IL PROBLEMA MOBILITÀ FRENA LO SVILUPPO
IN CALABRIA TRASPORTI DA RIQUALIFICARE

Quanto pesa nel mancato sviluppo regionale l’inadeguatezza dei trasporti per gli studenti e i pendolari? La mobilità è uno dei principali problemi che il Recovery Fund dovrebbe aiutare a risolvere, soprattutto nella logica di investimenti infrastrutturali che non si esauriscano soltanto con le grandi opere, ma affrontino il disagio per i viaggiatori reso ancora più evidente dalla pandemia. Serve pensare a interventi strutturali, ma anche a precise politiche di agevolazioni che vengano incontro alle esigenze della popolazione più giovane e più colpita dalla crisi provocata dal coronavirus. In altre parole, la politica regionale non può ignorare la scarsa funzionalità dei collegamenti tra le città e i comuni della provincia e, ancora peggio, tra gli stessi capoluoghi della regione, con difficoltà che da anni aspettano di trovare soluzioni definitive.

La sezione giovani del movimento politico Italia del Meridione ha elaborato un documento è una buona base di partenza per un confronto dialettico tra le nuove generazioni e l’Istituzione regionale. «I trasporti – si legge in una nota di IDM Giovani – sono di fondamentale importanza per la prosperità di un territorio, per la vita e lo sviluppo di ogni comunità; la circolazione di merci, persone e qualsiasi attività che noi svolgiamo di fatto richiede l’utilizzo di sistemi di trasporto adeguati ed efficienti. Al giorno d’oggi però nonostante i numerosi progressi tecnologici, i trasporti stradali e ferroviari non risultano essere sempre adeguati allo svolgimento di questi bisogni, soprattutto in Calabria.

«Come movimento politico riceviamo diverse segnalazioni in merito ai disagi e sempre più marcati soprattutto in quelle situazioni al limite del paradossale. Basti pensare al continuo rincaro dei ticket e abbonamenti da parte delle Agenzie di trasporto che hanno aumentato i prezzi anche durante la pandemia. Tale strategia oltre a rivelarsi fallimentare, ha penalizzato da un punto di vista economico gli utenti, lavoratori e studenti, costretti a spostarsi attraverso mezzi di trasporto pubblico con ulteriori disagi sia a causa della capienza limitata (per il distanziamento all’interno del mezzo), sia per la scarsa igiene, pulizia e sanificazione degli stessi. Viaggiare in sicurezza oggi più che mai dovrebbe essere garantito sia in termini di qualità del servizio sia delle infrastrutture.

«Le criticità principali che affliggono il sistema calabrese dei trasporti sono ben note: la mancanza di integrazione intermodale); l’incertezza nei tempi di realizzazione delle opere. Individuare quei crono-programmi che giacciono inermi da anni al fine di attingere al Recovery fund diventa allora fondamentale. Queste questioni portano immediatamente ad un’analisi, anche sommaria, delle principali infrastrutture presenti sul territorio regionale che partendo dal porto di Porto di Gioia Tauro passa attraverso l’assenza di intermodalità penalizzata dall’obsolescenza delle infrastrutture ferroviarie e stradali e arriva al trasporto aereo. Queste infrastrutture sono ad oggi debolmente integrate tra loro e sono caratterizzate da una bassa qualità funzionale, quindi hanno un modesto impatto sullo sviluppo economico regionale ed oltre a non rispettare i parametri di efficienza ed efficacia si aggiunge la mancata attuazione dei piani concernenti la mobilità sostenibile.

«Al fine di adeguarsi al mercato per fornire servizi di buona qualità a basso impatto ambientale è necessario un ammodernamento degli stessi e spesso le Agenzie si vedono negati prestiti o leasing. Dunque il quadro che si delinea in merito ai trasporti non è certamente confortante, in quanto le problematiche sono diverse e necessitano di risposte rapide e certe. E se si pensa che basti solo elencare le soluzioni per far sì che le reti ferroviarie, stradali, aeree e portuali funzionino correttamente, sarebbe come non vedere il vero male che affligge questa terra. Ci siamo posti la domanda di quanti milioni di euro sono arrivati per la riqualificazione dei nostri trasporti? Sicuramente pochi, perché il Sud ha da sempre accolto le briciole dai fondi destinati all’Italia. Allora parlare delle grandi opere da realizzare in Calabria ha senso se i nostri rappresentanti hanno da tempo smesso di partecipare ai tavoli per discutere “dei” e “su” i grandi temi? Di certo non è la sola meritocrazia che deve prevalere, bensì quegli uomini e donne visionari in grado di rendere la Calabria, coinvolgendo tutte le provincie e comuni che la compongono, per un modello che rispecchi la green economy e quindi lo sviluppo sostenibile.

«Visione significa guardare alla realizzazione anche delle grandi opere, funzionali anche alle altre. La questione del Ponte sullo Stretto è emblematica ma quanto mai necessaria per allo sviluppo economico del Sud, una concreta opportunità per far decollare finalmente l’economia meridionale e per accorciare le distanze fisiche ed economiche che separano la Sicilia dal resto dell’Italia e dove la Calabria gioca un ruolo cardine. Il grande problema della valorizzazione ottimale dei territori meridionali deve diventare il nodo centrale sia dell’Italia sia dell’Unione Europea.

«Viviamo in un mondo interconnesso, un luogo in cui muoversi in maniera agile e veloce significa crescere ed assumere una posizione di centralità. La Calabria è, quindi, chiamata a trovare delle soluzioni per uscire da questa condizione che la rende periferica e poco appetibile dal punto di vista del turismo, nonostante le enormi potenzialità che possiede ma anche come investimenti privati. Ci troviamo di fronte alla sfida cruciale, bisogna assumersi la responsabilità di essere cittadini partecipi della crescita delle proprie realtà, parte attiva di un cambio di rotta che deve vedere soprattutto noi giovani al centro delle decisioni soprattutto politiche, e laddove esse mancano diventare noi stessi interlocutori delle istanze da portare avanti. Non è più il tempo delle attese ma della realizzazione attraverso le opportunità che vengono dai fondi europei e che oggi più che mai si presentano con il Recovery fund che ha alla base proprio l’abbattimento di ogni divario, nord – sud in primis. Investire sui nostri territori, sulla nostra terra, significa investire sul nostro futuro che ha sempre più bisogno di ponti e di autostrade per potersi collegare al resto del mondo». (ed)

 

Presentato il Piano Operativo di Accessibilità del servizio ferroviario

27 nuovi treni e il rifacimento di 18 stazioni. È ciò che prevede il Piano Operativo di Accessibilità per il servizio ferroviario della Regione Calabria, illustrato dall’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo.

Hanno partecipato all’iniziativa il direttore regionale di Trenitalia, Domenico ScidaPier Paolo OllaAndrea Destro e Davide Mistretta di Rfi, Francesco Cribari e Tiziana Corallini, rappresentanti di Artcal, e il dirigente del settore regionale Infrastrutture, Francesco Tarsia.

Il Piano, redatto da Trenitalia e Rete ferroviaria italiana e condiviso dalla Regione Calabria e dal’Autorità regionale dei trasporti (Artcal), contiene tutte le azioni necessarie per il miglioramento dell’accessibilità del servizio ferroviario calabrese, con particolare attenzione ai passeggeri a mobilità ridotta.

Il progetto, nello specifico, prevede l’acquisto, da parte di Trenitalia, di 27 treni di nuova generazione, di cui quattro già consegnati nel 2020. A Rfi spetta, invece, il rifacimento di 18 stazioni ferroviarie. Tra queste, quelle di Reggio Calabria e Gioia Tauro sono già state completate, mentre quelle di Paola e Lamezia Terme sono in corso di realizzazione. Le restanti dovranno essere ultimate entro il 2026.

«Oggi – ha spiegato l’assessore Catalfamo – vogliamo condividere il Piano, previsto dal contratto di servizio tra la Regione Calabria Trenitalia, Rfi e Artcal, con tutte le associazioni e i comitati interessati. Il Piano riguarda l’acquisto di treni di ultima generazione e il rifacimento delle stazioni ferroviarie. In questi mesi  si è lavorato intensamente perché questo Piano fosse operativo, a garanzia della piena accessibilità dei servizi ferroviari per i cittadini calabresi e, principalmente, per le persone con mobilità ridotta».

«Il nostro obiettivo – ha evidenziato l’assessore – è di garantire completa accessibilità ai servizi ferroviari, per questo abbiamo previsto anche le Easy station, che contemplano pianali in quota, percorsi tattili e tutti gli accorgimenti necessari per consentire la massima fruibilità ai passeggeri con mobilità ridotta». (rcz)

La Regione stanzia quasi 140 milioni per il rinnovo del parco mezzi in Calabria

Sono quasi 140 milioni di euro la somma che è stata stanziata per il rinnovo del parco autobus dedicato al Tpl. Lo ha reso noto l’assessore regionale ai Trasporti, Domenica Catalfamo, spiegando che l’intervento «è rivolto all’acquisto di bus e relative infrastrutture di supporto da assegnare alle aziende municipalizzate per il trasporto pubblico locale urbano e alle società che operano in ambito extraurbano».

L’investimento, finalizzato all’ammodernamento e al potenziamento delle flotte esistenti, si aggiunge al piano di 11 milioni di euro e di 27 milioni di euro approvati dalla stessa giunta con delibere n. 54/2020 e n. 335/2020.

«Un’ulteriore azione – ha proseguito l’assessore Catalfamo  – volta a concretizzare l’ammodernamento della flotta adibita esclusivamente al Tpl con circa 600 mezzi nuovi che concorreranno ad innalzare della qualità dei servizi, a rendere effettivamente attuabili i livelli minimi di servizio ed accedere alle ultime fasi per l’avvio delle gare di affidamento del servizio di trasporto pubblico locale».
«Infatti, con il rinnovo dei mezzi – ha aggiunto l’assessore – vi sarà un ulteriore significativo abbattimento dell’età media di vetustà dei mezzi dedicati al servizio di trasporto pubblico locale urbano ed extraurbano che prevederà anche l’accesso e la fruizione dei bus ai passeggeri con ridotta capacità motoria, come più volte richiesto dalle associazioni per la tutela dei diversamente abili, verso cui si continuerà a prestare tutta la necessaria attenzione».
L’assessore Catalfamo ha concluso ribadendo, «come già evidenziato per la precedente tranche di finanziamenti, che i nuovi bus saranno caratterizzati da elevate prestazioni energetiche e contribuiranno a dare impulso al nuovo corso del sistema dei trasporti regionali che dovrà sempre più garantire una mobilità efficiente ed ecosostenibile». (rrm)

Ferro (FDI): Il Governo faccia chiarezza sui rallentamenti dei Freccia

La deputata di Fratelli d’ItaliaWanda Ferro, chiede al Governo di chiarire sulla «sostituzione dei treni e sull’aumento dei tempi di percorrenza delle Frecce che collegano Roma a Reggio Calabria».

«Basta visitare il sito di Trenitalia – ha spiegato Wanda Ferro – per accorgersi che le Frecce di Trenitalia hanno inspiegabilmente allungato i tempi di percorrenza delle loro corse e se fino a domenica 20 settembre da Reggio Calabria a Roma Termini (e viceversa) si impiegava poco più 5 ore, il Freccia Argento scompare e viene sostituito dal Freccia Rossa che impiega 6 ore e 15 minuti».

Wanda Ferro, richiama  la denuncia di Federalberghi, che ha spiegato come «il collegamento veloce della Calabria con la Capitale e con il resto d’Italia sia un diritto da garantire per un intero territorio. Le Frecce erano oramai parte integrante degli spostamenti dei calabresi. Lo dimostra il fatto che erano sempre piene».

«Paradossalmente – ha proseguito la parlamentare di Fratelli d’Italia –  solo pochi giorni fa il ministro Giuseppe Provenzano aveva affrontato il tema dell’Alta Velocità proprio a Reggio Calabria, chiedendo un’accelerazione per spingere il progetto sulla linea Salerno-Reggio, precisando che «l’impegno del Governo non è un semplice ammodernamento di quella tratta, ma una vera e propria revisione per trasformarla in tratta ad alta velocità di rete e per assicurare un servizio adeguato agli standard del 2020. Su questo bisogna accelerare, di molto».

Per questi motivi, la deputata di Fratelli d’Italia ha chiesto ai rappresentanti del governo se siano a conoscenza della situazione denunciata, e «per quali motivazioni Trenitalia ha deciso di sostituire i treni ad Alta Velocità che collegavano Reggio Calabria a Roma, soprattutto in considerazione dell’assenza di un’offerta di mobilità alternativa “adeguata agli standard del 2020”, per usare le parole del Ministro per il Sud». (rp)

Autostrade del mare. Cisl: ripensare le strategie dei trasporti

Secondo la Cisl Calabria, per voce del suo segretario regionale Tonino Russo, «Nel dibattito sul trasporto di persone e merci da e per la Calabria deve assolutamente entrare un protagonista di primo piano: il mare. Anzi: le autostrade del mare».

Ecco le considerazioni della Cisl.

La discussione sui treni – meglio: sulle infrastrutture sulle quali i treni si muovono – deve infatti allargarsi alle altre vie di comunicazione per pensare allo sviluppo della Calabria in termini progettuali, con lo sguardo rivolto al futuro. Non è più il tempo delle toppe su un vestito troppo lacerato. Facendo tesoro dell’esperienza accumulata in termini di fallimenti, di mancata crescita, di impiego sbagliato di risorse, di tagli negli investimenti e di marginalità nei movimenti di persone e merci, è giunto il momento di ragionare in termini strategici e di rete e non per compartimenti stagni. A tre parole chiave – treni, mare, strade – corrispondono infatti grandi infrastrutture che devono essere create, ripensate o potenziate e che hanno nomi precisi: alta velocità ferroviaria, Porto di Gioia Tauro e sistema portuale della Calabria, rete viaria primaria e secondaria; grandi infrastrutture che possono far uscire la nostra regione dalla marginalità.

Se si considera l’ipotesi di lavoro riproposta in questi giorni dal prof. Francesco Russo, di un’Alta Velocità LARG per il trasporto ferroviario nazionale dei passeggeri, si può certamente pensare al trasporto delle merci via mare sui due versanti tirrenico e adriatico-ionico. I due versanti collegano l’Italia in tutta la sua lunghezza, con la possibilità di utilizzare una serie di porti intermedi, valorizzando sia le potenzialità del Porto di Gioia Tauro come hub per il transhipment dall’Europa e dai Paesi extraeuropei per il Mediterraneo e viceversa, sia quelle ad oggi inesplorate dei Porti nazionali di Corigliano e Crotone come snodi sullo Jonio delle autostrade del mare, supportate dall’asse ferroviario merci in completamento che congiunge già oggi la Piana di Sibari con il Nord Italia e con l’Europa.

Ferrovie

Proviamo a spiegarci meglio. L’alta velocità ferroviaria che il MIT propone oggi per la Calabria, con il collegamento Salerno-Reggio, sembra essere – come ha richiamato in questi giorni il prof. Russo – l’Alta Velocità di Rete (AVR), cioè una ristrutturazione delle linee tirreniche attualmente esistenti, consentendo il trasporto merci su treni pesanti, ma portando la velocità dei treni passeggeri su tutta la tirrenica ad un massimo di 200 km/h, con un investimento economico, dell’ordine di 8-10 miliardi almeno, sproporzionato rispetto alla reale riduzione dei tempi di percorrenza (non più di venti minuti). Sarebbe, appunto, la toppa sul vestito lacerato.

Ci vuole invece un vestito nuovo. L’AVR è, infatti, una tecnologia non utilizzata nel principale itinerario Salerno-Milano: da Salerno verso Nord e sulle trasversali del Nord sono state realizzate o sono in fase di progettazione linee AVAC (Alta Velocità/Alta Capacità) che consentono velocità massime ben superiori, tra i 300 e i 350 km/h, e supportano il traffico dei treni merci pesanti. Le linee AVAC avrebbero costi consistenti nel Sud del Paese, stimati nell’ordine di 20 miliardi almeno.

Siamo, quindi, condannati ad un’Italia a due velocità anche sul piano del trasporto ferroviario? No, se si riprende la proposta formulata negli anni scorsi dalla Regione Calabria: realizzare – sulla base dell’esperienza di altri Paesi europei, come Francia e Spagna – una linea AVL, Alta Velocità LARG (Lean, Agile, Resilient, Green), “con progettazione snella ad altissimo tasso tecnologico, svincolata dalle pesantezze dei treni merci tradizionali, solida e capace di far fronte ai rischi naturali meglio delle infrastrutture attuali, con grande caratterizzazione ambientale”, che consentirebbe una velocità di 300-350 km/h.

Questa tecnologia non permetterebbe il traffico dei treni merci pesanti da 2000 tonnellate e servirebbe prevalentemente al trasporto passeggeri, consentendo di collegare in pochissime ore al resto del Paese le regioni del Meridione, attualmente (e per il futuro, se si pensa solo all’AVR) escluse dalla velocità 300-350 km/h; alleggerirebbe, quindi, il traffico autostradale e quello aereo e l’impatto ambientale sarebbe notevolmente ridotto. Una soluzione che sarebbe in linea, tra l’altro, con l’attuale politica comunitaria di utilizzare il traffico aereo per lo spostamento all’estero e quello ferroviario per gli spostamenti all’interno dei diversi Paesi, decongestionando gli aeroporti.

Le linee ferroviarie attualmente esistenti possono, inoltre, essere potenziate con l’AVR. Questo è particolarmente necessario per il percorso adriatico-ionico, per il quale si deve procedere al completamento dell’elettrificazione di tutta la linea e al raddoppio dei binari dove esiste ancora il binario unico e collegare finalmente Catanzaro, Crotone, Corigliano Rossano liberandole dall’isolamento.

Autostrade del mare

La vera sfida per il trasporto delle merci è dunque, in realtà, quella di lanciare le autostrade del mare, certamente meno inquinanti.

Questa soluzione consentirebbe una migliore qualità e una maggiore agilità dei servizi e aprirebbe prospettive nuove: per il Porto di Gioia Tauro, la cui attività negli ultimi mesi è peraltro aumentata e deve essere messo in condizione di svolgere in pieno il suo ruolo di hub del trasporto merci nel cuore del Mare nostrum; per i Porti nazionali dello Jonio – Corigliano e Crotone – si tratterebbe di definire funzioni di raccordo con il Mediterraneo e di collegamento con la Sicilia e con Malta, stante la possibilità di interscambiare mare e ferro nell’area di Corigliano con relativamente pochi interventi mirati.

Le autostrade del mare basate in un porto del Tirreno possono partecipare all’alleggerimento del traffico autostradale e del traffico di attraversamento dello Stretto con mezzi pesanti. In questo senso è quanto mai necessario chiudere in via definitiva la questione gateway nel porto di Gioia Tauro. Allo stesso modo è necessario pervenire all’immediato finanziamento da parte del Ministero delle Infrastrutture, con i fondi europei PON giacenti nelle casse dello stesso Ministero da anni, delle opere infrastrutturali interne al Porto. È grave ed inaccettabile che le uniche risorse certe per investimenti infrastrutturali siano quelle poste in campo dalla Regione Calabria per la realizzazione della Banchina Ovest. 

Le autostrade del mare basate in un porto dello Jonio, subito Corigliano e a seguire Crotone, possono permettere di collegare con servizi semplici e diretti i porti dei Paesi del Mediterraneo centrale ed orientale. L’importanza del porto di Corigliano è decisamente aumentata con il completamento dell’itinerario ferroviario merci ionio-adriatico. È da richiamare che questo è già considerato itinerario cruciale nel sistema dei corridoi commerciali merci definiti dall’Unione Europea. In questo senso è necessario pervenire immediatamente alla sistemazione del tratto Sibari-Corigliano per permettere lo scambio ferrovia-mare con l’utilizzo del grande porto della Sibaritide.

Bisogna, inoltre, valorizzare tutte le possibilità legate alla Zona Economica Speciale.

Strade

La terza parola chiave – strade – ci dice che devono essere sbloccate le risorse già programmate per il collegamento del Porto di Gioia Tauro alle grandi vie di comunicazione stradali e ferroviarie, risorse inesplicabilmente ferme a Roma, senza dimenticare il completamento dell’A2 e i lavori sulla S.S. 106, con particolare attenzione al macrolotto 3.

Ripensare con urgenza la questione trasporti

Chi deve fare i conti, potrà constatare che, a parità di investimenti, l’idea di cui parliamo tiene insieme trasporto merci e passeggeri, mettendo l’Italia e il suo Mezzogiorno al pari di altri Paesi europei concorrenti nell’industria del turismo e permette di riprendere lo sviluppo economico e la crescita del PIL anche grazie alla velocità negli spostamenti, così come si è verificato in altre zone del Paese e dello stesso Mezzogiorno, che hanno visto crescere di 7 punti percentuali in più proprio il PIL per la presenza dell’Altra Velocità.

Bisogna perciò aprire un serio dibattito con il Governo centrale e la Regione Calabria perché – conclude il Segretario generale della Cisl calabrese – è il momento di ripensare con urgenza la questione dei trasporti nel Sud e in Calabria. Le misure europee per fronteggiare la crisi economica possono offrire le risorse necessarie a liberare le regioni meridionali da una mortificante marginalità cui sono state condannate non per decreto divino, ma da politiche miopi». (rp)

Si ritorna al lavoro: più sicurezza e più corse
I treni dei pendolari sanificati giornalmente

Ritorno al lavoro per molte categorie rimaste bloccate dal lockdown. Si torna a viaggiare da pendolari, ma alla luce delle nuove norme di sicurezza. L’assessore regionale ai Trasporti, Domenica Catalfamo, annuncia che sono state incrementate le corse regionali dei treni per soddisfare le richieste dei pendolari che dalla settimana prossima riprenderanno a spostarsi per lavoro: «nello specifico – ha spiegato l’assessore – saranno 12 i treni in circolazione in più nella fascia pendolare mattutina e del primo pomeriggio, distribuiti sulle principali linee della Calabria, con un incremento di collegamenti sulle due direttrici tirrenica e ionica che porta l’offerta complessiva a 83 corse al giorno, pari al 43% dell’offerta standard».

Tutte le informazioni ed il nuovo orario dettagliato sono consultabili sulla sezione dedicata del portale regionale nonché sui sistemi di vendita (App e sito web) oltre che nella sezione Infomobilità del sito web: trenitalia.com:https://www.trenitalia.com/it/informazioni/Infomobilita/notizie-infomobilita.html

L’Assessore  ha rilevato come le modalità di erogazione del servizio da parte di Trenitalia siano in linea con l’applicazione sui treni delle misure di sicurezza previste dal DPCM del 26 aprile, anche attraverso l’informazione ai viaggiatori sulle norme comportamentali da adottare. In particolare, tutte le carrozze sono sottoposte ad operazioni di sanificazione e igienizzazione giornaliere con le modalità indicate dal Ministero della Salute.Risultano introdotti ulteriori servizi di igiene e pulizia a bordo treno durante il viaggio e sono stati installati dispenser di gel disinfettante per mani su tutti i convogli.

Inoltre, al fine di garantire il distanziamento sociale, si sta completando l’allestimento di tutta la flotta con marker sui sedili da non occupare, segnaletica sulle porte per agevolare la salita e la discesa dei viaggiatori ed indicazioni a terra per specificare la distanza da tenere in fase di discesa e per l’individuazione dell’uscita più vicina.

L’assessore Catalfamo, nel concludere, ricorda di rispettare le prescrizioni di sicurezza adottando un comportamento responsabile durante l’utilizzo dei mezzi pubblici, indossando sempre la mascherina protettiva, rispettando la distanza di sicurezza indicata dalle autorità sanitarie, le indicazioni e le informazioni presenti a bordo dei treni e nelle stazioni, collaborando con il personale a bordo treno ed utilizzando percorsi e porte di ingresso e uscita dai treni come indicato dai pannelli informativi.

«L’utilizzo del mezzo pubblico – ha concluso l’assessore Catalfamo – rappresenta certamente uno dei primi segnali di ripresa ed ai passeggeri deve essere garantito oltre che il massimo standard di sicurezza anche un livello di sevizio adeguato ed in linea con le altre aree del Paese». (rcz)

L’assessore Catalfamo: incrementate le corse regionali dei treni

L’assessore regionale ai Trasporti, Domenica Catalfamo, annuncia che sono state incrementate le corse regionale dei treni per soddisfare le richieste dei pendolari che dalla settimana prossima riprenderanno a spostarsi per lavoro: «nello specifico – ha spiegato l’assessore – saranno 12 i treni in circolazione in più nella fascia pendolare mattutina e del primo pomeriggio, distribuiti sulle principali linee della Calabria, con un incremento di collegamenti sulle due direttrici tirrenica e ionica che porta l’offerta complessiva a 83 corse al giorno, pari al 43% dell’offerta standard».

Tutte le informazioni ed il nuovo orario dettagliato sono consultabili sulla sezione dedicata del portale regionale nonché sui sistemi di vendita (App e sito web) oltre che nella sezione Infomobilità del sito web: trenitalia.com:https://www.trenitalia.com/it/informazioni/Infomobilita/notizie-infomobilita.html

L’Assessore  ha rilevato come le modalità di erogazione del servizio da parte di Trenitalia siano in linea con l’applicazione sui treni delle misure di sicurezza previste dal DPCM del 26 aprile, anche attraverso l’informazione ai viaggiatori sulle norme comportamentali da adottare. In particolare, tutte le carrozze sono sottoposte ad operazioni di sanificazione e igienizzazione giornaliere con le modalità indicate dal Ministero della Salute.Risultano introdotti ulteriori servizi di igiene e pulizia a bordo treno durante il viaggio e sono stati installati dispenser di gel disinfettante per mani su tutti i convogli.

Inoltre, al fine di garantire il distanziamento sociale, si sta completando l’allestimento di tutta la flotta con marker sui sedili da non occupare, segnaletica sulle porte per agevolare la salita e la discesa dei viaggiatori ed indicazioni a terra per specificare la distanza da tenere in fase di discesa e per l’individuazione dell’uscita più vicina, così come ben rappresentato nelle immagini riportate a corredo del comunicato.

L’assessore Catalfamo, nel concludere, ricorda di rispettare le prescrizioni di sicurezza adottando un comportamento responsabile durante l’utilizzo dei mezzi pubblici, indossando sempre la mascherina protettiva, rispettando la distanza di sicurezza indicata dalle autorità sanitarie, le indicazioni e le informazioni presenti a bordo dei treni e nelle stazioni, collaborando con il personale a bordo treno ed utilizzando percorsi e porte di ingresso e uscita dai treni come indicato dai pannelli informativi.

«L’utilizzo del mezzo pubblico – ha concluso l’assessore Catalfamo – rappresenta certamente uno dei primi segnali di ripresa ed ai passeggeri deve essere garantito oltre che il massimo standard di sicurezza anche un livello di sevizio adeguato ed in linea con le altre aree del Paese». (rcz)