L’Università Magna Graecia tra i primi 10 Atenei per crescita iscritti

Nuovo prestigioso traguardo per l’Università Magna Graecia di Catanzaro: con il tasso di crescita del 10%, è tra i primi dieci Atenei italiani in cui gli immatricolati sono cresciuti maggiormente nell’anno accademico 2021/2022, in controtendenza rispetto alla perdita complessiva di immatricolati del 5,2% fatta registrare invece, a livello nazionale, nel raffronto con l’anno accademico 2020/2021.

Questo è il dato che emerge dall’elaborazione dell’Osservatorio Talents Venture sulle statistiche del Ministero dell’Università e della Ricerca aggiornate allo scorso mese di marzo, ripresa, nei giorni scorsi, anche dal Sole 24 Ore.

L’Università di Catanzaro si colloca all’ottavo posto, mentre tra gli Atenei del Sud, per tasso di crescita degli immatricolati, si colloca al terzo posto.

“Un dato che non può che inorgoglire tutta la nostra comunità universitaria – ha dichiarato il Rettore dell’Università Magna Graecia Giovambattista De Sarro – perché abbiamo dimostrato di essere attrattivi per la qualità dell’offerta formativa, in un contesto nazionale, che, anche a causa dell’emergenza pandemica, ha fatto registrare, invece, un segno negativo nelle nuove iscrizioni all’Università. La dimostrazione – ha proseguito il Rettore Giovambattista De Sarro – che aver puntato su settori e discipline strategiche per il futuro ha trovato un’ampia platea interessata di giovani calabresi e non solo che ha scelto, con ferma convinzione, l’Università di Catanzaro per formarsi in competenze trasversali ed in un ambiente scientifico stimolante, dinamico, al passo con i tempi ed a misura di studente”.

Per quanto riguarda i corsi di laurea in cui gli immatricolati sono cresciuti di più, a livello nazionale, si annoverano quelli delle discipline STEM, con particolare riguardo per Informatica e Tecnologie ICT ed i corsi dell’area medico-sanitaria e farmaceutica.

Riguardo i percorsi formativi STEM l’Università Magna Graecia di Catanzaro, in uno studio precedente sempre dell’Osservatorio Talents Venture, si è già distinta tra le prime università in Italia per la quota di donne STEM presenti nell’Ateneo sul totale degli iscritti. (rcz)

CATANZARO – Alla Camera di Commercio si presenta corso di perfezionamento “Laboratorio di management”

Domani mattina, alle 11, alla Camera di Commercio di Catanzaro, sarà presentato il corso di perfezionamento in Laboratorio per il management e la progettazione culturale, attivato dalla Scuola di Alta Formazione dell’ Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro.

Si parte con i saluti istituzionali di Daniele Rossi, commissario Camera di commercio di Catanzaro, Stefano Alcaro, direttore della Scuola di Alta Formazione dell’Umg, Bruno Calvetta, segretario generale Camera di Commercio CZ.

Presentano il corso Antonino Mantineo, direttore del corso di perfezionamento e Luigi Mariano Guzzo, co-direttore del Corso di perfezionamento.

A seguire, la tavola rotonda su Le politiche culturali come linee strategiche per lo sviluppo dei territori. Intervengono Domenicantonio Schiava, già dirigente generale del Dipartimento di Urbanistica e Beni Culturali della Regione Calabria, Guido Mignoli, direttore tecnico Gal Serre Calabresi – Alta Locride e Flag Medio Ionio e Saverio Nisticò, Artium, Desta srl. Introduce e modera Raffaella Gigliotti, della Camera di Commercio Cz.

«Come Commissario straordinario della Camera di Commercio credo si tratti di una bella opportunità per il nostro territorio perché va nella direzione di professionalizzare la gestione dei beni culturali e dunque la capacità di produrre reddito e posti di lavoro in un settore dal potenziale enorme per la nostra provincia», ha commentato il commissario Rossi. (rcz)

Uno studio dell’Università Magna Graecia sulla steatosi pubblicata sulla rivista Scientific Reports

È un’importante scoperta, quella fatta dall’Università Magna Graecia, sulla steatosi,  una condizione che colpisce le cellule del fegato, nelle quali c’è un accumulo anomalo di trigliceridi.

Lo studio, dal titolo Progressione della steatosi epatica non alcolica associata a disfunzione metabolica contribuisce all’alterazione del metabolismo talamico e della struttura cerebrale, è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports dal gruppo editoriale Nature, e ha permesso di quantificare lo squilibrio di alcuni metaboliti cerebrali, i cui livelli risultano influenzati dalla progressione della steatoepatite, utilizzando un modello murino di steatosi epatica non alcolica associata a disfunzione metabolica (MAFLD), avvalendosi di innovative tecniche di risonanza magnetica.

Tale studio, realizzato grazie all’impegno dei dottori Saverio Nucera, Stefano Ruga, Antonio Cardamone, Anna Rita Coppoletta, Lorenza Guarnieri, Maria Caterina Zito, Francesca Bosco, Roberta Macri, Federica Scarano, Miriam Scicchitano, Jessica Maiuolo, Cristina Carresi, Rocco Mollace, Luca Cariati, Giuseppe Mazzarella, Ernesto Palma, Micaela Gliozzi e Vincenzo Musolino, è frutto di una importante collaborazione dei ricercatori afferenti al centro IRC-FSH, coordinato dal professore Vincenzo Mollace, del dipartimento di Scienze della Salute, con il professore Giuseppe Lucio Cascini del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica.

La steatoepatite rappresenta lo stadio avanzato della steatosi (comunemente conosciuta come fegato grasso), che colpisce il 20-40% degli adulti italiani. Questa condizione patologica si correla con una serie di disfunzioni sistemiche che includono un aumento di peso e glicemia a digiuno, livelli anormali di insulina a digiuno, aumento della biosintesi dei lipidi nel fegato, elevati livelli di acidi grassi circolanti e intolleranza al glucosio. In tali condizioni, l’assunzione cronica di una dieta ricca in grassi e carboidrati contribuisce ad indurre infiammazione e danno ossidativo principalmente al microcircolo epatico. Nello studio appena pubblicato, questa disfunzione è risultata più generalizzata, coinvolgendo non solo il fegato ma anche altri organi, come il cervello.

I risultati raggiunti potrebbero chiarire meccanismi neuro-infiammatori comuni con altre patologie come la sclerosi multipla e il morbo di Alzheimer. (rcz)

Concluso con successo il Corso di Tossicologia a Catanzaro

Concluso con successo il Corso di Tossicologia organizzato dalla Struttura Operativa Complessa di Medicina d’Urgenza e Accettazione dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, con il patrocinio dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.

Un programma di rilievo, ampio e variegato, quello curato dai responsabili scientifici del corso: il dott. Peppino Masciari e la dott.ssa Concetta Custo, rispettivamente responsabile e dirigente medico della predetta Struttura Operativa.

Otto gli appuntamenti che si sono svolti nella sala convegni del Seminario Arcivescovile San Pio X di Catanzaro, registrando una forte partecipazione.
L’ultima sessione si è conclusa con la presenza di specialisti del Corpo Militare ACISMOM di Catanzaro e Milano che hanno trattato il tema del bioterrorismo e del rischio di eventi accidentali o intenzionali in cui vengono rilasciate sostanze altamente tossiche.
«Il Corpo Militare dell’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta (A.C.I.S.M.O.M.) – ha spiegato il capitano Matteo Guidotti, coordinatore del servizio di difesa chimica, biologica, radiologica e nucleare (CBRN) – è un Corpo Speciale Ausiliario dell’Esercito Italiano, il cui scopo istituzionale è quello di prestare supporto specialistico per attività di soccorso sanitario in circostanze di guerra, pubblica calamità e di emergenza, sia all’interno del territorio nazionale, sia nel corso di missioni umanitarie e per il mantenimento della pace al di fuori del territorio italiano».
Sono intervenuti anche il tenente Francesco Demasi, ufficiale medico; il sottotenente Francesco Scordamaglia, esperto di medicina d’urgenza, dell’Unità Territoriale Calabria e il dott. Massimo Ranghieri, ricercatore associato del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano.
I relatori hanno descritto l’organizzazione della risposta ad un attacco criminale condotto con agenti aggressivi tossici e le linee-guida pratiche per un intervento di soccorso in aree contaminate.
«Il servizio CBRN del nostro Corpo – ha evidenziato il capitano Guidotti – è composto da personale specializzato nella gestione di emergenze che coinvolgono sostanze pericolose non convenzionali di natura nucleare, biologica e chimica. E’ importantissimo sapere cosa fare e, soprattutto non fare, nel caso in cui un soccorritore si trovi ad operare in uno scenario di incedente di questo tipo. I tre pilastri per un’azione di intervento adeguato e sicuro prevedono azioni di rivelazione dall’agente aggressivo, protezione dal contaminante e decontaminazione del sito coinvolto nell’incidente. Purtroppo il rischio di impiego di sostanze tossiche non convenzionali ce lo portiamo dietro dalla “guerra fredda” e dobbiamo imparare a convivere con questo tipo di minaccia. L’informazione e la formazione sono essenziali».
«Questo corso si è rivelato prezioso – hanno dichiarato i responsabili scientifici, Masciari e Custo – Le problematiche tossicologiche sono, ormai, all’ordine del giorno e non si può trascurarne la conoscenza e l’analisi. A grande richiesta, a breve, riprenderemo con una nuova edizione». (rcz)

Integrazione e funzione del “Pugliese-Ciaccio”, i direttore di Uoc e responsabili Sod replicano al Rettore De Sarro

I direttori Unità operativa dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e Responsabili di strutture operative a valenza dipartimentale di Catanzaro hanno replicato alle dichiarazioni rilasciare dal Rettore dell’Università Magna Graecia, Giovambattista De Sarro, in merito alle recenti dichiarazioni rilasciate sul “valore” dei primari del nosocomio regionali.

«Molti, infatti – si legge nella nota – ricorderanno lo scivolone di qualche anno fa, quando il “Magnifico” ebbe a dire che i Direttori facente funzione dell’Azienda Ospedaliera fossero tutti “raccomandati” dalla politica, al contrario dei “propri”  professori diventati tali  per “merito” (poi basterebbe solo leggere i cognomi ricorrenti). A distanza di tempo il “Magnifico” ci riprova con una nuova e discutibile dichiarazione: “in passato c’erano grandi primari”».

«La domanda sorge spontanea: quelli attuali, forse non lo sono ? (non è dato sapere) – prosegue la nota –. Si è ben compresa la scarsa considerazione del “Magnifico” nei confronti degli ambienti ospedalieri del Capoluogo, ma dovrebbe ricordare a se stesso che si sta parlando sempre della stessa Università, UMG, sprovvista da sempre di un  Pronto Soccorso (una delle poche se non, addirittura, l’unica in Italia); della stessa Università che utilizza la bistrattata A.O. “Pugliese-Ciaccio” per ottenere l’accreditamento delle proprie Scuole di Specializzazione; della stessa Università nella quale, durante i fine settimana, trovare un medico è paragonabile ad una caccia al tesoro; della stessa Università che chiede ulteriori sacrifici per attivare nuovi posti letto Covid (è notizia di ieri) ai vari nosocomi, tenendo sempre fuori se stessa da tali sacrifici (ricordiamo il padiglione C, Villa Bianca?). L’elenco sarebbe ancora lungo e noioso».

«Resta inteso – continua la nota – che i Direttori dell’A.O. Pugliese- Ciaccio, condividono l’idea dell’integrazione come opportunità irripetibile, in quanto appare chiaro che insieme si possa rispondere efficacemente ai bisogni di salute della comunità (a patto che ciò si realizzi nel rispetto dei ruoli e delle professionalità di ciascuno) e sono altrettanto convinti che la maggior parte dei colleghi universitari non condividano il “De Sarro pensiero”».

«I Direttori – conclude la nota – sono sempre pronti a collaborare a questo ambizioso e decennale obiettivo, ma se il buon giorno si vede dal mattino, non  sembra si sia partiti con il piede giusto».

Intanto, altri colleghi «hanno voluto sottoscrivere la posizione espressa nei confronti delle esternazioni “poco felici” del Magnifico Rettore della Università Magna Graecia di Catanzaro, è un fronte sostanzialmente unico quello costituito dai Direttori di Struttura Complessa ed a valenza Dipartimentale dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio – dichiara il fronte dei medici del “Pugliese-Ciaccio”.

«Una esternazione determinata – si legge in una nota – dalla necessità di rispondere a quella che è stata ritenuta da tutti, una provocazione da parte del “Magnifico”. Resta un fondo di amarezza per le parole utilizzate cariche sempre di un senso di superiorità clinica e scientifica, da dimostrare sul campo, con il tentativo di screditare e mortificare il lavoro di medici che, ormai da anni, hanno messo la propria professionalità al servizio, non solo della città di Catanzaro e di tutta la provincia, ma dell’intera Regione». (rcz)

SQUILLACE (CZ) – Lunedì la conferenza sul futuro dell’Europa

Lunedì 6 dicembre, a Squillace, alle 10.30, nella Casa delle Culture, è in programma la Conferenza sul futuro dell’Europa: il ruolo dei cittadini, dei giovani e delle istituzioni, organizzato dal Comune di Squillace insieme all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

L’iniziativa vanta il patrocinio del comitato europeo delle regioni e si propone come indispensabile momento di ascolto di interlocutori diversi: cittadini, amministratori, giovani e imprese. 

Il ricco programma dei lavori prevede gli interventi istituzionali a cura del sindaco di Squillace, Pasquale Muccari e del presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso, il quale ha già avuto modo di manifestare le sue idee in merito al ruolo centrale dell’Europa, specie in questo particolare momento storico, per il rilancio della Calabria, Paolo Falzea, direttore scientifico del centro di documentazione europea dell’UniCz.  

Seguiranno gli interventi tecnici aperti da Franco Caccia, assessore alla programmazione e turismo del comune di Squillace; Alessandra Pugliese, coordinatrice della consulta studentesca dell’Unicz; Giuseppe Varacalli, membro del comitato delle regioni con sede a Bruxelles; Alessandra Tuzza, responsabile Sportello Europe Direct di Gioiosa ionica. L’incontro, coordinato da Paolo Romano, responsabile del CDE dell’UniCz. L’evento potrà essere seguito anche in tempo reale online su piattaforma zoom meeting. (rcz)

Agroalimentare, accordo tra Fondazione Dulbecco, Confartigianato Imprese e Provincia di Catanzaro per marchio di qualità

Creare un marchio di qualità per i prodotti agroalimentari che punta ad accrescere la redditività delle imprese agroalimentari e dei territori in cui esse operano. È questo l’obiettivo del progetto pilota ideato da Confartigianato Imprese di Catanzaro in partnership con la Fondazione Renato Dulbecco e la facoltà di Farmacia dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro,  proposto da Confartigianato Calabria.

Un progetto, dunque, che nasce dalla necessità di “giocare d’anticipo”, puntando alla prevenzione e alla cura attraverso lo studio e la ricerca, anche e soprattutto nella medicina veterinaria, per cui si attingeranno risorse del Pnrr e che ha visto un passo, nella sua realizzazione, nello schema di accordo quadro di partnership fra Albatros Srls, Fondazione Dulbecco, Confartigianato Calabria e l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro firmato nei giorni scorsi e formalizzata in una deliberazione pubblicata sull’albo pretorio di Palazzo di Vetro

Il punto di partenza è il coinvolgimento dei comuni di Catanzaro e Lamezia Terme, e in seguito in tutto il territorio regionale, attraverso l’individuazione di un percorso per definire una procedura di produzione e controlli capaci di garantire che i prodotti agroalimentari siano esenti da possibili contaminazioni dovute a virus. Il punto d’arrivo della procedura, quindi, non può che essere quello di rilasciare una specifica certificazione di qualità, contribuendo così a favorire l’esportazione dei prodotti.

In primo piano, la collaborazione con la Fondazione intitolata al premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco, originario di Catanzaro, con la quale la Regione Calabria ha stipulato lo scorso giugno un protocollo d’intesa per la realizzazione del “Renato Dulbecco Institute”, presieduto dal professor Crea e rappresentato dal professore Giuseppe Nisticò, nato allo scopo di dare vita a una piattaforma d’eccellenza nel campo delle biotecnologie mediche che, negli spazi concessi nell’ex area Sir di Lamezia Terme, realizzerà laboratori di produzione e studio di nuovi anticorpi monoclonali e di pronectine per combattere le patologie da coronavirus e altre malattie ancora incurabili.

Confartigianato Imprese Calabria, rappresentato dal presidente Roberto Matragrano, ha delegato a seguire la procedura il referente del progetto, Raffaele Mostaccioli, segretario provinciale di Confartigianato Imprese Catanzaro.

Secondo quanto riferito dall’accordo quadro, nel momento in cui le saranno consegnati i laboratori, «la Fondazione Dulbecco sarà incaricata dalla Regione Calabria anche di tutelare e difendere le tipicità e le qualità dei prodotti agroalimentari prodotti in regione».

Nel dettaglio del progetto, il ruolo di Dulbecco sarà quindi quello di coordinare, regolamentare e disciplinare l’attività di tutti coloro i quali saranno coinvolti nel controllo dell’intera filiera agroalimentare, e di organizzare tutta l’attività di analisi e studi acquisendo macchinari altamente innovativi attraverso i fondi del Pnrr.

Altra importante partner è la società Albatros, realizzatrice della prima piattaforma digitale europea per la ripartenza delle aree rurali in collaborazione con il CNR. Ad Albatros spetterà il compito di porre a disposizione dei partner la propria struttura tecnica e dei ricercatori del CNR per la creazione di format digitali e software, e per gli approfondimenti scientifici necessari.

Il ruolo di Confartigianato Calabria riguarderà poi quello di prima interlocuzione e supporto per i partner e per le imprese operanti nei territori che interagiscono con il sistema di bio economia circolare che sarà implementato dalla stessa Confartigianato Calabria. L’Amministrazione Provinciale sarà chiamata a rappresentare i comuni di Catanzaro e Lamezia, interessati a questa prima fase del progetto, «favorendo nei limiti del mandato istituzionale i collegamenti e la promozione del progetto presso le aziende del settore». (rcz)

L’EDITORIALE / Filippo Veltri: Le eccellenze e i municipalismi negli Atenei calabresi

di FILIPPO VELTRI Capita sempre più spesso in questa nostra bella Calabria che le cose buone e positive ci passino sotto i nostri occhi e noi non sappiamo vederle se non, addirittura, le scambiamo per altro, le mettiamo cioè in un angolino e le facciamo passare per cose non buone. Misteri di casa nostra. 

Capita così che un grande giornale come il Corriere della Sera in uno dei suoi dorsi più specialistici e di nicchia – il Corriere Innovazione – dedichi una pagina intera ad un mirabile episodio di cooperazione tra due nostre Università, che noi invece per mesi abbiamo dileggiato in un’assurda lotta campanilistica tra città, atenei, quasi un derby calcistico in salsa accademica. Assurdo, veramente assurdo!

Di che parliamo? L’ 11 ottobre l’Università della Calabria e l’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro hanno inaugurato il primo corso in Italia in Medicina e Tecnologie digitali interateneo. L’offerta formativa punta sull’ innovazione per rispondere alle sfide professionali del futuro con uno sguardo internazionale. Si tratta infatti di una laurea magistrale a ciclo unico con 66 posti disponibili di cui 6 riservati a cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero.

Nel suo intervento alla giornata inaugurale dei corsi la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha parlato di una «iniziativa importante e vincente che seguiremo nel tempo per capire se c’è la possibilità di allargarla ad altre realtà». 

 Sì: avete capite e letto bene. Per una volta facciamo da apripista nazionale in una cosa bella e positiva. Non solo si studieranno le competenze mediche ma come padroneggiare le nuove tecnologie e applicarle nel mondo sanitario, con l’apprendimento di metodi e tecniche proprie dell’intelligenza artificiale e della bio-informatica. Si andrà avanti nello studio della telemedicina, della medicina di precisione, della medicina personalizzata, della chirurgia robotica. Questo corso assicurerà un doppio titolo: la laurea magistrale in Medicina e chirurgia e la laurea triennale in Ingegneria informatica.

Ecco quindi i medici-ingegneri nella regione della mala sanità, della mala medicina, della sanità commissariata da 13 anni ecc ecc.

Un quadro che dovrebbe, dunque, attirare attenzione positiva, suscitare quantomeno interesse, sollevare dibattiti per come aiutare questo sforzo che due università di casa nostra hanno messo in piedi. E invece…

Accade invece che si sollevino – soprattutto se non esclusivamente da Catanzaro – settori del municipalismo più becero che tanto danno, come dovrebbe essere noto, ha portato alla Calabria per aprire una canea sullo “scippo ai danni del capoluogo”, su una nuova facoltà di Medicina che mette in secondo piano quella già esistente, un doppione, un’offesa alla dignità del capoluogo, ecc ecc.

Una incredibile sollevazione di gruppi, associazioni, sigle che puntano al solito refrain della città defraudata, chiamando a raccolta – come fecero 50 anni anni fa in altre parti della nostra bella Calabria – gli spiriti più bollenti. Per fortuna nostra i tempi sono cambiati, i luoghi sono diversi, il contesto come direbbero i marxisti è mutato e nulla è successo. Ma un’occasione sì che è stata persa. Anzi due: quella di tacere in primo luogo e di non sbraitare solo per farsi notare e, magari, ricordarsi di come si difendono per davvero la storia e la dignità di un territorio.

E la seconda occasione è stata quella di non saltare addosso a questa meravigliosa situazione creatasi (per la cronaca: se l’Università di Catanzaro non aderiva l’Unical si rivolgeva altrove e il corso interateneo si faceva fuori dalla Calabria) per rendere tutti edotti di quanto di positivo anche noi si poteva e si può fare.

Insomma quanto siamo capaci di farci del male noi stessi quando il bene è invece dietro l’angolo! Anzi davanti l’angolo! (fv)

Unical + Magna Graecia: ecco la “fabbrica” dei cyber-medici

di FRANCO BARTUCCI – Con la laurea interateneo di “Medicina e Tecnologie Digitali nasce per la Calabria una prospettiva nuova – A causa della cancellazione del volo Milano/Lamezia il Ministro dell’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa, non ha potuto partecipare alla cerimonia inaugurale del primo anno accademico del Corso di laurea Magistrale interateneo in “Medicina e Tecnologie digitali”, istituito dall’Università della Calabria e dall’Università “Magna Grecia” di Catanzaro. Ha garantito comunque la sua presenza attraverso un collegamento in videoconferenza, nel corso della quale ha giudicato l’iniziativa importante e vincente affermando che “ La seguiremo nel tempo per capire se c’è la possibilità di allargarla ad altre realtà”.

Nell’aula magna del centro congressi “Beniamino Andreatta” dell’Università della Calabria sono intervenuti varie autorità  politiche, civili, sanitarie e religiose del territorio, i membri del Senato accademico e del Consiglio di Amministrazione, gli ex rettori dell’Ateneo, i docenti e gli  studenti iscritti al nuovo corso di laurea, i quali fra sei anni conseguiranno il doppio titolo di laurea in Medicina e in Ingegneria informatica, curriculum bioinformatico. Saranno pionieri di un progetto che guarda alla medicina del futuro e alla formazione di professionisti che oltre a solide conoscenze nel campo delle scienze della salute avranno anche forti competenze in ambito tecnologico e digitale. «Questo corso di laurea ci mette sotto gli occhi la profonda differenza tra “usare” e “conoscere” una tecnologia. E da questo non può venire che bene», ha detto in apertura il moderatore dell’evento, il giornalista Massimo Razzi di Repubblica.

“Medicina e tecnologie digitali è un corso estremamente innovativo ed è di innovazione che abbiamo estremamente bisogno”, ha detto il ministro Messa durante la sua conversazione in video conferenza. “Tutti immaginiamo la forza che hanno le tecnologie e le metodologie di analisi di intelligenza artificiale, però oggi abbiamo un grosso divario tra ciò che avviene nella ricerca e nell’utilizzo di queste tecnologie e il livello di conoscenza e insegnamento delle stesse, a partire dalla scuola. Dobbiamo recuperare in breve tempo quello che non è stato fatto negli anni passati. Credo, e lo dico più da medico che da ministro, che l’aspetto dell’arte medica non verrà mai a mancare perché una intelligenza artificiale non potrà mai tenere conto delle emozioni, della capacità di comprendere al volo una persona, parlandole e guardandola in faccia. Queste sono abilità – ha proseguito – che si acquisiscono nel tempo e chiedono una forte interazione tra medico e paziente. Ma è anche vero che il dominio delle tecnologie facilita tantissimo il compito del medico, quindi le competenze combinate che questi giovani studenti potranno sperimentare e saranno preziosissime. È sicuramente un corso di laurea impegnativo – ha concluso il Ministro Maria Cristina Messa –  ma credo ne valga la pena perché sono state condivise le competenze di due università e del territorio, fattori che superano il campanilismo e danno una forza maggiore non solo al corso ma a tutto il sistema universitario”.

All’integrazione tra saperi e discipline diverse il nuovo corso di Medicina e Tecnologie digitali somma infatti la stretta sinergia tra due diversi atenei regionali – l’Università della Calabria e l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro – che ha radici ed aspirazioni lontane risalenti alla nascita dell’Università della Calabria, iniziate nel periodo di gestione del Rettore Andreatta, per passare al Rettore Pietro Bucci ed al prof. Sebastiano Andò che ne ha continuato con dedizione e tenacia a tenere viva la fiaccola della speranza divenuta oggi realtà. Un percorso che consente alle due Università di mettere in campo le proprie eccellenze in un percorso formativo di grande innovazione. «In un anno – ha detto il Rettore dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro – abbiamo realizzato quello che fino a qualche tempo fa era solo un sogno superando ogni forma di campanilismo che in passato ne ha condizionato la sua realizzazione”.

De Sarro, medico e ricercatore, che sa bene e ne conosce la storia, come anche il ruolo svolto dal prof. Sebastiano Andò nel rendere possibile tale progetto prima ancora del Rettore, prof. Nicola Leone, nel suo intervento ha sottolineato l’impegno comune e condiviso dei due atenei, al passo con l’evoluzione che sta interessando la scienza medica nell’era digitale. “Anche il territorio – ha aggiunto – dovrà percorrere questa strada. Bisognerà  anzitutto creare ospedali e strutture moderne che possano essere fruite oltre che dalla popolazione calabrese dai nostri nuovi studenti”.

Al Rettore dell’Università della Calabria, prof. Nicola Leone, va riconosciuto il merito di avere  concretizzato questo importate progetto e sogno di lunga durata ed aver saputo individuare e  trovare la sintesi  convincente della sua realizzazione, grazie al supporto innovativo della digitalizzazione e quindi l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, da integrare nella formazione della nuova classe medica. Lo ha fatto in virtù della sua docenza di Ordinario  di informatica ed anche di scienziato con prestigio internazionale e di ciò la sua “lectio magistralis” ne ha evidenziato appieno il valore ed il significato.

“L’Intelligenza artificiale riproduce forme di ragionamento e risolve problemi in modo razionale, ma non necessariamente come farebbe un uomo. In alcuni casi la sua efficacia supera quella dell’uomo. È il caso della gestione ed elaborazione di enormi quantità di dati, come quelli che oggi abbiamo a disposizione”, ha detto il rettore Leone. “Oggi, inoltre, abbiamo a disposizione un’alta velocità di trasmissione dei dati, dispositivi sempre più precisi e affidabili, in grado di registrare e analizzare parametri vitali. Viviamo una stagione di maggiore consapevolezza e fiducia nell’Intelligenza artificiale. I vantaggi, per la medicina, sono notevoli: dalla diagnosi precoce alle terapie personalizzate, dalla predizione dell’evoluzione della malattia al supporto delle decisioni prese dal medico, dalla chirurgia robotica al training, con il ricorso alla realtà virtuale e aumentata. E la formazione deve stare al passo con gli sviluppi della ricerca scientifica. Da qui l’esigenza di formare non solo nuovi medici, ma medici nuovi che alla preparazione nel campo delle scienze della salute possano unire competenze di carattere ingegneristico per un utilizzo consapevole ed efficace di metodi e strumenti di intelligenza artificiale”.

Lo avevamo già detto nel servizio di presentazione dell’evento: per  l’Università della Calabria è stata una cerimonia storica in quanto chiude un periodo di 47 anni di attesa per avere in Calabria,  un segnale di forte collaborazione per un sistema integrato universitario con le Università di Catanzaro e  Reggio Calabria per un corso di laurea come Medicina, così come auspicato dal Rettore Beniamino Andreatta nel 1974 di fronte alla scelta della città di Catanzaro  di avere aperto nel 1973 la strada costitutiva della libera Università in accordo con le Università di Napoli e Messina attivando i corsi di laurea in Medicina e Giurisprudenza.

Dopo 47 anni con la cerimonia inaugurale del primo anno accademico del nuovo corso di laurea interateneo di medicina prende corpo quell’idea progettuale di sistema universitario calabrese integrato pensato e proposto dal primo Rettore dell’Università della Calabria, prof. Beniamino Andreatta. Neanche i Rettori successivi Pietro Bucci, Giuseppe Frega e Giovanni Latorre riuscirono nell’intendo di concretizzarlo. 

Nel mese di marzo 1980 stava per riuscirci il Rettore Pietro Bucci proponendo al Sindaco di Catanzaro Cesare Mulè un accordo mirato ad attivare i primi tre anni di medicina all’Unical, data la funzionalità dei dipartimenti di chimica, fisica, scienze biologiche, e i due anni finali successivi di cliniche presso le strutture della  libera Università di Catanzaro, la quale avrebbe avuto così il riconoscimento statale.  Un accordo che trovò subito l’opposizione del presidente del Consorzio universitario di Catanzaro, Salvatore Blasco.

Oggi finalmente, dopo due anni di confronti  e di elaborazione del progetto, passato sotto il vaglio dei rispettivi Senati Accademici, nonché delle apposite commissioni regionale e ministeriale, le aspirazioni diventano realtà grazie alla stretta  e lungimirante collaborazione dei  due Rettori, Nicola Leone e Giovambattista De Sarro. Nasce così la laurea magistrale interateneo in “Medicina e Tecnologia Digitale” con possibilità pure per tutti gli aspiranti di conseguire insieme la laurea triennale in “Ingegneria informatica, curriculum bioinformatica”, con l’auspicio di trovare sensibilità ed attenzione da parte della Regione Calabria, come delle istituzioni e della stessa società calabrese.

“Noi daremo grande collaborazione a questo progetto  – hanno dichiarato il Presidente e il tesoriere provinciale dell’Ordine dei Medici, dottori Eugenio Corcioni e Sergio Filippo, presenti alla cerimonia – perché questo possa essere organizzato al meglio”. E i primi studenti immatricolatisi a questo nuovo corso di laurea, stimolati dal suo coordinatore referente, prof. Marcello Maggiolini, si sono già ritrovati in aula per un loro primo contatto con il corpo docente incaricato.

Altri messaggi augurali sono arrivati dal Sindaco di Rende, Marcello Manna, che ha posto l’accento sul tema della salute, quale punto centrale dell’impegno politico della Regione. “Sono certo – ha detto Manna – che l’Università della Calabria avrà un ruolo fondamentale nel contribuire ad affrontare i problemi che affliggono il nostro territorio. La nascita di questo nuovo corso di laurea è segno tangibile di speranza per tutti i calabresi”. Di tutt’altro spessore l’intervento del Sindaco uscente di Cosenza, Mario Occhiuto, che in una lettera inviata al Rettore, prof. Nicola Leone, ha inteso manifestare tutta la sua soddisfazione per l’inizio di questo nuovo percorso di studio in medicina. “Ritengo si tratti di una svolta storica – ha scritto il Sindaco Occhiuto nella sua lettera –  che mette fine ad una lunga attesa e che rappresenta un momento di autentica soddisfazione per l’Università della Calabria che si conferma ateneo d’eccellenza. E’ questo un meritatissimo riconoscimento che ci fa comprendere ancora una volta come la nostra Università abbia tutte le carte in regola per competere con i più importanti atenei. Grazie alla collaborazione attiva tra l’Università della Calabria e l’Università Magna Grecia, è stato possibile realizzare  un progetto di attivazione del nuovo Corso di Laurea magistrale interateneo, portato avanti negli anni dal prof. Sebastiano Andò, prima come preside della facoltà di Farmacia SSN  e, successivamente, come direttore del dipartimento di Farmacia Scienze della Salute e della Nutrizione, oggi  riconosciuto dal MIUR come dipartimento di eccellenza nazionale proprio per l’area medica. Tale progetto è segnato oggi dal coinvolgimento di due aree d’eccellenza dell’ateneo, quella biomedica da una parte e quella ingegneristico-informatica-tecnologica dall’altra.  In questo modo vengono premiati gli sforzi del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute e della Nutrizione, al cui interno si strutturerà il corso di laurea  in Medicina e  Chirurgia e Tecnologie digitali,  che, con  un proprio  cospicuo  corpo docente di area medica, ha seguito passo dopo passo tutta la non semplice procedura di accreditamento. Il risultato cui si è pervenuti è da salutare – conclude la nota del Sindaco Mario Occhiuto –  con particolare entusiasmo, non solo perché consentirà di innalzare l’offerta formativa del nostro ateneo, ma anche perché il nuovo corso di laurea che oggi si inaugura ufficialmente, oltre alla formazione medica, potrà assicurare la messa a profitto di quelle specializzazioni che le nuove tecnologie, applicate alla sfera della medicina, saranno in grado di garantire”.

Mentre il prof. Macello Maggiolini che ha la funzione di coordinatore del nuovo corso di laurea anche lui ha dichiarato che trattasi di un grande successo dal fatto che le attività didattiche sono impostate assolutamente in modo innovativo come si pretende con le nuove tecnologie. “Ci poniamo come antesignani in un percorso formativo che vede l’Università della Calabria come università leader nel panorama nazionale ed internazionale”.

Da parte nostra è doveroso riconoscerne il merito al prof. Sebastiano Andò, come ha pure sottolineato il sindaco Occhiuto nella sua lettera inviata al Rettore Leone, nonché anche in chi in questo momento sta focalizzandone gli aspetti più significativi dell’evento. Evento in cui non si può dimenticare l’inizio del rapporto del prof. Sebastiano Andò con l’Università, una vita di sacrifici, lavoro e successo vista la conclusione di questo sogno divenuto realtà e che abbiamo seguito fin dall’inizio come responsabile dell’ufficio stampa dell’Università, a partire del rapporto di collaborazione con il prof. Beniamino Andreatta.

Le radici di questo nuovo corso di laurea hanno origini lontane con l’impostazione del Centro Sanitario, prima come riferimento dell’Opera Universitaria e poi del Centro Residenziale, acquisendo una propria autonomia come previsto dall’art.2 dello Statuto di cui al DPR 1° dicembre 1971 n°1329 non appena viene pubblicato  il DPR costitutivo del Centro Residenziale 19 giugno 1978 n° 632. 

Un Centro Sanitario insieme al dipartimento di Scienze Biologiche che hanno visto il prof. Sebastiano Andò assumerne la direzione fino ad arrivare, con l’anno accademico 1992/1993, ad inaugurare, come Preside, la Facoltà di Farmacia, per la quale ci fu una grossa mobilitazione ad opera del Rettore Pietro Bucci, scomparso prematuramente nel mese di ottobre del 1994, a seguito della non disponibilità della città di Catanzaro nel  mese di aprile del 1980 ad attivare  un reciproco corso di laurea in Medicina. 

Parte dalla nascita della Facoltà di Farmacia, divenuta successivamente, con il riconoscimento Ministeriale, Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute l’idea progettuale di una Scuola di Medicina sollecitata dall’Associazione Comunicalmed, con presidente il già Rettore dell’UniCal, prof. Rosario Aiello, riuscendo ad accogliere l’assenso favorevole di 145 Comuni della Provincia di Cosenza unitamente alla sottoscrizione di una mozione di approvazione ad opera di 5.000 cittadini. Un lavoro che trova una sintesi nell’impegno del prof. Sebastiano Andò verso la creazione del rapporto con l’Università “Magna Grecia” di Catanzaro per trovare la migliore formula di realizzazione del corso di laurea in Medicina, ottenendo nel frattempo valutazioni e riconoscimenti, da parte dell’ Agenzia Ministeriale ANVUR, del dipartimento di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute, quale struttura di qualità e prestigio per  lo studio e la ricerca relativa all’area medica.

Il tempo era quindi maturo e bene hanno fatto i Rettori delle due Università, Leone e De Sarro, a comprenderne le attese e la forte capacità progettuale del percorso in termini didattici e scientifici  per dare alla società calabrese la giusta risposta adeguata alle domande ed alle attese di un reale cambiamento di sviluppo e crescita sperato e sognato. Per questo comprendiamo e siamo vicini all’emozione provata dal prof. Sebastiano Andò assistendo nell’aula magna “Beniamino Andreatta” alla cerimonia inaugurale del primo anno del corso di laurea in “Medicina e Tecnologie Digitali”, dove unitamente al corpo docente erano presenti i primi studenti ammessi, verso i quali lo stesso ha augurato loro il meglio in termini di percorso di studio e della loro professionalizzazione per essere domani valenti professionisti e concorrere a dare alla nostra Regione uno strumento di supporto valido nella costituzione di un settore sanitario di avanguardia e qualità che la comunità attende e crede. Ecco perché concordiamo nel dire che con l’avvio di questo accordo interuniversitario tra le due Università degli Studi della Calabria e quella di Catanzaro per la nascita di questo nuovo corso di laurea è stata scritta una pagina di storia importante dalla quale partire per guardare al futuro con maggiore fiducia e serenità pandemia permettendo. (fba)                                                                                                                      

CATANZARO – Al via la Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Umg

Sono 120 i posti disponibili per partecipare alla Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università Magna Graecia di Catanzaro per l’anno accademico 2021/2022, le cui domande di iscrizioni scadono oggi, 11 ottobre.

La Scuola si propone di promuovere e sviluppare l’insieme delle attitudini delle competenze che caratterizzano la funzione dei magistrati ordinari e la professione di avvocati e notai, permettendo così ai laureati in giurisprudenza non solo di affrontare i concorsi per l’accesso alle professioni legali ma di esercitare al meglio la propria futura attività lavorativa. La Scuola organizza l’attività formativa in moduli che assicurano un adeguato equilibrio tra l’approfondimento teorico e lo svolgimento di attività pratica (discussione e simulazione di casi, redazione di temi, atti giudiziari e pareri).

Al concorso sono ammessi coloro i quali abbiano conseguito il diploma di laurea in giurisprudenza in data comunque anteriore al 12 novembre 2021, giorno nel quale è previsto lo svolgimento del concorso di ammissione su tutto il territorio nazionale. Può presentare domanda di partecipazione con riserva il candidato che non è ancora in possesso del titolo accademico purché lo consegua comunque entro il 12 novembre 2021.

Per essere ammessi al concorso i candidati dovranno presentare la domanda di ammissione, esclusivamente online, entro le ore 12.00 di lunedì 11 ottobre 2021, direttamente sul portale web dell’Ateneo, digitando il link https://unicz.esse3.cineca.it/Home.do.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito internet dell’Ateneo all’indirizzo www.unicz.it, nella sezione dedicata alle Scuole di Specializzazione. (rcz)