Medicina all’Unical / Fiorita non è un sovversivo: difende Catanzaro

di SERGIO DRAGONE – Paride Leporace e Filippo Veltri sono due luminosi esempi di giornalismo militante. Socialista e un po’ anarchico il primo, comunista mai pentito il secondo. Sono due fuoriclasse della penna, autori di inchieste e servizi, nonché di approfonditi saggi di politica e costume. Li considero due cari amici dall’intelligenza fervida e vivace, le cui analisi sono sempre molto profonde e attente.

Si sono ritrovati entrambi, riflettendo sulla dura polemica per la nascita di una nuova facoltà di medicina ad Arcavacata, su una posizione che non mi sento di condividere e che anzi ritengo poco opportuna: il parallelismo tra la mite assemblea indetta dall’altrettanto mite sindaco Nicola Fiorita nei giorni scorsi per discutere con la società civile su quello che a Catanzaro considerano uno scippo e l’ormai celebre ed infuocato “rapporto alla Città” del sindaco Demetrio Battaglia che più di 50 anni fa diede vita ai sanguinosi moti di Reggio Calabria.

Non posso essere tacciato di campanilismo, anche se amo smisuratamente la mia città, Catanzaro. Ho vissuto e lavorato molti anni a Cosenza, dove ho mosso i più importanti passi professionali e dove ho avuto il grande onore di conoscere Giacomo Mancini. Ancora oggi conservo molte amicizie in quella Città, tra cui Pietro e Giacomo Mancini junior. Non tutti sanno che sono stato io a suggerire a Pietro e Giacomo la realizzazione della statua in ricordo del grande leader socialista che oggi campeggia sul corso Mazzini, a due passi da Palazzo dei Bruzi. Ho fornito all’indimenticabile Giuseppe Petitto il soggetto del riuscitissimo docu-film Il leone socialista. Per inciso, sono stato anche per due anni membro del CdA dell’Unical, quando rettore era il professore Latorre. Non ho difficoltà a riconoscere lo straordinario ruolo di quell’Ateneo per la nostra regione.

No, cari Paride e Filippo, Fiorita non è un nuovo “boia chi molla” e da Catanzaro non partirà mai nessun moto violento e sovversivo. Non c’è nessuna analogia storica tra la chiamata alle armi di Demetrio Battaglia e la quasi soporifera riunione indetta da Fiorita. A Reggio, nel luglio del 1970, c’erano più di settemila reggini e un clima incandescente che l’oratore fomentò con un evidente richiamo alla forza fisica. Si sentivano già nell’aria gli odori dei lacrimogeni e il rumore dei cingolati dei carri armati dell’esercito.

Nulla di questo nella piccola sala concerti di palazzo De Nobili che contiene meno di un centinaio di persone. Ho seguito, per la lontananza, la diretta facebook dell’evento. Nessun tono minaccioso, solo l’ipotesi di un ricorso al TAR su deliberazioni che la Città di Catanzaro percepisce come illegittime e lesive dei suoi interessi. Tutto qui. 

Ho sentito quasi tutti gli interventi. Vi immaginate la mite e gentile notaia Paola Gualtieri su barricate infuocate su viale De Filippis? O l’elegante e colto professore Valerio Donato alla testa di rivoluzionari di un’ipotetica “repubblica di Gagliano”?

No, cari colleghi, credo abbiate commesso un errore nel solo evocare uno dei momenti più bui della storia calabrese. Concordo con voi che questa guerra delle facoltà è controproducente e fa ripiombare, come ho scritto qualche giorno fa, la Calabria nel Medioevo del campanilismo.

Ma chi doveva governare questi processi? Chi doveva inquadrare la nascita della nuova Facoltà di medicina ad Arcavacata in un disegno più ampio, senza dare l’impressione di un atto di prepotenza o violenza ? Chi doveva preparare l’opinione pubblica calabrese ad un nuovo assetto del sistema universitario ? Credo che qualche domanda in questo senso se la debba porre il presidente Occhiuto.

Fiorita, che peraltro è docente dell’Unical, ha fatto e fa il suo dovere. Senza un disegno generale del sistema universitario, si rischia di generare una concorrenzialità tra due debolezze. E credo che Leporace e Veltri concorderanno con me nel riconoscere che l’Annunziata di Cosenza, ospedale purtroppo con enormi problemi logistici e strutturali, tutto può essere meno che un Policlinico universitario.

Ora si tratta di ricomporre la frattura e non sarà facile. Ma evocare i moti di Reggio Calabria per giustificare una enorme forzatura, con evidenti limiti di legittimità, non aiuta e addirittura rischia di alimentare questa suggestione. Catanzaro, come ha detto Fiorita nel suo discorso che ho seguito in diretta, è una città colta e civile, portata al dialogo e non alla contrapposizione. E così sarà anche in questa occasione. 

Medicina all’Unical: la memoria corta di Catanzaro in “guerra” da 50 anni

di FRANCO BARTUCCI – Lo abbiamo già scritto in questi mesi sulle pagine di questo giornale in vari servizi pubblicati e che hanno raccontato le varie fasi che negli ultimi cinquant’anni hanno contrapposto le città di Cosenza e Catanzaro per l’istituzione della Facoltà di Medicina, prima nella città capoluogo della Regione e poi all’Università della Calabria. Ad iniziare questa guerriglia è stata per prima la città di Catanzaro, che nel momento in cui la prima Università statale calabrese nel mese di dicembre 1972 inaugurava il suo primo anno accademico 1972/1973 si procedeva, con il parere contrario del Senato Accademico e non solo, con presidente il Rettore Beniamino Andreatta, ad istituire la libera Università con Medicina e Giurisprudenza collegandosi alle Università di Napoli e Messina.

La storia, già raccontata nei servizi giornalistici precedenti, è lunga e complessa e sarebbe bene che si sappia e ricordare come una vicenda simile sempre presso il Tar Calabria si concluse nel 2019 a danno della “Magna Grecia” di Catanzaro. Oggi il Sindaco Nicola Fiorita convoca una seduta del Consiglio comunale aperto, per rendere edotta la cittadinanza sugli sviluppi del ricorso presentato presso il Tar Calabria avverso le delibere assunte dalla Regione Calabria con l’Azienda Ospedaliera di Cosenza e con l’Università della Calabria circa il riconoscimento istitutivo della laurea magistrale in Medicina e la definizione delle pratiche necessarie alla trasformazione dell’ospedale Annunziata di Cosenza in Policlinico Universitario. 

Esattamente nel 2012 la Regione Calabria, con presidente Scopelliti, sollecitato dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza per attivare presso la Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute dell’Università della Calabria dei corsi universitari per professioni sanitarie, in accordo con l’Università “La Sapienza” di Roma, suscitò la protesta dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro, che impugnò presso il Tar Calabria tale atto. Una vertenza legale che si concluse nel 2019 con una sentenza depositata molto chiara e precisa a svantaggio dell’Università “Magna Grecia”, riconoscendo che l’Università della Calabria aveva tutto il suo diritto di attivare con l’Università “La Sapienza” di Roma i corsi universitari in questione soprattutto quando i corsi sopra richiamati non erano operativi all’Università di Catanzaro.

Nel 2020, come ormai risaputo, l’Università della Calabria e l’Università “Magna Grecia” di Catanzaro raggiungono un accordo finalizzato ad istituire il corso di laurea interuniversitario in “Medicina e Tecnologie Digitali”, grazie soprattutto alle grosse competenze presenti all’interno della prima Università Statale Calabrese di Tecnologie Digitali, mentre nella seconda è nota la potenzialità ed il merito degli insegnamenti clinici. 

Un accordo strategico ed innovativo se si pensa che tale corso finora è l’unico esistente nel Mezzogiorno italiano e che deve continuare a svilupparsi e crescere per il bene della Calabria. In questo contesto non può essere trascurato un dato molto importante, che grazie alla progettualità lungimirante e al lavoro svolto dal prof. Sebastiano Andò e da una equipe di collaboratori altrettanto bravi e validi, la Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute, sciolta e suddivisa in Dipartimenti nel 2009 a seguito della riforma universitaria italiana (nota come legge Gelmini), si sono conquistati, per quanto riguarda l’area di ricerca medica, delle posizioni di primato assoluto in Italia nelle graduatorie predisposte dall’Anvur, l’Agenzia di valutazione del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica.

Ciò detto l’Università della Calabria ha il diritto sacrosanto, già riconosciuto anche dal Tar Calabria con la sentenza di cui sopra depositata nel 2019, ad istituire il suo corso di laurea in Medicina, come quello di Infermieristica, di cui al percorso già approvato dal Coruc regionale calabrese. Tutto questo per creare nuove e maggiori possibilità di studi in medicina ed infermieristica agli studenti aspiranti calabresi. 

Non possono certamente bastare i soli trecento posti che l’Università “Magna Grecia” di Catanzaro ha a sua disposizione annualmente per il concorso nazionale di ammissione di fronte alle 2.700 domande circa raccolte nelle tre Università Calabresi (UniCal, Catanzaro e Reggio Calabria) durante l’ultimo concorso nazionale dello scorso anno.

Se poi è vero il dato fornito dal prof. Donato in una trasmissione televisiva dell’emittente regionale Ten di Rende, andata in onda lo scorso 4 gennaio 2023, che l’80% degli studenti che frequentano il corso di laurea in Medicina a Catanzaro provengono da altre regioni italiane e che solo il 20% sono di origine calabrese e che al termine degli studi vanno via, si comprende la delicatezza del problema ed il dramma dei tanti aspiranti che ne rimangono fuori. 2.700 aspiranti contro 300 posti disponibili, di cui l’80% ricoperti da studenti extra regionali ed il 20% da aspiranti studenti calabresi. A che gioco si vuole giocare? Dove si vuole arrivare? Ma che politica è mai questa?

Attivare Medicina a Cosenza può significare il raddoppio dei posti da mettere a concorso con un vantaggio a favore degli studenti calabresi, se la componente politica locale regionale e lo stesso Presidente della Giunta, Roberto Occhiuto si trovino uniti nell’imporre o suggerire al Ministero dell’Università e della Ricerca, che per quanto riguarda i posti che saranno messi a disposizione per i corsi in Medicina ed Infermieristica presso l’Università della Calabria la ripartizione deve avvenire secondo le norme stabilite dall’articolo 13 della sua legge istitutiva del 1968 che stabiliva il numero chiuso per tutti i corsi di laurea. Un articolo di legge che nel 1972 portò il Ministro della Pubblica Istruzione, on. Oscar Luigi Scalfaro, in occasione della pubblicazione del primo bando di concorso di ammissione al primo anno accademico, ad emanare un decreto ministeriale stabilendo che per tutti i corsi di laurea a numero chiuso la ripartizione dei posti da assegnare doveva avvenire secondo la seguente ripartizione: l’80% a studenti calabresi, il 15% a studenti extraregionali e il 5% a studenti stranieri. 

Questo per favorire la crescita di un numero consistente di laureati calabresi non molti numerosi a quel tempo nella nostra regione; mentre oggi per il concorso di ammissione al corso di laurea in Medicina e Chirurgia che viene gestito a livello nazionale si prevede la seguente ripartizione di posti: 90% a studenti italiani e il 10% a studenti stranieri.

Data la particolare situazione di crisi del sistema sanitario calabrese a cui manca un consistente numero di medici ed infermieri, chiamandone addirittura 50 dall’isola di Cuba come è accaduto in questi giorni per dare un minimo di buona organizzazione ai pronto soccorsi di alcuni ospedali calabresi, non è forse logico e giusto adeguarsi anche in questo caso ai criteri di ammissione ai corsi di laurea normali dell’Università della Calabria almeno per un certo numero di anni fino a quando non sarà formata una classe medica ed infermieristica calabrese stabile necessaria a coprire il fabbisogno? 

Immaginate questa visione: l’80% dei 300 posti d Medicina ben 240 andrebbero a studenti aspiranti calabresi e 60 verrebbero ripartiti tra studenti di altre regioni italiane e stranieri.

Poi c’è la questione del Polo Sanitario Dulbecco di Catanzaro che non sarà certamente l’attivazione di Medicina e Chirurgia all’UniCal a frenarne il riconoscimento e la nascita, anzi al contrario ne favorirebbe la buona organizzazione essendo un valore ed un patrimonio a dimensione regionale, per cui bando alle logiche di chiusura e di piccoli campanili che non aiutano certamente a far crescere la nostra Calabria in termini scientifici, culturali  e sociali. Questa è la strada da percorrere come classe politica calabrese se si vuole essere credibili nella visione della  nostra società  e soprattutto del mondo giovanile nostrano che aspira a percorrere questi particolari studi universitari. 

 

QUESTA SCIOCCA GUERRA DELLE FACOLTÀ
UNIVERSITÀ CALABRESI: SI DEVE FARE RETE

di FILIPPO VELTRIIo ne conosco decine e decine di ragazze e di ragazzi di Catanzaro, Cosenza, Locri. E ancora: di Isca sullo Jonio, di Mormanno, di Limbadi, di Caraffa del Bianco, di Cotronei e via discorrendo che si sono laureati all’ Università della Calabria in Ingegneria, in matematica, in fisica, in chimica, in lettere, in storia e hanno cambiato le sorti loro e delle loro famiglie. 

Ne conosco decine che oggi lavorano in prestigiose aziende o istituti di ricerca delle principali città europee e che occupano anzi postazioni di prestigio in grandi multinazionali. E lo stesso vale per ragazze e ragazzi che hanno studiato e si sono laureati a Catanzaro e Reggio Calabria, in Legge Medicina Agraria Architettura.

Solo l’Unical ha laureato più di centomila giovani calabresi, realizzando così quello che era il sogno dei padri fondatori: diventare cioè una fucina della classe dirigente. Per gran parte di quei 100 mila non sarebbe stato possibile arrivare alla laurea visto che fuori dalla nostra regione non erano in grado le loro famiglie di sostenere i costi di 5 e più anni di studi. Sono invece arrivati al traguardo finale ragazze e ragazzi di famiglie poverissime dei paesi più sperduti e lontani di tutta (ripeto, tutta) la Calabria, che in questi 50 anni hanno avuto la possibilità di farlo e poi di diventare qualcuno, non solo di trovare un lavoro.

Nel solo 2022 l’Unical ha già vinto bandi per più di 100 milioni di risorse del Pnrr. Si tratta di una grande opportunità e tra gli obiettivi strategici anche quello di garantire la copertura del cento per cento delle borse di studio.

Ovviamente ci sono anche ombre e non solo luci in questi 50 anni di storia di Arcavacata, che il mai dimenticato Rettore Beniamino Andreatta – sostenuto dai politici lungimiranti dell’epoca come Giacomo Mancini, Francesco Principe, Riccardo Misasi – volle in quel modo, con un centro residenziale e un Campus stile Stati Uniti d’America per sprovincializzare una società  TRAferma e abulica come quella calabrese. E soprattutto tentare di unificarla.

Ma quello che più colpisce in queste settimane è che questa scommessa vinta dall’Unical (forse l’unica cosa realmente positiva assieme al porto di Gioia Tauro negli ultimi 50 anni di vita calabrese) si accoppi da un lato a polemiche incomprensibili sul suo specifico ruolo e dall’altro – cosa più grave – ad una polemica da strapaese (non uso il termine pollaio che rende meglio in verità ma che ha urtato tempo fa la sensibilità di taluni dotti politici) che sta agitando parte del mondo politico (e non solo) sulle istituzioni di nuove facoltà (si chiamano corsi di laurea in realtà)  nelle tre università calabresi, con toni da guerra municipalistica che ricordano ben altri periodi bui della nostra recente storia e che sono privi di qualsiasi visione d’assieme su come – ad esempio – debba essere il sistema universitario regionale e a quali sfide debba rispondere, se non la richiesta di altri corsi di laurea per compensazione come se fossimo ad un mercato.

Si è addirittura arrivati tre mesi fa a portare una bara in piazza a Catanzaro Lido in una manifestazione in cui primeggiavano i dirigenti del PD catanzarese e due giorni fa nell’aula del Municipio di Catanzaro un’affollata assemblea convocata dallo stesso Comune con un manifesto in cui testualmente si leggeva “Non resteremo con le mani in mano’’. Roba da Piero Battaglia, sindaco di Reggio Calabria, anno 1970!  Poi – giusto per ricordare un po’ di storia recente – dopo quella chiamata successe quello che tutti sappiamo. 

Ancora una volta prevale, dunque, in questa nostra terra piccola ma martoriata il pennacchio e il campanile, agitando il vessillo facile facile della difesa della città. Ma questa non è classe dirigente, è una classe buona per addomesticare un momento, una rabbia, un desiderio di rivincita ma non per costruire il futuro e nemmeno per difendere la città di cui ci si riempie la bocca con toni da ultras di calcio, con tutto il rispetto che si deve a questi ultimi. La si smetta con la sindrome del ‘Calimero piccolo e nero’ e dell’assedio! Catanzaro e i catanzaresi sono nel cuore di tutti i calabresi e non hanno bisogno di alcuna rivalità!

Per fortuna ci sono in queste ore politici che stanno cercando di fare ragionare con toni più moderati, tra cui il presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso, catanzarese doc, nato, cresciuto ed eletto nel capoluogo. 

Ora: forse tra quei 100 mila giovani calabresi laureatisi in questi 50 anni all’ Unical (a proposito: si chiama Università della Calabria e non Università di Cosenza come sbrigativamente e malevolmente taluni insistono a chiamarla) ci sarà anche qualcuno (anzi: c’è di sicuro) degli agitatori di oggi della guerra delle Università. Ma è evidente che costoro non hanno appreso la lezione di quello che ha significato questo ateneo e soprattutto la cosa più bella di tutte che ha creato: tenere cioè assieme, fare crescere, studiare, dormire, mangiare sempre tutti assieme e magari lavorare, ragazze e ragazzi di Reggio e Vibo, di Catanzaro e di Cosenza, di Crotone e Castrovillari.

Tutti assieme, nelle maisonettes del Campus o nelle stesse case di Arcavacata, Rende, Quattromiglia etc etc. E lo hanno fatto senza pennacchi o campanili, senza rivalse o altro, continuando magari lo stesso a tifare chi per il Catanzaro e chi per il Cosenza. Ma oggi non c’è un derby di pallone alle porte (tra l’altro – sia detto per inciso – assolutamente improponibile con un Catanzaro spettacolare primo in classifica e un Cosenza meschino ultimo in graduatoria). Quei ragazzi – questa è la verità – erano e sono migliori quindi dei loro dirigenti di oggi. Per fortuna nostra, visto che quei dirigenti sono addirittura arrivati ora alla guerra nei tribunali amministrativi. Poveri noi! (fv)


IL VERO OBIETTIVO È FARE RETE TRA I TRE ATENEI

di SANTO STRATI In questa sciocca quanto incredibile baruffa tra il Capoluogo e l’Unical per l’istituzione del corso di laurea di Medicina, manca la visione strategica di una regione che ha il dovere di pensare ai suoi figli e alle generazioni future.

Manca anche il buon senso, lasciatecelo dire, perché non ci sono vincitori e sconfitti nell’eventuale guerra (anche di carte bollate) CZ-CS ma solo retrogradi integralisti di un campanilismo che sembrava morto 50 anni fa dopo le tristi vicende di Reggio per il capoluogo.

Su questo dovrebbero riflettere i nostri governanti e i nostri politici, con un solo obiettivo possibile (e obbligato): fare Rete tra le Università calabresi (già in odore di eccellenza) e costruire nuove opportunità di crescita formativa per i nostri ragazzi (e per quelli che sceglieranno di venire a studiare in Calabria), tenendo presente la necessità di mettere finalmente mano a un piano per l’occupazione che metta fine alla fuga dei nostri cervelli.

Fino a 50 anni fa i nostri ragazzi se volevano laurearsi dovevano attraversare lo Stretto (se stavano a Reggio e dintorni) oppure guardare da Salerno in sù. La nascita dell’Università della Calabria e, prim’ancora, dell’Istituto di Architettura di Reggio, e poi della sorprendente Università Magna Graecia di Catanzaro (sta sfornando fior di specialisti in campo medico) ha dato una connotazione diversa alle opportunità formative che la propria terra poteva offrire ai suoi giovani.

Basta guardare i clamorosi numeri di iscritti stranieri all’Unical per comprendere che facilmente è possibile immaginare un “ritorno” al contrario: i ragazzi del Nord che vengono a formarsi in Calabria, scambiarsi esperienze, misurare capacità e competenze fino a costituire team ideali di lavoro in termini di Sistema Paese. 

Il mondo, per fortuna, è cambiato: è cambiato anche il modo di fare formazione. Ben vengano altri corsi si laurea a Reggio, Catanzaro, Cosenza (Rende), con un auspicabile pensiero anche alle due città “dimenticate” e ultime per qualità della vita della Calabria: Crotone e Vibo. Sono due città splendide ma sottovalutate e immeritatamente svalutate, con una gioventù ricca di voglia di vivere, di studiare, laurearsi e, possibilmente, restare vicino ai parenti e agli affetii con un lavoro dignitoso (anche nello stipendio) che permetta loro di crescere e creare nuove famiglie. Ecco, quindi, la parola magica di cui si dovrebbe fare tesoro: Rete. Le tre Università calabresi facciano rete, unite per valorizzare ancor di più capacità e competenze e mostrare quel lato di eccellenza (genuina, non di facciata) che, sotto sotto, qualche grande e blasonato Ateneo comincia a invidiarci. (s)

Il sindaco Fiorita: Occhiuto firmi protocollo per nascita dell’Azienda Dulbecco

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, pur trovando aperture da parte del Governatore Roberto Occhiuto sulla Facoltà di Medicina, si è chiesto come mai «perché non abbia ancora firmato il protocollo d’intesa Regione-Università per dare vita all’Azienda unica universitario-ospedaliera ‘Renato Dulbecco’», se «davvero punta a rafforzare l’Umg e la sua Scuola di Medicina».

«La nascitura azienda, forte dei suoi 885 posti letto – ha spiegato – di un secondo pronto soccorso e di un Irccs per la medicina di precisione, irrobustirebbe la Facoltà di medicina, fornendo agli studenti e ai ricercatori gli spazi, le risorse e le tecnologie per un’alta qualità formativa. La ‘Dulbecco’ diventerebbe così il principale polo sanitario della Calabria e renderebbe ancora più inutile la duplicazione della Facoltà di medicina a Cosenza dove, peraltro, non esiste un Policlinico di riferimento e l’ospedale dell’Annunziata non sembra in grado, per i suoi gravi problemi logistici, di supportare un’attività didattica e formativa così importante».

«Se davvero il presidente Occhiuto – ha proseguito – ha a cuore la Facoltà di medicina di Catanzaro, non abbia esitazioni nel firmare il protocollo d’intesa, anche perché il termine di un anno fissato dalla legge regionale sull’Azienda unica è già stato superato. Ma anche questo non basta. La nuova Azienda ‘Dulbecco’ ha bisogno di più spazi e crediamo che la somma destinata dalla Regione al ‘nuovo ospedale di Catanzaro’ appaia insufficiente e sicuramente molto inferiore a quella destinata al ‘nuovo ospedale di Cosenza’, parliamo di ben 500 milioni di euro».

«Quanto al poderoso piano di investimenti per le Scuole di specializzazione dell’Umg – ha continuato – annunciato dal presidente Occhiuto, attendiamo ovviamente di conoscerne i dettagli e gli importi».

«Rispetto alla decisione adottata dal Coruc – ha concluso – la nostra posizione non cambia. Noi riteniamo sbagliata, inutile e giuridicamente discutibile l’istituzione della seconda Facoltà di medicina all’Unical e la contrasteremo in tutte le sedi. Solo a bocce ferme, si potrà discutere di un nuovo assetto del sistema universitario calabrese che non dovrà vedere – e in questo siamo d’accordo con il presidente Occhiuto – rendite di posizione». (rcz)

Il presidente Mancuso: Pronti a fare nostra parte per magistrale in Veterinaria alla Magna Graecia

C’è una grande volontà e intenzione di attivare il corso di laurea magistrale in Veterinaria all’Università Magna Graecia di Catanzaro. Una necessità emersa e che è stata ribadita nel corso della riunione a cui hanno partecipato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo assieme al direttore generale del Dipartimento Giacomo Giovinazzo, il Rettore dell’Università ‘Magna Graecia’ Giovambattista De Sarro, il sub commissario della Sanità calabrese Ernesto Esposito, il commissario di “Azienda zero” Giuseppe Profiti e i professori Domenico Britti e Antonio Pugliese.

E proprio il presidente Mancuso ha assicurato di essere «disponibili e pronti a fare la nostra parte per l’attivazione, fin dal prossimo Anno accademico dell’Università degli studi ‘Magna Graecia’ di Catanzaro, del Corso di laurea magistrale in Medicina veterinaria. Perciò, abbiamo assunto, acquisita la condivisione del presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, l’impegno di contribuire alla realizzazione di un Ospedale veterinario, che costituisce la condizione indispensabile, secondo le direttive dell’Agenzia per la valutazione del sistema Universitario e della ricerca (Anvur), per ottenere l’accreditamento ministeriale del Corso di laurea».

«“Abbiamo aderito alla richiesta dell’Università degli Studi ‘Magna Graecia’, assicurando il nostro fattivo intervento all’istituzione di un Corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria, perché – ha aggiunto il presidente Mancuso – la Calabria ha moltissimi giovani appassionati di zootecnia e produzioni tipiche ed è carente di veterinari, benché questa figura professionale sia necessaria per la salvaguardia e valorizzazione dell’importante patrimonio agro-silvo-pastorale di cui disponiamo».

«Contemporaneamente – ha proseguito – riteniamo che il nuovo Corso di laurea diventerebbe un fiore all’occhiello dell’Università Magna Graecia, rendendo più attrattiva la sua offerta formativa e incidendo positivamente sull’ indotto economico per l’area centrale della Calabria. Contribuendo, altresì, al confronto professionale, alla formazione permanente e alla ricerca scientifica in un settore propulsivo e trainante per l’economia generale della regione».

Per l’assessore Gallo, «l’idea del Corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria è eccellente. Può essere un sostegno prezioso per uno dei comparti più rilevanti del tessuto produttivo calabrese. È necessario che gli operatori agricoli e della zootecnia calabrese beneficino delle attività di professionisti che possono dare una mano alle aziende, anche se piccole, perché competano sui mercati, nazionali e internazionali, grazie all’acquisizione di conoscenze e competenze che vanno sempre aggiornate e potenziate».

«La Calabria ha una zootecnia di buon livello e di una produzione agroalimentare di tutto rispetto – ha concluso – e la presenza di un Corso di laurea in Medicina Veterinaria può senz’altro essere, per gli imprenditori del settore, un ottimo punto di riferimento sul versante medico e professionale».

«Il Corso di laurea – ha specificato il Rettore De Sarro – ha già ottenuto l’approvazione degli Ordini dei Medici Veterinari di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo. Mentre, ai fini della presentazione della richiesta al Ministero, sono state consultate diverse parti sociali a livello internazionale, nazionale e regionale, che hanno valutato positivamente il quadro generale delle attività formative contenute nella proposta, ritenendole tutte necessarie per l’acquisizione delle competenze utili ai ruoli professionali in argomento». (rcz)

Al prof. Gennaro Ciliberto dell’Umg il Premio “Luigi Tartufari” dell’Accademia dei Lincei

Prestigioso riconoscimento per il prof. Gennaro Ciliberto,  Ordinario di Biologia Molecolare all’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro e Direttore Scientifico dell’IRCCS Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, che è stato insignito del Premio Internazionale “Luigi Tartufari” per le Scienze Biologiche dall’Accademia dei Lincei.

Il Premio è stato consegnato nei giorni scorsi nella sede dell’Accademia, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso dell’adunanza solenne di chiusura dell’anno accademico dell’Accademia.

Il momento della premiazione

Al prof. Ciliberto, il premio è stato assegnato per «l’eccellenza e la mole di risultati raggiunti nel campo di ricerca della biologia – si legge nella motivazione – grazie ai suoi autorevoli studi estremamente produttivi e di ampio interesse per la comunità scientifica delle scienze biologiche. In particolare, eccelle per la qualità e continuità della carriera scientifica, per la qualità della produzione scientifica, per il profilo internazionale nelle aree di interesse specifico, per proiezione traslazionale di successo della sua ricerca di base e, non ultimo, per il ruolo nelle le società scientifiche a livello nazionale ed internazionale. Per le competenze scientifiche, accademiche, gestionali-amministrative e per il ruolo di cooperazione nella comunità scientifica risulta essere il candidato maggiormente qualificato».

Il Rettore dell’Università Magna Graecia, Prof. Giovambattista De Sarro ha espresso, con soddisfazione, le congratulazioni personali e dell’intera comunità accademica catanzarese al Prof. Ciliberto per l’importante riconoscimento assegnato dall’Accademia Scientifica più antica al mondo. (rrm)

L’OPINIONE / Denise Priolo: Continuare a investire su Università Magna Graecia e formazione giovani

di DENISE PRIOLOHo trascorso splendide giornate tra le vie caratteristiche del capoluogo, confrontandomi con uomini e donne che hanno le proprie radici in questa meravigliosa città e che sperano che il futuro sia migliore per loro e soprattutto per i loro figli e tutte le nuove generazioni. Ho imparato a conoscere più a fondo le necessità, i bisogni di chi vive a Catanzaro e insieme al nuovo sindaco collaboreremo affinché a queste necessità, a questi bisogni vi si ponga finalmente e prima possibile rimedio.

Da giovane ragazza quale sono, ho da subito cercato di comprendere quali fossero le principali ragioni che costringano un ragazzo ad allontanarsi dalla propria terra: tra queste ragioni abbiamo sicuramente l’assenza di servizi e le poche prospettive di realizzazione professionale e di occupazione alle quali la politica, finora incapace di trovare soluzioni, deve oggi rispondere con azioni importanti e significative.

Non è difficile constatare che la fonte principale di attrazione di giovani qui da noi è l’Università e tutto ciò a lei connesso, ma allo stesso tempo credo sia sufficientemente ovvio che, proprio per l’importanza che ha, bisogna continuare ad investire nell’Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro affinché possa essere sempre più funzionale nello sviluppo della città. Le giovani generazioni sono allo sbaraglio, la miopia mostrata dalla politica, li sta sistematicamente marginalizzando e privando di un futuro di opportunità e di reale crescita.

I dati sono drammatici: secondo le statistiche Eurostat sul mercato del lavoro nel 2021, lo scorso anno in Calabria circa quattro giovani su 10 erano senza lavoro. Uno dei dati peggiori in Ue. È chiaro che sarebbe obbligatoria una profonda riflessione su temi alti come quello della formazione; i giovani debbono essere in grado di affrontare un mercato del lavoro in continua trasformazione, la scuola deve garantire l’acquisizione di nuove competenze ma anche predisporre alla forte richiesta di flessibilità, che è l’elemento più caratterizzante nel nuovo mondo dell’occupazione, dopo quello della professionalità specializzata.

Ho vissuto intensamente il periodo di incontri e di ascolto della cittadinanza, raccogliendo tante indicazioni utili e proposte interessanti che saranno certamente integrate nella mia proposta amministrativa.   Questo tempo mi è stato utile per conoscere tante realtà della città e spero vivamente per tutti i catanzaresi innamorati del loro territorio, che il nuovo Sindaco sia il Professor Valerio Donato.  Sono certa che sia lui l’unica persona che può cambiare le sorti della città che amo profondamente,  Catanzaro merita un futuro migliore. (dp)

[Denise Priolo è candidata alle elezioni comunali di Catanzaro a sostegno di Valerio Donato sindaco]

I Rettori De Sarro e Leone nella top 20 dei ricercatori italiani della Stanford University

Prestigioso riconoscimento per Giovambattista De Sarro, Rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, e per Nicola Leone, Rettore dell’Università della Calabria, che sono stati inseriti nella top 20 dei ricercatori italiani nella classifica realizzata dalla Stanford University.

Un plauso ai due Rettori è arrivato dal presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, che ha fatto le sue congratulazioni.

«La Calabria – ha spiegato –  soffre per uno storico deficit infrastrutturale, che la penalizza in competitività e qualità della vita e che  la Regione ha preso di petto con l’intenzione di colmare. Ma dispone di un prestigioso patrimonio ambientale, storico, culturale e architettonico e di un sfilza di intelligenze in ogni settore – incluso quello dell’Intelligenza Artificiale ‘deduttiva’ –  che costituiscono un formidabile punto d’eccellenza di cui essere orgogliosi e su cui puntare. Per ridare speranza e fiducia ai nostri giovani e a tutti noi».

«E – ha concluso Mancuso – per classificare i  pregiudizi antimeridionali e le battute infelici dall’acre sentore razzista, come un cumulo di sciocchezze».

Ernesto Magorno, senatore di Italia Viva, ha evidenziato come si «tratta di un riconoscimento di cui andare orgogliosi che certifica, ancora una volta, la grande presenza di talenti in Calabria, una regione dalle straordinarie potenzialità da valorizzare». (rrm)

L’Università Magna Graecia tra i primi 10 Atenei per crescita iscritti

Nuovo prestigioso traguardo per l’Università Magna Graecia di Catanzaro: con il tasso di crescita del 10%, è tra i primi dieci Atenei italiani in cui gli immatricolati sono cresciuti maggiormente nell’anno accademico 2021/2022, in controtendenza rispetto alla perdita complessiva di immatricolati del 5,2% fatta registrare invece, a livello nazionale, nel raffronto con l’anno accademico 2020/2021.

Questo è il dato che emerge dall’elaborazione dell’Osservatorio Talents Venture sulle statistiche del Ministero dell’Università e della Ricerca aggiornate allo scorso mese di marzo, ripresa, nei giorni scorsi, anche dal Sole 24 Ore.

L’Università di Catanzaro si colloca all’ottavo posto, mentre tra gli Atenei del Sud, per tasso di crescita degli immatricolati, si colloca al terzo posto.

“Un dato che non può che inorgoglire tutta la nostra comunità universitaria – ha dichiarato il Rettore dell’Università Magna Graecia Giovambattista De Sarro – perché abbiamo dimostrato di essere attrattivi per la qualità dell’offerta formativa, in un contesto nazionale, che, anche a causa dell’emergenza pandemica, ha fatto registrare, invece, un segno negativo nelle nuove iscrizioni all’Università. La dimostrazione – ha proseguito il Rettore Giovambattista De Sarro – che aver puntato su settori e discipline strategiche per il futuro ha trovato un’ampia platea interessata di giovani calabresi e non solo che ha scelto, con ferma convinzione, l’Università di Catanzaro per formarsi in competenze trasversali ed in un ambiente scientifico stimolante, dinamico, al passo con i tempi ed a misura di studente”.

Per quanto riguarda i corsi di laurea in cui gli immatricolati sono cresciuti di più, a livello nazionale, si annoverano quelli delle discipline STEM, con particolare riguardo per Informatica e Tecnologie ICT ed i corsi dell’area medico-sanitaria e farmaceutica.

Riguardo i percorsi formativi STEM l’Università Magna Graecia di Catanzaro, in uno studio precedente sempre dell’Osservatorio Talents Venture, si è già distinta tra le prime università in Italia per la quota di donne STEM presenti nell’Ateneo sul totale degli iscritti. (rcz)

CATANZARO – Alla Camera di Commercio si presenta corso di perfezionamento “Laboratorio di management”

Domani mattina, alle 11, alla Camera di Commercio di Catanzaro, sarà presentato il corso di perfezionamento in Laboratorio per il management e la progettazione culturale, attivato dalla Scuola di Alta Formazione dell’ Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro.

Si parte con i saluti istituzionali di Daniele Rossi, commissario Camera di commercio di Catanzaro, Stefano Alcaro, direttore della Scuola di Alta Formazione dell’Umg, Bruno Calvetta, segretario generale Camera di Commercio CZ.

Presentano il corso Antonino Mantineo, direttore del corso di perfezionamento e Luigi Mariano Guzzo, co-direttore del Corso di perfezionamento.

A seguire, la tavola rotonda su Le politiche culturali come linee strategiche per lo sviluppo dei territori. Intervengono Domenicantonio Schiava, già dirigente generale del Dipartimento di Urbanistica e Beni Culturali della Regione Calabria, Guido Mignoli, direttore tecnico Gal Serre Calabresi – Alta Locride e Flag Medio Ionio e Saverio Nisticò, Artium, Desta srl. Introduce e modera Raffaella Gigliotti, della Camera di Commercio Cz.

«Come Commissario straordinario della Camera di Commercio credo si tratti di una bella opportunità per il nostro territorio perché va nella direzione di professionalizzare la gestione dei beni culturali e dunque la capacità di produrre reddito e posti di lavoro in un settore dal potenziale enorme per la nostra provincia», ha commentato il commissario Rossi. (rcz)