Medici cubani a Vibo, Lo Schiavo e Mammoliti: Prime risposte a nostre richieste

I consiglieri regionali Antonio Lo SchiavoRaffaele Mammoliti, hanno espresso soddisfazione per l’arrivo dei primi medici cubani a Vibo Valentia, sottolineando come siano «segnali tiepidi ma comunque incoraggianti nell’alveo di un percorso mirato a far uscire il sistema sanitario vibonese da quel cono d’ombra in cui è stato relegato da decenni a questa parte».

«Intanto – hanno spiegato i due esponenti – vi è da registrare la riapertura del reparto di Medicina dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Riapertura che consentirà anche di alleggerire la pressione sul Pronto soccorso, garantendo assistenza a quei pazienti che spesso non trovano collocazione in reparto e rischiano di sostare a lungo in condizioni precarie all’interno dello stesso Pronto soccorso».

«Inoltre, nel corso dell’ultimo Consiglio regionale – hanno proseguito –, a seguito di un’interlocuzione con il presidente della Giunta Roberto Occhiuto, dallo stesso ci è stato comunicato il prossimo invio di personale medico cubano all’ospedale Jazzolino con il nuovo contingente che arriverà in Calabria. Almeno 20 medici cubani (sui primi 40 dei 120 che dovrebbero arrivare), è infatti destinato al nosocomio vibonese. Una soluzione, questa, che abbiamo invocato da tempo e che va nella direzione da noi auspicata, per un risultato che consideriamo anche il frutto della nostra determinata battaglia politica sul punto. Primi segnali incoraggianti ma certamente non risolutivi delle gravi carenze sofferte dalla sanità vibonese rispetto alle quali auspichiamo maggiore attenzione e determinazione».

«Ricordando come resti assolutamente prioritario l’avvio dei lavori di realizzazione del nuovo presidio ospedaliero e, al contempo, il potenziamento dei servizi sugli ospedali esistenti nel territorio provinciale – hanno detto ancora –. Azione che passa anche attraverso l’investimento, già programmato, in adeguate apparecchiature mediche, l’implementazione dell’atto aziendale, l’abbattimento delle liste d’attesa».

«Su quest’ultimo punto – hanno concluso Lo Schiavo e Mammoliti – attendiamo di ricevere elementi concreti da parte dell’azienda sanitaria, che certifichino l’effettiva diminuzione dei tempi di erogazione delle prestazioni sulla base di dati statistici certi. Così come attendiamo la pubblicazione sul sito istituzionale di notizie ufficiali sull’iter di avvio dei lavori del nuovo ospedale e, successivamente, di un rapporto periodico rispetto allo stato di avanzamento dei lavori». (rvv)

La proposta di Lo Schiavo: Istituire nel Vibonese corsi di laurea su Turismo e Agroalimentare

È interessante la proposta avanzata dal consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, chiedendo che vengano istituiti i corsi di laurea dedicati al Turismo e Agroalimentare nel Vibonese.

«Mi auguro che, nell’attuale dibattito che interessa il mondo universitario calabrese – ha aggiunto – prevalgano su tutto i criteri di razionalità, opportunità ed economicità e che la discussione non scada, come spesso accade, al rango di puro campanilismo. È certamente auspicabile che determinati settori strategici vengano potenziati attraverso l’istituzione di nuovi corsi di laurea, ma è altresì necessario tenere nella dovuta considerazione le vocazioni storiche degli Atenei della regione e il contesto in cui essi sono inseriti, evitando di trascurare quelle che sono le giuste rivendicazioni delle Università con il rischio di offrire l’impressione di voler favorirne alcune in luogo di altre».

«In ogni caso – ha proseguito – è un dato da accogliere positivamente il dibattito sul potenziamento dell’offerta formativa in Calabria e sulle strategie di rilancio di un settore, quello universitario, che, se accompagnato da mirate politiche del lavoro, può giocare un ruolo determinante contro lo spopolamento della regione e il contrasto alla fuga dei cervelli. Ben vengano nuovi corsi di laurea, purché gli stessi siano adeguatamente contestualizzati e non scollegati da effettivi sbocchi occupazionali, possibilmente nell’ambito della nostra regione. A tal proposito, sono dell’idea che anche il territorio della provincia di Vibo Valentia, per le sue caratteristiche e vocazioni economiche, possa offrire il contesto ideale in cui una specifica offerta formativa potrebbe facilmente trovare un suo effettivo riscontro professionale».

«Mi riferisco in particolar modo ai settori del turismo e dell’agroalimentare che, nel Vibonese – ha spiegato – conoscono punti di eccellenza e registrano i maggiori indici a livello regionale. Sarebbe dunque opportuno considerare la possibilità di istituire nella provincia di Vibo Valentia delle sedi staccate di atenei regionali con corsi di laurea dedicati, ad esempio, alle Scienze turistiche o alle Scienze e tecnologie agroalimentari».

«Nel confronto positivo che si è innescato sull’offerta formativa universitaria calabrese, in sostanza – ha concluso – non si dimentichino le vocazioni dei territori e si tengano nella giusta considerazione le filiere occupazionali che ne possono scaturire e che bisogna necessariamente iniziare a valorizzare con razionalità e maturità». (rvv)

Educazione alla sostenibilità, la Settimana Unesco fa tappa nel Vibonese

Nel Vibonese ha fatto tappa la Settimana Unesco, quest’anno dedicato su Autonomia energetica e alimentare: Una strada per la pace e la giustizia climatica.

Le comunità del Vibonese hanno risposto all’appello lanciato dall’Unesco con due appuntamenti organizzati in sinergia e stretta collaborazione con le scuole del territorio, l’IC di San Costantino Calabro, dirigente Luisa Vitale, l’IC Garibaldi Buccarelli, dirigente Angelo Stumpo, l’IC Murmura, dirigente Tiziana Furlano, l’IIS ITG ITI di Vibo Valentia, dirigente Maria Gramendola, l’IIS De Filippis Prestia, dirigente Maria Francesca Durante, il comune di Jonadi, con il sindaco Fabio Signoretta e l’assessore alla Cultura, Nicoletta Corigliano,  il comune di Vibo Valentia, con il sindaco Maria Limardo e gli assessori all’Ambiente, Vincenzo Bruni e alla Cultura, Antonella Tripodi, la provincia di Vibo Valentia, presieduta da Salvatore Solano, la Regione Calabria, con l’assessore allo Sviluppo economico, Rosario Varì.

In particolare, gli alunni della scuola primaria di Jonadi hanno partecipato a una interessante iniziativa di sensibilizzazione verso l’importanza del riuso dell’acqua piovana realizzata grazie all’intervento dell’ing. Nicola Tavella, giovane professionista jonadese il quale ha sollecitato i piccoli discenti della scuola a realizzare semplici attività di riciclo dell’acqua piovana per uso domestico e irriguo. L’invito è stato accolto con particolare interesse da parte di docenti e alunni già attivamente impegnati in percorsi didattico-educativi improntati al tema del rispetto dell’ambiente e del corretto uso delle risorse naturali, grazie anche alla partecipazione a progetti ministeriali proposti specificamente sulle tematiche attenzionate.

L’appuntamento realizzato nella sala consiliare della provincia di Vibo Valentia è stato un autentico momento di didattica partecipativa in cui gli studenti presenti hanno avuto modo di condividere una serie di attività realizzate in tema di service learning, riciclo di rifiuti, riuso di materiali esausti, progettazione ed elaborazione di prototipi originali e creativi che hanno conosciuto anche importanti riconoscimenti nazionali e internazionali.

Il confronto, ben animato dalla dirigente scolastica Maria Gramendola e supportato dalla presenza istituzionale dell’ente comunale, provinciale e regionale ha conosciuto momenti di elevato spessore culturale negli interventi di Marco Raugi, prorettore dell’Università di Pisa e chairman dell’unica cattedra al mondo Unesco in comunità energetiche il quale ha ben evidenziato i vantaggi di natura sociale, e non solo economica delle comunità energetiche, ma anche le difficoltà che un paese come l’Italia incontrano nella realizzazione delle comunità stesse e, a seguire, di Annateresa Rondinella, Cict Unesco, chair UniPi, UniBa, Pontificia Università Lateranense la quale ha ben evidenziato, dopo un articolato excursus storico, l’importanza del costruire un “Nuovo contratto sociale per l’Educazione per re-immaginare il nostro futuro insieme”, come richiesto dall’Unesco al fine di allineare i sistemi educativi alle grandi sfide della disuguaglianza, della povertà e dell’esclusione sociale, del regresso democratico, delle sfide dei diritti umani, dei cambiamenti climatici e delle sfide create dall’intelligenza artificiale.

«Le situazioni di gravi crisi che l’umanità sta vivendo per il verificarsi di fenomeni climatici sempre più estremi, frequenti, devastanti, con una concentrazione di gas serra, nell’atmosfera, che ha raggiunto livelli record; la combinazione letale di conflitti, pandemia da SarsCov-19, disastri ambientali che ha generato la più grave emergenza alimentare degli ultimi secoli; l’incombente crisi energetica che coinvolge, in modo trasversale, tutti gli aspetti della vita delle persone sul Pianeta, sono elementi fortemente interconnessi tra di loro e che destano non poca preoccupazione circa il futuro della vita sulla Terra. Le attività che abbiamo messo in campo hanno posto una pietra miliare nel campo dell’educazione dei nostro giovani su questi temi», ha dichiarato soddisfatta Maria Loscrì, Presidente del locale Club per l’Unesco. (rvv)