Il segretario generale di Uil Calabria, Santo Biondo, ha chiesto che «si lanci subito, in via sperimentale, a Gioia Tauro un polo di attrazione imprenditoriale che sappia valorizzare il trinomio per noi vincente: Zes, Mediterraneo e Gioia Tauro».
«Solo così – ha aggiunto – potremo essere consequenziali alle parole di elogio espresse dal ministro Giovannini rispetto all’hub portuale gioiese, di cui è stata esaltata l’unicità grazie alle possibilità di sviluppo del suo retroporto e della Zona economica speciale, ed a tutto il bacino del Mediterraneo».
«Dalle parole bisogna passare subito ai fatti – ha evidenziato – e fare di Gioia Tauro una delle più importanti aree industriali del Sud e così facendo tornare a dare una missione produttiva al Mezzogiorno. Noi lo diciamo da tempo che il trinomio Zes, Mediterraneo e Gioia Tauro potrebbe essere la carta vincente per il rilancio economico e sociale non solo della Calabria ma di tutta l’area meridionale dell’Italia e, sino ad oggi, ci ha sempre sorpreso che questa idea non sia stata focalizzata e pienamente sviluppata, dando alla stessa una valenza strategica per l’intera economia italiana, dal Governo e della politica nazionale».
«In questi ultimi anni – ha proseguito – la pandemia prima e la guerra in Ucraina dopo, hanno provocato stravolgimenti importanti sullo scacchiere geopolitico internazionale ed hanno obbligato le aziende, soprattutto quelle manifatturiere, a rivedere le loro filiere, a ridurre le proprie catene del valore, e le costringeranno a ricercare la massima autonomia per sganciare la propria crescita da qualsiasi avvenimento di natura geopolitica che si dovesse registrare nel mondo».
«Ora che anche il progetto della “Via della seta” – ha detto ancora – sta subendo un brusco stop dovuto al conflitto inspiegabile voluto dall’autocrazia russa nella vicina Ucraina, poi, appare come non più rinviabile un grande investimento su Gioia Tauro per riportare in Italia, attraverso il sostegno concreto alla politica di reshoring, quelle aziende che hanno deciso di investire all’estero e puntare forte su Gioia Tauro con un progetto che sia attrattivo ed appetibile per queste aziende».
«Magari, come abbiamo avuto modo di dire in tempi non sospetti – ha concluso – coinvolgendo l’Autorità portuale e cedendo in affitto, simbolicamente ad un euro, i capannoni industriali dismessi presenti nell’area retroportuale e dando vita a Gioia Tauro ad un polo industriale e manifatturiero all’avanguardia». (rcz)