostri omaggi all’Arma risalgono anche ad anni fa, abbiamo fatto nel 2017 una mostra di presepi dal titolo Virgo Fidelis, in onore della protettrice dell’Arma dei Carabinieri. Lo scorso anno abbiamo esposto sempre qui, e il 2023 era anche l’anno in cui si celebrava l’ottocentenario della nascita del presepe, voluto per la prima volta da San Francesco d’Assisi».

Durante l’inaugurazione dell’8 dicembre, il comandante della Legione Carabinieri Calabria, Generale Riccardo Sciuto, sottolineò il profondo significato dell’iniziativa con questa dichiarazione: «Questa è forse tra le più belle iniziative di quest’anno che l’Arma organizza insieme a rappresentanti delle diverse comunità. Condividiamo con la cristianità, con il cattolicesimo, molti dei principi fondamentali: la prossimità, la vicinanza ai più poveri, ai più deboli. E tutto sommato i presepi rappresentano anche questo, cioè la Natività in casa di ciascuno, in modo che ciascuno possa ispirarsi a quei valori che la cristianità e la Natività, in questo caso, portano con sé». Ed effettivamente anche queste parole abbiamo riscontrato visitando la splendida mostra. (bg)