Una breve riflessione su città e Università, tra ignoranza e dimenticanza

di FRANCO CIMINO – No, non mi stancherò di ripeterlo, il problema principale della nostra Città è la dimenticanza e l’ignoranza di gran parte della sua classe dirigente. A volte questi due fattori si intrecciano e muovono insieme, nello stesso tempo. È quando “ passano in cavalleria”, come diceva mio padre, due fattori importanti, il Mare e l’Università.

Le Città che hanno o l’una o l’altra stanno, diciamo, bene in salute. Quelle che le possiedono ambedue sono addirittura “felici”. Le prime, certamente, sono più ferventi di civiltà, educazione civica e sensibilità politica. Le seconde, questo e altro ancora. Sono anche ricche, intendendo la ricchezza come l’insieme di risorse economiche e materiali e tanto altro di immateriale pure più importante. Catanzaro, la nostra, occasionalmente e insufficientemente, amata, possiede sia il Mare, sia l’Universita. Ciononostante, scandalo tra gli scandali, resta in coda in tutte le classifiche della buona qualità.

I motivi sono due, per nulla difficili da comprendere. Il primo è appunto, l’ignoranza. Non si conosce affatto il valore incommensurabile del Mare e delle sue ricchezze manifeste. Non ci si ricorda della sua esistenza, e del dono, questo sì autentico e gratuito come il dono, che rappresenta per la Città. Un dono bellissimo, tanto lo è il nostro mare. Non si conosce il peso notevole, con tutti gli indotti che procura, che l’Università esercita sul più vasto territorio che la comprende. Inoltre, non ci si ricorda della sua esistenza qui. Tuttavia, c’è una differenza tra il Mare e l’Università. Riguarda la responsabilità propria di questi due “soggetti” rispetto al Capoluogo. Mentre il Mare non ne ha alcuna di negativo, difendendosi, come sua natura detta, dalle offese che gli abbiamo arrecato, l’Ateneo ne reca disinvoltamente una sua propria, che un provincialismo di maniera, qui, accentua. È l’autoreferenzialità, che da noi invece che esaltare lo spirito di autonomia, che la Legge Fondamentale dello Stato le assegna, si è fatta, sin dalla sua nascita, indipendenza assoluta.

E, da questa, chiusura fortilizia. E, da questa ancora, separazione dal contesto. Pertanto, separatezza. La più pericolosa, perché generatrice di divisioni, incomprensioni, distanziamento. Conflitti, anche se non armati. Ovvero, disarmati di loro stessa incapacità allo scontro. Per mancanza di strategie “ militari” o di coraggio. All’inizio era facile pensare che questo distacco, con le relative conseguenze anzidette, dipendesse dalle ambizioni e dal carattere, diciamo forte e ostinato, per usare due eufemismi generosi, delle due personalità forti poste alla guida dei due “ enti”. Non si amavano e, per il distacco culturale, tra i due, Salvatore Venuta e Sergio Abramo (non riferibile però al grado d’istruzione o ai titoli accademici, ma alla diversità del loro pensare)le due realtà sono rimaste distanti, fino a diventare, anche senza di loro(per il peggioramento, con brevi e poche eccezioni, del livello della rappresentanza) vere e proprie separatezze.

Le due personalità non simpatizzavano, le due realtà pure. Non “si parlavano”. Le due dimensioni, pure. Anche per questo, Università e Città si sono mosse in direzione “ostinata e contraria”. L’una ha negato all’altra ciò che l’una avrebbe potuto, com’è accaduto ovunque, donare ciò che di essa sarebbe servito all’altra. Il territorio non ha ricevuto alcunché dalla ricerca laboratoriale e dagli studi specialistici, l’Ateneo assai poco dal perimetro urbano nel quale è allocata. Un record olimpionico, si potrebbe dire.

Per rendere più attiva, quasi atto volontario, questa separatezza, si è lavorato molto sulla chiusura fisica di ambedue i luoghi, facendo diventare, il primo un non luogo e il secondo un insieme di agglomerati tutti periferici e scarsamente identitari. La distanza fisica si é addirittura materializzata negando i(e ai) giovani allo spazio più delicato e “ romantico” qual è il sempre più intristito Centro Storico. L’affolamento di studenti nella Marina, non è stato altro che una ingannevole attrattiva, in cui il sole, sempre primaverile, e il mare sempre fascinoso, c’entra assai poco. Potremmo, su questa via, continuare a dire a lungo, ma servirebbe a poco, rispetto al fatto più evidente. Anzi, ai due fatti più cogenti. Anche qui l’uno segue l’altro, intrecciandosi nello stesso vecchio punto. L’Università nostra( della Magna Grecia, così detta per concepirla quale interamente calabrese e mediterranea), continua a far da sé senza e, oserei dire, a fronte delle assurdità consumate anche di recente, contro Catanzaro.

L’esempio più eclatante è l’istituzione della Facoltà di Medicina a Cosenza, e a Reggio nel desiderio di questa, e la quasi certa perdita del Cnr, come denunciato coraggiosamente da Antonello Talerico, tema sul quale ritorneremo, turbati anche dal più assurdo silenzio che “mortalmente tace” su di esso. A tutto ciò si aggiunga la totale indifferenza generale, anche intra Ateneo, per uno dei momenti più importanti della vita di quell’alta istituzione culturale, l’elezione del Rettore, vista da lontano non come atto di arroganza “proprietaria” come la si intende da più parti, ma quale fatto tristemente ordinario in un contesto che appare sempre più deprivato di vitalità, anche politica e culturale. E su cui poco potranno incidere intenzioni estemporanee da quel contesto immobile, probabilmente determinate per furbizia da fumo negli occhi o per convenienze d’altro genere.

Il problema che qui si pone non riguarda la qualità degli insegnamenti o altro di valore scientifico acquisito negli anni, ci mancherebbe pure che non ci fossero. Il problema è culturale e politico. Su questo terreno, Città e Università costituiscono due debolezze che si indeboliscono reciprocamente e progressivamente. È tempo che questa tristezza dolorosa e dannosa si interrompa. Un sindaco “universitario” oltre che colto, e perciò politicamente molto sensibile, come il nostro, faccia con un solo passo i due che Università e Città dovrebbero fare insieme per incontrarsi nello spazio più solenne e promettente, quello della Politica.

Lo faccia subito, perché non c’è più tempo da perdere. Approfitti dell’elezione del nuovo Rettore e avvi, anche con la discussione più ampia e coraggiosa del Consiglio Comunale, magari aperto agli organismi statutari dell’Ateneo, la costruzione di un nuovo e fecondo rapporto tra le due autonomie più democratiche che vi siano, unitamente al sistema delle degli enti locali, nella ingegneria costituzionale del nostro Paese. Si parta, per esempio, con la realizzazione di un’idea antica( posso dire la mia?), quella di un “campus all’aperto in pieno Centro Storico” in cui allocare tutte le facoltà definibili genericamente umanistiche, in esse quelle “giurisprudenziali”, così da inventare una Università bellissima, distribuita razionalmente su due spazi straordinari per due ambiti specificamente dedicati, quello scientifico da implementare ancora, al Campus Venuta, e quello umanistico da allargare notevolmente, nel Centro Storico.

Il tutto mentre in contemporanea, anzi prima ancora, cioè oggi, si fondi la Facoltà delle Scienze del Mare, con sede a Marina. Una sede bella, a distanza necessaria ma davanti al nostro Mare, mettendoci vicino magari un moderno Istituto Nautico. Ovvero quello dei maestri d’ascia, di cui il nostro quartiere ne conserva storia e tradizione. E non si guardi con timore a Cosenza per questo, ma piuttosto ai nostri ritardi e alle nostre distrazione di cui la Città Bruzia dalle rinnovate ambizioni di grandezza ha saputo approfittare. (fc)

UNIVERSITÀ, CALABRIA ISOLA FELICE PER
GLI ALLOGGI: LE UNIVERSITÀ SONO PRONTE

di FRANCESCO CANGEMIMentre in tutto il Paese gli studenti universitari lamentano la scarsità di alloggi e i costi esosi degli affitti, in Calabria c’è un’isola felice. Si tratta del Campus dell’Università della Calabria ad Arcavacata di Rende, a Cosenza.

Qui, infatti, viene ospitato il 16% degli iscritti in corso, il triplo della media nazionale che si ferma al 5%. Va sottolineato, inoltre, come l’Unical negli anni abbia investito proprio nelle residenze creando 10 quartieri e 2300 posti letto. In più va specificato come anche i soggetti privati affittino stanze o abitazioni a prezzi decisamente inferiori rispetto alla media nazionale.

Per venire incontro alle esigenze alloggiative degli studenti, l’ateneo di Arcavacata bandisce ogni anno borse di studio che prevedono l’assegnazione di posti letto, l’utilizzo della mensa universitaria ed un contributo in denaro. Gli studenti che aspirano all’assegnazione dell’alloggio devono avere un reddito Isee non superiore ai 24 mila euro l’anno, possedere un determinato numero di crediti formativi e non essere fuori corso.

I posti letto assegnati quest’anno, dislocati in appartamenti costruiti all’interno del grande Campus universitario, sono stati appunto 2300, pari al 16% degli iscritti in corso. Per il prossimo anno sarà completato un ulteriore blocco di 500 posti letto che porterà gli alloggi disponibili ad una quota del 20% degli iscritti.

Nel Campus sono ospitati anche centri ricreativi, un centro sportivo, con campi di calcetto e tennis, alcune palestre, due cinema e tre teatri, tra cui un grande teatro auditorium. Un’organizzazione che consente una qualità di vita, universitaria e sociale, particolarmente elevata.

L’ateneo garantisce inoltre un’importante offerta didattica. I 14 dipartimenti in cui è strutturato, infatti, gestiscono 80 corsi di laurea.

Quest’anno la novità è stata rappresentata dall’avvio del corso di Medicina, Chirurgia e Tecnologie digitali. «“Il nostro ateneo – ha dichiarato all’Ansa ultimamente il rettore, Nicola Leone – è da sempre attento alle esigenze degli studenti, a partire da quelle abitative, ed è impegnato a garantire a tutti il diritto alla formazione universitaria. Alla qualità didattica e di ricerca si somma infatti il valore aggiunto della vita nel nostro bellissimo Campus, che si estende su una superficie verde di oltre duecento ettari ed all’interno del quale si vive un’esperienza di comunità universitaria unica, condividendo con colleghi e docenti momenti formativi, ludici, sportivi e culturali. Il Campus è dotato di aule studio, di un centro sportivo, teatri, anfiteatri, cinema, bar, punti di ristoro e altri spazi aggregativi».

«Una vera cittadella – aggiunge il Rettore Leone – che consente di vivere una straordinaria esperienza umana dal carattere internazionale, oltre che formativo. Non a caso, nell’ultima classifica stilata dal Censis, il nostro ateneo è risultato il primo assoluto a livello nazionale per la qualità dei servizi offerti agli studenti».

Sulla questione alloggi universitari in Calabria è intervenuta anche Giusi Princi, vicepresidente della Regione Calabria con delega all’Istruzione.

«La Calabria è regione virtuosa nelle politiche di sostegno allo studio, tanto è vero che grazie ai fondi ministeriali e regionali – 18 milioni di euro (di cui 13 milioni risorse Por e 5 milioni risorse del bilancio regionale) per gli anni 2022-23 i fondi stanziati dalla Giunta – le tre università Magna Graecia di Catanzaro, Unical di Cosenza-Rende e Mediterranea di Reggio Calabria sono riuscite a soddisfare tutti gli aventi diritto ai contributi per gli alloggi. Con le risorse stanziate sono state inoltre quasi integralmente finanziate tutte le borse, previa rendicontazione dell’importo da parte degli atenei. Le borse di studio sono per legge cofinanziate dalle università (con le tasse e con il Fis), la Regione Calabria in questo caso si è fatta totalmente carico delle borse».

Aggiunge la Princi che «A oggi, dunque, nessun fuorisede – ovvero coloro che risiedono ad oltre 50km dalla sede della propria università e che hanno quindi necessità di affrontare spese per affitto – rientrato nelle graduatorie stilate sulla base di precisi requisiti Isee – parliamo di 11.224 studenti – è rimasto privo del necessario sostegno. Un fiore all’occhiello, risultato di una politica, fortemente voluta del presidente Occhiuto, a favore dei giovani, delle nostre eccellenze, e contro la fuga di cervelli. In un quadro nazionale che vede al centro del dibattito il tema del caro fitti per gli studenti, possiamo senza dubbio asserire che la Calabria rappresenta un modello nella piena affermazione del diritto allo studio, perché non lascia indietro nessuna ragazza e nessun ragazzo, e anzi compie ogni sforzo possibile per farsi carico degli oneri relativi agli alloggi». (fc)

Arriva all’Università Magna Graecia il ministro Zangrillo per una lectio magistralis

Al servizio esclusivo della nazione: il valore costituzionale del lavoro nelle pubbliche amministrazioni: è questo il tema della lectio magistralis che il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, terrà lunedì 22 maggio all’Università Magna Graecia di Catanzaro. La lezione celebra il trentennale del “decreto 29” che diede avvio al processo riformatore del lavoro pubblico e avvia il programma di attività del Centro di ricerca “Digit lab law – Transizione digitale, autonomie negoziali e relazioni di lavoro”, diretto dal prof. Antonio Viscomi.

La presenza in università sarà preceduta, nel corso della mattinata, dalla visita del Ministro – accompagnato dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto – al cantiere dell’Harmonic innovation hub di Tiriolo, che con i suoi 40mila mq, tra spazi coperti ed aperti, si posiziona già come uno dei più grandi spazi per l’innovazione del Paese, nato per favorire il progresso tecnologico e imprenditoriale in tutta l’area del Mediterraneo su segmenti ad alto impatto sociale come la Circular economy, Rural innovation, Smart industry, Smart society, Life science.

La visita proseguirà a Caraffa di Catanzaro negli spazi dell’incubatore e acceleratore Entopan innovation, che al fianco di Fondazione Brodolini gestisce anche le attività del Centro di innovazione InnovIt promosso dal Governo italiano a San Francisco, per sostenere la presenza e l’attività delle imprese innovative italiane in Silicon Valley. Il Ministro incontrerà alcune delle startup accompagnate da Entopan innovation, coerenti con i principi dell’Innovazione Armonica, un approccio di visione e metodo che indirizza lo sviluppo tecnologico recuperando la prospettiva umanistica, intergenerazionale e di lungo termine necessaria ad affrontare il cambiamento d’epoca in corso. Una progettualità che contribuisce a superare il modello di sviluppo corrente che sta progressivamente evidenziando i suoi limiti ed effetti critici sull’equilibrio ambientale, sociale, economico, demografico e democratico.

L’intenso programma della mattinata è stato definito e voluto dal Ministro che vede nell’innovazione, concepita nell’inedita connotazione “Armonica” che ha preso forma proprio in Calabria, un importante fil rouge per alimentare il dialogo e lo scambio tra la Pubblica amministrazione e il mondo privato impegnato nello sviluppo tecnologico al fine di rispondere ai più importanti bisogni presenti e soprattutto futuri dei territori e dei cittadini.

«La vera sfida di oggi è saper accompagnare le persone nel profondo e repentino percorso di cambiamento – sottolinea il ministro Zangrillo – È quello che stiamo facendo nella Pubblica amministrazione, investendo soprattutto sul capitale umano, sulle competenze e sul merito. Se vogliamo guardare al futuro con fiducia, la trasformazione digitale non è un’opzione ma una necessità». (rcz)

Università, Princi: Calabria virtuosa, tutti i fuorisede idonei hanno alloggio finanziato

La Calabria è una regione virtuosa. Grazie ai fondi ministeriali e regionali, che ammontano a 18 milioni (di cui 13 mln sono risorse Por e 5 mln sono risorse del bilancio regionale),  per gli anni 2022-23 i fondi stanziati dalla Giunta -, le tre università Magna Graecia di Catanzaro, Unical di Cosenza-Rende e Mediterranea di Reggio Calabria sono riuscite a soddisfare tutti gli aventi diritto ai contributi per gli alloggi.

Lo ha reso noto la vicepresidente della Regione, Giusi Princi, sottolineando come «con le risorse stanziate sono state inoltre quasi integralmente finanziate tutte le borse, previa rendicontazione dell’importo da parte degli Atenei».

«Le borse di studio – ha spiegato – sono per legge cofinanziate dalle università (con le tasse e con il Fis), la Regione Calabria in questo caso si è fatta totalmente carico delle borse. A oggi, dunque, nessun fuorisede – ovvero coloro che risiedono ad oltre 50km dalla sede della propria Università e che hanno quindi necessità di affrontare spese per affitto – rientrato nelle graduatorie stilate sulla base di precisi requisiti Isee – parliamo di 11.224 studenti – è rimasto privo del necessario sostegno».

«Un fiore all’occhiello, risultato di una politica, fortemente voluta del presidente Occhiuto – ha proseguito –, a favore dei giovani, delle nostre eccellenze, e contro la fuga di cervelli. In un quadro nazionale che vede al centro del dibattito il tema del caro fitti per gli studenti, possiamo senza dubbio asserire che la Calabria rappresenta un modello nella piena affermazione del diritto allo studio, perché non lascia indietro nessuna ragazza e nessun ragazzo, e anzi compie ogni sforzo possibile per farsi carico degli oneri relativi agli alloggi». (rcz)

INCUBO DENATALITÀ: UNO SCENARIO FOSCO
SI PROFILA PER LE UNIVERSITÀ CALABRESI

di SERGIO DRAGONELe università del Sud entro il 2040 potrebbero diventare atenei fantasma. Uno studio realizzato da Talents Venture, una società specializzata nell’istruzione universitaria, illustra uno scenario apocalittico: calo delle nascite ed emigrazione dei ragazzi meridionali verso gli atenei del Centro-Nord e dell’estero renderanno non più sostenibili i sistemi universitari del Sud. Diminuiranno drasticamente i giovani di età compresa tra i 18 e i 21 anni che oggi rappresentano il 90% delle immatricolazioni. 

Un quadro fosco che indica nelle Università pugliesi e campane quelle che corrono maggiormente il rischio di desertificazione e quindi, sia pure allo stato teorico, di chiusura nell’arco dei prossimi venti anni.

Ma anche la Calabria non sfugge a questo meccanismo. Secondo questo studio, la nostra regione registrerà nel 2040 la riduzione del 23,8% della popolazione giovanile compresa tra i 18 e i 21 anni, con un rischio desertificazione per i quattro atenei che compongono il nostro sistema universitario (Unical, Umg, Mediterranea e Dante Alighieri per stranieri). Risulteranno troppi, troppo costosi e quindi non più sostenibili economicamente in relazione alle immatricolazioni.

I rettori del Sud sono in grande allarme anche perché inevitabilmente diminuiranno anche le risorse. Il Magnifico dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, sta lavorando ad una proposta rivoluzionaria per contrastare questo processo: federare tutte le Università della Puglia e farne una sola, con un solo rettore, un solo consiglio d’amministrazione e un solo senato.

Dice Bronzini: «A Brindisi metterei l’energia, a Taranto concentrerei archeologia e ambiente. A Lecce troverebbero posto le nanotecnologie, a Foggia l’agroalimentare e a Bari la sanità, la fisica, il calcolo, la chimica. Facoltà molto richieste come per esempio Giurisprudenza le lascerei su tutto il territorio, ma legate a un solo ateneo».

Uno dei vantaggi sarebbe di natura economica: secondo Bronzini la federazione di università pugliesi permetterebbe di proporre investimenti che non siano in concorrenza ma in coesione e le risorse sarebbero distribuite in modo equo e non ci sarebbe una contesa degli studenti fra atenei.

Proiettata nella nostra regione, la proposta Bronzini porterebbe alla nascita di un’unica, grande Università, con ogni sede territoriale a detenere un primato in determinate facoltà: a Catanzaro il polo medico e quello giuridico; a Cosenza l’ingegneria e l’informatica; a Reggio Calabria, architettura. Si potrebbe perfino pensare, in questa logica, a facoltà innovative da localizzare a Crotone, Vibo Valentia, Rossano/Corigliano. L’obiettivo sarebbe quello di concentrare tutte le risorse in un unico ateneo e fare valere il peso di un numero consistente di immatricolazioni, puntando anche ad un deciso incremento delle iscrizioni da parte di studenti stranieri.

Ma in Calabria, ovviamente, si procede in direzione del tutto opposta, quella della guerra senza quartiere tra i quattro atenei, con una lotta al coltello per accaparrarsi un po’ di immatricolazioni. La duplicazione della facoltà di medicina, alla luce dello studio di “Talents Venture”, appare più che una conquista, un autentico suicidio che alla lunga porterà all’asfissia di entrambe le facoltà calabresi per la riduzione delle immatricolazioni entro il 2040.

Il rischio di diventare atenei fantasma non fermerà la folle corsa alle duplicazioni, se è vero che anche Reggio Calabria rivendica una terza facoltà di medicina. L’Unical, che gioca da solista in maniera incontrastata, punta sugli studenti stranieri, registrando quest’anno un boom di domande, quasi diecimila, provenienti da 108 Paesi del mondo, per accedere ai 240 posti per la laurea biennale in lingua inglese. Forse non basterà per evitare il rischio desertificazione previsto per il 2040, ma certamente è già qualcosa e forse servirà ad allontanare di qualche anno  il default.

Ora non voglio dire che in Calabria bisogna guardare alla proposta Bronzini come un modello, ma basterebbe lavorare ad un rafforzamento delle facoltà “identitarie” di ciascun ateneo calabrese, concentrando le risorse ed evitando inutili e costosissimi doppioni come “medicina”.

Una considerazione finale. La Puglia guarda al futuro e pensa di federare le forze, la Calabria si gira indietro e pianta inutili e patetiche bandierine, senza minimamente valutare i devastanti impatti che il calo demografico e i flussi migratori avranno nei prossimi venti anni.  (sd)

Unindustria Calabria e Università insieme per i dottorati innovativi

Fornire l’upskill professionale e la qualificazione delle aziende che guardano all’economia del prossimo futuro. È a questo che Unindustria Calabria e le Università stanno puntando attraverso i dottorati innovativi, misure pensate per il supporto al mondo della ricerca previsti dal Pnnr.

Si tratta di un’azione su cui lavorano insieme università e imprese con l’obiettivo di rendere lo strumento del dottorato di ricerca ancora più coerente con le reali esigenze del mondo imprenditoriale, favorendo così le condizioni perché il sistema economico assorba professionisti sempre più qualificati. E proprio a tal fine è stata attivata la piattaforma digitale dottorati-imprese.mur.gov.it realizzata in collaborazione tra Ministero dell’Università e della Ricerca, Confindustria e Conferenza dei Rettori delle Università Italiane per incrociare domanda e offerta legate al mondo della ricerca finalizzata al mondo produttivo. 

La piattaforma e, più in generale, tutto il progetto sono stati al centro dell’intervento che il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, ha tenuto nei giorni scorsi all’Università della Calabria. Nel dettaglio, il piano del Governo prevede la possibilità di co-finanziare 15mila dottorati di ricerca triennali (dotazione complessiva 450mln di euro) a cui si aggiunge analogo finanziamento delle imprese interessate a partecipare al progetto di ricerca o che addirittura hanno proposto un progetto. 

«La misura – ha spiegato Ferrara – è stata fortemente voluta da Confindustria per stimolare la qualificazione delle imprese e l’investimento in Ricerca & Sviluppo, oltre che l’upskilling professionale che si traduce in vero valore aggiunto per le imprese che intendono guardare all’evoluzione dell’economia del futuro più prossimo. Si tratta di un’importante occasione di collaborazione tra Università, mondo della ricerca e industria. D’altronde, i numeri sono chiari: le imprese che hanno saputo investire in programmi votati all’innovazione sulla base della ricerca hanno fatto registrare tassi di crescita elevati e ora possono contare su una significativa solidità patrimoniale e una elevata capacità competitiva».

Il piano, che, come detto, è stato voluto da Confindustria, in Calabria può diventare uno strumento di enorme utilità socioeconomica. Inoltre, va a ricalcare perfettamente le linee guida tracciate dal programma “Agenda Calabria”, la strategia di investimenti per la qualificazione e l’evoluzione del tessuto produttivo calabrese presentata nelle scorse settimane da Unindustria: «I dottorati innovativi costituiscono un’opportunità rilevante per le imprese calabresi che vogliono raccogliere le sfide lanciate dal Pnrr e dalla Programmazione Unitaria: transizione energetica e digitale, economia circolare internazionalizzazione e investimenti in tecnologie avanzate, infatti, sono alcuni dei settori in cui la capacità di investire in Ricerca & Sviluppo può fare la differenza sul mercato internazionale. Insomma, si tratta di una leva strategica fondamentale per le imprese».

«In Calabria, poi– ha proseguito il presidente degli industriali calabresi – questa opportunità si aggiunge alle altre già a disposizione: penso alle semplificazioni e alle agevolazioni introdotte dalla Zes e alle linee di investimento che abbiamo tracciato con “Agenda Calabria” per sostenere l’evoluzione qualitativa delle nostre imprese. Accanto a queste opportunità irripetibili auspico che si possano trovare, insieme a quelle previste dal governo, misure aggiuntive anche a livello regionale affinché, al termine dei tre anni di dottorato, i professionisti così formati possano trovare stabilizzazione nelle imprese per cui hanno lavorato: sarebbe una grossa perdita in termini di know-how disperdere dopo poco tempo gli investimenti effettuati in capitale umano proprio sui progetti di Ricerca & Sviluppo».

«Proprio perché riteniamo che tale strumento, quindi, sia molto importante per le imprese calabresi – ha concluso il presidente – le sedi delle articolazioni territoriali di Unindustria Calabria dislocate nei capoluoghi di provincia sono a disposizione degli associati che necessitano di ulteriori informazioni e approfondimenti». (rcz)

REGGIO – Successo per l’incontro di studio su Napoleone alla Mediterranea

All’Università Mediterranea di Reggio Calabria si è discusso della figura di Napoleone, a duecento anni dalla scomparsa. Una giornata di studio apertasi con i saluti istituzionali del Rettore, Giuseppe Zimbalatti e del direttore del Dipartimento Digies, Daniele Cananzi.

Relatori d’eccezione il Generale di Corpo d’Armata Riccardo Galletta, Comandante interregionale Carabinieri Culqualber, e il prof. Luigi Mascilli Migliorini, Accademico dei Lincei e docente presso il DiGiES della Mediterranea, i quali hanno fornito due sguardi, diversi ma complementari, sulla figura di Napoleone. I prestigiosi relatori, hanno avuto il merito di fornire immagini inedite di storia, capaci di fare riflettere anche sull’oggi. Ha moderato i lavori la prof.ssa Alessandra Priore, coordinatrice del corso di Scienze della Formazione primaria dell’Università Mediterranea.

L’incontro di studio si è svolto alla presenza di numerose autorità civili, militari e accademiche, con una folta presenza di studenti delle scuole superiori del territorio, degli studenti universitari e degli allievi della Scuola Carabinieri di Reggio Calabria.  (rrc)

La vicepresidente Princi: Bando biblioteche e archivi esteso anche a scuole e università

La vicepresidente della Regione, Giusi Princi, ha reso noto che «anche le scuole e le università calabresi potranno accedere ai contributi regionali per potenziare le biblioteche scolastiche ed universitarie».

«Gentilissimi Rettori e Dirigenti scolastici –si legge nella la nota – ho il piacere di informarvi che il Dipartimento Istruzione e Cultura della Regione Calabria, con una dotazione finanziaria pari a € 4.600.000 ha approvato l’Avviso, finalizzato all’attuazione dell’Azione 6.8.3 del POR Calabria Fesr-Fse 2014-2020, orientato alla tutela, conservazione, promozione e valorizzazione di Biblioteche e Archivi storici pubblici. Da donna di Scuola, ho voluto indirizzare una parte di questo finanziamento alle università ed alle istituzioni scolastiche della Calabria, per potenziare e meglio strutturare le biblioteche universitarie e scolastiche, come avamposto di conoscenza e lotta alla dispersione scolastica».

«È noto a tutti noi – viene evidenziato – come lo sviluppo della conoscenza dei nostri ragazzi sia l’obiettivo fondante del nostro lavoro, una vera missione e passione. Come sappiamo, la conoscenza non deve avere limiti né oggettivi né soggettivi. La Scuola e l’Università si prefiggono il compito di formare le giovani generazioni, hanno come mission istituzionale proprio quella di stimolare e alimentare, sempre di più, l’apprendimento dei nostri ragazzi».

«Ecco perché l’avviso, consultabile sul sito web della Regione con tutta la documentazione che Vi invito a scaricare – si legge – assolve proprio a questo obiettivo: fornire strumentazioni alle università ed alle scuole della Calabria per dare alle nostre giovani generazioni nuovi strumenti e nuove opportunità di conoscenza attraverso il potenziamento delle loro biblioteche. Potranno avanzare domanda università pubbliche ed istituzioni scolastiche titolari di biblioteche, stabilmente aperte al pubblico e dotate di statuto e/o regolamento approvato, che siano aderenti al Servizio Bibliotecario Regionale (SBR) o che ne abbiano fatto richiesta alla Regione Calabria prima della presentazione della domanda per il presente Avviso, oppure aderenti al Servizio Bibliotecario Nazionale».

«Per questa tipologia, quindi – continua la nota – per le università e per le scuole, abbiamo previsto uno stanziamento complessivo di 820.000 €. Una somma sicuramente importante per fare investimenti mirati sulla nuova tecnologia, sulla specializzazione di determinate aree della biblioteca; sarà possibile anche incentivare la dotazione tecnologica necessaria per digitalizzare i beni bibliografici in possesso delle istituzioni scolastiche e delle università».

«Le domande di partecipazione – conclude la nota della vicepresidente Princi – dovranno essere presentate entro e non oltre il 31 Marzo 2023. Il personale del Dipartimento Istruzione è disponibile a fornire ogni tipo di consulenza necessaria agli interessati, fornendo ulteriori indicazioni e supporto».

L’avviso è consultabile al seguente link: https://calabriaeuropa.regione.calabria.it/bando/avviso-misure-di-sostegno-per-biblioteche-e-archivi-storici-pubblici Si ricorda che l’avviso è esteso anche alla rete delle biblioteche e degli archivi di tutto il territorio della Calabria, al fine di aggiornare la strumentazione, potenziare la dotazione tecnologica, promuovendone la digitalizzazione. (rcz)

GIOVANI, LA SFIDUCIA RIPOSTA NEL FUTURO
LA CALABRIA È ANCORA UN PASSO INDIETRO

di FRANCESCO RAO – Non si può trascorrere tutta la vita girando intorno ai problemi. Non può nemmeno essere ammissibile la sfrenata voglia di giustificare tutto, per poi rimandare la soluzione delle annose questioni della Calabria a tempi migliori. Qualcuno, prima o poi, per far ripartire lo sviluppo, dovrà fermarsi e affrontare uno tra i più grandi problemi che affligge questa terra da sempre: mi riferisco alla sfiducia riposta nel futuro.

Questo limite, nel tempo, ha assunto una duplice funzione: da una parte è divenuto un concetto indivisibile dall’agire umano, divenendo molto spesso anche motivo di rinuncia per quanti hanno avuto a cuore l’avvio di un processo di innovazione in alcuni segmenti produttivi rimasti oggi misurabili con cifre da prefisso telefonico; dall’altra si è rivelato come quell’anello debole di un sistema con il quale è stata alimentata la (cattiva) reputazione della Calabria nel mondo. In questi giorni, a far saltare il banco, sono stati i due argomenti trattati dalla Comunità Europea: la rimodulazione della classe energetica delle abitazioni e la fine dell’utilizzo di benzina e gasolio per i mezzi di autotrazione.

Tutto ciò, con molta probabilità, diverrà oggetto di infinite e sfiancanti discussioni per alcune regioni e motivo di velocissima innovazione per altre. La Calabria, in questa delicatissima fase, tra quale delle due fazioni si collocherà? Per tanti la risposta potrebbe apparire scontata. Personalmente, da sempre, ho riposto particolare fiducia nelle sfide della vita. Anche le criticità più stringenti, all’interno del proprio nucleo, riservano straordinarie opportunità per quanti riescono a coglierle in tempo. In questa fase storica, per poter ricucire il nastro del tempo perduto con il tempo che dovremo vivere in futuro, è indispensabile cogliere il senso dell’opportunità senza consentire alla paura di vestire gli abiti del dubbio e cadere nuovamente prima nell’incertezza e poi in una nuova emigrazione di massa. Comprendo e faccio mio ogni timore insito nell’animo dei Calabresi in queste ore.

Queste “rivoluzioni”, deliberate nell’Aula del Parlamento Europeo e consegnate tramite le stringate notizie diffuse dai Media, fa tremare i polsi in modo molto serio soprattutto a quanti vivono con un reddito ben al di sotto della povertà assoluta. Apprendendo queste notizie, la mente va subito alla domanda in quanto il problema si pone nell’immediatezza e non per il futuro. Quindi, posso già immaginare l’insofferenza di tantissimi nostri conterranei mentre si domandano: dove prendo i soldi per mettere a norma la mia casa? Dove prendo i soldi per acquistare una macchina elettrica? Da notare, la coniugazione del verbo utilizzato nel formulare la domanda, non è al futuro ma è al presente.

Anche tale circostanza, nel tempo, ha influito notevolmente nel processo di pianificazione del futuro di tantissimi Calabresi. Si, nei nostri 404 Comuni, oltre alle persone, vivono i nostri dialetti, quotidianamente utilizzati per comunicare e per condividere una quotidianità narrata al passato, al presente ma non al futuro. Potrà apparire strano tutto ciò. In realtà, quando la mente non vede una prospettiva futura subentrano prima i limiti dell’incertezza e poi quelli della paura, bloccando l’impegno nell’affrontare la sfida e successivamente gli sforzi necessari per raggiungere la meta. Oggi, è in atto un profondo processo di riorganizzazione della società. Contrariamente alle precedenti Rivoluzioni industriali, realizzate e comunicate in lassi di tempo molto più ampi e metabolizzate gradualmente dalle persone, il cambiamento in atto sarà repentino. 

L’adeguamento alle nuove dinamiche socioeconomiche, le nuove professioni e la fine di quei lavori che hanno caratterizzato il passato, rischierà di dare vita a una marginalità sociale capace di minare dal basso la tenuta della Democrazia nel Paese. Contrariamente ad altri Stati europei ed alcune regioni italiane, impegnate sin dalla fine degli anni ’80 del Secolo scorso a promuovere sistemi produttivi capaci di interloquire con un sistema scolastico dalla visione duale, La Calabria è al passo con i tempi?

L’informatica e la robotica, la cybersecurity ed i processi di qualità in quale misura sono presenti nei nostri processi produttivi?  Molte regioni, oggi virtuose regioni, nel solco della loro innovazione hanno saputo guardare al futuro attraendo e conquistando i tantissimi neolaureati del Meridione, offrendo loro non solo un posto di lavoro ben retribuito ma soprattutto quella fiducia indispensabile per proseguire la ricerca per mantenere viva l’innovazione tecnologica. Tutto ciò, sia ben chiaro, non è avvenuto in tre giorni. Volendo essere buono si potrebbe parlare di circa quaranta anni.

Tempo trascorso da tantissimi Calabresi in buona parte a smaltire la sbornia del benessere economico, avviatosi nel Secondo dopoguerra e nel cercare di individuare tra i tanti politici, presenti sulla scena locale e regionale, chi tra loro, magari chiamato a battezzare qualcuno della rispettiva famiglia, potesse garantire un posto di lavoro nel pubblico impiego. Percorrendo questa strada, la nostra Calabria ha perso molti dei suoi figli.

Quanti hanno avuto il coraggio di rientrare dopo gli studi o di rimanere per investire, pur mettendo a disposizione il loro entusiasmo e un bagaglio culturale ammirevole, molto spesso hanno avuto spazi risicati e poche opportunità per poter dare seguito a quei processi innovativi che oggi sarebbero stati indispensabili per consentirci di avere un minore divario tecnologico e una maggiore opportunità operativa. I risultati brillanti, registrati oggi in Calabria, rappresentano in ampia percentuale la caparbietà di quanti hanno creduto nella bellezza dei loro sogni oppure nel consolidamento di una storia familiare molto solida.

Adesso, per salvare la Calabria da una nuova fase di emigrazione, è indispensabile ripartire dalla scuola, dalle università e dalla formazione professionale, considerando gli ITS per ciò che sono stati pensati all’atto dell’istituzione e cioè un modello formativo capace di offrire alle aziende quelle Risorse Umane chiamate ad interpretare e interagire con l’innovazione tecnologica per generare nuove opportunità, occupazione e sviluppo economico. In questa straordinaria sfida, dalla quale dipenderà anche il futuro demografico della Calabria, anche la politica regionale avrà un ruolo determinante. Perciò, bisognerà scegliere in fretta quale ruolo svolgere considerando che la nostra è una tra le regioni d’Italia e dell’intera Europa a possedere una notevole posizione di vantaggio, grazie al ruolo svolto dal Porto di Gioia Tauro e dalla Zes. Tutto ciò potrà consentirci di scrivere i prossimi cento anni di storia, ponendoci questa volta come il Nord di un Continente che è alla vigilia di una nuova fase storica e tale circostanza potrebbe divenire per l’Italia la creazione di nuove opportunità ai quali oggi è impensabile potersi rapportare. (fr)

La vicepresidente Princi al lavoro con gli studenti per realizzare un Comitato Interateneo calabrese

Istituire un Comitato interateneo calabrese che unisca tutte le Università della Calabria. È questo l’obiettivo della vicepresidente della Regione, Giusi Princi, coinvolgendo i rappresentanti degli studenti delle tre Università calabresi.

Il Comitato sarebbe una sorta di Consulta formata dai rappresentanti degli studenti universitari dei diversi organi, affinché si possa avere un quadro costante e paritario della situazione di ciascun Ateneo del territorio regionale.

E proprio su questo che si è svolto l’incontro in Cittadella regionale, tra la vicepresidente e cinque giovani membri in rappresentanza di Università Magna Graecia di Catanzaro, Università della Calabria di Cosenza e Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Una riunione operativa, propedeutica alla concreta costituzione dell’organismo, mai realizzato fino ad oggi.

«Ringraziamo il Presidente Roberto Occhiuto e la sua Vice Giusi Princi – hanno detto gli studenti al termine della riunione – per la grande attenzione e la sensibilità sull’argomento dimostrate sin dall’inizio e che siamo certi dimostreranno lungo tutto il percorso che condivideremo con grande entusiasmo».

La Calabria, dunque, si appresta a raggiungere un nuovo traguardo, mettendo insieme mondo delle istituzioni e mondo giovanile, in un binomio efficace che punta ad un rapporto più diretto, dinamico e proficuo.

«Fiero e soddisfatto per questi primi risultati raggiunti» si è dichiarato il Consigliere d’Amministrazione di UniCal Nazzareno Zaccaria, «soprattutto per la splendida idea della Consulta regionale, formata dai rappresentanti degli studenti universitari dei diversi organi e presieduta dal Vicepresidente Giusi Princi».

«La Regione – ha evidenziato – ha mantenuto gli impegni assunti e programmati nell’incontro di dicembre. Quello che ci siamo posti è il raggiungimento di qualcosa di storico per tutte le Università calabresi. Durante l’incontro si è detto fondamentale e prioritario sia garantire il totale riconoscimento del diritto allo studio, sia l’avvio di riforme strutturali. Il nascituro organismo avrà il pregio di dialogare con le massime istituzioni politiche regionali, garantendo così un canale diretto per affrontare le esigenze degli studenti».

«È emersa, inoltre – ha proseguito – la necessità di individuare nuove aree di intervento, osservando e approfondendo le principali criticità degli Atenei calabresi: il miglioramento dell’orientamento e le misure finalizzate al sostegno agli studenti. Già nei prossimi mesi, come ha affermato la vicepresidente, sarà presentato un disegno di legge regionale, finalizzato all’istituzione della prima Consulta interateneo della Calabria,quale organo di supporto all’Assessorato all’Istruzione e all’Università, nell’ottica di azioni partecipate di promozione e sviluppo e nell’individuazione dei bisogni delle università calabresi».

«La Consulta risulterà cruciale soprattutto nel suo primo anno di vita – ha affermato Riccardo Latella, Consigliere d’Amministrazione di UniCal – avrà il compito improrogabile di gettare le basi normative e operative per garantire servizi adeguati alle generazioni future: borse di studio erogate nei tempi corretti, edilizia universitaria di qualità, prezzi dei trasporti accessibili a tutti.”

«Una riunione proficua ed un’occasione, per gli atenei calabresi tutti, di ottimizzare il dialogo con le alte istituzioni, ponendo come obiettivo basilare la risoluzione delle problematiche che interessano il nostro territorio. Sono molto soddisfatto e mi sento fortemente motivato – ha detto Gabriele De Salvo, Consigliere d’Amministrazione della Mediterranea – pertanto ringrazio la Vicepresidente Princi per la disponibilità dimostrata. Che io sappia, è la prima volta che un assessore regionale al ramo spalanca le porte agli studenti, rendendoli parte attiva di un progetto di tale portata».

Stessa grande soddisfazione espressa anche da Emanuele Scigliano, rappresentante in Senato accademico dell’Università Magna Græcia di Catanzaro e membro Coruc: «Non posso che ritenermi soddisfatto, per questa iniziativa che mira a rafforzare il filo diretto tra gli studenti ed i massimi organi regionali, al fine di ottenere risposte concrete su quelle che sono le esigenze di tutti gli universitari».

«Questi momenti di confronto – ha evidenziato – sono un’occasione per dar voce a tutti gli studenti.Non dovranno mancare al centro della discussione: diritto allo studio, servizi, trasporti, orientamento in entrata ma soprattutto in uscita. Molti neolaureati, dopo anni di studio e sacrificio, riscontrano la difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, problema serio della nostra regione che porta via tanti giovani laureati. Questi ultimi, nonostante nella fase di studio decidano di rimanere in Calabria, sono costretti, successivamente, ad emigrare. La collaborazione con la Regione può rappresentare un’occasione per poter potenziare anche il post-laurea. Ringrazio la Vicepresidente per questo momento di confronto e per aver promosso questa iniziativa coinvolgendo tutti gli Atenei Calabresi».

Tutti i rappresentanti si sono resi disponibili a dare il proprio contributo all’Assessorato di riferimento.

La Vicepresidente ha accolto di buon grado, specificando che i criteri di formazione del nuovo Organo saranno definiti all’interno della proposta di legge, che prevederà una rappresentanza democratica di tutta la componente studentesca universitaria della Calabria. (rcz)